Falsi profili
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Falsi profili
FALSI PROFILI La polizia ha cominciato a interrogarmi. Ancora sono scioccata per quello che è successo, non mi sono ripresa del tutto e infatti non mi era mai capitata una cosa del genere! Due poliziotti hanno preso a farmi domande e a chiedere tutto quello che fosse successo. Io così, anche se sotto shock, ci ho messo un attimo a rispondere, mentre sorseggiavo l’acqua che mi avevano offerto. Giusto un mese fa su Facebook mi era arrivata una richiesta di amicizia: non avevo idea di chi fosse quel ragazzo che scriveva, ma siccome in foto era molto carino, avevo accettato la sua proposta. Tre giorni dopo lui aveva cominciato a chattare e io avevo sentito subito le mie amiche, per farmi dare dei consigli, risultare più simpatica e accattivante. Abbiamo iniziato a parlare io e lui, giorno dopo giorno, sempre di più. Chiedeva proprio tutto sulla mia famiglia: dove abitavamo, che lavoro facevano i miei, se mi “controllavano” o meno... Sinceramente non capivo perché volesse sapere così tante cose, ma…va bè. Poi, una settimana dopo, mi aveva chiesto se saremmo potuti uscire insieme. Io, come al solito, mi ero prima consultata con le amiche del cuore. Secondo me, in realtà, era un po' troppo presto per vedersi faccia a faccia, ma alla fine, come sempre, loro mi avevano convinto a “divertirmi”, a “cogliere l’occasione” ecc. ecc. Così gli avevo risposto che per me andava bene, se fossimo usciti insieme. Arrivato il giorno, fin dalla mattina mi ero provata tutti i vestiti più carini che avevo nell’armadio e, con l'aiuto delle fide amiche, avevo scelto proprio quello che mi stava meglio. In fondo volevo fare bella figura con un coetaneo che aveva cominciato da un bel po’ a piacermi, anche per la gran complicità che si era creata tra noi nella chat. Stavo per uscire da casa, quando papà mi aveva fermato e chiesto dove stessi andando. Gli avevo risposto che mi aspettava una compagna di classe e sarei rimasta a cena da lei. Avevo finalmente preso l'autobus per andare all'appuntamento: ero agitata, perché stavo per incontrare un bel ragazzo e come sempre, per colpa della mia timidezza, temevo di fare brutta figura se avessi detto poche parole. Ero arrivata sul posto cinque minuti prima, per l’ansia che avevo addosso. L’appuntamento era per le diciassette, ma si erano fatte le diciassette e un quarto e c'era solo una macchina parcheggiata lì nel piazzale, sola soletta. Stavo per sedermi su una panchina ad aspettare, quando tutto d'un tratto mi ero sentita afferrare con forza alla vita da qualcuno, che mi aveva poi spinta dentro la macchina. Ero a dir poco molto preoccupata! Lui era un adulto, grasso, sudato e con lo sguardo stralunato. Gli ho chiesto urlando chi fosse e cosa volesse da me e lui: “Sono il tuo Principe Azzurro, cretina!”. Allora, in un attimo, avevo “collegato”: era stato lui a scrivermi sotto un falso profilo Internet! Aveva cominciato a spogliarsi; io ero terrorizzata e cercavo con lo sguardo aiuto nei paraggi, ma…non c'era nessuno! Poi, come in un sogno, all’improvviso e fortunatamente, era arrivato papà, che aveva iniziato a battere con forza i pugni sui vetri dell’auto e gridare contro quel “mostro”. L'uomo, vedendosi scoperto, era scappato a torso nudo dalla macchina e fuggito via. Scesa anch’io dall’auto, tremante e ancora terrorizzata, avevo abbracciato mio padre; poi gli avevo chiesto come avesse fatto a trovarmi. “Appena sei uscita,” aveva risposto lui “passando davanti al tuo computer, ho visto che l’avevi lasciato acceso. Per spegnerlo mi è caduto l’occhio sulla tua chat, ancora aperta. Così ho capito che non esisteva alcuna “cena con una compagna di classe” e, per sicurezza, sono venuto a controllare di persona cosa stesse realmente succedendo. Se ti avessi vista parlare in tranquillità con un coetaneo, me ne sarei andato via con discrezione, ma…quando ho realizzato che con te c’era uno sporco adescatore di minorenni...!!! Adesso però telefoniamo subito alla Polizia, perché venga a identificare la macchina e l’identità di quel delinquente, ok figlia mia?”. Alessandro Gianfelici classe 2 ° sez. F Menzione Concorso Nazionale Poesia Onesta 2015