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R. Murray Shafer - IL PAESAGGIO SONORO Ai giorni nostri il paesaggio sonoro ha raggiunto il massimo della volgarità, a causa di un inquinamento acustico sempre crescente. L’inquinamento sonoro esiste quando l’uomo non ascolta più con attenzione e ignora i rumori circostanti, occorre perciò acquisire una pulizia dell’orecchio che ci permetta di discriminare i suoni che devono essere conservati da quelli che devono essere diminuiti o eliminati. Così come negli anni Venti Bauhaus ha radunato i più grandi architetti del tempo per creare il design industriale, così noi dovremmo inventare il design acustico, raccogliendo documentazioni sul campo , analizzando differenze e parallelismi, proteggendo suoni in via di estinzione, studiando gli effetti di tutti i suoni. Tutto questo serve ad arrivare a determinare se è possibile controllare il paesaggio sonoro, se ne siamo noi i suoi creatori-esecutori o se esso è qualcosa di indeterminato sul quale noi non abbiamo effetto. John Cage è stata, ed è forse ancora oggi, la figura più emblematica a proposito della teoria del paesaggio sonoro, visto come una composizione orchestrale: “La musica è i suoni, i suoni che ci circondano, ci si trovi o meno in una sala da concerto”, riferimento collegabile a Walden, ascolto della natura descritto da Henry David Thoreau. Il XX secolo è il secolo delle discussioni più disparate sul significato del termine musica, messo in discussione dagli stessi musicisti; nel ‘900 assistiamo ad un aumento poderoso della macchina orchestrale, dove prendono posto percussioni dei più vari tipi, anche con suoni aritmici e di altezza indeterminata, fino ad arrivare alla musica aleatoria, dove l’organizzazione dei suoni viene sottoposta alla legge superiore dell’Entropia (Charles Ives, John Cage, Bruno Maderna, Iannis Xenakis, Karlheinz Stockhausen). Eclatante du l’entrata dei suoni esterni nelle sale da concerto con 4’33” Silence di John Cage, in cui il concerto è l’ascolto dei suoni esterni ad esso, “l’ascolto del circostante”. Oltre all’ingresso del rumore in musica (boitismo), che dopo parecchi compositori troverà i suoi principali promotori nel futurismo di Russolo (“il rumore è musica”, “è molto meglio sentire lo sferragliare di un tram che una sinfonia di Beethoven”), è importante anche la comparsa dell’elettronica musicale, grazie alla quale si ha la nascita della musica concreta, dove, oltre ad un universo di suoni elettronici fa la sua comparsa anche il nastro Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net magnetico, con il quale si sovrappone e si modificano i suoni per generarne altri (ne sono un esempio le composizioni di Iannis Xenakis e di Karlheinz Stockhausen). Ecco qui la spiegazione del paesaggio sonoro come la nuova orchestra in cui i musicisti sono qualsiasi cosa emetta un suono. La concezione della musica si è evoluta nel corso dei secoli, a partire dai diversi miti greci sulla sua origine: dalla concezione pindarica, dove viene narrato che Atena inventò l’arte del suonare commossa dal pianto delle sue sorelle, alla credenza secondo cui fu Hermes a inventare la lira, quindi una concezione che parte dalla scoperta delle proprietà sonore dell’universo. Le concezioni divergenti di Dioniso e di Apollo vedono la musica nel primo caso come un memento dell’armonia universale che deriva dal profondo dell’animo umano, mentre in Apollo la musica è un’effige di perfezione e serenità matematica. Da questi miti partono tutte le concezioni musicali future, a partire dai primi strumenti musicale fino a quelli greci più usati, in particolare la lira e tutti i cordofoni che erano gli strumenti dell’epos e della meditazione (la lira era lo strumento di Omero) mentre l’aulos (flauto di canna) era lo strumento della tragedia. Nel Medioevo viene portata avanti la teoria di Apollo e la musica diventa una delle quattro discipline del Quadrivium (musica, aritmetica, geometria, astronomia), teoria che sta sempre alla base del serialismo di Arnold Schönberg. La concezione dionisiaca viene invece ripresa per esempio da Bach nelle passioni, tipica esibizione del “belcanto” barocco, e poi anche dai compositori romantici fino al XX secolo, dopo il periodo illuminista di evidente influenza apollinea. Ai giorni nostri il paesaggio sonoro è l’emblema della soggettività espressiva musicale, è quindi simbolo di edonismo e dinamismo allo stesso tempo; vi è però la necessità di creare un certo ordine all’interno di queste sonorità incontrollate, bisogna ricordarsi del mito di Hermes prima citato, bisogna ricercare l’influenza armonizzante dei suoni del mondo che ci circonda (come scrive Robert Fludd in un’illustrazione da “Utriusque Cosmi Historia”: L’accordatura del mondo). Come fa notare anche Herman Hesse nel “Gioco delle perle di vetro” la musica non è solo influenzata dal paesaggio sonoro ma con esso è legato anche al benessere collettivo: infatti la musica di un epoca serena è calma ed equilibrato (così è la musica di Mozart ma anche per esempio la musica della Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net belle epoque rappresentata dal gruppo dei sei), mentre in un epoca travagliata e difficile riscopriamo nella musica i sentimenti del compositore sotto l’influenza degli eventi del tempo (si veda la musica nostalgica di Chopin o anche quella stravagante di Richard Strauss, che dichiara apertamente il declino dell’Impero austro-ungarico, o anche il sarcasmo ebraico che Mahler usa per rappresentare le tendenze antisemite che stavano cominciando a serpeggiare in Germania). Questo rapporto tra stato e musica è riscontrabile anche in realtà tribali in cui la musica e fortemente strutturata nelle tribù benestanti, mentre nelle aree detribalizzate la musica è eseguita dal canto di un singolo individuo. La musica sotto quest’ottica diventa quindi un ottimo parametro per valutare la società e i suoi tratti evolutivi salienti. Il paesaggio sonoro è difficile da misurare perché è costituito da parametri dettagliati, accumulati con moltissime registrazioni, e non decifrabili da tutti come una carta geografica, essendo fatto da eventi uditi con una loro rappresentazione parametrica e non di eventi visti. Inoltre e difficilissimo, rispetto alle testimonianza visive, ricostruire l’evoluzione storica del paesaggio sonoro, in quanto un sono non registrato non lascia traccia di sé. Le testimonianze sonore riportate in letterature sono a volte inconsistenti (come le due descrizioni diverse sulle cascate del Niagara di Swift e di Chateaubriand, che specifica di aver udito il fragore dell’acqua a 10-13Km di distanza) , poiché a volte ci sono illusioni sonore (come Remarque che, non sapendo all’epoca che le granate viaggiassero a velocità supersonica, scrive del loro rumore seguito dal rombo dei mortai che le avevano lanciate. Ci sono anche descrizioni inusuali come i rumori dei cadaveri descritti sempre da Remarque. Tra le descrizioni migliori del paesaggio sonoro troviamo Thomas Mann. Le caratteristiche del paesaggio sonoro sono molteplici: intanto, oltre a studiare i rumori che hanno una presenza dominante, è necessario suddividere le caratteristiche principale del p.s; sono fondamentalmente tra categorie chiamate toniche, segnali e impronte sonore (esiste se vogliamo anche la quarta categoria dei “suoni archetipi” ovvero suoni tramandatici dal passato). Tonica: indica la chiave o la tonalità di una composizione, sono il centro focale di una composizione e sono talvolta mascherate o Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net sovrascoltate, ovvero non percepite in modo cosciente; come non esiste la figura senza sfondo così le toniche, anche se non percepite, influiscono sulla nostra vita e sul nostro comportamento. Le toniche di un p.s. sono costituite dai suoni creati dalla geografia del paesaggio, dal clima, dalla fauna, suoni che penetrano nella vita delle persone che senza tali suoni possono sentirsi impoveriti. Segnali: sono i suoni ascoltati consapevolmente, in particolare parliamo di suoni-segnali indicando quei suoni che devono essere ascoltati come un preciso messaggio (sirene, clacson, campane e più complessi come corni da caccia o fischi di treni e navi che hanno un’interpretazione più vasta). Impronta sonora: sono suoni di particolare importanza che vanno preservati perché sono un particolare elemento di unicità di una comunità. Nel Rinascimento l’occhio è diventato il senso predominante nell’informazione, con la nascita della prospettiva e della stampa: Dio stesso diventa immagine e non più suono o vibrazione, come rimane invece per gli ebrei e per molte culture orientali di derivazione zoroastriana, cultura dove il sacerdote Srosh, genio dell’udito, era il tramite tra uomo e divinità (si è passati da weltanhörung a weltanschaung). Già i greci teorizzavano l’ascolto dei suoni delle sfere celesti, l’”ascolto limpido”. Nei tempi antichi l’udito era il senso principale, nella stessa Bibbia è scritto “e fu il verbo”, era il mezzo con cui venivano tramandate storie e leggende, ed è ancora il senso principale per esempio in Africa, dove l’occhio è il senso della volontà, mentre l’orecchio quello della percezione, che permette di captare i messaggi di un p.s. meglio preservato. Il senso dell’udito è un senso particolare perché non può essere chiuso a piacere ma anzi entra in contatto anche con altri sensi: a circa 20Hz il suono diventa vibrazione tangibile, si fonde col tatto, altro senso personalissimo, così come accade anche in società tribali dove il suono e il ritmo si fondono coi movimenti del corpo per formare un legame sociale tra le persone. L’orecchio non ha palpebre, si protegge con un elaborato meccanismo psicologico che filtra i suoni indesiderati per concentrarsi su quelli graditi. L’occhio si proietta verso l’esterno, l’orecchio conduce all’interno. Assorbe informazione. Secondo Wagner “l’uomo esteriore si rivolge all’occhio, quello Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net interiore all’orecchio”. L’orecchio è anche un orifizio erotico: l’ascolto di suoni gradevoli come la musica è simile al delicato scorrere della lingua dell’amante sull’orecchio dell’amato. La concentrazione è quindi ascolto, consiste nel filtrare i suoni. I. PRIMI PAESAGGI SONORI In quei giorni, le orecchie degli uomini udivano suoni, di cui nessuna scienza e nessuna magia potranno mai ritrovare l’angelica purezza. (Herman Hesse, Il gioco delle perle di vetro) 1. I PAESAGGI SONORI NATURALI Le voci del mare Il primo paesaggio sonoro che vale la pena di trattare è il mare, poiché il rumore bianco dell’acqua ha una profondità percettiva riconducibile ai nostri tratti più ancestrali: il suo è un suono uterino. Il mare ha ritmi infrabiologici, ovvero che il mutare dell’acqua può andare al di là delle nostre capacità uditive, e biologici, nel senso che il ritmo delle onde è quello del cuore e della respirazione. La tonica delle civiltà marinare è il mare. Le trasformazioni dell’acqua L’eterno e immortale suono dell’acqua è un continuo mutare: ogni fiume, ogni torrente ha la sua propria voce che è la colonna sonora perfettamente legata alle immagini che gli stanno attorno, così è anche per il suono della pioggia e della neve. Ghiaccio e neve sono le toniche dei paesi nordici, la neve è un opprimente silenzio di mistero. La comparsa del rumore degli spazzaneve è una mutazione significativa del paesaggio sonoro nel XX secolo che ha corrotto il delicato silenzio nordico. Caratteristica del nord è anche la primavera violenta, descritta da Stavinskij come la cosa che più amava della Russia, il momento in cui tutta la terra scricchiolava e si muoveva. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Le voci del vento Come l’acqua, anche il vento è un rumore bianco di voci molteplici con un ventaglio di frequenze ampio che può trarre in inganno le orecchie. Il vento è una sensazione tatto-acustica e percepire il rumore del vento a distanza ha un effetto quasi soprannaturale. Il vento suona la natura e quindi è diversa la sensazione del vento sulle praterie da quella ai limiti delle foreste, da quella del vento in una tempesta di sabbia nel deserto al vento che soffia sulle scogliere. Nelle foreste il vento produce suoni che accentuano il loro aspetto oscuro e tenebroso; specialmente nell’antichità la foresta era un luogo temibile, non solo per la presenza di banditi, ma anche per i suoni che il vento produceva infiltrandosi tra le frasche: un modo di perforare questa oscurità impenetrabile era il corno da caccia, come fa notare Carl Maria von Weber nel Franco Cacciatore. Come accade nelle foreste vergini del Nord America, l’ambiente sconosciuto, incontaminato e con una visibilità ridotta a pochi metri fa si che “tutto il corpo si faccia orecchio”. La terra miracolosa I fenomeni naturali nel passato erano incontaminati e collegati a eventi magici (Thor e il martello del tuono). Zeus era il re degli dei appunto perché il tuono e il fulmine sono sempre state le forze più temute. I toni unici I toni di un paesaggio naturale spesso sono così unici da trasformarsi in impronte sonore, come il suono dei vulcani, il suono che si può sentire anche da lontano di un ghiacciaio che crepita, oppure i suoni che sono stati scoperti nelle viscere della terra, entrando nelle miniere. I suoni dell’Apocalisse Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Non si sa se la creazione dell’universo sia avvenuta in silenzio, ma nei testi sacri la presenza di Dio viene annunciata sotto forma di vibrazione sonora (In principio era il Verbo). Per quanto riguarda la fine del mondo, essa è vista come il più possente, assordante e tonante di tutti i suoni terrestri: un esempio calzante che ne può dare un’immagine sminuita è costituito sicuramente dalle testimonianza dell’esplosione del vulcano Krakatoa, in Indonesia, nel 1883, i cui suoni vennero uditi fino a 4500 Km di distanza, circa 1/13 della superficie del pianeta. Per quanto gli è possibile, l’uomo in guerra ha sempre cercato di evocare i suoni dell’apocalisse, dall’antico battere sugli scudi alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, cercando di spaventare il nemico usando il rumore. 2. I SUONI DELLA VITA Il canto degli uccelli Il canto degli uccelli è facilmente localizzabile, a differenza dei versi di molti altri esseri viventi, ed è giudicato come il più gradevole di tutti; molti compositori hanno tentato di imitare il canto negli uccelli nella musica, da Clément Janequin, a Jean-Philippe Rameau a compositori del ‘900 come Ottorino Respighi e Olivier Messiaen. È citato come simbolo di dolcezza da San Francesco di Assisi. La struttura del canto degli uccelli è complicata, anche per la rapidità di emissione, quindi gli ornitologi hanno sempre tentato di rappresentarla in maniera verbale, come nell’antichità, ma anche in notazione musicale. Oggi usano gli spettrogrammi, ma il discorso rimane aperto per specie come l’uccello-lira australiano che emette suoni imitati da clacson o sirene o seghe a motore. Sinfonie degli uccelli del mondo Il canto degli uccelli, come fanno notare molti letterati che lo hanno ascoltato, è una tonica fondamentale di un paesaggio sonoro. Gli ornitologi sono riusciti a distinguere varie categorie di gridi: di piacere, di pericolo, di difesa del territorio, di allarme, di migrazione, di stormo, di covata e di nutrizione: questi richiami sono simili dopo tutto ai segnali Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net sonori concepiti dagli uomini (sirene, clacson, ecc.). Non solo il richiamo è una caratteristica saliente che contraddistingue un volatile, ma anche il rumore prodotto dal battito delle sue ali.. Gli insetti La salute di una comunità di insetti si denota dal suono regolare o irregolare del brusio delle ali o del brulichio delle zampe. Le cavalette e i grilli sono un componente determinante dei paesaggi sonori mediterranei e caldi. Il suono degli insetti, per la sua complessità armonica che comprende talvolta anche componenti ultrasoniche, crea illusioni uditive di vario genere. I suoni delle creature dell’acqua I pesci, pur non avendo la capacità di emettere suoni, li producono in alcuni casi col loro corpo: battendo i denti come il pesce-luna o espellendo bolle d’aria dall’ano come il Misgurnus. Un discorso a parte va fatto per i mammiferi marini che emettono fischi molto intensi, come le balene, in cui sono stati ritrovati temi comuni ripetuti ed echi multipli. Anche i crostacei emettono suoni, strusciando chele e antenne. Gli animali acquatici che somigliano alle cicale sono le rane e i rospi. Suoni di animali Sono i suoni più complessi e simili a quelli dell’uomo per la loro particolarità: gli animali della savana così anche come cani e gatti producono suoni che nella loro particolarità diventano indimenticabili e inconfondibili. Le fusa le fanno solo alcuni felini mentre alcuni cuccioli fanno versi simili al pianto di un bambino; i lupi sono caratteristici per la loro comunicazione di sensazione di isolamento. Le scimmie sono interessante per la potenza e la varietà dei suoni, il gorilla tambureggiando coi pugni sul torace fa uso della risonanza. Linguaggio e musica: l’uomo imita il paesaggio sonoro Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Riguardo al linguaggio parlato degli uomini preistorici viene teorizzato che esso fosse più vicino al canto imitativo dei suoni della natura che al nostro parlato odierno. Ai giorni nostri il linguaggio continua a relazionarsi col paesaggio sonoro, soprattutto con le onomatopee 3. IL PAESAGGIO SONORO RURALE Il paesaggio sonoro HI-FI Per paesaggio sonoro HI-FI si intende un paesaggio sonoro dove il rumore ambientale è basso e permette di udire con chiarezza i singoli suoni. Il nostro p.s. è LO-FI, è ricco di disturbi che impediscono una corretta percezione dello spazio sonoro che risulta perennemente disturbato con una conseguente perdita di informazione data da tutti quei suoni deboli ma pur sempre vitali. I suoni del pascolo Dagli Idilli di Teocrito e dalle Bucoliche di Virgilio apprendiamo che i Pastori cantavano e fischiavano nel silenzio e nella solitudine di un pascolo mettendosi in strettissima relazione col p.s.. Lo strumento a fiato connota per eccellenza la forma musicale della pastorale, in cui troviamo anche strumenti come la zampogna, o il millenario flauto, strumenti che fanno in modo che si istauri un dialogo sublime tra il pastore e il paesaggio sonoro che lo circonda. I suoni della caccia I toni eroici e bellicosi attraversano l’oscura solitudine della foresta. La tonica dei suoni della caccia è l’ottone che rappresenta il suono squillante e penetrante del corno da caccia. Il corno è dotato di grande ricchezza semantica e veniva usato per segnalare non solo le fasi della caccia ma anche il tipo di animale cacciato. Il corno della posta Usato fino agli inizi del secolo inviava segnali sonori nelle città per segnalare il tipo di posta che veniva portata. Diversamente dal corno da Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net caccia no immergeva l’uomo nel paesaggio sonoro ma veicolava informazioni che suscitavano una varietà di sentimenti. I suoni della fattoria Anche qui si ricordano i riferimenti letterari Virgiliani delle Georgiche. Il paesaggio sonoro è quello di un fervore di attivitàdi uomini e animali. Sono suoni molto particolari che lasciano un’impronta sonora a chi li ascolta nella sua giovinezza e vanno dalla produzione di alimenti, al falciare dell’erba, all’aratura e altri, suoni che provocano sinestesie molto forti col gusto e con l’olfatto. Il rumore nel paesaggio sonoro rurale Sono i rumori delle battaglie, che lungamente nei secoli sono mutati, ma alla guerra viene sempre associato un crogiolo di rumori terrificanti in cui l’uomo cerca di evocare l’apocalisse, non solo col suono delle armi ma anche con quello dei tamburi e delle urla. Interessante la correlazione semantica tra il latino bellum e il tedesco e inglese antico belle (=rumore) poi diventato bell (=campana), suono della cristianità. Il rumore della guerra può essere collegato sinestesicamente coi sentimenti religiosi. I rumori della religione sono correlati col bisogno di clamore per farsi ascoltare dal divino (campane, organo a canne, ma anche tamburi, danze e canti nelle altre religioni) 4. DALLE CITTA’ ALLE METROPOLI Nelle città dell’epoca preindustriale il suono della campana era il più caratteristico e ricco, poiché oltre che essere evocativo aveva anche una funzione centripeta, poiché faceva si che la gente si radunasse in chiesa con i suoi vari segni (campane a festa, ecc.). Il suono del tempo Insieme campana e orologio meccanico divennero il segnale più inesorabile del paesaggio sonoro. Il tempo veniva scandito in modo quasi militaresco in tutte le direzioni, a differenza di tutti gli altri orologi che sono pressoché Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net silenziosi, creando talvolta un’impronta sonora della città (il Big Ben di Londra o le campane pentafoniche del Cremino). Nel cuoro della notte l’orologio ricorda all’uomo il suo essere mortale. Altri punti focali comunitari Oltre alle campane era molto caratteristico anche il cigolio multiforme del mulino, ma il rumore più forte delle città preindustriali era sicuramente il martellare del fabbro o del ramaio dei paesi arabi che costruiva i gong per l’esercito imperiale. Toniche Si dicono toniche quei suoni prodotti dai materiali che costituiscono la maggior parte della città: nelle città storiche europee la tonica dominante è la pietra e il suono degli strumenti per levigarla, nelle città del Nord America e del Canada è invece il legno (Vancouver aveva all’inizio anche i marciapiedi e le strade in legno e ogni tavola aveva una sua tonica particolare. Molto più delicate sono le toniche della luce. Nei paesi nordici la luce è quella debole delle candele, e ciò si collega perfettamente al fatto che le creature mitologiche nordiche erano creature della notte. La notte con le sue luci fioche è anche una tonica del romanticismo (la forma musicale del notturno). Le lampade ad olio scoppiettavano leggermente e ci riportano allo sfarzo ottocentesco di Mosca e Pietroburgo. Chi è abituato a vivere in luoghi con poca luce la visione della luce della città è “assordante”. I suoni del giorno e della notte Nelle città con la notte scattava il coprifuoco, il crepuscolo veniva quindi annunciato in vari modi: dalle campane di Londra, dalle grida delle guardie ai tamburi e trombe della Persia. I rumori dell’alba infece erano frenetici e violenti, molti venivano svegliati di soprassalto dal passaggio dei carri. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Le toniche dei carri e dei cavalli Un rumore che infastidiva molto, specialmente gli intellettuali era quello della frusta, che infatti in alcuni luoghi fu vietata. Il rumore ritmico degli zoccoli dei cavalli era rilassante se si viaggiava per le campagne e diventava frenetico, irregolare quando si entrava in città, diventava un crepitio che praticamente annunciava l’inizio della città. Cominciano a cambiare i ritmi del lavoro Prima delle macchine canto e lavoro erano spesso uniti perché il ritmo del lavoro era interamente umano e poteva quindi essere accompagnato dal canto. Con l’avvento delle macchine il canto al lavoro cessò (la fabbrica uccide il canto) perché il ritmo di lavoro viene scandito dalle macchine. Al canto a volte si sostituisce timidamente e marginalmente la radio. Le grida per le strade Oltre alle tipiche figure dei mendicanti e dei banditori che erano gli autori del chiasso quotidiano tipico della strada bisogna notare una grande differenza tra popolazioni del Nord e del Sud Europa, poiché le strade del Sud Europa sono più chiassose in quanto il clima permette alla gente di vivere maggiormente nelle strade. Il rumore nella città Grandi controversie si aprirono in Europa riguardo ai musicisti di strada, sempre più disprezzati anche quando crebbe il ceto borghese. Furono in alcuni casi fatte anche delle leggi per vietare questa pratica. La lotta selettiva contro il rumore: chi grida nelle strade è costretto ad andarsene Nel corso dei secoli le leggi contro il rumore sono cambiate radicalmente in quanto una volta erano rivolte contro le urla umane, oggi invece sono rivolte contro le macchine, elemento che ha fatto scomparire tutti quei Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net piccoli rumori locali come i banditori e i suonatori di strada soverchiandoli; l’unico suono che rimane in soverchiabile e intoccabile dalla legge è il suono della campana. II. IL PAESAGGIO SONORO POST-INDUSTRIALE 5. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (circa 1760 – 1840) Il paesaggio sonoro LO-FI della rivoluzione industriale Nasce dalla congestiono sonora dell’industrializzazione che ha portato suoni nuovi, molti dei quali soverchianti e disastrosi. C’è una sovrabbondanza di suoni, una sovrainformazione che rende chiari solo pochi suoni. Il primo settore che risentì di questi cambiamenti fu quello tessile. Il contadino divenne sempre più un operaio, peggiorando notevolmente il suo tenore di vita. Il bisogno di cantare bloccato dalla fabbrica ritornò con la fondazioni di società corali, soprattutto nelle città industriali del nord. Le ferrovie e le trebbiatrici cambiarono radicalmente anche il paesaggio sonoro delle campagne. I suoni della tecnologia dilagano per città e campagne L’uomo del XX secolo accetta ormai i suoni della tecnologia considerati ormai inevitabili, talvolta li esalta come nel caso di Artur Honegger in Pacific 231 dove viene descritta musicalmente una locomotiva, o come il manifesto di Russolo sull’Arte dei rumori, dove viene esaltata la fame dei rumori che trova la sua massima espressione nella guerra meccanizzata. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Rumore = potere I danni all’udito erano stati ricollegati al rumore solo nell’800, e furono circoscritti come più dannosi quei rumori prodotti dalla lavorazione dei metalli. Solo a cavallo tra ‘800 e ‘900 si arriverà a misurare il suono in maniera quantitativa (il DeciBel devenne standard nel 1928). Il rumore viene associato al potere solo quando è consacrato come quello delle chiese o quando rappresenta una conquista, come lo sferragliare di un treno in mezzo ai campi. Imperialismo sonoro Un uomo con un altoparlante è più imperialistico di uno che ne è privo poiché occupa uno spazio acustico maggiore, e così anche un uomo che usa un martello pneumatico domina lo spazio acustico circostante (rende impossibile parlare e ascoltare tutto il resto che è in quello spazio e si trova circa sotto i 118dB. Il rumore è stato un catalizzatore dell’attenzione sulla crescita dell’industrializzazione dell’occidente che ha soffocato con esso molte culture locali (si pensi agli aeroporti e alle autostrade). La linea retta in acustica Le macchine producono spesso un suono che non esiste in natura se non in alcuni insetti: la linea retta, ovvero un profilo sonoro a bassa informazione ed alta ridondanza che ha spesso un effetto narcotico (in oriente l’om serve ad aumentare la concentrazione). Questa linea retta può diversificarsi da una sega circolare a una tessitrice come timbro ma resta sempre una linea retta e l’unica variazione che può avvenire è il glissando con l’aumentare o il diminuire dei giri della macchina. L’effetto Doppler fu scoperto dall’omonimo scienziato grazie alla linea retta sonora della ferrovia, se il mondo non fosse stato “vittima” dell’industrializzazione sul piano sonoro forse lo avrebbe scoperto dal semplice volo di un’ape. Il fascino magico del treno Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net La prima linea ferroviaria d’Europa fu la Stockton Darlington, in Inghilterra, costruita nel 1825. A partire dagli sbuffanti treni a vapore fino ai primi treni elettrici degli anni Venti fino ai giorni nostri il treno ha lasciato in molti di noi un’impronta sonora di viaggio ed è uno dei rari rumori industriali che ha trovato poche opposizioni, anzi, fu esaltato da molti artisti. Il fischio del treno diventa una tonica caratteristica di una regione e ha un suo carattere: i treni inglesi hanno un fischio ascendente e ottimista, i treni americani enormi hanno un fischio basso e penetrante, i treni canadesi un suono cupo di triade minore. Il motore a combustione interna È per eccellenza la tonica dell’uomo moderno, il suono che accompagna le vite di tutti coloro che prendono un mezzo di trasporto. Balza all’occhio come un europeo sia più ordinato in mezzo al traffico rispetto a un asiatico per esempio che ha subito diversamente e in ritardo la rivoluzione industriale che guida la macchina come se fosse una bestia da soma. Un elemento chiave del rumore del motore interno e la sua esibizione di potenza sonora attraverso l’aumento di cilindrata, anche se il rumore organico che si avvicina di più a quello del motore interno è quello della correggia. La crescita dei suoni “muscolosi” Un esempio calzante è senz’altro il Canada, che prima dell’industrializzazione possedeva un paesaggio sonoro bellissimo: gli indiani della Columbia Britannica insegnavano ai loro figli ad ascoltare le voci degli alberi e il silenzio dell’inverno, per questo avevano difficoltà a tagliare alberi per noi occidentali. La motosega e il gatto delle nevi sono stati i distruttori del paesaggio sonoro canadese, essi sono la forza dell’”uomo bianco”. Il cielo: la grande cloaca dei suoni Il suono dell’aereo ha pian piano smesso di attirare la gente, l’aereo a reazione ha aumentato di molto l’area coinvolta nel suo frastuono. Peggio Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net hanno fatto gli aerei supersonici che producevano un bang sonoro che poteva arrecare danni anche a vetri e soffitti oltre che far trasalire migliaia di persone se sorvolava un centro abitato. Molti paesi vietano il volo supersonico sopra i loro territori. L’orecchio sordo dell’aviatore Il rumore degli aerei viene preso in considerazione dalle compagnie solo se riguarda i passeggeri degli aerei, ma non tiene assolutamente conto degli spazi su cui sorvola, siano anch’essi luoghi sacri come l’acropoli di Atene. Una controrivoluzione La domanda che resta da porsi è perché solo ora le legislazioni cominciano a promuovere campagne contro il rumore? 6. LA RIVOLUZIONE ELETTRICA L’era della rivoluzione elettrica è l’era della schizofonia in cui il potere di conservare e portare fuori dal contesto un suono, sognato per millenni dagli uomini che desideravano parlare con le divinità, è l’era del telefoni e della radio. Il telefono interrompe con il suo squillare i pensieri e le attività, portando a una frammentazione del linguaggio parlato e scritto. All’inizio fu difficile abituarsi all’intimità via cavo del telefono, ai giorni nostri la schizofonia è una cosa normale, basti pensare all’invenzione degli impianti HI-FI e dei vinili e poi dei CD. La schizofonia Un tempo il suono era indissolubilmente legato al meccanismo che lo produceva. Oggi, nell’era LO-FI della schizofonia lo spazio sonoro è diventato portatile e permutabile, il suono naturale è diventato una rarità in mezzo ai suoni sintetici e “contraffatti” che lo sostituiscono. La Seconda Guerra Mondiale è stata avviata prima con gli altoparlanti, una forma evidente di imperialismo sonoro. La radio: l’estensione dello spazio acustico Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net La radio è stato un esempio di schizofonia non ben accolto da parecchi intellettuali e presto è diventata anche lei un meccanismo imperialistico, diventando pian piano sempre più invasiva. Le caratteristiche della trasmissione radiofonica I palinsesti radiofonici col tempo, superando gli anni Cinquanta, hanno cominciato a occupare tutte le 24 ore, diminuendo sempre più le interruzioni fino alle radio moderne, i cui contenuti, spesso contraddittori e fatti di giustapposizioni ironiche, sono lo specchio della vita moderna che entra in collisione con l’unità di sistemi dei valori e delle culture. Oggi la radio è sempre più invasiva e piena di intrattenimento a sfondo pubblicitario. Mura sonore Oggi sempre più gente cerca l’”audioanalgesia”, ovvero cerca di cacciar via fonti di distrazione utilizzando il suono. Il suono e anche il rumore sono forme di autoaffermazione nel mondo moderno e vengono quindi percepiti come mura di protezione. Moozak Nel 1969 l’UNESCO porta all’attenzione il problema dell’invasività della radio portato da Moozak, considerandolo un abuso contro il diritto al silenzio. Moozak prevede una programmazione radio volta ad un ascolto passivo di tappezzeria, degrada l’arte stessa della musica, facendola arrivare nei supermercati e nelle stazioni con la funzione di muro sonoro che nasconda sotto la finzione il paesaggio sonoro autentico. Unità prima o centro tonale Nella musica occidentale essa è la tonica. È interessante scoprire come nei ronzii elettrici di città silenziose sia possibile trovare dei collegamenti armonici che costruiscano degli accordi. Per arrivare alla determinazione di un centro tonale internazionale bisogna attendere l’era elettronica. Negli anni Sessanta la musica indiana ebbe Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net notevole successo fra i giovani degli stati uniti, che iniziarono a meditare sul termine “vibrazione”, un suono cosmico rappresentante l’unità primaria che nella musica indiana veniva rappresentato con la tonica, suono con cui ognuna delle altre note aveva una relazione particolare. INTERLUDIO 7. LA MUSICA, IL PAESAGGIO SONORO E I MUTAMENTI NELLE ABITUDINI PERCETTIVE La musica si divide in due macrocategorie: musica assoluta e musica a programma. La musica assoluta è un paesaggio sonoro ce vive nella mente dell’autore, mentre la musica a programma è un imitazione dell’ambiente che ha luogo in spazi chiusi, lontano dal pandemonio urbano. La sala da concerto: un sostituto della vita all’aria aperta Sterminati sono gli esempi che si possono fare in cui la musica dall’alba dei tempi sino ad oggi imita il paesaggio naturale, e questo continua ad essere imitato anche con l’urbanizzazione, che diviene anch’essa una fonte di ispirazione. La musica, il canto degli uccelli e i campi di battaglia Il canto degli uccelli è spesso semanticamente opposto al male, come nell’Anello del Nibelungo di Wagner: richiama alla quiete, al giardino medievale, all’amore. Il cannone offre invece una semantica di battaglia ed eroismo e all’inizio ebbe effetto comico nella musica, poi fu impiegato come “percussione evocativa” fino ai giorni nostri (dalla Vittoria di Wellington di Beethoven a 1812 di Tchaikovsky). Il corno da caccia abbatte le mura della sala da concerto e vi riporta in campagna Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net L’effetto di squillante emersione del corno da caccia nelle foreste ha lo stesso ruolo in tutte quelle innumerevoli composizioni che rimandano alla caccia; le interpretazioni del suono del corno sono state però molteplici: dal corno imperioso delle sinfonie di Brahms e Bruckner allo squillo di libertà in altri compositori come Gustav Mahler. L’orchestra e la fabbrica Col crescere delle città e la nascita delle fabbriche è cresciuta anche l’orchestra, anche in termini di pura intensità sonora, data anche dalla costruzione di strumenti con nuove tecniche volte a renderli più “potenti”. L’orchestra moderna è cresciuta, i lavori si sono sempre più divisi come nelle fabbriche: l’orchestra è una fabbrica perfetta dove il tempo e i suoni sono sincronizzati e comandati a bacchetta dal direttore d’orchestra che nell’800 è diventata una figura d’obbligo, era l’imprenditore della fabbrica che seguiva le direttive del compositore, che era l’architetto. L’incontro tra la musica e l’ambiente Col crescere delle orchestre, con Berlioz e Wagner, vennero introdotte anche nuove percussioni. Andando verso il ‘900 queste percussioni erano sempre più ad altezza indeterminata, l’elemento bruitistico quindi cresceva, fino ad arrivare a Russolo col suo intonarumori, alla musica concreta e alla musica elettronica. La caratteristica principale della musica del XX secolo è proprio la non distinzione tra musica e rumore, ma la situazione si fa più spinosa perché molti non hanno una corretta istruzione per interpretare il paesaggio sonoro. Le reazioni La gente si è accorta dell’esistenza del paesaggio sonoro proprio quando la società moderna lo stava distruggendo: così molti compositori diversi tra di loro trovarono un obiettivo comune da valorizzare, da Bartòk che si accorse che il microfono registrava tutti i suoni che ci sfuggivano ai diversissimi Respighi e Messiaen che furonono influenzati dal canto degli uccelli fino ad Ives e la sua incompiuta Universe Symphony da eseguire all’aperto. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Interazioni Senza dubbio i compositori di tutte le epoche sono stati influenzati dal p.s. che li circondava, dal basso albertino nel ‘700 influenzato dallo zoccolare dei cavalli ai ritmi e ai glissati del blues influenzati dalla ferrovia fino ad altri tantissimi esempi moderni come iThreni per le vittime di Hiroshima di Penderecki. Il Rumore Consacrato alla ricerca di un nuovo guardiano L’amplificatore, a partire dagli anni ’60, prese il posto dell’orchestra, superando con poca fatica i picchi in dB che essa era in grado di produrre: mentre nelle fabbriche cominciavano a comparire le limitazioni a 80dB per il rumore, i complessi rock raggiungevano tranquillamente la soglia del dolore, provocando danni irreparabili a soggetti giovani che magari avevano la fortuna di non doversi sottoporre al rumore delle fabbriche. Alle frontiere dello spazio uditivo Col passare dei secoli la musica si è anche estesa in frequenza, andando a riempire il campo dell’udibilità dell’uomo. I giovani di oggi prediligono le basse frequenze perché con un impianto hi-fi è possibile riempire lo spazio uditivo (virtuale) in maniera omogenea, dando l’impressione di essere immersi nella sorgente sonora che con le basse frequenze è meno localizzabile. L’aumento delle basse frequenze nella musica e nel paesaggio sonoro Le musiche che fanno uso di “bassi potenti” hanno un pubblico disattento che tende a farsi avvolgere dalla musica, mentre nelle sale da concerto il pubblico è attendo e direzionato verso la sorgente sonora chiara e distaccata dal pubblico. Il ritorno alla casa sottomarina Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Oggi non c’è la ricerca di uno spazio sonoro come all’epoca del canto gregoriano, oggi ci si lascia inondare dalla musica senza distinzione di classe alla ricerca di unità ed integrazione. Verso la pienezza dello stato interiore L’ascolto in cuffia ha delle analogie con il Nada Yoga orientale perché porta all’illusione della presenza sonora nella scatola cranica. Lo Yoga però lo porta come vibrazione divina, le cuffie con la nostra musica invece affaticano notevolmente il sistema nervoso. III. ANALISI 8. NOTAZIONE Le immagini sonore Ci sono tre sistemi grafici di notazione: - sistema acustico: proprietà meccaniche dei suoni - sistema fonetico: proiezione del linguaggio umano - notazione musicale I primi due sono descrittivi, la notazione musicale è prescrittivi perché riguarda suoni non ancora prodotti. La notazione musicale è il primo esempio di scrittura di suoni diversi dal linguaggio, introducendo l’elemento dell’altezza, dell’intensità e del tempo, prendendo in prestito termini propri delle arti visive. Oggi la notazione musicale è in crisi per l’espansione delle possibilità espressive della musica moderna. I problemi di un’immagine acustica tridimensionale Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Gli spettrogrammi consentono una durata breve del fenomeno acustico, sono quindi adatti per la rappresentazione di oggetti sonori isolati come il canto degli uccelli. Gli esperti di acustica, i migliori “lettori a prima vista” del mondo Più ai nostri giorni diventano perfetti i sistemi per rappresentare visivamente il suono, più la nostra sensibilità uditiva cala a favore della vista: gli schemi e i grafici degli esperti acustici sono una lettura dei fenomeni del paesaggio sonoro, inevitabilmente oggi la gente dice ostinatamente vado a vedere un concerto. Oggetti sonori, eventi sonori, paesaggi sonori Secondo gli studi di Schaeffer la parte caratterizzante di un suono è l’attacco, poiché se esso viene tagliato il suono può non essere più intelligibile. Anche se è possibile sezionare un oggetto sonoro è importante considerarlo nella sua integrità, senza confonderlo col corpo che lo ha prodotto. Il paesaggio sonoro non è altro che un miscuglio di oggetti sonori e anch’esso va considerato nella sua integrità poiché gli oggetti sonori entrano in relazione tra di loro e si modificano creando un evento sonoro unico. La sonografia aerea L’invenzione della proiezione aerea in campo cartografico ha avuto applicazioni anche in campo sonoro per descrivere la distribuzione dei suoni, tuttavia nessuna proiezione silenziosa di un paesaggio sonoro può essere precisa. 9. CLASSIFICAZIONE Noi classifichiamo per migliorare la nostra percezione. I suoni possono essere classificati secondo varie discipline: acustica, psicoacustica, semiotica ed estetica. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Classificazione secondo le caratteristiche fisiche Oltre ad attacco, corpo, caduta e frequenza, dinamica, Schaeffer introduce anche i concetti di massa e grana, pochè esistono suoni che sono un cluster di frequenze, a banda larga o stretta. La grana, punto di contatto col senso tattile, riguarda le fluttuazioni frequenziali. Classificazione secondo gli aspetti referenziali Oltre ai suoni che sentiamo quando siamo coscienti bisogna considerare anche i suoni dell’utopia, i suoni dei sogni e delle allucinazioni, i suoni uditi prima di addormentarsi e al risveglio e le sensazioni sonore sinestesiche. La scomparsa del silenzio ai giorni nostri si può riscontrare anche nella letteratura in cui il silenzio e la quiete vengono menzionati raramente e quando vengono nominati diventano un qualcosa di alieno e con aggettivi raramente positivi (silenzio inquietante). Classificazione secondo le qualità estetiche L’estetica più elementare parte dal contrasto tra bello e brutto. Alcuni test significativi sull’estetica acustica sono stati fatti facendo elencare alcuni suoni piacevoli e altri non piacevoli, per poi stabilire una loro percentuale nel paesaggio sonoro. L’ambiente influisce molto sul giudizio estetico: più ci si allontana dalla città, più i suoi abitanti trovano suoni graditi, i suoni della città sono sgradevoli solo per chi ci abita, nei paesi meno urbanizzati il rumore del traffico non infastidisce più di tanto. Cambiano anche le fobie sonore (es. il suono del trapano del dentista). I contesti sonori Cadiamo in errore se riteniamo che un suono produca sempre un determinato effetto, ad esempio il clacson di una macchina ha un significato diverso a un incrocio e in un corteo nunziale. Se un suono viene portato fuori dal suo contesto con un nastro perde totalmente il suo significato (es. la caffettiera può risultare un suono terrificante). Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net 10. PERCEZIONE Figura e sfondo La distinzione tra figura e sfondo intendendo la figura come centro focale è la base psicologica della Gestalt, che introdusse anche il concetto di campo, ovvero il luogo dell’osservazione. La figura corrisponde al segnale o all’impronta sonora, lo sfondo ai suoni che lo circondano, il campo al paesaggio sonoro. L’appartenenza di un suono alla categoria figura o sfondo dipende dal livello culturale e mentale dell’individuo e dal rapporto che intercorre tra individuo e campo La competenza sonologica Secondo Otto Laske la competenza sonologica corrisponde non al sapere ma al saper fare, cioè saper riprodurre o imitare i suoni esperiti. Il registratore è uno strumento prodigioso per noi occidentali, abitanti delle città, che abbiamo perso molto nella competenza sonologica, perché può sintetizzare impressione, immaginazione ed espressione in una volta sola, riproducendo l’evento sonoro senza dubbio meglio della voce umana. La musica, chiave della percezione uditiva La musica riflette gli aspetti chiave che contraddistinguono una cultura: per la musica araba troviamo una caratterizzazione in ritmo e melodia, la nostra musica invece è caratterizzata a grandi linee da armonia e dinamica. Prospettiva e dinamica Il primo esempio di prospettiva in musica è una composizione la cui essenza punta per la prima volta sulla dinamica: la Sonata Pian e Forte di Giovanni Gabrieli. La prospettiva in musica può essere esemplificata con lo schema a tre strati in cui compaiono il soggetto sonoro, i support sonori e lo sfondo sonoro. Un popolo che privilegia la dinamica acustica alla prospettiva sono gli esquimesi. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Gesti e tessuti sonori La moltitudine di suoni vista come evento sonoro, in cui vi sono suoni che all’improvviso colpiscono l’ascoltatore senza che egli cercasse qualcosa sono la base della musica stocastica di Xenakis. Qui sta la differenza tra gesto, unico e inscindibile, e tessuto sonoro, che non è la somma di tanti gesti sonori ma è un elemento a se stante, come il suono del mare, sempre uguale ma sempre diverso. 11. MORFOLOGIA In campo musicale e non studia l’evoluzione di forme e strutture. La fuggevolezza del suono rende fuggevole anche lo studio morfologico del paesaggio sonoro. Il registratore diventa un elemento chiave. Dal legno alla plastica Passando da legno, pietra e metalli, vetro alla plastica e al cemento si è persa una gamma di suoni che hanno attraversato millenni di culture e che avevano un’espressività che i moderni materiali non hanno più. Dai passi ai pneumatici agli aerei I suoni discreti dei passi si sono coagulati nella linea continua della ruota, mezzo più veloce che ha fatto rallentare i passi che diventano un bisogno di ritmi più larghi. Dal corno al telegrafo Il telegrafo e i suoi progenitori hanno sostituito segnali affascinanti ed espressivi come i tam-tam africani e i corni da caccia e da posta. Dalla traccola alla sirena La sirena ha sostituito la traccola e la raganella e poi le campane per riuscire a soverchiare i rumori di fondo moderni. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Alcune conclusioni sul valore degli studi morfologici Prima di soppiantare un suono consacrato come la campana con uno radicalmente nuovo occorre studiare le influenze che questo cambiamento può avere sul p.s.. 12. SIMBOLISMO Il ritorno al mare Sicuramente il suono dell’acqua è il rumore bianco che presenta la simbologia più splendida: l’origine della vita che muta di continuo nel suo eterno reincarnarsi. L’uomo di oggi con l’aereo si è allontanato dal mare che però rimane sempre un idillio sonoro. Il vagabondare del vento Il vento è un suono spesso temuto dall’uomo, è un suono che puoi toccare e che ti accompagna d’ovunque, talvolta ti può terrorizzare. La campana e il mandala Il suono della campana ha perso nei secoli l’associazione col cristianesimo, diventando talvolta parte di inquinamento acustico e sostituita con campane elettriche meno violente, cosa che non è accaduta al gong per la grande differenza semantica ed estetica tra i due elementi. Corni e sirene Mentre il corno e la campana sovrastano il rumore ambientale con un incantesimo benevolo la sirena lo fa in maniera asettica. Simboli in transizione Il cambiamento repentino dei suoni della città, anche se la tonica dell’uomo urbano è la macchina, provoca in lui un senso di nostalgia per i suoni che vanno persi con il progredire incontrollato della tecnologia e del rumore, Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net anche se l’uomo moderno ha sempre cercato di incapsularsi nei suoni artificiali, in cui talvolta si ritrova però una riproduzione della natura, e questo non soltanto nei suoni (i sistemi di ventilazione che producono un rumore bianco costante possono essere considerati come un sistema per intrappolare e comandare il vento). I suoni del mare e del vento oggi, più che una connotazione minacciosa sono diventati suoni quasi fiabeschi. La transizione della simbolicità dei suoni si nota anche dal tuono che da vox Dei è diventato uno degli effetti usati nei concerti rock oppure il canto degli uccelli sostituito dalle radioline nei parchi. 13. IL RUMORE Schafer nel suo libro sottolinea come il problema dell’inquinamento acustico vada affrontato costruendo una cultura sul p.s. visto nel suo insieme, altrimenti l’unico modo per azzittire la tecnologia sarebbe una crisi energetica. L’evoluzione storica della definizione di rumore Sono innumerevoli tutti i significati adeguati a un determinato contesto in cui il rumore viene considerato. In genere il rumore ha raramente una connotazione positiva, nella maggior parte dei casi indica un suono non desiderato o di forte intensità. Principali significati universalmente condivisi di rumore: 1) Suono non desiderato 2) Suono non musicale 3) Tutti i suoni di forte intensità (se un suono supera un limite prefissato in dB il sistema che lo produce viene considerato rumoroso) 4) Disturbo all’interno di un qualsiasi sistema di comunicazione Una selle difficoltà incontrate nell’esame dei problemi di rumore a livello mondiale è rappresentato proprio dalle sfumature di significato: basti pensare a quanto sono diversi anche in termini di gradevolezza per esempio i rumori del traffico e i rumori del bosco. Sempre soggettiva diventa anche la distinzione tra musica e rumore. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net I rischi del rumore Vanno dalla presbiacusia alla socioacusia a deficit irreparabili dell’udito. Con quale ritmo cresce il livello del rumore ambientale?e come reagisce l’opinione pubblica? È difficile stabilire la crescita annua del rumore, ma oggi la gente non vede l’aumento di rumore come una certificazione di progresso come fu per Russolo. Ma da città a città cambia la natura dei rumori definiti più molesti, qui viene ribadita la soggettività di opinione che esiste tra le persone sul rumore e quindi la diversità da città a città della regolamentazione legislativa dei rumori. Le legislazioni possono controllare i rumori molesti ma non quelli dannosi sotto il profilo psicologico. Come lo studio della legislazione sul rumore rivela differenze culturali Alcuni rumori che per noi sono toniche per altri sono impronte sonore, e oltre alle differenze nei rumori menzionati dagli articoli di legge si trovano per esempio anche differenze di orari dovute ai diversi climi, quindi alle ore di riposo durante il caldo. Il rumore nel linguaggio In alcune città è vietata la bestemmia considerata provocatoria: le bestemmie e le parole oscene sono usate nel linguaggio come si userebbe un aggeggio per produrre un rumore improvviso che sciocchi l’ascoltatore. I suoni tabù Sono suoni onnipotenti tenuti “rinchiusi” per il giorno fatale per il loro contenuto di morte o distruzione (es. la sirena della protezione civile). Il potere ultimo è nel silenzio. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net IV. VERSO UN’ESTETICA ACUSTICA 14. ASCOLTARE Ecologia acustica e design acustico Oggi è necessario trovare una similitudine col design industriale di Bauhaus in campo acustico. L’ecologia dei suoni studia i suoni in rapporto con la vita degli individui e il design acustico serve a ristabilire una cultura uditiva dal basso. Un modulo per il design acustico I moduli base per misurare lo spazio acustico sono l’orecchio e la voce umana; in natura questi due parametri non possono essere soverchiati: l’uomo è una macchina acustica perfetta, ma quelle che lui costruisce non lo sono. La pulizia dell’orecchio Non produrre suoni è ascoltare gli altri è un’attività che per alcuni può risultare inquietante. Un altro esercizio utile, con l’ausilio del registratore, può essere l’isolamento di un suono particolare da un contesto rumoroso, specialmente sarebbe utile porre l’attenzione sui “suoni in via di estinzione”. Un turista nel paesaggio sonoro Un designer acustico deve annotare in una sorta di diario di bordo ogni tratto saliente di qualsiasi p.s., tenendo conto che in p.s. meno familiari l’orecchio è più all’erta. Itinerari acustici Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Fare una passeggiata acustica svolgendo qualche esercizio di pulizia dell’orecchio e ascoltando il p.s. è un modo per orientarsi nelle mappe acustiche che delineano il p.s.. 15. LA COMUNITA’ ACUSTICA Lo spazio acustico Lo spazio acustico è molto meno vincolato di quello fisico, su cui l’uomo si basa più fermamente anche per la predominanza moderna del senso visivo rispetto a quello uditivo. La comunità acustica Le comunità acustiche sono quei gruppi di persone che si ritrovano accomunati da una tonica particolare (es. la campana per la parrocchia delimita il confine della sua comunità acustica), e quindi il suono è un valido elemento di giudizio anche per definire una comunità. Interno/esterno, suoni in conflitto Sono suoni profondamente diversi perché l’aperto è libertà, il chiuso intimità: ciò si sintetizza nelle differenze sia estetiche che psicoacustiche di eco e riverbero. Il riverbero da un’illusione di conservazione del suono e fonde suoni emessi a breve distanza temporale, questo spiega i ritmi lenti del gregoriano. Architetti e ingegneri acustici nel mondo antico Gli ingegneri acustici di un tempo erano molto più bravi perché misuravano con l’orecchio e miravano a creare delle proprietà acustiche volte a contraddistinguere la cultura di un popolo. Da un’estetica acustica in positivo a una in negativo Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net I vecchi edifici sono spettacoli visivi e acustici, oggi l’acustica degli ambienti chiusi è volta all’isolamento dall’esterno, è volta a ovattare i suoni. L’architetto moderno, un designer acustico Nessuna tecnica di mascheramento acustico potrà rendere espellente una sala malprogettata. Sabine, padre dell’acustica di ambienti riverberanti, rimane ancora per tutti la vetta più alta. 16. TEMPO E RITMO NEL PAESAGGIO SONORO L’uomo dovrebbe essere l’unità di misura dei progetti acustici. Cuore, respiro, passo, sistema nervoso Il polso umano è il predecessore del metronomo. I ritmi della poesia sono legati al respiro così come quelli del lavoro manuale, lo stesso sistema nervoso è sincronizzato aritmicamente nel potere di risoluzione dei sensi recettori. I ritmi nel paesaggio sonoro naturale Il mondo moderno urbanizzato tende a indebolire il legame tra i ritmi della vita dell’uomo e quelli del p.s. (es. semina e raccolto – stagioni, fasi lunari, giorno e notte). Gli animali con i loro versi creano già da soli un supporto notevole al paesaggio sonoro, alternandosi nel ritmo di giorno e notte. I ritmi nella vita del villaggio Come è possibile immortalare i ritmi del paesaggio sonoro così è possibile fare nelle città, sia considerando i rumori del traffico, sia considerando il vociare per le strade. Come villaggio esempio viene preso Cembra, vicino a trento, villaggio in cui la presenza di suoni umani supera ancora quelli tecnologici, è quindi possibile notare come i ritmi del villaggio siano differenti da quelli della città. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net I ritmi delle trasmissioni radiofoniche I ritmi delle stazioni radiofoniche, sia nei palinsesti che nel parlato in generale, non sempre rispecchia i ritmi quotidiani delle persone ma tende ad accelerarli. Bruce Davis ha progettato la Enviromental Radio che trasmette solo suoni di paesaggi sonori in cui vengono messi dei microfoni. 17. IL DESIGNER ACUSTICO La società crolla nella depressione quando i ritmi del p.s. vengono stravolti e diventano caotici passando a un p.s. LO-I. I principi del design acustico Deve aiutarci a reintegrare il p.s. che ci appartiene operando una specie di orchestrazione selettiva del p.s: 1) rispetto per l’oreccio e la voce 2) consapevolezza del valore simbolico del suono 3) conoscenza dei ritmi e dei tempi del paesaggio sonoro naturale 4) comprensione dei meccanismi di equilibrio per correggere un p.s. compromesso deve aiutarci ad aprire nuovi orizzonti sonori. La conservazione delle impronte sonore Un impronta sonora nella sua unicità (es. il Big Ben) merita di passare alla storia come una sinfonia di Beethoven. Il restauro del paesaggio sonoro Un inizio significativo potrebbe cominciare da tutti i ronzii e segnali cacofonici di avvertimento, poiché per attirare l’attenzione facendo trasalire il pubblico non è né difficile né ingegnoso, al contrario lo è trovare un modo per attirare l’attenzione in maniera gradevole. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net Un malizioso gioco di parole sul nome di Bell, l’infentore del telefono Il designer acustico ha una grande occasione nello studio degli squilli dei telefoni, la maggior parte dei quali sono sgradevoli e con un ritmo pedante. Il clacson delle automobili Studi interessanti di design acustico sono fatti anche nella scelta dell’accordo su cui basare il clacson di un veicolo. Il paesaggio sonoro dell’utopia È il paesaggio sonoro ottenuto cercando di ascoltare i suoni del futuro (ci riuscì Francesco Bacone immaginando il controllo e modellazione del suono che possiamo fare noi oggi con le nostre tecnologie, e ci riuscì in parte Ives con l’idea della Universe Symphony mai portata a termine. 18. IL GIARDINO PIENO DI SUONI Il giardino è per definizione gioia dei sensi, e tutto ciò che l’uomo ci mette deve essere simpatetico con l’ambiente, compresi i suoni L’eloquenza dell’acqua Nel giardino l’acqua, con il suo potere sonoro precedentemente descritto, è un elemento che spinge alle più grandi fantasie basate sul suo grande potere semantico ed espressivo di cascatem gocce e gorgoglii. Lo spirito del vento Come la fontana, l’arpa eolia è un altro strumento umano suonato dalla natura carico di possibilità espressive vastissime. 19. IL SILENZIO Tempi e boschi silenziosi Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net I santuari migliori dove l’uomo può soddisfare il suo bisogno di pace sono moltissimi e antichissimi: sono le montagne, i boschi e l’alto mare. I riti del silenzio I riti silenziosi sono sempre collegati con la memoria di qualche avvenimento, spesso di carattere tragico. L’uomo occidentale e la concezione negativa del silenzio L’uomo ama produrre suoni perché ha paura della solitudine e quindi della morte, entità a cui è legato indissolubilmente il silenzio. Per John Cage il silenzio in vita non esiste, quando entrò in camera anecoica scopri che dovendoci entrare fisicamente non poteva fare a meno di percepire il rumore del suo sistema nervoso e del suo sangue in circolo. Il recupero di una concezione positiva del silenzio Oltre al taoismo che è la religione che esalta più di tutte il silenzio nel suo valore meditativo e spirituale sono utili tutte le teorie che lo mettono in relazione di necessarietà col suono. EPILOGO LA MUSICA DELL’ALDILA’ Prima dell’uomo e dell’orecchio soltanto le divinità udivano i suoni, allora la musica era perfetta: in occidente la Musica delle Sfere distingue la musica celestiale, la vibrazione dell’etere impercettibile che è base di ogni cosa, dai suoni naturali. Noi siamo imperfetti sia moralmente che fisicamente, infatti il tono puro è solo teorico così come il silenzio assoluto; come studiò Fourier questo è dovuto anche al fatto che i suoni sono imperfetti perché gli elementi che li producono e li ricevono devono prima vincere la loro inerzia. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net