produzione di vini rossi di qualita` con due nuovi ceppi di
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POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 1 PRODUZIONE DI VINI ROSSI DI QUALITA’ CON DUE NUOVI CEPPI DI LIEVITO ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE Giuseppe POLIZZOTTO1-2, Sabina DI MAIO1-3, Antonella VERZERA4, Gianluca TRIPODI4, Antonio SCACCO5, Carmela Maria LANZA5, Daniele OLIVA1 1 Istituto Regionale della Vite e del Vino – Regione Siciliana – Palermo Dottorato di Ricerca in Biologia Applicata ai Sistemi Agroalimentari e Forestali – Università Mediterranea di Reggio Calabria 3 Dottorato di Ricerca in Alimentazione e Nutrizione Umana – Università di Palermo 4 Dipartimento di Chimica Organica e Biologica – Università di Messina 5 Dipartimento di Ortofloroarboricoltura e Tecnologie Agroalimentari- Università di Catania 2 Lavoro presentato ad Enoforum 2009, 21-23 aprile 2009, Piacenza, Italia L’esigenza di portare alla luce e sperimentare nuovi ceppi di lievito con caratteri enologici di valore industriale nasce dal grande interesse di mercato per vini che caratterizzino le aree di produzione e per specifici ceppi di lievito che producano componenti fermentative del bouquet del vino. Sono stati presi in esame due nuovi ceppi di Saccharomyces cerevisiae, isolati in antichi palmenti della Sicilia sud-orientale, caratterizzati microbiologicamente e molecolarmente, e studiati per la loro capacità di produrre vini rossi. Entrambi i ceppi di lievito producono vini rossi di alta qualità, ma con caratteristiche peculiari rispetto a ceppi di lievito commerciali isolati in altre aree geografiche. Tali ceppi, esaminati per la modalità di sviluppo, il vigore fermentativo, la resistenza alla solforosa, il potere fermentativo, l’attività killer, la formazione di spore, la produzione di acido acetico, di acido solfidrico, della ß-glucosidasi e l’assorbimento degli antociani, sono stati utilizzati come starter in fermentazioni da 100 L di mosto proveniente da uve Nero d’Avola e Frappato e, dai controlli microbiologici giornalieri e dalle analisi molecolari finali, è emersa la loro capacità di prendere possesso delle fermentazioni. L’alta qualità dei vini prodotti è confermata dai principali parametri enochimici e dalle analisi sensoriali e gas-cromatografiche che hanno individuato i diversi descrittori e le molecole volatili responsabili dell’aroma. INTRODUZIONE In enologia, l’utilizzo di colture starter di lievito assicura un adeguato controllo della fermentazione alcolica del mosto ed attualmente è disponibile sul mercato un’ampia varietà di ceppi Saccharomyces cerevisiae disidratati, capaci di prendere il sopravvento sui lieviti nativi del mosto ed eliminare i rischi legati allo sviluppo di specie potenzialmente dannose per la qualità del vino. Tuttavia alcuni autori sostengono che, come starter per la produzione vinicola di quelle regioni da molti anni note per la qualità dei vini, sia preferibile utilizzare lieviti indigeni isolati nella stessa area (Moreno et al., 1991). E’ comunque ampiamente riportato in letteratura che ceppi diversi di S. cerevisiae sono capaci di produrre differenti quantità di composti secondari e quindi determinare caratteristiche aromatiche desiderabili o sgradevoli nel vino (Cabrera et al., 1988; Giudici et al., 1990; Romano et al., 1993 e 1994; Henschke, 1997; Pretorius, 2000) ed il benefico contributo dei lieviti diventa più significativo quando le colture starter sono capaci di ottimizzare la qualità della cultivar impiegata nel processo di vinificazione. Infatti l’inoculo di lieviti selezionati nei mosti da fermentare è più conveniente se le principali caratteristiche aromatiche del vino, e dipendenti dalla cultivar, vengono esaltate dal fermento. L’Istituto Regionale della Vite e del Vino (IRVV) della Sicilia ha isolato più di 900 cloni di lievito S. cerevisiae da campioni di mosto a fermentazione spontanea provenienti dal territorio dell’isola, con lo scopo di studiare e preservare la biodiversità di queste popolazioni indigene ed anche di identificare ceppi di lievito promettenti per l’impiego nella produzione enologica siciliana. Questa collezione di lieviti è caratterizzata da un’elevata variabilità genetica e la determinazione di alcuni caratteri fenotipici, fondamentali nella selezione di lieviti per enologia, ha rivelato la presenza di numerosi ceppi potenziali ottimi fermentatori (Di Maio et al., 2009): uno di questi ceppi è dal 2006 commercializzato sotto forma di lievito secco attivo ed ha dato ottimi risultati nella produzione di vini Nero d’Avola e di altre varietà a bacca nera (Di Maio et al., 2006; Oliva et al., 2006). WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 2 Nel presente lavoro viene descritto l’utilizzo in vinificazioni sperimentali di due lieviti della collezione IRVV, i ceppi B2-25 e B2-48, contraddistinti dai valori positivi di alcuni importanti caratteri enologici. Questi ceppi mostrano in particolare elevati valori di vigore fermentativo, di resistenza alla solforosa e di potere fermentativo, bassa produzione di acido acetico e basso assorbimento degli antociani. La fermentazione di uve autoctone siciliane con lieviti della medesima origine territoriale ha consentito di valutarne l’impatto sulle caratteristiche organolettiche dei vini ed in particolare sul loro profilo aromatico e sensoriale. MATERIALI E METODI Ceppi di lievito In questo lavoro sono stati impiegati due ceppi di lievito, B2-25 e B2-48, provenienti dalla collezione di lieviti ad uso enologico dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino (IRVV) della Regione Siciliana, e come riferimento due ceppi di Saccharomyces cerevisiae commerciali (qui indicati con le sigle LC1 ed LC2) isolati in differenti aree geografiche. Tutti i lieviti sono stati mantenuti a 4°C in tubi a becco di clarino sul terreno Sabouraud Dextrose Agar (Oxoid) arricchito con l’1% di Yeast Extract (Oxoid). Il DNA dei due ceppi B2-25 e B2-48 è stato estratto secondo il metodo descritto da Querol et al. (1992) e quindi impiegato per la reazione di PCR in un volume finale di 25 µL. Per la reazione di amplificazione sono stati utilizzati i primers ITS1 (5’–TCCCCCCGTAGGTGAACCTGCGG-3’) ed ITS4 (5’-TCCTCCGCTTATTGATATGC-3’) come descritto in Granchi et al. (1999). Quindi un’aliquota dei prodotti di PCR è stata digerita con 3 U dell’endonucleasi di restrizione Hae III. Per tutti e due i ceppi sono stati ottenuti quattro frammenti rispettivamente di 320, 225, 180 e 145 bp, tipici delle specie Saccharomyces cerevisiae e Saccharomyces paradoxus. Per distinguere ulteriormente tra queste due specie è stata realizzata una PCR specie-specifica con i primers SC1 (5’-AACGGTGAGAGATTTCTGTGC-3’) ed SC2 (5’-AGCTGGCAGTATTCCCACAG-3’) in accordo a Sabaté et al. (2000). Vinificazioni Le vinificazioni sperimentali sono state realizzate durante la vendemmia 2006. Le uve Nero d’Avola provenivano da un campo sito in contrada Ceuso (Salemi, TP), mentre quelle di Frappato da un campo sito in contrada Puntaloro (Ispica, RG). Le uve, trasportate presso la Cantina Sperimentale dell’IRVV, in Marsala (TP), sono state sottoposte a diraspapigiatura ed i mosti ottenuti sono stati solfitati (5 g hl-1) e sottoposti ai controlli enochimici elencati in tabella 1. La pigiatura delle uve di ogni varietà ha prodotto un’unica massa di mosto che è stata suddivisa in quattro aliquote da 100 l, ciascuna poi inoculata con la coltura liquida di uno dei quattro ceppi di lievito. Le colture pure dei quattro ceppi di S. cerevisiae sono state realizzate tramite premoltiplicazione in mosto (20° brix, pH 3,20) ottenuto dalla diluizione di mosto concentrato (inoculo al 5% v/v). Le fermentazioni sono state condotte con macerazione delle bucce alla temperatura di 25°C. Durante la fermentazione sono stati effettuati quotidianamente controlli della quantità di zuccheri presenti, attraverso misurazione densitometrica del grado babo, controlli della temperatura e controlli microbiologici. Le fermentazioni sono durate otto giorni per tutti i vini. A fermentazione alcolica ultimata si è proceduto alla svinatura: campioni di fecce dal fondo del recipiente di fermentazione sono stati immediatamente criopreservati per lo svolgimento delle successive analisi molecolari, utili ad identificare i lieviti presenti alla fine del processo fermentativo. In tutti i vini è stato eseguito, nelle stesse condizioni, un inoculo con un preparato commerciale di batteri lattici Oenococcus oeni (Viniflora Parametro enochimico Nero d’Avola Frappato °babo 18,0 17,8 pH 3,43 3,45 6,00 7,30 1,47 1,74 0,00 0,03 0,00 0,06 0,26 0,36 0,56 0,70 3,0 0,6 157 216 Acidità totale -1 (g l ) Acido malico -1 (g l ) Acido lattico -1) (g l Acido succinico -1 (g l ) Acido citrico -1 (g l ) Glicerolo -1 (g l ) Acetaldeide -1 (mg l ) APA Tabella 1. Parametri enochimici determinati nei mosti di Nero d’Avola e Frappato prima dell’inoculo dei lieviti. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 3 Oenos, Chr Hansen) secondo le istruzioni del produttore; alla fine della fermentazione malolattica, sono stati aggiunti 3 g hl-1 di anidride solforosa. Campioni di vino sono stati raccolti da ciascun fermentino prima e dopo la malolattica, per le successive analisi enochimiche. Dopo un ulteriore travaso ed un’ultima aggiunta di anidride solforosa (3 g hl-1), i vini sono stati imbottigliati nel marzo dell’anno successivo la vendemmia. Controlli microbiologici Quotidianamente campioni dei mosti in fermentazione sono stati diluiti in acqua peptonata sterile (0,1% Bacteriological Peptone, Oxoid) ed inoculati in doppio in WL Nutrient Agar e Agar-Lisina (Oxoid) (Pallman et al., 2001; Cavazza e Poznansky, 1998). Ulteriori controlli microbiologici su WL Nutrient Agar e Agar-Lisina (Oxoid) e su Tomato Juice Agar (Fluka) sono stati eseguiti subito prima dell’imbottigliamento per controllare che non si fossero sviluppate in un secondo momento popolazioni di microrganismi in grado di alterare il bouquet dei vini (Cavazza e Poznansky, 1998). Controlli molecolari L’analisi dei polimorfismi di lunghezza dei frammenti di restrizione del DNA mitocondriale (mtDNA RFLP) dei lieviti è stata condotta su campioni di fecce raccolti dopo il primo travaso dal fondo di ogni fermentino. Il protocollo seguito è quello descritto da Querol et al., 1992, ma le precolture dei campioni di fecce sono state preparate in YPD (estratto di lievito 10 g l-1, peptone 20 g l-1, glucosio 20 g l-1) con tetraciclina (30 ppm) per inibire lo sviluppo di eventuali batteri. Il DNA totale di lievito è stato digerito con l’endonucleasi di restrizione Rsa I (Biolabs), secondo le istruzioni del produttore. I frammenti molecolari sono stati separati tramite elettroforesi orizzontale su gel d’agarosio allo 0,7% (w/v) in TBE 0,5X, utilizzando come marcatore di peso molecolare l’1 kb DNA ladder (Promega). Al termine della corsa, il gel è stato colorato con etidio bromuro (0,5 µg ml-1) e illuminato con un transilluminatore a raggi ultravioletti. L’immagine fluorescente è stata acquisita tramite il sistema Gel Doc 2000 (Biorad), utilizzando il software Quantity One (Biorad). Analisi enochimiche dei vini Il grado alcolico, la densità, il pH, l’acidità volatile, gli zuccheri riducenti, l’anidride solforosa totale e libera, gli estratti, il contenuto di polifenoli totali, di antociani e di flavonoidi totali, e le caratteristiche cromatiche dei vini (intensità e tonalità) sono stati determinati in accordo ai Metodi Ufficiali CEE (CEE, 1990). Gli acidi malico, lattico, succinico, citrico, il glicerolo e l’acetaldeide dei vini sono stati determinati utilizzando appositi kit enzimatici (Diffchamb e Boehringer) secondo le istruzioni dei produttori. Analisi dei composti volatili mediante HS-SPME/GC-MS 20 ml di vino in una vial da 40 ml munita di valvola “mininert” (Supelco, Bellefonte, PA, USA); fibra, DVB/CAR/PDMS; spessore del film, 50/30 µm (Supelco, Bellefonte, PA, USA); tempo di equilibrio, 15 min; tempo di assorbimento, 30 min; temperatura di equilibrio e di adsorbimento, 30 °C; tempo di desorbimento all’interno di un iniettore splitless, 3 min a 260 °C. Per l’analisi dei composti volatili, gas-cromatografo Varian 3800; spettrometro Varian Saturn 2000 (Varian Spa, Milano, Italy); colonna capillare, CP-Wax 52 CB, 60 m, 0,25 mm, 0,25 µm (Chrompack Italy, s.r.l. Milano, Italy); temperatura del forno, 45 °C (5 min) a 80 °C a 10 °C/min, ed a 240 °C a 2 °C/min; gas di trasporto, elio alla pressione costante di 10 psi; transfer line, 250 °C; acquisizione, 40-200 m/z; velocità di scansione, 1 µm sec-1. Ciascun composto è stato identificato utilizzando spettri di massa (libreria NIST (NIST 92), USA), indici di ritenzione lineare (IRL), confronto con dati di letteratura ed iniezione di standard. La ripetibilità del metodo è stata determinata mediante tre diverse analisi dello stesso campione; l’area ottenuta per ciascun composto è stata determinata su tre repliche ed è stato calcolato il coefficiente di variazione che è risultato <10% per la maggior parte dei composti identificati (Verzera et al., 2008). Analisi sensoriale dei vini I profili sensoriali (UNI 10957, 2003) dei vini ottenuti dalle uve Frappato e Nero d’Avola è stato definito mediante due panel di giudici addestrati (ISO 8586-1, 1993) di età compresa tra i 20 e i 23 anni, in diverse sedute. Il panel per la valutazione del Frappato era formato da 9 giudici (3 maschi e 6 femmine), quello per il Nero d’Avola da 13 giudici (5 maschi e 8 femmine). Durante le sedute preliminari, sulla base della frequenza (%) di citazione dei termini utilizzati, i giudici hanno WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 4 selezionato due differenti set di descrittori: 10 descrittori per il Frappato e 13 per il Nero d’Avola. Tutte le valutazioni sono state effettuate tra le 10 e le 12 in cabine individuali (ISO 8589, 1990), illuminate con luce bianca. Sono stato serviti 30 ml di ciascun vino alla temperatura di 22±1 °C (temperatura ambiente) in bicchieri (ISO 3591, 1977) codificati con numeri casuali a tre cifre e coperti per prevenire eventuali perdite di composti volatili. I descrittori sono stati quantificati utilizzando una scala di intensità a nove punti (UNI ISO 4121, 1989) con un range dalla più bassa intensità (valore 1) alla più alta (valore 9). Ciascun campione è stato valutato in triplo, randomizzandone l'ordine di presentazione tra giudici e sedute. Ai giudici è stata fornita acqua per risciacquare la bocca tra un campione e l’altro. I dati sono stati registrati da uno specifico software per l’analisi sensoriale (FIZZ, versione 2.20H, Couternon, F). RISULTATI E DISCUSSIONE Analisi molecolari dei ceppi B2-25 e B2-48 Per confermare l’appartenenza dei due ceppi alla specie Saccharomyces cerevisiae, determinata precedentemente con metodi microbiologici (Di Maio et al., 2009), sono state applicate due diverse metodiche. La prima si basa sull’amplificazione delle regioni ITS del DNA ribosomale e la successiva digestione con l’endonucleasi di restrizione Hae III (fig. 1) (Granchi et al., 1999). La seconda amplifica una sequenza del DNA ribosomale con primers specie-specifici (fig. 2) (Sabaté et al., 2000). Entrambe le metodiche hanno dimostrato che i due ceppi appartengono alla specie Saccharomyces cerevisiae. 1 2 3 4 5 bp 766 500 350 300 250 200 150 100 75 50 Figura 1. Analisi di restrizione degli ampliconi delle regioni ITS (ottenuti con i primers ITS1 e ITS4) dei ceppi B2-25 (corsia 1) e B2-48 (corsia 2) con l’endonucleasi Hae III. Corsia 3: amplicone digerito del ceppo di riferimento S. cerevisiae 6167 DIPROVAL. Corsia 4: amplicone digerito del ceppo di riferimento S. bayanus 6167 DIPROVAL. Corsia 5: marcatore di peso molecolare Low Molecular Weight DNA Ladder. 25 Figura 2. Elettroforesi su gel d’agarosio degli ampliconi delle regioni ITS dei ceppi B2-25 (corsia 2), B2-48 (corsia 3) e dei controlli S .cerevisiae 6167 DIPROVAL (corsia 4), S. bayanus 11719 DIPROVAL (corsia 5) e DNA-free (corsia 6) ottenuti con i primers SC1/SC2. Corsie 1 e 7: marcatore di TM peso molecolare GeneRuler 100 bp DNA Ladder Plus. Andamento delle fermentazioni Durante la vendemmia 2006, i ceppi di lievito B2-25 e B2-48 della collezione IRVV, e due lieviti commerciali di riferimento (qui indicati con le sigle LC1 e LC2) sono stati inoculati in mosti delle cultivar siciliane a bacca nera Nero d’Avola e Frappato. I controlli microbiologici delle fermentazioni WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 5 sperimentali hanno dimostrato il rapido sopravvento dei lieviti Saccharomyces starter sulle popolazioni di lievito native (fig. 3). Nelle fermentazioni di Nero d’Avola, i lieviti Saccharomyces hanno raggiunto il loro livello massimo di crescita, prossimo a 108 ufc ml-1, con un giorno di anticipo rispetto alle fermentazioni di Frappato. La fase di latenza intercorsa tra l’inoculo del lievito ed il suo affermarsi nel mosto, comunque breve in tutte le fermentazioni, ha ridotto ulteriormente i rischi legati ad un possibile sviluppo dei non-Saccharomyces selvatici, che sono invece andati incontro ad un declino abbastanza rapido. Quindi, a causa della ridotta persistenza di questi lieviti indigeni e della superiorità numerica rapidamente raggiunta dagli starter in tutte le fermentazioni, l’eventuale contributo delle popolazioni non-Saccharomyces alla qualità finale del vino può considerarsi minimo. La durata delle fermentazioni è stata di otto giorni, con valori molto bassi di zuccheri residui nei vini ottenuti. Al fine di controllare che il ceppo responsabile della fermentazione alcolica fosse effettivamente quello inizialmente inoculato (Heard e Fleet, 1985; Querol et al., 1992), controlli molecolari sono stati eseguiti sui lieviti raccolti nei vini a fine fermentazione (fig. 4), dimostrando l’identità dei pattern genetici dei ceppi di lievito ritrovati nelle fecce di fermentazione con quelli dei lieviti starter inoculati all’inizio nei mosti, a conferma della capacità di questi ceppi di condurre l’intero processo fermentativo e di dominare efficacemente la microflora nativa. NERO D'AVOLA B2-25 1.000.000.000 20 18 100.000.000 16 14 10.000.000 10 1.000.000 °babo ufc ml-1 12 8 6 100.000 4 2 10.000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Figura 3. Curve di crescita di lieviti Saccharomyces e non-Saccharomyces, nel mosto di Nero d’Avola inoculato con il ceppo B2-25. E’ indicato anche il relativo consumo degli zuccheri del mosto, espresso come misura del °babo. Gli andamenti delle altre fermentazioni (dati non mostrati) sono analoghi a quello riportato in questa figura. giorni di fermentazione Saccharomyces non-Saccharomyces babo (a) (b) (c) (d) Figura 4. Controlli molecolari (mtDNA RFLP) eseguiti a fine fermentazione nei vini Nero d’Avola (corsie 3) e Frappato (corsie 4), inoculati con il ceppo B2-48 (a), B2-25 (b), LC1 (c) e LC2 (d), rispetto ad una coltura pura dello stesso ceppo (corsie 2). Corsie 1: 1 kb DNA ladder Valutazioni qualitative dei vini sperimentali I lieviti influiscono sia direttamente che indirettamente sulla composizione chimica del vino, in primis trasformando gli zuccheri del mosto in etanolo ed anidride carbonica e poi producendo tutta una serie di composti, generati da vie metaboliche secondarie, che accrescono la complessità e la WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 6 variabilità della natura chimica del vino (Ribèreau-Gayon et al., 2003). Pertanto, nei vini prodotti sono stati determinati alcuni dei principali parametri enochimici (tab. 2 a-b), informazioni indispensabili per conoscere lo standard qualitativo del vino in relazione al ceppo inoculato. Tabella 2. Dati enochimici determinati al termine della fermentazione alcolica (prima della fermentazione malolattica) nei vini Nero d’Avola e Frappato prodotti con i lieviti B2-25 e B2-48 (IRVV) NERO D’AVOLA FRAPPATO e con i ceppi commerciali LC1 e LC2. LC1 LC2 B2-25 B2-48 LC1 LC2 B2-25 B2-48 Alcool % 12,47 12,30 12,38 12,45 12,56 12,40 12,13 12,39 Densità vino 0,9945 0,9943 0,9947 0,9948 0,9959 0,9960 0,9960 0,9963 Densità distillato 0,9836 0,9838 0,9837 0,9836 0,9835 0,9837 0,9840 0,9837 Estratto lordo (g l-1) 27,6 27,6 28,4 28,9 32,0 31,8 31,0 32,5 Estratto netto (g l-1) 26,9 27,1 27,9 28,4 30,3 30,4 29,6 30,9 pH 3,69 3,67 3,62 3,64 3,58 3,54 3,58 3,54 Zuccheri riducenti (g l-1) 1,70 1,56 1,50 1,50 2,70 2,40 2,40 2,70 SO2 totale (mg l-1) 22 21 19 16 30 30 30 29 SO2 libera (mg l-1) 11,0 12,0 12,0 11,0 16,0 14,0 19,8 19,0 Ac. Volatile (g l-1) 0,24 0,17 0,21 0,16 0,19 0,19 0,18 0,18 Ac. Succinico (g l-1) 0,73 0,75 0,71 0,88 0,59 0,72 0,58 0,72 Ac. Citrico (g l-1) 0,31 0,32 0,32 0,32 0,40 0,41 0,42 0,42 Ac. Malico (g l-1) 1,24 1,64 1,88 1,99 1,26 1,31 1,63 1,60 Ac. Lattico (g l-1) 0,11 0,06 0,05 0,03 0,03 0,03 0,03 0,03 Ac. Totale (g l-1) 5,20 6,32 5,97 6,10 6,20 6,50 6,70 6,80 Glicerolo (g l-1) 7,23 8,97 8,24 7,78 7,30 7,50 7,30 8,30 Acetaldeide (mg l-1) 3,0 2,0 3,0 3,0 1,5 0,6 1,6 1,1 Polifenoli totali (mg l-1) 2196 2129 2273 2257 1954 1916 2013 2088 Intensità colorante 9,20 8,84 8,70 9,34 4,22 4,46 4,44 4,70 Tonalità 0,663 0,667 0,616 0,602 0,909 0,906 0,857 0,872 Antociani (mg l-1) 355 350 435 364 89 86 86 88 1734 1648 1747 1705 1594 1474 1483 1610 Flavonoidi totali (mg l-1) WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 7 I valori sono stati in genere paragonabili per i vini ottenuti a partire dallo stesso mosto. Tutti i ceppi hanno lasciato quantità ridotte di zuccheri residui ed il contenuto di etanolo è risultato simile in tutti i vini (12-13%). I valori del glicerolo prodotto dai lieviti IRVV e da quelli commerciali sono stati variabili e compresi tra 7 e 9 g l-1: a tali concentrazioni il glicerolo contribuisce alla viscosità e alla morbidezza del vino, con un effetto positivo sul gusto (Romano, 2005). Il contenuto di acidità totale è stato analogo in tutti i vini (5-7 g l-1) e sono stati bassi i livelli di acidità volatile determinati (intorno a 0,2 g l-1), cui contribuisce principalmente il contenuto di acido acetico prodotto dal lievito durante la fermentazione. Prima della malolattica, i livelli più bassi di acido malico sono stati ritrovati nel vino Nero d’Avola LC1 (1,24 g l-1) ed i più elevati nel vino Nero d’Avola B2-48 (1,99 g l1 ). In genere una diminuzione di acido malico è stata riscontrata nei vini prodotti dai ceppi commerciali (con l’eccezione del Nero d’Avola fermentato dal ceppo LC2), mentre sembra che una certa sintesi di tale composto sia stata effettuata dai ceppi B2-25 e B2-48 nei vini Nero d’Avola, con valori maggiori per il ceppo B2-48 (+35%). La fermentazione malolattica ha abbattuto i livelli di acido malico in tutti i vini, con una riduzione media del 98% nei Nero d’Avola e del 95% nei Frappato (tab. 3). Tabella 3. Dati enochimici determinati al termine della fermentazione malolattica nei vini Nero d’Avola e Frappato prodotti con i lieviti B2-25 e B2-48 (IRVV) e con i ceppi commerciali LC1 ed LC2. NERO D’AVOLA FRAPPATO LC1 LC2 B2-25 B2-48 LC1 LC2 B2-25 B2-48 -1 0,02 0,04 0,05 0,04 0,06 0,08 0,06 0,08 -1 0,94 1,05 1,21 1,30 0,91 1,05 1,25 1,22 -1 4,30 4,20 4,20 4,50 4,50 4,80 4,70 4,90 Ac. Malico (g l ) Ac. Lattico (g l ) Ac. Totale (g l ) Sia nei vini Nero d’Avola che in quelli Frappato si è verificato un corrispondente incremento medio di lattato pari a 1,1 g l-1. Di pari passo alla conversione dell’acido malico in lattico, anche l’acidità totale dei vini ha subito l’attesa riduzione con valori medi del 27% nei Nero d’Avola e del 28% nei Frappato, con conseguente miglioramento dell’equilibrio gustativo. Tutti i vini hanno subito un certo aumento nel contenuto di acido succinico a causa della sintesi operata dai lieviti fermentanti. I valori di acetaldeide sono risultati simili a quelli misurati nei mosti di partenza ed, a queste concentrazioni, non influenzano negativamente il profilo sensoriale del vino. Di recente è stato dimostrato che il contenuto di polifenoli totali (PFT) in un vino e la sua conseguente attività antiossidante varia anche in funzione del ceppo di lievito che ha condotto il processo fermentativo (Caridi et al., 2004). Tutti i composti fenolici rappresentano un’importante risorsa per la sua qualità organolettica e per la salute del consumatore moderato di vino: studi epidemiologici hanno mostrato che un regolare consumo di vino riduce l’incidenza di malattie coronariche, cancro, progressione tumorale, etc. (Meral, 2008). Esistono dei ceppi di lievito in grado di esaltare il contenuto di PFT in un vino, ma la loro azione è fortemente influenzata dalla composizione del mosto. Il contenuto di PFT dei vini Nero d’Avola è stato in media di 2214 mg l-1 e quello dei Frappato di 1993 mg l-1, ma i ceppi IRVV B2-25 e B2-48 hanno sempre prodotto i vini con il maggiore contenuto di questi componenti. Nel corso della fermentazione alcolica i lieviti producono un numero elevato di composti volatili, presenti nel vino in concentrazioni significative. Le analisi SPME-GC-MS condotte sui vini hanno permesso di determinare la composizione qualitativa e quantitativa della frazione volatile. I composti più rappresentati sono esteri, acidi ed alcoli, che insieme agli aromi varietali, concorrono al profilo aromatico del vino (Clemente-Jimenez et al., 2004). Gli esteri costituiscono la classe di sostanze presente in maggiore quantità con un contenuto nei vini rossi sperimentali analizzati di circa 500 mg l-1 (tab. 4); il contenuto complessivo di esteri, tuttavia, è risultato sempre maggiore nei vini fermentati dai lieviti B2-25 e B2-48, che dimostrano una maggiore capacità nella produzione di aromi rispetto ai lieviti commerciali in entrambe le cultivar utilizzate. Tra gli esteri, gli etilici ne rappresentano in media il 92 % e l’88 %, rispettivamente nei Nero d’Avola e nei Frappato. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 8 -1 Tabella 4. Contenuto in esteri (mg l ) nei vini sperimentali Nero d’Avola e Frappato prodotti con i ceppi LC1, LC2, B2-25 e B2-48. NERO D’AVOLA Composti e note aromatiche ottanoato di etile (fruttato, ananas) decanoato di etile (oleoso, fruttato, floreale) esanoato di etile (fruttato, buccia di mela) acetato isoamilico (banana) succinato dietilico (debole, piacevole) dodecanoato di etile (oleoso, futtato, floreale) ottanoato isoamilico (fruttato, ananas, cocco) (Z)-4-decenoato di etile (fruttato, floreale, ananas) esanoato isoamilico (fruttato, banana, mela, ananas) dodecanoato di metile (fruttato) butanoato di etile (mela, kiwi, banana, ananas) 3-metil-butanoato di etile (mela, etereo, vinoso) eptanoato di etile (fruttato, pesca, melone) 2-metil-butanoato di etile (mela, banana, ananas, erbaceo) decanoato di metile (fruttato) linalile acetato (floreale, dolce, cedro, acerbo, bergamotto, lavanda, legnoso) β-etil fenil acetato (floreale, rosa, miele, cera d'api) ottanoato di metile (arancia) FRAPPATO LC1 LC2 B2-25 B2-48 LC1 LC2 B2-25 B2-48 278,08 227,88 302,26 297,46 270,78 288,65 301,86 324,38 94,73 75,03 120,41 102,53 127,96 107,04 60,62 107,71 71,32 66,08 61,94 69,38 48,71 67,06 85,70 91,63 39,31 39,31 34,77 22,94 42,28 51,96 53,33 30,71 16,25 16,57 8,11 15,4 4,72 5,90 3,23 6,18 3,06 2 3,23 3,01 4,90 4,03 1,43 3,41 2,07 2,31 4,4 3,16 3,25 3,58 3,07 2,90 0 1,56 3,94 2,39 3,10 0 3,21 0 1,43 1,92 2,83 2,3 1,72 9,78 2,41 2,45 2,86 0,25 0,46 0,46 2,45 1,83 0,67 2,34 1,45 1,04 0,9 1,08 1,32 1,49 2,32 1,75 0,97 1,23 0,78 0,56 0,44 0,54 1,03 0,60 0,84 0,54 0,69 0,72 1,45 2,04 1,37 0,96 1,11 0 0,4 0,4 0,61 0,61 0,95 0,40 0 0 0,32 0,44 0,62 0 0 0,67 7,65 9,03 10,01 8,45 0,74 4,69 2,29 0,66 2,21 6,26 0,39 0 L’ottanoato di etile (responsabile della nota di fruttato/ananas) è l’estere più rappresentato con una concentrazioni di circa 300 mg l-1 in tutti i vini: tuttavia sempre superiore nei vini ottenuti da mosti fermentati dai ceppi indigeni. I contenuti di esanoato di etile (fruttato, buccia di mela) e di decanoato di etile (fruttato, floreale, oleoso) sono stati anch’essi rilevanti nei vini sperimentali, ma diversi in funzione sia del ceppo che del mosto considerati. Tra gli alcoli, il 3-metil-1-butanolo (tab. 5) è quello prodotto in maggiore concentrazione da quasi tutti i ceppi anche se in quantità diverse; è caratterizzato da un gradevole aroma fruttato che contribuisce, insieme agli esteri, alle note fruttate dei vini. Anche il β-feniletilalcool (floreale, rosa, garofano) è stato prodotto in quantità discrete, soprattutto dal ceppo B2-25 nel Nero d’Avola. La restante parte dei composti aromatici considerati è stata in genere prodotta da tutti i ceppi di lievito in quantità pressoché analoghe nello stesso mosto. La tabella 6 mostra infine il contenuto di terpeni dei vari vini. Da un confronto dei dati non emergono differenze significative relazionabili ai lieviti utilizzati per la fermentazione; tale WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 9 comportamento era prevedibile dal momento che i terpeni, essendo aromi varietali, provengono direttamente dalle uve utilizzate per la vinificazione. -1 Tabella 5. Contenuto in acidi e alcoli (mg l ) nei vini sperimentali Nero d’Avola e Frappato prodotti con i ceppi LC1, LC2, B2-25 e B2-48. NERO D’AVOLA Composti e note aromatiche FRAPPATO LC1 LC2 B2-25 B2-48 LC1 LC2 B2-25 B2-48 3-metil-1-butanolo (fruttato) 107,39 99,29 130,46 104,19 77,54 112,83 112,67 102,71 β-fenil etil alcool (floreale, rosa, garofano) 21,46 3,89 58,62 33,68 14,77 35,05 19,76 305,03 1-esanolo (oleoso, fruttato) 3,14 2,74 2,20 2,57 4,62 0,56 5,37 6,30 1-ottanolo (erbaceo, noce di cocco) 0,57 0,67 0,67 0 0,62 0,37 0,64 0,41 acido ottanoico (sudore, formaggio) 0,48 0 0,54 0,62 15,71 12,05 0 20,18 3-metil-1-esanolo 0,28 0,22 0,42 0,26 0,33 0,48 0 0 1-pentadecanolo 0 0,84 0 0 esadecanolo (ceroso, floreale) 0,97 0 0 0 Il profilo sensoriale dei vini ottenuti dalle uve Nero d’Avola è stato definito da dodici attributi, di cui due relativi all’aspetto visivo (rosso e riflessi violacei), sette all’aroma [fruttato, agrumi, bacche (mora, mirtillo, lampone), ciliegia, frutta secca, floreale, vegetale/erbaceo] due al gusto (acido e amaro) e uno alle caratteristiche tattili in bocca (astringente); quelli ottenuti dalle uve Frappato da dieci attributi, di cui due relativi all’aspetto visivo (intensità del colore e riflessi violacei), cinque all’aroma (fruttato, vegetale/erbaceo, speziato, fenolico, microbiologico), due al gusto (acido e amaro) e uno alle caratteristiche tattili in bocca (astringente). Tra i vini Nero d’Avola (fig. 5a), il meno astringente è risultato quello prodotto con il ceppo B2-25, l’intensità più elevata del descrittore vegetale/erbaceo è stata riscontrata nel vino prodotto con il ceppo LC2, i ceppi B2-48 ed LC2 hanno prodotto i vini con la maggior nota di frutta secca, ed i ceppi LC1 e sempre B2-48 quelli con i più alti valori del descrittore bacche. Nei Frappato (fig. 5b), mentre il descrittore speziato è simile in tutti e quattro i vini, quello fruttato è superiore in quelli prodotti dai ceppi LC1 e B2-48; quest’ultimo ha anche prodotto il vino con la minor nota fenolica, mentre il ceppo LC2 ha prodotto un vino con la più alta intensità del descrittore microbiologico. I dati microbiologici, molecolari, chimici e sensoriali qui riportati dimostrano che i due ceppi B2-25 e B2-48, isolati nella Sicilia sud-orientale, sono in grado di produrre vini rossi di qualità a partire da uve delle varietà siciliane Nero d’Avola e Frappato; detti vini sperimentali sono stati caratterizzati, tra l’altro, da un elevato contenuto in polifenoli e da un profilo aromatico e sensoriale distintivo, che insieme agli altri loro caratteri positivi, permettono di consigliare l’uso di questi ceppi di lievito nella produzione enologica industriale. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano gli enologi della Cantina sperimentale “G. Dalmasso” dell’IRVV, Giuseppe Genna, Leo Prinzivalli e Salvatore Sparla, per la produzione dei vini sperimentali. Si ringrazia la Dr.ssa Marianta Padova, per la collaborazione fornita al progetto durante la vendemmia 2006. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 10 -1 Tabella 6. Contenuto in terpeni (mg l ) nei vini sperimentali Nero d’Avola e Frappato prodotti con i ceppi LC1, LC2, B2-25 e B2-48. NERO D’AVOLA Composti e note aromatiche ο-cimene (agrumi) stirene (balsamico) furfurale (mandorla) limonene (arancio) α-muurolene (legno) terpinolene (erbaceo) (Z)-rosa ossido (rosa, geranio) γ-muurolene (erbaceo, speziato) β-pinene (legno, secco, pino, resinoso, fieno, acerbo) α-fellandrene (cedro, acerbo, pepe nero) γ-terpinene (oleoso, legnoso, limone, lime, tropicale, erbaceo) (E)-rosa ossido diidrolinalolo (legnoso, legno di rosa, cedro, canfora) linalolo (cedro, floreale, dolce, legno di rosa, legnoso, acerbo) linalile acetato (dolce, acerbo, cedro, bergamotto, lavanda, legnoso) naftalene (pungente, secco, catramoso) FRAPPATO LC1 LC2 B2-25 B2-48 LC1 LC2 B2-25 B2-48 2,33 1,55 0 1,99 6,23 6,83 6,72 4,26 1,29 0 1,26 1,23 1,81 2,70 1,51 0,20 0,66 0,71 0,75 0,82 11,75 12,70 12,38 12,97 0,77 0,52 0,34 0,52 7,78 8,11 6,79 4,11 0,57 0,46 0,54 0,62 6,43 6,73 3,66 3,75 0,27 0 0,27 0 0,9 1,28 0,85 1,11 0 0,55 0 0 2,65 2,24 1,89 2,01 0 0,23 0 0 1,14 1,14 0,90 1,17 1,71 1,62 0,70 0,89 3,15 2,86 3,29 2,51 9,58 7,58 12,30 4,88 0,87 0,46 0,94 2,19 0 2,31 1,62 2,12 7,21 5,24 4,60 5,81 7,65 9,03 10,01 8,45 1,49 1,36 1,24 1,36 WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 11 Figura 5. Risultati delle analisi sensoriali condotte sui vini sperimentali Nero d’Avola (a) e Frappato (b) prodotti con i ceppi LC1, LC2, B2-25 e B2-48. (a) NERO D'AVOLA Rosso 9 Amaro Riflessi violacei 7 Astringente Fruttato 5 3 1 Acido Agrumi Bacche (mora, mirtillo, lampone) Vegetale/erbaceo Floreale Ciliegia Frutta secca LC1 LC2 B2-25 B2-48 FRAPPATO (b) Intensità colore 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Amaro Astringente Riflessi violacei Fruttato Acido Vegetale/erbaceo Microbiologico Speziato Fenolico LC1 LC2 B2-25 B2-48 WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2009, N.9/1 POLIZIOTTO ET AL., PRODUZIONE DI VINO ROSSO CON CEPPI ISOLATI NELLA SICILIA SUD-ORIENTALE, PAG. 12 BIBLIOGRAFIA Cabrera M.J., Moreno J., Ortega J.M., Medina M., 1988. Formation of ethanol, higher alcohols, esters and terpenes by five strains in musts from Pedro Ximenez grapes in various degrees of ripeness. American Journal of Enology and Viticulture, 39: 283-287. 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