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TETRAKTIS PERCUSSIONI Matteo Flori, Gianni Maestrucci, Leonardo Ramadori, Gianluca Saveri, Laura Mancini, Giulio Calandri Henry Cowell (1897-1965) Pulse (1939) per 6 esecutori Lou Harrison (1917-2003) Song of Quetzacoatl (1941) per 4 esecutori Carlos Chavèz (1899-1978) Toccata (1942) per 6 esecutori in 3 movimenti: Allegro giusto - Largo - Allegro marziale, Vivo *** Steve Reich (1936) Music for Pieces of Wood (1973) per 5 esecutori John Cage (1912-1992) Third Construction (1941) per 4 esecutori Edgard Varèse (1883-1965) Ionisation (1931) elaborazione per 6 esecutori di Georges Van Gucht in coproduzione con Gli interpreti Tetraktis Percussioni nella sua esperienza artistica e didattica ventennale ha realizzato progetti di riconosciuto valore, anche collaborando con solisti di varia estrazione. Lo scopo è stato quello di ricercare una relazione artistica fra i diversi linguaggi, fra molteplici culture, permettendo una crescita e un arricchimento del repertorio concertistico e didattico. Nel corso degli anni ha condiviso esperienze e progetti musicali con Lorenzo Jovanotti, DJ Ralf, il batterista Christian Mejer, il pianista jazz Ramberto Ciammarughi, il sassofonista Stefano “Cocco” Cantini, il video-artista Philipp Geist, il cornista Alessio Allegrini, il clarinettista Alessandro Carbonare. Queste collaborazioni, sostenute da compositori italiani come Carlo Boccadoro, Giovanni Sollima, Riccardo Panfili, Tonino Battista, Thomas Briccetti, Paolo Ugoletti, Davide Zannoni, Alessandro Annunziata, Carlo Crivelli, hanno permesso la realizzazione di un repertorio originale italiano dedicato al quartetto di percussioni, precedentemente inesistente, e lavori discografici originali come: Millenniun Bug (Rara), Drama (autoprodotto), Liaisons Dangereuses (Giotto Music), Piazzarama (Giotto Music). Di imminente pubblicazione un nuovo CD per la Decca in collaborazione con Alessandro Carbonare. Il quartetto si è esibito in prestigiose stagioni concertistiche quali Lingotto Musica, Amici della Musica di Firenze, Amici della Musica di Perugia, Musica Insieme di Bologna, Amici della Musica di Siracusa e Trapani, Società dei Concerti di Trieste, Unione Musicale di Torino, Società del Quartetto di Milano, Accademia Filarmonica Romana, Filarmonica Laudamo di Messina, Famiglia Musicale Reggiana, Filarmonica Umbra, Gioventù Musicale d’Italia di Modena, Bergamo, Biella e Chiavari e nell’ambito di Festival ed eventi quali: Festival dei due Mondi di Spoleto, Ferrara Musica, Salone della Musica di Torino, Aosta Classica, Estate Musicale a Portogruaro, Incontri Musicali alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma), Goethe Institut Roma. Nel corso degli anni Tetraktis, ha diffuso il proprio originale repertorio anche in Germania, Turchia, Nigeria e Stati Uniti d’America. Tetraktis è regolarmente invitato ad esibirsi in diretta su Radio Tre Rai nel corso di “Radio Tre Suite”, “Radiotre In Festa” da Cervia, “Materadio” a Matera 2012 ... In ambito didattico Tetraktis è l’unico quartetto di strumenti a percussione italiano in grado di proporre programmi educativi e lezioni concerto dettagliatamente preparate per le diverse fasce di età e da anni è regolarmente invitato a tenere lezioni concerto per le più blasonate associazioni musicali italiane. I componenti del quartetto Tetraktis – Matteo Flori, Gianni Maestrucci, Leonardo Ramadori, Gianluca Saveri – vantano singolarmente esperienze con orchestre prestigiose (Accademia di Santa Cecilia in Roma, Scala di Milano, Mahler Chamber Orchestra, Lucerne Festival Orchestra, Teatro Regio di Torino, Teatro dell’Opera di Roma), sotto la direzione di Abbado, Boulez, Harding, Maazel, Muti, Pappano, Rostropovič, Temirkanov. Note al programma Henry Cowell, Pulse Era nelle prigioni di San Quentin, Henry Cowell, quando concepì Pulse: qui era stato incarcerato nel 1936 dopo essersi invano difeso contro l’accusa di “immoralità” e fu rilasciato solo nel 1940, grazie all’intervento di amici e colleghi musicisti. L’esperienza della prigionia costò molto a Cowell in termini emotivi e creativi, e influì in modo determinante anche sulla sua attività a venire. Pulse, scritto nel 1939, è dedicato a John Cage - del quale lo stesso Cowell era stato docente all’inizio del decennio - e al suo gruppo di percussioni. L’impulso di base prende vita da un’idea che sembra avvicinarsi all’hard-rock ed è caratterizzato da un andamento costante in 7/8, spesso sintetizzato in elementi melodico ritmici più piccoli [...]. Pulse attinge la maggior parte della propria tensione esecutiva dalla fluidità ritmica concepita all’interno dell’impulso di base. Il contrasto tra percussioni acute non intonate (tamburi dei freni, ferri di cavallo, vasi in ceramica, piatti sospesi …), strumenti occidentali (tamburi di varie dimensioni) e strumenti orientali (temple block giapponesi, opera gong, tam tam …) svolge un ruolo fondamentale per espressività e ricerca timbrica, che pone Pulse decisamente all’avanguardia rispetto ad altre pagine contemporanee. Lou Harrison, The Song of Quetzcoatl Lou Harrison, insieme a Edgar Vàrese e John Cage, ha contribuito in modo incisivo allo sviluppo del concetto delle percussioni costituite in ensemble da camera. The song of Quetzcoatl è uno dei primi pezzi che restituiscono appieno quest’idea ed è dedicato alla magica figura di un mito esotico: il Quetzcoatl, nell’antico linguaggio Nahutal, rappresenta la divinità del serpente piumato del Messico precolombiano [un essere che, insieme, striscia e vola e che per questo è venerato e divinizzato come principio cosmico della dualità, n.d.r.]. La stessa figura appare anche nelle altre culture mesoamericane (Maya, Aztechi, …). The Song of Quetzalcoatl è un insieme ben equilibrato di tamburi, strumenti messicani e metallofoni a suono indeterminato, tra cui alcuni strumenti mutuati dalla vita quotidiana o da risorse di provenienza comune (come i tamburi dei freni e gli strumenti cinesi). La strumentazione è completa di blocchi di legno, bocche del drago, sistro, campanacci, freni a tamburi sospesi o disattivati, sonaglio di legno, rullante, guiro messicano, glass wind, triangolo, gong, tam-tam, tam-tam, maracas e una bassissima grancassa: il risultato è un brano di grande e viscerale impatto emotivo. Carlos Chávez, Toccata Toccata è uno dei primi grandi pezzi di ensemble di percussioni del repertorio colto: brillante e pieno d’inventiva, è sicuramente una pietra miliare nell’ambito di questo repertorio. Chávez usa le percussioni come strumenti solisti, emancipandoli dalla pura funzione ritmica e generando un movimento sonoro del tutto nuovo, sorprendentemente vicino al trattamento tematico delle linee melodico-armoniche. Come ricorda lo stesso autore, “Toccare”, in questa composizione, si ricollega al tocco dell’esecutore più che agli abbellimenti classici, e Chávez fa leva in modo molto incisivo sulle possibilità timbriche dei singoli strumenti, costringendo gli interpreti a impegnative prove virtuosistiche. Il primo movimento è pensato per tamburi e timpani, il secondo lancia un incantesimo misterioso con strumenti prevalentemente metallici e intonati, il terzo è una combinazione veloce di frasi ritmiche che ondeggiano nei vari set up con finale lirico guidato dai timpani. NUOVI STRUMENTI I DI VISIONE PROGRAMMA Venerdì 17 gennaio 2014 ore 20.45 ‘900&oltre Steve Reich, Music for Pieces of Wood Steve Reich, ebreo americano, classe 1936, inizia lo studio della composizione con Hall Overton e continua il suo percorso presso la Juilliard School con William Bergsma e Vincent Persichetti. Nel 1963 ottiene il Master in composizione al Mills College, in quanto discepolo di Luciano Berio e Darius Milhaud. Personalità inquieta e brillante, frequenta i movimenti d’avanguardia, dove conosce e collabora con molti giovani musicisti, tra cui Steve Chambers e Jon Gibson (con i quali forma il leggendario Trio); esordisce nei primi anni Sessanta con le prime composizioni, inizio di una lunghissima attività creativa di sperimentazioni continue. Giunto all’apice del panorama musicale internazionale, Reich riceve commissioni dalle più innovative e importanti realtà musicali del mondo, dal Barbican Centre di Londra, al Vienna Festival, alla Brooklyn Academy of Music, al Festival di Spoleto, e ancora al Festival d’Automne di Parigi. La sua musica suscita l’interesse dei più celebri e importanti direttori d’orchestra (Zubin Mehta, Michael Tilson Thomas e molti altri), è eseguita da prestigiosi ensembles ed orchestre tra cui la London Symphony Orchestra, la New York Philharmonic e il Schoenberg Ensemble ed è portata sulle scene da molti coreografi, da Jerom Robbins a Maurice Bejart. La sua opera si sviluppa in un incessante crescendo creativo, dal minimalismo delle prime composizioni, alla ricerca timbrico-ritmica degli anni Settanta, fino alle più complesse TEATRO combinazioni e ricerche anche provocatorie tra gli anni Ottanta COMUNALE e oggi. Music for Pieces Wood utilizza le percussioni come elementi DIofMONFALCONE di base e li compone con lo stesso meccanismo che - visivaMUSICA 2013-2014 mente - usa il caleidoscopio: minimi gesti cambiano le relazio- John Cage, Third Construction Cage scrive questa pagina tra marzo ed aprile del 1941 per quartetto di percussioni, e la dedica alla moglie Xenia (interprete, tra gli altri, della prima assoluta, diretta dallo stesso Cage a San Francisco). Scritta per quartetto di percussioni, Third Construction ha una struttura ritmica caratterizzata da 24 tempi in 24 battute, ripartite in proporzioni precisissime e con i temi che ruotano con ordini altrettanto precisi. La grande complessità costruttiva che caratterizza questa pagina impone un lavoro cameristico di eccezionale attenzione, oltre che una capacità tecnica portata all’estremo. Strumenti privilegiati sono quelli etnici come tamburi, clave, bonghi, campanacci, cembali, sonagli indiani, cembali, sonagli indiani, teponaxtle (grande percussione lignea messicana), cricket caller (canne di bambù sfilate a metà), conchiglie, uniti a “strumenti di riciclaggio” come le tjn cans (barattoli di latta). Sperimentazione timbrica, incontro tra culture musicali e ricerca ritmica sono i capisaldi di questa composizione. Edgard Varèse, Ionisation Composta nel 1931, Ionisation è il primo pezzo di musica classica occidentale, scritto per un ensemble composto esclusivamente da strumenti a percussione. È stupefacente come l’autore riesca a sviscerare sonorità distinte e pluridimensionali, a controllare i timbri strumentali con grande precisione, ottenendo grazia sobria ed eloquenza espressiva che vanno ben al di là usi funzionali più comuni di percussioni. Con solo un contributo fugace di un pianoforte nei suoi momenti finali, in Ionisation Varèse si abbandona elaborando nozioni di melodia e armonia, con il fine di concentrarsi sulle minuzie della tessitura musicale, evocando una gamma diversificata di paesaggi sonori leggermente ombreggiati e finemente dettagliati. Scritto per tredici musicisti e una notevole collezione di strumenti (dalla grancasse ai bongo, dai triangoli alle nacchere, alle sirene) Varèse assembla e combina questa varietà di timbri strumentali con tale delicatezza che a volte l’insieme sembra fondersi in un’unica entità. L’inizio è cavernoso, e prelude a ricerche sonore di rarissima suggestione: quando il gong e la grancassa suonano simultaneamente, il suono sembra arrestarsi, quasi bloccato in aria e ammantato di un inquietante brivido metallico. In tutto il pezzo, i gemiti onnipresenti delle sirene (un suono marchio di fabbrica della musica di Varèse) tracciano lunghe curve attraverso il paesaggio sonoro, morbidamente ombreggiando l’ambiente con l’aria inebriante della mistica. Echi lontani di rumore industriale sono protagonisti nella musica di Varèse, che mira ad emanciparsi dalle accordature convenzionali, dalle consuetudini ritmiche e timbriche. Ionisation rappresenta sicuramente la più completa realizzazione dell’estetica audace e senza compromessi di Varèse: è allo stesso tempo ampiezza e intimità, bruttezza e irresistibile bellezza. Ionisation combina la cacofonia terrificante del mondo industriale con una sensibilità profonda,vuole liberare la sensualità, il potenziale umano dal rumore disumano. La versione presentata da Tetraktis Percussioni è quella elaborata per sei esecutori da Georges Van Gught nel 1973, dedicata a Les Percussions de Strasbourg. PROSSIMI CONCERTI Lunedì 27 gennaio 2014 JONATHAN BISS pianoforte Brahms/Kurtág/Chopin/Beethoven TETRAKTIS PERCUSSIONI Venerdì 14 febbraio 2014 - ‘900&oltre SIGNUM SAXOPHONE QUARTET Ravel/Tüür/Weill/Gershwin/Bernstein/Eschaich Lunedì 24 febbraio 2014 - ‘900&oltre ALESSANDRO CARBONARE clarinetto ELISA ELEONORA PAPANDREA violino MONALDO BRACONI pianoforte PAOLO BUGLIONI voce recitante NUOVI STRUMENTI I DI VISIONE Poulenc/Ives/Gershwin/Kuttenberger/Stravisnkij Testo liberamente tratto dalle note di Tetraktis Clara Giangaspero Discografia a cura di Comune di Monfalcone Servizio Attività Culturali – U. O. Attività Teatrali ed Espositive Pulse (Cowell) Kroumata percussion ensemble (Bis) Song of Quetzalcoatl (Harrison) - non in commercio Toccata (Chavèz) - non distribuito in Italia Music for Pieces of Wood (Reich) Safri Duo (Chandos) Amadinda Percussion Group (Hungaroton Classic) Third construction (cage) - Kroumata Percussion Ensemble (Bis) - Ensemble Recherche (Wergo) Ionisation (Varèse/van Gucht) - non in commercio versione per 13 percussioni -Tammittam percussion ensemble (Dynamic) con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia in collaborazione con Fazioli Pianoforti Direttore artistico stagione musicale Filippo Juvarra Assessore alla Cultura Paola Benes Dirigente del Servizio Giovanna D’Agostini informazioni [email protected] www.facebook.com/teatromonfalcone www.teatromonfalcone.it TEATRO COMUNALE DI MONFALCONE MUSICA 2013-2014 PROGRAMMA ni tra forme e colori e danno vita a immagini sempre diverse. Cinquantotto sono le turnazioni delle cellule ritmico-timbriche che si alternano in questa complessa pagina, composta da tre sezioni, che - sulla base del battito impostato dal primo esecutore - vedono inserirsi via via nuovi strumenti e nuove proposte ritmiche. Con precise progressioni addizionali si formano nuove costruzioni timbrico-ritmiche in un continuo “incastro sonoro a sorpresa”. “Music for Pieces of Wood cresce dalle stesse radici di Clapping Musica: il desiderio di fare musica con gli strumenti più semplici possibili: i bastoni, o pezzi cilindrici di legno duro, qui utilizzati sono stati selezionati per le loro particolari intonazioni (…), e per il loro timbro risonante. Questo pezzo è uno dei più forti che io abbia mai composto, ma non usa l’amplificazione di sorta. [...]. Steve Reich