Logbook - Lega Navale Italiana
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Logbook - Lega Navale Italiana
sezione di Vieste Logbook - giornale di bordo - periodico - n° 47 - dicembre 2014 Viaggio in Irlanda organizzato dal socio LNI Vieste Franco Ruggieri Un caro amico Lettera del presidente I turisti non si rassegnano Una testimonianza di affetto per Vieste Una battuta di pesca La Scuola rurale di Sagro Come nascono i gigli Vieste: quando il bianco e nero era tutto a colori Una grande famiglia viestana L’ora dei Poeti…era ora bando 3^edizione Quando si dice ...la passione! 2 LOGBOOK giornale di bordo - periodico Num. 47– dicembre 2014 LEGA NAVALE SEZ. VIESTE Associazione di protezione ambientale Porto di Vieste - Scalo Marittimo Sud 71019 Vieste (FG) Tel/Fax 0884 702698 Presidente Francesco Aliota (responsabile) La redazione: Coordinatore: Nino Patrone Vice coordinatore: Annamaria Cellamare Bartolo Baldi Lucio Mura Franco Ruggieri Kiara Sciannamè Sandro Troiano Collaborazione di , Marcello Cavallo, Maria di Dona, Antonio P. Mastromatteo, Raffaele Pennelli. [email protected] Articoli, lettere e foto non richiesti non si restituiscono. http://www.leganavale.it/ vieste LEGA NAVALE ITALIANA CORSI DI VELA F.I.V. SU DERIVE E CATAMARANI Tel 0884 702698 E-mail: [email protected] L Sommario Lettera del presidente pag. 3 L’ora dei Poeti…era ora - bando 3^edizione Pag. 3 Un caro amico pag. 4 Una battuta di pesca pag. 5 I turisti non si rassegnano pag. 6 Vieste: quando il bianco e nero era tutto a colori pag. 8 Una grande famiglia viestana pag.10 La Scuola rurale di Sagro pag.14 Come nascono i gigli pag.17 Quando si dice … la passione! pag.18 Una testimonianza di affetto per Vieste pag.20 Dal 2 al 5 ottobre si è tenuto nel porto di Vieste e al largo del Promontorio del Gargano, nell’area prospiciente il litorale tra Vieste e Peschici il Campionato Italiano Assoluto 2014 di Drifting (una particolare disciplina della pesca d’altura), evento di alto valore sportivo. a Puglia, pur con la sua lunghissima costa, con 10mila posti barca si pone quasi in coda di una classifica che vede in testa la Liguria con 25mila posti barca, seguita dalla Toscana con 20mila, dal Friuli con 16mila e dalla Campania con15mila. Per non parlare degli approdi turistici che ammontano ad appena 2mila. Attualmente il Marina, porto turistico di Vieste, ha attivato circa 200 posti barca per imbarcazioni grandi, medie e piccole. Si può arrivare a 600 nei prossimi anni, ma naturalmente bisogna completare i lavori del secondo lotto e dare una sistemazione a tutta la zona adiacente il Lungomare Europa di competenza portuale, attualmente uno spettacolo indegno nella bellissima vista del porto. Non dimentichiamoci che la nautica da diporto può portare turisti di un buon livello. 3 Caro Socio, Ti trasmetto, in allegato, la scheda relativa al conteggio della quota annuale per l’anno 2015. Il versamento della quota dovuta potrà essere effettuato mediante bonifico bancario, i cui dati sono riportati nella scheda, o direttamente presso la sede della Sezione. Si confida nel senso di responsabilità e di attaccamento al sodalizio nel rispetto del termine del 31 Gennaio 2015 per il pagamento della quota dovuta. Si rammenta che, ai sensi dell’art.7 – punto 3 del Regolamento Nazionale, i rinnovi effettuati dal 1 aprile al 30 giugno saranno assoggettati alla mora del 10%, mentre quelli effettuati dal 1 luglio al 30 settembre alla mora del 20%, sia della quota nazionale sia della quota supplementare per servizi generali. Nell’eventualità che non volessi ormeggiare la tua unità nel prossimo anno sei tenuto a darne comunicazione scritta entro e non oltre il 31 dicembre 2014. Se non si presenterà l’occasione di un incontro nelle prossime festività, unitamente a tutto il C.D. porgo a te e alla tua famiglia gli auguri di un buon Natale e di un felicissimo Anno Nuovo. Un affettuoso saluto e arrivederci a presto. Il Presidente Dott. Francesco ALIOTA L’ora dei Poeti…era ora 3^ edizione REGOLAMENTO. I poeti possono inviare i propri componimenti via E-MAIL entro e non oltre il 15 gennaio 2015 con foto dell’autore ed un breve curriculum vitae al seguente indirizzo: [email protected] I partecipanti devono presenziare alla manifestazione poiché saranno loro medesimi i lettori delle proprie poesie. La manifestazione si svolgerà in due serate: La prima riguardante le composizioni in lingua italiana, la seconda riguardante la poesia dialettale garganica. I poeti possono partecipare ad ambedue le manifestazioni con un massimo di due composizioni per ognuna. Ad ognuno di loro sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Poiché agli autori saranno comunicati i giorni delle manifestazioni in un secondo momento, essi sono vivamente pregati di inviare il proprio numero telefonico. La partecipazione è del tutto gratuita. Le serate in oggetto si svolgeranno presso la sede della Lega Navale di Vieste. 4 Un caro amico che ha sempre amato il mare Francesco Aliota L unedì 24 novembre era una di quelle giornate che chiunque ama il mare giudicava benedetta per la mite temperatura dell’aria e per l’assenza di moto ondoso. Il giorno ideale, per chi è appassionato di pesca, da passare circondato dal mare, con la propria attrezzatura, con i propri pensieri e con la propria passione. Elia Del Duca ha sempre amato il mare, che sin da bambino ha praticato, imparando a rispettarlo, sapendo ciò che può dare, ma anche ciò che può togliere. Quel lunedì era un giorno particolare perché era il giorno della prima vera battuta di pesca con la barca nuova. E’ proprio la barca che ti consente di vivere appieno il mare ed il suo environment. Possiamo solo immaginare, quel giorno, quanta felicità, quanta passione, quante aspettative pervadevano i sensi del povero Elia. Ma il mare quello che dà sa anche togliere. Noi viestani, spesso immemori dei lutti che hanno colpito molte famiglie di pescatori viestani, sempre meno ci fermiamo a pensare ai pericoli che affrontano non solo i nostri pescatori professionisti, ma chiunque si approcci ad esso. Elia era ben consapevole dei pericoli cui era a rischio. Aveva sempre il telefono con la custodia impermeabile al collo, le attrezzature di sicurezza in ordine, ma quel tragico lunedì, vuoi l’impeto dovuto alla combinazione dei fattori climatici favorevoli, vuoi la novità dell’imbarcazione appena acquistata, vuoi il carattere, per quanto socievole e solare, ma necessitevole del rapporto intimo personale solitario con il mare, il fato lo aspettava al varco. Purtroppo nessuno di noi sa quando può colpire. A noi resta solo la possibilità di rimanere sempre vigili, mai sopraffatti dalle passioni, dalle emozioni, perché si possa pensare di poter essere vincenti in una situazione che, inaspettatamente, può sempre prospettarsi. Sicuramente la morte del caro Elia non è stata per lui un fallimento, in quanto la sua tragica morte è avvenuta mentre lui faceva quello che più amava e la sua vita, per quanto breve, è stata sempre costellata da innegabili successi, con a fianco sempre una famiglia molto unita. Certamente da questo tragico evento gli amici del pescatore del Tuna Fishing useranno maggiore accortezza di sicurezza, alle quali saranno obbligati per rispetto a questa prematura morte. Dal nostro canto, e parlo a nome di tutti i soci della Lega Navale sezione di Vieste, ci stringiamo in un fraterno, forte abbraccio alla moglie Beatrice, alla figlia Marianna, alle famiglie Del DucaMaiorano e Gallo. In noi ci sarà sempre grande rispetto e affetto per un caro amico che ha amato il mare fino all’ultimo sacrificio. 5 Una battuta di pesca finita male Nino Patrone Elia Del Duca E Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna. ….. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvage era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò. IL VECCHIO E IL MARE di Ernest Hemingway lia Del Duca, 41 anni sposato e padre di una bambina di 10 anni, tra i migliori chef di cucina viestani, uscito in mare nella mattinata di lunedì 24 novembre, per una battuta di pesca in solitaria, a bordo di un natante, acquistato da pochissimo, è stato trovato morto in mare. Questa la ferale notizia che ha scosso i cittadini viestani, già colpiti in questo strano autunno da altre tragiche notizie, oltre a una situazione economica difficile del paese, che negli anni passati poteva almeno contare sul lavoro derivante dalla raccolta delle olive, pessima invece quest’anno. Destinazione della battuta di pesca al calamaro I forti, una zona di mare a circa 15 miglia a nordest della costa viestana, molto pescosa anche per la presenza di branchi di tonni. Alcuni dati: il telefono cellulare di proprietà della vittima ha smesso di funzionare alle 13:02; poco prima delle 19:00 è stata informata la Guardia Costiera di Vieste che ha immediatamente disposto ricerche sul litorale per verificare l'eventuale presenza della barca del pescatore scomparso; alle prime luci dell'alba di ieri, la motovedetta CP 820 della guardia Costiera di Vieste ha rinvenuto il cadavere del povero Elia, a circa 10 miglia ad est del faro di S. Eufemia. Quale la dinamica della disgrazia? La più accreditata, al momento, sembra essere quella di un improvviso cedimento strutturale del natante di Elia, che, imbarcando acqua, sarebbe affondato in poco tempo, consentendo al pescatore solo di indossare il giubbotto salvagente, rinvenuto poi addosso al cadavere. E proprio il fatto che Elia abbia indossato il giubbotto fa supporre che egli si sia trovato in un’immediata situazione di pericolo. E’ riuscito a mandare un segnale radio captato da un peschereccio al largo, senza, però, riuscire a dare la propria posizione e nominativo. Alle 19:30 a supporto delle ricerche sono uscite le imbarcazioni da pesca Princesa del mare e Pirata, nel disperato tentativo di battere una traccia radar dell’imbarcazione che si pensava essere alla deriva. Poi la triste realtà! 6 I turisti non si rassegnano Nino Patrone T anti sono i turisti che vengono a Vieste in ferie da molti anni. A dire il vero alcuni si sono stancati di aspettare che le cose potessero cambiare e che Vieste diventasse una vera cittadina turistica nei comportamenti della gente e degli amministratori e non vengono più. Peccato! Tanti altri continuano a venire, avendo investito i propri risparmi per comprare una seconda casa, ahimè ora molto onerosa per i numerosi balzelli. Solo per la Tari, tassa per la raccolta dei rifiuti urbani, un amico che ha una piccolissima abitazione di 20 mq, che utilizza per solo 15 giorni ad agosto, deve pagare quest’anno ben € 198, ma sarebbero stati anche di più sei il suo nucleo familiare fosse composto da più di due componenti, come invece gli era stato erroneamente notificato. Ciò è accaduto a tanti possessori di abitazioni e ha creato molto disagio, che si poteva probabilmente evitare. Altri ancora hanno comprato dai familiari le quote della casa degli avi o ricevuto in eredità e quindi hanno proceduto a ristrutturarla, per poter continuare a venire con regolarità nei luoghi che li ha visti bambini, prima di cercare fortuna e lavoro in altri posti, non così belli ma forse più organizzati, dal punto di vista del lavoro, della sanità, della scuola, dei servizi. Abituati ad una certa organizzazione, questi turisti, di varia provenienza, spesso rilevano le pecche della bellissima e ri- N dente cittadina che hanno scelto per le loro vacanze. Sono tante e dovute per lo più al disinteresse e cattiva gestione. Non staremo qui ad elencare tutte, ma cercheremo solo di focalizzare alcune, che i responsabili farebbero bene a prendere in considerazione. Partiamo dal Lungomare Mattei, fiore a l l ’ o c c h i e l l o del l ’ Am mi ni s traz i one provinciale del dott. Michele Protano. E’ evidente che dopo tanti anni ha bisogno di una manutenzione, mai fatta, per non parlare dei vandali che letteralmente sradicano i vasi on smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l'autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai. Bertrand Russell 7 che dovrebbero essere riempiti di fiori anche a cura dei gestori dei lidi antistanti. Non è anche loro interesse rendere più bella la promenade? Naturalmente le cacche dei cani dovrebbero essere raccolte dai rispettivi proprietari, ma un avviso qui e in altre parti del territorio a cura dell’Amministrazione Comunale sarebbe opportuno. Vieste è stata giustamente propagandata come cittadina animal friendly, ma ognuno deve provvedere alle cacche dei propri cani, anche per salvaguardare la salute e la libertà di tante mamme con i loro bambini e tanti sportivi, che vogliono scorazzare sui marciapiedi liberamente. E per i cani randagi? Il Comune è corresponsabile per i danni procurati da cani randagi sul proprio territorio. Come ribadito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 17528 del 23 agosto 2011, se chiamato in causa, il Comune non può sottrarsi alla richiesta di risarcimento. Le spiagge d’estate brulicano di venditori ambulanti (di ogni tipo mer- ceologico e anche di prodotti ittici!!!) che di giorno stazionano sulla battigia, destinata alla passeggiata e di notte nelle tende abusive che spuntano come funghi. Eppure l’Amministrazione comunale ha emanato l’ordinanza in cui si dice che è vietato…). Perché non incrementare l’illuminazione e mettere altalene, scivoli e giochini nei giardinetti vicino il Pizzomunno? Come pure nello spazio a fianco l’Hotel Cristalda. Sarebbero frequentati da famiglie con bambini, invece di …. Il lastricato realizzato nelle vie del Centro è tutto pieno di bolle nere ed in molti tratti crepato. Non sarebbe stato meglio farlo di colore più scuro e di dimensioni più piccole? Ci sarebbe stato bisogno di minore manutenzione. Comunque non è bello a vedersi! A quando la sistemazione? Le vie del paese necessitano di manutenzione ordinaria (come fatto rilevare in un articolo dal dott. Bartolo Baldi). Se a volte sembra che i viestani siano rassegnati a subire questo stato di cose, i turisti non di certo… E Vieste vive soprattutto di turismo! Queste brevi note hanno lo scopo di dare un piccolo contributo per migliorare la qualità della vita nel nostro amato paese. La Lega Navale di Vieste è lieta di annunciare che presso la sede locale al Molo Sud del Porto si terrà la serata degli auguri di Natale, domenica 21 dicembre alle ore 18:30. Sono invitate tutte le associazioni locali attive per la disabilità. Questo nell'ottica di promozione sociale e supporto alla solidarietà, che sono i principi fondanti della nostra associazione. Il Presidente Dott. Francesco Aliota 8 Vieste: quando il bianco e nero era tutto a colori Bartolo Baldi I colori del bianco e nero probabilmente rendono malinconiche le immagini. Quelle antiche, però, sono tutte così. Con la forza della ragione, comunque, questi colori che sembrano essere smorti possono diventare gli antesignani di colori più veri e più vivi. Doveva sicuramente essere così per la nostra cittadina, ma non solo, fino agli anni ‘50 e ‘60. In quei periodi non lontani dalla seconda guerra mondiale, il nero della povertà faceva sprigionare i colori della genuinità e del rispetto. Oggi Vieste, nonostante la sua ricchezza economica, è diventato un paese povero di colori e si corre sempre più il rischio di entrare in disagi psichici e morali. Vieste un tempo era un paese umile, dove ci conoscevamo tutti per nome (o per soprannome). Oggi quasi non ci conosciamo più nonostante che il numero attuale degli abitanti non sia cambiato molto da allora. Forse sarà causa anche delle tante costruzioni che hanno allargato Vieste, rendendola una città in miniatura. Allora non si sentiva affatto la necessità di vivere in case grandi con una stanza per ogni componente familiare. Si viveva piuttosto “accavallati” uno sull’altro in un condominio che non aveva nessun servizio e chi se lo poteva permettere aveva sicuramente tanti soldi. Tuttavia, anche non avendo grosse disponibilità di spazio, si viveva benissimo e gli appartamenti di pochi metri quadrati, nonostante fossero abitati da famiglie con un numero elevato di figli, sembravano delle regge il cui valore non era per niente la ricchezza materiale ma quella morale, che le rendevano piccoli gioielli di una grande società. Non era neanche trascurabile il fatto che si vivesse con le porte spalancate. Le persone che vivevano accanto alla nostra casa, sullo stesso pianerottolo, ma anche in piani diversi, non erano viste come una famiglia di estranei, ma quasi una parte integrante della nostra. Ora non ci si conosce più, soprattutto se si vive in grossi condomini. In quegli anni con la famiglia che viveva nell’appartamento accanto non si scambiavano solo le piccole cortesie, ma soprattutto si scambiava il calore umano e ogni evento, bello o doloroso, diventava l’occasione per esternare la propria vicinanza, per gioire o per piangere insieme. Ecco che le porte della propria casa erano solo un divisorio per non creare spifferi d’aria o per creare quella intimità della quale ogni famiglia continua ad avere bisogno. Per questo tante volte si lasciavano aperte o chiuse, ma con la chiave attaccata alla toppa della serratura. Non esistevano grosse pretese o necessità di proteggersi dai ladri che – se esistevano – erano solo “ladri di galline”. Chi rubava lo faceva soprattutto per 9 necessità e, se sorpreso, veniva severamente punito. Ora si diventa ladri per tutt’altro motivo e le punizioni a volte non sono per nulla esemplari. Quale paura potevano avere le mamme di allora nel far giocare i propri bambini fuori delle case in mezzo alla strada? Non c’erano sicuramente le macchine che li avrebbero potuti travolgere e gli unici mezzi di locomozione erano i traini o le biciclette. Ma soprattutto non incombevano i pericoli di essere preda di malintenzionati. Per questo anche i bambini della scuola elementare erano avviati da soli senza la necessità della presenza di un adulto. I più facinorosi, più grandi in età, riuscivano ad organizzare delle scorribande per dimostrare che erano i più forti o per farsi i dispetti e, con le cartelle, …suonarsele di santa ragione, ma poi si rimaneva più amici di prima. I “telefonini” di allora erano le mamme che, a capo della strada, lanciavano urla per richiamare all’appello il proprio figliolo imponendo di tornare subito a casa! Quei ragazzi non se lo facevamo ripetere due volte. Una corsa li trasportava subito sul posto. Sapevano già che un piccolo ritardo avrebbe potuto provocare l’ira dei genitori, soprattutto del papà, qualche volta a suono di sberle. E se una persona più grande ci faceva un rimprovero, la paura era che poi lo avrebbero raccontato ai genitori. “Mazze e panelle fanno i figli belli. Pane senza mazze fanno i figli pazzi”. Quel proverbio che era per noi come un passo del Vangelo, i ragazzi oggi non lo conoscono affatto, come non conoscono più i ceffoni e non conoscono più i sacrifici che per noi erano sacri e salutari, perché ci aiutavano a crescere e ad apprezzare le piccole cose della vita, come ci aiutavano ad affrontare i problemi quotidiani e le incertezze. Oggi si pretende di avere tutto, per questo ci si arrende facilmente o si diventa fragili davanti al poco. C’è la crisi economica? Probabilmente sì, ma la situazione attuale, quella dei v al or i e dell’identità, ha contribuito a creare una crisi molto più grande: proprio quella che ora ci fa scoprire come Vieste, e non solo, possa davvero rischiare di non avere più i colori perché tutto ormai sta diventando come un film moderno ma proiettato in bianco e nero. Forse avremmo bisogno di ascoltare di più quello che accadeva un po’ di anni fa. Chissà che non avremmo anche le possibilità di recuperare qualcosa che riteniamo perduto per sempre. "Questo è il mio paese" per la regia di Michele Soavi con Violante Placido è una fiction Rai che viene girata a Vico del Gargano (Calura nella fiction), con alcune scene girate anche a Vieste in località Macchia di Mauro. Si racconta della storia di una giovane donna, Anna, che si trasferisce nel paese d'origine della famiglia, al sud, e, candidatasi a sindaco, rivoluzionerà in positivo il borgo. Altre location del Gargano coinvolte sono il porto di Manfredonia, la Foresta Umbra, le torrette di avvistamento sulla litoranea Peschici-Vieste. Le riprese termineranno in primavera e la fiction sarà trasmessa in sei puntate, quasi certamente su Rai Uno. 10 La storia Una grande famiglia viestana Lucio Mura “Partono i bastimenti per terre assai lontane”… Sono le prime struggenti parole di una canzone che, ai primi del Novecento, accompagnava gli emigranti diretti in America ed in terre lontane. Parole che toccavano il cuore di tante donne che, pallide e piangenti sulle banchine, agitavano i fazzoletti per salutare i loro uomi ni che s’imbarcavano per cercare fortuna. Sulle navi che partivano c’erano anche tanti ragazzi desiderosi di raggiungere i fratelli maggiori che già avevano varcato il mare. Anche Vieste, come le città e i paesi d’ogni parte d’Italia, ebbe i suoi emigranti. Tentò l’avventura anche Gaetano Cappabianca, che nel 1903, lasciata qui la moglie Preziosa S ol i tro , pa rtì pe r l’America, dove lo aspettavano le sorelle Maria e Filomena, sposate rispettivamente con Antonio Guida e Libero Tantimonaco, anch’essi viestani. Gaetano Cappabianca nella sua piccola bottega a Vieste (1902) Gaetano Cappabianca in his little workshop at Vieste (1902) Anche Gaetano sognava una vita felice e libera dalla miseria. Una speranza che gli rese sopportabili grandi fatiche, lavori talvolta umilianti e dure condizioni di vita. Tanti emigrati in America rimasero tutta la vita, altri ritornarono. Ritornò anche Gaetano, ma lasciò oltreoceano i figli più grandi, che già avevano un lavoro. Lui, poi, passò l’Atlantico altre due volte, nel 1911 e nel 1916, per accompagnare i figli più giovani. L’ultimo viaggio lo fece con Giuseppe, di appena 16 anni, e Donata, di 17. La moglie Preziosa rimase ancora una volta a Vieste con i figli più pic- coli. Sbarcati a New York, i ragazzi Cappabianca, come pure i D’Errico, si stabilirono a Bristol, nel Rhode Island, e nei pressi di Boston, Massachusetts, ed alcuni rimasero a New York. Erano entusiasti e dotati di una tenacia che permise loro, come a tanti altri viestani, di vincere l’isolamento iniziale causato dall’ignoranza linguistica. Ma pian piano seppero integrarsi nella nuova realtà, nonostante la diffidenza dei residenti e la concorrenza di tanti emigrati di altre nazionalità. Sistemati i figli, Gaetano non si mosse più dal- 11 The story A great family coming from Vieste Translated by Nino Patrone “Ships leave for far-off lands”... Those are the nostalgic words of a song which accompanied the emigrants on their exodus to America and far-off lands, at the beginning of the twentieth century. Words touching the hearts of so many women, who, with their faces pale with sorrow and tears, waved their handkerchiefs saying good-bye to their men who were setting out to cross the sea in search of their fortunes. Often the children were the emigrants, responding to the call of older brothers who had departed previously in search of a viable way of living. Vieste also had its emigrants, as other Italian cities and small towns did. As many others, so did Gaetano Cappabianca set out from Vieste in 1903. There he left his wife, Preziosa Solitro. In America he would find two of his sisters: Maria, Gaetano Cappabianca con sua moglie Preziosa Solitro e due nipotini (1938) Gaetano Cappabianca with his wife Preziosa Solitro and two grandsons (1938) who had married Antonio Guida, and Filomena, who had married Libero Tantimonaco, both of origins from Vieste. Gaetano also dreamt of a joyful and not poor life. Given this hope, he was able to withstand years of hard work, humble employments and very difficult living conditions. So many emigrants stayed all life long in America, others came back to their homelands. Gaetano returned, but he left overseas his elder children who already worked. He set out twice more for America, in 1911 and 1916 and took his younger children with him. In the latter journey, he took his 16 yearold son, Giuseppe, with him, as well as his 17 year-old daughter, Donata. His wife, Preziosa, never left Vieste, where she looked after her other children. The young Cappabiancas, as well as the D’Erricos, arrived in New York City, from where some settled in Bristol, Rhode Island, others in Boston, Massachusetts, and some remained in New York City. They managed to overcome their limited knowledge of the language. They learnt to adapt to new customs, to prevail against the distrust of the local people and to compete with so many immigrants from other countries. As time went by, 12 la sua città. I figli erano ormai cittadini americani, e così i nipoti e i loro figli. Tutti, però, avevano nella mente e nel cuore il paese di origine della famiglia e spesso parlavano dei giorni in cui nonno Gaetano e i suoi figli videro allontanarsi all’orizzonte il panorama di Vieste. Dopo tanti anni, rispondendo a un inevitabile richiamo del cuore, i discendenti del vecchio Cappabianca hanno voluto conoscere il luogo da cui trae origine la loro famiglia. Il primo ad arrivare è stato, nel 1963, Angelo D’Errico, figlio di Lorenzo D’Errico, emigrato nel 1912 a 17 anni, e di Donata Cappabianca, emigrata, come sappiamo, anch’essa a 17 anni. Poi è stata la volta di Pasquale Cappabianca con Gaetano e Jack (Giacomo), figlio e nipote del vecchio patriarca. Più tardi è venuto il figlio di Pasquale, Gaetano, con suo figlio Stephen, seguiti dopo un anno da Frank Cappabianca, (figlio di Giuseppe, il ragazzo che emigrò a 16 anni), con sua moglie Theona di Lanca- ster PA. Le visite sono continuate e di recente, i discendenti di Gaetano Cappabianca hanno deciso di riunire le famiglie ogni due anni per conservare sempre viva la memoria di Vieste e dell’Italia, per ricordare i racconti delle loro nonne e dei nonni, per rivedere vecchie foto ingiallite. Alcuni, al loro arrivo, avevano dell’Italia un’idea piuttosto sbiadita: immaginavano, cioè, un paese che oggi non esiste più, quello raccontato dai loro genitori. Ma venendo qui hanno scoperto una città in piena evoluzione, sviluppata socialmente e culturalmente, frequentata e ammirata da turisti di tutto il mondo. Questa è un’altra ragione per cui sono venuti a Vieste, scoprire l’Italia contemporanea, i suoi progressi, la sua cultura, che sono spesso sconosciuti all’estero. Molti emigranti negli Stati Uniti perdono contatto con le loro radici. Oggi i discendenti dei C a p p a b i a n c a (Massachusetts e Pennsylvania), dei D’Errico (New York), dei Vescera, Tantimonaco, Guida (Rhode Island) e Ognibene (Ohio) si considerano a pieno titolo “figli di Vieste”, un sentimento che ha permesso loro di rinsaldare un legame d’amore con questa città e questa nazione, fieri di appartenere anch’essi alla grande famiglia degli italiani nel mondo. Una pagina di storia: Le repubbliche marinare La storia delle repubbliche marinare costituisce uno dei più importanti e singolari episodi della vita italiana. Ritenendo di grande importanza per i nostri lettori conoscere i maggiori episodi che hanno caratterizzato pagine gloriose, ricche di civiltà e genialità nonché di progresso, il nostro Logbook proporrà di volta in volta le vicende delle quattro repubbliche marinare e delle loro imprese marittime. Conoscere questi episodi riveste una notevole importanza specie per i giovani studenti, ma anche per ogni appassionato del mare e nostro affezionato lettore. Proporremo una narrazione essenziale e dilettevole ma ricca di particolari. A presto dunque. 13 Gaetano’s journeys to America came to an end. His children, however, were American citizens and the same were his grandchildren and their children. No one, however, has forgotten the small town from where their grandfather had left and they often talked of those days when grandfather Gaetano said farewell to the beloved coast line of Vieste. After so many years, willing to know their origins, the descendants of old Gaetano Cappabianca, came to the place of origin of their family. The first descendants to return to Vieste after so many years were: in 1963 Angelo D’Errico, (son of Lorenzo D’Errico, who had emigrated in 1912 at 17 years of age, and of Donata Cappabianca, who had emigrated in 1916 when she was 17), then later Pasquale Cappabianca with his two sons Gaetano and Jack, son and grandsons of the adventurous Gaetano. After some time, Pasquale’s son, Gaetano, came to Vieste with his son Stephen. Finally after a short time Frank Cappabianca (son of Joseph, 1997 Vernon (Connecticut – Usa) First meeting of ViestanoAmerican families Cappabianca, D’Errico, Guida, Vescera, Tantimonaco, Ognibene, with Antonella D’Errico and her husband Lucio Mura. the boy who emigrated when he was 16), came with his wife Theona (from Lancaster PA). The families returned to Vieste a lot of times and recently Gaetano Cappabianca’s descendants have decided to meet every two years, especially not to lose their memory of Italy and Vieste, to renew their memories, to tell the stories of their grandmothers and grandfathers, to share the old and yellowed photos. At their arrival, some of the descendants knew little of Italy: they imagined an Italy that is no longer, the country told by their parents. But coming here they have discovered a quite different town, socially and culturally developed, visited and appreciated by tourists coming from all over the world. This is another reason for their coming to Vieste, to discover the contemporary Italy, its progress, its way of life, its cultural qualities, which are often unknown abroad. Many immigrants in the USA lose touch with their roots. Nowadays the descendants of the Cappabiancas (Massachusetts and Pennsylvania), of the D’Erricos (New York), of the Vesceras, Tantimonacos, Guidas (Rhode Island), and Ognibenes (Ohio) refer to themselves as “Children of Vieste”. In fact they love this town and this country and are proud of belonging to the great family of the Italians in the world. 14 La Scuola rurale di Sagro Almanacco Viestano - a cura di Franco Ruggieri A nche per questo racconto ho tratto lo spunto da una chiacchierata con Tommaso Fabrizio. Un giorno mi ha chiesto se conoscevo I Curv . “Intendi i corvi, sì li conosco, sul Gargano abbiamo diverse specie”. “Lo vedi che non li conosci – mi ha rimproverato, - i Curv sono una località verso Vignanotica che solo Dio sa come si fa per arrivare”. E così mi racconta che nell’immediato dopoguerra, quando lui era un giovane stagnino e il lavoro scev pi copp ricevette, da un agricoltore di Mattinata, l’incarico di effettuare una riparazione urgente al suo frantoio oleario che teneva proprio nella sua campagna a I Curv. Partì da Vieste con la prima Postale quando era ancora notte, armato di tutto punto, o meglio con una borsa con gli attrezzi ed un’altra con gli indumenti necessari per il soggiorno fuori casa. A Sagro scese alla fermata del Tabacchino, dove lo aspettava il committente. C’era anche Ludovico Cariglia, Ninino, che insegnava alla scuola rurale e la moglie Angelantonia Manicone, Ninetta, la Vicaiola, in attesa del primo figlio. Prima che Tommaso partisse a dorso di mulo verso I Curv ricevette l’invito da Ninino e Ninetta: “Quando finisci il lavoro fermati qui con noi e poi riparti con la Postale”. Ci vollero quasi due ore per arrivare a destinazione, attraverso sentieri e mulattiere a volte impervi ma con panorami mozzafiato. Lavorò di buona lena per quattro giorni, mangiò e dormì insieme alla famiglia del proprietario. La raccolta delle olive era alle porte e bisognava fare in fretta. A fine lavoro ripartì con il mulo, ma questa volta la strada era in salita e impiegarono più tempo. Come promesso si fermò alla scuola di Sagro, Ninetta aveva preparato pasta e fagioli, il pretesto per stare insieme e s cambi a re q uat tro chiacchiere con gente di città. Per tornare a Vieste riprese la Postale del pomeriggio con la lista della spesa destinata a Lorenzo, il padre di Ninetta, che sempre con lo stesso mezzo avrebbe fatto recapitare le cose necessarie ai novelli sposi. Era da poco iniziato l’anno scolastico 195253 e Ninino non disdegnò di insegnare nella scuola disagiata del bosco. Dopo tutto guadagnava un onorevole stipendio, in un periodo che dalla Puglia emigrarono verso Milano e Torino ben 700.000 braccianti. Oltre allo stipendio, il Comune di Vieste garantiva il petrolio per l’illuminazione e legna in abbondanza portata dalle guardie forestali. A inizio anno gli alunni erano 30, per poi ridursi alla fine a 17 unità per 15 tutte le cinque classi, un bambino in 1^ elementare e 6 in 5^ classe. Gli altri si distribuivano tra la 2^ e la 4^ classe. Erano figli dei pastori che con le loro famiglie, originarie di Mattinata e Monte S. Angelo, lavoravano e vivevano nel Bosco di Vieste. Questi bambini, già a quel tempo, avevano sperimentato la scuola a tempo pieno: la mattina studiavano in classe, al pomeriggio badavano alle greggi sui pascoli o alla masseria. Ninino e Ninetta il pomeriggio avevano poco da fare e, oltre a qualche passeggiata, a correggere i compiti e a fare le faccende domestiche, restava loro mol- to tempo libero da colmare. La noia, però, non prese mai il sopravvento, c’era il passaggio quotidiano della Postale, più volte al giorno, e gli amici che spesso arrivavano a Sagro in automobile o in Lambretta. Tra questi non mancava mai il Dott. Peppino Latorre, al quale si associavano Giannicola Ruggieri e Peppino Nobile e il Veterinario Giambattista Medina, sempre in numero sufficiente per lunghe partite a tressette. A marzo Ninetta lasciò Sagro per prepararsi alla nascita del primo figlio Carlo, avvenuta a Vico il 13.4.1953. Dalla Scuola rurale di Sagro non passò solo la storia locale, passò anche quella con la “S” maiuscola, con un paio di aneddoti veramente interessanti. Prima di Ninino Cariglia, nell’anno scolastico 195152, insegnò a Sagro Pasqualino Mazzone, protagonista dei fatti che dirò insieme all’alunno Raffaele Guerra. Questi, al termine di un’escursione al Bosco nella primavera del 2009, ci disse: “ora vi farò conoscere la mia scuola, anche perché voglio vedere se c’è ancora una lapide marmorea”. La Scuola era ubicata in una stanza sotto il Tabacchino, un unico ambiente, dove c’era appena lo spazio per alcuni banchi, un piccolo tavolo che faceva da cattedra, Avviso Si chiede la collaborazione di tutti per comunicare e pubblicare fatti e personaggi inediti che appartengono alla piccola grande Storia del nostro paese. 16 che un giorno, mentre stavano in classe, scesero dalla Postale due omoni stranieri con impermeabile lungo che chiesero aiuto al maestro per essere accompagnati fino a Jacotenente in Foresta Umbra. Il maestro Mazzone subito indicò Raffaele chiedendo: “conosci la strada, li puoi ENTE PUGLIESE DI COLTURA SCUOLA RURALE accompagnare?” AVIERE SCELTO MOTORISTA “Sì signor maestro” STEFANO CAIZZI rispose Raffaele. E i tre si incamminarono attraverso sentieri una lavagna, una stufa. forestali, battuti solo da Restammo in religioso pastori, boscaioli e samsilenzio a contemplare michelari, fino a Jacotequel luogo che un tempo nete dove erano ad atrappresentava un avam- tenderli due guardie foposto della civiltà, l’unica restali a cavallo con altri possibilità per imparare a due cavalli liberi. leggere e a scrivere per Raffaele fu ricompenmolti bambini, l’unica spe- sato con uno zaino pieno ranza di riscatto per una di caramelle, cioccolate e vita migliore. gomme da masticare. Poi Raffaele ci fece veQuei due americani dere una lapide ancora erano venuti a fare il affissa alla parete, con primo sopralluogo per la dedica al giovane aviere Base NATO di JacotenenStefano Caizzi. te. Ci fece anche notare che Di lì a poco incominciaparte della scritta era sta- rono a Vignanotica gli ta scalpellinata per can- sbarchi dei materiali e in cellare qualcosa. Foresta i cantieri per la Ci disse: “Il maestro costruzione. Raffaele, a Mazzone fece cancellare il missione compiuta, tornò simbolo del fascio e l’anno a scuola di corsa, col dell’Era Fascista”. fiatone spalancò la porta, Continuò a raccontare aprì lo zaino, buttò in aria tutto il contenuto e nell’euforia generale gridò ai compagni: “Manget uagliù”. Per la cronaca: Cariglia Ludovico (Vieste 1.10.1922 – Foggia 4.6.2005), cugino di mia madre, si trasferì a Foggia dove insegnò fino alla pensione. Mazzone Pasquale (Vieste 21.9.1922 – 23.12.2001) insegnò a Sagro per più di un anno scolastico prima di diventare di ruolo a Vieste. Caizzi Stefano (Vieste 22.1.1873 – 17.2.1957), aviere, si distinse nella I guerra mondiale. Guerra Raffaele, nato a Mattinata il 21.6.1944 è guida ufficiale del WWF. Nell’Archivio Storico delle Scuole Elementari di Vieste (recuperato a Vico del Gargano dagli insegnanti Santino Iannoli e Matteo Siena e custodito oggi da Lorenzo Vescera) risulta che la scuola rurale di Sagro chiuse i battenti nell’anno scolastico 1962 -63. Le insegnanti donne furono di gran lunga superiori agli uomini. 17 Come nascono i gigli Sandro Troiano L ’associazione musicale e culturale Nuova Diapason è una realtà presente sul nostro territorio dal 1997. Nasce con l’intento di promuoverne lo sviluppo culturale attraverso l’organizzazione di eventi per i nostri concittadini e per i turisti che annualmente visitano la nostra città. Il suo direttivo è attualmente composto dal M° Maria Candelma (pianista, didatta e docente di musica nella Scuola Sec di 1° grado), dal Dott. Pietro Loconte (pianista, direttore di coro e Dirigente Scolastico della Scuola Sec di 1° grado Alighieri-Spalatro di Vieste, dal M° Giuseppe Coco (clarinettista e docente presso il Conservatorio U. Giordano di Foggia), dal M° Michele Bottalico (cantante e attore di musical). E’ un’associazione a vocazione didattica e concertistica, in grado di coagulare attorno a sé professionalità che si dedicano alla musica con passione. Ecco le nostre domande ai suoi responsabili per conoscere le proposte alle quali sarebbe il caso di prestare maggiore attenzione. Dott. Loconte, cosa è stato organizzato nel corso di questi anni? Nel corso di questi 17 anni sono stati organizzati oltre 200 concerti di musica classica con la partecipazione di musicisti di fama nazionale ed internazionale nell’ambito della Rassegna Concertistica “Giugno in Concerto”, serate a tema e concerti-aperitivo, corsi di perfezionamento musicale, il Concorso Nazionale di musica “Città di Vieste” in collaborazione con l’Ente locale e le associazioni presenti sul nostro territorio. C’è una scuola di musica? Certamente. Al suo interno è presente un’avviata Scuola di musica con docenti competenti ed esperti per le classi di: pianoforte, strumenti a fiato, canto, chitarra, percussioni, propedeutica musicale per bambini in età pre-scolare. Molti degli alunni della Scuola hanno raggiunto brillanti risultati negli Esami in Conservatorio, in Concorsi nazionali di musica e nella partecipazione alla fase nazionale del concorso canoro Zecchino d’oro. M° Maria Candelma, quali sono le iniziative di quest’anno? Quest’anno l’Associazione intende promuovere iniziative anche nei mesi invernali attraverso la formula dei concerti-aperitivo, da tenersi all’interno delle strutture turistiche maggiormente sensibili alle tematiche culturali. Nel mese di settembre si è tenuto un bellissimo concerto-aperitivo presso l’Hotel Pizzomunno con la partecipazione della cantante lirica Ripalta Bufo, nota al grande pubblico per la partecipazione alla finale del seguitissimo programma televisivo “Italia’s got talent”. Il 25 ottobre è stata la volta della violinista e cantante H.E.R, artista a 360 gradi, collaboratrice ed autrice di canzoni per artisti come Teresa De Sio e Donatella Rettore, attrice di teatro in giro per i principali teatri italiani con lo spettacolo D.A.P. che è stato in programmazione per quasi un mese al Teatro Brancaccio di Roma. Come pensate di coinvolgere la gente? L’Associazione è pronta alla collaborazione con quanti hanno in animo la promozione della cultura sul nostro territorio. 18 Quando si dice … la passione! Nino Patrone T ra le attività sociali che alcuni soci della LNI Vieste amano seguire è certamente il ballo. Non sono pochi i soci che con operosità e solerzia dedicano parte del loro tempo libero a fare quattro salti, dapprima per curiosità, talvolta sollecitati da una coppia amica. Ma una volta iniziato la voglia cresce, si vedono progressi, si prende confidenza, si partecipa attivamente, si segue con molta attenzione, si comincia ad inventare… Diversi sono i lati positivi. Proviamo ad elencare alcuni. Il ballo aumenta la capacità di concentrazione, sviluppa quelle motorie, aiuta a perdere peso e rafforzare le ossa. Nel contempo sviluppa capacità di autostima e aiuta a socializzare. Si tratta di uno spasso, uno svago piacevole e dilettevole ma anche di un impegno che richiede diligenza. Alla LNI Vieste con frequenza settimanale, Sandro e Battista, tra i pionieri, con le rispettive mogli Luisa e Cristina, del ballo, attività sociale molto seguita dai soci della LNI Vieste. nei mesi non estivi, coppie di soci hanno degli incontri conviviali che terminano in serate danzanti. L’occasione è positiva perché consente di frequentare con più assiduità la sede e lasciare la vita sedentaria per qualche ora di piacevole movimento e socializzazione. Sono ormai diversi anni che questi eventi si organizzano e tra le prime coppie citiamo: Luisa e Sandro, Mariella e Silvio, Liviana e Giovanni, Cristina e Battista, Angela e Dino, Antonella e Michele, Lucia e Dino, Lella e Francesco. Alcune coppie hanno continuato a frequentare le serate danzanti. Quando si dice … la passione! Abbiamo intervistato il socio Battista Troia, per conoscere la sua personale esperienza. Da quanto tempo frequenti le serate danzanti presso la nostra sezione? Sono ormai sei anni che partecipo con mia moglie con molta passione e interesse. Avevi fatto precedenti esperienze? No. Non ho mai partecipato a siffatte performance. Naturalmente in gioventù mi piaceva divertirmi con gli amici, tant’è che 19 ero proprietario e gestore di un club privé, il PAT 69, con il quale ho iniziato l’attività nel ’69. Tra gli assidui frequentatori ricordo Piero, Aristide, Enzo, Emilio, Croce, Sante, Angelo, Massimo, solo per citare alcuni. E’ risultata decisiva la spinta della moglie o di un amico? E’ stato grazie all’amico Michele De Leo che mi ha spronato e spinto a questa attività che oggi mia moglie ed io riteniamo indispensabile per il no- stro vivere quotidiano. Quali tipi di ballo si praticano durante le serate danzanti? Tutti i vari tipi. Balli di sala (rumba, valzer lento e viennese, tango, cha cha cha, mazurka), balli di gruppo (hully gully), balli latino-americani (bachata, salsa, merengue). Dedichi a questa attività altro tempo oltre a quello presso la LNI? Purtroppo non me lo posso permettere, perché oltre al tempo dedi- cato alla famiglia e al mio lavoro, altro tempo libero mi viene sottratto dall’amico regista e quasi parente Sandro Troiano. Comporta sacrifici per coloro che si avvicinano per la prima volta al ballo? Penso proprio di no. Ci vuole determinazione, poi la disponibilità del/ della partner e una buona dose di unità d’intenti, oltre naturalmente al tempo libero. Attività sociale alla LNI Vieste Domenica 7 dicembre presso la sala della LNI Veste il socio Franco Ruggieri ha promosso l'incontro per la proiezione del video del viaggio "Irlanda oltre ogni immaginazione". Soci e amici hanno potuto ammirare e/o rivivere le bellezze dei paesaggi irlandesi e gettare le basi per i prossimi favolosi viaggi organizzati da Franco, una boccata di ossigeno, nel suo tempo libero, quando possibile, ... lontano da dichiarazioni e tasse. Giorgio aspetta al bar soci e amici, con musica, TV, internet, per una degustazione di long drink, cocktail e birre speciali, tutti i giorni tranne il lunedì, secondo il seguente orario: giorni feriali dalle 8:00 alle 13:00 e dalle 15 alle 22:00; giorni festivi: dalle 8:00 alle 13:30 e dalle 15 alle 23:00. Per programma eventi, prenotazioni ed informazioni telefonare a 0884702698 Nei primi giorni di ottobre alla LNI Vieste si è tenuta una manifestazione diversa dal solito, la Vieste Bierfest, con apertura di stand gastronomici di cucina tipica bavarese e degustazione di birra tedesca. Gli avventori sono stati allietati dall’esibizione di gruppi musicali live: Ledio and The Groove Brothers (blues), Kriss 'n' Gang (rock), Gipsy Duo (folk). 20 Una testimonianza di affetto per Vieste T ante volte mi sono chiesto perché ogni anno sento il bisogno di venire a Vieste, anche per pochi giorni, di vedere quei luoghi meravigliosi ormai per me familiari, l’aria piacevole, il mare pulito e amici da rivedere dopo un anno. Certo, ci sono tante altre località da scoprire, esperienze da vivere, ma da quarantacinque anni sono sempre stato presente a Vieste. La risposta è in una sola parola che sintetizza tutto: “Armonia”. Quando si incontrano emozioni vissute da bambino, quando apprezzi il paesaggio piacevole, i momenti felici con genitori e fratelli, quando condividi la stessa gioia con la fidanzata e, formando una famiglia, ti accorgi che sia la moglie che i figli non vedono l’ora di passare le vacanze a Vieste, allora ti rendi conto che è stato un percorso importante della tua vita. Tutto incominciò circa 45 anni fa quando mio padre, il musicista Rico Garofalo, per avere la Il maestro Rico Garofalo a Pugnochiuso dove ha suonato dal 1966 al 1989 sua famiglia più da vicino, affittò una casa a Vieste nei pressi della Rosticceria Scirocco, in quanto lavorava come pianista per l’intera stagione artistica a Pugnochiuso. Da quel momento Vieste è stata la nostra seconda città, non solo per la mia famiglia ma soprattutto per mio padre, il Maestro Rico Garofalo che l’ha amata tanto da essere uno degli autori della bellissima canzone ad essa dedicata “Vieste sei bella”, portata alla notorietà dal cantante Bruno Castiglia. Rilascio volentieri questa piccola testimonianza ringraziando soprattutto la disponibilità e la cortesia dei residenti di Vieste, tra cui la famiglia Patrone alla quale esprimo tutta la mia stima, che sicuramente hanno contribuito a rendere speciale la mia permanenza a Vieste. Riccardo Garofalo un’amica che ti fa conoscere il mare Lega Navale Italiana ecologia, sport nautici, cultura marinaresca www.leganavale.it