Un ospite della Casa di riposo «Qui dipendenti al collasso

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Un ospite della Casa di riposo «Qui dipendenti al collasso
giovedì 08 gennaio 2015 – PROVINCIA – Pagina 33
ISOLA DELLA SCALA. La Albertini vista dall'interno dopo l'ammanco di milioni di euro. Le
responsabilità della politica
Un ospite della Casa di riposo
«Qui dipendenti al collasso»
Mariella Falduto
Il presidente della Fevoss racconta: «Sono stressati dai turni eccessivi e dalla mancanza di colleghi»
Vecchie tazze per bere. Lui ha regalato le nuove
«È difficile garantire la qualità di un servizio tagliando il personale
e gli stipendi. Chi lavora alla casa di riposo Benedetto Albertini
sta facendo i miracoli per non far mancare niente agli anziani».
Non sono parole di un politico, di un sindacalista o di un
dipendente, ma di un ospite, Armando Santin, classe 1931,
volontario Fevoss da 20 anni e dal 1995 suo presidente.
È ricoverato alla Albertini dal mese di novembre, da quando,
dopo essere stato operato per la rottura del tendine di Achille, è
stato ingessato a tutta la gamba sinistra e costretto all'immobilità.
«Non ero gestibile a casa», racconta, «per cui sono stato per un
po' a San Giovanni e poi ho avuto la fortuna di trovare posto qui.
Adesso ho ancora per pochi giorni l'ultimo pezzo di gesso ed
entro breve dovrei tornare a casa. Mi sento un signore. Ma nel Il presidente della Fevoss Armando Santin
FOTO PECORA
mio soggiorno forzato qui, ho avuto anche “la fortuna" di vedere
di persona le difficoltà del personale e di raccogliere qualche
confidenza che gli operatori mi hanno fatto quando hanno visto che capivo e parlavo, e sapendo che
conosco bene la realtà socio assistenziale del paese». «Parlo dunque a nome dei dipendenti che non
ce la fanno più», continua, «stando qui dentro ti rendi conto di quello che fanno, stare qui dentro da
sano è deprimente, ti fa capire quello che può succedere andando avanti con gli anni. Questa mattina
al quarto piano, dove ho la camera e ci sono 22 o 23 ospiti (in tutto sono 85), c'erano di turno tre
persone per lavarli, alzarli, pulirli perché se la fanno addosso, e magari poco dopo ripulirli, dar loro da
mangiare, portare pazienza con quelli più insofferenti e poco presenti con la testa, con quelli che non
parlano, non sentono o non capiscono. Non è certo un lavoro facile. Oltre a ciò, è per loro
psicologicamente stressante non sapere che fine farà la casa di riposo, e loro stessi».
Santin aggiunge che la casa di riposo è stata per lui preziosa in questi mesi e che si è trovato bene; a
parte un problema con la tazza della colazione.
«Quando sono arrivato il primo giorno», dice con senso dell'umorismo, «la prima colazione è stata uno
“choc" per la tazza in cui c'era il caffellate: era orrenda, era pulita, ma di una plastica così vecchia e
rovinata che ho detto all'operatrice che io con quella tazza non avrei fatto colazione. Neanche i maiali
avrebbero mangiato lì. Lei mi ha detto che hanno chiesto all'amministrazione più volte tazze nuove, ma
si sono sentiti rispondere che non ci sono i soldi per acquistarle». Forse di fronte all'eventualità di dover
saltare la colazione per più tempo, il volontario Fevoss ha pensato di chiamare la sede e chiedere al
vicepresidente Oreste Tinto se il direttivo non avrebbe potuto fare un regalo ai «nonnini» della casa di
riposo comprando le tazze per tutto il piano.
«Il direttivo ha fatto di più, ne ha comprate un centinaio per tutti gli ospiti. La direzione ci ha
ringraziato», riferisce, e non si trattiene dall'aggiungere: «Pago una retta di 2.400 euro al mese, cifra
che stride con le condizioni delle vecchie tazze, capisco che ci sono i debiti, però.... La situazione della
Albertini è assurda e incredibile, la politica si deve vergognare, e l'amministrazione in carica quando si
è verificato l'ammanco, avrebbe dovuto avere il controllo dei revisori dei conti, che mi sembra non siano
stati all'altezza del compito. Non riesco a capire. Non è giusto che una casa di riposo fiore all'occhiello
del paese faccia questa fine per colpa dei disonesti che hanno rubato sei milioni di euro. Speriamo che
li trovino» Sulla casa di riposo è in corso un'inchiesta della procura. L'ammanco di sei milioni di euro ha
portato al commissariamento della Albertini, ordinato dalla Regione.