Il Resto del Carlino Cona, spuntano i filtri anti legionella Indagini e

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Il Resto del Carlino Cona, spuntano i filtri anti legionella Indagini e
18 gennaio 2016
Il Resto del Carlino
Cona, spuntano i filtri anti legionella
LEGIONELLA: all‟ospedale di Cona la direzione dell‟azienda sanitaria cerca di correre ai
ripari. A pochi giorni di distanza dalla condanna di due dirigenti (Ermes Carlini e Paola
Antonioli) per la morte di una paziente che aveva peraltro contratto l‟infezione all‟ex
Sant‟Anna, ma soprattutto cinque mesi dopo il controverso decesso di Giuliano Catozzi –
sulla cui vicenda l‟inchiesta è ancora aperta –, spuntano i „filtri‟ su tutti i rubinetti e nelle
docce. Nei bagni dei reparti (tra i primi Urologia, Cardiologia, le Medicine) i „filtri terminali‟
sono già stati installati, ma presto tutto l‟ospedale verrà attrezzato – almeno nei bagni
riservati al personale ed ai degenti – con piccoli cilindri bianchi. Si tratta, secondo la
scheda tecnica, di filtri antibatterici in grado di trattenere la temutissima „legionella
pneumophila‟, potenzialmente responsabile di infezioni per i pazienti ricoverati, oltre che
per il personale sanitario.I DISPOSITIVI, come si legge nelle etichette adesive incollate sui
filtri, dovranno essere cambiati obbligatoriamente ogni due mesi; sulla loro efficacia,
garantita anche da un dossier dell‟Associazione Nazionale dei Medici Ospedalieri, non
mancano tuttavia forti dubbi. «Queste apparecchiature sono la chiara dimostrazione di
problemi non risolti, in merito alla contaminazione della rete idrica – afferma il portavoce
del Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione Aldo Ferrante –: il direttore generale
Tiziano Carradori, lo scorso 17 novembre aveva garantito la volontà di rendere disponibili i
dati relativi ai controlli negli impianti idrici di Cona, ma a tutt‟oggi sul sito dell‟azienda non
c‟è traccia di queste rilevazioni». Ecco tuttavia spuntare i „filtri antibatterici‟ (la cui
installazione era peraltro stata ipotizzata da Carradori in un‟intervista al Resto del Carlino):
«Evidentemente, visto che non pare possibile risolvere i problemi a monte, si interviene a
valle – prosegue Ferrante –. Sarebbe un po‟ come curare un paziente sofferente di
diarrea, applicandogli un idoneo tappo». Di qui la richiesta di conoscere i dati sui controlli
negli impianti idrici: «Verosimilmente i filtri medicali dovranno essere applicati e mantenuti
perennemente».
Indagini e ‘trasparenza’
NON sono ancora arrivate a conclusione, le indagini della magistratura sulla morte di
Giuliano Catozzi, il paziente deceduto «per un‟insufficienza miocardica acuta con
polmonite a carattere non infettivo». L‟Azienda Ospedaliera comunque già a novembre
escludeva che si fosse trattato di legionella. «Ma in quell‟occasione il direttore Caradori
aveva annunciato l‟intenzione di fare trasparenza sui controlli negli impianti idrici». Senza
alcun dato, ora sono spuntati i filtri antibatterici: «Un palliativo – afferma Aldo Ferrante –,
tutti sanno che servirebbero altri interventi come lo „choc termico‟ nelle tubature o
l‟iperclorazione».
«Andate a dormire e non a fare spese»
«FARE acquisti di notte? Per un‟emergenza può andare; per chi lavora come turnista può
essere comodo. Ma se deve diventare una moda, proprio non ci siamo. Perché alle 23,30
bisogna andare a letto, non al supermercato». A parlare è Roberto Manfredini, del
Dipartimento di Scienze Mediche dell‟Università di Ferrara, tra i massimi esperti di
„cronobiologia‟. Più che un giudizio, la sua sembra una prescrizione medica.
«Siamo già alle prese con i problemi di una società composta sempre più da gufi, con
persone che oltre a lavorare sino a ore molto tarde, o addirittura svolgere turni impegnativi,
poi restano connesse a tablet e smartphone, con conseguenze spesso pesanti per la
salute. Le alterazioni del ritmo circadiano, la disincronizzazione del metabolismo,
favoriscono l‟insorgere di patologie come il diabete, l‟ipertensione, gli stessi disturbi
cardiocircolatori». Insomma, oltre al business non c‟è nulla che giustifichi una simile
iniziativa? «Non dico questo: è un prezzo che può essere pagato per i lavori di utilità
sociale, come la sanità, le forze dell‟ordine, e perché no, anche i giornalisti; pensare però
di ribaltare ritmi e bioritmi anche in un settore come quello del commercio, va preso invece
con le pinze. Non parlo solo di uno stile di vita, ma rifletto sulle conseguenze che un
fenomeno del genere, se diffuso, potrebbe comportare». Quali le controindicazioni?
«Innanzitutto per gli addetti del market „no stop‟: mi auguro che chi ha studiato
l‟organizzazione del lavoro, preveda turni veloci come già avviene in molti altri settori: non
settimane intere di servizi notturni, che creano scompensi pesanti, ma un ciclo calibrato di
mattine, pomeriggi, sere e notti intervallati dai giusti riposi?». Cosa accadrebbe se così
non fosse? «Ci ritroveremmo con i cassieri e gli addetti agli scaffali, alle prese con un „jet
lag‟ continuo; magari saranno assunti ragazzi giovani, abituati alle discoteche, potranno
reggere un po‟ ma alla lunga rischierebbero di perdere la connessione oltre che la
concezione del tempo». E i clienti potenziali? «Guardiamo quello che succede in America,
dove i market aperti 24 ore al giorno ci sono da sempre: è un dato di fatto che si finisce col
diventare anche mangiatori notturni, e con l‟acquistare maggiori quantità di alcolici. Non
guardiamo all‟aspetto un po‟ leggendario dei poliziotti che si fermano per una sosta
durante un‟indagine, pensiamo al fenomeno dell‟obesità e dell‟alcolismo. Sicuramente
tutto questo non accadrà per il supermercato italiano, ma è un aspetto su cui riflettere».
Più che alla moda, insomma, guardiamo al metabolismo. «E‟ già messo a dura prova: per
questo dico che l‟ora migliore per andare a letto sono le 23,30. Chi proprio non può,
dovrebbe comunque evitare di stare attaccato ai social network, di usare lo smartphone
quando già le palpebre si abbassano. Perché la luce blu blocca la melatonina, sconvolge il
ritmo naturale del sonno. Andare al supermercato alle 2 del mattino perché qualcuno dice
che è una... figata rischia di essere un po‟ la stessa cosa. Si viene comunque eccitati dalle
luci, c‟è la tentazione di mangiare qualcosa di cui il nostro organismo non ha davvero
bisogno, e alla fine ci si ritrova inevitabilmente storditi». Perciò, di notte, meglio lasciare in
sosta il carrello. «La notte, mi creda, si possono fare tante cose, ad iniziare dalla più
salutare di tutte: dormire...».
La Nuova Ferrara
Il freddo porta l’influenza
a letto anche 900 ferraresi
Tosse e raffreddore, talvolta febbre o la bronchite. Per curare i sintomi o tenerli un po‟ a
bada, i classici sciroppi, gli antifebbrili, le inalazioni e gli antibiotici, questi ultimi solo
quando si manifesta un‟infezione. In qualche caso viene “prescritta” anche la pazienza nei
giorni del malessere se si limita a un po‟ di raffreddore e al mal di gola. Con l‟arrivo delle
basse temperature, che quest‟anno si sono presentate con qualche settimana di ritardo (e
il gelo ancora lascia spazio a giornate più temperate) l‟influenza ha iniziato a bussare alla
porte dei ferraresi che da qualche settimana stanno facendo i conti con la prima
sostanziosa ondata di contagi. A cascarci per primi sono in particolare i bambini, dato
confermato dalle statistiche raccolte dalla rete nazionale di medici sentinella “Influnet”. Per
questa settimana i dati disponibili indicano in Emilia Romagna un‟incidenza di quasi 2.5
casi ogni mille abitanti, un valore che rapportato alla popolazione ferrarese consente di
calcolare statisticamente in circa 850-900 pazienti il numero degli allettati di questa
settimana. L‟attivismo dei ceppi influenzali ha iniziato a farsi sentire nelle fabbriche, nelle
scuole, negli asili e negli uffici. Sta crescendo il numero di pazienti presenti negli
ambulatori medici con i sintomi tipici della patologia stagionale. Ieri la conferma è arrivata
anche dagli ambulatori di guardia medica, dove sono stati assistiti decine di cittadini che
presentavano tosse secca o catarro, febbre, raffreddori, qualche gastroenterite, vomito,
nausea. A Ferrara in sala d‟attesa numerosi i pazienti, casi di influenza si sono registrati
anche a Bondeno e Codigoro (una decina si sono fatti visitare entro la mattinata), qualche
richiesta di diagnosi a Comacchio. Tra i più colpiti ci sono i bambini, quelli in età d‟asilo,
che in Emilia Romagna si stanno ammalando con una frequenza superiore al doppio della
media delle altre classi anagrafiche, mentre la fascia più anziana - gli over 65 - mostra una
maggiore resistenza. Probabilmente anche grazie alla vaccinazione antinfluenzale (la
campagna 2015-2016 si è conclusa alla fine di dicembre). Negli ultimi giorni si sono
registrati anche alcuni malori, un paio hanno fatto accorrere le ambulanze in centro
storico: uno sabato durante i lavori di un convegno medico e uno ieri mattina in Duomo.