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e - Anica
Rassegna stampa
20 gennaio 2015
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INDICE
ANICA - ANICA CITAZIONI
19/01/2015 Cor.com
Broadcaster al contrattacco La parola d'ordine è «presidiare»
5
ANICA - ANICA SCENARIO
20/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Svolta di Carell, il comico che insegue l'Oscar
8
20/01/2015 La Repubblica - Nazionale
Eurocartoon
9
20/01/2015 La Repubblica - Roma
Cinecittà, le stelle fanno storia gli studios come un museo
11
20/01/2015 La Stampa - Nazionale
Il film italiano "Vergine giurata" in concorso alla Berlinale
12
20/01/2015 Il Messaggero - Nazionale
Il personaggio Dopo "Quasi amici" torna Toledano: «Faccio ironia sull'intolleranza»
13
20/01/2015 Il Messaggero - Marche
Anticiclone l'africano con tanto di stalker
14
20/01/2015 Il Messaggero - Umbria
Immaginazione e azioneTerni diventa il set di un film
15
20/01/2015 Il Giornale - Nazionale
Quel cecchino da cinema che aiuta l'Occidente a reagire al terrore
16
20/01/2015 Il Giornale - Nazionale
«Vergine giurata» sarà l'unico film italiano in concorso
18
20/01/2015 Il Giornale - Nazionale
«Exodus», piace il sacro nonostante gli errori
19
20/01/2015 Avvenire - Nazionale
ETIOPIA Donne, il film del riscatto
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20/01/2015 Il Manifesto - Nazionale
Laila Pakalnina, cinema ai confini del mondo
22
20/01/2015 Il Manifesto - Nazionale
Alba Rohrwacher «vergine giurata» per Laura Bispuri
24
20/01/2015 Il Manifesto - Nazionale
Leviathan, «restituite i finanziamenti pubblici»
25
20/01/2015 Libero - Nazionale
ATTACCO AD EASTWOOD «Un codardo». Moore spara sul cecchino eroe
26
20/01/2015 Il Tempo - Nazionale
L'arte di Rosi in un film documentario
27
20/01/2015 ItaliaOggi
CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
28
20/01/2015 ItaliaOggi
Tv, premiate le reti ammiraglie
29
20/01/2015 Corriere del Mezzogiorno - Bari
«Sudestival» , è a Monopoli la casa del cinema italiano
31
20/01/2015 Corriere del Trentino - Trento
L'Alto Adige alla «Berlinale» Bispuri è in corsa per l'Orso
32
20/01/2015 Corriere delle Alpi - Nazionale
Parlano veneto le candidature per il David
33
20/01/2015 Il Tirreno - Nazionale
Il piccolo principe sceglie il 3D
34
19/01/2015 Yahoo Finanza 00:53
più di 120 film per la mostra 'Girando per Cinecittà'
35
ANICA WEB - ANICA WEB
19/01/2015 it.notizie.yahoo.com_spettacoli 10:01
Turturro e Zingaretti aprono 'Los Angeles, Italia'
37
19/01/2015 primissima.it
Il Cinema dà i numeri
38
19/01/2015 www.e-duesse.it 12:54
Allo studio Rai Young, nuovo canale a target giovane
39
19/01/2015 www.linkiesta.it 11:13
I contenuti del servizio pubblico tv costituivi del brand nazionale.
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ANICA - ANICA CITAZIONI
1 articolo
19/01/2015
Cor.com - N.1 - 19 gennaio 2015
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PIATTAFORME DIGITALI IL FOCUS
Broadcaster al contrattacco La parola d'ordine è «presidiare»
Roberta Chiti
La parola d'ordine è "presidiare". In attesa che lo tsunami Netflix coinvolga anche l'Italia e di fronte
all'aermazione costante dell'Internet Tv gli operatori italiani si sono insediati nel mercato streaming con
piattaforme home made, over the top, e intessono partnership con le telco: una convergenza che eroderà
progressivamente il business della tv in chiaro. Il 2014 è stato l'anno della svolta: dopo Chili , pioniere italiano
della tv digitale (vedi intervista a pagina 9) la spinta "digital" arriva da Infinity di Mediaset , SkyOnline e
TimVision oltre alle americane GooglePlay , al canale a pagamento di YouTube (sempre Google) e al
catalogo di iTunes (Apple) che rimane attualmente l'oerta di film più ricca anche rispetto alle proposte
nostrane. Anche l' Anica , associazione dell'industria audiovisiva, ha dato alla luce Onde , piattaforma per
l'oerta di contenuti di produzione italiana, in partnership con MyMovies . Obiettivo l'adeguamento alla totale
digitalizzazione della distribuzione di contenuti e il contrasto allo sbarco del campione Netix. "Vi sono già una
dozzina di Over the top operanti in Italia, tra cui Sky online, Infinity e TimVision - dice Andrea Zappia Ad Sky
Italia -. Quando arriverà Netix sarà l'ultimo della lista e troverà una concorrenza agguerrita in un mercato
sovraollato di Tv gratuita e in un ciclo economico avverso". Posizionamento ecace sul mercato anche quello
di Infinity, dice Chiara Tosato capo progetto della piattaforma: in un anno il sito ha registrato 8 milioni di
visitatori unici, per un totale di 330 mila utenti che hanno visualizzato oltre 5 milioni di video, "numeri che
dimostrano come il nostro servizio si adatti alle nuove esigenze di visione personalizzata". Si stringono
partnership: Telecom Italia ha firmato un accordo con Sky (si punta agli 8 milioni di famiglie che hanno già la
banda larga Telecom ma non ancora Sky), Vodafone con Mediaset e Sky, Fastweb con Sky, rivelando una
rete di strategie (vedi pagina 4) al cui centro c'è una maggiore qualità dell'oerta legata in prospettiva allo
sviluppo dell'ultrabroadband. La madre delle alleanze è l'ipotetico accordo Telecom-Mediaset su cui si è
focalizzata l'attenzione nei mesi scorsi. Contatti avviati sulla possibilità di partnership per la pay-tv via Internet
veloce, ma mentre Telecom sembra privilegiare l'accordo commerciale, Mediaset punta forse a qualcosa di
più saldo da costruire intorno a Mediaset Premium. Del resto i conti della pay tv segnano il passo: circa 638
milioni di fatturato, ne perde circa 12. E anche Sky perde circa 8 milioni. E' il mercato della Tv a pagamento
che è in aan no: gli abbonati non arrivano a 7 milioni. Più crescita prevista per le oerte delle piattaforme over
the top: Subscription video on demand (abbonamenti mensili a portata di tasca, circa 10 euro), come fa Netix,
Infinity e Skyonline, o addirittura modelli pay-as-you-go come quella di Chili e di Apple con iTunes. Anche se
al momento i bilanci non sono forse all'altezza delle aspettative: le oerte Svod avrebbero raggiunto nel 2014
quota 31 milioni di euro, + 31% rispetto al 2013. Ma i numeri sono comunque in crescita anche nella vendita
di smart tv: circa 5,9 milioni, secondo il Politecnico di Milano le Tv connesse a internet a fine 2014 con un
aumento del 40% circa rispetto al 2013. Ma, a sorpresa, solo per il 35% vengono davvero utilizzate per la
connessione a Internet. Ma nonostante gli italiani siano ancora poco abituati a comprare video online (solo il
7% della popolazione acquista sul web contro il 20,9% in Uk e il 91,1% negli Usa), la propensione all'acquisto
sta crescendo a doppia cifra (vedi articolo a pagina 7). Anche in vista di questa previsione di crescita si
inserisce l'ultimo arrivato sul mercato italiano degli over the top, Wuaki.tv . Servizio video on demand, è di
proprietà del gruppo giapponese Rakuten , terzo campione mondiale dell'e-commerce e guardato come una
delle aziende più innovative in Asia. Rakuten è reduce da un'annata di shopping selvaggio nel digitale: ha
acquisito (900 milioni di dollari) Viber , il servizio di comunicazione mobile che conta 300 milioni di utenti.
Wuaki, 1,85 milioni di utenti globali, approda in Italia in fase beta: a regime sarà disponibile su smart Tv,
console, tablet, smartphone e laptop con un catalogo di film e serie. L'operazio ne fa parte di un'aggressiva
espansione della piattaforma. Wuaki è già attivo in Spagna dal 2010 e nel Regno Unito dal 2013. Per il
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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19/01/2015
Cor.com - N.1 - 19 gennaio 2015
Pag. 7
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cofondatore Josep Mitjà "l'Italia rappresenta un mercato di grande interesse per quanto concerne la Tv non
lineare. Il settore attraversa una fase di continuo sviluppo che crescerà sempre di più con l'au mentare della
penetrazione della banda larga".
Second screen
44%
29%
25&% degli spettatori Tv usa app o naviga chatta online del programma guarda altri programmi su terminali
alternativi
In un anno cresciuti di:
Streamer
7 punti
Traditional
11 punti Diminuiti di:
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
6
ANICA - ANICA SCENARIO
23 articoli
20/01/2015
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 37
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Svolta di Carell, il comico che insegue l'Oscar
Cattivo e irriconoscibile: con il dramma «Foxcatcher» conquista i critici. «Conosco le fragilità della vita» La
trama Il film narra la storia del wrestler Schultz, ucciso dall'allenatore John du Pont
Giovanna Grassi
LOS ANGELES Può un comico, definito a volte «demenziale» sedurre i critici per un ruolo drammatico?
Accade raramente. Quest'anno è il caso di Steve Carell, che si è perfino conquistato una nomination all'Oscar
per Foxcatcher nei panni di un uomo terribile. Rispetto a 40 anni vergine , film che in Italia lo ha reso famoso,
Carell appare irriconoscibile e invecchiato. «Un autentico cattivo dark», puntualizza.
Così l'attore, sceneggiatore e produttore, 52 anni, figlio di un ingegnere e di una psichiatra, avvocato
mancato, ha rivelato a un vasto publico di non essere solo un mattatore da ridere. «Nel film interpreto un
capitalista schizofrenico e un po' sadico, il mio esatto contrario. Sono un uomo sereno, che lavora per vivere
ed è felice di vivere, soprattutto quando posso andare a spasso con i miei figli».
La pellicola ha come protagonisti anche Channing Tatum e Mark Ruffalo ed è ispirata alla storia vera
dell'omicidio del wrestler David Schultz, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Los Angeles (1984). A ucciderlo fu
l'amico e allenatore John du Pont (interpretato da Carell). Tutto questo racconta la biografia scritta nel 2014
da Mark Schultz, fratello della vittima (il libro in Italia esce oggi per Sperling & Kupfer).
Carell scherza sul fatto che l'interpretazione dello squilibrato milionario John du Pont abbia convinto tutti.
«Anche quelli che mi invidiavano perché, non aitante come altri colleghi, sullo schermo sono stato baciato
dalle attrici più belle». La storia vera di Foxcatcher lo ha affascinato. «Come il mio personaggio, che
nasconde una smania di potere sugli altri mascherata dal desiderio di vedere l'America che porta a casa
medaglie. Foxcatcher è un film amaro sul mio Paese dove conta solo la vittoria mentre spesso perdere ti
insegna di più».
Riflettendo sulla carriera, sostiene che da comico rifiuta ogni eccessiva volgarità. «Per fare ridere non devi
necessariamente sederti sulla tazza del water, devi saper dire che qualcosa è di troppo». Racconta: «Mi
piace scrivere dialoghi. E sono riuscito con i miei primi impegni a farmi perdonare da mio padre e mia madre
perché avevo messo da parte la mia intenzione di diventare un grande avvocato per sit-com che li facevano
inorridire. Devo molto a tanti registi, Judd Apatow, Tom Shadyac, e ai miei amici, Will Ferrell, Ben Stiller, Jim
Carrey. Nonché alla stampa perché sono stato un bravo o un pessimo reporter varie volte sullo schermo.
Credo a una sana comicità della vita, del cinema, delle situazioni».
Si considera un «meccanico» dell'arte della recitazione. Per la statuetta dovrà vedersela con i favoriti Michael
Keaton ( Birdman ) e Eddie Redmayne nei panni di Hawking, con il cecchino Bradley Cooper e il genio della
matematica Benedict Cumberbatch. «Le prove dei colleghi in gara sono superlative. Penso di aver già vinto
con la nomination. Sono soprannominato "Mr. Nice Guy", la gentilezza è un valore fondamentale ma essere
un vero cattivo è stata una grande occasione. Talvolta ho sognato di soffiare a Tom Hanks qualche ruolo e
tale è quello di Foxcatcher . Tutti i comici conoscono la fragile umanità della vita».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La carriera
Steve Carell (52 anni) deve il successo alla serie tv «The Office» con cui ha vinto il Golden Globe Al cinema
ha interpretato, tra gli altri, «40 anni vergine» (nella foto, la locandina), «Un'impresa da Dio», «Little Miss
Sunshine» e «Crazy Stupid Love»
Foto: Sul ring
Al centro Steve Carell con Channing Tatum e Mark Ruffalo nel film
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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20/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 52
(diffusione:556325, tiratura:710716)
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R2 Spettacoli
Eurocartoon
In uscita due film animati (uno francese l'altro inglese) privi di dialoghi. Una nuova via dell'animazione
Minuscule e Shaun, piccoli eroi senza parole La figlia di Moebius è autrice di "La valle delle formiche
perdute". "Vita da pecora" è Aardman
LUCA RAFFAELLI
L'ANIMAZIONE europea si scopre senza parole.
M i n u s c u l e - L a valle delle formiche perdutee Shaun-Vita da pecora , film di produzione francese il
primo, il secondo inglese (sui nostri schermi rispettivamente il 22 gennaio e il 12 febbraio), mettono in scena
personaggi che non pronunciano parole comprensibili. Alcuni usano suoni altri una sorta di grammelot alla
Dario Fo o alla Linea di Osvaldo Cavandoli (la serie nata su Carosello). Una scelta distintiva rispetto al film
d'animazione statunitense in cui i dialoghi hanno spesso un ritmo forsennato.
Nei due film europei invece tutto si basa sul comportamento, la gestualità e l'espressione dei personaggi il
cui movimento viene accompagnato da azzeccatissimi effetti sonori.
Sia Minuscule che Shaun nascono da una serie televisiva per un pubblico bambino, ma le affinità tra i due
film finiscono qui: veniamo alle differenze. Serie e film di Minuscule sono creati e diretti dai francesi Thomas
Szabo e Hélène Giraud (figlia di Jean Giraud ovvero Moebius, uno dei più grandi artisti del fumetto, cui il film
è amorevolmente dedicato). La tecnica prevede l'animazione al computer su scene naturali riprese dal vero.
Protagonisti sono coccinelle dispettose, formiche, ragni musoni e prepotenti e una serie di comprimari. Sono
tutti disegnati così come sono in natura, anche se il loro comportamento e la loro espressività è molto simile a
quella umana. Il film racconta come una coccinella con un'ala rotta e quindi impossibilitata a volare, si allei
con le formiche nere che vogliono portare nel loro formicaio una scatola di zollette di zucchero. Dopo
innumerevoli peripezie, una volta che la scatola è stata portata in salvo, scatta la rappresaglia delle nemiche,
le formiche rosse.
Una guerra fatta di stecchini, cotton-fioc e fuochi d'artificio in cui la coccinella recita un ruolo di protagonista.
Il tutto raccontato con grande umorismo per il quale sono di grande aiuto i boati di jet supersonici quando gli
insetti volanti passano veloci sullo schermo e gli altri suoni comici (la coccinella parla come se fosse una
trombetta) quando gli insetti chiamano, sbraitano, protestano o si prendono beffe dei loro rivali.
La trama li trasporta attraverso paesaggi diversi, alternando fughe precipitose e momenti contemplativi, a
sottolineare come montagne e vallate siano del tutto indifferenti rispetto alle beghe di tante creature
minuscole. Come a dire, filosoficamente, quanto poco interessino all'universo intero le nostre beghe terrestri.
Shaun-Vita da pecora , diretto da Mark Burton e Richard Starzack, è invece un altro gioiello realizzato con
l'animazione in plastilina dalla Aardman di Bristol, la stessa di Galline in fugae di Wallace e Gromit . Della
coppia uomo-cane creata da Nick Park è uno spin-off: le pecore protagoniste vengono dal terzo
cortometraggio Una tosatura perfetta , premiato con l'Oscar. Shaun è una pecora furba e sbarazzina che ama
le feste e la trasgressione. Per prendersi la sua libertà insieme alle compagne di pascolo e di avventura, si
libera della guardia costante del cane Blitzer e causa al suo fattore un viaggio senza controllo sulla sua
roulotte.
Così l'uomo finisce senza più memoria in ospedale. Le pecore devono allora correre in città per ritrovarlo:
travestendosi da (improbabili) umani devono imparare come da umani ci si comporta. Qui naturalmente
siamo in un mondo tutto meravigliosamente ricostruito, set in miniatura su cui vengono animati pupazzi
grandi poco più di una mano le cui espressioni e tempi comici sono perfetti. E anche in questo caso vince la
filosofia bambina incarnata dalle protagoniste, che giocano allegramente con la vita, che non scendono a
patti con le proprie emozioni. Gli umani, cioè gli adulti, sono ingabbiati nei loro ruoli, incapaci di comprendere
se stessi e gli altri. Sarebbe davvero inutile sentirli anche parlare.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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20/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 52
(diffusione:556325, tiratura:710716)
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Foto: VITE DI CARTONE In alto, la pecora protagonista di "Shaun" della Aardman. Qui sotto, tre immagini da
"Minuscule" dei francesi Szabo e Giraud
20/01/2015
La Repubblica - Roma
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Cinecittà , le stelle fanno storia gli studios come un museo
In via Tuscolana costumi, manifesti scene raccontano la Hollywood sul Tevere A Trastevere le foto di Rodrigo
Pais Un percorso lungo 70 anni, dai telefoni bianchi al neorealismo alle commedie sexy. Omaggio finale a
Sergio Leone
FRANCO MONTINI
LE PIÙ belle stagioni del cinema italiano rivivono in mostraa Cinecittàe al Museo di Roma in Trastevere. Negli
studios di via Tuscolana, sabato si inaugura "Girando a Cinecittà", un nuovo percorso espositivo, che diventa
permanente. In esterni e in interni, ospitato negli edifici storici del complessoe suddiviso in otto diversi
ambienti, dedicati ad altrettanti periodi storici della principale fabbrica italiana di cinema, la mostra racconta la
genesi e la realizzazione dei grandi film che, dal 1937 agli anni Novanta, sono stati girati nei teatri di posa
romani. In esposizione fotografie, manifesti, costumi, scenografie, curiosità varie di oltre un centinaio di titoli
mitici, che si sono impressi per sempre nell'immaginario collettivo.
Si comincia con i grandi film delle origini, per passare al drammatico periodo della guerra e poi del
neorealismo, quindi all'irripetibile stagione della Hollywood sul Tevere, quando Cinecittà era popolata di divi
americani, impegnati soprattutto in epici kolossal di genere peplum. Si passa successivamente alla
straordinaria fioritura della commedia italiana, per proseguire con gli spaghetti western, i film di genere degli
anni '70 dai polizieschi alla commedia sexy. La conclusione di questo viaggio di settant'anni di storia termina
con un omaggio a Sergio Leone in una saletta di proiezione circondata dalle scenografie ispirate a C'era una
volta in America . Fra le curiosità della mostra, anche un'inedita selezione di costumi originali indossati da Liz
Taylor e Richard Burton in Cleopatra e ne La bisbetica domata ; da Peter Ustinov in Quo vadis? ; da Alida
Valli e Farley Granger in Senso ; da Clint Eastwood in Per un pugno di dollari ; da Totò ne L'oro di Napoli .
Con un giorno d'anticipo rispetto a "Girando a Cinecittà", venerdì al Museo di Roma in Trastevere prende il
via "Pais del cinema" che, fino all'8 marzo, propone una mostra di fotografie di Rodrigo Pais, grande
fotoreporter, scomparso nel 2007. L'esposizione è centrata sugli anni d'oro della nostra produzione nazionale,
specchio in cui si riflettono le cronache, le vicende storiche, culturali e i costumi dell'Italia del boom. In mostra
immagini de La dolce vita , L'avventura , Il sorpasso , La ragazza di Bub e, La noia , Mamma Roma . Film che
mostrano una trama diversa da quella proiettata sul grande schermo, fatta di ciak, di momenti di riposo,
truccatori al lavoro, visite sul set, curiosità di anonimi spettatori. Momenti immortalati da Pais nei suoi scatti
che si mescolano con istantanee varie: il processo Fenaroli; le immagini del Premio Strega; e ancora
locandine, fotobustee manifesti; ritratti di attori ed attrici. Per ricordarla a pochi giorni della scomparsa,
un'intera sezione è dedicata a Virna Lisi.
"Girando a Cinecittà", da sabato, aperta da mercoledì a lunedì, dalle 9,30 alle 18,30 (biglietto 10 euro).
"Pais del cinema", da sabato, aperta da martedì a domenica, dalle 10 alle 20 (biglietto 8,50 euro).
Foto: OTTO AMBIENTI Uno degli otto ambienti della mostra permanente di Cinecittà sugli studios dal 1937
agli anni '90
Foto: MUSEO DI ROMA Tre delle foto (con Totò, la Vitti, Mastroianni e la Loren) in mostra da venerdì al
museo di Roma in Trastevere
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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SUL SET
20/01/2015
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 31
(diffusione:309253, tiratura:418328)
BERLINO Il film Vergine giurata , opera prima di Laura Bispuri con protagonista Alba Rohrwacher, sarà
l'unico film italiano in gara nel concorso ufficiale del Festival di Berlino in programma dal 5 al 15 febbraio. Il
film, annunciato ieri dalla Berlinale, è una coproduzione Italia, Svizzera, Francia ed Albani. Vergine giurata
della Bispuri, che in carriera ha già vinto un David di Donatello e un Nastro d'Argento per i cortometraggi, è
ispirata all'omonimo romanzo di Elvira Dones: è la storia di una bambina che cresce in A l b a n i a , n e l l a
co m u n i t à montana dove impera la cultura arcaica che relega le donne in un ruolo di secondo piano, quasi
di prigionia, soggette al potere dell'uomo (padre, marito, fratelli). La protagonista decide di diventare uomo, di
rinunciare all'amore e alla sua femminilità. Leggi e tradizioni arcaiche della sua terra, infatti, le permettono di
rinunciare alla sua identità attraverso il «kanun», un particolare rito che le permette di ottenere gli stessi diritti
degli uomini, a patto di giurare sulla propria verginità e farsi uomo. Hana diventerà così Mark, una cosiddetta
«vergine giurata» costretta a rinunciare per sempre all'amore. Il film uscirà a marzo distribuita da Istituto Luce
Cinecittà. Le altre pellicole Vergine giurata non è la sola pellicola italiana presente a Berlino. Le faranno
compagnia, in diverse sezioni, anche Torneranno i prati di Ermanno Olmi invitato nella sezione Berlinale
Special, che porterà all'attenzione del pubblico internazionale la voce dei soldati della Prima Guerra Mondiale
tra le riflessioni, le paure e le attese vissute nel corso di una notte trascorsa in trincea sull'Altopiano dei Sette
Comuni, nei dintorni di Asiago. E due film nella sezione Generation: Cloro di Lamberto Sanfelice, che nei
prossimi giorni concorrerà al Sundance Film Festival, una storia ambientata nel mondo del nuoto
sincronizzato che riflette sul senso del destino. E ancora Short Skin di Duccio Chiarini, presentato a Venezia
in Biennale College. Oltre al maestro Olmi, dunque, tre opere prime tratte da tre romanzi di formazione, tre
sguardi originali sui passaggi dall'adolescenza all'età adulta. Nella sezione Forum, inoltre, Francesco Clerici
presenterà il documentario Il gesto delle mani dedicato al pittore e scultore italiano Velasco Vitali.
Foto: Alba Rohrwacher in «Vergine giurata» è una ragazza albanese che sceglie di essere uomo per avere la
libertà
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il film italiano "Vergine giurata" in concorso alla Berlinale
20/01/2015
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Gloria Satta
Il personaggio Dopo "Quasi amici" torna Toledano: «Faccio ironia sull'intolleranza» a pag. 26 Ha avuto
quattro milioni di spettatori in Francia, ha scatenato un acceso dibattito ed è stato venduto in tutto il mondo:
Samba , il nuovo film dei registi di Quasi amici Eric Toledano e Olivier Nakache, uscirà in Italia nelle prossime
settimane. E, alla luce dei recenti attentati, diventa terribilmente attuale. Intolleranza, razzismo, convivenza
tra culture diverse sono infatti alla base di questa commedia sociale che ha per protagonisti un senegalese
clandestino (Omar Sy, il badante di Quasi amici , ormai adottato da Hollywood) e una manager "scoppiata"
(la magnifica Charlotte Gainsbourg, ma c'è anche Tahar Rahim). Intorno a loro ruota un mondo sommerso
popolato di "sans papier", volontari, immigrati regolari. E il sorriso è sempre in agguato. Non a caso gli
americani hanno coniato il termine "dramedy", un mix di dramma e commedia, per definire il cinema dei due
registi che, dopo il miliardario tetraplegico e il badante di colore di Quasi amici che hanno commosso 51
milioni di spettatori nel mondo intero, ancora un volta hanno scelto personaggi ai margini e apparantemente
inconciliabili. Al Rendez-vous Unifrance, Toledano racconta il film e i suoi progetti con Nakache. Come ha
avuto l'idea di "Samba"? «All'uscita dei ristoranti e degli alberghi vedevo spesso degli immigrati intenti a
fumare e mi chiedevo: da dove vengono, cosa sognano, che problemi hanno? Uno di loro mi ha raccontato
che sua sorella aveva scritto un romanzo sull'epopea dei sans papier. Noi, con il permesso dell'autrice,
abbiamo aggiunto un tocco di commedia». "Samba" ha qualcosa in comune con "Quasi amici"? «Il desiderio
di riconciliazione. E due protagonisti agli antipodi, costretti a stare insieme. Abbiamo nuovamente mischiato il
dramma sociale con il sorriso tenendo presente la lezione dei nostri maestri: Risi, Monicelli, Gassman e la
grande commedia italiana». Perché "Samba" ha diviso la critica francese? «Sei hai successo in America, ti si
spalancano tutte le porte. In Francia, invece, sei sospetto... Alla base di tante critiche c'è anche il fatto che
abbiamo toccato un nervo scoperto: tutti sanno che esistono i sans papier ma non vogliono sentirne parlare.
Noi non facciamo politica, la nostra è una commedia umana. Forse qualcuno è rimasto deluso perché si
aspettava Quasi amici 2 . Ma l'idea di un sequel non ci è mai passata per la testa». Dopo gli attentati, la
Francia cambierà atteggiamento nei confronti degli immigrati? «Siamo ancora sotto choc ed è difficile
prevedere il futuro. Abbiamo avuto il nostro 11 settembre, occore una profonda riflessione. Quanto al cinema
, Nakache e io continuiamo a pensare che non si possa mai rinunciare all'umorismo». Lei, che è ebreo, si
sente tentato di tornare in Israele? «Sono francese e voglio rimanere in Francia a combattere per le mie idee
e la libertà». Lavorereste in America, dove stanno girando il remake di "Quasi amici"? «Ci avevano chiamati.
Ma preferiamo lavorare nel nostro Paese dove abbiamo una libertà totale». Delusi di non aver preso l'Oscar?
«Per entrare in finale avremmo dovuto impegnarci in un'intensa campagna promozionale in America. Ma
eravamo troppo stanchi». Cosa farete? «Abbiamo diretto di recente uno spot contro l'alcolismo rivolto ai
giovani e ci è venuta voglia di lavorare con le nuove generazioni. Il nostro prossimo film sarà interpretato da
una ventina di attori mai visti e sarà una specie di C'eravamo tanti amati alla francese». Con Nakache come
vi dividete il lavoro? «Facciamo tutto insieme. Così abbattiamo l'ego, il nemico più pericoloso di ogni regista
».
Foto: SIAMO ANCORA SOTTO CHOC PER L'ATTENTATO MA CONTINUIAMO A NON RINUNCIARE
ALL'IRONIA IL PROTAGONISTA Omar Sy è "Samba". Sotto, "Vergine Giurata"
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Il personaggio Dopo "Quasi amici" torna Toledano: «Faccio ironia
sull'intolleranza»
20/01/2015
Il Messaggero - Marche
Pag. 44
(diffusione:210842, tiratura:295190)
CINEMA
L'incubo dello stalking visto con gli occhi della commedia alla Pietro Germi, l'immortale autore di Divorzio
all'italiana e Signore & Signori. Un nume tutelare, tra l'altro, legato a doppio filo alla città di Ascoli, luogo dove
girò Alfredo Alfredo nel 1972 con l'allora emergente Dustin Hoffman. Insomma, sembra nascere sotto una
buona stella il nuovo lavoro di Piero Benfatti, regista ascolano alla sua seconda opera dopo l'esordio con il
film storico su Cecco d'Ascoli, Il maestro degli errori, risalente al 2005.
La pellicola, il cui titolo provvisorio è Anticiclone l'africano, è tratta dall'omonimo romanzo di Federico
Marozzi, autore con cui Benfatti ha appena terminato la sceneggiatura. «Si tratta di una vicenda che alterna
toni ironici a momenti più amari, la storia è quella di una specie di ménage à trois in cui lo stalker inizia prima
a bersagliare la protagonista per poi prendersela con il ragazzo di cui è innamorata, fino ad arrivare
addirittura ad un tentativo di omicidio», racconta Benfatti, che insieme a Marozzi e altri soci ha messo su una
casa di produzione chiamata Auà Srl. Ma non solo, perché il film potrà contare sull'apporto di veste di
coproduttore e produttore esecutivo di un grande del cinema italiano, vale a dire Federico Starace, in
carriera già al fianco di un mostro sacro come Luchino Visconti. «Per il ruolo dello stalker abbiamo il sì di
Kaspar Capparoni. -continua- Mentre per gli altri mi piacerebbe poter contare su due attori che stimo molto,
ovvero Filippo Timi ed Isabella Ragonese». «Le riprese dureranno sei settimane, abbiamo ambientato la
vicenda nel Piceno, abbiamo progetto e maestranze locali (lo scenografo, ad esempio, è Pietro Cardarelli),
ma la Marche Film Commission ci ha respinto il finanziamento da 500mila euro nonostante rispondessimo a
tutti i criteri richiesti. -va avanti- Questo, purtroppo, potrebbe costringerci ad emigrare in Sicilia, dove sembra
che la Regione sia interessata al progetto. Finché non definiremo tali aspetti non potremo partire con le
riprese». Benfatti, ovviamente, spera di non rivivere quanto accaduto con Il maestro degli errori, film dal cast
internazionale (Remo Girone, Tobias Moretti e Lino Capolicchio, tra gli altri) mai uscito nei cinema italiani a
causa di problemi proprio con la produzione e che è stato trasmesso una volta sola in tv da Sky. E pensare
che in Germania è uscita addirittura la versione in dvd. «E' vero, si tratta di un grande peccato. -conclude il
regista- Ogni volta che viene proiettato raccoglie molti consensi, si tratta di un progetto pensato per il cinema
che purtroppo non ha mai goduto di distribuzione nelle sale. Essendo un film storico, non è da escludere che
prima o poi emittenti come Rai 5 o Rai Storia riescano a trasmetterlo, sono in tanti a sperarlo».
Luca Capponi
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Anticiclone l'africano con tanto di stalker
20/01/2015
Il Messaggero - Umbria
Pag. 49
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Un gruppo di giovani talenti in città per girare l'action fantasy "Legacy"
CIAK SI GIRA
Terni diventerà presto un set cinematografico vivente: quattro ragazzi hanno infatti deciso di ambientare qui
nella provincia umbra il loro primo film. «"Legacy", questo il titolo, è un action/fantasy primo del suo genere
per il panorama italiano - parla Alessio Mafrici, ideatore e sceneggiatore - è una produzione indipendente per
la quale ancora non abbiamo tutti i fondi. Per questo stiamo girando dei promo per la campagna di
crowdfounding, che speriamo partirà entro gennaio».
I PROTAGONISTI
Protagonisti del progetto sono Alessio Mafrici, 25 anni e studente autodidatta di cinema che ha già diretto
svariati cortometraggi; Valeria Quondamcarlo, 21 anni studentessa a Perugia di scienze dell'educazione;
Luca Aldanese, 24 anni, che si occupa del reparto organizzativo del film; Simone Bistacchi, di Novara, 32
anni studente di recitazione a Milano. Il cast non è ancora completo e come comparse speciali dei promo
girati per la raccolta fondi ci sono anche Alban Guillon, Francesca De Santis, protagonista di un altro film
girato interamente a Terni "Circondato dalle tenebre" di Eros Bosi, e Emanuele Cordeschi Bordera. «Il film
durerà all'incirca due ore e racconta la storia di alcuni individui che, a causa di un omicidio, vengono lanciati
in un vortice di pericoli dal quale devono districarsi - continua Alessio - non sarà un'impresa facile, per
riuscirci dovranno collaborare e, tra attriti e scontri, riusciranno a conoscere qualcosa in più del loro passato».
Un progetto sicuramente ambizioso al quale gli autori stanno lavorando da più di un anno, che nasce dalla
tanta voglia di fare tipicamente giovanile e dalla volontà di dimostrare che altro si può fare in Italia e
soprattutto a Terni. «La scelta di girare il lungometraggio a Terni è dovuta sicuramente a un motivo
strettamente logistico ed economico, ma non è solo questo. Gran parte del team che ci lavora è del posto e la
nostra città ha bisogno di risposte per il futuro. Non abbiamo solo l'acciaieria o la Ternana: c'è molto altro che
questa città può offrire». Indicativamente sappiamo che il film verrà girato a marzo 2015 o poco dopo. «Una
volta prodotto - conclude Alessio - uscirà nel 2016 e vogliamo mandarlo a tutti i più importanti festival del
cinema italiano. Poi in base al successo si vedrà quale futuro avrà la pellicola, anche se noi speriamo possa
diventare una saga cinematografica».
Camilla Orsini
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Immaginazione e azioneTerni diventa il set di un film
20/01/2015
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Quel cecchino da cinema che aiuta l'Occidente a reagire al terrore
Paolo Guzzanti
a pagina 8 Il film di Clint Eastwood fa il boom perché racconta il dolore (e l'orgoglio) di una civiltà sotto
attacco Che ci sia una relazione fra il successo travolgente di American Sniper e l'angoscia collettiva figlia del
terrorismo, sembra evidente. Il film di Clint Eastwood sta sfondando negli Stati Uniti tutti i record d'incasso, lo
scorso weekend incassando quasi cento milioni di dollari. In Italia ha fruttato finora alla Warner Bros sedici
milioni di euro e restano affollatissime le sale in cui il volto intenso, triste ma determinato di Bradley Cooper
interpreta il tormento di chi uccide per salvare vite u m a n e . Il film di sicuro arriva sostenutoda un valore
aggiunto delle ultime settimane:l'angoscia collettiva che sta contaminando anche l'Europa: un'angoscia
sempre più palpabile specialmente dopo la mattanza di Charlie Hebdo a Parigi e la reazione che
quell'angoscia ha innescato: i due milioni di manifestanti a Parigi e un film che riesce ad interpretare e
medicare quell'angoscia. Il tiratore scelto americano è una figura nuova del cinema di guerra, perché non è
un vendicatore, non è Rambo, non è un robot umano con dei superpoteri, ma è un uomo e determinato,
senza enfasi e senza rabbia. Il vero soldato che ha ispirato il film sui terroristi islamici che usano anche i
bambini per caricarli di esplosivo. E allora dobbiamo veramente chiederci se stia accadendo qualcosa di
profondo e di inquietante in noi stessi, a prescindere dal film che funziona come un test delle macchie
d'inchiostro: ognuno vede la risposta alle proprie paure. Sono rimasto molto impressionato quando due
persone nel giro di dieci minuti mi hanno detto di avere paura a prendere la metropolitana e di non riuscire a
dormire come prima. Esitiamo a dire che l'«inconscio collettivo» (se ne esiste uno) si sia trasformato nello
sniper inconscio. Certo, il film è americano, il pubblico da cento milioni è americano, la storia, il regista e il
personaggio sono tutti americani. Ma anche in Italia, oltre che in Francia, nelle ultime settimane sono stati
alimentati due sentimenti incompatibili con la vita civile del normale vivere civile: la paura nell'angoscia e il
desiderio di reagire. O almeno sapere che c'è qualcuno che reagisce per te e ti protegge. Ed è certamente
lui, l'eroe metodico di questo film che si comporta come un drone dall'animo umano: colpisce per proteggere
collegato via radio con una cabina di regia. Non c'è in lui nulla di enfatico, ma di preciso (la mira, la pressione
sul grilletto) e mestamente rassicurante. Del resto è la prima volta nella storia dell'intera Storia, che ci
troviamo di fronte al fenomeno planetario di una guerra che divampa e spurga sangue dai televisori e dai
telefonini, una guerra capace di mettere in moto sentimenti enormi e risentimenti anche più grandi, sempre
più irreparabili. Così, la matita del vignettista che sa di rischiare la pelle insieme al fucile di alta precisione del
soldato Kyle diventano i simboli della necessità esistenziale, prima che militare, di resistere, di non offrire il
collo alla lama dello sgozzatore. Il momento più tormentato del film è quello in cui una donna velata consegna
a un bambino la granata che aveva nascosto sotto i vestiti. Il bambino cammina per recapitare la granata
destinata ad uccidere molti esseri umani. Lo sniper con angoscia e disgusto tira il grilletto. La realtà ha
mostrato dieci giorni fa nella Nigeria Nord orientale una bambina imbottita di esplosivo mandata nel mercato
di Maiduguri dove i suoi mostruosi burattinai l'hanno fatta saltare in aria con un telecomando provocando
venti morti e altrettanti feriti. Che cosa avrebbe fatto il tiratore di precisione del film, se avesse avuto quel
piccolo essere umano nel mirino? Quali sono gli esatti confini del comandamento che ordina «non uccidere»
? L'Italia non ha vissuto soltanto l'emozione collettiva europea di Parigi, ma anche lo stillicidio delle continue
notizie sui combattenti islamici che entrano ed escono dal nostro Paese, e poi la storia delle due ragazze
catturate in Siria e riscattate, a quanto sembra, a suon di milioni dei contribuenti rompendo il doloroso patto
fra i Paesi europei che impone di non finanziare i terroristi, anche a costo di sacrificare gli ostaggi. Il film di
Eastwood (convinto di aver fatto un film «contro» la guerra) si è trovato nella imprevista condizione di
funzionare come un rimedio alla paralisi che il terrore ottiene dalle sue vittime. E di farlo senza scompostezze
eroiche, ma con una nuova misura del dolore e del dovere.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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«AMERICAN SNIPER»
20/01/2015
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:192677, tiratura:292798)
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Foto: SIMBOLO Bradley Cooper interpreta il cecchino più micidiale d'America nel film «American Sniper» che
divide gli Usa
Foto: TROVA L'ERRORE L'immagine dei manifesti (qui sopra) del nuovo lungometraggio «American Sniper»
del regista attore Clint Eastwood è stata fatta a specchio. Risultato: la bandiera americana sul braccio del
«cecchino» si vede al contrario
20/01/2015
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 25
(diffusione:192677, tiratura:292798)
«Vergine giurata» sarà l'unico film italiano in concorso
«Vergine giurata», opera prima di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher sarà l'unico film italiano in gara nel
concorso ufficiale del Festival di Berlino (5-15 febbraio). La pellicola è ispirata all'omonimo romanzo di Elvira
Dones: la storia di una bambina che cresce in Albania, nella comunità montana dove impera la cultura
maschilista che relega le donne in un ruolo di prigionia. La protagonista decide di diventare uomo,
rinunciando alla femminilità cambiando nome, da Hana a Mark.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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FESTIVAL DI BERLINO
20/01/2015
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 31
(diffusione:192677, tiratura:292798)
«Exodus», piace il sacro nonostante gli errori
Maurizio Acerbi
Pur essendo Exodus una pellicola che di kolossal ha, soprattutto, gli strafalcioni (basta dare una letta al libro
dell'Esodo, per chi avesse dubbi in proposito), più o meno voluti da Ridley Scott in funzione di quella logica
della rivisitazione artistica che tutto consente, il film ha vinto la sfida al botteghino italiano con i suoi 2.617.399
euro incassati. Il sacro, insomma, attira sempre gli spettatori, pur se mischiato al profano, e poco importa che
queste incursioni nell'Antico Testamento facciano storcere più di una bocca. Ci aveva provato, del resto, di
recente, Darren Aronofsky che aveva trasformato le vicende di Noah in un fantasy dark con venature
ecologiste; poteva sottrarsi Scott con questo peplum ultraterreno? Il filone, insomma, è stato riaperto. Intanto,
Eastwood continua a volare con il suo bellissimo American Sniper (secondo) che grazie agli ulteriori
2.260.788 euro ha raggiunto il totale di 15.402.197 euro, superiore al dato di Si accettano miracoli di Siani
(quarto) che ha un box office complessivo di 14.292.691 euro. Tra i due, si è collocato, nel fine settimana, un
altro grande film come La teoria del tutto , terzo con 1,3 milioni e la miglior media per schermo (4.517),
pellicola che racconta la straordinaria storia di Stephen Hawking e, soprattutto, del suo rapporto con la moglie
Jane. Tra le novità, entrano nei dieci Asterix e il regno degli dei (sesto) e Italo (nono) mentre non è andato
bene il pur interessante e ben fatto Hungry Hearts di Saverio Costanzo, undicesimo con 230.738 euro. Risale
il box office con un +9% rispetto al disastroso dato di sette giorni fa. Accontentiamoci.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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»Box Office
20/01/2015
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:105812, tiratura:151233)
ETIOPIA Donne, il film del riscatto
LUCA PELLEGRINI
Il matrimonio che è costretta ad accettare dopo essere stata rapita e stuprata a quattordici anni, per Hirut
Assefa, che vive in un villaggio a sole tre ore da Addis Abeba, si prospetta come l'inizio di nuove violenze. Il
giogo di questa pratica tradizionale, chiamata Telefa, è sopportato in silenzio dalle donne e tranquillamente
imposto dagli uomini. La storia di Hirut, però, che veniamo a conoscere nel film Difret. Il coraggio per
cambiare - in sala da giovedì - girato con passione dal regista etiope Zeresenay Berhane Mehari, è realmente
accaduta nel 1996: preso in mano un fucile, per difendersi la ragazzina sparò al suo rapitore e aspirante
sposo. Un sistema legislativo arrugginito e l'acquiescenza delle leggi nei confronti delle tradizioni stavano per
avere la meglio sui principi di libertà e dignità umane: Hirut finiva in prigione, rischiando la pena di morte.
Intersecava, però, questa vicenda tragica Meaza Ashenafi, giovane avvocatessa fondatrice di Andenet,
un'associazione di donne avvocato nata per difendere i più deboli. Dopo una corsa tra cavilli legali e
intimidazioni, rimosso pure il ministro della Giustizia d'allora, Hirut è stata assolta dall'accusa di omicidio.
Zeresenay ha sentito la necessità di raccontare al cinema questa storia di orrore e giustizia. «Il fratello di
Meaza ha insistito affinché girassi un film su di lei e Hirut - racconta il regista ad Avvenire -. Dopo tre anni di
ricerche, c'è voluto molto tempo per trovare i finanziamenti. Il casting è durato otto mesi, Meron Getnet, una
delle attrici più popolari in Etiopia, ha accettato il ruolo dell'avvocata mentre Tizita Hagere ha debuttato in
quello di Hirut. Le riprese sono durate sei settimane e abbiamo ricevuto il sostegno del governo». Come
l'Etiopia ha accolto il film? «Il pubblico ha davvero amato il film. È stato un grande sollievo questo risultato
perché le donne protagoniste sono tutte ancora vive e quindi ancora coinvolte nei fatti accaduti». Il film si
concentra sullo scontro tra la tradizione che regola la vita delle aree rurali e la modernità che viene dalla città
e trasforma lentamente il suo Paese. È ancora molto forte oggi in Etiopia l'influsso della prima? «Si, credo
che la tradizione sia profondamente radicata, come in qualsiasi antica cultura, e manterrà sempre la sua
influenza sulle usanze del popolo. In Etiopia ancora oggi l'82% della popolazione vive in campagna, ove la
tradizione ha una presa maggiore. La mia speranza è che questo film possa diventare un appello affinché si
ripensi al suo effettivo valore». Cosa ha suscitato il caso di Hirut tra le donne etiopi? donna ai fini matrimoniali
non rientrava nelle loro valutazioni. Tutti l'hanno praticato, sia musulmani che cristiani. Abbiamo programmato
di far vedere il film alle diverse autorità religiose etiopi, offrendolo anche come un mezzo per sostenere il
dialogo tra loro». Hirut è una ragazza che pian piano si trasforma in coraggiosa testimone dei soprusi che
altre donne hanno subito prima di lei, ma alla fine confessa: «Non posso cambiare le cose». Perché? «Per lei
la vittoria è stata agrodolce perché non le è stato possibile da allora rientrare a casa, vivere in famiglia e
proteggere la sorella. Vive in esilio. Questo è il motivo per cui non sono mai riuscito a incontrarla. Credo per
proteggerla dalla vendetta che la famiglia del ragazzo ucciso ha pubblicamente giurato». Che cosa prova per
il suo Paese? «Grandi speranze. Penso ci sia una apertura verso il progresso civile, che è stato raggiunto
anche grazie al caso di Hirut, ma è chiaro che ci sia ancora molto da cambiare. La gioventù etiope,
comunque, è aperta al mondo e ai cambiamenti». Alla fine del film Hirut, rimessa in libertà, scompare tra la
gente che affolla una strada di Addis Abeba. «Cammina nell'ignoto. È una metafora per ciò che davvero le è
successo: dopo aver vinto il processo, che ha cambiato il futuro di tutte le donne etiopi, Hirut le raggiunge
sulla strada, diventando semplicemente una di loro». «La reazione è stata contrastante. Alcune hanno difeso
la pratica della Telefa, altre ovviamente si sono schierate contro. Credo che la cosa più importante generata
dai quei fatti consista nell'aver dimostrato che la legge di uno Stato può sconfiggere una tradizione sbagliata
e che quella stessa legge possa essere usata per proteggere le donne che ne sono vittime. Difret in amarico
significa "coraggio", "osare". Secondo una revisione del Codice Penale del 2004, rapimento e stupro possono
ora essere puniti con una condanna fino a 15 anni di reclusione, anche se la legge non sempre viene
applicata». Le diverse religioni presenti in Etiopia come si pongono dinanzi a questa mentalità? «Ho scoperto
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AGORA L'intervista Da giovedì in sala "Difret. Il coraggio per cambiare" Mehari racconta la storia di Hirut
20/01/2015
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:105812, tiratura:151233)
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che il sequestro di una
Foto: Il regista Mehari con le protagoniste
Foto: (Ansa)
Foto: CINEMA. Tizita Hagere, nel ruolo di Hirut, la 14enne che si è ribellata alla violenza. Trovando giustizia
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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20/01/2015
Il Manifesto - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:24728, tiratura:83923)
Laila Pakalnina, cinema ai confini del mondo
«Amo il bianco e nero, può essere ricco di sfumature. La musica invece mi f a un po' paura» Ora ha tre film in
uscita, dei quali uno è incentrato sulla vita di Sergej Eisenstein
Nicola Falcinella
GORIZIA I accio film per non dover parlare troppo». Laila Pakalnina, regista lettone che nelle settimane
scorse ha ricevuto a Gorizia il premio Darko BraUna - Omaggio a una visione del Kinoatelje, non ama dover
spiegare con le parole i propri lavori. Preferisce filmare, difatti è autrice piuttosto prolifica, produttrice e regista
dei suoi lavori, uno all'anno o anche di più. Ora ne ha tre in post-produzione, dei quali uno su e uno che
riguarda il grande Sergej Eisenstein e uno su una nave che affondò al largo delle coste vicino al confine con
l'Estonia. Una filmmaker nota nel circuito dei festival spesso presente in quelli italiani, da Venezia a
Filmmaker a Milano, Trieste Film Festival, Roma e parecchi altri, ma mai presente nei grandi concorsi e mai
distribuita. I suoi lavori trattano spesso di confini, di limiti, per questo l'associazione goriziana le ha assegnato
u n premio originale (nel palmarès Franco Giraldi e l'armeno Harutyun Khach'atryan, vincitore del Festival di
Torino 2014 con Endless Escape, Eternai Returri), itinerante con incontri e proiezioni di qua e di là della
frontiera italo-slovena, tra Nova Gorica, Gorizia, Izola, Trieste, Udine e Lubiana. «In queste giornate ho
smesso di contare le volte in cui ero in Italia o in Slovenia o attraversavo il confine - ha esordito Pakalnina
nella masterclass che l'ha vista protagonista Muoversi tra i due paesi è l'unico modo per spostarsi in questa
zona. Ai tempi dell'Urss ci insegnavano che non c'erano confini, c'era pure una canzone che diceva di
attraversarli a testa alta, ma mia nonna mi diceva spesso: tu passa il confine che poi ti sparano». La Slovenia
ha la stessa condizione della Lettonia rispetto ai confini: prima non esistevano, solo con l'indipendenza
abbiamo sentito stranieri i paesi vicini e con Schengen i confini sono spariti di nuovo». In occasione del
premio, la regista ha mostrato molti dei suoi lavori, dalla paradossale Cenerentola al contrario di Kurpe - The
Shoe (che nel 1998 fu selezionato a Un certain regard a Cannes e la fece conoscere intemazionalmente) al
brevissimo Short Film About Life (2014) su una partita di calcio conclusa ai rigori vista dai giocatori che
assistono ai tiri. «I titoli dei miei film sono brevi, secondo me devono essere così. L'importante è che
attraggano l'interesse. È curioso che il titolo più lungo appartenga all'ultimo che è il mio film più corto, solo
due minuti». La regista passa dalla finzione (quattro lungosi non ci sono colline, la cima più alta è a 300 metri
di quota!». A questo è legato uno dei suoi lavori che più hanno circolato nei festival, Sneg-Neve, su impianti
sciistici nonostante il terreno quasi piatto. «L'idea è nata da un commento dell'attore sloveno Branko Zavrsan
(il protagonista di Tir di Alberto Fasulo, ndr), che ha lavorato con me in The Hostage, sul fatto che in Lettonia
non ci sono montagne e dalla sua reazione quando l'ho portato a vedere una nostra località sciistica. Faceva
foto in continuazione e diceva: è incredibile, avete tutto il necessario ma le piste dove sono? Sapevo da
tempo che c'era qualcosa che non funzionava in questo, ma quando è arrivato uno straniero a farmelo notare
ho capito che dovevo farci un film. Ci sono vari centri sciistici, il più noto è di proprietà di un attore famoso che
fa sempre il ruolo dell'amante, unendo humor e bellezza». Sul suo genere di comicità preferito, Pakalnina è
lapidaria: «Mi fa ridere tantissimo uno che cade su una buccia di banana. Più di un gioco di parole». «Mi
piacciono le scene statiche - ha aggiunto - anche se è di moda la camera a mano. Anche nei documentari
preferisco lavorare con un operatore, meglio avere qualcuno più bravo di me nei vari compiti. Per prima cosa
gli faccio mettere il treppiede, solo dopo, quando c'è la composizione del quadro, qualcuno ci entrerà dentro.
E magari cadrà!». Pakalnina si è diplomata al Vgik di Mosca nel 1991 e questa formazione ha lasciato un
segno sul suo mometraggi al suo attivo) al documentario, li mescola con una maniera molto personale. «Non
conta comprendere tutto razionalmente, per me il cinema non è solo razionalità, è anche fatto di sensazioni»
ha spiegato Pakanina, introducendo quelli che definisce «drammi assurdi». Un senso dell'assurdo che ritorna
spesso. «Il mio cognome significa 'collinetta' e sono frequenti da noi in nomi con questo significato, strano
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Incontri • Parla la fìlmmaker lettone anche autrice prolifica e produttrice dei suoi lavori, dove riesce a passare
dalla finzione al documentario in maniera personale
20/01/2015
Il Manifesto - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:24728, tiratura:83923)
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
perché in Lettonia quado di lavorare: «Ho cominciato con vecchie attrezzature sovietiche che mi hanno
insegnato a fare molta attenzione al sonoro, perché la presa diretta era inutilizzabile: iniziai a giocare con i
suoni ed è diventata una divertente abitudine. Girai Ferry nel '94 su un fiume che segna il confine tra Lettonia
e Bielorussia con una camera Konvas che faceva il rumore di un trattore. Raccontano che avesse una Kovas
un operatore dell'esercito quando l'Urss invase l'Afghanistan e che gli afgani vedendolo fossero scappati
perché la credevano un'arma sconosciuta!». Una regista che ha u n modo suo di operare e scegliere. «Mi
piace molto il bianco e nero - ha spiegato - Può essere molto ricco di colore e ha tante sfumature. Non sono
contraria al colore, lo uso, ma vedo il macine soprattutto in b / n . La musica mi fa un po' paura, la uso
raramente, anche per ragioni di diritti, ma sono aperta alle collaborazioni, da un rapper lettone a u n
compositore giapponese. In The Hostage, dove un aereo è dirottato a Riga e un bambino tra i passeggeri
vuole sapere tutto sul Paese nel quale è capitato, potevo far cantare solo la troupe e l'unico pezzo che
conoscevano era un rap». Regista e produttrice («mi piace, perdo qualche giorno a compilare i moduli per il
ministero e i bandi internazionali, ma almeno ho tutto sotto controllo»), Laila Pakalnina ama vedere i filrri
altrui: «mi piace andare al cinema, sono stata in giuria in Quatar e ne ho visti 52 e mi sono divertita.
Dell'ultimo anno ricordo Anna Karenina, che è giocoso, ma me ne sono piaciuti altri, di generi diversi, senza
cliché». Sui film quasi pronti non si sbilancia, solo confessa che le piace lavorare in contemporanea su un film
di finzione e un documentario. «Mi fa sentire bene». E sorride.
Foto: IN SENSO ORARIO ALCUNE IMMAGINI TRATTE DA: «KURPE», «DREAMLAND» E «THE
HOSTAGE». SOTTO LA REGISTA LAILA PAKALNINA,
20/01/2015
Il Manifesto - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:24728, tiratura:83923)
Alba Rohrwacher «vergine giurata» per Laura Bispuri
Ermanno Olmi invitato non in competizione con «Torneranno i prati». Fuori gara anche il nuovo Wim
Wenders
Cristina Piccino
La Berlinale 2015 ha svelato i suoi ultimi titoli, e sarà Laura Bispuri con La vergine giurata a correre all'Orso
d'oro per l'Italia, una scommessa quella del festival, la scelta di un esordio (ma certo film più grossi se pronti
aspettano il prossimo festival di Cannes) e per la regista che divide il concorso con, per citarne qualcuno,
registi come Herzog, Panahi, Malick... La vergine giurata, star Alba Rohrwacher, ispirato al romanzo di Elvira
Dones(Feltrinelli), scrittrice e giornalista albanese che ora, come la protagonista del suo romanzo vive in
America, è la storia di una ragazzina, Hana, la cui famiglia appartiene al nord dell'Albania, dove le donne
sono sottomesse dalla tradizione agli uomini, e nelle famiglie in cui non vi sono uomini, o la donna accetta un
matrimonio combinati, prende il ruolo, giurando come vuole il Kanun, il codice della tradizione, di rimanere
vergine e rinunciare alla propria femminilità. A quel punto vestirà abiti maschili e avrà gli stessi diritti degli
uomini. Il personaggio di Rohrwacher è u n a studentessa all'università di Tirana, adora lo studio e ha molti
progetti finché la m o r t e dei genitori la costringe a tornare, lo zio che si è sempre occupato di loro è malato
e vorrebbe farla sposare prima di morire, m a Hana invece sceglie di essere vergine giurata ... Nella
selezione berlinese, sezione Berlinale special, è stato invitato anche il magnifico film di Ermanno Olmi,
Torneranno i prati (ma sembra che le decisioni per quel che riguarda l'Italia siano ancora in progress) una
storia della Prima guerra mondiale che nell'anno delle commemorazioni appare quasi irriverente nella sua
innocenza, e • in quella limpidezza di sguardo che apre sulla Storia, sul conflitto e sulle sue morti, su una
guerra pagata dai poveri, da quell'Italia di contadini analfabeti mandati a morire al fronte ... Al Forum un altro
giovane regista, Francesco Clerici, milanese, trentenne, con LI gesto delle mani, che è quello di chi scolpisce
il bronzo, un procedimento che ancora oggi è uguale a quando sono stati realizzati i bronzi di Riace. In
concorso, troviamo anche 0 nuovo film di Pablo Larrain, il regista argentino di Afe e di Tony Manero, El Club,
e di Patricio Guzman, regista storico cileno nel racconto della dittatura che ha distrutto un generazione del
suo paese, El boton de nacar. Fuori concorso invece Wim Wenders con il nuovo film Every Thing Will Be
Fine, con James Franco e Charlotte Gainsbourg, uno scrittore, i suoi sensi di colpa dopo un incidente che ha
cambiato la vita di un'altra persona.
Foto: ALBA ROHRWACHER
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Berlinale 2015/ANNUNCIATI GLI ULTIMI TITOLI IN CONCORSO
20/01/2015
Il Manifesto - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:24728, tiratura:83923)
Leviathan, «restituite i finanziamenti pubblici»
Ondata di polemiche in Russa dopo che il deputato russo dell'assemblea di San Pietroburgo Vitaly Milonov,
noto per essere stato l'estensore della legge contro la propaganda gay di fronte ai minori poi estesa a tutto il
paese, ha sollecitato il premier Dmitry Medvedev a chiedere la «restituzione» di produttore del film Leviathan
la restituzione dei finanziamenti pubblici assegnati per la sua realizzazione. Secondo Milonov il film di Andrei
Zvyagintsev - che nei giorni scorsi si è aggiudicato un Golden Globe, premiato a Cannes per la migliore
sceneggiatura, e candidato all'Oscar per il miglior film straniero - è un'opera «contro la gente, realizzata con i
soldi della gente, non rispecchia la tradizionale culturale russa, discredita la scuola nazionale di
cinematografia e incita l'odio nella società. Inoltre contiene una serie di stereotipi russofobi per fomentare una
immagine negativa dello stato e della società russa». Attacco non isolato al film perché già nei giorni scorsi, il
ministero della Cultura - che aveva due anni fa conceso i finanziamenti - ha voluto precisare che: «l'opera
non merita i fondi e che in futuro non sosterrà progetti simili». E non solo, è stato annunciato infatti che è già
in discussione una direttiva che proibisce la distribuzione nelle sale di film che diffamano la cultura russa,
minacciano l'unità del paese o le fondamenta dell'ordine costituzionale. Il provvedimento attua anche con una
serie di regole la legge contro, il turpiloquio nelle opere letterarie, teatrali e cinematografiche entrata in vigore
lo scorso anno e usata come giustificazione per ritardare l'uscita di Leviathan. La storia - tratta da un
romanzo americano e adattata per il grande schermo nella regione di Murmansk - racconta la vita di un uomo
schiacciata da un potere sordo e avido. Ma contro la norma definita «un forte attacco di censura»il direttore
della rivista Iskusstvo Kino (Cinema Arte) Daniil Dondurei e il regista a presidente dell'Unione dei cineasti
(KinoSoyuz) Andrei Proshkin., «Cosa significa unità nazionale? È un termine nuovo che non esiste, è un
attacco senza precedenti al buon senso», ha dichiarato Dondurei. La distribuzione del Leviathan in Russia, in
un primo momento sospesa dalle autorità per la violazione della nuova legge contro il turpiloquio nelle opere
d'arte, inizierà, limitata a poche sale, il 5 febbraio.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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RUSSIA • Ancora polemiche sul film di Zvyagintsev, fomenta «l'immagine negativa del paese»
20/01/2015
Libero - Ed. nazionale
Pag. 26
(diffusione:125215, tiratura:224026)
«American sniper» sfonda ogni record d'incasso in Usa e il documentarista di sinistra rosica
GIORGIO CARBONE
La marcia (commerciale e artistica) di American sniper , il film di Clint Eastwood sulla guerra in Iraq, sembra
non conoscere ostacoli. A sorpresa è arrivata la nomination all'Oscar (e le probabilità di vittoria crescono di
settimana in settimana). Intanto in America la pellicola fa saltare i botteghini. Negli ultimi cinque giorni di
programmazione ha incassato più di cento milioni di dollari. In America e altrove. In Italia (dove è andato sugli
schermi il primo 1 gennaio), American fa una media di 1000 euro al giorno (con possibilità di ulteriori aumenti
per via di un favorevolissimo passaparola). Insomma, un trionfo. Al quale cerca di opporsi un regista famoso
nel decennio precedente, ma da circa un lustro inattivo (ultimo film Capitalism , del 2009) cioè Michael Moore.
Moore prevedibilmente non ha amato American sniper . Il suo film più famoso, Fahrenheit 9/11 , attaccava
senza mezzi termini la guerra in Iraq. Ora Eastwood l'ha rivalutata con la biografia di un famoso pluridecorato,
il cecchino Chris Kyle. Sulla sua pagina Twitter, Moore ha scritto: «Mio zio [è stato] ucciso da un cecchino
nella Seconda Guerra Mondiale. Ci hanno insegnato che i cecchini sono codardi. Ti sparano nella schiena. I
cecchini non sono eroi. E gli invasori sono peggio». Per chiarire quest'ultima frase ha poi aggiunto: «Se sei
sul tetto della tua casa e la difendi dagli invasori che sono arrivati da 7000 miglia, non sei un cecchino, sei
coraggioso, sei un vicino». Insomma Moore è dalla parte del Macellaio, il feroce iracheno che nel film
decapita i bambini e del suo personale killer che spara sugli americani e sugli iracheni che cercano di
impedire gli infanticidi. È il caso di osservare però che Moore stavolta spara a vuoto. Che la sua presa di
posizione non toglierà uno spettatore che è uno ad American sniper . Per almeno due ragioni. La prima è che
Moore è molto meno ascoltato (e visionato) che ai tempi di Fahrenheit . Allora beneficiò del sostegno delle
classi intellettuali d'Europa e America che avversavano il conflitto in Iraq (il sostegno fece guadagnare a
Michael la Palma d'Oro a Cannes). In una dozzina d'anni l'immagine di Moore è stata appannata dagli incassi
in discesa nei film seguenti e da sempre più frequenti accuse di «tarocchi» (non può essere un caso se da
cinque anni non riesce più a dirigere, nonostante un clima politico a lui teoricamente più favorevole). La
seconda ragione per cui la voce di Moore può gridare in un Twitter deserto, è che è arrivato il massacro del
Charlie Hebdo , a rivelare brutalmente che i «macellai» sono tra noi. E non sparano dai tetti di Bagdad, ma
nelle redazioni dei giornali al centro di Parigi. Molte delle persone che solo 18 giorni fa, anche da noi,
bollavano American sniper come film fascista, e Eastwood da farabutto (perché rappresentava un assassino
come un eroe) ora tacciono e magari si mettono la maglietta con su scritto «Je suis Charlie». Tanti, ma tanti ,
sempre più numerosi (a dar retta al botteghino) si trovano a rimpiangere che Kyle non sia rimasto in Iraq e
non abbia sfoltito ulteriormente le file dei futuri combattenti dell'Isis.
Foto: FILM DISCUSSO
Foto: A sinista, Bradley Cooper in «American sniper». Sopra, Michael Moore
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ATTACCO AD EASTWOOD «Un codardo». Moore spara sul cecchino eroe
20/01/2015
Il Tempo - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:50651, tiratura:76264)
L'arte di Rosi in un film documentario
Fab. Fin.
La Casa del Cinema ricorda Francesco Rosi attraverso un documento che racconta i suoi capolavori, la sua
vita e soprattutto attraverso la sua stessa testimonianza. Viene presentato domani, mercoledì 21, e sabato 24
gennaio in Sala Kodak il film-documento di Roberto Andò dal titolo «Il cineasta e il labirinto» dedicato alla vita
e all'opera di Francesco Rosi. Realizzato nel 2002 con la collaborazione dello stesso Rosi, il film di Roberto
Andò traccia un emozionante profilo umano, professionale e artistico del grande maestro del cinema italiano
recentemente scomparso. Presentato per la prima volta in Campidoglio nel 2002 in occasione degli 80 anni
del regista, questo documentario raccoglie oltre alle testimonianze di registi e sceneggiatori come Martin
Scorsese, Giuseppe Tornatore, Roberto Andò, Tullio Kezich, alcune delle sequenze più significative dei
capolavori di una vita. Una scelta precisa quella delle testimonianze raccolte. È storica, infatti, l'attenzione di
Scorsese verso il cinema italiano e verso il modo di trattare la realtà di Francesco Rosi; Tornatore e Andò
erano due grandi amici di Rosi mentre Kezich è stato un grande studioso e critico degli anni del suo cinema.
Ma il vero valore aggiunto di questo documentario sta proprio nella testimonianza che lo stesso Francesco
Rosi riesce a fare in un racconto che non si limita al cinema, ma diventa una grande lezione di coerenza
intellettuale. «Si tratta di un viaggio con Francesco Rosi - ci ha detto il direttore Giorgio Gosetti - nei luoghi dei
suoi film e della sua memoria. Grazie a queste sequenze non solo si può tornare ad apprezzare il cinema di
Rosi ma si comprende la stessa dignità e il senso di questo mestiere. Con queste immagini - continua Gosetti
- la Casa del Cinema vuole rendere omaggio a un grande leone del nostro cinema che rimane con noi anche
oggi, a pochi giorni dal saluto che in queste sale gli hanno portato i suoi amici, i colleghi, tutti coloro che
amano il suo cinema».
Foto: CASA DEL CINEMA
Foto: Largo Mastroianni 1 Domani alle 17
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Villa Borghese Cinema
20/01/2015
ItaliaOggi
Pag. 4
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Amazon produrrà fi lm per il cinema. Amazon avvierà la produzione di pellicole cinematografi che entro la fi
ne dell'anno. Il colosso high tech fondato da Jeff Bezos, dopo l'annuncio dello scorso autunno sull'intenzione
di produrre fi lm e serie tv originali, ha fornito i dettagli del suo progetto «hollywoodiano». Amazon Studios
avvierà entro la fi ne dell'anno la produzione di fi lm da distribuire in primis nelle sale cinematografi che e
successivamente su Amazon Prime Instant Video con un ritardo di sole quattro/otto settimane. Annalisa
Monfreda guida anche Starbene. Oltre a quella di Donna Moderna per Annalisa Monfreda arriva anche la
direzione di Starbene fi nora affi data a Cristina Merlino. Parallelamente a guidare Confi denze al posto di
Monfreda sarà Susanna Barbaglia, già vicedirettore della testata. Repubblica, Atlante Libertè. Domani in
abbinamento a la Repubblica ci sarà l' Atlante dedicato alla strage di Parigi del 7 gennaio scorso, giorno
dell'assalto alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. Su l' Atlante ( 4,90 più il costo del quotidiano) i
contributi delle fi rme di Repubblica. Toro Media produttore esecutivo di Spectre. Toro Media è il produttore
esecutivo italiano e austriaco di Spectre, il prossimo fi lm di James Bond, il 24esimo della serie. La società di
Marco Tombolini e Pasquale Romano realizzerà tutte le scene del fi lm che saranno girate in Italia e in
Austria. In Italia la troupe arriverà dal 19 febbraio per un lungo periodo di riprese (fi no a marzo) a Roma.
Google: tratta acquisto di Softcard per i pagamenti mobile. Googleè in trattative per acquisire la società di
pagamenti mobile Softcard con l'obiettivo di sfi dare Apple e il nuovo servizio Apple Pay. Softcard, società
controllata da AT&T, Verizon Wireless e T-Mobile Usa, sarebbe stata valutata da Google 50 milioni di dollari.
Gomorra-La Serie sulla prima pagina di Le Monde.« Gomorra, Exceptionelle Série Noire» ( Gomorra,
eccezionale serie noir), così sulla prima pagina di Le Monde si è annunciato ieri il debutto sugli schermi
d'oltralpe della serie-evento targata Sky. Gomorra è arrivata su Canal+ ieri, dopo essere stata venduta in oltre
100 paesi. Il debutto c'era già stato nel Regno Unitoe in Spagna, mentre arriverà anche sulla pay tv Israeliana
Hot. Rai Cinema: al Festival di Berlino con tre fi lm. Saranno tre i fi lm con cui Rai Cinema parteciperà al 65°
Festival Internazionale di Berlino: Torneranno i prati, diretto da Ermanno Olmi, Vergine giurata, opera prima
di Laura Bispuri e Cloro, dell'esordiente Lamberto Sanfelice. Mondo Tv, siglata nuova licenza con la tv
pubblica iraniana. Mondo Tv ha sottoscritto con Irib, gestore delle acquisizioni di programmi per la televisione
pubblica nazionale in Iran, un nuovo accordo per la concessione in licenza dei diritti di trasmissione sul
canale Jam-e-Jam di circa 70 ore di programmazione di prodotti che distribuisce.
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CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
20/01/2015
ItaliaOggi
Pag. 5
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Tv , premiate le reti ammiraglie
Rai 1 e Canale 5 su di un punto di share in prima serata
CLAUDIO PLAZZOTTA
Il 2014 televisivo si chiude con un mese di dicembre che premia le reti ammiraglie. I morsi della crisi, forse,
convincono gli italiani a raccogliersi attorno ai focolari tradizionali, Rai 1 e Canale 5, ed entrambe le reti
guadagnano oltre un punto di share in prima serata rispetto allo stesso mese del 2013: 18,51% per la tv di
viale Mazzini, 16,36% per quella di Cologno Monzese. Rai 2 conferma i risultati 2013, così come Rai 3 (nelle
24 ore). E, tra i canali generalisti, quello più alla ricerca di una sua identità è forse Italia Uno, che lascia sul
terreno oltre un punto di share in prime time (scende al 6,36%) e oltre due in seconda serata (cala a quota
6,5% in quello che era un tempo un tradizionale presidio della rete). Nel complesso, tutti i canali Rai hanno
raggiunto il 38,1% nelle 24 ore (+0,7 punti sul dicembre 2013) e il 38,57% di share in prima serata (+0,3
punti), mentre quelli del Biscione si sono fermati al 32,4% nelle 24 ore (-0,7 punti) e al 33,8% in prime time (0,3 punti). La7, continuando a confrontarsi con un 2013 strepitoso e denso di avvenimenti politici,è ancora
penalizzata: -1,1 punti in prima serata (è al 3,75% di share). Cumulando i risultati di La7d si arriva al 3,42% di
gruppo sulle 24 ore e al 4,26% in prima serata. Il totale dei canali Sky eguaglia lo share raggiunto nel
dicembre 2013 (5,27% sulle 24 ore). Ed è una buona performance, poiché, nel frattempo, il parterre abbonati
è calato. Bene il gruppo Discovery, trainato soprattutto da Dmax, Giallo e Focus:i canali del broadcaster
salgono di mezzo punto sia nell'intera giornata (5,86%), sia in prima serata (4,34%). Il totale ascolti delle tv di
Fox rimane invece stabile sul dicembre 2013,a quota 1,4% di share sulle 24 ore (ma vale anche in questo
caso il discorso del parterre abbonati ridotto, che valorizza la performance). Tuttavia, come fa sapere
l'editore, «da quando il portfolio canali è stato rinnovato ci sono buone audience in prima serata. Nel periodo
novembre-gennaio, ad esempio, +14% di ascolti per i canali intrattenimento (Fox, FoxLife, FoxCrime,
FoxAnimation, FoxComedy) e per quelli factual (National Geographic channel, Nat Geo Wild, Nat Geo
People) rispetto allo stesso intervallo 2013-2014». Bene Mtv, che concentra i suoi sforzi di palinsesto in prima
e seconda serata. E se sulle 24 ore sostanzialmente eguaglia lo 0,7% del dicembre 2013, in prima serata
sale di 0,2 punti allo 0,8% di share e in seconda serata di 0,3 punti a quota 1,1%.
Così le performance, emittente per emittente Rai Tre Rai Uno Rai Due Canale 5 Totale Rai Sintesi
mensile 1A, emittenti nazionali, giorno medio mensile, fasce standard Di b 2014 (d l 30/11/14 l 3/1/15) T t I di
id i 4 Dicembre 2014 (dal 30/11/14 al 3/1/15) Target: Individui 4+ 02.00 07.00 09.00 12.00 15.00 18.00 20.30
22.30 25.59 09.00 12.00 15.00 18.00 20.30 22.30 25.59 am = ascolto medio, %sh = share, %pe =
penetrazione - Nota: Tutti i dati comprendono gli ospiti - Dati di proprietà Auditel. Rilevazioni ed elaborazioni
Nielsen Tv Audience Measurement Italy AM 1.965.286 1.056.825 1.276.807 2.614.333 1.986.596 4.180.176
4.872.434 1.901.495 SH 17,54 20,78 19,22 16,95 14,56 21,49 18,51 15,44 AM 762.294 137.294 384.062
1.576.588 910.509 1.168.773 1.793.665 743.915 SH 6,81 2,70 5,78 10,22 6,67 6,01 6,81 6,04 AM 804.438
401.444 315.521 1.206.651 904.149 1.726.366 1.889.224 820.343 SH 7,18 7,89 4,75 7,82 6,63 8,88 7,18
6,66 AM 4.270.625 2.001.775 2.575.170 6.277.100 4.801.340 8.236.782 10.153.872 4.251.305 SH 38,12
39,37 38,76 40,70 35,20 42,35 38,57 34,53 AM 1.697.080 938.304 683.418 2.290.680 2.223.575 3.438.278
4.305.635 1.511.461 SH 15,15 18,45 10,29 14,85 16,30 17,68 16,36 12,28 Italia 1 AM 677.508 129.676
300.945 1.318.596 796.138 925.522 1.673.962 809.117 SH 6,05 2,55 4,53 8,55 5,84 4,76 6,36 6,57 Rete 4
AM 514.120 130.015 304.287 754.054 642.577 800.975 1.204.947 666.162 SH 4,59 2,56 4,58 4,89 4,71 4,12
4,58 5,41 Totale Mediaset AM 3.629.999 1.506.795 1.786.824 5.250.192 4.665.033 6.274.627 8.917.703
3.887.578 SH 32,41 29,63 26,89 34,04 34,20 32,26 33,88 31,58 La7 AM 327.559 201.086 225.800 341.712
254.963 544.848 986.140 418.235 SH 2,92 3,95 3,40 2,22 1,87 2,80 3,75 3,40 La7d AM 55.883 13.474
38.248 47.682 60.631 82.634 135.837 91.206 SH 0,50 0,26 0,58 0,31 0,44 0,42 0,52 0,74 Totale La7 AM
383.442 214.560 264.048 389.394 315.594 627.481 1.121.978 509.441 SH 3,42 4,22 3,97 2,52 2,31 3,23
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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I dati Auditel di dicembre. Stabili Rai 2 e Rai 3. In calo Italia Uno e La7. Ok i canali Sky
20/01/2015
ItaliaOggi
Pag. 5
(diffusione:88538, tiratura:156000)
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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4,26 4,14 Tg Norba 24 Totale AM 8.458 35.868 2.659 19.805 5.696 6.721 2.572 3.377 SH 0,08 0,71 0,04
0,13 0,04 0,03 0,01 0,03 7 Gold Totale AM 15.034 1 0 9.851 15.746 23.190 67.979 25.744 SH 0,13 0,00 0,00
0,06 0,12 0,12 0,26 0,21 Totale Sky AM 590.004 249.674 312.000 609.001 754.268 779.676 1.643.971
827.171 SH 5,27 4,91 4,7 3,95 5,53 4,01 6,25 6,72 Totale De Agostini Editore AM 87.512 55.062 94.390
159.380 124.244 156.980 148.807 41.773 SH 0,78 1,08 1,42 1,03 0,91 0,81 0,57 0,34 Totale Digicast AM
14.151 4.247 8.533 19.590 19.446 24.059 22.920 18.364 SH 0,13 0,08 0,13 0,13 0,14 0,12 0,09 0,15 Totale
Discovery AM 655.953 261.041 451.258 806.425 892.037 968.636 1.143.641 911.074 SH 5,86 5,13 6,79
5,23 6,54 4,98 4,34 7,40 Totale Disney AM 43.642 20.714 46.598 71.497 74.620 92.026 73.044 13.730 SH
0,39 0,41 0,70 0,46 0,55 0,47 0,28 0,11 Totale Elemedia AM 10.443 2.808 17.122 14.859 17.228 14.629
11.578 7.954 SH 0,09 0,06 0,26 0,10 0,13 0,08 0,04 0,06 Totale Eurosport AM 9.235 1.404 10.070 16.268
15.020 13.079 13.604 9.043 SH 0,08 0,03 0,15 0,11 0,11 0,07 0,05 0,07 Totale Fox AM 159.318 26.634
65.575 173.590 225.166 241.334 381.707 234.719 SH 1,42 0,52 0,99 1,13 1,65 1,24 1,45 1,91 Totale MtvViacom AM 140.362 51.057 95.843 184.166 200.301 211.753 293.846 164.588 SH 1,25 1,00 1,44 1,19 1,47
1,09 1,12 1,34 Totale Gruppo Lt Multimedia AM 52.403 25.018 40.561 61.998 88.497 85.377 98.041 52.463
SH 0,47 0,49 0,61 0,40 0,65 0,44 0,37 0,43 Totale Jimjam AM 825 1.245 870 839 2.199 1.371 862 116 SH
0,01 0,02 0,01 0,01 0,02 0,01 0,00 0,00 Totale Turner AM 17.794 13.249 21.897 31.878 26.729 36.701
25.250 4.643 SH 0,16 0,26 0,33 0,21 0,20 0,19 0,10 0,04 Altre Sat Non Pubblicate AM 182.652 76.395
155.639 218.190 245.850 303.725 335.566 202.259 SH 1,63 1,50 2,34 1,41 1,80 1,56 1,27 1,64 Altre Digitali
Terrestri AM 657.023 319.375 409.530 809.922 776.503 886.577 1.439.857 881.475 SH 5,87 6,28 6,16 5,25
5,69 4,56 5,47 7,16 Totale Emittenti AM 11.201.723 5.085.036 6.644.735 15.423.783 13.641.991 19.451.318
26.324.560 12.311.801 SH 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00
20/01/2015
Corriere del Mezzogiorno - Bari
Pag. 13
(diffusione:27910)
La rassegna si apre il 30 gennaio con l'anteprima di «Noi siamo Francesco»
Ludovico Fontana
Otto film d'autore «che dimostrano la grande salute e vitalità del cinema italiano». Sono gli otto film scelti per
la sedicesima edizione del «Sudestival», che si terrà a Monopoli dal 30 gennaio al 20 marzo, ogni venerdì. Il
festival è nato come «Sguardi di cinema italiano» e poi si è trasformato in «Sudestival» con l'ambizione di
diventare una rassegna itinerante coinvolgendo gli altri comuni del Sud Est barese. Lo scorso anno le
proiezioni si tenevano anche a Polignano e Conversano, quest'anno si torna invece a Monopoli: saranno tutte
al cinema Vittoria. Il festival è fondato e diretto da Michele Suma, docente del liceo Galilei di Monopoli. E la
caratteristica principale dell'evento è proprio il coinvolgimento delle scuole (quest'anno il Galilei e il liceo
Morea di Conversano): gli studenti compongono infatti la giuria di uno dei tre premi. Il programma prevede
dunque otto serate con doppia proiezione alle 18 e alle 21, alla presenza del regista e in alcuni casi anche di
produttori e parte del cast; prima della proiezione delle 21 sarà proiettato un corto selezionato dal festival di
cortometraggi di Noci, «Nocicortinfestival»; sono inoltre previste quattro lezioni di cinema che si terranno di
mattina (due al Morea e due al Galilei). Il Sudestival è sostenuto dal Comune di Monopoli con diversi patrocini
e sponsor privati. In totale è costato 31 mila euro, e prevede la partecipazione di «cinquemila spettatori», ha
spiegato ieri Suma nella conferenza stampa che si è tenuta al Cineporto di Bari, sede dell'Apulia film
commission. Gli otto film in programma sono: Noi siamo Francesco di Guendalina Zampagni, girato proprio a
Monopoli, che sarà proposto in anteprima nazionale (30 gennaio), Senza nessuna pietà di Michele Alhaique
(6 febbraio), I nostri ragazzi di Ivano De Matteo (13 febbraio), Arance e martello di e con Diego Bianchi in arte
Zoro (20 febbraio), Fango e gloria di Leonardo Tiberi (in questo sarà presente lo sceneggiatore Salvatore De
Mola, 27 febbraio), Anime nere di Francesco Munzi (6 marzo), La zuppa del demonio di Davide Ferrario (13
marzo) e Perez di Edoardo De Angelis (20 marzo). Tre i premi: quello della giuria popolare serale per l'autore
del film (in palio 700 euro), il premio Santa Teresa Resort per il miglior attore/attrice (in palio un weekend
nella struttura che dà il nome al premio) e il premio D'Autore della giuria degli studenti (il film sarà proiettato
nelle sale del Circuito D'Autore di Apulia film commission). Ingresso singola proiezione 4 euro. Il programma
completo è su www.sudestival.org.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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«Sudestival» , è a Monopoli la casa del cinema italiano
20/01/2015
Corriere del Trentino - Trento
Pag. 15
(diffusione:11196)
L'Alto Adige alla «Berlinale» Bispuri è in corsa per l'Orso
Un bel colpo per i film sostenuti dall'Alto Adige: Vergine Giurata di Laura Bispuri è l'unico film italiano in
concorso alla 65a Berlinale che si svolge dal 5 al 15 febbraio. Anche Elser di Oliver Hirschbiegel verrà
presentato nella competizione ufficiale del Festival, ma non concorrerà per l'Orso. Berlino sarà la prima
mondiale per entrambe le pellicole, sostenute dal Fondo altoatesino alle produzioni e affiancate in loco dalla
Business Location Südtirol - Alto Adige (Bls). Vergine giurata , opera prima di Laura Bispuri con protagonista
Alba Rohrwacher, è in corsa con altre diciotto produzioni internazionali. La comunicazione ufficiale è stata
inviata ieri mattina dalla Berlinale. La pellicola, una produzione Vivo film e Colorado Film Production con Rai
Cinema, Bord Cadre films, Match Factory Productions, Era Film, è stata sostenuta dal Fondo altoatesino alle
produzioni con 198.000 euro. La produzione ha girato sul territorio locale tra aprile e maggio 2014 per circa
tre settimane. Come detto, anche Elser , pellicola di Oliver Hirschbiegel verrà presentata nel corso della
prestigiosa competizione ufficiale del Festival, in anteprima mondiale, ma non concorrerà per l'Orso. ©
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Cinema
20/01/2015
Corriere delle Alpi - Ed. nazionale
Pag. 28
Parlano veneto le candidature per il David
Parlano veneto le candidature per il David
Grande Guerra, docu-film, corti. Ma in lizza ci sono anche attori e organizzatori: segno della delocalizzazione
del cinema
Le candidature per l'edizione 2015 ai premi David di Donatello per il cinema sono ancora aperte: possono
partecipare tutti i film in uscita entro il 23 aprile; tra tutti i film candidati saranno poi effettuate le nomination, a
maggio. Possono partecipare film italiani e stranieri; due sezioni sono dedicate a cortometraggi e
documentari. Quella di quest'anno sarà l'edizione numero 60 per il premio, considerato l'equivalente del
premio Oscar e per il quale sono prese in considerazione numerose categorie: non solo i film ma anche attori
, registi,musicisti e tutto l'apparato tecnico che concorre alla realizzazione di un film.di Silvia Gorgi Se il toto
Oscar è già iniziato, per i David di Donatello le candidature arriveranno a maggio. Ma spulciando, fra le opere
già ufficialmente in concorso per quest'annoi legami con il Nordest fioccano, con produzioni, attori, tecnici,
location, legati a quest'area. Segno della delocalizzazione del cinema in atto. Ritroviamo così fra i film, girato
sull'Altopiano di Asiago, "Torneranno i prati" di Ermanno, protagonista Claudio Santamaria, storia di una notte
in trincea prima della disfatta. Sempre con tema la Grande Guerra, sostenuto dalla Regione del Veneto, per
la quale è stato evento di apertura delle celebrazioni del Centenario, "Fango e gloria" di Leonardo Tiberi,
docu-film che recupera materiale video originale dell'Archivio Luce e lo rende a colori attraverso un sofisticato
lavoro digitale. Tema storico, l'annessione del Veneto all'Italia del 1866, anche per "Il Leone di vetro" di
Salvatore Chiosi. Prodotto dalla padovana Venice Film, location lungo il Piave, ha fra gli interpreti molti
veneti: Andrea Pergolesi, Stefano Scandaletti, Carla Stella, Vasco Mirandola, Alvaro Gradella, Diego Pagotto.
Girato interamente in Trentino, "La foresta di ghiaccio" di Claudio Noce, dove, accanto a nomi come Emir
Kusturica e Ksenia Rappoport, c'è quello di Maria Roveran, di Favaro Veneto (con "Piccola Patria" del
padovano Rossetto ha vinto il premio miglior attrice a "Bimbi Belli" di Moretti sui migliori esordi dell'anno;
premio rivelazione al "Tertio Millennio Film Festival"; premio Future Visioni Marie Claire a Venezia71). E
ambientato in parte in Friuli c'è "Se chiudo gli occhi non sono più qui" di Vittorio Moroni, con Rosario Fiorello.
Di nuovo il Veneto nell'opera di Luca Immesi e Giulia Brazzale, entrambi di Thiene, "Ritual-Una storia
psicomagica", ispirata a "La danza della realtà" dell'artista cileno Jodorowsky: una vicenda amorosa
ossessiva in un paesino veneto, fra antichi riti e figure mitologiche come quella delle Anguane. Fra gli
interpreti la cantautrice d'adozione veneta Patrizia Laquidara. Nel noir "Senza Nessuna Pietà" (in Orizzonti a
Venezia71) di Alhaique, protagonista Pierfrancesco Favino, fra gli sceneggiatori c'è il veneziano Andrea
Garello. E in "Perez", altro nero fuori concorso alla Mostra, con Luca Zingaretti, organizzatrice generale è la
veneziana Linda Vianello. Nella sezione documentari in concorso ai David troviamo: "Dancing with Maria"
(Giornate degli Autori-Venezia71), del goriziano Ivan Gregolet (nelle sale dal 26 febbraio), storia di una
danzatrice, oggi 93enne, Maria Fux, interprete della danza terapia in una splendida Buenos Aires; "Heimat
Sudtirol", sulla figura del canonico Michael Gamper, soggetto del padovano Emilio Briguglio per la regia del
vicentino-friulano Renzo Carbonera, girato in Alto Adige; "Cesare Lombroso. Il lato oscuro", dedicato al
famoso e contestato antropologo criminale, nato a Verona. Carbonera è anche regista, nella sezione corti, di
"La Corsa", girato a Padova, produzione padovana - Film Art Studio e Officina Immagini - con la goriziana
Anita Kravos, e Vasco Mirandola. E, nei corti, compare di nuovo, in questo caso come protagonista Maria
Roveran, accanto a Francesco Wolf, diretta dal vicentino Corrado Ceron in "Scorciatoie" girato lo scorso
novembre nella campagna vicentina. Ancora, fra i corti, "Doppia Luce", progetto fra cinema e fumetto, di
Laszlo Barbo, prodotto dalla padovana Crosstribution e "Vivo e veneto" dei padovani Francesco Bovo e
Alessandro Pittoni, prodotto dalla trevigiana VideoZuma di Marco Zuin.
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organizzatori: segno della delocalizzazione del cinema
20/01/2015
Il Tirreno - Ed. nazionale
Pag. 34
(diffusione:80832, tiratura:102004)
Il piccolo principe sceglie il 3D
Il piccolo principe sceglie il 3D
Saint-Exupéry è morto nel '44: scaduto il diritto d'autore in arrivo film e nuove ristampe
Con circa 270 traduzioni fra lingue e dialetti, quattrocento milioni di lettori e 150 milioni di copie vendute, a 70
anni dal debutto, la popolarità del libro "Il piccolo principe", favola poetica e racconto filosofico per tutte le età
di Antoine de Saint-Exupéry, scomparso in un incidente aereo nel 1944, non mostra segni di declino. Anzi,
con i diritti del libro appena diventati di pubblico dominio, essendo passati 70 anni dalla morte dell'autore
(precipitato nel mare vicino alle coste francesi meridionali, abbattuto da un aereo tedesco, dopo che il
capitano Saint-Exupéry era partito con un ricognitore dalla base di Borgo in Corsica), stanno per arrivare oltre
una decina di nuove edizioni del volume. L'attesa del cartoon. In attesa dell'uscita - a ottobre in Francia, e a
gennaio 2016 in Italia con Lucky Red - del primo film animato in 3D sulla storia, diretto da Mark Osborne(già
coregista del primo Kung Fu Panda). Sono già comunque innumerevoli le trasposizioni e gli sviluppi creati
negli anni, fra prosa, opera, musical, balletto, animazione, radio, cinema e tv. Senza dimenticare il parco
tematico, inaugurato con grande successo nel luglio 2014 a Ungersheim in Alsazia. Tutte le nuove ristampe.
Del libro, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1949 da Bompiani (che l'ha da poco riproposto in una
nuova traduzione di Beatrice Masini) sono appena uscite, o in arrivo, fra le altre, edizioni di: Feltrinelli
(traduzione di Yasmina Melaouah con la prefazione di Chiara Gamberale); Meridiani Mondadori (curato e
tradotto da Leopoldo Carra); Garzanti (traduzione di Massimo Birattari); Sellerio (traduzione di Marina Di Leo
con nota di Daria Galateria); Einaudi (traduzione di Andrea Bajani); Giunti Junior (traduzione e prefazione di
Arnaldo Colasanti); Fanucci (traduzione di C. McGilvray); Battello a vapore - Piemme (con l'introduzione di
Teresa Buongiorno); Newton e Compton (curato e tradotto da Emanuele Trevi); Beat (traduzione di Giuliano
Corà); Barney (traduzione di Roberto Piumini). Quasi un pop up. Gribaudo, in un'edizione pensata per i
bambini, uscirà con la sovraccoperta che diventa poster. "Il piccolo principe commentato con la Bibbia" sarà
invece pubblicato da Ancora (curato da Enzo Romeo); e tra le versioni solo ebook, sono attese quelle di
Interwideo e di Kentauron, che ha anche in parallelo testo italiano e francese. Produzione francese. Nel film
animato in 3D, produzione francese da circa 80 milioni di dollari, del quale è già disponibile il trailer, Osborne
ha creato il racconto unendo varie tecniche come computer graphic, disegno su carta, cutout (collage di vari
pezzi di carta ritagliati e fotografati a passo uno per simulare il movimento) e pupazzi in stop motion: un
lavoro realizzato negli studi Mikros a Montreal. Il regista e il produttore. «Il primo obiettivo era proteggere il
libro - ha spiegato il regista - Io l'ho letto all'università grazie alla mia fidanzata che poi è diventata mia moglie.
Ne conosco la potenza». L'obiettivo, ha aggiunto il produttore Alexis Vonarb, «è raggiungere un pubblico
molto ampio, fatto di conoscitori del libro e non». Fra i doppiatori della versione originale, ci sarà Riley
Osborne (figlio del regista, voce del piccolo principe) e poi un gruppo nutrito di attori hollywoodiani super
famosi, da , Jeff Bridges (il pilota) a Marion Cotillard (la rosa), s James Franco (la volpe), a Rachel McAdams
(la mamma), per arrivare a Benicio del Toro (il serpente). Le produzioni precedenti. Fra le precedenti
produzioni, sono da ricordare, fra le altre, l'audiolibro inciso su disco - era il 1954 - con la voce narrante di un
attore francese all'epoca molto famoso e di grande successo, con narrazione di Gérard Philipe. Po,
esattamente vent'anni dopo, i arrivò il musical cinematografico diretto da Stanley Donen nel 1974 (ebbe due
nomination agli Oscar, per la canzone originale e la colonna sonora) con, fra gli altri, Gene Wilder e Bob
Fosse protagonista di una memorabile performance su sua coreografia nei panni del serpente, diventata un
cult molto cliccato su YouTube. Anche il cantautore Riccardo Cocciante nel 2002, ha firmato uno dei musical
teatrali sul tema, mentre per l'animazione, ci sono fra gli altri, due pellicole del 1978 3 d3el 1979, e la serie
francese prodotta nel 2010 trasmessa in Italia da Raidue.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Il piccolo principe sceglie il 3D Saint-Exupéry è morto nel '44: scaduto il diritto d' autore in arrivo film e nuove
ristampe
19/01/2015
00:53
Yahoo Finanza
Sito Web
News
più di 120 film per la mostra 'Girando per Cinecittà'Roma, 19 gen. (askanews) - Oltre 120 titoli di film che
sono stati realizzati dal 1937 agli anni '90, otto nuovi ambienti dedicati ai periodi storici fondamentali del
cinema italiano e internazionale a Cinecittà: è Girando per Cinecittà', la nuova mostra ospitata negli storici
studi di Cinecittà che racconta 70 anni di storia del cinema attraverso i generi più importanti e significativi che
hanno lasciato un segno nell'immaginario collettivo: i grandi film delle origini, il drammatico periodo della
guerra e del neorealismo che ne seguì, l'arrivo delle produzioni americane e il fenomeno del divismo. Dalla
Hollywood sul Tevere, avvolti dalle immagini, fotografie e costumi dell'epoca si arriva al periodo dei film sulla
Roma antica, quando a Cinecittà le produzioni in corso erano Quo Vadis?, Cleopatra, Ben Hur, ma anche
quei tanti peplum italiani dedicati alle fatiche di Ercole e alle imprese di Maciste. Attraverso la suggestione di
scenografie che arricchiscono e caratterizzano ciascun ambiente, si arriva al periodo della commedia italiana:
in una scenografia che richiama il film I soliti Ignoti, ci si immerge in uno dei più prolifici periodi di produzione
filmica italiana che ha visto fiorire i nomi di tanti comici e interpreti: Aldo Fabrizi, Totò, Alberto Sordi, Walter
Chiari, e le straordinarie dive italiane che tanto assomigliavano a quelle americane in quegli anni: Sophia
Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Sylva Koscina, Marisa Allasio. Attori ed attrici
che, insieme a tanti altri di quel periodo, hanno reso celebre il cinema italiano nel mondo. Monica Vitti, Virna
Lisi, Sandra Milo, Ugo Tognazzi,Vittorio Gassman, Franco Nero e tanti nomi ancora si succedono nei periodi
di produzione accanto ad interpreti straordinari come Gregory Peck, Audrey Hepburn, Elizabeth Taylor. La
mostra presenta un'inedita selezione di costumi originali indossati da Liz Taylor e Richard Burton nei film
Cleopatra e la Bisbetica domata, da Peter Ustinov in Quo Vadis?, da Alida Valli e Farley Granger in Senso,
da Clint Eastwood in Per un Pugno di Dollari, da Totò in L'Oro di Napoli. Ma anche omaggio a Pier Paolo
Pasolini, con i costumi disegnati da Danilo Donati per Storie Scellerate diretto da Sergio Citti. Il nuovo
percorso prosegue con un approfondimento sui film di genere che hanno caratterizzato la produzione italiana
negli anni '70 e '80, quando i film spaziavano dai polizieschi alla commedia sexy, fino alle pellicole di respiro
internazionale come L'Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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più di 120 film per la mostra 'Girando per Cinecittà '
ANICA WEB - ANICA WEB
4 articoli
19/01/2015
10:01
it.notizie.yahoo.com_spettacoli
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Roma, 19 gen. (askanews) - L'anteprima mondiale di "Tempo Instabile con Probabili Schiarite" di Marco
Pontecorvo con John Turturro e Luca Zingaretti aprirà il 15 febbraio al Chinese Theater di Hollywood la X
edizione di 'Los Angeles, Italia - Film, Fashion and Art Fest', il festival promosso dall'Istituto Capri nel Mondo
che accende i riflettori sul cinema italiano nella settimana che precede la notte degli Oscar.
Atteso dopo il successo di critica di "Pa-ra-da'" (proposto sempre a L.A. Italia nel 2009), il nuovo film di
Pontecorvo è una commedia amara e ironica sullo scottante tema del lavorio, con una superstar da sempre
innamorata dell'Italia come John Turturro e uno dei nostri attori più popolari, Luca Zingaretti. Ambientata in
una fabbrica di divani nelle Marche, è la storia di due amici e di un ritrovamento incredibile ma anche una
metafora dell'Italia di oggi tra vizi e virtù. Nel cast del film anche Pasquale Petrolo (Lillo della coppia Lillo e
Greg), Carolina Crescentini e Lorenza Indovina. La relazione artistica tra John Turturro e Pontecorvo, uno dei
più ricercati direttori della fotografia anche oltreoceano (ha lavorato per le serie "Trono di spade" e "Roma")
iniziò sul set de "La Tregua" del grande Francesco Rosi, insieme hanno lavorato anche per "Passione", il film
omaggio alla canzone napoletana, e recentemente in "Gigolo per caso", entrambe regie di Turturro.
Con anteprime e rassegne, concerti e incontri tra le star di Hollywood e le eccellenze dell'arte italiana, L.A.
Italia 2015, dedicato quest'anno a Frank Sinatra nel centenario della nascita, è un evento promosso con il
patrocinio del MIBACT, del MAE e del MISE in collaborazione con ICE, ANICA, il Consolato Generale di Los
Angeles e sponsor privati.
ANICA WEB - ANICA WEB - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Turturro e Zingaretti aprono 'Los Angeles, Italia'
19/01/2015
primissima.it
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Mai come quest'anno la presentazione dei dati Cinetel relativi agli incassi del 2014 si è prestata al gioco del
bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. E del resto era inevitabile visto il dato complessivo di base tutt'altro
che incoraggiante di una flessione del 6,13% di biglietti e del 7% di incassi. Di certo sono mancati i film
trainanti, come ad esempio il fenomeno Sole a catinelle di Checco Zalone, ed è mancata quasi
completamente una programmazione estiva. E se per i fenomeni si può al massimo mettere un cero al santo
preferito, per la programmazione estiva forse non è stato fatto abbastanza. Di certo, e d ecco il bicchiere
mezzo pieno, il mercato con il suo zoccolo duro di 90/100 milioni di spettatori regge alla crisi economica e ad
un'annata non particolarmente brillante in fatto di proposte. Regge piuttosto bene anche il cinema italiano che
conserva una quota del 27,76% (contro i 31,16% 'Zalonati' del 2013). Scende in proporzione anche il cinema
Usa che passa dal 53,37% del 2013 al 49,65% del 2014. In aumento invece la quota di cinema europeo
(17,24% nel 2014 contro il 10,78% del 2013) segno di una vitalità, confermata peraltro dalla tenuta
complessiva delle strutture minori, del cinema art-house. Una tenuta 'eroica' come l'ha definita Carlo
Bernaschi, Presidente Anem, di fronte ad incassi medi per schermo che sono calati sensibilmente.
"Ciònonostante il comparto delle monosale e delle sale tra 2 e 4 schermi ha realizzato il 25% del mercato,
contro un 75% incassato dai grandi milÌtisala" ha evidenziato Luigi Lonigro, Vice Presidente dell'Unione
Distributori. Primo incasso del 2014 Maleficent della Disney con 14 milioni di euro. Insomma un 2014 con più
ombre che luci, di fronte però ad un 2015 che a detta di tutti sarà a dir poco solare. E se il buongiorno si vede
dal mattino i dati sugli spettatori dal primo al 13 gennaio registrano un aumento del 10,35% rispetto ai primi
tredici giorni del 2014. Inoltre sia Luigi Lonigro cheFrancesca Cima, Presidente della sezione Produttori dell'
Anica, hanno evocato un'agenda distributiva per il 2015 almeno sulla carta estremamente forte, in particolare
quella estiva, con molti blockbuster americani già annunciati e con alcuni importanti autori italiani (Moretti,
Sorrentino, Garrone) in predicato per il Festival di Cannes e in molto probabile uscita in contemporanea. "Se
questo si verificasse potrebbe essere un nuovo inizio per il mercato e per un cambiamento delle abitudini del
pubblico".
Francesca Cima ha rilevato anche una richiesta di effettiva novità da parte del pubblico, confermata dai
minori incassi dei prodotti tradizionali e dai successi al di sopra delle aspettative di film molto originali come Il
giovane favoloso e Smetto quando voglio.
Anche Luigi Cuciniello, neo Presidente Anec ha sottolineato il calo complessivo delle commedie natalizie:
"superato il fenomeno del cinepanettone non si è riuscito e a trovare un'alternativa adeguata", accanto però
ad una netta inversione di tendenza nei primi sei giorni di gennaio (+12,39%), record di presenze degli ultimi
20 anni, che fa ben sperare per il nuovo anno.
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Il Cinema dà i numeri
19/01/2015
12:54
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Allo studio Rai Young, nuovo canale a target giovane
Anna Maria Tarantola
È stato annunciato al convegno "L'offerta del servizio pubblico", insieme alla trasformazione del Teatro Delle
Vittorie in «una multisala dove svolgere attività culturali»
«Mi auguro che si pervenga a definire un impianto normativo organico, chiaro e funzionale alla vita di un
servizio pubblico solido, efficiente e capace di sviluppare un'offerta all'altezza delle aspettative dei cittadini».
Lo ha dichiarato il presidente della Rai Anna Maria Tarantola in apertura del convegno "L'offerta del servizio
pubblico", che si è tenuto venerdì scorso a Roma. «La Rai come tutte le aziende ha ricavi e costi. Sul fronte
dei costi, da due anni e mezzo stiamo fortemente lavorando e abbiamo risparmiato non poco, circa 80mln
all'anno, il 5% del totale del nostro bilancio», ha proseguito Tarantola. «Se i ricavi si riducono drasticamente,
molto più di quanto noi possiamo ridurre i costi, il problema si può determinare. Per il momento siamo
abbastanza confidenti, perché le azioni che abbiamo attivato sono nel senso di portare l'azienda in
equilibrio». Il dg Luigi Gubitosi, che ha chiuso i lavori, ha annunciato la prossima nascita di un canale a target
giovane, Rai Young, «collegato al web, dove far sperimentare talenti e formati», e la trasformazione del
Teatro Delle Vittorie a Roma in «una multisala dove svolgere attività culturali», oltre al possibile rilancio di
Cinecittà. Gubitosi ha, inoltre, accennato alla necessità di collaborare con Sky e Mediaset «per rafforzare la
capacità di realizzare film e fiction: sono competitor, non nemici». A tal proposito, Marco Follini, presidente
dell'Apt, ha precisato che «il primato della Rai è largamente debitore alle storie della fiction in prima serata,
che quasi sempre registrano un segno più, ma c'è un fortissimo bisogno di sperimentazione». «Un buon
prodotto ha bisogno di due motori, rappresentati da emittenti e i produttori. Tra questi due potentati c'è
un'inesorabile esigenza di collaborazione, che sarà tanto più utile agli uni e a gli altri quanto più il tasso di
burocrazia diminuirà e i tempi di attuazione delle decisioni si accorceranno». Follini ha anche citato una
ricerca della Ernst&Young, secondo la quale in Europa l'industria creativa e culturale «è terza, per livelli
occupazionali, dopo l'edilizia e l'alimentare, e vale il 4,2% del Pil continentale». Infine, secondo Riccardo
Tozzi, presidente dell'Anica, il ruolo della tv pubblica generalista è ancora fondamentale per il suo compito di
aggregazione, ma la Rai «dovrebbe tornare a puntare sulla modernità come ha fatto in passato»,
differenziando la natura editoriale delle reti, dedicandone «una alla nuova serialità e altre anche
all'avanguardia e alla sperimentazione, da realizzare insieme al pubblico generalista». Intanto, a proposito
della polemica sollevata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi sul fatto che la Rai avrebbe dato soldi al
sito di Beppe Grillo, è arrivata la risposta del presidente della Vigilanza Roberto Fico (M5S): «La Rai non ha
acquistato direttamente spazi sul sito di Grillo;è stato utilizzato il servizio di advertising di Google, che
inserisce autonomamente spazi pubblicitari all'interno delle pagine di ricerca o all'interno di siti web che
ospitano la pubblicità».
ANICA WEB - ANICA WEB - Rassegna Stampa 20/01/2015 - 20/01/2015
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Allo studio Rai Young, nuovo canale a target giovane
19/01/2015
11:13
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Cultura Cittadini Europa Serviziopubblico
Argomenti:
Società
Giornata piena, il 16 gennaio a viale Mazzini, per parlare a porte aperte della prospettiva dell'offerta. Una RAI
che va verso la chiusura del suo ciclo di gestione, con i vertici scelti a suo tempo dalle istituzioni in
rappresentanza soprattutto delle garanzie per i conti aziendali, prova questa volta a fare rassemblement
attorno ai contenuti. Con un buon potere di chiamata del mondo intellettuale e professionale (forse un po'
troppo limitato alla romanità), anche se con tiepido coinvolgimento del suo management interno, il secondo
laboratorio convegnistico voluto da Anna Maria Tarantola come atto di orgoglio progettuale dell'azienda,
nell'insieme può essere considerato un successo.
La collocazione del tema (i contenuti dell'offerta di servizio pubblico) è nella ridefinizione del profilo identitario
e di missione della azienda che, secondo la presidente, è un "patto con i cittadini" (come ha segnalato Peppe
Laterza, questa volta il target non è limitato agli "utenti"); ed è "servizio agli interessi del Paese". Cosa che
nell'estetica del convegno ha avuto come declinazione il tema del rafforzamento del brand Italia e quindi del
sistema Paese.
Gli ospiti delle tv europee presenti (francesi, inglesi, irlandesi) hanno dato prova di chiarezza circa la mission
e soprattutto di passione professionale. Esempi forti. Tv pubbliche vive, insomma, con il loro baricentro
identitario e di rappresentazione degli interessi nazionali. Mai come in questo momento gli operatori
professionali "esterni ma connessi" (come li ha definiti il presidente dell'ANICA Riccardo Tozzi) chiedono
esattamente la stessa cosa, consci del patrimonio che, pur con tutte le contaminazioni e le perdite subite, la
RAI rappresenta.
Ogni soggetto dialoga sul proprio specifico segmento. Il mondo editoriale chiede a questa RAI più sinergia
nell'informazione; quello cinematografico (per voce di Gabriele Salvatores e del presidente dei produttori tv
Marco Follini) chiede più integrazione produttiva di film e fiction; quello universitario più sinergia educativa;
Montezemolo (ora Alitalia) concentra la domanda sul sostegno al turismo, il segretario generale della CEI
mons. Nunzio Galantino chiede rigenerazione valoriale fino a correggere l'invasione sui teleschermi di "liderini
chiassosi e senza scrupoli". Eccetera. Ma il riconoscimento di ruolo è piuttosto diffuso. Tende ad arginare le
molte critiche che riguardano da tempo la marginalizzazione dei contenuti culturali a fronte della crescita dell'
intrattenimento.
Luigi Gubitosi sorprende un po' nelle conclusioni. Pur facendo molte cose, siamo stati deboli nella riflessione
sui contenuti, dice. Ci siamo attardati a "raccontarci per reti e canali", ma quel modello organizzativo è saltato
ed è da rivedere. Ora conta il prodotto (e l'Italia è una miniera) e conta la crossmedialità (e questo chiede un
salto organizzativo, formativo e finanziario). Insomma la RAI riconosce che le strategie si devono fare
appunto sul prodotto e non solo sui conti. Sapendo che "pensare prodotto" significa rimettere in calendario
una riforma di pari portata a quella del 1975.
Di mezzo, come si sa, Governo e Parlamento devono esprimere opzioni sulla nuova governance. Il terreno di
confronto potrebbe accomunarsi; ma potrebbe anche dissociarsi, anche se - in particolare dopo lo shock di
Parigi - tutta Europa ricorda che nelle ore più drammatiche il punto di convergenza (lo ha detto lo scrittore
Francesco Piccolo) è la vecchia tv generalista, dunque il caminetto di una irrinunciabile casa comune. Questa
agenda prevede tuttavia alcune condizioni, non scontate nell'attuale contesto. Che la politica allenti la morsa;
che si definiscano strategie serie per riavvicinare i giovani all'utenza; che si guardi ai territori con piani di
radicamento produttivo che rigenerino la necessaria rappresentazione del Paese; e che, nelle priorità di un
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I contenuti del servizio pubblico tv costituivi del brand nazionale.
19/01/2015
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periodo in cui l'uscita dalla crisi non è ancora dichiarata, si conceda alla RAI di avere una razionale politica di
investimenti per cavalcare fino in fondo la rivoluzione tecnologica.