to mag 84-62-89 - Torino Magazine

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to mag 84-62-89 - Torino Magazine
1988-2008:
Nei suoi primi vent’anni la
testata metropolitana più
longeva del panorama
nazionale ha esplorato il
territorio ed i suoi
protagonisti anticipando
tendenze e stili di vita.
Un’esperienza editoriale
innovativa, un percorso
non certo privo di
ostacoli, il biglietto da
visita di una Torino in
costante evoluzione
di GUIDO BAROSIO
foto ARCHIVIO TORINO MAGAZINE
e PAOLO RANZANI
Torino
Magazine
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racconta la città
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i vent’anni torino magazine
torino magazine i vent’anni Q
uesta è una storia che ho
seguito in prima persona
dall’autunno del 1999, ma
è anche un’avventura professionale che mi vede
debitore di quei pionieri (per
certi aspetti quasi ‘visionari’…) che lanciarono la
testata – dopo averla registrata il 2 febbraio – nell’estate del 1988. Allora – con una solare Jo Ferguson in
copertina (fotografata da Daniele Carnio e intervistata da
Dada Rosso) – debuttò Torino Magazine: direttore Giorgio Lindo, Editoriale Quattro srl di via San Quintino 28, collaboratori principali alcuni nomi che sarebbero stati affermati protagonisti anche in altri scenari. Di quel primo numero ricordiamo le firme della già citata Dada Rosso (grande e raffinata giornalista che ci ha lasciato nel 2004), di
Adriano Bacchella, Giovanni Fontana, Massimo Forchino
ed Elena Vaccarino. Che cosa resta oggi di allora? Un concept teso a valorizzare le eccellenze cittadine attraverso
personaggi e racconti anche personali, un gusto per le
immagini grandi e belle, un formato ‘particolare’ (addirittura un 28 x 38 nelle prime edizioni…), la foliazione ‘importante’ (che toccò le 224 pagine nel Natale ’88), il gusto di
stupire, in felice controtendenza rispetto ai luoghi comuni che volevano (e forse ancora vorrebbero…) una Torino
riservata e sonnolenta. Invece proprio da Torino partì l’avventura del primo city magazine italiano.
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Questa la testimonianza di Giorgio Lindo sul concepimento: «In realtà l’idea non mi venne nel 1988 ma quindici anni
prima; quando entrai in Mondadori con l’obiettivo di creare delle testate cittadine che, nel mio progetto iniziale,
dovevano chiamarsi ‘Il torinese’ e ‘Il milanese’. Però non se
ne fece nulla. Il progetto venne ripreso solo quando ebbi la
solidità economica, la libertà e l’esperienza per potermi dedicare all’iniziativa. Fin dall’inizio il target di riferimento fu ‘alto’,
borghese, con dichiarata disponibilità alla spesa. Per il format ci ispirammo alla rivista americana ‘LA’ di Los Angeles.
Il formato, vistoso e particolare, ci assicurò grande visibilità, anche se gli edicolanti lo ritennero scomodo e poco gestibile». Torino Magazine centrò lo spirito dei tempi, ce lo racconta Roberto Pissimiglia, direttore editoriale dal secondo
numero: «L’Italia veniva da stagioni buie e complicate,
segnate dalla crisi e dal terrorismo. Un periodo particolarmente difficile soprattutto per Torino. Ma, verso la metà degli
anni Ottanta, le cose cambiarono; con aperture dichiarate
e spettacolari verso un nuovo edonismo. Certo Roma, Milano, la riviera romagnola e il Veneto arrivarono prima, ma anche
a Torino l’aria stava cambiando. Noi fummo gli interpreti del
disgelo e valorizzammo quel desiderio di apparire, di esibirsi, di mettersi in mostra raccontando la propria storia, i propri hobby e le proprie passioni. Torino Magazine divenne una
vetrina, ma anche una formula esportabile. Progettammo
una testata milanese e lanciammo Genova Magazine, ma
la città ligure era davvero una piazza complessa e l’esperimento ebbe breve durata». Sfogliando i primi numeri si scoprono curiose assonanze con l’edizione attuale: i volti di
copertina colti tra i ‘torinesi di passaggio’ (la prima fu Ottavia Piccolo), gli appuntamenti mondani (ieri ‘c’ero anch’io’,
oggi ‘personaggi e riti’), i viaggi (debutto al primo numero
con San Francisco), ma anche ‘le case dei personaggi celebri’ e ‘le buone tavole’ (oggi ‘ristoguida’). Il senso del tempo che passa assume una dimensione nostalgica e concreta sfogliando le annate di un periodico,
quando poi il ‘testimone’ è una rivista cittadina i volti, i luoghi, i personaggi, gli stili
di vita, le abitudini diventano riconoscibili,
familiari, distanti e ravvicinati allo stesso tempo. Così quella che ci racconta il primo Torino Magazine è una città sicuramente meno
aperta di oggi, legata alle proprie tradizioni, sempre bellissima ma certamente più
classica, meno internazionale (e quasi inteneriscono le testimonianze dei torinesi
celebri all’estero e quelle dei ‘cittadini del
mondo’ approdati sotto la Mole); ma la
disponibilità ad apparire quasi sorprende ed
ha il suo gioco privilegiato nella ricercatissima rubrica ‘L’album di famiglia’, alla quale abbiamo dedicato un apposito servizio.
Allora come oggi il numero di punta è quello natalizio –
gonfio di servizi, brillante nella resa pubblicitaria – talmente ricco di pagine che Giorgio Lindo ricorda «le difficoltà,
solo in parte risolte, nel confezionarlo. Dopo qualche tempo quasi tutte le copie del numero tre avevano le pagine
staccate…».
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i vent’anni torino magazine
Col 1991 per
Torino Magazine
arriva il momento
di una svolta.
Nell’editoriale
del numero
di marzo si annuncia
il cambio di formato
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torino magazine i vent’anni
Col numero quattro entrano nel
colophon Paola Gallotti e Roberto Thoni per il coordinamento
editoriale, mentre la copertina è
dedicata ad Arturo Brachetti,
definito ‘l’erede di Fregoli’, personaggio che ritornerà in pole
position, questa volta insieme
a Marco Berry, cinque anni
più tardi. Altro debutto destinato alla replica nel maggio
’89, quando il volto della
rivista è quello di Piero
Chiambretti. Qui il ricordo
rimanda ad un risvolto
curioso, perché nel
numero 74 (estate
2006) lo stesso Piero
riappare in cover e, per
l’intervista di apertura,
si fa ritrarre con la
‘copertina storica’.
Nel 1989 Torino
Magazine diventa
bimestrale, il prodotto si
consolida e la rivista rappresenta ormai un
appuntamento fisso in edicola; tra i ‘nomi’ presenti nei sommari ricordiamo quelli di Giorgio Bocca, Maria Teresa
Ruta, Lino Capolicchio ed Enza Sampò.
Il ’90 (anno dei mondiali di calcio) conferma il successo: sei
numeri, tra i pezzi forti Natalia Ginzburg intervistata da Dada
Rosso, le foto di William Klein e lo speciale su ‘Torino capitale dell’auto’ che vale un nostalgico ripensamento agli anni
gloriosi del Salone. Col 1991 per Torino Magazine arriva il
primo cambiamento. Nell’editoriale del numero di marzo si
annuncia il nuovo formato (che diventa 24 x 34), giustificando la scelta con problemi legati alla distribuzione ed alla
spedizione in abbonamento. Il prodotto, in realtà, perde qual-
cosa del suo appeal (le pagine scendono a 142 dalle 184
nella precedente versione), ma il numero sedici si fa comunque ricordare per il ‘faccia a faccia’ (cover e servizio di punta) dove Dada Rosso mette a confronto il sindaco ‘storico’ Diego Novelli con il neoeletto Valerio Zanone. Formula poi ripetuta altre tre volte con protagoniste ‘le coppie’
Lorenzo Matteoli – Bernardino Garetto (tema, il turismo), Giovanna Cattaneo Incisa – Giuseppe De Maria (la viabilità), Vittorio Chiusano – Gian Mauro Borsano (il calcio). L’album di
famiglia cambia, ma non in meglio, diventando a colori e
variando di volta in volta le location. Giovanni Fontana non
lo firma più e le immagini vengono realizzate da Paola Visentini. L’anno si chiude con il numero 21 e la sensazione che
la formula mostri qualche cedimento. I segnali del declino
vengono confermati nel ’92, dove si scende a soli quattro
numeri e la foliazione si assesta intorno alle 112 pagine.
Poche le interviste degne di nota (il debuttante Alessandro
Baricco e Rossella Falk), grande attenzione agli hobby ed
al collezionismo. Torino Magazine comincia a riflettere una
stagione dove la città stenta nuovamente a trovare ruoli significativi e protagonisti d’eccellenza.
Quattro numeri ‘stagionali’ anche nel ’93, con ancora
meno pagine e rara originalità; tra servizi sul mondo dell’arte, artigianato piuttosto d’antan e curiosità spicce il magazine sembra raccontare più una realtà di provincia che la
‘nuova Torino’, ancora in embrione ma già vitale: le fortune pubblicitarie sono in calo ed il rischio di un ‘avvitamento’ ormai palpabile. Così, nel 1994, si cambia ancora. Il formato perde ogni aspetto di originalità (21 x 28), la grafica
si semplifica ulteriormente ed i servizi si riducono. I numeri sono solo tre, l’elemento di maggiore originalità lo troviamo nella copertina invernale, con un sulfureo Marco Berry a salutare una stagione editoriale non certo esaltante. La
parabola del ‘primo Torino Magazine’ si esaurirà nei due anni
successivi: ancora sette numeri (quattro nel ’95, tre nel ’96)
con una ormai stabile perdita di smalto. Il frizzante ‘giornalone’ dell’esordio è ormai solo un ricordo, i record di fatturato anche, l’Album di famiglia chiude i battenti nell’inver-
no ’95, c’è ancora un acuto con la copertina di Carla Bruni (estate di quell’anno, intervista di Daniela Finocchi) ma
poco altro merita di essere ricordato. Giorgio Lindo ci racconta così le ultime battute della sua direzione: «La città
rispondeva sempre meno pubblicitariamente e la formula
ne risentiva. Ma anche i miei interessi ormai mi portavano
sempre più lontano da Torino. Il nostro ciclo si era fondamentalmente esaurito…».
Bisognerà attendere tre lunghi anni per la resurrezione, e qui
la storia diventa anche personale perché, dal dicembre 1999,
la direzione di Torino Magazine passa nelle mie mani.
Tre anni di letargo dunque, ma anche tre anni fondamentali nella vita della città: lo spazio di tempo necessario perché si ricreassero le condizioni (non solo editoriali, ma anche
sociali, economiche…) indispensabili al rilancio, prima, e al
consolidamento, dopo, della testata.
Torino stava cambiando pelle, crescendo in vivacità col rilancio di un terziario sempre più brillante, con il recupero di
zone centrali prima degradate, con l’arrivo sul mercato di
aziende giovani e dinamiche in settori legati alle tecnologie d’eccellenza; turismo, enogastronomia (col Salone del
Gusto) e arte contemporanea trovavano finalmente spazi,
stimoli e progetti all’altezza delle nuove sfide. Lo scenario
ideale per ritentare la grande avventura di una rivista cittadina che raccontasse innanzitutto ‘la nuova Torino’. Ma ogni
fase storica vuole la sua bandiera, il suo traguardo, il suo
sogno concreto dietro il quale mettersi in marcia. Per noi
questo sogno si chiamava ‘Torino 2006’: una conquista ed
un miraggio allo stesso tempo. Quindi il primo numero di
Torino Magazine ‘nuova serie’ non poteva che avere in
copertina Evelina Christillin, ‘la signora degli anelli’ (così venne definita negli strilli…), intervistata dal sottoscritto nel quar-
«Vogliamo dare
a Torino il miglior
city magazine possibile.
Anzi, il più bello
e il più ricco
tra i city magazine
in circolazione»
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i vent’anni torino magazine
torino magazine i vent’anni tier generale del Lingotto e fotografata (assai bene) da Gianluca Boetti. Certo, il riaffacciarsi nelle edicole comportava
una buona dose di coraggio; il ‘cimitero editoriale’ della città era affollato di cadaveri eccellenti e forse le ‘gufate’, per
numero e qualità, superavano gli auguri sinceri... Anche il
prodotto di allora, a guardarlo con gli occhi di oggi,
suscita una certa tenerezza: formato semplice e classico (21 x 27), 86 pagine, un numero di servizi rigorosamente contingentato perché la scommessa era ancora tutta da vincere. Ma la nuova Torino faceva già la parte del leone: ‘le tribù della notte e i loro villaggi’ raccontava il set nottambulo di una metropoli emergente, ‘luci
d’artista’ rivelava le sue prime meraviglie e i numerosi ristoranti segnalavano il sorgere di una città ‘golosa e sibarita’, segnalata e scoperta anche dai quotidiani stranieri. Nel mio primo editoriale scrivevo:
«L’arte di vivere la città ha ritrovato una rivista che
vuole essere il suo diario di bordo. Obiettivi: svelare personaggi, suggerire percorsi, curiosare tra
opportunità e progetti che fanno di Torino una realtà viva, intrigante, molto più sorprendente di
quanto si potrebbe immaginare… Una città emergente che
attrae architetti, fotografi e registi. Tutti incuriositi, e magari anche stregati, da questo singolare intreccio tra passato e futuro, di conformismo e creatività, che è oggi Torino.
Un grande centro urbano dove 40mila torinesi non sono
di origine italiana e sono arrivati da 140 diversi paesi. Trasformando il volto di una città che vanta, in ordine sparso,
la Fiera del Libro e il Salone del Gusto, almeno due festival cinematografici, rassegne musicali di ogni genere, una
stagione concertistica e teatrale che molte altre città ci invidiano, un’estate vivacissima e, ancora, mostre di successo, musei che di successo ne meriterebbero ancora di più
e tanti locali, tutti nuovi, da scoprire. Da conoscere per farsi conoscere o anche solo per tirar tardi in compagnia…
si può parlare di un nuovo rinascimento cittadino? Forse,
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ma più concretamente possiamo dire che Torino si sta
riprendendo quel ruolo di ‘laboratorio delle idee’ che storicamente le appartiene…». ‘Questa è la nuova Torino bellezza!’ veniva da dire, e noi ci abbiamo creduto per primi.
Dicembre 1999: numero 41, Editore Proget srl, direttore editoriale Piero Tirone, sede della redazione via Cernaia 25,
la storia si era rimessa in moto… Nel secondo anno le uscite furono quattro, ma con una crescita continua di qualità, contenuti e foliazione. Il numero natalizio del 2000 arrivò a 142 pagine, la fase di incubazione era stata superata con successo. Tra i protagonisti dell’anno vanno ricordati Davide Scabin, Piero Chiambretti, l’hair-stylist Franco
Curletto, l’economista Sergio Ricossa, Helmut Newton e
Giorgetto Giugiaro, Alfredo Cazzola e il presidente della
Regione Enzo Ghigo (fotografato nella sua abitazione), il procuratore Raffaele Guariniello (intervistato da Barbara Paloschi), Marco Boglione e Alberto Alessio. Grandi personaggi e belle storie, una scelta che si rivelerà vincente. Le cover
non hanno ancora una linea omogenea anche se prevale
la creatività sui volti noti: c’è la Torino virtuale di Piero Carcerano, un’immagine d’autore di Helmut Newton. In particolare la donna aliena di Sergio Caminata (scatto per il
calendario di Franco Curletto) fece molto discutere e
segnò uno stacco dalle convenzioni precedenti. Nel 2001
il prodotto raggiunge una solida stabilità. Si parte a gennaio con un’altra ‘immagine forte’: Elena Muzzarelli fotografa Caterina Longhin, seducente fumatrice di sigaro. Non
sarà l’unico segnale ammiccante e trasgressivo: entra in
squadra Paolo Ranzani, re del glamour e dei calendari, per
firmare tre copertine piuttosto piccanti, come l’indimenticabile ‘donna vampiro’ del numero 50.
A dicembre arriva il successo più vistoso della nuova
serie, con il record di vendita in edicola conquistato grazie al ‘calendario delle modelle torinesi’ realizzato sempre
da Ranzani. Dal punto di vista giornalistico l’annata inanella altri grandi personaggi come Giuliano Soria, Stefania Roc-
ca e Kristina Ti, ma si fa anche ricordare
per l’inizio di una collaborazione ufficiale
con il Toroc. Nasce la rubrica ‘Da qui al
2006’ e il gemellaggio porterà significativi risultati ed un prestigio sempre più
crescente. L’episodio professionalmente più complesso riguarda la campagna elettorale. Si affrontano Roberto Rosso e Domenico Carpanini,
Torino Magazine prepara una cover
sul tema intitolata ‘la sfida’. Quando il numero è già in chiusura realizzo due interviste in parallelo coi
candidati, ma – dopo pochi giorni – Carpanini si spegne tragicamente durante il primo confronto in pubblico con l’avversario.
Al dolore personale si aggiunge
il disagio di una decisione da
prendere in poche ore. L’uscita del magazine viene posticipata, la scelta dei Ds di puntare su Sergio Chiamparino
(e la sua disponibilità personale per un’intervista in tempi strettissimi) sbloccano la situazione. Di
quei giorni drammatici restano tre interviste e una non comparirà mai; quella con l’attuale sindaco venne realizzata a
casa sua, in un’atmosfera ancora incredula che solo i sorrisi di Elena Muzzarelli seppero sciogliere.
Il 2002 sarà per Torino Magazine l’anno del grande cambiamento. Si parte con la vecchia formula – due numeri, il secondo con la spettacolare copertina firmata David LaChapelle
– ma la situazione editoriale è gravata dalla crisi del mercato pubblicitario. È il momento di una svolta forte che arriva
con la cessione della testata a Sant’Anselmo Editrice. La spin69
i vent’anni torino magazine
torino magazine i vent’anni ta verso il rinnovamento, verso un tanto atteso salto di qualità è fortissima; la coesione tra redazione, struttura commerciale e proprietà rendono possibile un progetto ambizioso
che dà velocemente i suoi frutti. Cambia nuovamente il formato (un 23 x 30 di grande impatto), la foliazione cresce subito a 136 pagine per arrivare, col numero natalizio, a 176. Agli
albori di quella che si può definire ‘la terza repubblica’ di Torino Magazine scrivo nell’editoriale di apertura: «Vogliamo dare
a Torino il miglior city magazine possibile. Anzi, il più bello e
il più ricco tra i city magazine in circolazione».
Tra le tante novità forse la più vistosa riguarda le copertine: tornano i volti (Silvia Rocca, Massimo Giletti e Luciana Littizzetto i primi tre) e Paolo Ranzani realizza in studio
sia le cover che il servizio di apertura. Nei contenuti, una forte apertura alla moda ed una rinnovata
attenzione per i grandi personaggi della città: nel
solo numero 56 tengono compagnia a Luciana Littizzetto il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Enzo Ghigo, l’assessore alle Olimpiadi Elda Tessore e l’editorialista Massimo Gramellini. La periodicità si assesta sui cinque
numeri all’anno e il 2003 vede una crescita decisa sul fronte delle edicole e dal punto di vista
pubblicitario. Le cover ‘mettono in fila’ cinque
big del calibro di Alessandro Del Piero, Carla
Bruni (al suo debutto nelle vesti di cantante,
ne abbiamo vinto la riservatezza solo grazie
all’amicizia della collega Daniela Dolci),
Simona Ventura, Piero Angela e Marcello
Lippi. Un anno imponente anche dal punto di vista delle pagine realizzate: complessivamente 912, record per la testata
(ovviamente fino a quel momento…). Il
prestigio e la credibilità del mezzo si riflettono nella disponibilità all’intervista e
alla confidenza di personaggi del calibro di Achille Boni70
to Oliva, Giorgio Faletti, Mauro Salizzoni, Agostino Re
Rebaudengo, Patrizia Sandretto, Jean-Claude Killy, senza contare il poker di giornalisti illustri messo insieme da
Barbara Paloschi: Ezio Mauro, Marcello Sorgi, Gad Lerner
e Gianni Riotta. Nascono anche le collaborazioni con due
grandi gruppi editoriali: White Star (esclusivista per l’Italia
dei prodotti National Geographic) e LaPresse, azienda leader nel mercato della fotografia nazionale e internazionale. Il cinema – sempre più presente a Torino con il brillante lavoro di Film Commission – diventa un punto di riferimento dei nostri servizi, i grandi reportage turistici ‘portano il mondo in città’. La redazione si struttura ulteriormente, entra in staff Federica Tourn come segretaria di redazione, Valter Carasso è un art director di inesauribile creatività, gli uffici di via Sant’Anselmo 11 sono una polveriera
di idee… E il 2004 mantiene le promesse: 976 pagine realizzate (altro record, col numero di Natale a 240 nuovo primato assoluto per un singolo numero), cover con Emanuele Filiberto, Marco Berry e Arturo Brachetti, Stefania Rocca, Alessandro Preziosi e Giorgio Faletti. Tra le grandi interviste (cover escluse…) ricordiamo: Gian Paolo Ormezzano, Subsonica, Ludovico Einaudi, Gabriele Vacis, Marinella Venegoni, Marco Ponti, Vanessa Incontrada, Manuela
Arcuri, Dario Argento, Vittorio Sgarbi, Roberto Vecchioni
e Cristina Chiabotto. Ma il momento clou dell’anno arriva
la sera del 26 ottobre, quando, nell’incantata cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino Magazine organizza un galà in onore dei protagonisti di ‘Elisa di Rivombrosa’, la fiction del momento. La festa si guadagna un
ampio ‘minutaggio’ su ‘Verissimo’ e ‘Studio Aperto’: il prestigio del magazine viaggia in perfetto parallelismo con quello del suo territorio. L’anno seguente è segnato dall’attesa dell’evento olimpico: Torino Magazine mette in campo
quattro numeri ‘normali’ (cover Giorgio Albertazzi, Eva Herzigova, Vasco Rossi e Urbano Cairo) e uno ‘speciale olimpico’ che costituisce un significativo ‘unicum’ anche a livel-
lo nazionale: 424 pagine, 196 articoli, 500 foto, 2 chili e 600
grammi di peso… un record sotto tutti i punti di vista, mai
visto niente di simile sotto la Mole. L’annata si conferma
comunque fondamentale sia per il livello dei personaggi coinvolti – Carlo Verdone, Bruno Bozzetto, Roberto Bolle, Gerry Scotti, Debora Caprioglio, Sergio Chiamparino, Antonio
Saitta, Mercedes Bresso, tutti i grandi atleti olimpici – che
sotto il profilo della visibilità: la presentazione della pellicola ‘Ora e per sempre’ in primavera e il galà estivo sul tetto del Lingotto, probabilmente l’evento mondano dell’anno. Il 2006 si apre con lo ‘speciale olimpico parte seconda’: ancora 320 pagine, con la cronaca di ogni evento, il
diario delle gare, le foto più spettacolari di una Torino sicuramente unica, probabilmente irrepetibile. A seguire un
numero con Del Piero e le immagini delle Paralimpiadi in
cover (non fu un successo e bisogna ammetterlo, lo scan-
dalo Juve e le perplessità pre-Mondiali danneggiarono non
poco le vendite). Ma l’impennata non si fa attendere. L’anno si chiude con un terzetto vincente di copertine: Piero
Chiambretti, Carlin Petrini e… Paolino Pulici, ritratto con la
maglia del Toro campione d’Italia ’76, il nostro personale
omaggio al centenario granata. Nel 2006, più che negli anni
precedenti, si delinea il concept di ‘cover progetto’: il volto di Petrini lancia un numero, il 75, fortemente segnato dal
food e dall’agroalimentare, Pulici accompagna gli eventi di
Torino Magazine dedicati ai ‘cento anni di Toro’: la festa da
Norman del 3 dicembre, dove abbiamo l’onore di posizionare una targa in ricordo dei fondatori del club, la mostra
del centenario di piazza Castello, curata da noi e dalla società Zetabi. Ma il 2006 propone anche un altro evento storico, ad ottobre debutta nelle edicole milanesi Milano
Magazine (con presentazione estiva a Palazzo Marino, ospi-
Bisognerà attendere
tre lunghi anni
per la resurrezione,
e qui la storia diventa
anche personale perché,
dal dicembre 1999,
la direzione di Torino
Magazine passa
nelle mie mani
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i vent’anni torino magazine
A dicembre arriva
il successo più vistoso
della nuova serie,
con il record di vendita
in edicola conquistato
grazie al calendario
delle modelle torinesi
realizzato
da Paolo Ranzani
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torino magazine i vent’anni te d’onore e padrone di casa Vittorio Sgarbi…): la testata
gemella, l’evoluzione della specie, la tangibile dimostrazione di un successo crescente. Festa finale il 12 dicembre tra
i locali di Norman e la nostra nuova sede di via Stampatori 21: un tratto di via Cernaia col red carpet e le gigantografie di copertine memorabili, buffet, ostriche e champagne per 600 invitati, l’evento clou dell’inverno torinese
consolida un’immagine sempre più vincente. Ah, quasi
dimenticavo, nel 2006 ci hanno tenuto compagnia: Davide Scabin, Alena Seredova, Alessandro Gassman, Nanni
Moretti, Anna Galiena, Gipo Farassino, Claudio Baglioni, Isabella Rossellini, Luca Ronconi, Raoul Bova e Violante Placido. Col 2007 la storia si fa davvero cronaca: 1256 pagine di foto, personaggi, notizie, inchieste, eventi, curiosità.
Cover dedicate a: Asia Argento, Gigi Buffon (volto simbolo del calcio italiano, emblema del Mondiale vinto e dei 110
anni della Juve), Laure Manaudou (tutti possono sbagliare, e, quando venne scelta, sembrava il personaggio sportivo del momento…), Edelfa Masciotta, Don Luigi Ciotti, il
volto coraggioso di una Torino ‘giusta’ e impegnata in un
sociale che non vuole compromessi, significativamente la
più lunga intervista mai apparsa sul nostro magazine. Tra
gli altri personaggi dell’anno ricordiamo: Marco Durante, Sara
D’Amario, Giuseppe Culicchia, Renzo Arbore, Gianni Farinetti, Darwin Pastorin, Martina Corgnati, Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino, Steve Della Casa, Evelina Christillin.
Ed eccoci al 2008, l’anno del ventennale; una ricorrenza che
abbiamo iniziato a celebrare con il cambio di formato, grafica e carta, il tutto battezzato da un evento alla Fondazione Sandretto che ha visto la partecipazione dei toscani di
Firenze Magazine e del gruppo francese Côte. Poche settimane dopo altro appuntamento d’eccellenza con la gran-
de mostra (realizzata in collaborazione con Il Tucano di Willy Fassio) che ripercorre i reportage di Torino e Milano Magazine. Oltre 400 persone all’inaugurazione ed un successo
che si guadagna la proroga: l’esposizione sarà ancora visitabile, fino al 31 luglio, presso l’Art Gallery di piazza San Carlo. Dopo Patrizia Sandretto e Giorgetto Giugiaro la terza cover
di quest’anno è un segno grafico del più inconfondibile artista torinese: Ugo Nespolo. Bene, siamo al numero 84 e la
nostra cavalcata si interrompe; per il futuro non basta un cronista, servirebbe un mago del marketing o un esperto in oroscopi. Noi rinunciamo all’uno e all’altro, con la forza dei progetti ed un rodato team di professionisti il futuro lasciamo
che siate voi a leggerlo. A noi basta il gusto di raccontarvelo, in fondo a vent’anni si è ancora dei ragazzi… I
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