Seconda Parte
Transcript
Seconda Parte
L’AUTO ELETTRICA E IL PROGETTO “OPTUM”: LUCI E OMBRE DELLA NUOVA MOBILITÀ Anna De Ioris 36 EIDOS 2 2012 (SECONDA PARTE, SEGUE DA EIDOS 1-2012) i stima che nel 2030 la mobilità elettrica determini un fabbisogno di energia elettrica supplementare pari a 11 TWh, corrispondente a circa il 2% del consumo corrente totale di energia elettrica del Paese. Nel valutare il potenziale dei veicoli elettrici per ridurre l’impatto ambientale, il fattore chiave è il momento del giorno in cui vengono caricati. I consumi di corrente per trazione dipendono dall’energia prodotta da differenti fonti di emissioni di CO2 connesse alla produzione di energia elettrica. L’analisi della domanda di elettricità, secondo i diversi momenti della giornata, dimostra che se molti veicoli elettrici si ricaricano allo stesso tempo - per esempio la sera dopo l’ultimo spostamento del giorno - questo può causare sfavorevoli picchi addizionali nei momenti in cui la domanda è già elevata. Per questa ragione, i ricercatori dell’Oeko-Institut (vedi Eidos n.1) ritengono necessaria la gestione del carico o load management (LM) per monitorare il caricamento delle batterie. Al fine di evitare picchi di domanda elevata, la gestione del carico può spostare la ricarica della batteria in momenti della giornata più convenienti: quando la domanda di elettricità è più bassa oppure quando la produzione di energia elettrica da eolico (ad esempio) è più elevata. «La gestione del carico garantisce l’integrazione dei veicoli elettrici nel mercato dell’energia e la gestione dell’eccedenza di energia da eolico e da solare in alcune situazioni», spiega Charlotte Loreck, ricercatore dell’istituto tedesco che aggiunge: «Il fattore decisivo per la compatibilità ambientale è che la capacità addizionale dell’energia da rinnovabili sia stabilita». Quindi, appurato che a seconda del momento della giornata esiste una situazione di domanda-offerta diversa per la ricarica, vengono chiamati in ausilio altri impianti per coprire il consumo supplementare. La struttura temporale della domanda, dunque, è cruciale per l’uso della centrale di produzione di energia elettrica. Per analizzare l’impatto ambientale causato dai veicoli elettrici l’Oeko-Institut ha indirizzato lo studio verso due scenari. Il primo considerando la presenza di mobilità elettrica e un secondo scenario senza mobilità elettrica al 2020 e al 2030. Lo scenario con mobilità elettrica considera anche l’introduzione “con gestione del carico” e “senza gestione del carico”. Inoltre, nel caso di mobilità elettrica senza ulteriore energia rinnovabile la generazione supplementare di energia elettrica nell’anno 2020 consiste principalmente nell’ulteriore aggiunta di carbone nell’anno 2020 e nel 2030 la generazione di energia elettrica supplementare è dominata dal carbone e dal gas naturale. L’analisi dimostra che senza gestione del carico per effetto del caricamento simultaneo di molti veicoli si verificano picchi di carico elevati e, quindi, per soddisfare la domanda di energia si ricorre all’uso di riserve più costose o anche alle importazioni di elettricità (vedi figura 6, in rosso). Per evitare il picco di tale domanda, è necessaria una gestione ottimizzata del carico che in un sistema di reti integrate intelligenti - Smart Grid - può essere risolta. La gestione del carico consente di avere un basso costo di produzione di energia in surplus. In uno scenario senza gestione del carico (LM) l’introduzione dei vei- S SMART CITY Figura 5. Uso della centrale elettrica in una risoluzione oraria per una settimana selezionata di ottobre nell'anno 2030, extra - scenario mobilità elettrica senza gestione del carico. Fonte: Berechnungen OPTUM Figura 6. Uso della centrale elettrica in una risoluzione oraria per una settimana selezionata di ottobre dell’anno 2030, extra - mobilità elettrica con gestione del carico. Fonte: Berechnungen OPTUM coli elettrici nel parco auto determina così un aumento della produzione di elettricità supplementare in particolare nelle centrali a carbone (vedi arancione nelle aree contrassegnate nelle figure 5 e 6). L’energia rinnovabile è ovviamente a un prezzo migliore ma, così come attualmente sono stati predisposti gli impianti, la quota da RES (Renewable Energy Sources) è già impiegata per soddisfare la domanda di energia elettrica al di fuori dello scenario senza mobilità elettrica. Così come l’energia da nucleare fino al 2020. Stimando una crescente realizzazione delle Smart Grid, la gestione del carico aumenterà così come crescerà la quota di energia elettrica rinnovabile - dal 5% al 19% all’anno 2030 - che potrà essere gestita. Se aumenta la gestione del carico aumenta anche la quota di rinnovabile, ammesso che ci sia un surplus utilizzabile, come anche le emissioni di CO2 aumentano con l’aumentare di produzione di energia elettrica da centrali convenzionali nello scenario senza gestione del carico ed energia da RES. Ed è il fattore di emissione, in quest’ultimo scenario, a “guidare la corrente” perché il quantitativo di emissioni si stima sia poco meno di 900 g/kWh nel gennaio 2020 e EIDOS 2 2012 37 Figura 7: Le emissioni di CO2 della flotta auto senza mobilità elettrica e nello scenario della mobilità elettrica con l’opzioni di generazione di alimentazione differente. Fonte: Berechnungen OPTUM circa 700 g/kWh nel 2030, ben al di sopra del fattore di emissione medio della produzione totale di energia elettrica con 520 g/kWh nel 2020 e 490 g / kWh nel gennaio 2030. L’ulteriore utilizzo dei veicoli elettrici fa aumentare l’intensità di emissione media. La corrente di trazione è rinnovabile in tutte le varianti con gestione di carico e con immissione di energia rinnovabile in quanto la produzione di energia pulita viene destinata alla sostituzione di porzioni di energia da fonti convenzionali per diminuire l’emissione del quantitativo di CO2 in atmosfera, ma anche per essere trasformata in corrente di trazione. Quindi, i surplus di energia vengono catturati con la gestione del carico ma, per non far aumentare la quota del fattore di emissione, la differenza di rinnovabile da produrre deve essere necessariamente uguale al consumo da veicoli elettrici. Infatti, la mobilità elettrica con una domanda di energia annuale di circa 11 TWh è ancora relativamente bassa nel 2030 rispetto al consumo totale di energia netta di 593 TWh. Pertanto, dal punto di vista del sistema energetico, il contributo dell’elettromobilità in combinazione con la gestione del carico per l’integrazione delle energie rinnovabili, nel tempo considerato, può essere gestito sinergicamente. La quantità di elettricità supplementare prodotta da fonti rinnovabili in un anno deve corrispondere alla quantità di elettricità utilizzata dai veicoli elettrici. Tuttavia, questo non significa che i veicoli elettrici debbano essere alimentati direttamente con elettricità da fonti energetiche rinnovabili. «Le batterie del veicolo verranno caricate quando l’energia eolica è bassa», dice Loreck, «ma l’ulteriore energia rinnovabile sostituisce generazione di energia convenzionale in altre ore del giorno. Quello che è importante in termini di emissioni di CO2 è la produzione aggiuntiva di energia rinnovabile in generale». Risultati dell’equilibrio di CO2 nel contesto della flotta automobilistica tedesca Gli effetti della mobilità elettrica nel contesto totale delle automobili tedesche CO2 scaturiscono da un’analisi dello sviluppo del mercato della mobilità elettrica che prende in considerazione il futuro sviluppo dell’efficienza delle autovetture entro il 2030, valutando l’intensità di carbonio emesso dall’approvvigionamento energetico sia nel caso di carburanti convenzionali, sia nel caso di veicoli elettrici. La base del corrispettivo è il confronto tra uno sviluppo del parco auto senza mobilità elet38 EIDOS 2 2012 trica e lo scenario di mobilità elettrica che include veicoli ibridi plug-in ed elettrici a batteria che sostituiscono gradualmente le autovetture più convenzionali, diesel e benzina. Nello scenario della mobilità elettrica, che prevede la sostituzione di automobili convenzionali nei rispettivi segmenti con circa 537.000 veicoli elettrici (64.000 BEV / 473.000 PHEV) nel 2020 e circa 5,8 milioni di veicoli (BEV 780.000 / 5.080.000 PHEV) nel 2030, si considerano due opzioni nella valutazione dell’impatto ambientale della CO2 totale dello stock di auto. Oltre allo scenario senza mobilità elettrica è considerato anche l’effetto dello scenario di mobilità elettrica con due varianti: il caso in cui è prevista un’ulteriore espansione delle energie rinnovabili (ad esempio del vento) e quello in cui, pur considerando uno sviluppo della flotta auto elettrica, non si prevede una corrispondente estensione d’impianti di energia rinnovabile. In questo contesto va detto ancora che l’intensità di CO2 di unità corrente stimata si riferisce rispettivamente alla generazione di energia elettrica supplementare per i veicoli elettrici e rappresenta non le emissioni medie totali di energia elettrica ma quelle relative al caso specifico in esame. Come mostra il risultato del calcolo delle emissioni illustrato nella figura 8, la mobilità elettrica avvalendosi della generazione di energia rinnovabile contribuisce alla riduzione della CO2 solo nel caso in cui contestualmente si ottiene un’ulteriore espansione della capacità produttiva da RES. Senza ulteriore generazione di energia pulita aumenta il totale delle emissioni CO2 superando le emissioni che si generano nello scenario di riferimento senza mobilità elettrica. Senza espansione ulteriore di energia rinnovabile, le emissioni totali nell’anno 2030 aumenterebbero di 3,1 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a 3,6%. Nel caso di un’ulteriore espansione dei sistemi di energia rinnovabile, le emissioni totali della flotta auto, a fronte di una maggiore immissione dei veicoli elettrici sul mercato, farebbero risparmiare 0,6 milioni di tonnellate di CO2 al 2020 e 5,2 milioni di tonnellate CO2 al 2030. Questo significa una riduzione delle emissioni di CO2 della flotta auto in Germania dello 0,6% rispetto a uno scenario senza veicoli elettrici nel 2020 e del 6,0% nel 2030. Dall’analisi effettuata si possono trarre, quindi, le seguenti conclusioni: • la gestione del carico è fondamentalmente utile per evitare picchi di carico del sistema; • la gestione del carico aumenta la quota di energia rinnovabile nella corrente di trazione, se ci sono delle eccedenze di energia rinnovabile utilizzabili, finora non integrabili; • senza investimenti aggiuntivi in energie rinnovabili e in gestione di carico, aumenta non solo la quota di energia rinnovabile nella corrente di trazione, ma anche il fattore di emissione CO2 da energia elettrica proveniente dalle centrali elettriche convenzionali; lo sviluppo di capacità aggiuntiva rinnovabile è un fattore • centrale per i benefici del clima, di pari passo con l’aumento dei veicoli elettrici: l’espansione delle energie rinnovabili e l’applicazione della gestione del carico di “trazione”, inoltre, rispetto allo scenario di base è completamente rinnovabile. I fattori di emissione di CO2 derivanti da produzione di energia elettrica supplementare sono prossimi allo zero. Il contributo della mobilità elettrica deve essere sviluppato con l’integrazione delle energie rinnovabili. Inoltre, la mobilità elettrica deve essere considerata in combinazione anche con un comportamento intelligente del consumatore e con un ampliamento della rete elettrica.