to mag 84-62-89 - Torino Magazine
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1988-2008: Nei suoi primi vent’anni la testata metropolitana più longeva del panorama nazionale ha esplorato il territorio ed i suoi protagonisti anticipando tendenze e stili di vita. Un’esperienza editoriale innovativa, un percorso non certo privo di ostacoli, il biglietto da visita di una Torino in costante evoluzione di GUIDO BAROSIO foto ARCHIVIO TORINO MAGAZINE e PAOLO RANZANI Torino Magazine 62 racconta la città 63 i vent’anni torino magazine torino magazine i vent’anni Q uesta è una storia che ho seguito in prima persona dall’autunno del 1999, ma è anche un’avventura professionale che mi vede debitore di quei pionieri (per certi aspetti quasi ‘visionari’…) che lanciarono la testata – dopo averla registrata il 2 febbraio – nell’estate del 1988. Allora – con una solare Jo Ferguson in copertina (fotografata da Daniele Carnio e intervistata da Dada Rosso) – debuttò Torino Magazine: direttore Giorgio Lindo, Editoriale Quattro srl di via San Quintino 28, collaboratori principali alcuni nomi che sarebbero stati affermati protagonisti anche in altri scenari. Di quel primo numero ricordiamo le firme della già citata Dada Rosso (grande e raffinata giornalista che ci ha lasciato nel 2004), di Adriano Bacchella, Giovanni Fontana, Massimo Forchino ed Elena Vaccarino. Che cosa resta oggi di allora? Un concept teso a valorizzare le eccellenze cittadine attraverso personaggi e racconti anche personali, un gusto per le immagini grandi e belle, un formato ‘particolare’ (addirittura un 28 x 38 nelle prime edizioni…), la foliazione ‘importante’ (che toccò le 224 pagine nel Natale ’88), il gusto di stupire, in felice controtendenza rispetto ai luoghi comuni che volevano (e forse ancora vorrebbero…) una Torino riservata e sonnolenta. Invece proprio da Torino partì l’avventura del primo city magazine italiano. 64 Questa la testimonianza di Giorgio Lindo sul concepimento: «In realtà l’idea non mi venne nel 1988 ma quindici anni prima; quando entrai in Mondadori con l’obiettivo di creare delle testate cittadine che, nel mio progetto iniziale, dovevano chiamarsi ‘Il torinese’ e ‘Il milanese’. Però non se ne fece nulla. Il progetto venne ripreso solo quando ebbi la solidità economica, la libertà e l’esperienza per potermi dedicare all’iniziativa. Fin dall’inizio il target di riferimento fu ‘alto’, borghese, con dichiarata disponibilità alla spesa. Per il format ci ispirammo alla rivista americana ‘LA’ di Los Angeles. Il formato, vistoso e particolare, ci assicurò grande visibilità, anche se gli edicolanti lo ritennero scomodo e poco gestibile». Torino Magazine centrò lo spirito dei tempi, ce lo racconta Roberto Pissimiglia, direttore editoriale dal secondo numero: «L’Italia veniva da stagioni buie e complicate, segnate dalla crisi e dal terrorismo. Un periodo particolarmente difficile soprattutto per Torino. Ma, verso la metà degli anni Ottanta, le cose cambiarono; con aperture dichiarate e spettacolari verso un nuovo edonismo. Certo Roma, Milano, la riviera romagnola e il Veneto arrivarono prima, ma anche a Torino l’aria stava cambiando. Noi fummo gli interpreti del disgelo e valorizzammo quel desiderio di apparire, di esibirsi, di mettersi in mostra raccontando la propria storia, i propri hobby e le proprie passioni. Torino Magazine divenne una vetrina, ma anche una formula esportabile. Progettammo una testata milanese e lanciammo Genova Magazine, ma la città ligure era davvero una piazza complessa e l’esperimento ebbe breve durata». Sfogliando i primi numeri si scoprono curiose assonanze con l’edizione attuale: i volti di copertina colti tra i ‘torinesi di passaggio’ (la prima fu Ottavia Piccolo), gli appuntamenti mondani (ieri ‘c’ero anch’io’, oggi ‘personaggi e riti’), i viaggi (debutto al primo numero con San Francisco), ma anche ‘le case dei personaggi celebri’ e ‘le buone tavole’ (oggi ‘ristoguida’). Il senso del tempo che passa assume una dimensione nostalgica e concreta sfogliando le annate di un periodico, quando poi il ‘testimone’ è una rivista cittadina i volti, i luoghi, i personaggi, gli stili di vita, le abitudini diventano riconoscibili, familiari, distanti e ravvicinati allo stesso tempo. Così quella che ci racconta il primo Torino Magazine è una città sicuramente meno aperta di oggi, legata alle proprie tradizioni, sempre bellissima ma certamente più classica, meno internazionale (e quasi inteneriscono le testimonianze dei torinesi celebri all’estero e quelle dei ‘cittadini del mondo’ approdati sotto la Mole); ma la disponibilità ad apparire quasi sorprende ed ha il suo gioco privilegiato nella ricercatissima rubrica ‘L’album di famiglia’, alla quale abbiamo dedicato un apposito servizio. Allora come oggi il numero di punta è quello natalizio – gonfio di servizi, brillante nella resa pubblicitaria – talmente ricco di pagine che Giorgio Lindo ricorda «le difficoltà, solo in parte risolte, nel confezionarlo. Dopo qualche tempo quasi tutte le copie del numero tre avevano le pagine staccate…». 65 i vent’anni torino magazine Col 1991 per Torino Magazine arriva il momento di una svolta. Nell’editoriale del numero di marzo si annuncia il cambio di formato 66 torino magazine i vent’anni Col numero quattro entrano nel colophon Paola Gallotti e Roberto Thoni per il coordinamento editoriale, mentre la copertina è dedicata ad Arturo Brachetti, definito ‘l’erede di Fregoli’, personaggio che ritornerà in pole position, questa volta insieme a Marco Berry, cinque anni più tardi. Altro debutto destinato alla replica nel maggio ’89, quando il volto della rivista è quello di Piero Chiambretti. Qui il ricordo rimanda ad un risvolto curioso, perché nel numero 74 (estate 2006) lo stesso Piero riappare in cover e, per l’intervista di apertura, si fa ritrarre con la ‘copertina storica’. Nel 1989 Torino Magazine diventa bimestrale, il prodotto si consolida e la rivista rappresenta ormai un appuntamento fisso in edicola; tra i ‘nomi’ presenti nei sommari ricordiamo quelli di Giorgio Bocca, Maria Teresa Ruta, Lino Capolicchio ed Enza Sampò. Il ’90 (anno dei mondiali di calcio) conferma il successo: sei numeri, tra i pezzi forti Natalia Ginzburg intervistata da Dada Rosso, le foto di William Klein e lo speciale su ‘Torino capitale dell’auto’ che vale un nostalgico ripensamento agli anni gloriosi del Salone. Col 1991 per Torino Magazine arriva il primo cambiamento. Nell’editoriale del numero di marzo si annuncia il nuovo formato (che diventa 24 x 34), giustificando la scelta con problemi legati alla distribuzione ed alla spedizione in abbonamento. Il prodotto, in realtà, perde qual- cosa del suo appeal (le pagine scendono a 142 dalle 184 nella precedente versione), ma il numero sedici si fa comunque ricordare per il ‘faccia a faccia’ (cover e servizio di punta) dove Dada Rosso mette a confronto il sindaco ‘storico’ Diego Novelli con il neoeletto Valerio Zanone. Formula poi ripetuta altre tre volte con protagoniste ‘le coppie’ Lorenzo Matteoli – Bernardino Garetto (tema, il turismo), Giovanna Cattaneo Incisa – Giuseppe De Maria (la viabilità), Vittorio Chiusano – Gian Mauro Borsano (il calcio). L’album di famiglia cambia, ma non in meglio, diventando a colori e variando di volta in volta le location. Giovanni Fontana non lo firma più e le immagini vengono realizzate da Paola Visentini. L’anno si chiude con il numero 21 e la sensazione che la formula mostri qualche cedimento. I segnali del declino vengono confermati nel ’92, dove si scende a soli quattro numeri e la foliazione si assesta intorno alle 112 pagine. Poche le interviste degne di nota (il debuttante Alessandro Baricco e Rossella Falk), grande attenzione agli hobby ed al collezionismo. Torino Magazine comincia a riflettere una stagione dove la città stenta nuovamente a trovare ruoli significativi e protagonisti d’eccellenza. Quattro numeri ‘stagionali’ anche nel ’93, con ancora meno pagine e rara originalità; tra servizi sul mondo dell’arte, artigianato piuttosto d’antan e curiosità spicce il magazine sembra raccontare più una realtà di provincia che la ‘nuova Torino’, ancora in embrione ma già vitale: le fortune pubblicitarie sono in calo ed il rischio di un ‘avvitamento’ ormai palpabile. Così, nel 1994, si cambia ancora. Il formato perde ogni aspetto di originalità (21 x 28), la grafica si semplifica ulteriormente ed i servizi si riducono. I numeri sono solo tre, l’elemento di maggiore originalità lo troviamo nella copertina invernale, con un sulfureo Marco Berry a salutare una stagione editoriale non certo esaltante. La parabola del ‘primo Torino Magazine’ si esaurirà nei due anni successivi: ancora sette numeri (quattro nel ’95, tre nel ’96) con una ormai stabile perdita di smalto. Il frizzante ‘giornalone’ dell’esordio è ormai solo un ricordo, i record di fatturato anche, l’Album di famiglia chiude i battenti nell’inver- no ’95, c’è ancora un acuto con la copertina di Carla Bruni (estate di quell’anno, intervista di Daniela Finocchi) ma poco altro merita di essere ricordato. Giorgio Lindo ci racconta così le ultime battute della sua direzione: «La città rispondeva sempre meno pubblicitariamente e la formula ne risentiva. Ma anche i miei interessi ormai mi portavano sempre più lontano da Torino. Il nostro ciclo si era fondamentalmente esaurito…». Bisognerà attendere tre lunghi anni per la resurrezione, e qui la storia diventa anche personale perché, dal dicembre 1999, la direzione di Torino Magazine passa nelle mie mani. Tre anni di letargo dunque, ma anche tre anni fondamentali nella vita della città: lo spazio di tempo necessario perché si ricreassero le condizioni (non solo editoriali, ma anche sociali, economiche…) indispensabili al rilancio, prima, e al consolidamento, dopo, della testata. Torino stava cambiando pelle, crescendo in vivacità col rilancio di un terziario sempre più brillante, con il recupero di zone centrali prima degradate, con l’arrivo sul mercato di aziende giovani e dinamiche in settori legati alle tecnologie d’eccellenza; turismo, enogastronomia (col Salone del Gusto) e arte contemporanea trovavano finalmente spazi, stimoli e progetti all’altezza delle nuove sfide. Lo scenario ideale per ritentare la grande avventura di una rivista cittadina che raccontasse innanzitutto ‘la nuova Torino’. Ma ogni fase storica vuole la sua bandiera, il suo traguardo, il suo sogno concreto dietro il quale mettersi in marcia. Per noi questo sogno si chiamava ‘Torino 2006’: una conquista ed un miraggio allo stesso tempo. Quindi il primo numero di Torino Magazine ‘nuova serie’ non poteva che avere in copertina Evelina Christillin, ‘la signora degli anelli’ (così venne definita negli strilli…), intervistata dal sottoscritto nel quar- «Vogliamo dare a Torino il miglior city magazine possibile. Anzi, il più bello e il più ricco tra i city magazine in circolazione» 67 i vent’anni torino magazine torino magazine i vent’anni tier generale del Lingotto e fotografata (assai bene) da Gianluca Boetti. Certo, il riaffacciarsi nelle edicole comportava una buona dose di coraggio; il ‘cimitero editoriale’ della città era affollato di cadaveri eccellenti e forse le ‘gufate’, per numero e qualità, superavano gli auguri sinceri... Anche il prodotto di allora, a guardarlo con gli occhi di oggi, suscita una certa tenerezza: formato semplice e classico (21 x 27), 86 pagine, un numero di servizi rigorosamente contingentato perché la scommessa era ancora tutta da vincere. Ma la nuova Torino faceva già la parte del leone: ‘le tribù della notte e i loro villaggi’ raccontava il set nottambulo di una metropoli emergente, ‘luci d’artista’ rivelava le sue prime meraviglie e i numerosi ristoranti segnalavano il sorgere di una città ‘golosa e sibarita’, segnalata e scoperta anche dai quotidiani stranieri. Nel mio primo editoriale scrivevo: «L’arte di vivere la città ha ritrovato una rivista che vuole essere il suo diario di bordo. Obiettivi: svelare personaggi, suggerire percorsi, curiosare tra opportunità e progetti che fanno di Torino una realtà viva, intrigante, molto più sorprendente di quanto si potrebbe immaginare… Una città emergente che attrae architetti, fotografi e registi. Tutti incuriositi, e magari anche stregati, da questo singolare intreccio tra passato e futuro, di conformismo e creatività, che è oggi Torino. Un grande centro urbano dove 40mila torinesi non sono di origine italiana e sono arrivati da 140 diversi paesi. Trasformando il volto di una città che vanta, in ordine sparso, la Fiera del Libro e il Salone del Gusto, almeno due festival cinematografici, rassegne musicali di ogni genere, una stagione concertistica e teatrale che molte altre città ci invidiano, un’estate vivacissima e, ancora, mostre di successo, musei che di successo ne meriterebbero ancora di più e tanti locali, tutti nuovi, da scoprire. Da conoscere per farsi conoscere o anche solo per tirar tardi in compagnia… si può parlare di un nuovo rinascimento cittadino? Forse, 68 ma più concretamente possiamo dire che Torino si sta riprendendo quel ruolo di ‘laboratorio delle idee’ che storicamente le appartiene…». ‘Questa è la nuova Torino bellezza!’ veniva da dire, e noi ci abbiamo creduto per primi. Dicembre 1999: numero 41, Editore Proget srl, direttore editoriale Piero Tirone, sede della redazione via Cernaia 25, la storia si era rimessa in moto… Nel secondo anno le uscite furono quattro, ma con una crescita continua di qualità, contenuti e foliazione. Il numero natalizio del 2000 arrivò a 142 pagine, la fase di incubazione era stata superata con successo. Tra i protagonisti dell’anno vanno ricordati Davide Scabin, Piero Chiambretti, l’hair-stylist Franco Curletto, l’economista Sergio Ricossa, Helmut Newton e Giorgetto Giugiaro, Alfredo Cazzola e il presidente della Regione Enzo Ghigo (fotografato nella sua abitazione), il procuratore Raffaele Guariniello (intervistato da Barbara Paloschi), Marco Boglione e Alberto Alessio. Grandi personaggi e belle storie, una scelta che si rivelerà vincente. Le cover non hanno ancora una linea omogenea anche se prevale la creatività sui volti noti: c’è la Torino virtuale di Piero Carcerano, un’immagine d’autore di Helmut Newton. In particolare la donna aliena di Sergio Caminata (scatto per il calendario di Franco Curletto) fece molto discutere e segnò uno stacco dalle convenzioni precedenti. Nel 2001 il prodotto raggiunge una solida stabilità. Si parte a gennaio con un’altra ‘immagine forte’: Elena Muzzarelli fotografa Caterina Longhin, seducente fumatrice di sigaro. Non sarà l’unico segnale ammiccante e trasgressivo: entra in squadra Paolo Ranzani, re del glamour e dei calendari, per firmare tre copertine piuttosto piccanti, come l’indimenticabile ‘donna vampiro’ del numero 50. A dicembre arriva il successo più vistoso della nuova serie, con il record di vendita in edicola conquistato grazie al ‘calendario delle modelle torinesi’ realizzato sempre da Ranzani. Dal punto di vista giornalistico l’annata inanella altri grandi personaggi come Giuliano Soria, Stefania Roc- ca e Kristina Ti, ma si fa anche ricordare per l’inizio di una collaborazione ufficiale con il Toroc. Nasce la rubrica ‘Da qui al 2006’ e il gemellaggio porterà significativi risultati ed un prestigio sempre più crescente. L’episodio professionalmente più complesso riguarda la campagna elettorale. Si affrontano Roberto Rosso e Domenico Carpanini, Torino Magazine prepara una cover sul tema intitolata ‘la sfida’. Quando il numero è già in chiusura realizzo due interviste in parallelo coi candidati, ma – dopo pochi giorni – Carpanini si spegne tragicamente durante il primo confronto in pubblico con l’avversario. Al dolore personale si aggiunge il disagio di una decisione da prendere in poche ore. L’uscita del magazine viene posticipata, la scelta dei Ds di puntare su Sergio Chiamparino (e la sua disponibilità personale per un’intervista in tempi strettissimi) sbloccano la situazione. Di quei giorni drammatici restano tre interviste e una non comparirà mai; quella con l’attuale sindaco venne realizzata a casa sua, in un’atmosfera ancora incredula che solo i sorrisi di Elena Muzzarelli seppero sciogliere. Il 2002 sarà per Torino Magazine l’anno del grande cambiamento. Si parte con la vecchia formula – due numeri, il secondo con la spettacolare copertina firmata David LaChapelle – ma la situazione editoriale è gravata dalla crisi del mercato pubblicitario. È il momento di una svolta forte che arriva con la cessione della testata a Sant’Anselmo Editrice. La spin69 i vent’anni torino magazine torino magazine i vent’anni ta verso il rinnovamento, verso un tanto atteso salto di qualità è fortissima; la coesione tra redazione, struttura commerciale e proprietà rendono possibile un progetto ambizioso che dà velocemente i suoi frutti. Cambia nuovamente il formato (un 23 x 30 di grande impatto), la foliazione cresce subito a 136 pagine per arrivare, col numero natalizio, a 176. Agli albori di quella che si può definire ‘la terza repubblica’ di Torino Magazine scrivo nell’editoriale di apertura: «Vogliamo dare a Torino il miglior city magazine possibile. Anzi, il più bello e il più ricco tra i city magazine in circolazione». Tra le tante novità forse la più vistosa riguarda le copertine: tornano i volti (Silvia Rocca, Massimo Giletti e Luciana Littizzetto i primi tre) e Paolo Ranzani realizza in studio sia le cover che il servizio di apertura. Nei contenuti, una forte apertura alla moda ed una rinnovata attenzione per i grandi personaggi della città: nel solo numero 56 tengono compagnia a Luciana Littizzetto il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Enzo Ghigo, l’assessore alle Olimpiadi Elda Tessore e l’editorialista Massimo Gramellini. La periodicità si assesta sui cinque numeri all’anno e il 2003 vede una crescita decisa sul fronte delle edicole e dal punto di vista pubblicitario. Le cover ‘mettono in fila’ cinque big del calibro di Alessandro Del Piero, Carla Bruni (al suo debutto nelle vesti di cantante, ne abbiamo vinto la riservatezza solo grazie all’amicizia della collega Daniela Dolci), Simona Ventura, Piero Angela e Marcello Lippi. Un anno imponente anche dal punto di vista delle pagine realizzate: complessivamente 912, record per la testata (ovviamente fino a quel momento…). Il prestigio e la credibilità del mezzo si riflettono nella disponibilità all’intervista e alla confidenza di personaggi del calibro di Achille Boni70 to Oliva, Giorgio Faletti, Mauro Salizzoni, Agostino Re Rebaudengo, Patrizia Sandretto, Jean-Claude Killy, senza contare il poker di giornalisti illustri messo insieme da Barbara Paloschi: Ezio Mauro, Marcello Sorgi, Gad Lerner e Gianni Riotta. Nascono anche le collaborazioni con due grandi gruppi editoriali: White Star (esclusivista per l’Italia dei prodotti National Geographic) e LaPresse, azienda leader nel mercato della fotografia nazionale e internazionale. Il cinema – sempre più presente a Torino con il brillante lavoro di Film Commission – diventa un punto di riferimento dei nostri servizi, i grandi reportage turistici ‘portano il mondo in città’. La redazione si struttura ulteriormente, entra in staff Federica Tourn come segretaria di redazione, Valter Carasso è un art director di inesauribile creatività, gli uffici di via Sant’Anselmo 11 sono una polveriera di idee… E il 2004 mantiene le promesse: 976 pagine realizzate (altro record, col numero di Natale a 240 nuovo primato assoluto per un singolo numero), cover con Emanuele Filiberto, Marco Berry e Arturo Brachetti, Stefania Rocca, Alessandro Preziosi e Giorgio Faletti. Tra le grandi interviste (cover escluse…) ricordiamo: Gian Paolo Ormezzano, Subsonica, Ludovico Einaudi, Gabriele Vacis, Marinella Venegoni, Marco Ponti, Vanessa Incontrada, Manuela Arcuri, Dario Argento, Vittorio Sgarbi, Roberto Vecchioni e Cristina Chiabotto. Ma il momento clou dell’anno arriva la sera del 26 ottobre, quando, nell’incantata cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino Magazine organizza un galà in onore dei protagonisti di ‘Elisa di Rivombrosa’, la fiction del momento. La festa si guadagna un ampio ‘minutaggio’ su ‘Verissimo’ e ‘Studio Aperto’: il prestigio del magazine viaggia in perfetto parallelismo con quello del suo territorio. L’anno seguente è segnato dall’attesa dell’evento olimpico: Torino Magazine mette in campo quattro numeri ‘normali’ (cover Giorgio Albertazzi, Eva Herzigova, Vasco Rossi e Urbano Cairo) e uno ‘speciale olimpico’ che costituisce un significativo ‘unicum’ anche a livel- lo nazionale: 424 pagine, 196 articoli, 500 foto, 2 chili e 600 grammi di peso… un record sotto tutti i punti di vista, mai visto niente di simile sotto la Mole. L’annata si conferma comunque fondamentale sia per il livello dei personaggi coinvolti – Carlo Verdone, Bruno Bozzetto, Roberto Bolle, Gerry Scotti, Debora Caprioglio, Sergio Chiamparino, Antonio Saitta, Mercedes Bresso, tutti i grandi atleti olimpici – che sotto il profilo della visibilità: la presentazione della pellicola ‘Ora e per sempre’ in primavera e il galà estivo sul tetto del Lingotto, probabilmente l’evento mondano dell’anno. Il 2006 si apre con lo ‘speciale olimpico parte seconda’: ancora 320 pagine, con la cronaca di ogni evento, il diario delle gare, le foto più spettacolari di una Torino sicuramente unica, probabilmente irrepetibile. A seguire un numero con Del Piero e le immagini delle Paralimpiadi in cover (non fu un successo e bisogna ammetterlo, lo scan- dalo Juve e le perplessità pre-Mondiali danneggiarono non poco le vendite). Ma l’impennata non si fa attendere. L’anno si chiude con un terzetto vincente di copertine: Piero Chiambretti, Carlin Petrini e… Paolino Pulici, ritratto con la maglia del Toro campione d’Italia ’76, il nostro personale omaggio al centenario granata. Nel 2006, più che negli anni precedenti, si delinea il concept di ‘cover progetto’: il volto di Petrini lancia un numero, il 75, fortemente segnato dal food e dall’agroalimentare, Pulici accompagna gli eventi di Torino Magazine dedicati ai ‘cento anni di Toro’: la festa da Norman del 3 dicembre, dove abbiamo l’onore di posizionare una targa in ricordo dei fondatori del club, la mostra del centenario di piazza Castello, curata da noi e dalla società Zetabi. Ma il 2006 propone anche un altro evento storico, ad ottobre debutta nelle edicole milanesi Milano Magazine (con presentazione estiva a Palazzo Marino, ospi- Bisognerà attendere tre lunghi anni per la resurrezione, e qui la storia diventa anche personale perché, dal dicembre 1999, la direzione di Torino Magazine passa nelle mie mani 71 i vent’anni torino magazine A dicembre arriva il successo più vistoso della nuova serie, con il record di vendita in edicola conquistato grazie al calendario delle modelle torinesi realizzato da Paolo Ranzani 72 torino magazine i vent’anni te d’onore e padrone di casa Vittorio Sgarbi…): la testata gemella, l’evoluzione della specie, la tangibile dimostrazione di un successo crescente. Festa finale il 12 dicembre tra i locali di Norman e la nostra nuova sede di via Stampatori 21: un tratto di via Cernaia col red carpet e le gigantografie di copertine memorabili, buffet, ostriche e champagne per 600 invitati, l’evento clou dell’inverno torinese consolida un’immagine sempre più vincente. Ah, quasi dimenticavo, nel 2006 ci hanno tenuto compagnia: Davide Scabin, Alena Seredova, Alessandro Gassman, Nanni Moretti, Anna Galiena, Gipo Farassino, Claudio Baglioni, Isabella Rossellini, Luca Ronconi, Raoul Bova e Violante Placido. Col 2007 la storia si fa davvero cronaca: 1256 pagine di foto, personaggi, notizie, inchieste, eventi, curiosità. Cover dedicate a: Asia Argento, Gigi Buffon (volto simbolo del calcio italiano, emblema del Mondiale vinto e dei 110 anni della Juve), Laure Manaudou (tutti possono sbagliare, e, quando venne scelta, sembrava il personaggio sportivo del momento…), Edelfa Masciotta, Don Luigi Ciotti, il volto coraggioso di una Torino ‘giusta’ e impegnata in un sociale che non vuole compromessi, significativamente la più lunga intervista mai apparsa sul nostro magazine. Tra gli altri personaggi dell’anno ricordiamo: Marco Durante, Sara D’Amario, Giuseppe Culicchia, Renzo Arbore, Gianni Farinetti, Darwin Pastorin, Martina Corgnati, Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino, Steve Della Casa, Evelina Christillin. Ed eccoci al 2008, l’anno del ventennale; una ricorrenza che abbiamo iniziato a celebrare con il cambio di formato, grafica e carta, il tutto battezzato da un evento alla Fondazione Sandretto che ha visto la partecipazione dei toscani di Firenze Magazine e del gruppo francese Côte. Poche settimane dopo altro appuntamento d’eccellenza con la gran- de mostra (realizzata in collaborazione con Il Tucano di Willy Fassio) che ripercorre i reportage di Torino e Milano Magazine. Oltre 400 persone all’inaugurazione ed un successo che si guadagna la proroga: l’esposizione sarà ancora visitabile, fino al 31 luglio, presso l’Art Gallery di piazza San Carlo. Dopo Patrizia Sandretto e Giorgetto Giugiaro la terza cover di quest’anno è un segno grafico del più inconfondibile artista torinese: Ugo Nespolo. Bene, siamo al numero 84 e la nostra cavalcata si interrompe; per il futuro non basta un cronista, servirebbe un mago del marketing o un esperto in oroscopi. Noi rinunciamo all’uno e all’altro, con la forza dei progetti ed un rodato team di professionisti il futuro lasciamo che siate voi a leggerlo. A noi basta il gusto di raccontarvelo, in fondo a vent’anni si è ancora dei ragazzi… I 73