da pag. 25 a pag. 32
Transcript
da pag. 25 a pag. 32
Nuove Tecnologie New tecnology Cosciotto di lepre di Marco Fattorel farcito alla zucca, funghi giallini e salsa all’uva fragola Hare thigh stuffed with pumpkin, chanterelles and fox grape sauce Ingredienti (per 4 porzioni): n° 4 cosciotti di lepre 100 g retina di maiale 300 g di zucca Kg 15 uva fragola 100 g cipolla 100 g carota 100 g sedano 250 g funghi giallini aglio olio d’oliva extravergine burro Ingredients (serves 4): 4 hare thighs 300 g pumpkin Kg 15 fox grape 100 g onion 100 g celery 250 g chanterelle mushrooms garlic extra virgin olive oil butter Cosciotto di lepre - Hare thigh Disossare i cosciotti togliendo solo l’osso più grande. Riempirle con la farcia alla zucca e avvolgere le cosce con della retina di maiale. Cuocere in forno. Disossare i cosciotti togliendo solo l’osso più grande. Riempirle con la farcia alla zucca e avvolgere le cosce con della retina di maiale. Far rosolare in padella o in forno le cosce e raffreddarle in abbattitore. Una volta fredde confezionarle sottovuoto e cuocerle in forno a vapore a 82°, temp. al cuore 68°. A fine cottura raffreddare in abbattitore. (volendo possiamo cuocere il cosciotto aggiungendo del vino cotto alla fragola quando lo confezioniamo sottovuoto). Bone the thigh, removing only the largest Bone the thigh, removing only the largest bone. Fill with the bone. Fill with the pumpkin filling and wrap pumpkin filling and wrap the thighs in pork caul fat. Brown the thighs in pork caul fat. Roast in oven. in the pan or oven and cool in the blast chiller. Once cold, vacuum pack and cook in steam oven at 82 °C to a core temp. of 68 °C. Once cooked, blast chill (if preferred, the thigh may also be cooked together with cooked fox grape must, added to the vacuum pack). Ripieno cosciotto Thigh stuffing Lavare e tagliare la zucca e privarla della scorza. Cuocerla in forno a 165°. Raffreddare in abbattitore fino a + 3 ° al cuore. Wash, cut and peel the pumpkin. Roast at 165 °C. Blast chill to a core temperature of +3 °C. Confezionarla sottovuoto con i sacchetti appositi e cuocerla a 95° vapore fino a cottura. Raffreddare in abbattitore a +3°. Una volta raffreddato frullare la polpa e successivamente metterla in recipiente e fargli fare il vuoto alcune volte per privarla dell’aria che gli abbiamo fatto incorporare quando l’abbiamo frullata; con questo sistema avremo una farcia compatta. Vacuum pack the pumpkin in appropriate vacuum bags and steam at 95 °C until cooked. Blast chill to +3 °C. Once cold, blend the flesh then transfer to vacuum containers and perform a few vacuum cycles to remove any air introduced by blending. This gives a more compact stuffing. Sottovuoto VP 45, La Felsinea Lavare e tagliare la zucca e privarla della scorza, tagliarla a pezzi. Cuocerla in microonde alla massima potenza. Finito di cuocere abbattere a + 3°. Con questo sistema possiamo accelerare la perdita d’acqua della zucca per evaporazione durante la cottura. Wash, cut and peel the pumpkin and cut into pieces. Cook in microwave at full power. Once cooked, blast chill to +3 °C. This accelerates the evaporation of water from the pumpkin during cooking. Vino cotto all’uva fragola - Cooked fox grape must Sgranare l’uva e spremerla in modo da far uscire il succo. Far bollire il succo fino a ridurlo a metà. Raffreddare in abbattitore a +3. Separate grapes from bunch and press to squeeze out the juice. Boil juice until reduced by half. Blast chill to +3 °C. Sgranare l’uva e spremerla in modo da far uscire il succo. Farla ridurre in microonde a massima potenza fino a metà. Raffreddare in abbattitore a +3. Separate grapes from bunch and press to squeeze out the juice. Heat in microwave at full power until reduced by half. Blast chill to +3 °C. Funghi giallini - Chanterelle mushrooms Mondare e lavare i funghi e saltarli in padella con dell’aglio ed olio d’oliva. Raffreddare in abbattitore Wipe clean and rinse the mushrooms, then sauté in a pan with garlic and olive oil. Cool in blast chiller. Forno microonde Panasonic NE C1475 Mondare e lavare i funghi. Metterli in una placca smaltata, aggiungere olio d’oliva, l’aglio e cuocere in forno a 250° in combinazione per 5 minuti. Raffreddare in abbattitore. Wipe clean and rinse the mushrooms. Place on an enamelled oven tray, add olive oil and garlic and roast in the combination oven at 250 °C for 5 minutes. Cool in blast chiller. Salsa all’uva fragola - Fox grape sauce Quando iniziamo la cottura delle cosce aggiungiamo le ossa delle medesime ed una mirepoix di verdure. A fine cottura tiriamo il tutto come un normale fondo di cottura aggiungendo un po’ di vino cotto alla fragola. Roast thighs together with their bones and a Mirepoix of vegetables. Once cooked, reduce the cooking liquor as normal, adding a little cooked fox grape must. Facciamo un fondo con le ossa delle cosce e una mirepoix. Procediamo come un normale fondo e aggiungiamo del vino cotto all’uva fragola. Prepare a gravy sauce with the thigh bones and a Mirepoix. Make the sauce as normal, adding the fox grape must. Abbattitore Cervino 14T, Sirman 26 27 Giovani Ristoratori Europei A cura di Marco Bistarelli Presidente 'Jeunes Restaurateures d'Europe' ITALIA e Anna Maria Bistarelli Segretaria Nazionale 'Jeunes Restaurateures d'Europe' ITALIA Young European Restaurateurs Tre proposte ricche di sapore Tortelli di germano brasato con sugo di sedano verde, guanciale e lenticchie 1 Ristorante I Castagni Chef Enrico Gerli Via Ottobiano, 8/20 Vigevano (PV) Tel. 0381.42860 28 Per la pasta dei ravioli: 350 g di farina (200 g di semola e 150g di farina 00); 50 g di cacao amaro; 4 uova intere; 1 cucchiaio d’olio. Per il ripieno: 1 germano già pulito a cui sono state staccate le cosce; 1 spicchio d’aglio; 2 foglie di alloro; 100 g di trito di verdure (1 cipolla, 2 gambi di sedano, 2 carote, qualche gambo di prezzemolo); 1cucchiaio abbondante di concentrato di pomodoro; 1 bicchiere di vino rosso di corpo; 2 cucchiai di olio extra vergine; brodo fatto con le carcasse di anitra e le ali; 1 uovo; 30 g di parmigiano grattugiato; sale, pepe e noce moscata. Per il sugo: 100 g di sedano verde con le foglie; 1 scalogno; olio extra vergine; 1 cucchiaino di maizena; 50 g di lenticchie secche di Castelluccio ammollate in acqua per almeno 6 ore; 100 g di guanciale di maiale leggermente affumicato; 1 cucchiaio di trito di verdure (cipolla, carota e sedano); sale e pepe. Per la preparazione della pasta: impastare tutti gli ingredienti in modo classico a mano e fare riposare l’impasto in una pellicola in un luogo fresco. Per il ripieno: con la carcassa e le ali del germano fare un brodo classico con le verdure. Scaldare a parte l’olio extra vergine in una casseruola a fondo pesante aggiungendo l’alloro e l’aglio in camicia; a fuoco vivace rosolare le cosce da entrambe le parti, quindi aggiungere le verdure tritate, fare insaporire, bagnare con il vino rosso, lasciare evaporare, aggiungere il concentrato di pomodoro, salare, coprire con brodo caldo fino a metà la carne e stufare molto lentamente con il coperchio per circa un’ora, controllando ogni tanto che la carne non si attacchi al fondo. Quando le cosce saranno ben cotte ed il liquido di cottura consumato quasi del tutto, estrarre le cosce e dopo averle lasciate raffreddare, passarle al tritacarne con il fondo di cottura avendo cura di togliere l’alloro. Insaporire il ripieno con una manciata di parmigiano, noce moscata, pepe ed un uovo, quindi stendere la pasta in una sfoglia molto sottile e confezionare con il ripieno dei tortelli di media grandezza conservandoli in luogo fresco. Per il sugo: far bollire in abbondante acqua salata il sedano tagliato a pezzi di medie dimensioni mantenendolo al dente e raffreddarlo in acqua e ghiaccio; soffriggere lo scalogno in un po’ di olio extra vergine, bagnare con un po’ dell’acqua di cottura del sedano, aggiungere il sedano, saltare in una padella abbastanza velocemente, regolare di sapore con eventuale sale, quindi frullare aggiungendo un cucchiaino di maizena ed un po’ di ghiaccio. Per le lenticchie: cuocere le lenticchie in una pentola di acqua fredda poco salata con uno spicchio d’aglio e qualche foglia di alloro, portandole dolcemente ad ebollizione e mantenendo una cottura al dente. In una padella di rame scaldare un po’ di olio extra vergine con il trito di verdure, quando queste saranno leggermente appassite aggiungere il guanciale tagliato a striscioline e lasciare che questo diventi trasparente, a questo punto aggiungere le lenticchie, salare e pepare e cucinare brevemente. Bollire i tortelli nell’acqua del sedano, scolarli nella padella del sugo di lenticchie e farli saltare scaldando contemporaneamente l’emulsione di sedano verde. Velare con questa il fondo di un piatto piano, appoggiarvi sopra i tortelli con il loro sugo e completare spolverando eventualmente con scaglie di tartufo nero. Three deliciously rich recipes Tortelli filled with braised mallard with a green celery sauce, pork cheek and lentils Pasta dough for the ravioli: 350 g flour (200 g durum wheat semolina and 150 g type ‘00’ soft flour); 50 g bitter cocoa; 4 whole eggs; 1 tablespoon oil. For the filling: 1 cleaned mallard, thighs removed; 1 clove garlic; 2 bay leaves; 100 g finely chopped brunoise (1 onion, 2 stalks celery, 2 carrots and a few stalks of parsley); 1 heaped tablespoon tomato concentrate; 1 glass full bodied red wine; 2 tablespoons extra virgin olive oil; stock made from the duck carcass and wings; 1 egg; 30 g grated Parmesan; salt, pepper and nutmeg. For the sauce: 100 g green celery with leaves; 1 shallot; extra virgin olive oil; 1 teaspoon corn starch; 50 g dried Castelluccio lentils, soaked for at least 6 hours; 100 g lightly smoked pork cheek; 1 tablespoon finely chopped brunoise (onion, carrot and celery); salt and pepper To make the pasta: Mix and knead all the ingredients together, then wrap the dough in cling film and set aside to rest in a cool place. For the filling: make a standard stock with the mallard carcass, its wings and some vegetables. Aside, heat the extra virgin olive oil in a deep saucepan and add the bay leaf and the whole unpeeled garlic clove. Brown the thighs on both sides, then add the brunoise and allow the vegetables to soften. Add red wine, evaporate off, add tomato concentrate, season with salt, add broth to cover half the meat, cover and simmer on a very low flame for approximately an hour, checking every now and again that the meat is not sticking. When the thighs are well cooked and the cooking liquor has almost completely evaporated, remove the thighs, set aside to cool then pass through the meat mincer together with the cooking liquor, after having removed the bay leaf. Season the filling with a handful of Parmesan, nutmeg and pepper and add one egg. Roll out the pasta dough very thinly, then make medium sized ravioli and set aside in a cool place. For the sauce: Cut the celery into medium sized pieces and boil in plenty of salted water. While still crunchy, drain and chill in iced water. Sautee the shallot in a little extra virgin olive oil, add a little of the cooking water from the celery and the celery itself, toss quickly in the pan, season with salt if necessary, then blend with a teaspoon of corn starch and a little ice. For the lentils: Place lentils in lightly salted cold water with a clove of garlic and a few bay leaves, then bring slowly to the boil. Remove from heat before the lentils lose their consistency. Heat a little olive oil in a copper saucepan with the brunoise. Once the vegetables are slightly softened, add the pork cheek, cut into narrow strips, and sautee until transparent, then add the lentils, season with salt and pepper and continue cooking briefly. Boil the tortelli in the cooking water of the celery, drain and tip into the lentil sauce, then toss in the pan while heating up the green celery emulsion. Sauce the centre of a shallow plate with the emulsion, place the tortelli with the sauce on top then garnish, if desired, with shavings of black truffle. Ravioli filled with pheasant with leeks and black truffle 2 Ravioli di fagiano con porri e tartufo nero Per la pasta verde: 3 uova; 1 giallo; 100 g di spinaci cotti e strizzati; 500 g di farina. Per la farcia: 1 fagiano possibilmente femmina; 1/2 cipolla; 1 spicchio d’aglio; 3 grani di pepe nero; 1 foglia di alloro; 3 cucchiai di burro chiarificato; 1 michetta di pane vecchio; 1 dl di panna; 20 g di tartufo nero; 1 porro; 30 g di farina 00. Disossare il fagiano e tagliarlo a pezzetti, tenendo una coscia intera che servirà per il ragù. Prendere le ossa e coprirle con acqua fredda ricavandone un brodo senza verdura (1 ora). Mettere a scaldare il burro chiarificato in una casseruola, farvi appassire la cipolla, l’aglio schiacciato e il pepe, unirvi il fagiano, salare quanto basta, aggiungere il brodo cuocere a fuoco lentissimo. Quando tutto il brodo sarà evaporato, aggiungere il pane e passare al tritacarne, ammorbidire con la panna mescolando bene. Prendere la restante coscia e tagliarla a cubetti di circa 1 cm, rosolare in padella con il restante burro chiarificato, deglassare con 2 mestolini di brodo di fagiano. Per i ravioli: tirare la pasta sottile, facendone una striscia lunga 30 cm e larga 10. Appoggiare un cucchiaio di ripieno ogni 5 cm, chiudere, sigillare bene e tagliarli con uno stampino tondo. Cuocerli in abbondante acqua salata per 3 minuti circa, saltarli nella padella con il ragù ultimando la cottura, stenderli sul piatto affettandovi sopra il tartufo nero e il porro tagliato fine e fritto a 90° in olio di semi. Petto di anatra selvatica con funghi porcini marinati, croccante di foie gras e composto di ciliegie Ingredienti (per 4 persone): 2 petti di anatra selvatica; 300 g di sale grosso; 10 g di pepe rosa; 5 g di pepe bianco in grano; 5 g di zucchero semolato; trucioli per affumicare; 200 g di funghi porcini freschi; 40 g di scalogno tritato; 1 spicchio d’aglio; prezzemolo tritato qb; olio extra virgine di oliva qb; 6 foglie di pasta fillo; 50 g di burro fuso; 120 g di foie gras d’anatra crudo; sale, pepe qb; 100 gr di composto di ciliegie con 3 cl di aceto di Barolo. Prendere i due petti di anatra e ricoprirle della miscela di sale grosso, i due tipi di pepe e lo zucchero. Lasciare a marinare 1/2 giornata. Togliere la miscela e lavarli sotto l’acqua per circa 10 minuti. Preparare i trucioli, accendere il fuoco, adagiare i petti su una griglia e affumicare a fumo medio caldo con un coperchio per circa 30 minuti fino a raggiungere una cottura a medio sangue. Toglierli e far riposare. Lavare i funghi, tagliarli e farli saltare con lo scalogno e l’aglio in camicia. Infine aggiungere il sale, il pepe, il prezzemolo e l’olio extra vergine di oliva. Tagliare la pasta fillo in strisce larghe 5 cm e lunghe 20 cm. Spennellare con il burro fuso e fare due strati. Disporre dei cubetti di foie gras conditi con sale e pepe. Fare dei triangoli e cuocerli in forno a 170° fino a colorazione. Prendere il composto di ciliegie e allungarlo con l’aceto di Barolo. Affettare il petto di anatra e posizionarlo al centro del piatto, disporre i funghi porcini accanto e infine i croccanti. Finire il piatto con un cucchiaio di composto di ciliegie e decorare con delle erbe aromatiche e dell’aceto balsamico. For the spinach pasta: 3 whole eggs; 1 yolk; 100 g boiled, squeezed spinach; 500 g flour. For the filling: 1 pheasant, preferably a hen; ½ onion; 1 clove garlic; 3 black peppercorns; 1 bay leaf; 3 tablespoons clarified butter; 1 stale bread roll; 100 ml cream; 20 g black truffle; 1 leek; 30 g type ‘00’ soft flour. Bone the pheasant and cut into pieces, keeping aside one whole thigh, which will be used to make the ragout. Cover the bones with cold water and cook for one hour to make a stock with no vegetables. Heat the clarified butter in a saucepan, soften the onions with the crushed garlic and pepper, add the pheasant, season with salt, add the stock and simmer on a very low heat. When all the stock has evaporated off, add the bread and pass through the meat mincer. Soften with cream and mix well. Cut the remaining thigh into approximately 1 cm dices, sautee in a pan with the rest of the clarified butter and deglaze with two ladles of the pheasant stock. For the ravioli: Roll the pasta dough very thinly into a strip 30 cm long and 10 cm wide. Place a tablespoon of filling every 5 cm, fold over, seal well and cut out the ravioli with a small round dough cutter. Boil in plenty of salted water for about 3 minutes and toss in a saucepan with the ragout to complete cooking, then arrange on the plate, topped with thinly sliced truffle and leek, sliced finely and fried at 90 °C in seed oil. Wild duck breast with marinated cep mushrooms served with a foie gras crisp and a cherry compote Ingredients (serves 4): 2 wild duck breasts; 300 g coarse salt; 10 g pink peppercorns; 5 g white peppercorns; 5 g granulated sugar; wood chips for smoking; 200 g fresh cep mushrooms; 40g finely chopped shallot; 1 clove garlic; finely chopped parsley as required; extra virgin olive oil as required; 6 sheets of phyllo pastry; 50 g melted butter; 120 g raw duck foie gras; salt and pepper to taste; 100 g cherry compote with 30 ml Barolo wine vinegar Take the two duck breasts and coat them with the mixture made with coarse salt, the two types of pepper and the sugar. Set aside to marinate for ½ day. Remove the mixture and wash the breasts under running water for about 10 minutes. Prepare the wood chips, light the fire, place the breasts on the grill and smoke with a medium hot smoke and covered for about 30 minutes until medium rare. Remove and set aside to rest. Wash the mushrooms and sautee with the shallot and the whole unpeeled garlic clove. Add salt, pepper, parsley and the extra virgin olive oil. Cut the phyllo pastry into strips 5 cm wide and 20 cm long. Brush with melted butter and lay two sheets together to form double layers. Place dices of foie gras, seasoned with salt and pepper, on the pastry. Fold into triangle shaped parcels and bake at 170 °C until golden brown. Dilute the cherry compote with the Barolo wine vinegar. Slice the duck breast and place at the centre of the plate, lay the cep mushrooms next to the meat and, lastly, the crisps. Dress the dish with a spoon of cherry compote and garnish with herbs and balsamic vinegar. 2 Ristorante Parizzi Chef Marco Parizzi via Repubblica, 71 Parma Tel. 0521.285952 3 Ristorante Delle Antiche Contrade Chef Lanteri Marc via Savigliano, 12 Cuneo Tel. 0171.690429 3 29 Wigwam corner Wigwam corner di Efrem Tassinato Lo spirito Trapper nelle cucine dei Wigwam l termine “trapper” stava ad indicare la caccia con le trappole, che epocali strip hanno fatto conoscere a generazioni di ragazzi attraverso le storie di Black Macigno, Capitan Miki e Tex Willer. Prima ancora che l’attività di cacciatori di pelli, affascinava il contesto del West selvaggio: dei pionieri e dei nativi. La grande libertà, gli ampi orizzonti, la natura selvaggia, il combattimento per cause nobili: storie dove i buoni non morivano mai ed alla fine “i nostri” salvavano sempre la situazione. Con essi anche l’immaginario della cucina, fatta di selvatici spellati e subito messi allo spiedo su un fuoco improvvisato dentro un circolo di pietre in una radura accanto al fiume, oppure posti a sobbollire in una fumante casseruola su un focolare di una capanna di caccia nel bosco. Si può ben dire che fosse la resa fantastica di un mondo che è realmente esistito, quando la caccia era una necessità piuttosto che uno sport, oggi quasi una prerogativa per ricchi visto quanto costano attrezzature e concessioni di abbattimento e dove, probabilmente, la fame era tanta e i denti erano così buoni da masticare tutto quanto capitasse a tiro e pure senza tanta frollatura. Noi dei Wigwam, preferiamo parlare di “selvaggina” piuttosto che di “cacciagione” e non è una questione di lana caprina. La prima appartiene alla categoria che si alleva, magari in libertà e che ne assoggetta il prelievo ad una diretta attività di produzione; l’altra, è quella essenzialmente “sparata” che certamente deriva da attività soggetta a regole ma che già sta nella sfera dell’ambito sportivo. Niente di ideologico, ma pensiamo che la provocazione della morte, benché di un animale che non scodinzola o che non fa le fusa, non debba più essere oggetto di spettacolo o di svago. Detto questo, i ricettari delle cucine tradizionali regionali italiane sono strapieni di preparazioni di selvatici, perfino di specie che stomachini allevati ad omogeneizzati di carni bianche oggi reputerebbero vomitevoli. Eppure, in tempi odierni nelle zone del viterbese e dell’Umbria l’istrice è considerato una leccornia, ma è specie straprotetta! E poi c’è ancora qualche montanaro dell’arco alpino che sa preparare a dovere (io direi che sa rendere mangiabile!) la carne della marmotta. E, per concluderla qui con le carni insolite, ci sono ricette per la preparazione dei porcospini, dei ghiri e, nei compendi di cucina polesana perfino quella del “gato in potaceto” ovvero: gatto in umido. Si presume, in origine, selvatico! I Agriturismo Fattoria “Marecoccola” di Sorrento (NA) 30 The “trapper” spirit in the Wigwam kitchens History-making comics made the world of the trapper familiar to generations of Italian children through the adventures of Black Macigno, Capitan Miki and Tex Willer. Even more than the activities of the skin trappers, it was the world of the Wild West, of pioneers and natives, which fascinated. The great freedom, wide horizons, wild nature and fighting for just causes. Stories where the good guys never died and in the end “our lads” always got the best of it. They also fired the imagination in what they ate… wild animals skinned and cooked at once on a spit over an improvised fire in a circle of stones in a clearing near a river, or put to boil in a steaming cauldron over a fire in a hunting cabin in the woods. This could be said to be the fantasy spin-off of a world which actually existed, where hunting was a necessity rather than a sport, today almost a prerogative of the rich given the cost of equipment and hunting permits. Where there was probably great hunger and teeth were good enough to chew anything which came within reach, even without all that hanging stuff. We in the Wigwam Clubs prefer to talk of game which is reared and not hunted, and it is more than just an empty debate. The former is reared, perhaps in liberty, and its killing is directly related to production activities. The latter is essentially “shot” and derives from an activity covered by rules and which can be considered more of a sport. Nothing ideological about this, but we believe that to provoke death, even though the animal does not wag its tail or purr, should not be the object of spectacle or entertainment. This being said, recipe books of traditional Italian regional cuisine are packed with dishes based on game, even of species which delicate stomachs reared on homogenised white meat would consider nauseating. Yet even today in certain areas around Viterbo and in Umbria, the porcupine is considered a delicacy, although the species is strongly protected! And then, there are still certain inhabitants of the Alps who know just the right way to prepare (or rather, to make edible) marmot meat. And to conclude this list of unusual meats, recipes exist for preparing hedgehogs, dormice and, in cookbooks of recipes from the Po Delta region, even “gato in potaceto” or stewed cat. I imagine, of wild origin! Ed ecco una panoramica di quello che le cucine dei Wigwam sanno preparare con la selvaggina: Dall’Alto Livenza, a Sacile, in provincia di Pordenone, inizia la sua attività il Wigwam Circolo di Campagna “Schiavoi”. Il pregio del luogo è senz’altro ambientale vista la sua posizione del tutto privilegiata, tra i fiumi Livenza e Meschio. La zona ha peraltro anche un’ottima vocazione vitivinicola ed è rinomata per i vitigni rossi, giusti per il piatto forte del menù che viene proposto: quaglie alle erbe su foglie di vite. A conclusione un’altra squisitezza: la crostata ai petali di rosa. Info: Tel. 0438 554802 Da Pontelongo Paese dello Zucchero, l’omonimo Wigwam Club organizza, presso l’Albergo Ristorante Trieste, un menu di selvaggina di alta cucina, il cui piatto forte è il fagottino di pancia di lepre ripiena con albicocche, zucchine e tosella di Gallio, i suoi fegati e i rognoni in un raviolo al caffè e granturco integrale bianco perla, con schiuma di latte al profumo di anice stellato, e sorbettino alla lavanda. Euro 30,00 a persona (escluso i vini). Info: Tel. 049 9775072 Dalla Saccisica, il Wigwam Circolo di Campagna “Arzerello” popone un menù tipico della cucina dei trapper nativi americani, con un piatto tipico delle popolazioni del Nordest (americano però!) cui appartengono i Cherokee: lo stufato di carne di cervo. Euro 35,00 a persona (con vini della Saccisica). Info: Tel. 049 9703015 Mi spiace di averti dovuto uccidere, piccolo fratello. Ma io ho bisogno della tua carne, perché i miei figli soffrono la fame. Perdonami, piccolo fratello. Voglio onorare il tuo coraggio, la tua forza e la tua bellezza, vedi! Appendo le tue corna a questo albero: ogni volta che vi passerò davanti, ti penserò e renderò onore al tuo spirito. Mi spiace di averti ucciso, pertanto perdonami mio piccolo fratello. Vedi, in tua memoria fumo la pipa e brucio questo tabacco. Ho-chee-nee (Cherokee) Dal Polesine, il nuovo Wigwam Circolo di Campagna “La Libra” che trova sede nella bella ed antica corte agricola della Bordeghina di Pontecchio Polesine - che ospita perfino un piccolo museo con reperti archeologici dell’antica centuriazione romana del territorio di Villadose – propone questo menù: Ventaglio di salumi caserecci locali e Cappelle di funghi alla brace; Risotto alla Canarola (con riso del polesine); Fagiano in salmì e polentina morbida; Erbette cotte, Fagioli in umido, Patate alla “fratona”; Torta di zucca e patate dolci; Biscotti di mais con Moscato dei Colli Euganei; Vino: Raboso Cantina La Roccola; Caffè e Grappe venete. A persona Euro 35,00 (compresi vini). Info: Cel. 333 4298707 Dalla Penisola Sorrentina-Amalfitana, nella splendida struttura che si affaccia sul gruppo di isolotti “Li Galli”, degno sfondo di uno dei luoghi più celebrati dall’icona paesaggistica del Bel Paese viene offerto un menù tutto di selvaggina: fagiano, cinghiale, quaglia, lepre alla cacciatora, crostini farciti alla selvaggina (anche daino). Costo: euro 40,00 con vino rosso della casa. Il pranzo è organizzato dalla Delegazione dei Wigwam Club della provincia di Napoli, presso l’Agriturismo Fattoria “Marecoccola” di Sorrento. Info: el .081 5330151 - www.marecoccolaresort.com And now a look at what the Wigwam Club kitchens can prepare with game. From Sacile in the province of Pordenone in the Alto Livenza region, the Wigwam Circolo di Campagna “Schiavoi” is starting its activities. Without doubt, the main attraction of the place is environmental given its privileged location between the Livenza and Meschio rivers. The area also has an excellent history of vine growing and wine making and is well known for its red wines, perfect to accompany the main dish proposed on the menu: quail with herbs on vine leaves. To conclude, another delicacy: rose petal tart. Info: Tel. 0438 554802 From Pontelongo, the Village of Sugar, the “Pontelongo Paese dello Zucchero” Wigwam Club is organising an haut cuisine game menu at the Albergo Ristorante Trieste. The main dish is parcel of hare’s stomach filled with apricots, courgettes and Tosella di Gallio, hare liver and kidneys in pastry with coffee and white pearl wholegrain maize with aniseed flavoured IURWKHGPLONDQGODYHQGHUVRUEHW½SHUSHUVRQZLQH excluded). Info: Tel. 049 9775072 From the Saccisica, the Wigwam Circolo di Campagna “Arzerello” proposes a menu of traditional native American trapper cuisine with a dish typical of the peoples of north east America (including the Cherokee Indians): YHQLVRQVWHZ½SHUSHUVRQZLWK6DFFLVLFDZLQHV Info: Tel. 049 9703015 I am sorry I had to kill you, my brother. But I needed your meat, because my children are hungry. Forgive me my brother. I want to honour your courage, your strength and your beauty. Look! I am hanging your antlers on this tree: every time I pass by, I will think of you and honour your spirit. I am sorry I had to kill you, so forgive me my brother. Look, in your honour I smoke this pipe and burn this tobacco. Ho-chee-nee (Cherokee) From the Polesine region, the new Wigwam Circolo di Campagna “La Libra” based in the delightful old farm complex of Bordeghina at Pontecchio Polesine (which also includes a small museum with archaeological finds from the ancient Roman land division of the Villadose area) offers this menu: selection of local homemade salami and cured meats with grilled mushroom caps; Risotto alla Canarola (with local Polesine rice); jugged pheasant and soft polenta; “Erbette cotte”, Stewed beans, Potatoes “alla fratona”; Pumpkin and sweet potato pie; Maize flour biscuits with Moscato wine from the Euganean Hills; Wine: Raboso Cantina La Roccola; Coffee and a selection of 9HQHWRJUDSSDV½SHUSHUVRQZLQHLQFOXGHG Info: Cel. 333 4298707 From the Sorrento-Amalfi peninsula in a splendid structure looking out over the “Li Galli” group of islands, a worthy backdrop to one of Italy’s most famous landscapes, comes an all-game menu of pheasant, wild boar, quail, hare chasseur and croutons stuffed with game (including venison). Cost: ½ZLWKWKHKRXVHUHGZLQH7KHGLQQHULVRUJDQLVHGE\ the Delegation of Wigwam Clubs in the province of Naples at the Fattoria “Marecoccola” di Sorrento. Info: el .081 5330151 - www.marecoccolaresort.com 31 Redazionale di Mariuccia Assola Affascinante, gustosa lepre O anche il consumismo, relegando i selvatici nostrani in minuscoli angoli del quotidiano. Eppure, a salvaguardarne l’immagine e la memoria vi è una ben radicata realtà: quella della grande tradizione gastronomica italiana. Non c’è regione infatti che non celebri la lepre tra i suoi piatti d’eccellenza; le sue carni, da secoli, compaiono sulle rustiche tavole contadine come nei più raffinati menu. I binomi più classico sono con la polenta o con la pasta all’uovo: delicate e setose pappardelle, saporiti maltagliati, aerei tajarin di Langa. E se le pappardelle alla lepre sono un classico della cucina toscana, conosciuto in tutto il mondo, Piemonte e molte altre regioni hanno quale patrimonio le preparazioni al civet (la carne, prima della cottura, è messa in infusione per oltre 24 ore in un buon vino rosso, insieme al suo sangue e alla frittura) e poi lepre arrostita, insaporita e ammorbidita con lardo e burro, o in salmì con i profumi dell’orto (di rigore il timo e l’alloro) Ph Bruno Murialdo gni sera, al calare dell’oscurità, la lepre esce dalla sua tana e si dirige silenziosa e rapida verso la zona di pastura. Predilige le radure ricoperte di tenera erbetta, oppure, durante i mesi freddi, i campi dove il grano germoglia, e neppure disdegna le verdure degli orti. In autunno, stagione di brume e di nebbie, l’immaginario ci rimanda ai boschi, alla caccia, ai suoi significati più antichi, al rapporto e all’equilibrio fra agonismo, natura e ambiente: quelli che un vero cacciatore ha nel DNA, nel sangue stesso che gli scorre nelle vene. La caccia preferita dai nostri avi era quella della lepre. La lepre ha sempre esercitato un fascino particolare sui cacciatori e sulla gente delle campagne: questo splendido animale terricolo, dalle abitudini prevalentemente notturne, diffidente, solitario e misterioso, è intelligente e rapido come il fulmine. Nella fuga veloce sta il suo solo mezzo di difesa: per questo si muove sempre in spazi aperti in modo da poter facilmente avvertire l’arrivo dei suoi nemici naturali. Che cosa ha appassionato così tanto i cacciatori, che cosa ha reso così ambito questo trofeo? Si potrebbe rispondere banalmente: per la bontà delle sue carni, per il loro gusto pieno, forte, saporito e inimitabile. Ma c’è di più: la realtà è che ogni vero cacciatore deve potersi misurare con un animale intelligente: solo così la caccia, un tempo motivo di sopravvivenza e oggi sport venatorio acquista un significato vero. La lepre, dicevamo, pascola soltanto la notte. Prima che giunga l’alba ritorna al suo covo, posto in una macchia nascosta e asciutta. Durante il rientro mattutino segue istintivamente astute regole per far perdere le sue tracce: dal luogo di pastura si allontana anche di un chilometro, più volte e in direzioni diverse dal luogo dove ha pascolato la notte. In vicinanza della meta fa una serie di salti, lunghi anche quattro metri, in direzioni diverse, poggiando in ogni salto tutte quattro le zampe in un solo punto per non lasciare tracce; generalmente accanto agli alberi, oppure sulle pietre dei ruscelli; infine, con un salto più lungo degli altri, raggiunge il suo covo. Ma come è stato possibile conoscere tutto questo? Seguendo le orme della lepre sulla neve o sul terreno bagnato. E’ così che, ancora oggi, nonostante l’avanzare della modernità, la lepre rimane il più selvatico tra gli abitanti dei boschi e delle campagne, eppure quello più sostanzialmente vicino all’uomo. Un “selvatico” che ha accompagnato tutte le vicende della civiltà: che è entrato nella letteratura, è stato «cantato» da vari poeti, ha fatto sentire la sua presenza, sia pure a livello simbolico, in tutte le civiltà, sia europee sia asiatiche e anche del nuovo mondo. La modernità, dicevamo, avanza e con essa e il battuto di verdure. La cacciagione e i robusti sapori vinosi sembrano inscindibili, eppure nella cucina toscana più antica vi sono piatti dai sapori diversi e particolari; un esempio è la “lepre in dolceforte”, una ricetta che risale al Cinquecento e nella quale entrano cioccolato, spezie, uvetta e canditi. Altri ingredienti “dolci” li troviamo nelle ricette tridentine: una specialità tipica è la lepre con lardo, cipolla, pinoli, uvetta, scorza di limone , cannella e burro. Noi abbiamo affidato alla bravura e alla professionalità di un cuoco di Langa la ricetta che vi proponiamo: i Maltagliati al sugo di lepre, dove la pasta fatta in casa è impastata con la sfogliatrice de La Monferrina e il sugo con la lepre è il piatto principe di questa zona vocata ai grandi vini e ad una eccelsa gastronomia ed è insieme un inno al più bello tra gli animali selvatici che ancora corrono nei nostri boschi. Maltagliati di pasta all’uovo con ragù al civet di lepre Ricetta di Massimo Camia, chef e titolare della Locanda del Borgo Antico, Barolo (CN) 32 Ingredienti (per 4 persone): 300 g di pasta all’uovo fatta in casa con l’utilizzo di una sfogliatrice La Monferrina; 1 coscia di lepre di cacciagione marinata per una notte sotto vino rosso con verdure e pochissime spezie (1 carota, 1 cipolla non grande, 1 spicchio di aglio, 1 foglia di alloro, 1 rametto di rosmarino, 3 dl di vino rosso (metà Barbera e metà Barolo), mezzo cucchiaio di pomodoro passato. Togliere la coscia di lepre dalla fusione, tritare le verdure grossolanamente, rosolare le stesse in una casseruola capiente aggiungendo l’aglio tritato e l’alloro; quindi posare la coscia della lepre disossata in precedenza assieme alle verdure, rosolare e cuocere a fuoco lento per 30 minuti. Bagnare con il vino rosso e cuocere a fuoco basso sino a cottura ultimata, se occorre aggiungere del brodo di carne. Togliere la lepre dalla salsa e sfilettarla a mano, passare la salsa al setaccio e condire la pasta sul fuoco vivo in una padella capiente aggiungendo un filo di olio extravergine di eccellenza possibilmente robusto. Servire molto caldo e accompagnare con un vino strutturato, tipo un Barolo o una Barbera non giovane.