- Servizio Sovrazonale di Epidemiologia - ASL 5

Transcript

- Servizio Sovrazonale di Epidemiologia - ASL 5
L’Atlante Sanitario del Piemonte
A cura del Servizio di Epidemiologia di riferimento regionale, ASL 5 del
Piemonte
L’Atlante Sanitario del Piemonte, curato da Alessio Petrelli e Giuseppe Costa del
Servizio di Epidemiologia di Grugliasco, è un atlante di geografia sanitaria che ha
fotografato la situazione regionale all’anno 2004, esplorando la relazione tra bisogni di
salute, domanda e offerta di servizi.
Le analisi evidenziano che nel giro di pochi anni, tra il 1997 e il 2002 si assiste in
Piemonte ad una significativa diminuzione della mortalità in entrambi i sessi (meno
9,2%), di particolare intensità per le malattie dell’apparato circolatorio (meno 14,8%
per cardiopatia ischemica e meno 16,3% per malattie cerebrovascolari).
Questo andamento lascia invariata la geografia della mortalità, da dove emergono due
poli di concentrazione del maggior rischio:
- uno alpino, per le cause di malattia/morte più prevenibili, che comprendono le
malattie respiratorie, quelle dell’apparato digerente, le morti accidentali, cioè
quelle più collegate a condizioni di vita e di lavoro e a stili di vita più rischiosi
per la salute;
- uno sul Piemonte orientale, per le cause di morte tumorali e circolatorie.
Tra il 1997 e il 2004 è diminuito molto il ricorso al ricovero, soprattutto per le cause
non chirurgiche (meno 34% e meno 47%, rispettivamente, per ricoveri medici
ordinari e in day hospital) per effetto delle politiche di riordino dell’uso dell’ospedale in
senso più appropriato. E’ paradigmatico il caso della riduzione dei ricoveri chirurgici
ordinari (meno 15%) accompagnato da un forte incremento dei ricoveri in day
hospital (più 250%), con uno spostamento della chirurgia minore verso forme
alternative al ricovero ordinario.
Ma questo ha lasciato una geografia dei ricoveri invariata. Nel complesso la variabilità
geografica nel ricorso al ricovero per acuti è spiegata per il 21% dalla presenza di
posti letto; proporzione che passa al 26% per i ricoveri medici, e che interessa per tre
quarti i residenti della ASL ove ha sede l’ospedale.
Del resto questa geografia dei ricoveri non sembra corrispondere alla distribuzione del
bisogno che si è osservata nel caso della mortalità, soprattutto a causa della forte
influenza che l’offerta esercita sulla domanda. Laddove è maggiore l’offerta (per
esempio intorno ai grandi centri urbani) l’ospedalizzazione (e più in generale il ricorso
all’assistenza sanitaria) è più elevata, mentre nelle zone più periferiche e con bisogni
assistenziali maggiori (ad esempio montagna) l’ospedalizzazione è minore. Su queste
dinamiche agisce anche l’accessibilità geografica ai centri di cura, aree a più basso
ricorso al ricovero ospedaliero o all’assistenza specialistica ambulatoriale sono anche
quelle più distanti.
In specifico le manovre sull’appropriatezza organizzativa hanno prodotto un
incremento complessivo di alcune procedure fortemente influenzate dai modelli
organizzativi adottati (cataratta, tunnel carpale, meniscectomia, stripping venoso) in
forza, come già detto, dello spostamento dal ricovero ordinario al ricovero in day
hospital.
Mentre le manovre sull’appropriatezza tecnica hanno portato ad una riduzione
dell’ospedalizzazione per numerose procedure ad alto rischio di inappropriatezza
- Servizio Sovrazonale di Epidemiologia - ASL 5 -
(tonsillectomie meno 23%, appendicectomie meno 42%, isterectomie in assenza di
tumore meno 15%), con l’importante eccezione del parto cesareo che è aumentato del
17%.
Anche sulle procedure è possibile osservare una notevole variabilità geografica: quote
piuttosto modeste della variabilità geografica nell’angiografia (22%), nella
coronarografia (17%), nel by-pass aorto-coronarico (12%) sono spiegate dalla
distribuzione dei ricoveri per infarto acuto del miocardio, che è un buon indicatore di
bisogno; in questi casi la distribuzione dell’offerta e dei comportamenti professionali
sembrano contare di più di quella del bisogno. In alternativa il 53% della variabilità al
ricorso all’endoarterectomia è correlato all’ictus e un 40% di variabilità nell’uso di
endoprotesi d’anca è spiegato da una frattura del collo del femore; due esempi in cui
l’influenza del bisogno sembra prevalere, anche se rimane una quota significativa di
variabilità nel ricorso a queste procedure non ancora spiegata.
Questi squilibri geografici hanno un riflesso anche sulla spesa: la spesa per singolo
episodio di ricovero, sia in regime ordinario che di day hospital, è aumentata
(rispettivamente del 68% e del 140%), con una forte concentrazione intorno ai
capoluoghi di provincia. Questo vale per la spesa ospedaliera, ma anche per la spesa
complessiva, che è più bassa, laddove gli indicatori di bisogno sono più elevati
(montagna)
L’insieme di questi risultati dimostra che i soggetti a vario titolo protagonisti nel
servizio sanitario regionale, i responsabili gestionali, i professionisti, i cittadini, hanno
risposto sensibilmente alle sollecitazione della programmazione che chiedeva di
ridimensionare il ruolo del livello di assistenza ospedaliera nei settori meno
appropriati. Ma questa elasticità ha lasciato per gran parte inalterati gli squilibri
geografici nell’uso dei servizi, che sono influenzati dal modo con cui è distribuita
l’offerta più di quanto dovrebbero essere influenzati dal bisogno..
L’Atlante Sanitario del Piemonte lascia quindi alla programmazione sanitaria una serie
di interrogativi:
¾ Quali sono le cause delle differenze geografiche nel bisogno di salute tra la
fascia alpina, la fascia orientale e il resto della regione?
¾ Come si devono interpretare gli squilibri tra bisogno di salute e ricorso ai livelli
di assistenza?
¾ Quale quota del vantaggio di salute delle aree urbane è spiegata dal vantaggio
nell’offerta e nell’accessibilità all’assistenza?
¾ Quale quota di questi squilibri è invece correlata ad inappropriatezza
organizzativa e tecnica nel ricorso a questi livelli di assistenza?
La versione integrale dell’Atlante è disponibile sul sito “Epidemiologia
Piemonte” accessibile all’indirizzo:
http://www.regione.piemonte.it/sanita/ep/pubbli.htm
Per approfondimenti e/o chiarimenti potete contattare:
Giuseppe Costa ([email protected]; tel. 011.40.188.221);
Roberto Gnavi ([email protected]; tel. 011.40.188.208);
- Servizio Sovrazonale di Epidemiologia - ASL 5 -