maturazione sulle fecce, esperienze sui vini rosati
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maturazione sulle fecce, esperienze sui vini rosati
CAYLA – ELEVAGE SUR LIES, L’EXPERIENCE SUR VIN ROSE – PAGE 1 MATURAZIONE SULLE FECCE, ESPERIENZE SUI VINI ROSATI Laure CAYLA – ITV France Vidauban La maturazione sulle fecce di vinificazione dei vini bianchi è una tecnica praticata tradizionalmente in diverse regioni viticole (Champagne, Bourgogne, Pays Nantais). Questa pratica è stata recentemente riscoperta nei vini rossi e soprattutto in Bourgogne e a Bordeaux, dove la pratica del contatto dei vini rossi con le fecce in barrique sta diventando sempre più diffusa. In questi ultimi anni, sono stati pubblicati molti lavori tecnici e scientifici su tale argomento (P. Vuchot, 2001). Al contrario, mancano le referenze sui vini rosati, anche se diversi vinificatori della regione provenzale hanno già messo in pratica tale tecnica. La comprensione e la valutazione dell’incidenza della maturazione sulle fecce sulle qualità enologiche e organolettiche dei vini rosati è stato uno studio prioritario condotto dal Centre de Recherche et d’Expérimentation sul vino rosato dal 1999. In 4 anni, sino state condotte numerose prove in 16 siti (cantine coperative e domaines) Sono state confrontate diverse condizioni sperimentali : La quantità di feccia : - Fecce fini rappresentate dalle spoglie cellulari che restano in sospensione 24 ore dopo la fine della fermentazione alcolica. La torbidità è intorno a 1000 NTU, - Fecce totali dove solo i resti sul fondo della vasca di fermentazione sono eliminati. La torbidità oltrepassa 2000 NTU. Le condizioni di lavoro delle fecce : - Maturazione statica, le fecce sedimentano velocemente, i rischi di deviazione organolettica sono importanti, - il bâtonnage regolare per mantenere in sospensione le cellule morte (rimontaggio con le pompe, con agitatori…2 volte a settimana all’inizio), - il lavoro separato delle fecce sotto agitazione per 15 giorni seguito dalla loro reincorporazione nel vino, - l’azione concomitante dell’apporto di ossigeno (micro-ossigenazione) o l’utilizzazione di enzimi di maturazione. Considerando i risultati ottenuti nelle 54 masse analizzate e degustate, si possono osservare alcuni aspetti specifici tipici dei vini rosati. La stabilità dei vini viene modificata ? Nel corso della maturazione, l’autolisi dei lieviti determina la liberazione di numerose macromolecole; in particolare delle mannoproteine, che partecipano alla stabilizzazione del mezzo. VINIDEA.NET WINE INTERNET TECHNICAL JOURNAL, 2003, N. 14 CAYLA – AFFINAMENTO SULLE FECCE DEI ROSATI, PAG. 2 Nell’ambito delle sperimentazioni sui vini rosati, la stabilità tartarica valutata tramite la temperatura di saturazione e l’IPT limite, non ha avuto un miglioramento significativo. Le proteine, instabili con il calore possono essere, invece, meno reattive. La stabilità proteica viene a volte decisamente migliorata (scarto di 5 NTU dopo il test). Colore : differenze e tenuta nel tempo Le pareti cellulari hanno un forte potere adsorbente nei confronti dei polifenoli e in particolare degli antociani, come si nota in fotografia. Fecce derivate da 3 microvinificazioni dello stesso mosto di Grenache, con 3 lieviti differenti (Source Inter Rhône) Si può notare questa attività soprattutto nel corso della fermentazione alcolica : le fecce sono più o meno colorate. Si pensa che questo fenomeno avvenga durante la maturazione, poichè in genere i vini maturati sulle fecce hanno un colore leggermente meno intenso rispetto ai vini travasati. Il colore, valutato in maggio dopo l’imbottigliamento, è meno rosso e ciò può condurre a una sfumatura più aranciata. Il ceppo di lievito e le condizioni di maturazione influenzano molto questo parametro. Al contrario, i due casi di maturazione in presenza di enzimi (glucanasi) mostrano sia un aumento significativo (soprattutto nel 2000) della quantità di rosso sia un’ intensità maggiore 15 0 enz 0 réinc 0 lie 14 b* jaune 13 0 tem 12 11 1réinc 10 1lie 1enz 1tem 9 8 6 8 10 12 a* rouge 14 16 18 (grafico 1). Maturazione su fecce fini (2000) et fecce totali (2001) : Testimone (tem), fecce, enzima (enz) e esperimento con fecce reincorporate (réinc). Il colore dopo un anno in bottiglia evolve in modo classico in tutti i tipi di maturazione, indipendentemente dalle condizioni di maturazione. Le differenze sono minime ma i vini maturati sulle fecce in presenza di ossigeno (modalità microossigenate) hanno una tonalità meno aranciata degli altri. Gli effetti della maturazione sul colore dei vini sono minimi. Però, l’approccio statistico dell’analisi della varianza, sull’insieme dei dati, mette in evidenza che l’assorbanza a 520 nm (quantità di rosso), l’intensità colorante e la saturazione (L) sono i 3 principali fattori di variazione osservati tra le masse travasate e le masse maturate sulle fecce. E da un punto di vista organolettico? La maturazione sulle fecce viene ricercata nei vini bianchi per ottenere un maggiore apporto di grasso, di volume. I polisaccaridi liberati dalle pareti cellulari sono responsabili di queste sensazioni. Nei vini rossi, l’astringenza diminuisce (Vivas, 2000). Oltre a queste sensazioni VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.11 CAYLA – AFFINAMENTO SULLE FECCE DEI ROSATI, PAG. 3 « tattili », la presenza delle fecce nel vino modifica il potenziale di ossido riduzione , e ciò limiterebbe gli effetti dell’ossigeno e l’ossidazione degli aromi. E’ per questo che qualche volta si notano deviazioni organolettiche riconducibili alla riduzione. Alcuni vini maturati su fecce statiche o in vasche molto alte possono presentare degli aromi di tipo animale, anche dopo l’imbottigliamento. Questa pratica richiede dunque degustazioni effettuate regolarmente. Abbiamo constatato una migliore apertura dei vini nel corso della maturazione con microossigenazione (migliori intensità olfattiva e persistenza) Queste differenze non durano nel tempo. Nell’ambito delle nostre prove, le differenze organolettiche non sono maggiori. Nei vini 2001 degustati a 18 mesi dall’imbottigliamento, le differenze percepite in triangolare sono 8/11 in un caso e non significative negli altri due. Il grasso non aumenta sistematicamente, benchè l’acidità sia meno accentuata in ragione di un tasso di CO2 medio. L’areazione, anche minima, determinata dal rimescolamento dei lieviti, diminuisce la CO2 residua, nella maggior parte delle condizioni. Il profilo riportato illustra un caso dove la maturazione ha apportato delle differenze sui descrittori considerati. Temoin Int Olf Préference Longueur 5 4 lies Banane Pêche 3 Amertume Caramel 2 1 Acidité Champig 0 Gras Fleur Orange Ananas Animal Int Aro Banane Analisi sensoriale di una prova di maturazione sulle fecce nel 2001. Molti sforzi per un risultato non garantito La maturazione sulle fecce, nelle condizioni studiate nelle 4 annate di sperimentazione, non modifica i parametri enologici classici: la volatile non aumenta, la malolattica non parte, l’etanale cresce leggermente, determinando a volte un tasso di combinazione della SO2 leggermente superiore. Anche gli effetti scontati sono limitati: la stabilità colloidale dei prodotti migliora poco, il colore non cambia in modo significativo e non è più stabile nel tempo e dal punto di vista gustativo non c’è sempre un miglioramento. Alcune ragioni tecnologiche possono forse spiegare questi risultati : • L’imbottigliamento in genere viene effettuato in primavera, determinando una breve maturazione sulle fecce. Al massimo, nelle nostre condizioni, la maturazione si è protratta fino a febbraio. • L’abbassamento della temperatura durante l’inverno limita i fenomeni enzimatici. • Nelle vasche di grande capacità, la risospensione delle fecce senza apporto di ossigeno non è facile, soprattutto al ritmo di 3 volte a settimana all’inizio della conservazione. Le particelle che sedimentano sono “perdute “ per autolisi. • La maturazione sulle fecce non può apportare un “plus” a tutti i vini rosati: sembra difficile stabilizzare il colore di un vino rosato che contiene pochi polifenoli. Se il vino non ha un’acidità molto alta, il degustatore avrà difficoltà nel percepire un aumento della sensazione VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.11 CAYLA – AFFINAMENTO SULLE FECCE DEI ROSATI, PAG. 4 di grasso. In fine, quando gli aromi di tipo fermentativo sono pronunciati, le sfumature apportate dalla maturazione sulle fecce possono venire mascherate. • La qualità delle fecce deve essere ottima: non ci devono essere deviazioni organolettiche, la loro quantità deve essere sufficiente, devono derivare da un mosto correttamente chiarificato, moderatamente solfitato e che non abbia problemi di fermentazione alcolica. La maturazione sulle fecce ci sembra una pratica piutttosto impegnativa (immobilizzazione del prodotto, maggiore attenzione nei confronti delle masse di vino) da valutarsi in funzione del vino. Non vi è garanzia di riuscita. L’apporto regolato di ossigeno o l’utilizzo di enzimi possono accentuare gli effetti della maturazione. Mancano ancora referenze sulla scelta del ceppo di lievito o sui parametri da considerare per distinguere i vini adatti per l’applicazione di questa tecnica. Le condizioni sperimentali sembrano essere essenziali nell’ambito di questo procedimento. Collaborazione : Syndicat de Défense des Côtes de Provence (Nathalie Pouzalgues), ICV Brignoles, Société OENODEV (Camille Raymond), Domaines et Caves coopératives che accolgono le prove. Prove condotte nell’ambito del gruppo National d’Etude sur les Vins Rosés (ONIVins Paris) e con il sostegno del CPER Région PACA VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.11