Anteprima - Unorosso

Transcript

Anteprima - Unorosso
Girl gang
7
Sly Girl
Tre anni fa mi hanno sparato in faccia. Al telegiornale hanno
detto che c’entravano le gang, la violenza di strada. Ma non era vero.
È solo che un proiettile ha preso la direzione sbagliata. Ho lasciato
la riserva in luglio, pensando che non avrei più avuto a che fare con
queste stronzate, non più, e invece dove vado a finire? A Vancouver,
capitale delle gang del Canada.
Divertente, vero?
La mia gang si chiama Black Roses, e siamo l’incubo peggiore di
questa città. Siamo in cinque. Mac, la nostra leader, dice che possiamo essere soltanto cinque, come le dita di una mano: una sola persona in più, e non si poteva gestire. Mac nemmeno mi voleva nella
gang. Non all’inizio, per lo meno. Mercy ha dovuto convincerla per
lasciarmi entrare. Disse che serviva qualcuna che sapeva il fatto suo a
proposito di droghe. Ed eccomi, pronta a compiere quattordici anni,
e già esperta in tutto ciò che c’è da sapere: crack, meth, cocaina,
erba, qualsiasi cosa.
Come ho imparato?
Ragazzi, tutti quelli che nascono nella mia riserva conoscono
questa roba. Non che si voglia saperne necessariamente, ma alla fine
va così, sempre. I miei cinque fratelli, per esempio, ci bazzicavano
parecchio con la roba. Mi fecero imparare molto. Troppo, forse. Ma
non penso più a loro, non molto ormai.
La gang mi chiama ‘’ragazza scaltra’’, Sly Girl. Non è sempre stato
il mio soprannome, però. Ma d’ora in poi, lo sarà.
Ashley Little
8
PARTE 1
L’ANNO DELLE PISTOLE
Girl gang
9
Mac
Naturalmente non avrei mai voluto che lo facesse. Non lasci
qualcuno che ti sta a cuore – dannazione, qualcuno che ami – a
vendersi all’angolo della strada come uno sporco gingillo sessuale.
Fanculo le dicerie, cazzo. Dissi che non l’avremmo mai fatto. Mai.
Lo decisi quando scoprii che ai Vipers non gliene fregava un cazzo di
noi. Non erano la nostra famiglia, non erano nostri amici, ci stavano
semplicemente usando, come tutti gli altri.
Provarono a mettere sulla strada me, per prima. Rifiutai assolutamente la proposta. Dissi a Cyco di andarsene piuttosto da Davie
a farselo mettere in culo. Mercy invece lavorò sull’East Cordova per
due notti. La seconda notte che tornò a casa, aveva la faccia come
una melanzana gratinata. Le sue labbra sanguinavano ovunque, era
uno schifo.
Che cazzo ti è successo? Non è niente. Sto bene. Mercy lasciò
cadere i suoi lunghi capelli neri sul volto mentre cercava del ghiaccio
nel freezer.
Fanculo. Non stai bene. Chi ti ha fatto questo?
Mercy si strinse le spalle.
Chi ti ha fatto questo!?!
Non lo so. Uno yuppie. Guidava una BMW.
Sai una cosa? Al diavolo tutto. È finita. Finisce qui. Ora.
Mercy balbettava. Mac, quando sono arrivata, ho deciso di lavorare per la gang. Qualunque cosa significhi, ho detto. Questo è il
lavoro di cui ha bisogno la gang, adesso.
Questo non è lavoro, Mercy. Questa è schiavitù.
Mercy trasalì, mentre si premeva una busta di piselli congelati
sulla guancia. Si sedette al tavolo dove stavo pesando e insacchettando la roba.
10
Ashley Little
Hai una canna per me?
Sono seria, Merce. Quanto hai fatto stanotte?
Quaranta, cinquanta. Disse stiracchiandosi sulla sedia.
Sì, e quanti soldi tieni per te?
Mercy si strinse nelle spalle. Niente, immagino.
Non mi sembra che ne valga la pena, no? Passai a Mercy la canna
che le stavo preparando.
Beh, Mac, allora dimmi, che diavolo dovrei fare? Gli occhi scuri
di Mercy brillarono nella luce opaca della lampadina. Ho lasciato la
scuola, sono un’orfana del Punjabi e vengo dal Surrey. Questo è il
miglior lavoro che posso fare.
Guardai attorno a me quel grandioso spettacolo che stavamo dando. Eravamo in un appartamento merdoso, con macchie d’umidità
che si espandevano fin sul soffitto e muffa alle finestre. Potevamo
sentire i vicini picchiarsi e fottere e fare pace. L’intero edificio colava
piscio, e gli scarafaggi camminavano tranquillamente 24 ore su 24, 7
giorni su 7. I Vipers pagavano il nostro affitto, ci riempivano il frigo
e ‘badavano a noi’. Ma noi dovevamo lavorare in cambio, niente ci
arrivava gratis. Avevo pensato più volte di mollarli, in quel periodo.
Le cose non andavano per il verso giusto. Mercy e io dovevamo essere trattate come delle regine, maledizione! Invece in questo istante
i nostri ragazzi si scontravano con altre bande e la città si riempiva
di cadaveri. Anche gente qualunque. Una carneficina. Ora, essendo
una Vipers, ero un bersaglio. Che diavolo di protezione era quella?
Era l’opposto della protezione. Era una stronzata, ecco cos’era. Vaffanculo.
Guardai la mia migliore amica sbuffare fumo da un angolo della
bocca, il suo labbro inferiore gonfio come una prugna marcia. Una
lacrima scappò dal suo occhio sinistro, quasi completamente chiuso dal gonfiore, e lei la scacciò via come si fa con un insetto. Ecco
quando decisi: sarei uscita dai Vipers e avrei portato Mercy con me.
Impacchettai tutte le nostre cose quella notte e chiamai Cyco il
mattino dopo. Venne con un altro gangster, un certo Vex.
Che cosa succede, ragazze? Cyco mise le gambe sul tavolo della
Girl gang
11
cucina e si accese una sigaretta. Vex restò sulla porta, le mani in tasca.
Vogliamo uscirne, dissi.
Cyco sogghignò, mentre Vex se la rideva con la mano davanti alla
bocca.
Io fissai Cyco, mentre mi accendevo una sigaretta.
Lui guardò prima me e poi Mercy.
Cosa? E perché? Gesticolò indicando la faccia di Mercy. Non è
niente. È un bacio! Vero, Mercy? Stai benissimo, vero, pollastrella?
Vieni qui un attimo. Si batté la mano sulla coscia come se lei fosse
un cane che corre ad accoccolarsi sulle ginocchia.
Abbiamo chiuso, dissi, e misi la mia pistola sul tavolo, di fronte
a lui. Ricordavo perfettamente quando me la diede. La mia prima
settimana da Vipers, più di un anno fa. Glock .32, una macchina perfetta. Avevo sparato una manciata di volte. Non per uccidere
qualcuno, solo per spaventarli. Per far loro sapere che non avrebbero
potuto scoparmi. Una volta sparai alla mano di un ragazzo. Aveva
fatto il testimone in un processo che mise uno dei nostri in gabbia
per quindici anni. Gli spappolai le dita. Si sarebbe certamente comportato meglio in futuro.
Mercy sfilò poco dopo la sua 9 millimetri dalla cintura e la appoggiò al tavolo.
Quindi è così, eh? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per voi?
Vi rimangiate tutte le vostre promesse? Pensate di poter far scomparire tutto quanto? Cyco schioccò le dita.
Non avete fatto la vostra parte dell’accordo, cari.
Cyco tirò su col naso. Bene, buona fottutissima fortuna se pensate di avere una minima speranza di farcela da sole in strada. Voi due
non siete niente senza i Vipers che vi coprono le spalle. Siete nada.
Fottute, meno di zero. Sarò sorpreso se durerete più un’ora là fuori
da sole.
Staremo bene, dissi, facendo l’occhiolino a Mercy mentre lei incrociava le braccia sul petto, le sue narici erano in fiamme come
quando stava per incazzarsi. Il diamante del suo piercing al naso
brillò alla luce del sole che filtrava dalla finestra della nostra cucina.
12
Ashley Little
Spezzai la sigaretta nel portacenere fatto di carta straccia.
Telefoni. Cyco tese le mani e noi ci appoggiammo ciò che chiedeva. E cosa dirà tuo zio di tutto questo, miss Mac?
Dirà che sarei dovuta andarmene molto tempo fa, quando i vipers stavano cominciando a marcire, uccidendo gente senza motivo,
sparando ai civili, comportandosi come papponi quando si doveva
essere gangster.
Cavoli, ragazza. Hai dei gran coglioni per essere una femmina!
Vieni qui.
Cosa?
Vieni, ho bisogno di darti un bacio d’addio.
Huh? ci eravamo già baciati, io e Cyco, anche di più, avevamo
fatto di tutto. Ma fu molto tempo prima. Ed era successo solo due
volte, forse tre. Eravamo ubriachi. Nessuno dei Vipers conosceva
questa storia. Eccetto Mercy. Guardai Mercy; lei strinse le labbra così
forte che le diventarono più viola di quanto già erano.
Sai, se tu fossi stata una qualsiasi altra persona, non te ne saresti
andata così facilmente. Non senza pesanti fottutissime conseguenze. Gli occhi blu di Cyco brillarono mentre si toglieva il cappellino
da baseball. Adesso porta il culo qui, ragazza. Mostrami un po’ di
rispetto.
Mi alzai e andai verso di lui, evitando i suoi occhi. Quando fui
abbastanza vicina, lui mi prese la mano sinistra e la portò sulle sue
labbra, baciandomi tra pollice ed indice. Quindi appoggiò la sua
sigaretta accesa proprio dove mi aveva baciata, e lì la tenne.
Fanculo, C! Urlai e cercai di togliere la mano, ma lui la stringeva
forte. L’odore della mia carne bruciata mi rivoltò lo stomaco, e per
un secondo pensai di vomitare su di lui, ma lo guardai invece negli
occhi in modo sprezzante.
Dopo circa un migliaio di anni, lui lasciò la mia mano. Guardò
me, poi Mercy ed infine guardò Vex. Ridacchiarono, e Vex annuì.
Beh, cosa state aspettando? Prendete le vostre cose e sparite dal
cazzo, disse Cyco gridando. E non tornate più indietro! Non tentare di ricontattarci, non contattate più nessuno di noi! Mai più!
Girl gang
13
Quando ci incroceremo non salutateci. Voi due siete morte per noi,
adesso. Ora siete sole, sporche orfane. E ora, FUORI!
Vex tenne la porta aperta.
Mercy ed io prendemmo le nostre cose, due valigie e due zainetti.
Uscimmo dalla porta, a testa alta.
Quella notte, ci rifugiammo in una casa del crack che era aperta
a chiunque fosse abbastanza coraggioso per entrarci. Era disgustosa;
vomitereste se vi raccontassi qualcosa. Dovemmo dormire a turno,
una di noi sempre sveglia, per essere sicure che nessun tossico si avvicinasse. Mi svegliai all’alba con Mercy che mi accarezzava i capelli.
Scusa. Ti stavo togliendo uno scarafaggio.
Mi rigirai e mi coprii le orecchie per non sentire la gente che
mugolava, saltava, sballava. Sentivo il materasso odorante di sangue
e merda, attraverso il sacco a pelo, e mi ripromisi che non sarebbe
mai più successo.
Il giorno dopo, insistetti per prendere una camera a Cambie. Avevamo circa mille dollari risparmiati con noi. Ne spendemmo cinquanta per due letti con coperte pulite, una scrivania, una lampada,
una cucina condivisa, un bagno e una lavanderia. Valeva ogni centesimo. Tutto profumava di ammoniaca, ed era splendido. Avevo solo
bisogno di un po’ di tempo. Per organizzare un piano.
Ashley Little
14
Mercy
Pensai che Mac fosse diventata completamente pazza quando mi
disse che voleva creare una nuova gang. Ma capii che era davvero
matta quando mi disse che la voleva di sole ragazze.
Così nessuno ci metterà più i piedi in testa, capisci? Non dovremo avere mai più a che fare con quelle fottute stronzate. Parlava
della mia due giorni come puttana per i Vipers, che, per la maggior
parte, avevo già cancellato dalla mia testa.
Ma chi ci proteggerà?
Ci proteggeremo da sole, come sempre. Diede due pacche sulla
sua giacca bitorzoluta, che nascondeva una nuova pistola.
Non so, Mac.
E parlerò a mio zio della possibilità che i Lucifer’s Choice possano
guardarci le spalle.
Ma, e se...
Cosa “e se’’? Eh? E se guadagnassimo veramente da tutto il nostro
lavoro? E se avessimo il rispetto? E se finissimo a guidare una Lexus
e a vivere in una villa sull’oceano? Cazzo, non lo so, Mercy. Almeno
ci avremo provato. Saremo noi i gangster, Merce, disse bisbigliando.
Io sarò il leader, e tu il mio braccio destro. Nessuno oserà tentare di
fotterci.
E come ci chiameremo?
Le Roses.
Le rose?
Che? Non ti piace?
Nah.
Roses, come le rose che nascono dall’asfalto. Sai, come ha scritto
Tupac.
Girl gang
15
Sì, sì, ho capito, ma è troppo femminile.
Mac accarezzò la sua Colt 45 e chiuse gli occhi. Spostò i suoi lisci
capelli dalla fronte, quindi tolse l’elastico che le stringeva la coda. Le
radici dei suoi capelli erano ricresciute, lasciando una corona castano
scura, contrastante con il resto dei capelli d’un biondo ossigenato,
secchi come erba morta. Le serviva un profondo trattamento. Si passò le mani tra i capelli alcune volte, quindi li raccolse ancora tutti e
li rimise in una stretta e perfetta coda.
Ok, come dovremmo chiamarci, allora? mi chiese.
Che ne dici di Black Roses?
Le rose nere. Lo disse ad alta voce, un paio di volte, con toni
differenti di voce, sballottando nella bocca la gomma da masticare.
Perfetto, ci può stare.
E così, in una piovosa giornata d’ottobre, le Black Roses erano
sbocciate.