Acqua: un mistero ancora da capire

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Acqua: un mistero ancora da capire
Acqua: un mistero ancora da capire
Al via il 12 Ottobre la settima edizione de "Le Connessioni Inattese":
Roberto Germano ci racconta il workshop di apertura dedicato all'acqua
La redazione - 30/09/2013
Ciao Roberto, è un piacere ritrovarti anche quest'anno per parlare dell'evento "Le Connessioni
Inattese": un'iniziativa culturale che abbiamo l'onore di supportare e divulgare, essendo una delle
poche iniziative in Italia veramente all'avanguardia sul fronte della divulgazione della scienza di
frontiera e di un sapere che si svincola da posizioni precostituite e preconfezionate.
Perché come evento di apertura de "Le Connessioni Inattese" quest'anno avete pensato a un
workshop?
Siamo giunti al 16° anno di vita dell’Associazione ALTANUR, ed al 7° anno de “Le Connessioni Inattese”,
e dopo aver stimolato inattese connessioni tra il Mito, il Sogno, la Realtà nel 2007, tra la Storia, la
Scienza, la Propaganda nel 2008, la Vita, la Forma, la Relazione nel 2009, tral’Uomo, il Tempo, la
Natura nel 2010, e poi tra la Frontiera, l’Ignoto e l’Eresia nel 2011, e l’anno scorso tra il Senso, la
Passione, la Teoria, abbiamo deciso di impostare l’evento di apertura di tutte le manifestazioni culturali
previste da ottobre 2013 a giugno 2014 in maniera diversa rispetto ad un convegno aperto al grande
pubblico, come un workshop a numero chiuso in cui i partecipanti possano interagire più
profondamente. Invece dei 200 partecipanti e più degli scorsi anni, questa volta saremo una cinquantina e
ciò permetterà un’interazione proficua e diretta tra i relatori e tutti i partecipanti, in un contesto immerso nella
natura. Il Workshop, infatti, si svolgerà tra sabato 12 e domenica 13 Ottobre 2013 presso la sede
dell’Associazione “L’IPERICO”, a Cerro al Volturno, da cui si domina una meravigliosa vallata, ai piedi di una
montagna dove vivono splendidi cavalli liberi, e al confine con un bosco ricco di querce, in una natura
ricchissima di acque, tra cui le sorgenti del fiume Volturno. La mattina della domenica tutti gli iscritti si
delizieranno della natura dei luoghi, con la passeggiata guidata al lago di Castel San Vincenzo, e con il
Laboratorio di Danza Sacra, accompagnati da arpa celtica, nel bosco di betulle, oltre a inediti eventi artistici
“inattesi”. Diversamente da ciò che abbiamo fatto sempre finora, abbiamo deciso che quest’anno non
registreremo gli interventi dei relatori.
Perché avete scelto di incentrarlo sull'acqua? Ci spieghi meglio il titolo dell'evento?
Quest’anno il titolo de LE CONNESSIONI INATTESE è “ACQUE, LINGUAGGI, HENOLOGIA”, e
sicuramente l’asse principale attorno a cui ruota l’evento è l’acqua, con tutte le sue eccezionali
caratteristiche – molte ancora da capire – che la rendono la base della vita. “Acque” e non “acqua”, perché
l’acqua liquida ha una dinamica interna, come ormai scientificamente dimostrato sia teoricamente sia
sperimentalmente, e quindi può assumere numerose “configurazioni” che danno origine a differenti proprietà
chimico-fisiche.
Il titolo che scegliamo per il convegno di apertura ha sempre in realtà una connotazione che si potrebbe
definire poetica: il termine “poesia” deriva infatti dal greco antico “ποιέω” = fare, creare; ed infatti, già con la
strutturazione del titolo, si è sempre inteso dare origine, nella consapevolezza dell’interlocutore, a
connessioni inattese tra dominii apparentemente scorrelati.
È il caso di dare una breve spiegazione per il termine non molto comune di “Henologia”. A parte
l’apparente richiamo alla ben più nota “Enologia”, la scienza dei vini, senza h iniziale, su cui fra di noi
abbiamo scherzato molto, con questo termine, che deriva dal greco antico Ἓν (hen) = uno e λόγος (logos) =
discorso, si intende lo studio dell’unità dell’essere. Per provare a sintetizzare, si può dire che mentre
l’Ontologia, o scienza dell’ente, studia l’essere senza una specifica attenzione alle profonde ed infinite
connessioni che collegano tutti gli esseri in un’unità, l’Henologia ritiene "l’essere isolato" un concetto
senza significato reale, proprio come evidenziato in termini scientifici dalla moderna elettrodinamica
quantistica. L’Henologia, dunque, cerca l’unità nell’apparente molteplicità cosi come schematizzata dai
nostri sensi limitati. Infatti, nella grafica de Le Connessioni Inattese di quest’anno abbiamo inserito
l’espressione: Ἓν καὶ Πᾶν - hen kai pan = UNO E TUTTO, o anche come si dice più spesso nei tempi
moderni: TUTTO È UNO, espressione che richiama evidentemente anche le visioni filosofiche di
Parmenide di Elea (l’attuale Velia), Giordano Bruno da Nola, e Baruch Spinoza.
Per fare un esempio dell’importanza della visione “henologica”, notiamo che le singole molecole di una
sostanza non hanno affatto le stesse identiche caratteristiche se sono nello stato gassoso, liquido o solido;
questa era soltanto una vecchia ipotesi semplificativa ormai superata dalla scienza moderna, così come non
è vero che il singolo individuo rimane sempre uguale a se stesso, senza alcuna modificazione in rapporto
alla società cui appartiene. Insomma, l’Universo è tutt’altro che un insieme di palline che si urtano, con
maggiore o minore forza, e non è quindi nella “forza” il segreto della vita, ma nella correlazione e
nella “sintonia”.
Riguardo al termine “Linguaggi”, che dire? Ciò che “connette” è sempre una forma di linguaggio… In
particolare, il linguaggio, il codice, che è alla base della biologia e quindi di tutta la materia vivente è fondato
profondamente sulle dinamiche complesse di cui è portatrice l’acqua liquida. I linguaggi, poi, hanno un’altra
importante caratteristica: “fare” senza necessità di energia; cioè, non “fanno” con l’energia, ma grazie alla
loro “forma”. Un banale esempio è quello delle onde elettromagnetiche della radio: l’energia trasportata
dall’onda elettromagnetica che viaggia nello spazio e che trasporta l’informazione a distanze anche molto
grandi, è bassissima. Un altro esempio potrebbe essere quello dello sterzo dell’automobile, le cui precise
sequenze di rotazioni e contro rotazioni determinano il percorso che compie l’auto, ma quanta energia serve
per
muovere
lo
sterzo
in
confronto
all’energia
che
serve
per
muovere
l’auto?
Quindi, “le connessioni inattese” tra questi concetti saranno messe in luce dai relatori del workshop, e grazie
all’interazione multidisciplinare e multiculturale fra i partecipanti ci auspichiamo di fare un passo avanti nel
delineare un nuovo paradigma sull’importanza dell’autorganizzazione della materia vivente che è al
90% composta da molecole d’acqua!
A chi è rivolto il workshop?
Qualunque persona che abbia la curiosità di comprendere le novità che cambieranno nel prossimo futuro la
nostra visione sull’acqua, dando origine a nuove tecnologie totalmente ecologiche e naturali, è l’interlocutore
ideale. Non si tratta certo di un evento per gli “addetti ai lavori”, come le molte centinaia di partecipanti alle
sei precedenti edizioni de Le Connessioni Inattese sanno benissimo, ma di un’eccitante crogiolo in cui
realizzare insieme le moderne trasmutazioni: quelle della Cultura, grazie all’interazione e all’integrazione tra
le diverse conoscenze, con particolare attenzione al benessere e alla creatività. Infatti proprio da ciò ha
origine il nome dell’Associazione ALTANUR, cioè dall’arabo al-tannur, appunto “il forno”, che nel latino del
medioevo è diventato “Athanor”, il crogiolo degli alchimisti.
Qual è la visione della realtà che volete emerga da questo evento?
Non è certo una visione precostituita della realtà quella che vogliamo far emergere; come potrebbe essere
altrimenti per un evento che si chiama proprio “Le Connessioni Inattese”? Il nostro obiettivo principale si
ricollega a ciò che, più di un secolo fa – quando il contesto era di certo non così degenerato come quello
attuale – scriveva Jules-Henri Poincaré (1854 – 1921) in “Science et mèthode” (1909): “Via via che la
scienza si sviluppa, diventa sempre più difficile averne una visione complessiva; si cerca allora di dividerla in
tanti pezzi e di accontentarsi di un pezzo solo; in una parola ci si specializza. Continuare in questa direzione
sarebbe di grave ostacolo ai progressi della scienza. Lo abbiamo detto: sono le connessioni inattese fra
diversi domini scientifici che rendono possibili tali progressi.”