duro attaco al lavoro, ai lavoratori e all`economia

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duro attaco al lavoro, ai lavoratori e all`economia
Coordinamento FLP
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DURO ATTACO AL LAVORO, AI
LAVORATORI E ALL’ECONOMIA
Cari COLLEGHI,
In allegato Vi trasmetto la nota del Presidente del Consiglio alla U.E. sull’ impegno del
Governo per affrontare la crisi.
La nota, che soddisfa certamente il Social Capitalismo Imperante nel Governo
europeo, non può soddisfare la massa popolare e sociale dei lavoratori italiani ai quali
è stato presentato un conto salato per una crisi derivante dalle speculazioni finanziarie
e bancarie. ( c’è troppo danaro liquido in poche mani!)
E’ inaccettabile che le soddisfazioni per il recupero dei mercati passi dall’innalzamento
dell’età pensionabile, indistinta tra uomo e donna, dal licenziamento facile,
dall’introduzione della mobilità forzata e della cassa Integrazione per i dipendenti
pubblici.
Queste misure, che sono inique e ingiuste, minano definitivamente lo stato sociale e
creeranno nuove masse di disoccupati e pochi posti a costo zero, tutto a beneficio
della solita classe padronale che non è certo la vera classe imprenditoriale.
L’equazione finale sarà ulteriori assistenze per le casse dello stato ( mobilità, cassa
integrazione e incentivi con sgravi ) e meno sviluppo economico.
Non si è ricercata una soluzione più equa e giusta e, soprattutto, di far finalmente
pagare tutta quella massa di evasori fiscali con una seria politica di ANTIEVASIONE;
non si mette mano alla riduzione dei costi inutili, quelli della politica per esempio, (non
solo l’abolizione delle provincie, legge che può essere fatta SUBITO anche senza
alcuna modifica della legge costituzionale) ma anche l’abolizione di taluni ministeri che
sono solo doppioni delle competenze regionali o addirittura inutili e dannosi; vendere i
terreni di proprietà dello Stato, incolti e abbandonati, agli agricoltori, agevolando i
giovani e le cooperative agricole (stima di 7 miliardi); assunzione al patrimonio statale
di tutte le Terre coltivabili incolte; una forte politica per la prima casa alle giovani
coppie, con l’assunzione da parte dello Stato dei terreni appositamente dichiarati
edificabili; apertura in breve tempo di cantieri per infrastrutture per il collegamento
del mezzogiorno d’ Italia con l’Europa (non può esiste solo la Roma - Milano – Venezia
– TORINO quale linea ferroviaria portante dell’ alta velocità. Con meno costi della
Milano – Lione, si potrebbe attrezzare la Lecce – Bologna o la Reggio – Napoli; il ritiro
delle truppe italiane da ogni scenario bellico; l’ abolizione dei vitalizi ai Parlamentari e
Consiglieri regionali e il limite massimo, deciso per legge, dei loro compensi.
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Liberalizzazione di ogni servizio, vendita delle azioni in possesso dello Stato. Questi
piccoli esempi sono stimati nell’ordine di centinaia di miliardi di euro e non sembra
difficile applicarli.
Cosa Fare?
Tocca a noi decidere quando dire basta. Dobbiamo interrogarci fino a quando
dobbiamo drogarci di spot governativi che la crisi è mondiale e possiamo ancora far
finta che comunque sia ci è andata bene.
Non è più il diritto che ci viene tolto, ma la possibilità di sopravvivenza della nostra
specie intesa come famiglia.
Eliminato il superfluo (già fatto), abbandono degli studi universitari ai nostri figli (a
presto), motorino in garage (da tempo), una lacrima guardando i nostri nipoti in
prospettiva del futuro (sciupata), appeso il muso ai colleghi per qualche centesimo in
più di fua, per un incarico, per un passaggio di fascia (bisogno), spesa al discount
(non prendono i buoni pasto), via il cinema, teatro o luoghi di cultura a pagamento,
abolite le settimane bianche (ormai è una vita che si va anche in bianco!), una mano
di passo al dentista (croste di pane da evitare), croccantini scadenti al cane e al gatto,
niente amici, passioni, hobby, pizza e birra, cosa ci rimane?
In questi giorni proviamo a ripeterci: ORA BASTA DEVO FARE QUALCOSA!
CHIESSA’ CHE ALLA FINE, FINALMENTE, CE NE CONVINCEREMO
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