STORIA - Loescher Editore

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STORIA
DEL PENSIERO
Il neoplatonismo rinascimentale
I
filosofi rinascimentali, che cercavano la verità non nei commenti ad Aristotele, bensì nei
fenomeni naturali, nel comportamento umano e nelle misteriose forze che si riteneva
reggessero il cosmo, furono anche maghi, astrologi, alchimisti.
Marsilio Ficino e l’ermetismo
Il loro esponente più emblematico fu Marsilio Ficino (1433-99), che tradusse non soltanto
Platone e i neoplatonici antichi, ma pure una raccolta di testi esoterici risalenti al ii-iii secolo
d.C., il Corpus Hermeticum, così chiamato perché attribuito a un misterioso autore, l’egizio Hermes
Trismegistus (Ermete Trismegisto). L’ermetismo era una filosofia iniziatica che prometteva
l’accesso ai segreti dell’origine dell’universo e delle forze che lo governavano. In questo senso fu
un’espressione caratteristica della cultura dell’Umanesimo che, impregnata di neoplatonismo,
non restava fedele alla sola tradizione cristiana, ma credeva in una rivelazione universale
primigenia; questa avrebbe anticipato quella dei Vangeli e si sarebbe fatta conoscere attraverso i
simboli, le allegorie e le segrete corrispondenze dell’arte cabalistica.
La magia naturale
Gli umanisti ritenevano l’ermetismo parte della vasta scienza che era la magia naturale, nata nel
mondo mediterraneo all’incrocio tra il cristianesimo, la filosofia araba e quella ebraica. La magia
naturale concepiva l’universo come una fitta rete di corrispondenze che univano il macrocosmo,
cioè il regno della natura, al microcosmo, cioè l’uomo, che del primo era il riflesso. Attraverso
rituali e formule era così possibile penetrare a fondo nel mistero di Dio e della creazione, e influire
sul corso dei fenomeni naturali.
L’influenza sulla cultura rinascimentale
L’opera di Ficino e di Pico della Mirandola (1463-94), altro grande cultore di magia, ebbe notevole
risonanza sulla filosofia dell’uomo e della natura dell’Età rinascimentale. Maghi e occultisti, ma
anche medici, furono i famosi Cornelius
Agrippa von Nettesheim, autore di
un De occulta philosophia (“La filosofia
occulta”) ampliato più volte fra il 1510 e
il 1530, e il suo contemporaneo Philippus
Theophrastus von Hohenheim, detto
«Paracelso», nei quali alchimia, astrologia
e misticismo confluivano in una visione
profondamente unitaria dell’uomo e del
cosmo che lo circondava, radicalmente
diversa da quella cristiana che separava
rigidamente la sfera umana e quella divina.
Giovanni di Stefano, Ermete
Trismegisto dona la conoscenza
agli uomini, fine xv secolo,
mosaico (Siena, Duomo).
© Loescher Editore, 2017