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Società e Costume Storia della Moda Il Cinquecento si chiude con una serie di tensioni internazionali, Il Seicento causate da tensioni religiose e dalla politica come ci appaiono alcune figure del Caravaggio e intransigente del sovrano di Spagna Filippo II, dell’arte fiamminga. Si nota subito come, sebbene paladino della Controriforma, coinvolgendo ci sia continuità, i canoni estetici del periodo tutte le grandi potenze europee, che aspiravano a precedente siano stati largamente superati e/o ricoprire quel tanto auspicato ruolo di predominio modificati. Anche l’abbigliamento subisce quelle nel vecchio continente. Molti piccoli Stati lottano naturali trasformazioni dovute a fattori diversi, per l’indipendenza, come le Province Unite dei quali economia, tecnica, dominazioni, materiali, Paesi Bassi, altri ancora, come la potenza spagnola, strumenti, clima. Si è detto che il Seicento è il sono in netto declino a causa dei numerosi conflitti secolo delle estreme contraddizioni: da una parte, sostenuti e di un mancato investimento produttivo guerre, crisi, peste, miseria; dall’altra, declino della potenza spagnola delle ingenti risorse arrivate dal e affermazione nuovo mondo. Il Seicento appare della monarchia subito come il secolo delle grandi parlamentare crisi (economiche, politiche e inglese, il cui sociali): si pensi alla guerra dei culmine sarà trent’anni (1618 – 1648) e alla peste la gloriosa che imperversano in tutta l’Europa rivoluzione, e di e che hanno letteralmente decimato quella francese la popolazione. I sovrani, per far indirizzata verso fronte al grande indebitamento l’assolutismo. pubblico, ricorrono all’inasprimento Saranno proprio fiscale sfinendo totalmente i pochi questi aspetti a contribuenti. Quasi ossimoro, cioè, caratterizzare apparente contraddizione, sotto l’abbigliamento l’aspetto scientifico, invece, il e la moda che secolo si presenta alquanto prolifico si diffondono in e produttivo: molti strumenti tecnici tutti quei paesi e scientifici, in uso ancora oggi, sono direttamente stati inventati e costruiti nel ‘600. Caravaggio: La chiamata di S. Matteo. interessati dagli Tutte le discipline, dalle scienze della natura a quelle teoretiche, si danno uno statuto eventi sopra citati. La moda spagnola si è diffusa autonomo e un metodo di ricerca sperimentale soprattutto nei paesi dominati dai discendenti di rigorosamente verificato. Inoltre, il Seicento pone Carlo V, Italia meridionale e ducato di Milano, le basi per le rivoluzioni del secolo successivo dove l’attività tessile era già florida come nell’alta e per il riconoscimento dei diritti della persona. Toscana. Il primo capo d’abbigliamento, che L’arte, in particolare, in ogni sua espressione e manifestazione, conquista scene di primo ordine: solitamente colpisce anche l’osservatore poco pittura, scultura, architettura, musica, filosofia e attento, è il cappello, utilizzato sia dalle donne sia letteratura creano capolavori che nulla hanno da dagli uomini. Fin dall’antichità si è sempre usato invidiare a quelli del Rinascimento. La ritrattistica un copricapo per proteggersi dalle intemperie o ci introduce in un mondo molto reale e vicino a chi dal sole; bisogna, però, aspettare il Quattrocento l’osserva, cioè, nient’affatto idealizzato. Ecco allora per arrivare alla comparsa del cappello con la falda o tesa o ala1 e che fungeva particolarmente da accessorio estetico (si pensi, un attimo, ai cappelli dei Moschettieri o a quello calzati dai Bravi di manzoniana memoria). Altri due elementi, molto usati nel Seicento, sono la gorgiera e la cravatta. La prima, comune a uomini e donne, chiamata così perché era parte dell’armatura che serviva a proteggere la gola, successivamente ha avuto una funzione meramente estetica ed era costituita da un collare rigido Ignoto: sostenuto da stecche dama con gorgiera; disposte a forma di arte fiamminga XVI sec. ventaglio. La cravatta era un accessorio dell’abbigliamento militare, formata da una specie di sciarpa lunga intorno al collo, indossata dai cavalieri croati (da cui il nome, dal francese croate) assoldati da Luigi XIV. Le caratteristiche g e n e r a l i dell’abbigliamento seicentesco sono le stesse peculiarità che assume l’arte nel secolo della scienza. Il movimento culturale tipico è il Barocco (dal portoghese barrueco, termine che indicava una perla non coltivata, asimmetrica), sinonimo di estrosità e fantasia, di abbondanza di particolari e di fronzoli. Cercava soprattuto di suscitare stupore. Il Barocco assume caratteristiche locali, a seconda dell’area di diffusione, e si arricchisce di elementi sempre nuovi e di una concezione sempre più laica della scienza e delle diverse discipline. La fantasia si evidenzia anche nella moda, specchio del tempo, che riflette tutti i cambiamenti e le innovazioni. L’abbigliamento maschile supera quello femminile per sfarzo e vistosità, costituito da larghe brache, chiuse da un fiocco al ginocchio, da una giubba che copre tutto, stretta alla vita e larga nell’estremità inferiore, da polsini di merletto veneziano che fuoriescono dalle maniche, da un corto mantello, indossato a mo’ di cappa, e da stivaloni con ampi risvolti nel gambale superiore. Il cappello è per lo più di feltro e piumato, espressione di vivacità e di spensieratezza. Completavano il tutto i baffi, il pizzetto e la mosca (ciuffetto di barba sotto il labbro inferiore). Per le donne compare soprattutto il corsetto o busto, a risaltare l’esilità del corpo che ampie vesti ricoprono interamente dalla vita al tallone. Spesso un trucco molto marcato appesantiva le fattezze del viso e delle parti del corpo libere. L’abbigliamento femminile, in ogni caso, risente per il momento dello spirito della Riforma e della Controriforma. Altri elementi ancora fanno apparizione nel ‘600: la casacca e la parrucca bionda riccioluta (quest’ultima ancora in uso, fino a qualche mese fa, nelle corti di giustizia inglesi). Il Seicento è sinonimo di moda francese che si diffonde in tutta Europa, a causa dell’imposizione ai nobili dell’abbigliamento voluto da Luigi XIV, il Re Sole, e seguito nelle corti di tutti gli altri Stati. La nobiltà, totalmente sottomessa ai capricci del re, viveva in modo fittizio nella splendida corte di Versailles, ove trascorreva il tempo in inutili formalismi ed etichette, sottratta ad ogni influenza politica e decisionale. Questo genere di vita diventa simbolo di sontuosità e di appariscenza: era motivo di vanto e di onore essere ammessi a guardare il re mentre pranzava. Come sempre, però, la storia è scritta dai vincitori, cioè documenti e testimonianze riguardano solo P. Rubens e la moglie l’abbigliamento (1609-1610) dei ricchi e delle classi sociali benestanti. I popolani continuano a indossare abiti rimediati o quantomeno tessuti e cuciti alla buona in casa e con materiale direttamente prodotto e lavorato, come la lana o le fibre vegetali o animali. Si pensi alla descrizione degli abiti da festa di Renzo e Lucia, lasciataci dal Manzoni nel suo romanzo, che, pur risultando di certa fattura, non possono essere confrontati con quelli signirili, anche se, rispetto ai vestiti dei contadini, sono più raffinati. Si ricorda che I Promessi Sposi sono ambientati nel Seicento e che i protagonisti vivono su territori influenzati, non solo economicamente, dalle filande dall’industria tessile del tempo. Michele Ciliberti 1 Sembra che il primo a sfoggiare tale cappello sia stato CarloVIII di Valois in visita a Roma.