2000 Strategia di Lisbona L`Unione Europea si è posta l`obiettivo
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2000 Strategia di Lisbona L`Unione Europea si è posta l`obiettivo
2000 Strategia di Lisbona L’Unione Europea si è posta l’obiettivo strategico di “diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. 28 obiettivi, 120 sotto-obiettivi e 117 indicatori. Gli obiettivi, da raggiungere entro il 2010, si sono presto dimostrati essere particolarmente ambiziosi: arrivare ad una crescita media del 3%; creare 20 milioni di nuovi posti di lavoro; ottenere un tasso di occupazione del 70%; favorire l’occupazione femminile e dei lavoratori anziani; aumentare la quota di PIL destinata alla R&S; incentivare l’imprenditoria; diffondere la presenza di internet nelle case; sostenere la liberalizzazione nel settore dei servizi di pubblica utilità e ridurre l’emissione dei gas nell’ambiente. Ruolo dello Stato membro: un piano nazionale per la crescita e l'occupazione su base triennale, dove indicare le riforme e le altre misure di competenza nazionale necessarie ad avvicinarsi agli obiettivi della strategia di Lisbona. Tali obiettivi sono stati rivisti nel Marzo del 2005, a seguito di una valutazione negativa dei primi 5 anni di azioni. La Strategia è stata quindi “rilanciata” con la proposta di concentrare gli sforzi verso due obiettivi principali - crescita economica ed occupazione Strategia Europa 2020: Che cos’è La strategia Europa 2020 approvata dai capi di Stato e di governo dei paesi dell'UE nel giugno 2010. Comunicazione della Commissione Europa 2020 “Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Strategia nasce nel 2010 su proposta della Commissione Europea e si pone l’obiettivo di uscire dalla crisi e porre le basi per l’economia Europea del decennio successivo, fornendo gli elementi fondamentali per uno sviluppo sostenibile e un’elevata qualità della vita risultato dell’interazione fra occupazione, rendimento e coesione sociale. obiettivi tangibili come l'occupazione, l'istruzione, l'energia e l'innovazione, per consentire all'Europa di superare l'impatto della crisi finanziaria e rilanciare l'economia. => Temi delle sfide a lungo termine (globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento) => La crisi ha vanificato anni di progressi economici e sociali e messo in luce le carenze strutturali dell'economia europea. => ….superare la crisi, favorendo la competitività, la produttività, il potenziale di crescita, la coesione sociale e la convergenza economica. => ….Introdurrà riforme di medio – lungo termine che aiuteranno la crescita e l’occupazione e assicurerà la sostenibilità delle finanze pubbliche. La strategia Europa 2020 propone cinque obiettivi che l’UE dovrebbe raggiungere entro il 2020 e in base ai quali saranno valutati i progressi compiuti. il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in ricerca e sviluppo (R&S); i traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti; il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma; . 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà. Per raggiungere questi traguardi, la Commissione propone un programma Europa 2020 che consiste in una serie di iniziative faro: (in gran parte LINEE GUIDA e ORIENTAMENTI ndr) L’Unione dell’innovazione: riorientare la politica in materia di R&S e innovazione . Il brevetto comunitario, ad esempio, potrebbe far risparmiare alle imprese 289 milioni di euro l’anno. Gioventù in movimento: migliorare la qualità e l’attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore promuovendo la mobilità di studenti e giovani professionisti. Per fare un esempio concreto, i posti vacanti in tutti gli Stati membri devono essere più accessibili in tutta Europa e le qualifiche e l’esperienza professionali devono essere debitamente riconosciute. Un’agenda europea del digitale: trarre vantaggi socioeconomici sostenibili da un mercato unico del digitale basato sull’Internet superveloce. Nel 2013 tutti gli europei dovrebbero avere accesso all’Internet ad alta velocità. Un’Europa efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse: favorire la transizione verso un’economia basata su un impiego efficiente delle risorse e a basse emissioni di carbonio. L’Europa non deve perdere di vista i suoi traguardi per il 2020 in termini di produzione di energia, efficienza energetica e consumo di energia. Una politica industriale per una crescita verde: aiutare la base industriale dell’UE ad essere competitiva nel mondo postcrisi, promuovere l’imprenditoria e sviluppare nuove competenze. Questo creerebbe milioni di nuovi posti di lavoro. Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro: porre le basi della modernizzazione dei mercati del lavoro per aumentare i livelli di occupazione e garantire la sostenibilità dei nostri modelli sociali a mano a mano che i figli del baby boom andranno in pensione. Piattaforma europea contro la povertà: garantire coesione economica, sociale e territoriale aiutando i poveri e le persone socialmente escluse e consentendo loro di svolgere un ruolo attivo nella società. Realizzare queste iniziative è una priorità comune, che richiederà interventi a tutti i livelli: organizzazioni dell’UE, Stati membri, autorità locali e regionali (governance). Europa 2020 avrà successo solo con un'azione determinata e mirata a livello sia europeo che nazionale. A livello UE si stanno prendendo decisioni fondamentali per completare il mercato unico nei settori dei servizi, dell'energia e dei prodotti digitali e per investire in collegamenti transfrontalieri essenziali. A livello nazionale occorre rimuovere molti ostacoli alla concorrenza e alla creazione di posti di lavoro. Ma solo se gli sforzi saranno combinati e coordinati si avrà l'impatto voluto sulla crescita e l'occupazione. Ecco perché la realizzazione di Europa 2020 dipende in misura determinante dalle strutture e dai processi di governance che l'UE ha cominciato a introdurre dal 2010. Lo strumento più importante è il semestre europeo, un ciclo di coordinamento economico che comporta indirizzi politici impartiti a livello UE dalla Commissione europea e dal Consiglio, impegni a realizzare riforme degli Stati membri e raccomandazioni specifiche per paese, elaborate dalla Commissione e sancite al più alto livello dai leader nazionali riuniti in sede di Consiglio europeo. I paesi membri sono tenuti a tener conto di queste raccomandazioni nelle loro politiche e nei loro bilanci. Il semestre europeo: Cos’è chi fa cosa e quando? Cos'è il semestre europeo? Il "semestre europeo" è un ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell'ambito dell'UE. Si focalizza sul periodo di sei mesi dall'inizio di ogni anno, per questo si chiama "semestre". Durante il semestre europeo gli Stati membri allineano le rispettive politiche economiche e di bilancio con gli obiettivi e le norme convenute a livello dell'UE. In tal modo, il semestre europeo mira a: garantire finanze pubbliche sane; promuovere la crescita economica; prevenire squilibri macroeconomici eccessivi nell'UE. Perché si è creato il semestre europeo? => La recente crisi economica ha dimostrato la necessità di una più forte governance economica e di un migliore coordinamento delle politiche tra gli Stati membri (agenda 2020) => Tutti gli Stati membri si sono impegnati a realizzare gli obiettivi di Europa 2020 e li hanno tradotti in obiettivi e in politiche di stimolo della crescita a livello nazionale. Nell’ambito del ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche detto "semestre europeo" ogni anno la Commissione compie un'analisi dettagliata dei programmi di riforme strutturali ed economiche di ciascun paese dell'UE e rivolge loro delle raccomandazioni per i successivi 12-18 mesi (programmi di riforma). => In un'Unione di economie altamente integrate, un coordinamento rafforzato delle politiche può aiutare a evitare discrepanze e contribuire a garantire convergenza e stabilità in tutta l'UE e nei suoi Stati membri (stabilità e rischio macroeconomico). => Le procedure di coordinamento delle politiche economiche esistenti fino al 2010 venivano svolte in autonomia una dall'altra. Gli Stati membri hanno avvertito la necessità di sincronizzare i calendari di queste procedure al fine di razionalizzare il processo e meglio allineare gli obiettivi delle politiche nazionali in materia di bilancio, crescita ed occupazione, tenendo al contempo conto degli obiettivi che si sono dati a livello nazionale e dell'Unione ( tempistica) Inoltre, si è imposta la necessità di estendere la sorveglianza e il coordinamento a politiche macroeconomiche più ampie (rischio macroeconomico e sistemico). Per tali ragioni, e nel quadro di una più ampia riforma della governance economica dell'UE, gli Stati membri dell'UE hanno istituito il semestre europeo nel 2010. Il primo ciclo si è svolto nel 2011. Come funziona il semestre europeo? Il semestre prevede un preciso calendario in base a cui gli Stati membri ricevono consulenza a livello dell'UE ("orientamenti") e presentano successivamente i loro programmi ("programmi nazionali di riforma" e "programmi di stabilità o convergenza") per una valutazione a livello dell'UE. Dopo tale valutazione, gli Stati membri ricevono raccomandazioni individuali ("raccomandazioni specifiche per paese") riguardo alle loro politiche nazionali di bilancio e di riforma. Ove necessario, ricevono altresì raccomandazioni per la correzione di squilibri macroeconomici. L'obiettivo è che gli Stati membri tengano conto delle raccomandazioni in sede di definizione del bilancio dell'esercizio successivo. Fase preparatoria: analisi della situazione e follow-up dell'anno precedente Novembre e dicembre La preparazione del semestre europeo inizia quando la Commissione, già a novembre dell'anno precedente, pubblica la sua analisi annuale della crescita e la sua relazione sul meccanismo di allerta. L'analisi annuale della crescita espone il parere della Commissione sulle priorità delle politiche dell'UE per l'anno successivo. Gli Stati membri sono invitati a tenerne conto nell'ideazione delle loro politiche economiche per l'anno seguente. La relazione sul meccanismo di allerta passa in rassegna gli sviluppi macroeconomici nei singoli paesi dell'UE. Sulla base della relazione, la Commissione può decidere di condurre un esame approfondito della situazione nei paesi in cui si ritiene che il rischio di possibili squilibri macroeconomici sia elevato. Tali esami contribuiscono ad individuare l'esistenza di eventuali squilibri macroeconomici e, se esistono, la loro esatta natura e portata. Oltre a ciò, essi consentono alla Commissione di proporre agli Stati membri raccomandazioni politiche. Prima fase: orientamenti politici a livello dell'UE Gennaio e febbraio Il Consiglio dell'Unione europea discute l'analisi annuale della crescita, formula orientamenti e adotta conclusioni. Poiché il semestre determina ripercussioni su una serie di politiche, l'analisi annuale della crescita è oggetto di discussione nelle varie formazioni del Consiglio dell'UE. Ad esempio, nell'ambito del Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori", del Consiglio "Economia e finanza", ecc. Anche il Parlamento europeo discute l'analisi annuale della crescita e può pubblicare una relazione di iniziativa. Esso rende un parere sugli orientamenti in materia di occupazione. Partecipa inoltre al processo attraverso il dialogo economico. Il Parlamento europeo può invitare il presidente del Consiglio, la Commissione e, se del caso, il presidente del Consiglio Europeo o il presidente dell'Eurogruppo a discutere questioni relative al semestre europeo. L'opportunità di partecipare ad uno scambio di opinioni può essere offerta anche a singoli Stati membri. Marzo Sulla base dell'analisi annuale della crescita e delle analisi e conclusioni del Consiglio dell'UE, il Consiglio europeo (i capi di Stato e di governo) definisce gli orientamenti politici. Gli Stati membri sono invitati a tenere conto di tali orientamenti nella preparazione dei loro programmi nazionali di stabilità e convergenza e dei loro programmi nazionali di riforma , in cui si delineano le rispettive politiche di bilancio e di promozione della crescita e della competitività. La Commissione pubblica esami approfonditi degli squilibri macroeconomici, condotti negli Stati membri in cui il rischio di siffatti squilibri è stato considerato elevato. Sulla base di questi esami la Commissione può formulare raccomandazioni destinate ai paesi interessati e finalizzate alla correzione degli squilibri. Ciò può avvenire contestualmente alla pubblicazione dell'esame approfondito o in un fase successiva del processo, unitamente ad altre raccomandazioni specifiche per paese. Seconda fase: obiettivi, politiche e programmi specifici per paese Aprile Gli Stati membri presentano i rispettivi programmi preferibilmente entro il 15 aprile e non oltre la fine di aprile: programmi di stabilità e di convergenza in cui delineano la loro strategia a medio termine in materia di bilancio; programmi nazionali di riforma in cui delineano i loro programmi di riforme strutturali, con l'accento sulla crescita e l'occupazione. Maggio La Commissione europea valuta i programmi nazionali e presenta raccomandazioni specifiche per paese. Giugno Il Consiglio dell'UE discute il progetto di raccomandazioni specifiche per paese e adotta la loro versione definitiva che viene poi presentata al Parlamento europeo per l'approvazione. Luglio Il Consiglio dell'UE adotta le raccomandazioni specifiche per paese e gli Stati membri sono invitati ad attuarle. Terza fase: attuazione Luglio A partire da luglio gli Stati membri tengono conto delle raccomandazioni nel processo decisionale nazionale sul bilancio nazionale dell'esercizio successivo che consentirà loro di svolgere le politiche da essi previste. Il ciclo ricomincia verso la fine dell'anno, quando la Commissione traccia un quadro della situazione economica nella sua analisi annuale della crescita per l'anno successivo. La Commissione inizia già a tener conto dei progressi compiuti dai singoli Stati membri nell'attuazione delle raccomandazioni. Gli Stati membri che beneficiano di assistenza finanziaria abbinata ad un programma di aggiustamento economico non sono tenuti a presentare programmi di stabilità e non sono soggetti ad un eventuale esame approfondito riguardo a squilibri macroeconomici. Il requisito per poter beneficiare dell'assistenza finanziaria è una diligente attuazione del programma di aggiustamento, che già contempla tutti questi settori d'intervento. Quali cambiamenti ha introdotto il semestre europeo? Il semestre europeo ha introdotto due elementi di novità. Il primo è in relazione alla tempistica delle procedure di coordinamento delle politiche dell'UE, l'altro ha invece aggiunto un nuovo componente al coordinamento delle politiche. Due innovazioni riguardanti la tempistica Il semestre: 1) ha sincronizzato i calendari delle relazioni e delle valutazioni in materia di politica economica e di bilancio a livello dell'UE Gli Stati membri presentano i rispettivi programmi nazionali di riforma (che includono programmi di riforme strutturali) e i programmi di stabilità e convergenza (programmi di bilancio) contemporaneamente, ogni anno ad aprile. La Commissione li valuta altrettanto contemporaneamente. Parallelamente, si svolge una valutazione degli squilibri macroeconomici. In tal modo gli Stati membri dell'UE intendono raggiungere due traguardi: un migliore allineamento dei loro obiettivi in materia di riforme e di bilancio; un più efficace conseguimento dei loro obiettivi comuni a livello dell'UE 2) ha mutato il coordinamento delle politiche economiche nazionali passando da un'ottica ex post ad un'ottica ex ante Nell'ambito del semestre gli Stati membri presentano i loro programmi di bilancio e di riforme nelle prime fasi dei loro processi di bilancio nazionali. Il Consiglio formula raccomandazioni riguardanti i programmi degli Stati membri prima che i loro bilanci siano presentati ai parlamenti nazionali. In passato, essi coordinavano i loro programmi all'inizio dell'anno in questione, successivamente all'adozione dei bilanci nazionali. Con lo spostamento della tempistica del coordinamento delle politiche dell'UE, il semestre fornisce un tempestivo contributo agli Stati membri nelle prime fasi della loro programmazione delle politiche nazionali. Approfondimento Istituzioni Nel Consiglio dell'UE si tengono regolarmente riunioni ministeriali su temi specifici che sono indispensabili per esaminare, tra pari, i progressi compiuti per conseguire gli obiettivi quantitativi dell'UE e realizzare le iniziative prioritarie della strategia Europa 2020. Al Consiglio spetta soprattutto la verifica e l'analisi tra pari. Al suo interno i ministri nazionali responsabili dei rispettivi ambiti politici (competitività, occupazione, istruzione, ecc.) discutono dell'attuazione del programma nazionale di riforma nel settore di competenza (progressi compiuti per raggiungere gli obiettivi della strategia e nell'ambito delle iniziative prioritarie). Per attuare le necessarie politiche e garantire una vasta partecipazione, viene mantenuta una stretta collaborazione con il Parlamento europeo e gli organi consultivi dell'UE (Comitato delle regioni, Comitato economico e sociale europeo) con il pieno coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali, delle regioni e di altre parti interessate. Commissione europea Controlla ogni anno la situazione sulla base di una serie di indicatori, elaborati da Eurostat in collaborazione con altri servizi della Commissione, che evidenziano i progressi globalmente compiuti per raggiungere gli obiettivi quantitativi per il 2020. Produce un'analisi annuale della crescita e valuta le relazioni nazionali e i programmi di stabilità e convergenza dei singoli paesi. (L'analisi serve da riferimento per il vertice di primavera del Consiglio europeo). Elabora raccomandazioni ed eventualmente avvertimenti per i singoli Stati membri (giugno) sulla base dell'analisi delle relazioni da essi presentate sui progressi realizzati rispetto agli obiettivi nazionali. Parlamento europeo Il Parlamento europeo svolge un ruolo importante per la strategia, non soltanto come colegislatore, specie per le proposte legislative che rientrano nell'ambito delle iniziative prioritarie, ma anche come canale per mobilitare i cittadini e i parlamenti nazionali. Ogni anno, prima del Consiglio europeo di primavera, il Parlamento è tenuto presentare una risoluzione che valuta l'andamento della strategia Europa 2020 e che serve da spunto per le discussioni. Comitato economico e sociale europeo Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) organizza la partecipazione delle parti sociali e della società civile dei singoli paesi alla messa in atto della strategia Europa 2020. Stimola il coinvolgimento delle varie forze che compongono la società e la mobilitazione delle reti transfrontaliere. Il CESE dispone di un comitato direttivo Europa 2020, incaricato di: coordinare e garantire la coerenza dell'attività svolta dal Comitato e dei pareri elaborati su questioni attinenti alla strategia Europa 2020 organizzare riunioni con i comitati economici e sociali nazionali ed organizzazioni analoghe per preparare iniziative e relazioni comuni riguardanti Europa 2020 coordinarsi con i membri del CESE e il gruppo Comunicazione per intensificare l'attività divulgativa sulla strategia Europa 2020 da parte della società civile organizzata. Comitato delle regioni La coesione territoriale è al centro della strategia Europa 2020, e il Comitato delle regioni (CdR) offre un sostegno e un contributo politico all'attuazione della strategia. L'osservatorio Europa 2020 del CdR intende essere uno strumento a disposizione delle amministrazioni locali e regionali per intervenire nel processo politico. L'osservatorio Europa 2020 si propone di: coinvolgere le amministrazioni locali e regionali per garantire una migliore attuazione delle politiche connesse agli obiettivi della strategia Europa 2020 esaminare come evolve il rapporto tra strategia Europa 2020 e politica di coesione controllare la partecipazione del livello locale e regionale nel processo di governo della strategia individuare gli ostacoli incontrati dalle amministrazioni locali e regionali nell'attuare la strategia Europa 2020 stimolare lo scambio di informazioni, esperienze e buone pratiche. Il CdR ha proposto di attuare la strategia Europa 2020 mediante patti territoriali, vale a dire accordi conclusi tra amministrazioni locali, regionali e nazionali per raggiungere insieme gli obiettivi della strategia. Banca europea per gli investimenti e Fondo europeo per gli investimenti Queste due istituzioni svolgono un ruolo centrale nella messa a punto di nuovi strumenti di finanziamento per rispondere alle esigenze delle imprese. Entrambe possono favorire un "circolo virtuoso" di finanziamenti redditizi per l'innovazione e l'imprenditoria, dagli investimenti iniziali alla quotazione in borsa, anche in collaborazione con le numerose iniziative pubbliche già in atto a livello nazionale. Amministrazioni nazionali Il successo della strategia Europa 2020 dipende fortemente dalla capacità degli Stati membri di fare la loro parte: attuando le riforme necessarie a livello nazionale per stimolare la crescita, ad esempio aumentando gli investimenti nella ricerca e i livelli di occupazione collaborando con la Commissione sulle sette iniziative prioritarie. Ogni anno ad aprile i paesi dell'UE sono tenuti a presentare due relazioni per illustrare ciò che stanno facendo per avvicinarsi agli obiettivi nazionali della strategia Europa 2020. I programmi di stabilità e convergenza vanno presentati prima dell'approvazione del bilancio per l'esercizio successivo e devono contenere indicazioni utili sulle finanze pubbliche e la politica di bilancio. I programmi nazionali di riforma vanno presentati insieme ai programmi di stabilità e convergenza; contengono gli elementi necessari per una verifica dei progressi realizzati per raggiungere gli obiettivi nazionali di crescita intelligente, sostenibile e solidale della strategia. Nonostante i notevoli vincoli di bilancio, i governi hanno la responsabilità di garantire un costante investimento nella crescita, ad esempio sostenendo l'istruzione, la ricerca, l'innovazione e l'efficienza energetica. Amministrazioni regionali e locali Il dialogo tra le amministrazioni nazionali, regionali e locali consentirà di avvicinare le priorità dell'UE alla gente, rafforzando il sentimento di appartenenza e partecipazione necessario per spingere l'Europa al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020. In molti paesi dell'UE, le amministrazioni regionali e locali sono responsabili di ambiti politici collegati alla strategia Europa 2020, come l'istruzione e la formazione, l'imprenditoria, il mercato del lavoro o le infrastrutture. È indispensabile che ogni livello di governo sia consapevole della necessità di attuare efficacemente la strategia sul campo, in modo da favorire una crescita intelligente, solidale e sostenibile, e che ciascuno faccia la sua parte introducendo i necessari cambiamenti. Il successo della strategia Europa 2020 dipende dal coinvolgimento di tutte le parti che compongono la società. La responsabilità di agire non spetta solo ai governi. Per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020 serve la partecipazione di tutti: imprese sindacati organizzazioni non governative enti locali singoli cittadini.