Lavorazioni per deformazione plastica a caldo
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Lavorazioni per deformazione plastica a caldo
ITIS “G. Galilei” AREZZO TECNOLOGIE MECCANICHE DI PROCESSO E DI PRODOTTO LAVORAZIONI PER DEFORMAZIONE PLASTICA A CALDO DEI SEMILAVORATI CLASSE 3° MECCANICI Pagina 1 di 4 LAVORAZIONI PER DEFORMAZIONE PLASTICA A CALDO DEI SEMILAVORATI Le lavorazioni per deformazione plastica a caldo si eseguono su pezzi di grandi dimensioni occorre lavorare a caldo (temperatura di lavoro TL elevata rispetto a quella di fusione Tf; 2/3 Tf < TL < Tf) materiali pastosi elevata deformabilità si fanno grandi deformazioni. Le principali tecniche di lavorazione per deformazione plastica a caldo sono: • fucinatura libera • stampaggio FUCINATURA LIBERA Si ottengono pezzi semilavorati detti fucinati attraverso deformazioni libere progressive eseguite con adeguate forme ma non dentro a uno stampo (fig. 5.75 e 5.76 pag. 178). Caratteristiche della lavorazione • lavorazione a caldo buona plasticità del materiale che consente grandi deformazioni • lavorazione a freddo miglioramento delle caratteristiche geometriche del pezzo; miglioramento della struttura cristallina del materiale che diviene più omogenea e fine un maglio azione per urto • deformazione di compressione forza di compressione applicata da: una pressa azione per pressione a mano per pezzi di piccole dimensioni • pezzo libero movimentato dall’operatore con manipolatori meccanici per pezzi di grandi dimensioni Ciclo di lavorazione 1. taglio del massello 2. riscaldamento in forno 3. deformazione libera progressiva 4. eventuale ripresa a caldo e successiva deformazione 5. trattamento termico di ricottura di lavorabilità 6. finitura alle M.U. Caratteristiche dei fucinati • prodotti grezzi forme sbozzate per la successiva finitura • grandi dimensioni con grandi variazioni di dimensione si risparmia materiale rispetto a lavorare da pieno • produzione limitata non giustificata la realizzazione di uno stampo STAMPAGGIO Si ottengono pezzi semilavorati QUASI FINITI detti stampati attraverso una deformazione continua guidata eseguite dentro adeguate forme, dette stampi, che al loro interno hanno un’impronta che riproduce in negativo la forma da ottenere (fig. 5.77 e 5.78 pag. 178). Caratteristiche della lavorazione • lavorazione a caldo buona plasticità del materiale che consente grandi deformazioni e riduzione della forza necessaria per la deformazione • lavorazione a freddo solo le lavorazioni finali miglioramento della precisione dimensionale del pezzo; miglioramento della finitura superficiale un maglio azione per urto • deformazione progressiva di compressione forza di compressione applicata da: una pressa azione per pressione • pezzo di partenza spezzone metallico o massello per compressione assume la forma dell’impronta • pezzo con materiale più compatto e che mantiene la fibrosità originaria fibre deformate ma non interrotte migliorano le caratteristiche di resistenza (Fig. 5.79 pag. 179) Stampi (fig. da 5.80 a 5.83 pag. 179-180) Stampo = insieme di due o più matrici, detti semistampi, che portano al loro interno una impronta, cioè una cavità che ha la forma in negativo del pezzo che si vuole produrre. Di solito il semistampo inferiore sta fermo mentre il semistampo superiore scende a comprimere il massello. Caratteristiche comuni a tutti gli stampi • piano di divisione: è il piano che contiene la linea di massimo ingombro del pezzo e che divide lo stampo in due parti • angoli di sformo: tutte le superfici perpendicolari al piano di divisione devono presentare una piccola inclinazione per consentire al pezzo finito di poter essere estratto dallo stampo a fine deformazione (superfici perfettamente perpendicolari non possono essere estratte) • raccordi: gli spigoli vivi devono essere evitati; quindi tutti i bordi della cavità devono essere raccordati con ampio raggio riduzione del rischio di rottura; facilitato il riempimento di tutta la cavità ITIS “G. Galilei” AREZZO TECNOLOGIE MECCANICHE DI PROCESSO E DI PRODOTTO LAVORAZIONI PER DEFORMAZIONE PLASTICA A CALDO DEI SEMILAVORATI CLASSE 3° MECCANICI Pagina 2 di 4 • dimensioni: la cavità dello stampo deve avere dimensioni maggiori rispetto a quelle del pezzo finito perché si deve tenere in conto il ritiro dimensionale dovuto alla dilatazione termica • canale di bava: in corrispondenza del piano di divisione c’è una cavità continua che circonda all’esterno tutta la cavità; questo canale comunica con la camera scartabava che serve per accogliere l’eccesso di materiale, detto bava, che è necessario introdurre per assicurare il completo riempimento della cavità (il massello introdotto ha volume maggiore di quello del pezzo finito). Il canale di bava e la collegata camera scartabava hanno le seguenti funzioni: garantire il riempimento della forma raccogliere il materiale in eccesso (bava) consentire di espellere l’aria contenuta nella cavità ammortizzare gli urti fra il semistampo superiore e il semistampo inferiore Tipi di stampi e loro caratteristiche • stampi aperti: impiegati per pezzi di forma regolare per cui la divisione è in due parti uguali e simmetriche • stampi ad estrusione: • stampi semichiusi: • stampi chiusi: Materiali per stampi Caratteristiche dei materiali per stampi: • elevata durezza • buona tenacità a caldo • elevata resistenza ad usura e corrosione • buona resistenza a shock termici Materiali impiegati: • indeformabilità ottenuta con trattamento termico (T.T.) • buona resistenza al rinvenimento • buona lavorabilità dopo ricottura acciai speciali da utensili (Tab. 5.8 pag. 180) Scelta del materiale dipende da: ● • • • Ciclo di stampaggio Fase 1 – Riscaldamento Fase 2 – Sbozzatura Fase 3 – Stampaggio Fase 4 – Tranciatura forma e dimensioni dello stampo materiale da stampare numero di pezzi da produrre temperatura di stampaggio il massello viene posto in forno per aumentarne la temperatura fino a quella di lavoro, che dipende dal materiale che si deve lavorare, dalle caratteristiche del pezzo e dall’entità della deformazione (Tab. 5.9 pag. 181) si imprime al massello una forma più vicina possibile a quella del pezzo finito si esegue lo stampaggio dello sbozzato inserito fra due semistampi eliminazione delle bave presenti sul pezzo stampato, si chiama anche sbavatura Una volta finita l’operazione di stampaggio si passa all’eventuale T.T. e, se necessario, all’indurimento superficiale; a questi trattamenti segue una fase di finitura superficiale per ripristinare la precisione dimensionale dello stampo. MACCHINE PER FUCINATURA E PER STAMPAGGIO a semplice effetto (a incudine fissa) Magli a doppio effetto (a incudine mobile) a contraccolpo (a mazze mobili) Macchine per fucinatura e stampaggio meccaniche ad eccentrico o a ginocchiera Presse meccaniche a vite oleodinamiche Magli Caratteristiche: ● azione violenta e veloce (urto) e dinamica deformazione che non arriva al cuore del massello ma rimane in superficie con incrudimento superficiale del materiale • principio di funzionamento mazza-incudine una mazza pesante cade sul massello che è appoggiato sull’incudine • impiegati soprattutto in fucinatura libera sbozzati ottenuti con una rapida serie di colpi che deformano progressivamente il massello che viene spostato fra un colpo e l’altro • materiale del pezzo finito che presenta caratteristiche eterogenee fra esterno ed interno Maglio a semplice effetto (fig. 5.94 e 5.95 pag. 185) Architettura e funzionamento: - incudine fissa alle fondamenta - montanti laterali con guide - mazza guidata che cade per gravità 1 solo effetto - energia cinetica della mazza lavoro sul massello ITIS “G. Galilei” AREZZO TECNOLOGIE MECCANICHE DI PROCESSO E DI PRODOTTO LAVORAZIONI PER DEFORMAZIONE PLASTICA A CALDO DEI SEMILAVORATI Caratteristiche: CLASSE 3° MECCANICI Pagina 3 di 4 - pochi colpi al minuto scarsa produttività - incudine molto più grande della mazza fondamenta molto grosse per assorbire urti Maglio a doppio effetto (fig. 5.96 pag. 185) Architettura e funzionamento: - incudine fissa alle fondamenta - mazza guidata che cade per due motivi: 1 – gravità 1° effetto 2 – pressione idraulica o pneumatica sul pistone collegato alla mazza 2° effetto Caratteristiche: - maggiore velocità di discesa della mazza regolazione della portata del fluido sul pistone - maggiore pressione di lavoro regolazione della pressione del fluido sul pistone - maggiore numero di colpi al minuto aumento della produttività Maglio a contraccolpo (fig. 5.97 pag. 186) Architettura e funzionamento: - mazza inferiore al posto dell’incudine fissa - mazza inferiore guidata che sale verso l’alto - mazza superiore guidata che cade verso il basso - movimento delle mazze in sincronismo con nastri di acciaio e pulegge di rinvio delle mazze circa a metà corsa - movimentazione dovuta a pistone idraulico nella parte superiore del telaio Caratteristiche: incontro - movimento contrapposto delle mazze lavorazione in contemporanea su entrambe le facce del massello possibilità di inserire semistampi sulle mazze - massa della mazza inferiore molto minore di quello dell’incudine fissa a parità di lavoro eseguito peso macchina minore - mazza inferiore non collegata a terra drastica riduzione delle vibrazioni assorbite dalle fondamenta fondamenta più piccole - urto non assorbito dall’incudine miglior rendimento - maggiore produttività anche con stampi - posizionamento del pezzo al centro della macchina difficile - perdita di precisione nel tempo Presse Caratteristiche: ● azione lenta e statica deformazione continua progressiva che non arriva al cuore del massello • principio di funzionamento semistampo superiore che viene spinto con forza crescente verso il semistampo inferiore, che di solito sta fermo • impiegate soprattutto in stampaggio semilavorati ottenuti con una sola corsa del semistampo superiore, eventualmente in più passaggi per raggiungere la forma finale • materiale del pezzo finito che presenta caratteristiche omogenee fra esterno ed interno e grande fibrosità • vantaggi rispetto ai magli: - minore rumorosità - assenza di vibrazioni - fondamenta piccole - maggiore durata degli stampi Caratteristiche distintive di una pressa: • sforzo massimo esercitabile • dimensioni massime del prodotto • presenza di premi lamiera ITIS “G. Galilei” AREZZO TECNOLOGIE MECCANICHE DI PROCESSO E DI PRODOTTO LAVORAZIONI PER DEFORMAZIONE PLASTICA A CALDO DEI SEMILAVORATI CLASSE 3° MECCANICI Pagina 4 di 4 TIPOLOGIE DI PRESSE In base al sistema di funzionamento • • • • • In base alle operazioni da eseguire Per fucinare Per stampare Per imbutire Per tranciare Per piegare • • • In base al numero di pezzi mobili A semplice effetto solo punzone A doppio effetto punzone + premi lamiera A triplo effetto punzone + premi lamiera + estrattore Meccaniche Ad eccentrico A ginocchiera In base al tipo di telaio • • • A doppio montante Inclinabili Frontali A fluido A vite o a frizione Idrauliche Oleodinamiche Presse meccaniche Movimentazione da motore elettrico motore rotativo continuo occorrono dei meccanismi per trasformare il moto da rotatorio a rettilineo uniforme alternato meccanismi o cinematismi: - eccentrico - ginocchiera - vite e frizione Presse ad eccentrico (fig. 5.98, 5.99 e 5.100 pag. 187) • Slitta mobile è mossa da un eccentrico trasformazione in moto rettilineo alternato dell’energia cinetica accumulata in un volano che gira. • Slitta mobile guidata da guide solidali al telaio Presse a ginocchiera (fig. 5.101 e 5.102 pag. 187) • Movimentazione con motore elettrico collegato a meccanismo biella-manovella biella collegata a una leva della ginocchiera • Ginocchiera = meccanismo a leve molto rigido giochi ridotti; grande precisione • Elevata spinta di lavoro con piccole corse • Adatte per coniatura • Slitta mobile guidata da guide solidali al telaio Presse a vite o a frizione o a bilanciere (fig. 5.103 pag. 188) • Movimentazione da motore elettrico a volano energia cinetica di rotazione del volano rotazione vite trasformazione del moto in rettilineo • Due ruote di frizione calettate sull’albero del volano e dai lati opposti della vite che è in verticale inserendo una o l’altra ruota di frizione cambia il verso di rotazione della vite • Slitta mobile solidale alla vite che è accoppiata con una madrevite fissa al telaio cambia il verso di rotazione della vite salita e discesa della slitta mobile • Slitta mobile guidata da guide solidali al telaio Presse a fluido Principio di funzionamento (fig. 5.106 pag. 189) Il funzionamento è basato sul Principio di Pascal: la pressione in fluido è uguale in tutti i punti nei liquidi, che sono incomprimibili, significa che si ha pressione costante in tutto il liquido il liquido agisce su due stantuffi con superfici molto diverse piccola forza F1 sullo stantuffo motore di sezione S1 nasce nel liquido la pressione p = F1/S1 la stessa pressione agisce sotto allo stantuffo operatore che ha grande sezione S2 nasce la forza F2 = p • S2 che è molto più grande di quella applicata F1, infatti F2 = p • S2 = F1 • S2/S1 Vantaggi delle presse a fluido: • forza di spinta regolabile su tutta la corsa della slitta mobile • forze di spinta molto alte se si generano nel liquido pressioni molto elevate