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Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) – Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA – Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata – Taxe Perçue ordinario – Contiene IP Bimestrale Luglio-Agosto 2010 ISSN:0035-6794 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXII - N. 4 * 2010 Numero 4 2010 In questo numero: Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche: il grado ASTM P92 e la sua saldabilità Procedure di calcolo numerico per l’analisi strutturale di componenti in creep basate sulla definizione della “reference stress” L’indagine radiografica applicata ai beni culturali Didattica La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe TECNOELETTRA: “utensili” per saldatura BXbcT\XgjZalYda_TacdQXkcPV[X^b\dbb^ X]cTbcPcdaPbP[SPcdaP dD]Pd]XRPb^[diX^]TR^\_[TcP GjZalYdmeLggdk?eZ@ ET]cTTcR^]bTX[) CT[#(&&" &(! 5Pg#(&&" &(!$!# c^^[b/^aQXcP[d\R^\ fff^aQXcP[d\R^\ ?a^SdiX^]T) 3XeXbX^]>aQXcP[d\ 9^bTUBRWdTcc[TaBcaPbbT & &'!!#BX]VT] 6Ta\P]XP EbR^]cPcc^X]8cP[XP)6X^eP]]X6WXSX]XVX^eP]]XVWXSX]X/^aQXcP[d\R^\ B^[diX^]TR^\_[TcP_TacPV[X^TbP[SPcdaPSXcdQXX]^gSX_XRR^[^b_Tbb^aT) cPV[X^Tb\dbb^ bP[SPcdaP >A18<0C %$20 =D>E>)65G" X]cTbcPcdaP A?6!$R^aS[Tbb [Pe^aPiX^]TSXT[Tcca^SX 4B6?[db bP[SPcdaP >A18F4;3&%B ?Ta[P[Pe^aPiX^]T[{PU [P cdaPTX[cPV[X^SXT[Tcca^SX SXbP[SPcdaPX\_XTVPcXX] bP[SPcaXRXF86^C86 CPV[X^Tb\dbb^X]_^RWX bTR^]SXSXcdQXR^]cPV[X^ ^aQXcP[T8STP[T_TaP__[XRP iX^]XSX_aTbb ccX]V <PRRWX]TX]cTbcPcaXRX_Ta[zX] cTbcPcdaPT[Pb\dbbPcdaPSX cdQXX]PRRXPX^X]^gSX_XRR^[^ b_Tbb^aTT\XRa^ ccX]V 6T]TaPc^aTR^\_Pcc^P R^\P]S^R^\_dcTaXiiPc^ _TabP[SPcdaP^aQXcP[T BP[SPcaXRX^aQXcP[XPRP\TaPRWXdbP PSX]V^\Qa^aXS^cc^T\PbbX\^ aT]SX\T]c^ ;Pb^[diX^]T_TaUTccP_Tab_Tbb^aXT[TePcX ;Pb^[diX^]TXSTP[T_Ta [T_XPbcaTcdQXTaT) bP[SPcdaP ? % b\dbb^ =D>E>)1A1#0DC> <PRRWX]P[TVVTaPTR^\_PccP _Tab\dbbPaTXcdQX_TaRP[SPXP CdQTc^cdQTbWTTc^aQXcP[ fT[SWTPSU^afT[SX]V^UQ^X[Ta cdQTb ccTSc^cdQTbWTTcbX] WTPcTgRWP]VTab b\dbb^ A41 # =D>E>) >A18<0C"200E2>B2 bP[SPcdaP ;Pb^[diX^]T_Xà_^cT]cT_Ta [Pb\dbbPcdaPT[{X]cTbcPcdaP SXcdQX2^]bT]cTSXaTP[XiiPaT b\dbbX_TabP[SPcdaPSXP[cP_aT RXbX^]TbdTbcaT\XcÇSXcdQX_Ta \Tii^ST[bXbcT\P_[PRRWTccP _^acP_[PRRWTccT@C2 6T]TaPc^aTR^\_Pcc^PR^\P]S^ R^\_dcTaXiiPc^_TabP[SPcdaP^aQX cP[TR^]ca^[[^ST[[PcT]bX^]TSzPaR^ 0E2TST[_T]S^[P\T]c^>B2 bP[SPcdaP =D>E>) C?#0E2 BP[SPcaXRX^aQXcP[XPcTbcP P_TacPSX]d^ePVT]TaPiX^]T ;Pe^aPiX^]XR^] [^UaTSS^T R^\_[TcTSXR^]ca^[[^cT]bX^]T SzPaR^0E2T_T]S^[P\T]c^ >B2 Dal 1971 Laboratorio di prova privato ed indipendente per l’industria e l’edilizia Vita residua Controlli non distruttivi Prove tecnologiche Cause di rottura Analisi chimiche Materiali da costruzione (L. 1086) Cause di corrosione Qualifica saldatori e procedimenti di saldatura Verifiche di prodotto Autorizzazioni della Sede Centrale CENTRO di TARATURA SIT n. 090 per macchine prova materiali, pendoli di resilienza, estensimetri e durometri. Altre tarature con riferibilità ai campioni riconosciuti nazionali od internazionali. Sede Centrale e Laboratori n° 90 20052 MONZA (MB) – Via Monviso, 56 Tel. 039.748983 – Fax 039.736433 e-mail. [email protected] Sede Distaccata e Laboratori CENTRO D’ESAMI N. 002/E Autorizzazioni Ministeriali Per conoscere i nostri servizi visita il nostro sito 24061 ALBANO S. ALESSANDRO (BG) Via Madonna delle Rose, 56 Tel. 035-581016 - Fax.035-580153 http:// www.omecosrl.it www.grafocom.it Ecco il nostro DNA. {Personalizzazione} {Qualità} {Prestazioni} {Sicurezza} {Innovazione} {Tecnologia} {Made in Italy} {Affidabilità} TTECNOELETTRA ECNOELETTRA S S.p.A. . p. A . via Nazionale, ziona 50a-70 - 23885 Calco [LC] Italy - tel. +39 039 9910429 - fax +39 039 9910431 - [email protected] - www www.tecnosa.it .tecnosa.it ( 6" 3 % " 0 -5 3 & ."53*9"$%$ 3ERIEDIIMPIANTIINVERTERINCORRENTECONTINUA$# ECORRENTEALTERNATA!#PERLASALDATURA4)'DIALTAQUALITÌ DITUTTIIMETALLI s#ONTROLLODIGITALEDITUTTIIPARAMETRIDISALDATURA s-EMORIZZAZIONEDIPROGRAMMIPERSONALIZZATIDISALDATURA s0OSSIBILITÌDIUTILIZZAREDIVERSEFORMEDONDAIN4)'!# ONDAQUADRAnONDAMISTAnONDASINUSOIDALE s)NNESCODELLARCOCONENERGIAREGOLABILE s2EGOLAZIONEDEIPARAMETRIDISALDATURA DIRETTAMENTEDALLATORCIA s0ULSAZIONEINTEGRATA s3PEGNIMENTOAUTOMATICODELLAVENTILAZIONE EDELRAFFREDDAMENTODELLATORCIA s#OMPENSAZIONEAUTOMATICA DELLATENSIONEDIRETE s#ONSUMODIENERGIARIDOTTO *8$5'$2/75( 4ECNOLOGICAMENTEINNOVATIVE #URATENELDESIGN 3ALDANOPERFETTAMENTE 3EMPLICIDAUSARE -!42)8!#$#6 -!42)8!#$#6 -!42)8!#$#6 8&- %*/( 50(&5)&3 #%!#/3425:)/.)%,%442/-%##!.)#(%!..%44/.)SPA,%##/)4!,)!4ELCEA CEAWELDCOMWWWCEAWELDCOM MECSPE EUROSTAMPI PLASTIXEXPO TRATTAMENTI & FINITURE SUBFORNITURA MOTEK ITALY CONTROL ITALY AUTOMOTIVE LOGISTICA * 9 , ( , 4 6 A 0 6 5 0 ,/3217('(//$3$&(7,%/,6,*(25*,$ /D&LPRODL6S$VLqVHPSUHGLVWLQWDSHUOҋXWLOL]]RGHOOHWHFQRORJLH SLLQQRYDWLYHQHOOҋDPELWRGHOOHFRVWUX]LRQLPHWDOOLFKH8QDVWRULD IDWWDGLLPSRQHQWLRSHUHGҋDUWHHGҋDFFLDLRLQQDO]DWHHVRVWHQXWH GDOODFRPSHWHQ]DHGDOODSURIHVVLRQDOLWjGLXQWHDPGLODYRURFKH DQFRUDRJJLDPDUDFFRJOLHUHTXDOVLDVLWLSRGLVÀGDLQJHJQHULVWLFD ,OGHVLJQGHOODVWUXWWXUDqVWDWRVWXGLDWRGDOOҋDUFKLWHWWR0LFKHOH'H /XFFKLLQFROODERUD]LRQHFRQORVWXGLR)DYHUR0LODQ,QJHJQHULD /ҋRSHUD q VWDWD UHDOL]]DWD GDOOD -RLQW 9HQWXUH WUD 3HUPDVWHHOLVD ,QWHULRUV6UOH&LPRODL6SD ® [email protected] remasal [email protected] h http://www.remasald.it ttp:///www.remasalld.it DIVISION: TIG & MIG Orbital Welding Specialist Automatic Welding & Cutting Systems - S.A.W. - E.S.W. - Tandem PRODOTTI E IMPIANTI PER SALDATURA E TAGLIO IMPIANTI CENTRALIZZATI ABBATTIMENTO FUMI CONSULENZA SU PROCEDIMENTI E SISTEMI DI SALDATURA AUTOMATIZZATI RICAMBI - ASSISTENZA - RIPARAZIONI ® Via Strada dei Campi, 11 - 20058 Villasanta (MB) - Italy tel.: 039 - 2051160 r.a. - fax.: 039 - 2051162 C.F. 07451500156 - P.IVA 00859570962 Editoriale Pensieri R itengo vi sia comune condivisione nell’affermare che la differenza principale fra l’uomo e la scimmia non risieda nella quantità di pelo (che esistono uomini pelosi - talvolta anche donne - e scimmie spelacchiate), bensì nella capacità di giudizio: ovvero la capacità di produrre un pensiero individuale e, pertanto, di elaborare un’opinione. L’antitesi del pensiero individuale è il pensiero unico che, quando non giustificato, riduce la distanza fra la specie umana e quella delle scimmie. Il pensiero unico è elaborato dal “Principe” (che non è necessariamente un Autocrate, ma più genericamente una qualunque Autorità) e trasferito ai poco pensanti (per necessità, convenienza, pigrizia, ecc.) che lo devono soltanto condividere ed applicare. Il pensiero individuale è, per sua natura, dinamico ed adattativo. Interpreta, estrapola, si ripropone diverso in funzione dei cambiamenti del contesto al quale il pensiero medesimo afferisce. 418 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Il pensiero unico, al contrario, è statico, rigido, sempre uguale a se stesso a dispetto delle condizioni particolari del contesto di riferimento (a meno di diverso giudizio del Principe di cui sopra). Il pensiero individuale richiede impegno e coinvolgimento (e, quindi, lavoro), il pensiero unico soltanto diligenza (e, quindi, consente tranquillità). Il pensiero unico, infine, è di per sé aggregante, ma anche il pensiero individuale è capace di compromessi e quindi di sintesi. Pertanto di aggregazione. Nel mondo piccolo dell’organizzazione e della gestione aziendali, che non è un mondo democratico, il pensiero unico trova tuttavia le sue ragioni di essere, confrontandosi con il pensiero individuale nella messa a punto dei processi e nella loro procedurizzazione (sic!). I sostenitori del pensiero individuale ritengono che un Sistema di Gestione, di qualsivoglia tipologia, debba nascere “dal basso” attraverso un percorso induttivo che prevede la definizione dei processi partendo dai fatti; avendo ben presenti, insieme a contributi diversi, le indicazioni di chi si dedica all’applicazione. I sostenitori del pensiero unico, invece, ritengono che un Sistema di Gestione debba promanare “dall’alto” attraverso un percorso deduttivo che contempla l’elaborazione di procedure pressoché definitive, prodotte da una “competenza oggettiva”. Nel primo caso, dunque, si procede dai fatti ai processi e, quindi, alle procedure. Nel secondo, dalle procedure ai processi e, quindi, ai fatti. Entrambi i percorsi hanno, in teoria, le loro ragioni ed i loro limiti: quello induttivo si avvantaggia della conoscenza delle problematiche applicative, ma è gravato dalla sindrome dell’ “abbiamo sempre fatto così” che, se assecondata, impedisce ogni possibilità di sviluppo; quello deduttivo beneficia della “competenza oggettiva”, ma sottovaluta le specificità operative note a chi le affronta quotidianamente. Come quasi sempre, anche in questo caso la verità sta, con ogni probabilità, nel mezzo (“in medio stat virtus” sostenevano vigorosamente i più grandi organizzatori che la Storia abbia mai registrato). L’analisi e la definizione dei processi, prima, e la loro procedurizzazione (sic!) poi, sotto la guida della “competenza oggettiva”, considerata adeguatamente la voce dell’applicazione. Ovvietà. Forse, ma non banalità! Altrimenti non si capirebbe la consistente quantità in essere di procedure inapplicabili e, per converso, di processi fuori controllo. E, pertanto, di Sistemi di Gestione inefficaci, talvolta dannosi, comunque sempre inutilmente costosi. Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LXII Luglio-Agosto 2010 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Geom. Sergio Giorgi REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2010: Italia: .......................................... € 90,00 Estero: ........................................ € 155,00 Un numero separato: ................ € 20,00 Sommario Articoli 421 L’indagine radiografica applicata ai beni culturali – F. DE CUPIS, S. RUSCA 427 Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche: il grado ASTM P92 e la sua saldabilità – S. CAMINADA, G. CUMINO, A. LAURO 439 Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni – V. GRASSI 455 Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica – L. MOLITERNI 463 Procedure di calcolo numerico per l’analisi strutturale di componenti in creep basate sulla definizione della “reference stress” – S. PAGANO, G.L. COSSO 471 Tie-in welding of X100 pipeline steels – T. LIRATZIS, D. YAPP 479 International Institute of Welding (IIW) Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets S. KODAMA et al. La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. 489 Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it 4 IIS Didattica La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe Rubriche 501 Scienza e Tecnica …un caso difficile – G. CANALE Rivista associata 505 Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Genova” - Fine Stampa Agosto 2010 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 IIS News Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 31 Maggio 2010 A Verona e a Modena un importante seminario di supporto alle imprese “Guida all’applicazione della norma UNI EN ISO 3834 e all’ottenimento della certificazione dell’Istituto Italiano della Saldatura” 509 Normativa Tecnica Problematiche legate ai riferimenti normativi nelle norme europee – S. GIORGI Progetto grafico: COMEX sas - Milano Fotocomposizione e stampa: ALGRAPHY S.r.l. - Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. 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La particolare concezione del corpo torcia e della componentistica hanno permesso di ottenere un rendimento insuperabile, consentendo, a parità di corrente assorbita, eccezionali dinamiche di saldatura, una penetrazione elevata e costante ed assenza di imperfezioni, soffiature, criccature, ecc... In molti casi, le prestazioni fornite dalle torce della serie RED consentono di migliorare nettamente l'efficienza dello stesso impianto di saldatura, risolvendo molti problemi di funzionalità. Su queste caratteristiche di qualità, funzionalità e prestazioni, TECNOELETTRA basa tutta la gamma di prodotti che propone sul mercato. ! "# $ L’indagine radiografica applicata ai beni culturali F. De Cupis * S. Rusca ** Sommario / Summary Tra gli strumenti diagnostici applicati al settore dei beni culturali, la radiografia rappresenta senza dubbio uno dei metodi maggiormente utilizzati. Questo tipo di tecnica non distruttiva, che trova principale impiego nell’indagine sui dipinti su tela e tavola - è in grado di fornire, attraverso la rivelazione della “struttura profonda” sottostante a quella visibile, informazioni significative per la conoscenza di un’opera d’arte, in relazione alla tecnica esecutiva, alle vicende conservative con la messa in evidenza di eventuali rifacimenti e antichi restauri - e allo stesso processo creativo sotteso al fare artistico, con il disvelamento di immagini nascoste, abbozzi preparatori, modifiche o pentimenti. L’utilizzo di questa tecnica può risultare di particolare utilità quando si affronta il restauro di un’opera, essendo in grado di offrire elementi utili ad indirizzare il lavoro di restauratori e storici dell’arte, sia nella fase di progettazione dell’intervento che a restauro in corso. Questo articolo descrive un’attività di collaborazione tra l’Istituto Italiano della Saldatura e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria per l’indagine su alcune opere d’arte. * Among the diagnostic tools utilized in the field of cultural heritages, radiography is one of the most widely used. This not destructive technique, widely used in the investigation of paintings - on canvas and on wood - is able to provide, by detecting the deep structure below the visible, meaningful information for understanding a work of art, with reference to the painting technique, to restoration - highlighting changes and previous restorations - and to the creative process, by disclosing hidden images, sketches and changes. The use of this technique may prove very helpful in the restoration of a work of art, because it is able to provide useful guidance in the work of restorers and art historians, both in designing intervention and in the stages of restoration. This article describes a collaboration between “Istituto Italiano della Saldatura” and “Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria” for the investigation of some works of art. Keywords: Appearance; art; nondestructive testing; radiography. Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria - Genova. ** Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 421 F. De Cupis e S. Rusca - L’indagine radiografica applicata ai beni culturali Introduzione Già nel 2004 l’Istituto Italiano della Saldatura aveva avuto occasione di estendere i suoi tradizionali ambiti di azione, mettendo a disposizione la propria competenza nella tecnica radiografica nell’ambito del progetto di ricerca sul Mand y l i o n, p r e z i o s a i c o n a m e d i e v a l e custodita nella chiesa genovese di San Bartolomeo degli Armeni; gli esiti della campagna diagnostica sono poi confluiti nella mostra “Mandylion. Intorno al Sacro Volto da Bisanzio a Genova”. Nel 2009, sulla scorta di quella positiva esperienza, l’Istituto ha accolto con interesse la richiesta di collaborazione da parte della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, effettuando una campagna radiografica su un nucleo di opere - due dipinti e una scultura lignea - sottoposte a restauro. Il controllo radiografico Ormai da decenni tecnica di ispezione non distruttiva consolidata ed affidabile nel mondo industriale, offre elevata qualità anche nel campo della diagnostica dei beni culturali, nonostante le grandi differenze che intercorrono tra questi due mondi quali spessori e materiali in gioco: infatti, nel mondo industriale si controllano componenti metallici (e quindi ad alto potere di assorbimento delle radiazioni) con spessori di decine di millimetri mentre nel mondo dei beni culturali si indagano sottili tele di materiale non metallico (e quindi a basso assorbimento radiografico). Proprio alla luce di tali rilevanti differenze, è possibile giustificare la scelta della tecnica e del set di parametri che IIS ha adottato nell’ambito di questa indagine. È noto infatti che il controllo con Raggi X sfrutta una macchina ad alimentazione elettrica, di cui è necessario regolare: 422 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 1. la tensione (kilovolt), parametro correlato all’energia della radiazione emessa, 2. la corrente anodica (milliampere), parametro correlato alla quantità di radiazioni emesse, 3. il tempo di esposizione (secondi), parametro inversamente proporzionale alla quantità di radiazioni emesse. Nell’ambito di indagini che hanno come oggetto opere d’arte, ovvero, come già ricordato, materiali poco radio-assorbenti e dettagli sottili, la logica del controllo è quella di prestare particolare attenzione a non “sovraesporre” la pellicola (analogamente a quanto può accadere quando si solarizza una pellicola fotografica se esposta alla luce) e pertanto si utilizzano basse energie (poche decine di kilovolt a differenza delle molte centinaia usate nell’industria) e ridotti tempi di esposizione (decine di secondi a differenza dei molti minuti in genere adottati nella radiografia industriale). Infine, è stato considerato un ultimo parametro, anche esso fondamentale per la riuscita dell’ispezione radiografica, la pellicola. Le pellicole radiografiche possono essere classificate in base alla loro “grana” ovvero alla dimensione dei grani di sali che costituiscono la cosiddetta “emulsione sensibile”. Esattamente come accade nel caso di schermi di TV, di schermi di PC o di macchine fotografiche digitali, anche nel caso di film radiografici si può ricorrere al concetto di “pixel”: più piccoli e numerosi sono i “pixel”, più alta è la risoluzione e quindi la qualità dell’immagine. Nel caso in esame, così come in qualunque altro caso si ricerchino informazioni dettagliate e piccoli particolari, si è optato per pellicole ad alta sensibilità ovvero a “grana fine”, scelta che ha permesso di ottenere una ottima definizione di immagine. I risultati delle indagini radiografiche, sinteticamente illustrati nelle schede che seguono, hanno fornito un sostanziale contributo alla conoscenza delle opere e - nel caso della tela raffigurante San Giovanni Evangelista scrive il Vangelo - si sono dimostrate decisive nelle scelta di riportare alla luce la versione originaria del dipinto. L’auspicio è dunque quello che il rapporto di collaborazione avviato tra i due Istituti possa proseguire nel futuro. Indagine sulle opere d’arte “Dipinto raffigurante San Giovanni Evangelista scrive il Vangelo” L’individuazione di pesanti ed estese ridipinture sovrapposte alla pellicola pittorica originaria, riconoscibili ad occhio nudo, ha motivato la scelta di effettuare alcune radiografie, che sono state condotte selettivamente in precise zone della tela e che hanno effettivamente rivelato la presenza sotto la superficie visibile di una diversa raffigurazione (Fig. 1). In particolare, la lastra effettuata in corrispondenza del San Giovanni ha evidenziato molto chiaramente come la figura dell’Evangelista sia stata ottenuta rielaborando una precedente figura femminile reggente in mano un fiore, successivamente trasformato nella penna del santo (Fig. 2); al di sotto delle testine angeliche in basso a sinistra è emersa invece la figura carnosa di un putto raffigurato di schiena (Fig. 3). Con il conforto delle risultanze radiografiche, si è proceduto pertanto alla rimozione progressiva delle ridipinture, operazione che ha messo in luce una materia originaria ben conservata, ben recuperabile e di notevole qualità. La pulitura è tuttora in corso, ma è chiaro ormai il carattere profano del dipinto originario - un’Allegoria del Tempo e della Giovinezza - in seguito abilmente contraffatto e trasformato in quadro a soggetto religioso. “Dipinto raffigurante Lapidazione di Santo Stefano e santi” Nel caso della tela raffigurante il Martirio di Santo Stefano e santi proveniente dall’oratorio di Santo Stefano in frazione Paravenna di Garlenda (SV), le radiografie sono state disposte in corso d’opera, una volta rimossa la maldestra ridipintura realizzata con colori acrilici nel 1990, certificata dalla scritta in basso a sinistra (Fig. 4). L’eliminazione di questo recente intervento ha riportato alla luce la raffigurazione - dal forte sapore naif - realizzata nel 1827 da un artista locale, Stefano Barbera, che si firma in basso a destra (Fig. 5). L’ipotesi che il dipinto ottocentesco andasse a sovrapporsi a strati pittorici più antichi ha trovato conferma dall’esame radiografico. Le radiografie realizzate in corrispondenza del braccio sinistro del Santo Stefano hanno mostrato la presenza di un’altra figura, di proporzioni F. De Cupis e S. Rusca - L’indagine radiografica applicata ai beni culturali Dipinto raffigurante San Giovanni Evangelista scrive il Vangelo, olio su tela, seconda metà sec. XVII, cm 156 x 138 Genova, Fondazione Dame di Misericordia Restauro: Laboratorio di Restauro della Regione Liguria (Restauratrici: Elena Bolognesi, Laura Tocelli, Ornella Viano, Cristina Zaninetta. Fotografa: Giovanna Merello) Direzione restauro: Paola Traversone - Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria Radiografie: Istituto Italiano della Saldatura • Apparecchiatura radiogena: Gilardoni CPX - d 160 Be, a potenziale costante, a bassa filtrazione interna (a finestra di berillio), con macchia focale reale di 1.02 mm. • Pellicola radiografica: Agfa D3 - SC a grana fine, a singola emulsione, f o r m a t o 3 5 x 4 3 cm, c la s s ific a z io n e s ec o n do la norma e urope a UNI EN 584-1 gruppo C3, senza schermi di rinforzo. • Procedimento di sviluppo e fissaggio delle lastre radiografiche: automatico con ciclo totale di 8 minuti alla temperatura di 28°C. • Parametri di esposizione delle lastre radiografiche: Tensione acceleratrice (keV): 30 Corrente catodica (mA): 10 Tempo di esposizione (s): 45 a) Figura 1 - Il dipinto prima del restauro. b) c) Figura 2 - a) Particolare della figura di San Giovanni Evangelista / b) Immagine radiografica / c) Lo stesso particolare dopo la rimozione delle ridipinture. b) a) Figura 3 - a) Particolare delle testine angeliche durante la pulitura / b) Immagine radiografica / c) Lo stesso particolare dopo la rimozione delle ridipinture. c) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 423 F. De Cupis e S. Rusca - L’indagine radiografica applicata ai beni culturali Dipinto raffigurante Lapidazione di Santo Stefano e santi, secoli XVII-XIX, cm 190 x148, oratorio di Santo Stefano, Garlenda, frazione di Paravenna (SV) Restauro: Laboratorio “La Sinopia” di Renato Boj, Finale Ligure (SV) Direzione restauro: Franco Boggero - Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria Radiografie: Istituto Italiano della Saldatura • Apparecchiatura radiogena: Gilardoni CPX - d 160 Be, a potenziale costante, a bassa filtrazione interna (a finestra di berillio), con macchia focale reale di 1.02 mm. • Pellicola radiografica: Agfa D3 - SC a grana fine, a singola emulsione, formato 35 x 43 cm, classificazione secondo la norma europea UNI EN 584-1 gruppo C3, senza schermi di rinforzo. • Procedimento di sviluppo e fissaggio delle lastre radiografiche: automatico con ciclo totale di 8 minuti alla temperatura di 28 °C. • Parametri di esposizione delle lastre radiografiche: Tensione acceleratrice (keV): 30 Corrente catodica (mA): 10 Tempo di esposizione (s): 45 Figura 6 a) Figura 4 - Il dipinto prima del restauro. Figura 6 b) Figura 6 c) Figura 5 Figura 5 - Il dipinto nella versione datata 1827. Figura 6 - a) Particolare della figura del carnefice a destra del Santo / b) Immagine radiografica / c) Figura del carnefice emersa dopo la pulitura. Figura 7 - Il dipinto durante il secondo intervento di pulitura. Figura 7 minori, mentre dalla lastra effettuata sulla figura del carnefice a destra del santo è emersa un’altra figura di aguzzino, raffigurato di spalle (Fig. 6). Si è proceduto quindi alla rimozione dello strato pittorico del 1827 per riportare alla luce la raffigurazione del Martirio di Santo Stefano nella versione origi- 424 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 naria, databile alla fine del Seicento (Fig. 7). Crocifisso La scultura, uno degli esemplari più antichi nell’ambito del corpus di crocifissi processionali quattrocenteschi liguri, si caratterizza per la dolente carica espressiva della figura del Cristo e per la presenza della tipica croce a germogli, che la connota come lignum vitae ed allude al valore salvifico del sacrificio di Cristo (Fig. 8). L’eccezionalità dell’opera ha motivato la predisposizione di una campagna diagnostica a largo raggio che ha compreso, F. De Cupis e S. Rusca - L’indagine radiografica applicata ai beni culturali Crocifisso Legno policromo, inizi secolo XV, cm 109 x 92 (croce 180 x 93), Ventimiglia (IM), cattedrale di San Secondo Restauro: Laboratorio di Restauro della Regione Liguria (Restauratrici: Elena Bolognesi, Laura Tocelli, Ornella Viano, Cristina Zaninetta. Fotografa: Giovanna Merello) Direzione restauro: Franco Boggero, Francesca De Cupis Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria Radiografie: Istituto Italiano della Saldatura • Apparecchiatura radiogena: Gilardoni CPX - d 160 Be, a potenziale costante, a bassa filtrazione interna (a finestra di berillio), con macchia focale reale di 1.02 mm. • Pellicola radiografica: Agfa D3 - SC a grana fine, a singola emulsione, formato 35 Figura 8 x 43 cm, classificazione secondo la norma europea UNI EN 584-1 gruppo C3, senza schermi di rinforzo. • Procedimento di sviluppo e fissaggio delle lastre radiografiche: automatico con ciclo totale di 8 minuti alla temperatura di 28°C. • Parametri di esposizione delle lastre radiografiche: Indagine sul Cristo Indagine sulla Croce Tensione acceleratrice (keV): 100 Tensione acceleratrice (keV): 60 Corrente catodica (mA): 5 Corrente catodica (mA): 5 Tempo di esposizione (s): 30 Tempo di esposizione (s): 30 Figura 9 Figura 10 Figura 9 - Radiografia in corrispondenza dell’attacco tra torso e braccia. Figura 10 - Radiografia della testa del Cristo. insieme all’indagine radiografica, una serie di esami chimico-fisici effettuati su alcuni prelievi, finalizzati al riconoscimento della successione degli strati pittorici e all’individuazione dei pigmenti utilizzati. La radiografia ha fornito risposte interessanti in merito alla particolare tecnica costruttiva della scultura. Le immagini radiografiche, effettuate sulla zona superiore del corpo del Cristo, hanno consentito di comprendere il sistema utilizzato per ancorare le due braccia al busto, rilevando la presenza di due lunghi chiodi in ferro inseriti verticalmente ed innestati entro perni in legno fissati alle estremità superiori delle braccia (Fig. 9). La Figura 10 mostra infine la radiografia fatta alla testa del Cristo con la rivelazione di una serie di perni e chiodi. Ringraziamenti Si ringraziano, per l’assistenza e la collaborazione alle indagini, l’Ing. Michele Lanza e la Dott.ssa Isabella Gallo dell’Istituto Italiano della Saldatura. Francesca DE CUPIS, storico dell’arte, lavora dal 2002 presso la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria. Ha diretto diversi restauri su opere liguri; dal 2006 si occupa della tutela del patrimonio storico-artistico dell’estremo Ponente ligure in qualità di tecnico di zona. Simone RUSCA, laureato in Ingegneria Meccanica nel Febbraio 2002 c/o l’Università degli Studi di Genova, International Welding Inspector - Comprehensive dal 2005, Livello 3 EN 473 / ISO 9712 nei metodi VT, MT, PT, RT, LT, ricopre il ruolo di Responsabile del Centro Esame IIS del Personale addetto alle Prove non Distruttive dal 2006 e di Responsabile dell’Area Formazione Controlli non Distruttivi dal 2009. In forza alla Divisione Formazione dell’Istituto Italiano della Saldatura dal Settembre 2002, svolge attività di docenza nell’ambito delle Prove non Distruttive e dell’Ispezione dei Giunti Saldati e attività di sviluppo e set-up di tecnologie innovative nel campo delle Prove non Distruttive, quali la Radiografia Computerizzata. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 425 Corso di Specializzazione in Saldatura Utile alla Qualificazione ad International Welding Engineer - Technologist Comun Nuovo (BG) 2010 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA, secondo la programmazione descritta nella propria Attività Didattica 2010 (http://www.formazionesaldatura.it ), terrà presso il Centro Orientamento Sviluppo e Formazione (COSF) di Comun Nuovo (BG) il proprio Corso di Specializzazione in Saldatura. Tenuto dal 1952 presso alcune delle più prestigiose Sedi scolastiche ed accademiche, con oltre 13.000 tecnici qualificati, il corso rappresenta tuttora il principale strumento per la formazione di base dei tecnici operanti nella fabbricazione mediante saldatura. Durante il corso (l’unico riconosciuto dall’Istituto Internazionale della Saldatura, IIW, e dalla Federazione Europea della Saldatura, EWF), sarà fornita ad ogni partecipante la collana completa delle nuove pubblicazioni dell’IIS ed un CD Rom edito in collaborazione con l’UNI contenente una raccolta di oltre 300 norme europee relative alla saldatura ed ai controlli non distruttivi dei giunti saldati. Valenza del Corso Il Corso di Specializzazione consente una prima ma completa preparazione nei più diffusi processi di saldatura e materiali utilizzati in ambito industriale. Per tale ragione, può risultare di particolare interesse per personale di recente assunzione in Azienda, che abbia bisogno di una prima formazione specifica, così come anche per personale più esperto, come momento di aggiornamento. Tra i settori industriali più interessati a questo corso possono essere citati il chimico ed il petrolchimico, il navale, il ferroviario, la meccanica, l’offshore. Alla sua tradizionale valenza, il Corso ha aggiunto nel tempo un significato ulteriore, valido come prima parte dei percorsi di Qualificazione per Welding Engineer e Technologist. Queste qualificazioni hanno assunto particolare rilevanza negli ultimi anni, in quanto previste dalle principali normative di prodotto che regolano il settore della fabbricazione nei settori della carpenteria metallica, della caldareria e della fabbricazione di pipeline ed inoltre sono previsti come requisito di legge per i fabbricanti nel settore della carpenteria civile, così come indicato dal D.M. 14 Gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” al punto 11.3.4.5 “Processo di saldatura”, tabella 11.3.IX (coordinamento delle attività di saldatura). Calendario ed orario delle lezioni Il Corso è formato da una parte teorica (della durata di 80 ore) ed una pratica (60 ore), svolte con lezioni serali della durata di quattro ore ciascuna, dalle 16:30 alle 20:30, per tre giorni alla settimana. Le lezioni teoriche saranno svolte nell’arco di sette settimane lavorative, quelle pratiche in cinque, con inizio immediatamente dopo la parte teorica. L’inizio è previsto il giorno Lunedì 25 Ottobre 2010, la conclusione nel mese di Marzo 2011. Programma delle lezioni Gli argomenti trattati durante le lezioni teoriche previste saranno i seguenti: 1. Tecnologia della saldatura (processi con fiamma ossiacetilenica, con elettrodo rivestito, a filo continuo in protezione gassosa MIG / MAG e FCAW, TIG, ad arco sommerso; taglio termico). 2. Metallurgia e saldabilità (metallurgia applicata alla saldatura, fabbricazione e classificazione degli acciai, prove tecnologiche, struttura dei giunti saldati, difetti metallurgici ed operativi, saldabilità degli acciai al carbonio, a grano fine). Durante le 15 esercitazioni pratiche, saranno svolte in primo luogo dimostrazioni ed esercitazioni di saldatura a difficoltà crescente nei processi manuali o semiautomatici (fiamma, elettrodo rivestito, TIG, MIG/MAG), dimostrazioni applicative di controlli non distruttivi (metodi VT, PT, MT, RT ed UT), stesura ed interpretazione di specifiche di procedura di saldatura (WPS). Iscrizioni Le domande di iscrizione dovranno pervenire unitamente ad un certificato comprovante il titolo di studio posseduto. Chi fosse invece interessato a partecipare in forma non impegnativa ad alcune lezioni, riservandosi di regolarizzare la propria iscrizione solo in un secondo tempo, potrà farlo contattando direttamente la Segreteria. Modalità di pagamento La quota di partecipazione al Corso è di € 3.150,00 (IVA esclusa). La quota suddetta deve essere corrisposta contestualmente alla conferma di svolgimento del Corso, tramite bonifico bancario (conto corrente 64500, Cassa Risparmio Alessandria, ABI 06075, CAB 01400, CIN G, IBAN IT72G0607501400000000064500, intestato all’Istituto Italiano della Saldatura). Informazioni Per ulteriori informazioni si prega rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura, Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova.Tel. 010 8341371, fax 010 8367780, e-mail: [email protected]. Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche: il grado ASTM P92 e la sua saldabilità (°) S. Caminada * G. Cumino * A. Lauro ** Sommario / Summary Il grado ASTM A335 P92 è, allo stato attuale, il miglior materiale disponibile per la fabbricazione delle linee principali di vapore e dei collettori nelle moderne centrali termoelettriche Ultra Super Critiche in quanto unisce elevata resistenza allo scorrimento viscoso, alta stabilità microstrutturale e buona resistenza alla corrosione e all’ossidazione da vapore. Queste caratteristiche ne permettono l’impiego fino a 620 °C con pressioni fino a 320 bar. La saldatura di questo materiale, caratterizzato da un elevato tenore di elementi di lega, richiede attenzioni particolari nel controllo delle condizioni operative. In questo articolo Tenaris ed IIS presentano uno studio congiunto sulla saldabilità del grado 92 in cui si è analizzato l’effetto della variazione di importanti parametri quali preriscaldo, interpass e trattamento post-saldatura sulle proprietà meccaniche e microstrutturali del giunto. ASTM A335 P92 is the best available material for the fabrication of main steam lines and steam headers in USC power plants: in fact it combines high creep resistance and long term microstructural stability with good steam oxidation and (°) Memoria presentata alla Giornata di Formazione e Aggiornamento IIS: “La saldatura degli acciai basso legati al Cr-Mo per servizio ad alta temperatura e al Ni per servizio criogenico” - Genova, 20 Maggio 2010. * Tenaris - Dalmine (BG). ** Istituto Italiano della Saldatura - Genova. corrosion resistance. These properties allow the use of grade 92 with steam temperatures up to 620 °C and pressures of 320 bars. Because of its high alloy content, grade 92 requires a particular control of the welding parameters. In this paper Tenaris and IIS describe the results of a joint research activity carried out to evaluate the effect of pre-heating, interpass and PWHT parameters on the mechanical and microstructural properties of the joint. Keywords: Creep; creep resisting materials; creep strength; creep tests; elevated temperature strength; hardness tests; heat affected zone; high alloy Cr Mo steels; high temperature; influencing factors; mechanical properties; mechanical tests; metallography; microstructure; multirun welding; post weld heat treatment; post weld operations; power stations; preheating; service conditions; temperature; toughness; weld zone; weldability. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 427 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. Le moderne centrali termoelettriche Ultra Super Critiche hanno raggiunto rendimenti molto elevati attraverso l’incremento della temperatura e pressione del vapore. Nelle caldaie più avanzate, quali ad esempio l’impianto di Torrevaldaliga Nord [1], la temperatura del vapore primario in uscita dalla caldaia supera i 600 °C con pressioni di 320 bar. Queste condizioni di lavoro possono essere ottenute unicamente con l’impiego di materiali avanzati che uniscono alta resistenza allo scorrimento viscoso e buona resistenza all’ossidazione da vapore e alla corrosione a caldo. Il grado AST M A 3 3 5 P 9 2 è , a l m om e nt o, i l miglior materiale disponibile per la fabbricazione delle linee vapore e dei collettori. Infatti la struttura martensitica di questo materiale assicura elevata resistenza meccanica e in particolare ottima resistenza a creep (con un incremento di circa il 25% rispetto al grado ASTM A335 P91 sul dato a 600 °C per 10 5 h [2,3]) con la resistenza a corrosione ed ossidazione degli acciai al 9%Cr. L’elevato contenuto di elementi di lega rende questo acciaio particolarmente temprabile e di conseguenza è necessario prestare particolare attenzione, durante tutte le fasi della saldatura, alle condizioni operative. Allo scopo di verificare l’effetto dei parametri di saldatura sulle proprietà microstrutturali e meccaniche dei giunti saldati in grado 92, Tenaris e Istituto Italiano della Saldatura (IIS) hanno effettuato uno studio adottando condizioni estreme per le temperature di preriscaldo e di interpass e sulle condizioni di trattamento post-saldatura. I giunti saldati oggetto delle analisi sono stati eseguiti dal Laboratorio dell’IIS 2. Caratteristiche del grado P92 e produzione dei tubi senza saldatura Il grado P92 è un acciaio ferritico-martensitico caratterizzato da un contenuto di circa 9%Cr, 1.5%W e con aggiunte di Mo, Nb, V, B e N. La composizione chimica, in accordo con la norma ASTM A335, è indicata nella Tabella I. Temperature (°C) 1. Introduzione L’alto tenore di Cr garantisce una buona resistenza all’ossidazione e, insieme a W e Mo, offre un rafforzamento per soluzione solida. L’aggiunta di Nb, V e N determina la formazione di carbonitruri molto fini diffusi in tutta la matrice che, insieme ai carburi di tipo M23C6, offrono un rafforzamento per precipitazione [4]. La microstruttura e le caratteristiche meccaniche sono ottenute con un trattamento termico di normalizzazione e rinvenimento. La temperatura di normalizzazione deve essere superiore ai 1040 °C in modo tale da riportare in soluzione la maggior parte dei carburi e nitruri primari formatisi durante la fase di produzione. Come mostrato nella Figura 1, questo acciaio, per via dell’elevato contenuto di elementi di lega, forma una struttura martensitica per un’ampia gamma di velocità di raffreddamento: questo permette di ottenere piena tempra anche su sezioni relativamente spesse con raffreddamento in aria. Il rinvenimento viene invece operato tra i 750 °C ed i 780 °C allo scopo di ridurre la durezza ed ottenere una struttura di martensite rinvenuta, più duttile e tenace. con processi ad elettrodo infusibile sotto protezione di gas argon (GTAW) per le prime passate a fondo cianfrino e con elettrodi rivestiti (SMAW) per il riempimento, in accordo alle specifiche di saldatura redatte dall’IIS: • pW PS-WE1_WB1_Rev1 (EN ) pWPS-WE1_WB2_Rev1 (EN) • pW PS-WE2_WB1_Rev1 (EN ) pWPS-WE2_WB2_Rev1 (EN) utilizzando materiali d’apporto forniti dalla Società Boehler, del tipo: • GTAW (rods Thermanit MTS 616 Φ 2.4 mm) • SMAW (electrodes Thermanit MTS 616 - Φ 3.25 mm and Φ 4.0 mm). Time (s) Figura 1 - Diagramma CCT relativo al grado 92. TABELLA I - Composizione chimica secondo la norma ASTM A335. Grado 92 C Mn P S Si Cr Mo W Nb min 0.07 0.30 - - - 8.50 0.30 1.50 0.04 max 0.13 0.60 0.50 9.50 0.60 2.00 0.09 0.020 0.010 428 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 V B N Al Ni Ti Zr 0.15 0.0010 0.030 - - - - 0.25 0.0060 0.070 0.02 0.40 0.01 0.01 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. TABELLA II - Proprietà meccaniche a temperatura ambiente dei tubi utilizzati per la sperimentazione e valori di riferimento secondo ASTM A335. Rs [MPa] Rs [MPa] Durezza [HV10] A [%] Valore minimo >440 >620 <265 >20 - Ottenuto 562 732 245 25 156 Il materiale utilizzato per la sperimentazione è un tubo senza saldatura ASTM A335 P92, di diametro 355.6 mm e spessore 31 mm. Le proprietà meccaniche a temperatura ambiente ottenute dopo normalizzazione e rinvenimento sono riportate nella Tabella II, insieme ai valori di riferimento della norma ASTM A335. I tubi utilizzati in questa attività di ricerca sono stati laminati a caldo nel laminatoio tubi medi (FTM) dello stabil i me n to Te n a r isDa l m i ne , pre sso Dalmine (BG). La produzione dei tubi senza saldatura avviene partendo da barre di acciaio, colate in lingotto e forgiate, che vengono tagliate in billette e quindi preriscaldate in un forno rotativo. Raggiunta la temperatura di laminazione, le billette vengono estratte dal forno e perforate tramite effetto Mannessman allo scopo di ottenere un corpo forato. Tale forato viene quindi laminato su mandrino in un laminatoio multi stand (MPM) a mandrino trattenuto allo scopo di ottenere lo spessore richiesto. Lo sbozzato viene quindi riportato in temperatura in un forno intermedio ed infine calibrato per ottenere il diametro finale. Il tubo ottenuto viene quindi raffreddato ed inviato all’area di trattamento termico, dove viene effettuata la normalizzazione ed il rinvenimento. Infine il tubo termicamente trattato viene finito, controllato e marcato per la spedizione. 3. Attività sperimentale Per il programma di ricerca sono stati saldati 4 giunti circonferenziali con le seguenti modalità operative: • WE1: 2 giunti con temperatura di interpass di 100 ÷ 150 °C • WE2: 2 giunti con temperatura di interpass di 350 ÷ 450 °C. Prova di resilienza KV [J] Ciascun giunto è stato sottoposto alle seguenti due differenti condizioni di trattamento termico di distensione post-saldatura (PWHT): • Wb1: Temperatura mantenimento 740 °C, tempo mantenimento 2 ore • Wb2: Temperatura mantenimento 780 °C, tempo mantenimento 15 ore. Sui giunti saldati sono state eseguite, presso il Laboratorio IIS, una serie di prove distruttive come descritto nella Tabella III. Le misure di durezza sono state effettuate sui campioni macro secondo lo schema mostrato nella Figura 4. 3.1 Risultati delle prove I risultati delle prove eseguite dal Laboratorio IIS sono riportati nella Tabella IV e riassunti in modo grafico nei diagrammi della Figura 2. TABELLA III Campione Condizioni di prova Tipo e metodo di prova Esame micrografico WE1 (-Wb1) Prima del PWHT T interpass 100/150 °C Misure di durezza HV0.5 Esame macrografico Misure di durezza HV10 Esame micrografico WE2 (-Wb1) Prima del PWHT T interpass 350/450 °C Misure di durezza HV0.5 Esame macrografico Misure di durezza HV10 Trazione trasversale al giunto WE1-Wb1 Prove dopo PWHT Wb1 + invecchiamento a 600 °C x 5000 h In corso c/o Tenaris Trazione su MB KV // HAZ a +20 °C KV P HAZ a +20 °C Trazione trasversale al giunto WE2-Wb1 Prove dopo PWHT Wb1 + invecchiamento a 600 °C x 5000 h In corso c/o Tenaris Trazione su MB KV // HAZ a +20 °C KV P HAZ a +20 °C (segue) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 429 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. TABELLA III - (segue) Campione Condizioni di prova Tipo e metodo di prova Trazione trasversale al giunto WE1-Wb2 Prove dopo PWHT Wb2 + invecchiamento a 600 °C x 5000 h In corso c/o Tenaris Trazione su MB KV // HAZ a +20 °C KV P HAZ a +20 °C Trazione trasversale al giunto WE2-Wb2 Prove dopo PWHT Wb2 + invecchiamento a 600 °C x 5000 h In corso c/o Tenaris Trazione su MB KV // HAZ a +20 °C KV P HAZ a +20 °C Esame macrografico Misure di durezza HV10 KV // HAZ a +20 °C (J) KV P HAZ a +20 °C (J) WE1-Wb1 Prove dopo PWHT Wb1 740 °C x 2 h KV P WM a +20 °C (J) Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 n° 6 prove di CREEP In corso c/o Tenaris Esame macrografico Misure di durezza HV10 KV // HAZ a +20 °C (J) WE2-Wb1 Prove dopo PWHT Wb1 740 °C x 2 h KV P HAZ a +20 °C (J) KV P WM a +20 °C (J) Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 Esame macrografico Misure di durezza HV10 KV // HAZ a +20 °C (J) KV P HAZ a +20 °C (J) KV P WM a +20 °C (J) WE1-Wb2 Prove dopo PWHT Wb2 780 °C x 15 h Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 Trazione trasversale al giunto Piega trasversale al giunto Piega laterale al giunto n° 6 prove di CREEP In corso c/o Tenaris Esame macrografico Misure di durezza HV10 KV // HAZ a +20 °C (J) KV P HAZ a +20 °C (J) WE2-Wb2 Prove dopo PWHT Wb2 780 °C x 15 h KV P WM a +20 °C (J) Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 Trazione trasversale al giunto Piega trasversale al giunto Piega laterale al giunto 430 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. TABELLA IV Risultati Tipo e metodo di prova BM HAZ WM Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 WE1 234 236 237 234 238 237 392 423 427 285 365 432 473 444 399 463 446 376 224 227 212 222 216 220 418 456 452 225 334 432 421 428 420 454 382 346 WE2 244 244 247 233 226 226 446 452 452 460 463 460 222 227 230 224 219 218 220 227 222 238 241 227 411 444 450 450 428 351 233 247 266 216 246 264 416 415 413 423 432 428 437 443 443 463 467 423 220 228 220 225 212 228 271 259 273 277 263 270 280 278 251 267 238 209 222 231 228 221 225 222 n.a. n.a. 36 32 25 Accettabile 231 249 246 241 240 241 249 268 323 229 163 291 248 234 248 291 289 302 n.a. n.a. 281 244 218 280 254 240 213 216 211 234 228 237 In corso c/o TENARIS Accettabile 233 227 234 244 229 230 WE2 KV // HAZ a +20 °C (J) KV P HAZ a +20 °C (J) + Wb1 KV P WM a +20 °C (J) 230 234 268 232 253 266 262 243 247 259 277 259 162 163 170 n.a. 161 167 169 n.a. 48 49 47 Esame micrografico Accettabile 232 234 241 234 240 232 248 268 325 241 226 265 274 268 268 266 272 276 225 225 219 222 226 225 213 216 221 214 221 227 226 229 229 233 222 220 Esame macrografico Misure di durezza HV10 n.a. 69 87 85 Esame macrografico Misure di durezza HV0.5 n.a. 444 432 441 428 458 458 158 154 141 N° 6 prove di CREEP Misure di durezza HV10 225 216 231 220 220 212 Accettabile KV // HAZ a +20 °C (J) WE1 KV P HAZ a +20 °C (J) + Wb1 KV P WM a +20 °C (J) Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 421 458 467 405 343 238 Accettabile Esame macrografico Misure di durezza HV10 n.a. Accettabile Esame macrografico Misure di durezza HV10 n.a. Accettabile Esame micrografico Misure di durezza HV0.5 BM Accettabile Esame macrografico Misure di durezza HV10 HAZ n.a. n.a. 235 224 219 225 219 214 218 213 218 219 218 218 Accettabile KV // HAZ a +20 °C (J) 134 120 141 n.a. KV P HAZ a +20 °C (J) 120 119 117 n.a. WE1 KV P WM a +20 °C (J) Esame micrografico + Wb2 Misure di durezza HV0.5 Trazione trasversale al giunto 77 90 73 Accettabile 215 228 226 228 241 231 218 224 235 221 224 240 243 235 237 243 251 256 n.a. n.a. 695.96 MPa - 699.30 MPa - 705.50 MPa - 704.00 MPa Piega trasversale al giunto Accettabile Piega laterale al giunto Accettabile N° 6 prove di CREEP In corso c/o TENARIS (segue) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 431 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. TABELLA IV - (segue) Risultati Tipo e metodo di prova BM HAZ WM Esame macrografico Misure di durezza HV10 212 210 208 204 202 203 219 221 229 223 229 222 201 203 199 208 208 206 207 216 222 220 210 208 222 220 219 217 216 218 132 135 135 KV P HAZ a +20 °C (J) WE2 KV P WM a +20 °C (J) + Wb2 Esame micrografico Trazione trasversale al giunto BM Accettabile KV // HAZ a +20 °C (J) Misure di durezza HV0.5 HAZ n.a. 117 95 75 n.a. 61 89 85 Accettabile 221 207 215 229 234 232 225 229 228 225 222 226 209 207 210 221 214 225 n.a. 667.70 MPa - 665.00 MPa - 672.30 MPa - 673.40 MPa Piega trasversale al giunto Accettabile Piega laterale al giunto Accettabile Confronto tra le durezze sul giunto as-welded e dopo PWHT Hardness (HV) Rupture strength (MPa) Prova di trazione trasversale CW Tensile tests Position Resilienza nella ZF Impact Energy (J) Impact Energy (J) Resilienza nella ZTA Position Figura 2 432 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Position n.a. S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. Figura 4 - Schema di campionamento per le misure di durezza. Macro WE1 Macro WE2 Figura 3 - Macrografie nelle condizioni WE1 e WE2. Figura 5a - Ciclo termico di saldatura nella condizione WE1. 4. Commenti ai risultati delle prove prima del PWHT Nel seguito si riportano i commenti ai risultati di ciascuna prova eseguita sui giunti prima del trattamento termico di distensione / rinvenimento. 4.1 Esami macrografici e misure di durezza Il confronto tra i giunti saldati con bassa temperatura di interpass (WE1) e con alta temperatura di interpass (WE2) ha permesso di evidenziare in entrambi i casi l’assenza di difetti (vedi Fig. 3) e soprattutto livelli di micro-durezza (HV0.5) (Fig. 4) in zona termicamente alterata lievemente superiori nella condizione WE2; ciò è probabilmente dovuto al fatto che la trasformazione martensitica finale è avvenuta direttamente dalla struttura austenitica solo al termine della saldatura, senza l’effetto di rinvenimento tra le passate (Figg. 5a e 5b). 4.2 Esami micrografici Dal punto di vista metallografico le due condizioni di saldatura WE1 e WE2 hanno evidenziato alcune importanti differenze (Figg. 6a e 6b). Nel caso WE1 la struttura micrografica in zona fusa è risultata essere costituita da grano molto fine di martensite rinvenuta con presenza di carburi precipitati a bordo grano. Figura 5b - Ciclo termico di saldatura nella condizione WE2. Questa è strettamente legata all’affinamento del grano ed al sensibile effetto di rinvenimento fra le passate sulla struttura martensitica. Al contrario nel caso WE2 la struttura è risultata essere costituita da martensite non rinvenuta con quasi assenza di precipitazione di carburi. Il grano appare ingrossato, in particolare nella zona fusa, ed è evidente l’assenza degli effetti di affinamento del grano, dalla struttura austentica primaria, e di rinvenimento della martensite a causa del mantenimento del materiale al di sopra della temperatura (Ms) di martensite start durante l’intera fase di saldatura. Ciò è stato confermato anche dai valori di micro durezza che sono risultati superiori rispetto al caso WE1. Figura 6a - Micro su linea di fusione giunti WE1 e WE2. Figura 6b - Micro in zona fusa giunti WE1 e WE2. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 433 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. 6. Commenti ai risultati delle prove dopo i PWHT Nel seguito si riportano i commenti ai risultati di ciascuna prova eseguita sui giunti dopo i trattamenti termici di distensione / rinvenimento. Figura 7 - Macro su giunto WE1 + Wb1. 5. Trattamenti termici post saldatura I giunti, dopo saldatura, sono stati sottoposti a due tipi di trattamento termico di distensione / rinvenimento. • Wb1: riscaldamento 80 °C/h - mantenimento 740 °C x 2 h - raffreddamento 80 °C/h • Wb2: riscaldamento 80 °C/h - mantenimento 780 °C x 15 h - raffreddamento 80 °C/h. Le due tipologie di trattamento sono state scelte al fine di simulare le condizioni limite a cui le saldature possono essere sottoposte durante la fabbricazione di componenti per applicazioni industriali. In particolare il primo caso (Wb1) è rappresentativo del minimo tempo di trattamento consentito in relazione al materiale ed allo spessore del giunto saldato; il secondo simula invece un ciclo di trattamento con una durata ritenuta adeguata, pari a 5/6 ore, per ottenere caratteristiche meccaniche ottimali sia in ZTA che nel materiale d’apporto considerando inoltre l’effetto di eventuali due ulteriori trattamenti termici (tempo totale di PWHT pari a 15 ore) che si rendessero necessari per riparazioni nel corso della fabbricazione e/o dell’esercizio del componente. Figura 8 - Micro su linea di fusione WE1 + Wb1. 434 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 6.1 Giunto WE1 - Wb1 Esame macrografico e misure di durezza (HV 10) L’esame ha confermato l’assenza di difetti anche dopo PWHT (Fig. 7). I livelli di durezza nelle diverse zone del giunto hanno mostrato una forte riduzione rispetto alla stato come saldato. I valori sono risultati sempre inferiori al limite di 280 HV e superiori al limite 220 HV generalmente richiesti per i giunti saldati in P92. Si può evidenziare che anche il trattamento termico eseguito a bassa temperatura e per tempi brevi (Wb1) è stato sufficiente per ottenere un adeguato effetto di rinvenimento del giunto saldato. Prove di resilienza a +20 °C in zona termicamente alterata ed in zona fusa La tenacità in ZTA, sia con intaglio parallelo che perpendicolare alla superficie, è risultata accettabile con valori sempre superiori a 47 J (limite generalmente atteso per il materiale tipo P92) anche se non uniformi tra loro. Al contrario i risultati ottenuti in zona fusa non possono essere ritenuti accettabili in quanto i valori sono sempre inferiori a 47 J. A tale riguardo deve essere evidenziato che, per il materiale d’apporto depositato, sono necessari temperature e tempi di rinvenimento superiori al fine di garantire caratteristiche di tenacità adeguate. Esame micrografico e misure di durezza (HV 0.5) L’esame micrografico (Fig. 8) ha confermato la presenza di un grano fine a strut- tura martensitica rinvenuta; rispetto alla condizione come saldato si osserva un’evidente precipitazione di carburi a bordo grano ed una forte riduzione dei valori di durezza. Ciò è strettamente legato all’ulteriore effetto di rinvenimento sulla struttura martensitica dovuto al PWHT. 6.2 Giunto WE2 - Wb1 Esame macrografico e misure di durezza (HV 10) L’esame macrografico (Fig. 9) ha confermato l’assenza di difetti anche dopo PWHT. I livelli di durezza nelle diverse zone del giunto hanno mostrato una forte riduzione rispetto allo stato come saldato. I valori sono risultati sempre inferiori al limite di 280 HV e superiori al limite 220 HV ritenuti ottimali per i giunti saldati in P92. Anche in questo caso si può osservare che anche il trattamento termico eseguito a bassa temperatura e per tempi brevi (Wb1) è stato sufficiente per ottenere un adeguato effetto di rinvenimento del giunto saldato. In aggiunta si può sottolineare che non sono state rilevate differenze sostanziali tra le due condizioni di saldatura WE1 e WE2, con riferimento ai valori di durezza riscontrati nelle diverse zone del giunto. Prove di resilienza a +20 °C in zona termicamente alterata ed in zona fusa La tenacità in ZTA, sia con intaglio parallelo che perpendicolare alla superficie, è risultata accettabile con valori molto omogenei e sempre superiori a 47 J (limite generalmente atteso per il grado P92). Al contrario i risultati ottenuti in zona fusa sono, seppur conformi, di poco superiori al valore limite di 47 J. Esame micrografico e misure di durezza (HV 0.5) L’esame micrografico (Fig. 10) ha confermato la presenza di un grano fine a Figura 9 - Macro su giunto WE2 + Wb1. S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. Figura 10 - Micro su linea di fusione giunto WE2 + Wb1. Figura 11 - Macro su giunto WE1 + Wb2. struttura martensitica rinvenuta con precipitazione di carburi a bordo grano ed una forte riduzione dei valori di durezza, rispetto alla condizione come saldato per l’effetto di rinvenimento sulla struttura martensitica del PWHT. ma spesso inferiori a 210 HV, limite inferiore generalmente richiesto nei giunti saldati in P92. 6.3 Giunto WE1 - Wb2 Esame macrografico e misure di durezza (HV 10) L’esame macrografico (Fig. 11) ha confermato l’assenza di difetti anche dopo PWHT. I livelli di durezza nelle diverse zone del giunto hanno mostrato una forte e più evidente riduzione rispetto alla stato come saldato. Infatti i valori di durezza sono risultati molto omogenei ed inferiori rispetto al caso con PWHT a più bassa temperatura e più breve (Wb1) ma comunque sempre superiori al limite di 210 HV, ritenuto comunque un valore pienamente accettabile per il materiale in questione. Prove di resilienza a +20 °C in zona termicamente alterata ed in zona fusa La tenacità in ZTA, sia con intaglio parallelo che perpendicolare alla superficie, è risultata accettabile con valori molto alti ed omogenei e sempre superiori a 47 J. Anche i risultati ottenuti in zona fusa sono risultati accettabili con valori superiori al valore limite di 47 J. Esame micrografico e misure di durezza (HV 0.5) L’esame micrografico (Fig. 12) ha con- fermato la presenza di una struttura martensitica rinvenuta con precipitazione di carburi a bordo grano più evidente. Anche in questo caso i valori di durezza sono risultati assai inferiori rispetto allo stato come saldato. Questa ulteriore riduzione può essere attribuita all’effetto di sovrarinvenimento sulla struttura martensitica causato dal trattamento termico (Wb2) eseguito a temperatura più alta e per tempi più lunghi rispetto alla condizione Wb1. Prove di trazione Le caratteristiche tensili ottenute nella prova di trazione, sia al diritto che al rovescio del giunto, sono risultate accettabili. I provini si sono rotti in zona fusa ad un carico superiore al minimo tabellare richiesto per il materiale base. Prove di piega Le prove di piega condotte sia al diritto che laterali al giunto, hanno dato esito accettabile. 6.4 Giunto WE2 - Wb2 Esame macrografico e misure di durezza (HV 10) L’esame macrografico (Fig. 13) ha confermato l’assenza di difetti anche dopo il PWHT. Le misure, nelle varie zone del giunto, hanno mostrato la più alta riduzione dei limiti di durezza. Infatti i valori di durezza sono risultati molto omogenei Figura 12 - Micro su linea di fusione giunto WE1 + Wb2. Prove di resilienza a +20 °C in zona termicamente alterata ed in zona fusa La tenacità in ZTA, sia con intaglio parallelo che perpendicolare alla superficie, è risultata accettabile con valori molto alti ed omogenei e sempre superiori a 47 J. Anche i risultati ottenuti in zona fusa sono risultati accettabili con valori superiori al valore limite di 47 J. Si può sottolineare che tali valori sono risultati tuttavia inferiori a quelli ottenuti nella condizione WE1. Esame micrografico e misure di durezza (HV 0.5) L’esame micrografico (Fig. 14) ha confermato la presenza di una struttura martensitica rinvenuta con precipitazione di carburi a bordo grano e non ha evidenziato la presenza di ferrite residua. Anche in questo caso i valori di durezza sono risultati inferiori rispetto allo stato come saldato, ma in modo più marcato. Questa evidente riduzione può essere attribuita all’effetto di addolcimento e sovrarinvenimento, causato dal trattamento termico (Wb2) eseguito a temperatura più alta e per tempi più lunghi, su una struttura martensitica caratterizzata da un grano austenitico primario di maggiori dimensioni, in particolare nella zona fusa, dovuto alle modalità di saldatura (WE2) a Figura 13 - Macro su giunto WE2 + Wb2. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 435 S. Caminada et al. - Esperienze nell’impiego dei materiali avanzati per centrali termiche Ultra Super Critiche, ecc. più alte temperature di preriscaldo e di interpass. È utile sottolineare che il mantenimento per tempi lunghi a temperature superiori a Ms non è stato comunque in grado di permettere la parziale trasformazione dell’austenite in ferrite senza successiva formazione di martensite. Prove di trazione Le caratteristiche tensili ottenute nella prova di trazione, sia al diritto che al rovescio del giunto, sono risultate accettabili. I provini si sono rotti in zona fusa ad un carico superiore al minimo tabellare richiesto per il materiale base ma minore rispetto al caso WE1 + Wb2. Questo può essere giustificato dalla presenza di un grano austenitico primario più grosso e dall’effetto di addolcimento e sovrarinvenimento causati dalle modalità di saldatura (WE2) e dal PWHT (Wb2). Figura 14 - Micro su linea di fusione giunto WE2 + Wb2. la temperatura Mf e rimane poco tempo in campo austenitico con riduzione dell’ingrossamento del grano austenitico primario). Inoltre la sequenza delle passate (multipass) consente un primo effetto di rinvenimento tra una passata e l’altra. Il successivo trattamento termico di distensione determina un adeguato effetto di rinvenimento della martensite sia in zona termicamente alterata sia, soprattutto, in zona fusa. Maggiori informazioni potranno essere date a valle dei risultati delle prove in corso. Stefano CAMINADA, laureato in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Milano nel 2003, ha lavorato nel dipartimento di R&D di Tenaris Dalmine occupandosi in particolare dei materiali per alte temperature (Power & Process) e partecipando a diversi progetti europei di ricerca. Attualmente è responsabile di Technical Sales Power Generation. È autore/co-autore di oltre 30 pubblicazioni tecniche sulla resistenza a creep, l’evoluzione microstrutturale e la saldabilità degli acciai ferritico-martensitici per impieghi ad alta temperatura. Prove di piega Le prove di piega, condotte sia al diritto che laterali al giunto, hanno dato esito accettabile. 7. Conclusioni La valutazione di tutte le prove di laboratorio fin qui condotte può essere riassunta nel modo seguente, tenendo presente che allo stato attuale alcune prove fondamentali, quali quelle dopo il trattamento di invecchiamento e soprattutto quelle di scorrimento viscoso, sono ancora in corso e solo queste potranno consentire di dare un giudizio finale sul comportamento in esercizio dei giunti saldati. Tra le condizioni testate in questa attività, i risultati migliori in termini di livelli di durezza, caratteristiche tensili, tenacità e struttura metallografica nelle differenti zone del giunto saldato, tenendo in considerazione le differenti proprietà meccaniche fra zona fusa (determinata da un materiale d’apporto più debole) e materiale base, sembrano essere quelli ottenuti nella combinazione fra le modalità di saldatura WE1 (a più bassa temperatura di preriscaldo ed interpass) e le condizioni di trattamento termico Wb2 (con temperature più alte e tempi di permanenza più lunghi). Ciò può essere messo in relazione alla formazione di una struttura a grano fine martensitica durante l’esecuzione della saldatura (ciascuna passata scende sotto 436 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Giuseppe CUMINO, Ingegnere chimico laureato al Politecnico di Torino nel 1972. Ha lavorato in vari settori R&D e Qualità prima nella Dalmine SpA e poi nella Tenaris Dalmine, ricoprendo vari ruoli nella Ricerca e nello Sviluppo Prodotto. Nello Sviluppo Prodotto ha lavorato in settori differenti (bombole, meccanico, OCTG …), in particolare nello sviluppo di line pipe e risers di alto spessore e alta performance per impieghi offshore. È autore/ coautore di più di 30 pubblicazioni. Attualmente Global Product Leader presso la Tenaris per i prodotti tubolari per la generazione di energia e per prodotti per applicazioni in petrolchimica e raffinerie. Alberto LAURO, laureato in Ingegneria Meccanica a Genova nel 1982. Dal 1983 a tutt'oggi dipendente dell'Istituto Italiano della Saldatura. Nel corso della carriera ha ricoperto gli incarichi di Dirigente Responsabile del Settore Caldareria e della Divisione Ingegneria, svolgendo attività di assistenza e consulenza nel campo della metallurgia e delle costruzioni saldate di componenti a pressione per impianti chimici e raffinerie. Attualmente ricopre la funzione di Responsabile del Coordinamento delle Divisioni Formazione Ricerca - Laboratorio dell’Istituto Italiano della Saldatura. Bibliografia [1] http://www.enel.com/itIT/innovation/project_technology/thermal_power_ plants/clean_coal/index.aspx?it=-3. [2] ECCC datasheet for X10CrMoVNb9-1 (grade 91) steel, 2009. [3] ECCC datasheet for X10CrWMoVNb9-2 (grade 92) steel, 2005. [4] Caminada S., Cumino G., Cipolla L., Di Gianfrancesco A., Di Nunzio P., Venditti D.:«Long term microstructural evolution of 9-12% Cr martensitic steels for advanced USC plants», New developments on Metallurgy and Applications of high strength steels, Buenos Aires, May 2008. Per una giunzione perfetta Y\iZfn\c[ Fili high-tech base rame per soluzioni avanzate di saldatura e brasatura. giunzioni ad alta resistenza ideali per giunti con elevati gap alta resistenza alla corrosione Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni (°) V. Grassi * Sommario / Summary La riuscita del trattamento termico di un manufatto saldato è influenzata in modo determinante dalle caratteristiche dei forni, dalla reale distribuzione della temperatura negli impianti e dalla disposizione delle termocoppie sul pezzo in lavorazione. La geometria, le dimensioni e il peso dell'oggetto da trattare, in aggiunta alla preparazione e competenza del personale addetto alla conduzione dei forni, contribuiscono in eguale misura all'esito finale del trattamento. Nell'articolo sono approfonditi alcuni di questi argomenti con esempi adottati nella pratica quotidiana. The result of the heat treatment of a welded manufactured article is influenced in conclusive way by the characteristics of the ovens, from the real distribution of the temperature and from the disposition of the thermocouples on the piece. The geometry, the dimensions and the weight of the object to be treated additionally to the preparation and the competence of the personnel employed to the management of the ovens contribute in equal measure to the final result of the treatment. In the article some of these matters are deepened with examples adopted in the daily practice. Keywords: Calibration; dimensions; finite element analysis; furnaces; hardness tests; heat treatment; measurement; measuring instruments; mechanical tests; nondestructive testing; post weld heat treatment; quality control; residual stresses; strain gauges; temperature; utilisation; welded joints. (°) Memoria presentata al Convegno IIS: “I trattamenti termici di componenti e strutture saldate” - Genova, 30 Settembre 2009. * Trater s.r.l. - Nova Milanese (MB). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 439 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Introduzione Il trattamento termico è un’attività da considerarsi parte integrale dei processi di saldatura e da esso dipendono: • le caratteristiche meccaniche dei materiali utilizzati per la costruzione dei manufatti e dei giunti; • la loro resistenza alla corrosione; • la loro resistenza a fatica; • la loro resistenza al fenomeno della tensocorrosione. Molte aziende si sono dotate di impianti di trattamento e svolgono questa attività nel proprio stabilimento; in altri casi, questa importante lavorazione è affidata ad aziende specializzate. Per chi esegue i trattamenti termici nella propria azienda o per chi si affida all’esterno i cicli termici per i diversi tipi di materiale sono generalmente noti, o individuabili in letteratura e nelle normative di riferimento applicabili. Sono limitate, invece, le conoscenze relative alle modalità di esecuzione dei trattamenti. In particolare, sono limitate le informazioni relative alla misura, al controllo ed alla registrazione della temperatura, alla conduzione dei trattamenti, alla preparazione dei manufatti, ai forni e alle loro caratteristiche. Nella maggior parte dei casi, inoltre, poco si conosce in merito alla disposizione dei manufatti in forno, alle modalità di supportazione in forno e alla formazione del personale addetto alla conduzione dei trattamenti. Adeguate informazioni permettono agli uffici tecnici delle aziende di procedere: • alla stesura di valide specifiche o procedure per l’attività interna o esterna del trattamento; • alla richiesta di esecuzione del trattamento secondo modalità corrette e applicabili; • ad una corretta valutazione dei tempi di esecuzione. Per gli uffici acquisti una corretta valutazione dei costi di esecuzione del lavoro e, in generale, l’approfondimento di queste tematiche può essere di valido supporto per evitare: 440 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 • modalità di esecuzione del trattamento con danno ai materiali o ai pezzi; • metodi di esecuzione inapplicabili (approvati, in molti casi, dai clienti finali e quindi inderogabili); • costi elevati e tempi lunghi di esecuzione. In questa memoria saranno approfondite alcune tematiche in merito agli argomenti citati e analizzati alcuni metodi per la verifica del risultato dei trattamenti termici. Applicazione dei trattamenti termici Come a noi tutti è noto, i trattamenti termici modificano e migliorano nei materiali lo snervamento, la rottura, la resilienza, la durezza e il creep. Negli acciai inossidabili austenitici: con i trattamenti di solubilizzazione si ripristinano le condizioni iniziali di resistenza alla corrosione della lega dopo i processi di costruzione del manufatto (deformazione a freddo e saldatura) e si modifica lo stato delle tensioni residue. Negli acciai al carbonio: i trattamenti di normalizzazione migliorano la resilienza, mentre con la distensione, riducendo lo stato di sforzo residuo, si determina un aumento della resistenza a fatica e della resistenza al fenomeno della tensocorrosione e una stabilizzazione geometrica dei manufatti. Influenzano la composizione chimica superficiale del materiale solo i trattamenti di diffusione (cementazione e nitrurazione) non utilizzati sugli apparecchi a pressione. I cicli termici Ogni ciclo termico è composto da tre fasi distinte: una prima fase di riscaldamento; una successiva di stasi, per un tempo più o meno lungo; un raffreddamento. I vari trattamenti si differenziano per i parametri di incremento della temperatura, per la temperatura di stasi, il tempo di stasi e i parametri di raffreddamento. In ognuna di queste fasi possono, però, venirsi a determinare situazioni in grado di pregiudicare l’esito del trattamento o l’integrità del manufatto in lavorazione. Il riscaldamento Durante il riscaldamento i gradienti di incremento della temperatura dovranno essere stabiliti in relazione al tipo di materiale, alla geometria del manufatto e alle caratteristiche dell’impianto utilizzato per il trattamento. Un valido riferimento, quando applicabile, è costituito dalle normative di costruzione degli apparecchi a pressione che indicano le modalità di riscaldamento, prendendo a riferimento gli spessori massimi dei pezzi. In questa fase possono facilmente determinarsi differenze di temperatura a causa di un riscaldamento troppo rapido del manufatto, alla sua complessità geometrica o a scambi termici non adeguati tra l’ambiente del forno e l’oggetto in trattamento. Quando le differenze superano determinati valori, in relazione alla geometria locale del pezzo, possono venirsi a generare stati di plasticizzazione in aree circoscritte del materiale per il superamento del suo valore di snervamento in temperatura, con un aumento dello stato tensionale del pezzo e il rischio dell’insorgenza di cricche e/o deformazioni permanenti del manufatto. Differenze di temperatura, anche di entità limitata, inoltre, possono dar luogo, nello svolgimento di trattamenti con trasformazioni metallurgiche, ad ingrossamento del grano del materiale o ad altri fenomeni indesiderati, per il protrarsi del tempo della successiva fase di stasi, necessario per uniformare completamente la temperatura sul pezzo. Per evitare i problemi citati, in questa fase sarà necessario minimizzare le differenze di temperatura a partire dall’inizio del ciclo, applicando appropriati gradienti di riscaldamento in relazione agli spessori, alla geometria del manufatto e alle caratteristiche dell’impianto di riscaldamento. Dovranno essere utilizzati forni che diano le massime garanzie di uniformità e determinino le minime differenze di temperatura sul pezzo e, come vedremo in seguito, dovranno essere correttamente posizionate le termocoppie di misura della temperatura ed evitati, compatibilmente con le caratteristiche del materiale, gli inserimenti a forno caldo dei manufatti. La stasi Alla temperatura di stasi avvengono la maggior parte dei processi di tipo fisico V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni e metallurgico che determinano l’effetto finale del trattamento. Nei PWHT e nei trattamenti di distensione, per esempio, avremo il rinvenimento delle strutture martensitiche determinatesi durante la saldatura, lo scorrimento e l’annichilimento delle dislocazioni; si determinerà invece un affinamento del grano nei trattamenti di normalizzazione e avremo, invece, soluzione dei carburi nei trattamenti di solubilizzazione degli acciai inossidabili. Come per la fase di riscaldamento, anche durante la stasi potrebbero verificarsi situazioni per cui viene a pregiudicarsi l’effetto del trattamento o l’integrità del pezzo. La permanenza dovrà essere condotta, fin dal suo inizio, nel corretto range di temperatura (stabilito in relazione al tipo di materiale e al tipo di trattamento) affinché le trasformazioni avvengano, in tutto il manufatto, con contemporaneità e, come per la fase di riscaldamento, le differenze di temperatura non dovranno determinare situazioni di plasticizzazione locale del materiale, con la conseguente generazione di nuove tensioni residue, distorsioni o rotture. Il raffreddamento È la fase più importante per i trattamenti finalizzati a conferire caratteristiche meccaniche al materiale dei manufatti, come per esempio nei trattamenti di quenching e normalizzazione. I parametri di raffreddamento dovranno essere stabiliti in relazione alle caratteristiche metallurgiche del materiale e saranno influenzati dalla geometria del manufatto e dalle performance dell’impianto per il trattamento, comprendendo, in questo caso, anche i mezzi di raffreddamento. Sono, per esempio, richiesti raffreddamenti rapidi nei trattamenti di quenching (anche nell’ordine di 10 °C/s) e nei trattamenti di solubilizzazione degli acciai inossidabili austenitici (3-4 °C/s) per evitare il fenomeno della sensibilizzazione; sono invece necessari raffreddamenti lenti e particolarmente controllati nei trattamenti di distensione. Come per le precedenti fasi è importante che, anche in questa, indipendentemente dalla velocità di raffreddamento sia sempre ricercata la massima uniformità di temperatura sul manufatto, anche attraverso il suo spessore, per evitare parziali trasformazioni del materiale, distorsioni e la generazione di stati di plasticizzazione locale nei trattamenti di distensione. Nel caso di trattamenti di distensione è sempre da evitare, quando possibile, l’estrazione del manufatto dal forno a temperatura elevata; studi da noi condotti su pezzi anche geometricamente molto complessi non hanno manifestato l’insorgenza di stati di sforzo residuo se estratti dal forno ad una temperatura inferiore ai 150 °C. La geometria del manufatto Come già più volte accennato, la geometria del manufatto influisce in modo determinante sulle modalità di esecuzione di un trattamento termico. Sono, per esempio, da considerarsi semplici i pezzi geometricamente riconducibili a virole, aperte sui lati, con spessore costante o con poche differenze di spessore (nell’ordine dei 25 mm) oppure apparecchi cilindrici, chiusi da fondi ma a basso spessore. Sono, invece, da annoverare tra le geometrie complesse gli apparecchi cilindrici, con alto spessore (per le differenze di temperatura tra la parete interna e quella esterna), chiusi da fondi, strutture saldate di carpenteria con parti a forte differenza di spessore, apparecchi cilindrici con bocchelli e flange, fasci tubieri di scambiatori, scambiatori di calore con tubi saldati alle piastre. Una struttura definibile come “complessa” dovrà, sempre, essere oggetto di studio approfondito da parte di coloro che hanno responsabilità del trattamento termico (Uffici tecnici - Uffici qualità Esecutori del trattamento). Le dimensioni e il peso Anche le dimensioni e il peso dei manufatti influenzano in modo determinante la conduzione e il risultato di un trattamento: • pezzi di peso elevato risulteranno difficili da riscaldare e soprattutto da raffreddare; • pezzi di grandi dimensioni necessiteranno di grandi impianti di trattamento, opportunamente dimensionati affinché il manufatto sia correttamente posizionato al loro interno. Il posizionamento del manufatto in forno Il posizionamento del manufatto in forno è anch’esso importantissimo per ottenere i risultati dal trattamento ed evitare danni al pezzo. Quando sono utilizzati forni con bruciatori a fiamma diretta il manufatto o i manufatti dovranno essere posizionati in forno, lontani dalle fonti di calore per evitare il contatto delle fiamme che generano pericolosissimi surriscaldamenti, con danneggiamento e plasticizzazione locale del materiale. Nel caso di inserimento di più pezzi in forno, la carica dovrà essere approntata in modo che, in tutti i casi, si abbia la migliore circolazione dei gas caldi sulla superficie dei pezzi e, quindi, la migliore uniformità di temperatura. La supportazione del manufatto in forno La supportazione del manufatto dovrà essere oggetto di un approfondito studio da parte del trattamentista per evitare deformazioni e agevolare il suo riscaldamento. Dovrà essere adottato un numero adeguato di supporti per evitare distorsioni dovute all’appoggio e dovrà essere garantita la libera dilatazione del pezzo sotto l’effetto del calore. Il manufatto inoltre, in fase progettuale, dovrà essere sufficientemente irrigidito per evitare che ad alta temperatura si verifichino cedimenti strutturali, in seguito al collasso per peso proprio della struttura. Al termine del trattamento possono tuttavia rilevarsi deformazioni sui pezzi da attribuire: • nell’ordine dei millimetri, o addirittura centimetri, per i manufatti soggetti a trattamenti di quenching (raffreddamento in acqua), di tempering (raffreddamento in aria) e di solubilizzazione (raffreddamento in acqua o aria); • nell’ordine dei decimi di millimetro e dei millimetri, per il rilassamento delle tensioni residue, in pezzi particolarmente tensionati durante la fase di costruzione. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 441 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Il trattamento dei talloni A I talloni dei pezzi, in relazione alle normative di riferimento applicabili, sono trattabili con i manufatti di appartenenza o, come avviene nella maggior parte dei casi, separatamente, in laboratorio. Sussiste una differenza sostanziale tra le due circostanze: nel primo caso il tallone subisce esattamente il trattamento del pezzo, con i relativi gradienti di riscaldamento, raffreddamento e tempi di permanenza, dovuti alle masse e alle geometrie dei pezzi; nel secondo il tallone è soggetto, invece, ad un trattamento con parametri che possono risultare anche diversi da quelli esecutivi, reali (riscaldamenti e raffreddamenti più rapidi, tempi di stasi più brevi, range di temperatura più ristretti). Il comportamento di alcuni materiali alla variazione anche ristretta dei parametri accennati può differenziarsi in modo sensibile e ciò dovrà essere attentamente valutato nel caso in cui vengano richieste performance ai limiti dei range di qualifica dei materiali stessi. I T1 T2 B Figura 1 - Principio di funzionamento di una termocoppia. effettuati in forno, si basa sull’utilizzo delle termocoppie. Altri sistemi, sicuramente validi per altri processi, possono facilmente introdurre errori di rilevamento di entità sufficientemente elevata da pregiudicare il risultato del trattamento stesso. È poco indicata, per esempio, la misura della temperatura mediante misuratori ad infrarossi per i problemi connessi con la riflettività dei materiali trattati, dipendenti dalle condizioni della superficie del manufatto variabili durante il ciclo termico. rente prodotta da una forza elettromotrice la cui entità è direttamente proporzionale alla differenza di temperatura tra le due giunzioni e specifica per i due materiali costituenti i fili. Per il rilievo della temperatura nei trattamenti termici, sono normalmente utilizzate le coppie termometriche di conduttori elencate nella Tabella I, per i campi di temperatura indicati. Gli impianti di misura della temperatura Le termocoppie dovranno essere collegate ai registratori mediante cavi compensati e morsettiere o spine specifiche, dello stesso materiale delle coppie termometriche, per non generare altre giunzioni tra materiali differenti che potrebbero influenzare in modo determinante la misura della temperatura. È riportato nella Figura 2 uno schema tipico di collegamento. Il principio di funzionamento di una termocoppia Il principio di funzionamento delle termocoppie è noto come effetto Seebeck. In un circuito formato da due conduttori metallici A e B diversi (Fig. 1), quando le due giunzioni sono poste a temperature diverse (T1 e T2), circolerà una cor- Il controllo e la misura della temperatura Il metodo più valido per il controllo e la misura della temperatura, durante i trattamenti termici delle strutture saldate Cavi di collegamento di rame Cavi compensati Metallo A Strumento di misura Giunto caldo Metallo B Testa di connessione Testa di connessione Giunto freddo Figura 2 - Schema di collegamento di una termocoppia. TABELLA I Tipo Limite di temperatura (°C) Simbolo Materiali K Ni - 10% Cr vs. Ni - 6% Al -270/+1370 J Fe vs. Cu-Ni -210/+1200 S Pt -10% Rh vs Pt -50/+1760 442 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Geometria e tipi di termocoppie Sono utilizzabili vari tipi di termocoppie che si differenziano per la loro geometria, temperatura di utilizzo e metodo di fissaggio ai pezzi. Le termocoppie in guaina Sono molto utilizzate per trattamenti ad alta temperatura, in ambiente particolarmente aggressivo. Sono realizzate per trafilatura, con i due conduttori isolati in ossido minerale e la guaina di protezione esterna in acciaio inossidabile (AISI 310) o inconel (Fig. 3). Le termocoppie con isolamento in fibra (usa e getta) Sono termocoppie di utilizzo molto pratico, realizzate con i due conduttori isolati in calza di fibra resistente alla temperatura (Fig. 4). In relazione al tipo di isolamento (fibra di vetro - fibra ceramica) possono essere impiegate fino alla temperatura di 1200 °C e presentano, come caratteristica peculiare, il fatto che, normalmente, sono impiegate in modalità monouso (usa e getta). La loro fornitura è in matasse, distinte per lotto di fabbricazione e di facile rin- tracciabilità, da cui si ricavano le singole termocoppie, di lunghezza variabile e necessaria per raggiungere tutte le parti del manufatto su cui misurare la temperatura. Al termine di ciascun trattamento, il filo utilizzato viene rottamato. I metodi di fissaggio delle termocoppie ai pezzi Una corretta misura della temperatura è ottenibile solo con il miglior contatto tra le termocoppie e la superficie dei manufatti da trattare al fine di evitare l’influenza della temperatura dell’ambiente del forno. Fissaggio delle termocoppie in guaina Tutte le termocoppie del tipo in guaina devono essere fissate sulla superficie dei pezzi con l’ausilio di appositi dispositivi di bloccaggio (PAD) che hanno la funzione di mantenere il giunto caldo dell’elemento termoelettrico a contatto con il materiale (Fig. 5). I PAD sono costituiti da piastrine in acciaio inox o inconel, dotati di ferrula per l’introduzione e il fissaggio della termocoppia e sono saldati direttamente a contatto del pezzo mediante scarica capacitiva o saldatura tradizionale, con apporto di materiale. Dopo il loro distacco, per gli acciai legati o per Termocoppia in sezione con giunto caldo a massa i materiali facilmente criccabili, è consigliabile un controllo MT o PT Termocoppia in sezione con giunto caldo isolato della superficie. È inoltre indiFigura 3 - Termocoppie in guaina di acciaio s pens abile per inox o inconel, con isolamento in ossido ques to tipo di minerale. Conduttori monotrefolo Isolamento in fibra di vetro HG (985 °C) Coppia parallela Diametro conduttori: 0,8 mm (20 AWG) Dimensioni esterne: 2,5 x 4,2 mm Conduttori monotrefolo Isolamento in fibra ceramica (1204 °C) Coppia parallela Diametro conduttori: 0,8 mm (20 AWG) Dimensioni esterne: 2,6 x 4,4 mm Conduttori monotrefolo Isolamento in fibra di vetro Q (704 °C) Coppia parallela Diametro conduttori: 0,8 mm (20 AWG) Dimensioni esterne: 2,1 x 3,6 mm Figura 4 - Termocoppie con isolamento in fibra. contatto della termocoppia al pezzo proteggere il giunto caldo con un opportuno strato di materiale isolante, resistente alla temperatura di trattamento. Lo spessore di detto materiale e la larghezza dell’area protetta dovranno essere calcolati in base alle caratteristiche di conduzione termica dell’isolante utilizzato. Fissaggio delle termocoppie con isolamento in fibra Le termocoppie isolate in fibra sono, generalmente, fissate al pezzo mediante scarica capacitiva, saldando direttamente i fili dell’elemento termometrico sulla sua superficie (Fig. 6). La saldatura si ottiene per fusione, a mezzo di scarica capacitiva, senza apporto di materiale. L’energia utilizzata, in conformità alla norma ASME VIII DIV. 1 UW 37, non supera il valore di 125 Ws. Questo metodo costituisce il sistema più affidabile di misura della temperatura in quanto il giunto caldo è costituito direttamente dal materiale da misurare e non è necessario procedere all’isolamento della termocoppia per avere rilevamenti precisi della temperatura del pezzo. L’apparecchiatura per la saldatura è di tipo portatile, con batterie ricaricabili, ed è predisposta per regolare l’intensità di scarica per saldare in modo ottimale diametri diversi di fili di termocoppie (da diametro 0.5 mm a diametro 2.2 mm). Per la maggior parte degli acciai la saldatura non crea problemi di tipo metallurgico; precauzioni dovranno essere adottate solo per gli acciai di tipo martensitico, per la facilità di innesco di cricche, mentre la generazione locale di tensioni residue è eliminata dal trattamento termico. Diam 3-6 25 3 25 Figura 5 - Fissaggio delle termocoppie in guaina. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 443 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni dimensioni differenti, come esempio di valido controllo della temperatura per trattamenti eseguibili in forni, con più zone di controllo della temperatura e bruciatori ad alta velocità (Figg. 7÷11). La registrazione della temperatura Fissaggio della termocoppia Saldatura della termocoppia Figura 6 - Fissaggio delle termocoppie sui pezzi mediante scarica capacitiva. La disposizione delle termocoppie sui manufatti La corretta posizione delle termocoppie, a contatto dei manufatti, nei punti più critici, garantirà un efficace controllo della temperatura e la buona riuscita del trattamento. In generale, le termocoppie dovranno essere posizionate sul pezzo secondo i seguenti criteri: • sul massimo e minimo spessore; • sugli spessori intermedi; • nella parte superiore e inferiore del pezzo; • sui fianchi del pezzo; • all’interno delle camere chiuse accessibili, quando gli spessori superano i 50 mm; • su zone, sezioni, appendici ed altri particolari che possono essere di specifico interesse o geometricamente differiscono dal resto del manufatto. Ma altri fattori devono essere attentamente valutati per posizionare un numero adeguato di termocoppie da utilizzare per il controllo di un ciclo termico e ogni singolo caso dovrà essere studiato e approfondito dal personale tecnico e dagli addetti al trattamento in relazione: • al tipo di trattamento da eseguire; • alla complessità geometrica, alle dimensioni e al peso del manufatto da trattare; • alle caratteristiche del forno utilizzato (tipologia e numero dei bruciatori e delle zone controllate automaticamente); • al posizionamento del pezzo all’interno del forno stesso. 444 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Nel caso del trattamento contemporaneo di più manufatti con la stessa geometria e massa, è possibile suddividere le termocoppie su più pezzi applicando i parametri precedentemente esposti alla carica del forno. Di seguito sono riportati alcuni esempi di disposizione delle termocoppie su manufatti di geometria e La registrazione della temperatura dovrà essere continua e automatica per tutto il ciclo termico. Potrà avvenire con registratori a più punti di lettura con traccia scritta o tramite data logger in grado di registrare tutto il ciclo termico e riprodurlo in stampa grafica o numerica. I dati rilevati devono essere utilizzati dall’operatore addetto al controllo del trattamento per verificare che, durante il ciclo, non si stiano verificando anomalie in grado di pregiudicare il risultato del trattamento e come documentazione finale del lavoro eseguito (diagramma tempo/temperatura). Figura 7 - Posizionamento delle termocoppie per un manufatto di piccole dimensioni, chiuso ad una estremità, di elevato spessore. Figura 8 - Posizionamento delle termocoppie per un manufatto di medie dimensioni, chiuso ad una estremità, di elevato spessore. V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni a b d d c e d TC TC a b Tc d d c Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc e d Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc Tc In relazione al numero di termocoppie utilizzate sarà necessario disporre di un numero adeguato di punti registrabili per ogni registratore o affiancare più strumenti contemporaneamente. Il diagramma tempo/temperatura Ciascun diagramma dovrà essere identificato da un numero di trattamento, dalla data di esecuzione e dovranno essere riportati i dati identificativi del manufatto o manufatti trattati. Sul documento dovranno essere specificati il numero e il tipo di termocoppie utilizzate, la loro classe di precisione, la scala del tempo e della temperatura oltre alla firma del Responsabile Tecnico del trattamento. Tc Figura 9 - Posizionamento delle termocoppie su un apparecchio di grande diametro e lunghezza. La taratura delle apparecchiature Come visto, un’idonea disposizione delle termocoppie sui pezzi da trattare e una valida registrazione del ciclo termico garantiranno un affidabile controllo della temperatura di trattamento; non potremo, tuttavia, avere risultati attendibili se le attrezzature termometriche utilizzate non sono in grado di fornire una sufficiente precisione e sono soggette a variare le proprie misurazioni nel tempo. Per questo motivo, tutte le apparecchiature termometriche dovranno essere tarate prima del loro utilizzo in impianto e periodicamente, in relazione alle condizioni d’uso. Figura 10 - Posizionamento delle termocoppie su scambiatore a piastre fisse. Figura 11 - Posizionamento delle termocoppie su scambiatore parzialmente inserito in forno. Le termocoppie È necessario procedere alla verifica della precisione di ciascuna termocoppia, prima del loro utilizzo, affinché sia valutabile la precisione in relazione alle esigenze di uso in impianto. Le termocoppie non potranno avere una precisione superiore a quella dei fili che le compongono e, quindi, la qualità del filo utilizzato è basilare per ottenere un buon elemento di misura. Una volta costruita (o acquistata), una termocoppia è soggetta, nel tempo, a perdere la propria precisione per svariati fattori quali: • l’alternanza dei cicli termici; • le alte temperature; • la contaminazione ambientale; • gli stress meccanici. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 445 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Questi fattori, cambiando le caratteristiche dei materiali, variano il potere termoelettrico e, di conseguenza, la misura. È molto difficile stimare, in linea generale, la vita di una termocoppia, in quanto essa dipende da svariati fattori, anche non prevedibili, come nel caso degli stress di tipo meccanico. È meglio, tuttavia, non lasciare intercorrere un periodo troppo lungo tra una taratura e la successiva, per non incorrere in errori di misura in un numero elevato di trattamenti. Una taratura trimestrale, generalmente, è sufficiente per l’utilizzo di termocoppie tipo K in forni alimentati a gas metano; per altri combustibili di alimentazione dei forni e in presenza di zolfo, possono rendersi necessari tempi più brevi. Presso i Centri SIT, il processo di taratura è condotto per confronto tra il valore di forza elettromotrice generato dalla termocoppia da tarare con il valore di un sensore di riferimento tarato, a temperature ben determinate. Nel campo di temperatura fino a 600 °C, come sensore di riferimento viene utilizzata una termoresistenza di platino, tarata ai punti fissi, mentre tra 600 °C e 1550 °C il campione di riferimento è costituito dalla termocoppia platinorodio 10% vs platino, in conformità alle procedure interne dei Centri SIT, approvate dagli Istituti Metrologici Primari. L e d i ff e r e n z e t r a i v a l o r i d i f e m (forza elettromotrice) ai vari punti di temperatura della termocoppia da tarare, confrontati con i valori del sensore campione, indicheranno l’errore dell’elemento in esame. Di tali errori si dovrà tenere conto nell’utilizzo della termocoppia in impianto, durante lo svolgimento dei trattamenti termici. I registratori Come per le termocoppie, anche i registratori dovranno essere tarati prima del loro utilizzo, in caso di manutenzione e periodicamente. La loro taratura dovrà essere effettuata mediante un segnale di riferimento generato da uno strumento calibrato, certificato da un Centro SIT, e la periodicità di taratura ottimale è di tre mesi. Punti fissi di taratura È importante che siano prescelti punti fissi di taratura, conformi con il campo di utilizzo della termocoppia o del registratore, in impianto. Per esempio, una termocoppia di tipo K, normalmente utilizzata per misure di temperatura in trattamenti termici compresi tra 700 e 750 °C, la taratura per confronto sarà eseguita ai punti fissi di 650 °C - 700 °C - 750 °C - 800 °C. Le classi di tolleranza per le termocoppie Per semplicità nella gestione delle termocoppie, è consigliabile fare uso delle classi di tolleranza stabilite dalle varie norme nazionali e internazionali La norma EN 60584-2:1998 stabilisce, per le termocoppie di tipo K, tre classi di tolleranza di errore: la classe di tolleranza 1, la classe di tolleranza 2 e la classe di tolleranza 3 come da Tabella II. I collaudi dopo trattamento termico Al termine dei trattamenti è necessario effettuare una serie di collaudi sui pezzi trattati, da parte delle funzioni preposte in azienda (Controllo Qualità). Detti collaudi dovranno essere finalizzati a determinare se il trattamento ha raggiunto gli scopi per cui è stato effettuato e, pertanto, saranno condotti con i metodi che risultano più idonei a questo obiettivo. Saranno eseguibili collaudi di tipo documentale e collaudi sui talloni e sui manufatti. Collaudi documentali Al termine del trattamento, il collaudo di tipo documentale riguarderà il diagramma di trattamento. Il controllo dovrà essere effettuato analizzando il tracciato della registrazione delle temperature per verificare che tutte le fasi del ciclo siano state condotte secondo le disposizioni o le specifiche di riferimento. Dovranno essere analizzati: • la temperatura di immissione in forno dei pezzi e il gradiente di riscaldamento; • la differenza di temperatura tra le termocoppie durante il riscaldamento, la temperatura di permanenza, il tempo di permanenza, il range di temperatura di permanenza, il gradiente di raffreddamento, la differenza di temperatura tra le termocoppie durante il raffreddamento, la temperatura di fine ciclo, la temperatura di estrazione dei pezzi dal forno. Collaudi sui talloni e sui manufatti I collaudi sui manufatti sono da suddividere in prove distruttive, ovviamente eseguibili solo sui talloni e/o pezzi destinati alle prove, e non distruttive. Le prove distruttive Nelle prove distruttive rientrano tutte le prove meccaniche previste dai codici di costruzione degli apparecchi, le micro e macrografie, le durezze eseguite con apparecchiature di laboratorio su campioni appositamente preparati, test che riguardano la suscettibilità alla corrosione dopo trattamento, al fenomeno di stress corrosion cracking e di resistenza a fatica del materiale trattato. Le prove non distruttive Le prove non distruttive eseguibili dopo trattamento termico consistono in test da condurre direttamente sui manufatti senza il danneggiamento del pezzo, in aggiunta ai controlli non distruttivi (UT - MT - PT - RT, ecc.) prescritti dai Codici di costruzione dei pezzi. È opportuno sottoporre alle prove: • i manufatti in acciaio basso legato e legato; • gli apparecchi a pressione previsti per un utilizzo in condizioni particolar- TABELLA II Tipo di termocoppia Classe di tolleranza 1 Classe di tolleranza 2 Classe di tolleranza 3 Tipo K da - 40°C a +375°C +/- 1.5°C da 375°C a 1000°C +/- 0.004 x [t] da -40°C a +333°C +/- 2.5°C da 375°C a 1200°C +/- 0.0075 x [t] da -167°C a +40°C +/- 2.5°C da -200°C a -167°C +/- 0.015 x [t] 446 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni mente aggressive e soggetti a fenomeni di SCC; • i pezzi realizzati con materiali che modificano le proprie caratteristiche meccaniche e strutturali mediante i trattamenti termici (trattamenti di quenching + tempering - trattamenti di normalizzazione e solubilizzazione). I test eseguibili sono costituiti dalle misure di durezza e dalle misure di tensione residua. Oltre alle prove precedentemente elencate, è indispensabile, inoltre, un controllo geometrico dei manufatti per il rilevamento di eventuali distorsioni che possono essersi manifestate durante il trattamento ed eventuali analisi micrografiche, per via replica o con microscopi ottici portatili, per la verifica del grano del materiale dopo i trattamenti di normalizzazione e solubilizzazione. fatti con le stesse caratteristiche. Le apparecchiature da utilizzare dovranno essere tarate ed idonee ad eseguire i rilievi, in relazione alla geometria del pezzo e delle saldature da misurare. Per gli acciai legati e basso-legati, utilizzati nella costruzione degli apparecchi a pressione, dopo trattamento termico i valori di durezza ammissibili variano in relazione ai materiali, in un campo compreso tra 200-250HB, mentre per gli acciai al carbonio utilizzati per la costruzione di apparecchi soggetti ad attacco corrosivo e SCC, il valore di durezza massimo accettabile è di 200HB. Le misure di durezza Salvo quando concordato diversamente o nel caso dell’applicazione di procedure e specifiche di riferimento, per eseguire un efficace rilevamento delle durezze si dovranno individuare: • per i giunti i diversi procedimenti adottati nei processi di saldatura; • per il materiale base i componenti del manufatto con diverso stato di fornitura (laminati, forgiati, fusi o trattati, in precedenza termicamente). Dovranno essere identificate, inoltre, nell’ambito del pezzo: • le zone più significative relative alla geometria del manufatto e alla sua posizione in forno; • le superfici a contatto con i liquidi o i gas aggressivi. Le misure di durezza dovranno essere eseguite sui cordoni di saldatura e nella zona termicamente alterata di ciascun procedimento. Il numero di durezze dovrà essere stabilito in base alle dimensioni del manufatto ed essere rappresentativo delle varie zone del pezzo con almeno 1 rilevamento sul suo massimo spessore, 1 rilevamento sul suo minimo spessore e 1 rilevamento sulla sua parte superiore e inferiore, rispetto al posizionamento in forno, per ciascun materiale, stato di fornitura e procedimento. Nel caso del trattamento contemporaneo di più pezzi, i punti di rilevamento potranno essere suddivisi su più manu- L’effetto delle tensioni residue L’effetto delle tensioni residue è a tutti noto: • la resistenza in esercizio del materiale di un manufatto deve essere calcolata come somma algebrica tra il valore delle sollecitazioni esterne e quello delle tensioni interne; • in corrispondenza della superficie di un pezzo, le tensioni residue di trazione hanno effetto negativo sulla vita a fatica di un manufatto e possono essere la causa delle rotture dovute alla corrosione sotto sforzo; • le tensioni residue di compressione hanno, invece, un effetto positivo, sia sulla fatica che sul fenomeno della corrosione sot to s forzo in quanto vengono ostacolati l’innesco e la propagazione delle cricche; • trazione e compressione sono la causa di instabilità geometrica dei manufatti in lavorazione meccanica e in esercizio. La conoscenza del valore dello sforzo re si du o pres ente La misura delle tensioni residue Dopo trattamento termico di distensione sono eseguibili, direttamente sui manufatti, misure di tensione residua mediante la tecnica diffrattometrica (RDX) o il metodo estensimetrico. sulla superficie di un pezzo, prima della sua messa in esercizio, risulta di particolare interesse: • per i progettisti per un corretto dimensionamento dei manufatti; • per coloro che sono incaricati del monitoraggio di strutture particolarmente sollecitate, sia dai fenomeni di fatica che di corrosione, per prevedere i tempi con cui possono manifestarsi i problemi di criccatura dei pezzi e gli intervalli delle indagini da condursi mediante i Controlli Non Distruttivi. Nell’ultima parte della memoria sono riportati due esempi di generazione di tensioni residue. La misura di tensioni residue con il metodo diffrattometrico Il rilievo delle tensioni residue con il metodo diffrattometrico a raggi X si basa essenzialmente sulla misura delle distanze fra i piani cristallini individuabili nella cella elementare del materiale oggetto di analisi. In natura si hanno fenomeni di diffrazione quando, per esempio, si “illumina” un oggetto con un fascio di luce avente lunghezza d’onda dello stesso ordine di grandezza delle dimensioni dell’oggetto illuminato. Poiché i raggi X possono essere generati con lunghezze d’onda dell’ordine di grandezza della distanza interplanare della maggior parte dei materiali metallici (10-20 nm), è possibile, applicando la legge di Bragg, il rilievo della distanza tra tali piani misurando, con estrema precisione, l’angolo prodotto Figura 12 - Misure di tensione residua mediante tecnica diffrattometrica sulla saldatura di un fondo in acciaio inossidabile austenitico. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 447 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Correlazione tensioni residue Temperatura di trattamento su un cordone di saldatura di un tallone in acciaio al carbonio Correlazione tensioni residue Temperatura di trattamento per un tallone in acciaio al carbonio pallinato Temperatura di trattamento (°C) Temperatura di trattamento (°C) Figura 14 - Variazione delle tensioni residue di trazione e compressione, misurate con la tecnica diffrattometrica, su talloni, in relazione alla temperatura di trattamento. Figura 13 - Misure di tensione residua mediante tecnica diffrattometrica sulla saldatura di un tubo in acciaio al carbonio. Figura 15 - Rosetta estensimetrica. Figura 16 - Foratori. 448 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 dal fascio rifratto e il fascio incidente. Se i materiali degli oggetti esaminati sono stressati da tensioni residue o carichi applicati, tali distanze variano e, mediante l’applicazione della Teoria dell’Elasticità, è possibile calcolare a quali sollecitazioni corrispondono le deformazioni rilevate. Lo sviluppo della tecnica di misura e delle apparecchiature, realizzate oggi con dimensioni estremamente ridotte e di facile impiego, permette di eseguire rilievi di tensione residua con estrema precisione direttamente su manufatti anche di grandi dimensioni (Figg. 12÷14). La misura delle tensioni residue mediante la tecnica estensimetrica Il metodo estensimetrico per la misura delle tensioni residue è un procedimento semidistruttivo di analisi delle tensioni residue e, al contrario del metodo diffrattometrico, misura un valore di tensione residua non esclusivamente superficiale. La misura, in conformità alla norma ASTM E837, viene condotta applicando sulla superficie del pezzo, in corrispondenza del punto di misura, un particolare estensimetro a tre griglie (Fig. 15), al centro del quale viene praticato un foro di 1.5 mm di diametro (Fig. 16). Procedendo nella foratura, per passi successivi di 1/10 mm, fino ad una profondità pari al diametro del foro stesso, si procede al rilievo delle deformazioni superficiali indotte dal rilassamento e al calcolo delle tensioni residue. È anche quest’ultimo un metodo pratico, affidabile ed eseguibile anche su manufatti di grandi dimensioni. V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni La generazione degli stati di tensione residua per differenze di temperatura Di seguito riportiamo due esempi di generazione di stati tensionali per differenze locali di temperatura. Il primo modello è costituito da una provetta cilindrica, di diametro 50 mm e lunghezza 150 mm, vincolata agli estremi, considerati indeformabili, e riscaldata localmente nella zona centrale; nel secondo riportiamo i risultati di uno studio da noi condotto su una geometria più complessa. La generazione degli stati di tensione residua in un manufatto geometricamente semplice Provetta vincolata agli estremi Per il modello FEM e la post processazione dei risultati è stato utilizzato il Codice MSC PATRAN mentre per le analisi termostrutturali è stato utilizzato il Codice MSC NASTRAN. All’acciaio del campione è stato attribuito un valore di R p02= 255 MPa, alla temperatura di riscaldamento. Si è ipotizzato il riscaldamento locale, al centro della provetta, alla temperatura di 600 °C e si sono analizzate le tensioni e le deformazioni che si vengono a determinare al centro (Figg. 17-18). Tensioni alla temperatura di 600 °C Come rilevabile dalle immagini (Figg. 19-20), al centro del campione, il valore della tensione raggiunge il limite di snervamento attribuito al materiale, sia sulla sua superficie che al cuore. Per i vincoli imposti e per la geometria del pezzo, la zona di massima tensione risulta più estesa al cuore del pezzo. In direzione assiale, è possibile rilevare come la tensione, presupposto il riscaldamento molto locale, determini trazione sulla superficie del campione e compressione al centro del provino per l’impossibilità del materiale di dilatarsi (Figg. 19÷21). Deformazioni alla temperatura di 600 °C Nelle Figure 22 e 23 sono evidenziate le deformazioni plastiche del materiale, Dl/l. Nella Figura 22 il contributo elastico+plastico e nella Figura 23 solo la componente plastica. Tensioni residue al raffreddamento a temperatura ambiente Al raffreddamento del provino alla temperatura ambiente, si rilevano tensioni residue di compressione sulla sua superficie e trazione a cuore, di entità elevata (Fig. 24). Zona centrale riscaldata Figura 17 - Modello FEM. Figura 18 - Schema carichi-vincoli. Figura 19 - Tensione di Von Mises Riscaldamento alla temperatura di 600 °C Vista laterale superficie. Figura 20 - Tensione di Von Mises Riscaldamento alla temperatura di 600 °C Sezione della provetta. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 449 V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Figura 21 - Tensione assiale [MPa] (sezione) alla temperatura di 600 °C. Figura 22 - Strain Tensor alla temperatura di 600 °C. Figura 23 - Plastic Strain alla temperatura di 600 °C. Figura 24 - Tensione assiale [MPa] Provino freddo. La generazione degli stati di tensione residua in un manufatto geometricamente complesso Come visto in precedenza, in manufatti geometricamente complessi possono facilmente venirsi a determinare stati di tensione residua in seguito a differenze di temperatura, anche limitate, durante un processo termico. Di seguito riportiamo i risultati di uno studio da noi eseguito su una girante Pelton, sottoposta a trattamento di distensione in forno. Sul manufatto, non più idoneo all’esercizio in seguito a rotture comparse durante il suo funzionamento, si è condotta in 450 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 una prima fase un’analisi simulata con modellazione FEM e termostrutturale e, successivamente, si è effettuato un trattamento termico in cui si sono imposte le condizioni del modello utilizzato per il calcolo. Le differenze di temperatura sono state imposte, nella fase pratica, mediante opportune schermature del pezzo e, prima e dopo il ciclo termico, si sono eseguite misure di tensione residua con il metodo diffrattometrico che hanno confermato i risultati dello studio (Fig. 25). Risultati dell’analisi termostrutturale Come rilevabile dalle immagini (Fig. 26), una differenza di temperatura di 75 °C tra la sezione esile del cucchiaio e il mozzo, di 46 °C tra il cucchiaio e il fondo gola e di soli 29 °C tra il fondo gola e il mozzo ha determinato il locale superamento del carico di snervamento, causando la plasticizzazione molto localizzata del materiale, con conseguente deformazione plastica in corrispondenza dell’attacco delle pale. Nei punti evidenziati nella Figura 26 si sono generate tensioni residue la cui entità (> 220 MPa - trazione) è stata misurata con metodo diffrattometrico. V. Grassi - Trattamenti termici in forno: modalità di esecuzione e applicazioni Figura 25 - Modello FEM e immagine della girante. Figura 26 Vittorio GRASSI, dal 1989 è il Responsabile Tecnico del settore trattamenti della ditta Trater s.r.l. di Nova Milanese. Dal 2007 è il Direttore del Laboratorio Ricerche dell’azienda, attivo in numerosi progetti di ricerca finalizzati allo studio della riduzione degli sforzi residui mediante le tecniche tradizionali (trattamenti termici) e metodologie innovative. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 451 OMNISCAN OMNIS CAN EPOCH 1000 FFunzione unzione weld weld per per OmniScan OmniScan Entry lev level el livello Strumenti ad alto liv ello tecnologico array anche con funzioni phased arr ay e TTOFD OFD rilevatori all’avanguardia Serie EPOCH™ 1000: rilev atori all’a vanguardia ultrasuoni convenzionali array ad ultr asuoni conv enzionali e phased arr ay Per qualunque nque vostra necessità vi pr preghiamo re eghiamo di contattare e direttamente: dire ettamente: V ia Modigliani 45 • 20090 Segrate MI • tel. 02-26972.743 • telefax 02-26972.355 Via www .olympus-ims.com • infoindustrial.italia@olympus-eur opa.com www.olympus-ims.com [email protected] ii-SPEED -SPEED 3 IPLEX IPLEX LX Il Il nostro nostro più piccolo e semplice videoscopio di sempr sempree Risoluzione m a ssima 11280 2 8 0 X 11024 0 2 4 ffino in o a • Risoluzione massima 2 0 0 0 fotogrammi/secondo f o to g r a m m i /s e c o n d o 2000 Elevata ssensibilità ensibilità aalla lla lluce uc e • Elevata S e m p li c i t à d onfigura zione e controllo c o n t r o ll o • Semplicità dii cconfigurazione at traverso l’esclusivo l’esclusivo C DU attraverso CDU • Ricerca prestazioni Ricerc a di di semplicità semplicità e aalte l te p r e s t a z i o ni • Un Un nuovo nuovo livello livello di in soli soli 2,7 2 , 7 kg kg di portabilità por tabilità e versatilità versatilità in • Combinando Combinando un’eccezionale un’eccezionale semplicità semplicità d’uso d ’uso e numerose nu m e r o s e funzionalità, funzionalità , IIPLEX ccurate ccon on PL E X LX L X permette permet te ispezioni ispezioni aaccurate iill m minimo inimo ssforzo, dall’esperienza for zo, iindipendentemente ndipendentemente dall’esperienza dell’operatore d ell’operatore • EEsclusiva sclusiva e elaborazione on ssistema i s te m a W WiDER iD ER™ labora zione dell’immagine dell’immagine ccon eg grande rande monitor monitor anti-riflesso a nt i - r i f le ss o d daa 6,5” 6 , 5” •C Conforme o n fo r m e a M MIL-STD/IP55 IL-S T D/ IP 5 5 che che garantisce garantisce ad ad IPLEX IPL E X LX L X la la rresistenza esistenza a pioggia, p io g gi a , p polvere olvere e ccadute a d u te •R Registrazione e g is t r a z io n e d dii iimmagini mmagini e ffilmati il m a t i e m misurazione isura zione sstereo te r e o ((opzionale) opzionale) Pubblicazioni IIS Controllo radiografico Questo volume può essere considerato un riferimento essenziale, non solo per coloro che si interfacciano con le problematiche di controllo non distruttivo industriale ma anche per gli studenti universitari di ingegneria meccanica, fisica, scienza dei materiali e metallurgia. Attualmente il metodo di controllo radiografico è uno dei più utilizzati in molti settori industriali strategici, quali l’aeronautico, il nucleare, l’industria chimica e petrolchimica, costruzione di oleodotti e gasdotti, costruzioni off-shore e, più in generale, nelle grandi costruzioni di carpenteria e caldareria. La cinquantennale esperienza del servizio “ispezioni e diagnostica” dell’IIS ha permesso di acquisire sul campo una indiscussa e riconosciuta, anche a livello internazionale, competenza nelle tecniche di controllo radiografico, non solo in fabbricazione, ma anche nella diagnostica del danneggiamento da esercizio di grandi impianti; tale competenza viene ora sintetizzata in questa pubblicazione, a disposizione di tutti i tecnici PND già qualificati, o in fase di qualificazione, ai livelli 2 o 3 nel metodo radiografico. Il testo illustra inizialmente i principi fondamentali e le modalità operative del controllo, partendo dalla teoria della fisica atomica e nucleare per proseguire con le proprietà fisiche delle radiazioni ionizzanti, le sorgenti di radiazioni, sia X che Gamma e la loro interazione con i materiali. Sono quindi trattati i principi fisici della formazione dell’immagine su pellicola, le diverse tipologie di film e il loro trattamento.Vengono poi illustrate le variabili dell’esposizione e i fattori influenzanti la sensibilità radiografica con riferimento sia a giunti saldati di lamiere e tubi, che a getti. Ampio spazio è dedicato all’interpretazione radiografica ed ai criteri di valutazione, sia per saldature testa-testa, che per getti; altrettanto spazio è dedicato agli effetti biologici provocati dalle radiazioni, alla dosimetria e radioprotezione. Successivamente sono trattate le tecniche speciali, quali fluoroscopia, xeroradiografia, radiografia neutronica, tomografia computerizzata, radiografia digitale con schermi convertitori, misure spessimetriche, ecc. Sono infine presi in esame un certo numero di casi applicativi ritenuti di rilevante interesse industriale, tenendo sempre a riferimento quanto contemplato dalla normativa, sia europea che internazionale o, comunque, di diffuso utilizzo contrattuale. Indice 1. 2. 3. Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it L’atomo Proprietà fisiche delle radiazioni ionizzanti - produzione dei raggi X Radioisotopi di impiego industriale. La pellicola radiografica - accessori radiografici 4. Esposizione radiografica - diagramma di esposizione - I.Q.I. 5. Tecniche radiografiche speciali 6. Verifiche periodiche delle caratteristiche funzionali delle apparecchiature raggi X - Calibrazioni 7. Esempi di calcolo dei parametri operativi in esposizioni radiografiche 8. Dosimetria delle radiazioni ionizzanti-elementi di protezionistica Appendice A: Procedura per il controllo gammagrafico di giunti saldati testatesta Appendice B: Procedura per il controllo radiografico di giunti saldati testatesta Appendice C: Lettura ed interpretazione di pellicole radiografiche di giunti saldati Bibliografia 2009, 220 pagine, Codice: 101120, Prezzo: € 75,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 60,00 Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica L. Moliterni * Sommario / Summary * La rapida evoluzione della componentistica elettronica richiede un celere sviluppo delle tecnologie di assemblaggio elettronico; a queste appartiene anche la saldatura manuale. Il saldatore manuale è uno strumento protagonista di costanti evoluzioni tecnologiche che hanno portato a reperire sul mercato due differenti tipologie di saldatori manuali: i saldatori manuali tradizionali o a “resistenza” e i saldatori manuali a frequenza. Parallelamente, le sopracitate evoluzioni tecnologiche hanno riguardato anche tutta l’attrezzatura ausiliaria del saldatore manuale e hanno permesso la sua trasformazione in stazioni multifunzionali. The manual soldering station is the protagonist of constant technological developments that led to finding the market two different types of manual soldering stations: "resistance" or traditional manual soldering stations and frequency manual soldering stations. In parallel, the aforementioned technological developments have also affected all the ancillary equipment manual soldering stations and enabled its transformation into multifunctional stations. The rapid development of electronic components requires a rapid development of electronic assembly technologies; these technologies also includes the manual soldering. Keywords: Development; electronic devices; hand soldering; manual operation; process equipment; soldering; soldering irons. Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 455 L. Moliterni - Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica utilizzo del saldatore manuale. Si può quindi definire il saldatore manuale come l’utensile base per il processo di brasatura dolce manuale. 1. Composizione L’ industria elettronica contemporanea è arrivata a fronteggiare l’assemblaggio di componentistica elettronica miniaturizzata avente passi fino a 0.2 mm con piazzole (di circuito stampato) di riferimento aventi dimensioni fino a 0.15 mm. Tali dimensioni hanno indotto ad un celere sviluppo delle tecnologie e/o dei metodi di assemblaggio; tra le tecnologie trascinate da tale sviluppo troviamo anche il processo di brasatura manuale realizzato mediante l’utilizzo del saldatore manuale (o brasatore manuale), utensile ancora molto utilizzato nella produzione elettronica, soprattutto a valle dei processi automatici o dei processi di collaudo. Attraverso attività di servizio realizzate negli ultimi anni dai Tecnici dell’Area Formazione Micro Elettronica dell’IIS presso i propri clienti operanti nella produzione degli assemblaggi elettronici, si è verificato che il 70% delle difettosità rilevate sugli stessi sono riconducibili alle operazioni di brasatura manuale; tale dato raggiunge dei picchi pari al 90% quando si trattano assemblaggi realizzati mediante leghe senza piombo. Tali difettosità derivano in larga parte dalla scarsa attenzione che viene riposta alle caratteristiche ed alle modalità di I saldatori manuali (o stazioni saldanti, o stazioni brasanti) attualmente utilizzati nelle linee produttive di assemblaggi elettronici (Fig. 1) sono composti dalle seguenti parti: • una centralina; • un’impugnatura; • una punta saldante. 2. Principi di funzionamento Attualmente è possibile reperire sul mercato due differenti tipologie di saldatori manuali, ovviamente derivanti da differenti principi di funzionamento: i saldatori manuali tradizionali o a “resistenza” e i saldatori manuali a frequenza di più moderna concezione. Nei saldatori manuali tradizionali a resistenza, la centralina fornisce l’alimentazione elettrica (mediante il collegamento con la tensione di rete) che permette l’impostazione della temperatura di utilizzo della punta (visualizzabile mediante un display digitale). L’impugnatura (Fig. 2) è costituita da un materiale termicamente ed elettricamente isolante in quanto all’interno vi è una resistenza elettrica riscaldata dalla tensione fornita dalla centralina (mediante filo elettrico). 2a 2 3 1 Figura 1 - Visione di una stazione saldante formata da una centralina (1), un’impugnatura (2) con porta impugnatura (2a) e una punta (3). 456 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 La punta saldante (intercambiabile), sita direttamente sulla resistenza elettrica presente all’interno dell’impugnatura, serve per trasmettere il calore alle superfici da saldare. Nei saldatori manuali a frequenza, la centralina fornisce la frequenza alla punta necessaria a riscaldarla adeguatamente (vedere descrizione che segue), l’impugnatura è (come per il caso del saldatore manuale a resistenza) costituita da un materiale termicamente ed elettricamente isolante in quanto all’interno vi è una parte della punta che riscalda. La punta saldante è costituita da un riscaldatore (trattasi di un nucleo di rame rivestito di lega ferromagnetica Fe/Ni su cui risulta avvolta una bobina) e da un connettore per innesto con alimentatore ad alta frequenza (quest’ultimo si trova nella centralina anche se l’innesto avviene nell’impugnatura grazie al trasporto dei segnali ad alta frequenza che avviene grazie a dei fili). Nei saldatori manuali a frequenza la punta saldante, definita “intelligente” (Fig. 3), rileva il carico termico necessario da trasferire sulla superficie da s a l d a r e ( a d i ffe r e n z a d e i s a l d a t o r i manuali a resistenza dove tale carico termico viene rilevato dall’operatore). In relazione al carico termico rilevato dalla punta saldante, l’alimentatore provvede a sollecitare la bobina mediante il passaggio di corrente ad alta frequenza (potenza variabile in funzione dell’apporto richiesto). La bobina alimentata crea un campo elettrico che conferisce energia (sottoforma di calore per effetto Joule) al nucleo; la corrente però non tende a distribuirsi in modo uniforme nel nucleo bensì presenta una maggiore densità in prossimità della superficie rivestita di lega ferromagnetica per via del fenomeno fisico denominato “effetto pelle”. Quando la temperatura raggiunta dalla punta saldante supera la “temperatura di Curie” della lega Fe-Ni questa perde le sue caratteristiche ferromagnetiche; come conseguenza viene minimizzato anche “l’effetto pelle” e la corrente (a bassa impedenza) inizia a circolare anche all’interno del nucleo sviluppando quindi una minima quantità di calore. Raggiunto questo stadio il sistema è stabilizzato in quanto in punta è stata raggiunta la temperatura necessaria alla tra- L. Moliterni - Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica 1 1: 2: 3: 4: 5: 6: 7: 2 3 4 5 6 7 punta saldante attacco punta saldante resistenza elettrica (elemento riscaldante) fissaggio del manico manico fili elettrici (fase, neutro e terra) cavo elettrico (o cordone) di collegamento con la centralina Figura 2 - Rappresentazione di una impugnatura di una stazione saldante. smissione del carico termico previsto e l’alimentazione della bobina viene interrotta. Successivamente, quando a seguito del contatto tra le superfici “fredde” e la punta saldante, la temperatura della punta scende di circa 2 °C rispetto alla “temperatura di Curie”, la lega Fe-Ni riacquista le caratteristiche ferromagnetiche, “l’effetto pelle” viene a ripristinarsi e l’alimentatore ricomincia a sollecitare la bobina ripetendo così il ciclo descritto sopra. Il processo viene ripetuto in definitiva alla velocità di svariati cicli al secondo. Il vero vantaggio del principio di funzionamento è quello che la punta saldante valuta autonomamente il carico termico da apportare; di conseguenza il sistema agisce modificando la potenza erogata (potenza variabile), mantenendo però fissa la temperatura in punta (parametro garantito dalla “temperatura di Curie” della lega ferromagnetica Fe-Ni che risulta essere una caratteristica immutabile) e limitando quindi il rischio di shock termici e probabili danni ai componenti elettronici e ai circuiti stampati. 3. Classificazione dei saldatori manuali La classificazione dei saldatori manuali, normalmente, avviene in funzione della potenza nominale della resistenza (per quanto riguarda i saldatori manuali a resistenza) o della potenza massima raggiungibile in punta (per quanto riguarda i saldatori manuali a frequenza) e si possono suddividere a: • bassa potenza (fino a 25 W); • media potenza (da 25 W a 40 W); • alta potenza (oltre 40 W). Per una più corretta classificazione del saldatore è comunque necessario prendere come riferimento i seguenti parametri. Potenza resa alla punta A differenza della potenza nominale, la potenza resa alla punta tiene conto delle perdite di energia (e/o calore) dalla centralina alla punta e misura la “potenza utile” per il riscaldamento della punta stessa. La “potenza utile” è quella potenza resa disponibile per il riscaldamento delle parti da unire e della lega brasante. Temperatura massima della punta È la temperatura di regime alla quale si porta la parte più estrema della punta (in aria libera) di un saldatore manuale quando questo è acceso. Capacità termica della punta È una misura del contenuto di calore della punta, ovvero la quantità di calorie che la punta cede quando si raffredda di 1 °C. La capacità termica della punta è data dal prodotto della massa della punta per il calore specifico del materiale che la costituisce / l’unità di peso dello stesso materiale. La capacità termica della punta deve essere proporzionata al lavoro che deve essere eseguito: se è troppo bassa può provocare un eccessivo raffreddamento della punta quando questa è in contatto con le parti da scaldare, se è troppo alta può provocare danneggiamento alle parti stesse per eccessivo surriscaldamento. Tempo di recupero È il tempo che la punta impiega a ritornare alla sua temperatura massima dopo l’esecuzione del giunto saldato. Il tempo di recupero è tanto minore quanto maggiore è la potenza resa alla punta (o potenza utile) e quanto minore è la capacità termica della stessa. N.B. Se il tempo di recupero è troppo basso, il ritmo di lavoro rallenta perché occorre attendere del tempo tra l’esecuzione di un giunto ed il successivo. 4. La punta del saldatore La scelta della punta del saldatore manuale è di assoluta importanza per poter realizzare un giunto saldato di assoluta qualità; la sua forma e le sue dimensioni infatti devono essere con- Figura 3 - Rappresentazione di una punta saldante intelligente relativa a un saldatore manuale a frequenza. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 457 L. Moliterni - Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica formi alle superfici da saldare, per questo m o t i v o e s is te u n a grande quantità di tipi di punte. Il materiale con cui è costituita la punta è importante e deve possedere le seguenti caratteristiche: • elevata conducibilità termica; • elevato calore specifico; • buona bagnabilità da parte della lega brasante fusa; • insolubilità nella lega brasante fusa; • scarsa tendenza ad ossidarsi quando lasciata calda a contatto con l’aria. Le punte del saldatore manuale a resistenza sono generalmente composte di rame (o di sue leghe) in quanto possiede un’ottima conducibilità termica ed un elevato calore specifico; le punte del saldatore manuale a frequenza, invece, sono composte da materiale ferromagnetico (lega Fe-Ni) che permette di realizzare “l’effetto pelle” quando attraversato da alte frequenze. Il rame e la lega Fe-Ni, però, hanno una scarsissima resistenza all’ossidazione ed una eccessiva dissoluzione nella lega saldante fusa, quindi vengono rivestiti nell’ordine da una finitura di ferro galvanico (che impedisce la dissoluzione del rame), da una finitura meno spessa di nichel galvanico e da una finitura superficiale finissima di cromo galvanico (resistente all’ossidazione). Figura 4 - Esempio di utilizzo di pinze termiche per la dissaldatura. damentale per effettuare saldature precise. Per la saldatura di componentistica per tecnologia a montaggio superficiale (SMT) si dovrebbero utilizzare fili di lega saldante aventi diametro compreso tra 0.2 mm e 0.5 mm; per la saldatura di componentistica per tecnologia a foro passante (THT) si dovrebbero utilizzare fili di lega saldante aventi diamet ro c om pres o tra 0.5 mm e 0.8 mm mentre per la saldatura di cablaggi si consigliano fili aventi diametro compreso tra 0.8 e 1.2 mm. Per effettuare saldature precise la forma e la dimensione dell’impugnatura del saldatore manuale è fondamentale. Prima di cominciare a saldare, si consiglia di seguire le seguenti regole: • impostare la temperatura di saldatura secondo i dati forniti dai fornitori dei componenti elettronici e dei circuiti stampati. Nel caso in cui le suddette temperature non dovessero essere sufficienti per potere effettuare le saldature, allora bisogna applicare un sistema di preriscaldamento alla zona in cui si vuole effettuare il giunto di saldatura, al fine di portarla ad una temperatura compresa tra i 90 °C e i 120 °C; • impugnare correttamente il saldatore: possibilmente tra pollice, indice e medio (così come generalmente si impugna una penna per scrivere); • fare in modo che le parti da saldare non si muovano durante l’operazione di saldatura, soprattutto durante la solidificazione della lega brasante. 6. Attrezzatura ausiliaria alle stazioni saldanti Le molte aziende presenti sul mercato, specializzate nella progettazione e realizzazione di stazioni saldanti, spinte da una particolare concorrenza associata con l’evoluzione delle tecnologie elettroniche, hanno portato alla realizza- 5 3 4 2 5. Cenni sulle modalità di utilizzo del saldatore Ogni operatore, generalmente, utilizza un proprio metodo per saldare manualmente maturato dall’esperienza lavorativa e, possibilmente, dopo un periodo di buon addestramento. Un buon operatore deve essere dotato di intraprendenza e di inventiva in quanto può trovare da saldare differenti cose con numerose problematiche. La scelta di un opportuno diametro del filo di lega brasante da utilizzare è fon- 458 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 1 1: punta saldante 2: impugnatura 3: pulsante 4: tubetto di aspirazione 5: camera di raccolta scorie Figura 5 - Esempio di dissaldatore ad aspirazione. L. Moliterni - Il saldatore “manuale” utilizzato nella saldatura in elettronica zione di stazioni saldanti equipaggiate di attrezzature atte alla rilavorazione dei giunti brasati e alla rimozione e sostituzione della componentistica elettronica. Si tratta quindi di vere e proprie stazioni per la saldatura e dissaldatura di componentistica elettronica nonché nominate anche come stazioni di “rework”. Le attrezzature ausiliarie maggiormente diffuse sono: • le pinze termiche; • i dissaldatori ad aspirazione; • le “pistole” ad aria calda. Le pinze termiche (Fig. 4) sono caratterizzate da un’impugnatura, avente forma di pinza, collegata alla centralina mediante un cavo elettrico (così come descritto per l’impugnatura del saldatore manuale a resistenza). Ai capi delle pinze termiche si trovano due punte saldanti (reperibili sul mercato in diverse forme e misure) che, con lo stringersi dell’impugnatura, toccano le estremità dei componenti elettronici (dove sono presenti le connessioni brasate) portando a fusione i giunti brasati e, mediante la rimozione della pinza dall’area di lavorazione, avverrà anche la rimozione del componente elettronico. Il principio di funzionamento delle pinze termiche può essere equivalente sia a quello descritto per i saldatori manuali tradizionali a resistenza sia a quello descritto per i saldatori manuali a frequenza. Le pinze termiche vengono solitamente utilizzate per la rimozione di componentistica realizzata per tecnologia a montaggio superficiale. I dissaldatori ad aspirazione (Fig. 5) sono caratterizzati da un’impugnatura similare a quella del saldatore manuale avente al suo capo una punta saldante reperibile sul mercato in diverse forme e misure. Le punte saldanti dei dissaldatori ad aspirazione possiedono una cavità interna che permette il collegamento, tramite un tubetto di plastica, ad una Figura 6 - Esempio di pistola ad aria calda. pompa aspirante a motore che viene azionata mediante la pressione di un pulsante posto sull’impugnatura: a questo punto la pompa aspirante a motore provoca una depressione. Quando la punta saldante viene messa a contatto col giunto brasato lo fonde, aspirando (grazie alla depressione generata dalla pompa aspirante) il materiale di apporto che verrà convogliato in una “camera” di raccolta scorie (posizionata tra la punta saldante e il tubetto di aspirazione). I dissaldatori ad aspirazione vengono solitamente utilizzati per la rimozione di componentistica realizzata per tecnologia a foro passante. Le pistole ad aria calda (Fig. 6) sono anch’esse caratterizzate da un’impugnatura similare a quella del saldatore manuale avente al suo capo una punta saldante reperibile sul mercato in diverse forme e misure. L’impugnatura è collegata alla centralina mediante un cavo elettrico e un tubetto plastico; il cavo elettrico svolge il solito compito di fornire energia alla punta saldante mentre il tubetto plastico è interfacciato a due pompe (presenti nella centralina) che producono un flusso d’aria e un vuoto. Il flusso d’aria, riscaldato dall’energia fornita all’impugnatura (e/o alla punta saldante) mediante il cavo elettrico collegato con la centralina, riscalda i giunti brasati fino a portarli a fusione mentre il vuoto permette (tramite un tubicino presente al centro della punta) la rimozione del componente elettronico. Le pistole ad aria calda vengono solitamente utilizzate per la rimozione di componentistica realizzata per tecnologia a montaggio superficiale caratterizzata da un corpo assai voluminoso. Luca MOLITERNI, diplomato Perito Elettronico nel 1998, è dipendente dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 1999. È attualmente Responsabile dell’ Area Microsaldatura in Elettronica della Divisione Formazione; svolge mansioni di Istruttore/Esaminatore di saldatura in elettronica secondo le specifiche dell’ESA (European Space Agency) e Master Instructor secondo lo Standard ANSI/IPC-A-610. Svolge inoltre attività di assistenza tecnica per le Aziende coinvolte nella produzione di assemblaggi elettronici e di ricerca sulla saldatura in elettronica. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 459 www.airliquidewelding.it [email protected] 1 • • 2 elettrica in funzione della velocità desiderata per ogni spessore, possibilità di usare diverse gamme di velocità su uno stesso pezzo, possibilità di unire operazioni di taglio e marcatura con la stessa torcia. con nuova torcia CPM 400-450 Impianto a basso consumo elettrico Qualità • precisione dimensionale • 3 TAGLIO PLASMA NERTAJET HP150 e HP300 Produttività • regolazione della potenza dei pezzi e fori tagliati su un’ampia gamma di materiali, qualità costante delle superfici tagliate. Risparmio • maggior durata dei • componenti sottoposti a usura, basso consumo di gas. LA FIAMMA SICURA PER IL CANTIERE P Più iù p pratico ratico e ssicuro. i c u ro . 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L’adozione del metodo ad elementi finiti con analisi elastica lineare richiede l’attenta interpretazione, non sempre agevole, della natura delle tensioni agenti (primarie, secondarie, non lineari). L’impiego dell’analisi elastoplastica non lineare consente invece una stima più immediata delle tensioni effettivamente agenti sugli elementi strutturali quando i fenomeni di rilassamento indotti dal creep hanno già avuto luogo. In quest’ambito è possibile l’applicazione delle procedure di calcolo proposte dalle recenti normative e raccomandazioni che regolano la progettazione e l’esercizio di apparecchiature a pressione (UNI EN 13445, R5), adottando un legame costitutivo elastoplastico e valutando una tensione di riferimento da impiegare nel calcolo del tempo teorico di rottura. Tale approccio può essere applicato anche nella fase di progettazione di componenti operanti in regime di creep. Nel presente lavoro vengono sinteticamente discussi i criteri proposti dalle normative sopra citate, illustrando un esempio applicativo nell’ambito della valutazione di vita residua di un’apparecchiatura in esercizio in un impianto petrolchimico. Within structural analysis the remaining life assessment of components operated in creep regime can be carried out by adopting the traditional approach, on the basis of “by formula” procedures proposed by design codes. The adoption of the finite element method with linear elastic analysis requires a careful interpretation, not always simple, of the nature of stress components (primary, secondary, peak....). On the other hand, the elastic-plastic non-linear analysis allows stresses acting on components, when creep relaxation effects have occurred, to be quickly evaluated. In this context the application is possible of calculation procedures proposed by recent standards and recommendations concerning design and operation of pressure vessels (EN 13445, R5), by adopting an elastic-plastic constitutive law and thus evaluating a reference stress to be used in calculating the theoretical time to rupture. This approach can also be used during the design stage of creep operated components. In this paper the assessment criteria proposed by the standards mentioned above are briefly summarized and a case study is discussed concerning the remaining life assessment of a pressure equipment in service in a refinery plant. Keywords: ASME; chemical engineering; computation; creep; creep resisting materials; creep strength; design; elevated temperature strength; finite element analysis; high temperature; ISPESL; pressure vessels; remanent life; service conditions; standards; stress analysis; stress distribution; stress rupture strength; structural analysis; UNI EN. (°) Memoria presentata al Convegno: “SAFAP 2010” Venezia, 13-14 Maggio 2010. * Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 463 S. Pagano e G.L. Cosso - Procedure di calcolo numerico per l'analisi strutturale di componenti in creep, ecc. A = 10 n =8 -23 1. La “tensione di riferimento” Nell’ambito della progettazione di apparecchi in pressione, le principali norme nazionali ed internazionali prevedono da tempo criteri per l’interpretazione dei risultati ottenuti da analisi numeriche ad elementi finiti. L’approccio “design by analysis” è infatti di notevole utilità in tutti i casi in cui occorre superare le limitazioni delle tradizionali procedure “by formula”: quando è necessario, ad esempio, verificare la resistenza di componenti di geometria particolare e/o considerare l’interazione tra tensioni di natura primaria (determinate dai carichi meccanici) e tensioni di natura secondaria (correlate alla congruenza delle deformazioni). L’evoluzione dei software ad elementi finiti e il costante incremento delle prestazioni dei calcolatori hanno poi contribuito a rendere sempre più agevole e diffuso l’utilizzo dell’analisi numerica. Fino a pochi anni fa, tuttavia, l’applicazione dell’approccio “design by analysis” era possibile solamente per componenti progettati per temperature massime di esercizio inferiori al limite convenzionale di inizio scorrimento viscoso. Questa importante limitazione è stata recentemente superata, sia pure con modalità differenti, dai principali riferimenti normativi del settore: la EN 13445 e il codice ASME. Lo stato di tensione determinato dall’analisi numerica lineare elastica è in generale caratterizzato da significativi effetti di concentrazione, tipicamente in corrispondenza di discontinuità geometriche. In tali zone l’interpretazione della natura delle tensioni agenti è spesso complessa: agli effetti primari, di norma di carattere locale, si sovrappongono infatti significativi contributi secondari. Le deformazioni indotte dallo scorrimento viscoso, maggiormente pronunciate nelle zone di concentrazione di tensione, determinano una progressiva attenuazione degli effetti locali e secondari, promuovendo la ridistribuzione 464 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 A = 10 n =6 -19 Figura 1 - Distribuzione della tensione equivalente di Von Mises (MPa) che caratterizza le condizioni di “steady state” per due differenti leggi costitutive (in entrambi i casi è stato utilizzato il modello di Norton: ∂ε/∂t = Aσn). delle tensioni stesse. Questa fase transitoria iniziale termina con il raggiungimento di una condizione “stazionaria” (“steady state”): nelle fasi successive lo stato di tensione non manifesta ulteriori variazioni, nonostante il continuo incremento delle deformazioni viscose (anelastiche). L’evoluzione dello stato di tensione determinata dallo scorrimento viscoso presenta evidenti analogie con la ridistribuzione delle tensioni indotta dal legame costitutivo elastoplastico. È peraltro immediato osservare (Fig. 1) che il valore delle tensioni agenti nello “steady state” è con buona approssimazione indipendente dal legame costitutivo scelto per rappresentare lo scorrimento vis cos o, che ha influ e n z a solamente sulle deformazioni. Il valore massimo della tensione equivalente di Von Mises che si manifesta nello “steady state” è pertanto paragonabile (Fig. 2) al carico unitario di snervamento di una legge costitutiva elastica - perfettamente A = 10 n =8 -23 Figura 2 - Confronto tra una delle distribuzioni nella Figura 1 (a destra) e la distribuzione della tensione equivalente di Von Mises (a sinistra) ottenuta con una legge costitutiva elastica-perfettamente plastica, con carico unitario di snervamento pari a 100 MPa. S. Pagano e G.L. Cosso - Procedure di calcolo numerico per l'analisi strutturale di componenti in creep, ecc. plastica adottata in un’analisi numerica non lineare. Da tali considerazioni ha origine il concetto di “tensione di riferimento” (“reference stress”), ormai da tempo utilizzato nella letteratura tecnica e nei riferimenti normativi inerenti lo scorrimento viscoso ([1], [2], [3]). Considerate le definizioni seguenti: • Pd: combinazione dei carichi meccanici nelle condizioni di progetto; • σy: carico unitario di snervamento del materiale (caratterizzato da una legge costitutiva elastica - perfettamente plastica); • Plim: combinazione dei carichi meccanici, proporzionale a P d, che determina il collasso plastico del componente, il valore della tensione di riferimento è definito dall’equazione: σref = Pdσy/Plim (1) in cui il rapporto σ y /P lim è con ottima approssimazione indipendente da σy. La tensione di riferimento ottenuta da (1) può di conseguenza essere confrontata sia con il carico unitario di snervamento del materiale, nella verifica della resistenza del componente nei confronti del collasso plastico, sia con la resistenza del materiale stesso nei confronti dello scorrimento viscoso, nei casi in cui sia quest’ultimo fenomeno a condizionare il dimensionamento. 2. La fase transitoria che precede lo “steady state” Nel periodo di esercizio che precede lo “steady state”, come descritto nel paragrafo precedente, hanno luogo le deformazioni viscose che determinano la ridistribuzione delle tensioni agenti. Questa fase costituisce pertanto un contributo, in generale non trascurabile, al danneg- giamento del Distribuzione componente per elastica lineare Ulteriore fase σ scorrimento transitoria viscoso. Condizione di In alcuni compo“steady state” nenti la fase transitoria può maniFase transitoria iniziale festarsi ad ogni ciclo operativo di ε arresto/avviam e nt o. Q ues ta c i rc ostanza s i Assenza di deformazioni verifica quando, plastiche nella fase di arresto (linea verde) per effetto delle condizioni di congruenza, durante Deformazioni plastiche nella fase di arresto (linea blu) la fase di arresto le deformazioni Figura 3 - Evoluzione qualitativa dello stato viscose determidi tensione e deformazione di un componente nate durante in esercizio in regime di scorrimento viscoso. l’esercizio indu3. Codice ASME ed EN 13445: cono fenomeni di plasticizzazione locale le importanti innovazioni (Fig. 3). Al successivo avviamento, lo dell’edizione 2007 stato di tensione che ne consegue viene riportato allo “steady state” con una Nell’edizione 2007 del Codice ASME è nuova fase transitoria. In tali condizioni stata completamente rinnovata la Diviogni ciclo determina un contributo al sione 2 della Sezione VIII, nella quale danneggiamento viscoso di entità simile sono riportate le prescrizioni per l’ima quello corrispondente alla fase iniziale piego dell’analisi strutturale numerica. dell’esercizio. È stata notevolmente ampliata ed approU n a s t i m a a c c u r a t a d i t a l i e ff e t t i è fondita, in particolare, la descrizione dei tutt’altro che agevole. Occorrerebbe criteri per l’impiego dell’analisi non infatti un modello matematico estremalineare (limite ed elastoplastica); i valori mente dettagliato della resistenza e del dei coefficienti di sicurezza sono stati comportamento costitutivo del mateallineati a quelli già da tempo indicati riale, in differenti condizioni di tensione dalla EN 13445 (Tab. I); la possibilità di agente e temperatura di esercizio: un utilizzare le procedure di verifica della approccio eccessivamente oneroso per Divisione 2 è stata estesa anche al prol’applicazione in ambito industriale. getto di componenti in esercizio in I principali riferimenti normativi, perregime di s corrimento visc o so . I n tanto, propongono criteri semplificati: • per valutare il contributo al dannegquest’ambito, tuttavia, l’applicazione giamento della fase transitoria inidei software ad elementi finiti è limitata ziale, modificando opportunamente il all’analisi elastica lineare, in cui è necesvalore della tensione di riferimento; saria l’interpretazione dei risultati con la • per verificare le condizioni di “shakeprocedura di categorizzazione dello down” durante i cicli di arresto/avviastato di tensione. Con le Addenda 2007 mento. anche la norma EN 13445 introduce la TABELLA I - Criteri per la definizione della tensione ammissibile per l'utilizzo delle prescrizioni della Sez. VIII Div. 2 del Codice ASME (Edizione 2007). Materiale Per T < Tamb Rottura a Carico di trazione snervamento Rottura a trazione Carico di snervamento Per T ≥ Tamb Tensione di rottura Incremento deformazione a creep Acciai ferritici Rm/2.4 fy/1.5 Rm/2.4 fyT/1.5 Min(σRmed/100000/ 1.5, 0.8σRmin/100000) σmed/0.01% 1000h Acciai austenitici Rm/2.4 fy/1.5 Rm/2.4 Min(fy/1.5, 0.9fyT) Min(σRmed/100000/ 1.5, 0.8σRmin/100000) σmed/0.01% 1000h Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 465 S. Pagano e G.L. Cosso - Procedure di calcolo numerico per l'analisi strutturale di componenti in creep, ecc. possibilità di adottare l’analisi strutturale numerica per la progettazione di componenti in esercizio in regime di scorrimento viscoso (Annex B “Design By Analysis - Direct Route”). A differenza del Codice ASME viene ammesso, in quest’ambito, l’impiego dell’analisi non lineare (analisi limite). Le procedure di calcolo, sostanzialmente analoghe a quelle indicate in R5, prevedono l’esecuzione di due differenti verifiche: • “Creep Rupture” (CR): esamina la resistenza delle membrature nei confronti delle azioni meccaniche; prevede l’impiego dell’analisi non lineare elastica-perfettamente plastica (con l’utilizzo del criterio di Von Mises) in cui il carico unitario di snervamento viene posto pari alla resistenza di progetto del materiale. Quest’ultima viene calcolata (con l’adozione di un opportuno coefficiente di sicurezza) sulla base della resistenza media a rottura per scorrimento viscoso relativa ad un periodo di esercizio commisurato alla vita di progetto, in ogni caso non inferiore a 100˙000 h; • “Excessive Creep Strain” (ECS): considera l’eventualità che durante la vita di progetto le deformazioni permanenti possano superare, anche localmente, la duttilità a creep del materiale. La verifica comprende, mediante una procedura semplificata, la stima del contributo al danneggiamento determinato dalla fase transitoria iniziale: il peso di tali effetti è tanto più significativo quanto maggiore è l’entità delle concentrazioni di tensione rilevate dall’analisi elastica lineare. Deve essere infine verificata l’assenza di deformazioni plastiche (“shakedown”) indotte dalle condizioni di congruenza durante le fasi transitorie, come descritto in dettaglio nel paragrafo precedente. È di notevole importanza segnalare che, nel contesto dell’analisi numerica, la presenza di giunzioni saldate deve essere opportunamente considerata mediante l’adozione di opportuni fattori di riduzione della resistenza a creep (Par. B.9.2 “Welded joints”). Per quanto tale aspetto non rappresenti l’oggetto principale del presente lavoro, deve essere sottolineato che l’accurata caratterizzazione del comportamento delle giunzioni saldate nei confronti dello 466 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 scorrimento viscoso rappresenta ad oggi una tematica tutt’altro che evasa, in particolare per i materiali di impiego più recente. 4. L’applicazione delle prescrizioni della norma EN 13445 per la stima della frazione di vita consumata di componenti in esercizio in regime di scorrimento viscoso Oltre a costituire un’opzione alternativa all’approccio “design by formula” nella fase di progetto, le prescrizioni della norma EN 13445 per l’utilizzo dell’analisi numerica possono essere adottate anche nell’ambito della riomologazione di apparecchiature in esercizio in regime di scorrimento viscoso ai sensi della Circolare ISPESL n° 48/2003, che rappresenta attualmente il riferimento vigente, nel nostro Paese, per l’esame di componenti che hanno totalizzato un periodo di servizio superiore alla vita di progetto (tipicamente 100˙000 h). L’opportunità di utilizzare l’analisi numerica in tale contesto è in generale correlata: • alla necessità di effettuare una stima più accurata della frazione di vita consumata nei casi in cui le procedure “by analysis” normalmente impiegate conducano a risultati eccessivamente cautelativi, non con- Fasciame cilindrico della “plenum chamber” Fondo emisferico intermedio Fasciame cilindrico del reattore gruenti con l’esito delle attività di ispezione (controlli non distruttivi ed indagini metallografiche); • alla necessità di esaminare componenti di geometria complessa, per i quali le procedure “by formula” sono a rigore non applicabili e/o non consentono di ottenere una rappresentazione completa ed esauriente delle sollecitazioni agenti. Nel seguito viene sinteticamente proposta la descrizione di un esempio applicativo, in cui l’adozione dell’approccio “design by analysis” è stata ritenuta necessaria in relazione alla particolare geometria dei componenti in esame. La zona considerata è costituita dalla “plenum chamber” di un reattore FCC, nel caso in esame realizzata con la soluzione costruttiva rappresentata nella Figura 4. Si tratta di un caso di particolare interesse, dal momento che, con tutta evidenza, il fasciame cilindrico induce sul fondo emisferico intermedio tensioni di natura primaria localizzate in prossimità della zona di connessione, che è senza dubbio arduo stimare con procedure “by formula”. Anche l’analisi elastica lineare può, in questo caso, dare adito ad interpretazioni non univoche dei risultati ottenuti, dal momento che non è certamente immediato individuare correttamente la natura delle sollecitazioni agenti (Fig. 5). Modello 2D assialsimmetrico Zona di connessione fondo intermedio“plenum chamber” Figura 4 - Zona di connessione del fasciame cilindrico del reattore con il fondo emisferico intermedio e la “plenum chamber”. S. Pagano e G.L. Cosso - Procedure di calcolo numerico per l'analisi strutturale di componenti in creep, ecc. Come noto, la procedura indicata dalla Circolare ISPESL n° 48/2003 per la stima della frazione di vita consumata prevede il calcolo della sollecitazione agente sul componente in esame nelle condizioni di esercizio dichiarate dall’Esercente. Nel caso in cui a tale scopo sia impiegata l’analisi non lineare elastica - perfettamente plastica, tale valore è rappresentato dalla tensione di riferimento definita dall’equazione (1), opportunamente modificata per considerare il contributo al danneggiamento per creep della fase transitoria che precede lo “steady state”. È di conseguenza possibile utilizzare l’equazione (B.9-2) proposta dalla EN 13445 per la verifica ECS, di seguito riprodotta: σref = [1+0.13(Au/Ae-1)]AdRMd/Au (2) in cui: • RMd rappresenta la resistenza di progetto del materiale (definita sulla base della resistenza allo scorrimento viscoso); • A d rappresenta la combinazione di carico di progetto; • A u rappresenta la combinazione di carico, proporzionale ad Ad, che corrisponde al collasso plastico del componente. A u viene calcolata rappresentando il comportamento del materiale mediante una legge costitutiva elastica-perfettamente plastica, in cui il carico unitario di snervamento è rappresentato da RMd; • A e rappresenta la combinazione di carico, proporzionale ad Ad, che corrisponde, in un’analisi elastica lineare, al raggiungimento di un valore massimo della tensione strutturale pari a RMd. Nell’esempio applicativo proposto, la combinazione di carico “A” è costituita dalla sola pressione interna “P”; di conseguenza l’equazione (2) è stata modificata come segue: σref = [1+0.13(Pu/Pe-1)]Pesσy/Pu (3) Sezione A-B A B Figura 5 - Distribuzione della tensione ideale di Von Mises (in MPa) ottenuta dall’analisi elastica lineare in condizioni di esercizio. In alto a sinistra è rappresentata la distribuzione linearizzata della tensione in corrispondenza della sezione A-B (la componente di membrana è indicata in azzurro, la componente di membrana+flessione in violetto, la tensione effettiva in rosso). Tensione equivalente di Von Mises Deformazione equivalente di Von Mises Figura 6 - Distribuzione della tensione (in MPa) e della deformazione equivalente di Von Mises in corrispondenza della pressione Pu. in cui Pes è la pressione massima di esercizio dichiarata dall’esercente e σy rappresenta un valore arbitrariamente scelto per il carico unitario di snervamento. Pu e Pe vengono calcolate, con le modalità descritte, sulla base di σ y ; come già TABELLA II - Dati impiegati per la determinazione della tensione di riferimento. Pes [MPa] 0.25 σy [MPa] 50 Pu [MPa] 0.437 Pe(1) [MPa] 0.196 σref [MPa] 33.18 σref/Cr(2) [MPa] 36.87 Tes [°C] 513 tR(3) [h] 106 (1) Valore calcolato sulla base della distribuzione linearizzata della tensione equivalente di Von Mises illustrata nella Figura 5. (2) Valore della tensione di riferimento incrementato mediante il coefficiente di riduzione della resistenza a scorrimento viscoso per i giunti saldati Cr (assunto pari a 0.9 come previsto dalla Circolare ISPESL n° 48/2003). (3) Tempo teorico a rottura stimato superiore a 106 h (Fig. 7). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 467 S. Pagano e G.L. Cosso - Procedure di calcolo numerico per l'analisi strutturale di componenti in creep, ecc. ASTM A387 Gr. 11 Cl. 2 PLM “Master Curve” T = 513 °C Isoterma alla temperatura massima di esercizio Tensione (MPa) log10σ Tempo (h) Figura 7 - “Master Curve” e curva isoterma bilogaritmica tensione - tempo. notato, infatti, il rapporto σ y /P u è con ottima approssimazione indipendente da σy, così come, per ovvia conseguenza, il rapporto Pu/Pe. Nel caso in esame i dati utilizzati per il calcolo di σref sono sintetizzati nella Tabella II. Nella Figura 6 è rappresentata la distribuzione della tensione e della deformazione equivalente di Von Mises corrispondenti alla pressione P u ; nella Figura 7 sono infine riportate la “Master Curve” e la curva isoterma bilogaritmica tensione - tempo utilizzate per la stima del tempo teorico a rottura. 5. Considerazioni conclusive Nelle due principali norme (EN 13445 e Codice ASME) per la progettazione e la fabbricazione di apparecchi in pressione è stata recentemente introdotta un’importante innovazione: la definizione di prescrizioni e procedure per l’utilizzo dell’analisi strutturale numerica ad elementi finiti anche nell’ambito dell’esercizio in regime di scorrimento viscoso ad alta temperatura. Questo passo riconosce evidentemente le potenzialità e l’importanza di uno strumento di calcolo ormai familiare e diffuso, già da tempo largamente utilizzato nell’ambito della sperimentazione e della ricerca. La possibilità di utilizzare l’analisi non lineare, prevista dalla norma EN 13445, rende l’utilizzo dell’approccio “design by analysis” concettualmente semplice, oggettivo e immediatamente fruibile, riducendo gli oneri ed i rischi di “personalizzazione” tipicamente correlati all’interpretazione dei risultati ottenuti dall’analisi lineare elastica. Le prescrizioni della norma EN 13445 rappresentano infine una guida per l’adozione dell’analisi numerica anche nell’ambito della riomologazione di apparecchiature in esercizio in regime di scorrimento viscoso ai sensi della Circolare ISPESL n° 48/2003. In tale contesto l’utilizzo delle tecniche di calcolo ad elementi finiti rappresenta uno strumento prezioso per valutare con accuratezza e approfondimento le condizioni di sollecitazione effettivamente agenti, in tutti i casi in cui l’approccio “by formula” evidenzia oggettive limitazioni. Bibliografia [1] British Energy R5: «Assessment procedure for the high temperature response of structures». [2] EN 13445-3:2009: «Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 3: Progettazione». [3] BS 7910:2005: «Guide to methods for assessing the acceptability of flaws in metallic structures». [4] Circolare ISPESL N. 48/2003: «Procedura tecnica su verifiche di calcolo e controlli su componenti in pressione in regime di scorrimento viscoso del materiale». Sabrina PAGANO, laureata in Ingegneria Civile presso l'Università di Genova nel 2000. Dal 2000 al 2002 ha collaborato con società di ingegneria nel campo della progettazione civile ed industriale; funzionario dell'Istituto Italiano della Saldatura dal 2002, lavora nel Settore Ingegneria, Calcolo e Progettazione della Divisione Ingegneria. 468 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Gian Luigi COSSO, laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Genova nel 1999. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2000; attualmente lavora nel Settore Ingegneria, Calcolo e Progettazione della Divisione Ingegneria. Tie-in welding of X100 pipeline steels T. Liratzis * D. Yapp ** Summary / Sommario * The API bevel preparation with 60° included angle is typically used for girth welds which connect the mainline pipe to sections of pipe at road and river crossings. Traditionally cellulosic electrodes are used for tie-in welds but for high strength pipe basic electrodes were introduced. In order to improve joint completion rates, mechanized welding with rutile flux cored wires can also be used, but generally does not provide adequate strength levels for the highest strength (X100) pipes. The report describes the welding trials carriedout using basic flux cored wires and a modified weld preparation. High weld metal yield strength at 966 MPa and Charpy impact values of 50 J at -60 °C were achieved, combined with high productivity. resistenza è stato introdotto l’uso di elettrodi basici. Al fine di migliorare la produttività, è stata utilizzata anche la saldatura meccanizzata con fili animati rutili che tuttavia non forniscono livelli di resistenza adeguata per i tubi in X100. L’articolo descrive le prove di saldatura effettuate con i fili animati basici e preparazione dei giunti modificata. Sono stati così ottenuti, in zona fusa, una resistenza allo snervamento di 966 MPa e valori di resilienza Charpy di 50 J a -60 °C ed una contemporanea alta produttività. La preparazione dei giunti con smusso di 60° secondo API è tipicamente utilizzata per le saldature che collegano la linea principale della tubazione alle sezioni di tubo per gli attraversamenti stradali e dei fiumi. Tradizionalmente, per le saldature di collegamento tubo-tronchetto (tie-in) vengono utilizzati elettrodi cellulosici ma per tubazioni in acciaio ad alta Keywords: API; automatic control; cored filler wire; dynamic fracture tests; FCA welding; fracture mechanics; GMA welding; high strength steels; joint preparation; mechanical properties; pipeline steels; pipelines; pulsed arc welding; root runs; shielding gases; standards. Consultant - Athens (Hellas). ** Senior Lecturer - Cranfield University - Cranfield Beds (UK). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 471 T. Liratzis e D.Yapp - Tie-in welding of X100 pipeline steels 1. Introduction Tie-in welding is characterized by the lack of access to back of the joint for internal welding bugs as well as difficulties in re-bevelling and alignment. Consequently, the typical API bevel preparation with 60° included angle is applied [1]. Tie-in welds in general are carriedout using cellulosic electrodes, uphill for the root and hot pass and downhill for the fill/cap passes while basic electrodes a r e u s e d f o r h ig h st re ngt h st e e l s. However, for X80 pipes welding procedures have been successfully developed [2] using rutile flux cored wires with close control of heat input. Welding trials [3] on X100 pipeline steels using rutile flux cored wires produced welds with yield strength to 740 MPa failing to satisfy the established overmatching criterion (810-860 MPa). Attempts to improve the weld metal strength by reducing the angle of the joint configuration and selecting filler wires with higher alloy content were not successful. In recent welding trials [4] on X100 pipes using rutile FCAW, the pipe bevel angle was reduced to 25°, SFA/AWS A5.29 E111T1-K3MJ-H4 filler wire was used and the heat input was established in the range 1.0-1.5 kJ/mm. An all-weld was carried-out externally using a bug and band welding system. The contact tip to work distance was manually controlled during welding, while oscillation width and frequency were selected prior welding. The bevel angle selected was equal to 15° (Figure 1) which considerably reduces the joint volume compared to the standard 30° of the API 5L. The welding trials were conducted in the ASME IX 5G position. Although the quality of the root pass was poor, for the purpose of the present work it was accepted so that work on the subsequent basic flux cored wire passes could proceed. Pulsed welding was selected for its low spatter characteristics and for its ability to use low-medium average current. In the beginning, welding was carried-out in the uphill direction but significant arc instabilities were reported and when downhill welding direction was adopted the process was considerably improved. A working point in the synergic curve was developed and all passes were deposited at the same wire feed speed. metal yield strength of 745-769 MPa was achieved. Rutile wires are selected for their smooth metal transfer associated with high oxygen content. Reducing the oxygen content is expected to improve toughness properties, but metal transfer characteristics deteriorate and therefore the benefits of using rutile wire are lost. Development of basic pulsed flux-cored welding for X100 pipelines and investigation of the weld metal mechanical properties is the subject of this paper. 2. Materials, equipment, experimental method The pipe material used was X100 with specified minimum yield strength of 690 MPa. The pipe dimensions were 914 mm OD (36 in) x 19.05 mm wall thickness and the chemical composition of the pipe and filler wires used is shown in Table I. The filler wires selected were of 1.2 mm nominal diameter. For the root pass a metal cored wire was used with shielding gas composition 78%Ar 20%CO2 2%O2. The hot, fill and cap passes were completed using basic flux cored wire and the shielding gas composition was changed to 92%Ar 5%CO2 3%O2. All welding runs were carried-out at a constant gas flow rate of 18-20 l/min. A digitally controlled inverter power supply was used. This power source was designed to give 400 A at 100% duty cycle (500 A at 60% duty cycle) and was linked to a wave designer software for online waveform control. All welding 15° 19.00 mm 1.0-1.5 mm 2.8-3.0 mm Figure 1 - Tie-in joint configuration. TABLE I - X100 pipe and filler wire chemical composition. Pipe and flux/ metal cored wires Classification C % Mn % 36 in x 19.0 mm; pipe X100 0.06 1.88 Flux cored wire 1 A5.29 E111T5-K4 0.08 Flux cored wire 2 A5.29 E121T5-G Metal cored wire (root only) A5.18 E70C-6C+6M Cr % Ni % Mo % PCM CET CEIIW 0.007 <0.005 0.18 0.022 0.50 0.26 0.20 0.30 0.48 1.56 0.009 0.007 0.45 0.45 2.03 0.46 0.26 0.35 0.66 0.079 1.73 0.011 0.017 0.44 0.9 2.25 0.51 0.30 0.40 0.80 0.06 1.6 0.5 - - - - - - Balance Fe PCM = C + Mn/20 + Mo/15 + Ni/60 + Cr/20 + V/10 + Cu/20 + Si/30 + 5B CET = C + (Mn+Mo)/10 + (Cr+Cu)/20 + Ni/40 CEIIW = C + Mn/6 + (Cr +Mo+V)/5 + (Cu+Ni)/15 Wire analyses as per manufacturer’s batch test certificates 472 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 P % S % - Si % T. Liratzis e D.Yapp - Tie-in welding of X100 pipeline steels TABLE II - Welding parameters for tie-in welding procedure development. Torch Preheat Temp. WFS m/min Amps I (Average) Volts V (Average) Arc energy Filler wire Travel speed Polarity Weave CTWD frequency Int. root DC+ve Metal cored wire 100-130°C 3.3-3.4 154 15 2 18.00 180 0.77 Hot DC-ve Flux cored wire 2 100-130°C 7.62 185 20 2 15.00 240 0.92 Fill 1 DC-ve Flux cored wire 2 100-130°C 7.62 192 20 2 15.00 240 0.96 Fill 2 (split 1/2) DC-ve Flux cored wire 2 100-130°C 7.62 193 19 2 15.00 275 0.8 Fill 3 (split 1/2) DC-ve Flux cored wire 2 100-130°C 7.62 187 20 2 15.00 275 0.82 Cap (split 1/2) DC-ve Flux cored wire 2 100-130°C 7.62 190 21 2 15.00 290 0.82 Pass Hz mm mm/min kJ/mm TABLE III - X100 tie-in welding procedure tensile results. All weld metal strip tensile (1:00 to 2:30 o’clock position) Weld procedure X100 Pipe OD x WT Rp0.2 (MPa) Rm (MPa) Yield /Tensile Ratio Rp0.2/Rm A (%) TIE-IN S01 36 in x 19.05 mm 966 1035 0.93 13.5 3. Results Preliminary welding trials using both filler wires consisted in short length pipe welds of about 300-350 mm length. The fl ux c ored w ire 1 gave w eld yield strength equal to 758 MPa and the flux c ore d w ire 2 yield s trength w as 844 MPa. Elongation (%) was very good for both wires equal to 19.5% and 20% respectively. The w ire N o. 2 s how ed p r o m i si n g results and was selected for the procedure development work. The all weld metal tensile and hardness results of the procedure weld marked as Tie-in S01 are shown in Table III and Table IV respectively. Av. WM WM FL Av. FL 250 200 Absorbed energy (J) The hot and the first fill passes were deposited as “single” pass while the remaining passes were split. A wire brush used to remove slag inclusions, and a grinding wheel was also used over the completed surface and in the overlapping section of split passes. The welding parameter details are shown in Table II. A 7.0 mm diameter all-weld tensile r o u n d b a r s p e c ime n wa s e xt ra c t e d (BS EN 10002-1 [5]) which allows several split fill passes to be incorporated in the testing section. The sections for hardness testing were ground to ensure parallel surfaces, polished to 1 μm surface finish and etched in 2% Nital. Hardness testing performed in accordance with BS 4515-1 [6]. Charpy impact tests were conducted at -20 °C, -40 °C, -60 °C and -80 °C (BS 4515-1 [6]). Samples were extracted 2 mm sub root. Standard B x 2B through pipe wall thickness CTOD tests to BS 7448-1/2 [7] were carried-out. Three weld metal tests were performed at -10 °C. Cross weld tensile, nick break and side bends dimensions and acceptance criteria were according to API 1104 [8]. 150 100 50 0 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 Temperature (°C) Figure 2 - Tie-in welding procedure impact (root) transition curves (flux cored wire 2). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 473 T. Liratzis e D.Yapp - Tie-in welding of X100 pipeline steels TABLE IV - X100 tie-in welding procedure hardness results. Hardness survey (2 mm sub root) Weld procedure TIE-IN S01 X100 Pipe HV10 Survey OD x WT Location 36 in x 3:00 o’clock 19.05 mm 4 to 5 o’clock Hardness survey (2 mm sub cap) Weld Weld Parent Parent Weld Weld Parent Parent HAZ HAZ HAZ HAZ metal metal mat. mat. metal metal mat. mat. average max average max average max average max average max average max HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 HV10 254 243 256 247 296 279 309 290 337 281 360 287 359 382 383 390 295 294 319 351 277 273 294 279 TABLE V - Chemical analysis of tie-in weld metal. Chemical composition (wt %) C Mn P S Si Cu Al TIE-IN S01 0.09 1.90 0.012 0.011 0.55 0.91 2.01 0.47 0.04 weld metal - The impact toughness transition curves for the root weld metal are shown in Figure 2. The cross weld tensile tests gave UTS values between 760-826 MPa, and while one of the nick break and one of side bend samples failed with the remainders were all acceptable. A typical tie-in weld macrograph and the cap weld metal microstructures are shown in Figure 3. The weld metal chemical analysis is shown in Table V. (a) Cr Ni Mo V Nb Ti <0.01 <0.01 <0.01 4. Discussion The earlier rutile wire (2.7Ni-0.3Mo) tested [3] had a yield strength of 730740 MPa and failed to attain the overmatching criterion (810 to 860 MPa). The two basic flux cored filler wires, wi re 1 (2. 0N i-0.46M o) and w ire 2 (2.25Ni-0.5Mo) were initially tested using the shielding gas composition 78%Ar 20%CO2 2%O2. However, a considerable amount of spatter was generated. Spatter significantly reduced when B O2 N2 CEIIW CET PCM ppm ppm ppm - 490 30 0.82 0.42 0.32 the gas composition was changed to 92%Ar 5%CO 2 3%O 2 . Although the process was improved, large droplets at the end of the melted wire were formed indicating that further optimisation of the waveform is required. This globular type transfer mode can be associated with the relatively low oxygen content (490 ppm) in the weld metal (Table V) characteristic of the basic flux cored wires. Typically rutile flux cored wires are formulated to give weld metal oxygen between 500-750 ppm [9]. (b) Figure 3 - Tie-in weld macro section and microstructures (weld metal cap and heat affected zone adjacent to the fusion line; flux cored wire 2). 474 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 100 Fusion line absorbed energy (J) Weld metal absorbed energy (J) T. Liratzis e D.Yapp - Tie-in welding of X100 pipeline steels 50 Basic flux wire Rutile flux wire 0 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 200 150 100 50 Rutile flux wire Basic flux wire 0 -90 -80 Temperature (°C) -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 Temperature (°C) Figure 4 - Comparison of weld metal (left) and fusion line (right) impact toughness transition curves for tie-in welds carried out with rutile and basic flux cored wires. The upper level enhances droplet transfer, while the lower level reduces transferability but generates better toughness properties. T h e h o t a n d f ir st fi l l pa sse s we re deposited as single passes, while for the rest of the passes the split technique was found to produce considerable improvement of the weld profile despite the risk associated with slag inclusions remaining trapped in the overlapping region of the two passes. Generally, slag was removed quite easily (wire bush) but grinding was also required to guarantee cleaning of the deposited weld bead. Issues with high fluidity of the weld pool (due to the basic constituents of the flux) at 3.00 o’clock position were controlled by increasing the welding speed. Attempts in using the basic wire in vertical-up failed (unstable arc, non uniform weld bead profile), since the basic constituents do not form slag stiff enough to support the weld pool. However, rutile f lu x - c o r e d w ir es suc c e e de d i n t he upwards direction due to the stiff slag that controls the weld pool, and allowing the use of higher currents, contributing to an increase of productivity in terms of deposition rates and welding speed. In fact, the arc energy levels of the welds using rutile flux cored wires were in the range 1.2-1.6 kJ/mm [3] and were considerably higher of those of the p r e s e n t w o r k w i t h ba si c wi re s of 0.82-0.98 kJ/mm. The selected consumable (wire 2; 2.25Ni-0.5Mo) overmatched the pipe SMYS by 120 MPa with a yield strength of 966 MPa (Table III). Strength is influenced both by the faster cooling rates produced by the narrower bevel preparation (30°) compared to the 60° API bevel, and also and by the higher levels of the alloying constituents of the basic filler wire (Table I). Consequently, hardness levels (Table IV) were orientated towards to the high levels for the cap weld metal at 360-390HV10. The Figure 3 shows the weld macrograph (a) together with the cap microstructure (b) of the weld metal and the heat affected zone adjacent to the fusion line revealing the presence of martensitic islands associated with the high hardness levels measured (Table IV). The impact toughness results of the basic flux cored wire are compared with the rutile wire results and are shown in Figure 4. The impact transition curves exhibited a smooth drop in the toughness properties with decreasing the test temperature for both weld metal and fusion line. Although both welds exhibited the same value (50 J) for the weld metal at -60 °C, in general the impact toughness results of the weld with the basic flux cored wire were similar to the rutile wire welds despite the lower weld References [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Widgery D.J. (2002): «Welding high strength pipelines: beyond X80», 4th International Pipeline Conference, 20th September-3rd October 2002, Calgary, Canada, IPC01-27156. Widgery D.J. (2002): «Welding high strength pipelines: theory, practice and learning», Pipeline Construction Technology, Proceedings, International Conference, 4th-5th March 2002, Wollongong, Australia, paper 11. Hudson M. (2004): «Welding of X100 pipeline», PhD thesis, Cranfield University, Cranfield (UK). Hudson M. (2007): «Tie-in mechanized FCAW», (personal communication). BS EN 10002-1:2001: «Tensile testing of metallic materials - Part 1: Methods of test at ambient temperature». BS 4515-1:2000: «Specification for welding of steel pipelines on land and offshore - Part 1: Carbon and carbon manganese steel pipelines». BS 7448: «Fracture mechanics toughness tests - Part 1 (1991)*: Method for determination of KIc, critical CTOD and critical J values of metallic materials, and Part 2 (1997): Method for determination of KIc, critical CTOD and critical J values of welds in metallic materials». * Part 1 now partly superseded by BS EN 12737. API 1104 (1999): «Welding of pipelines and related facilities», 19th Edition, September 1999, publ. American Petroleum Institute. Widgery D.J., Karlsson L., Murugananth M. and Keehan E. (2002): «Approaches to the development of high strength weld metal», High Strength Steel 2nd International Symposium, 23rd-24th April 2002, Stilkestad, Verdal, Norway, paper 1.1. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 475 T. Liratzis e D.Yapp - Tie-in welding of X100 pipeline steels metal oxygen level (490 ppm; Table V) of the basic wire weld metal compared to the 629 ppm [3] for the rutile weld metal. CTOD weld metal values were typically 0.10 mm and all classified as δm. 5. Conclusions The current work showed that it is possible to use basic flux cored wires in vertical down welding, that pulsed welding can be used to achieve acceptable metal transfer conditions, and that weld metal yield strength (Rp0.2 = 966 MPa) can be achieved with basic flux cored wires. T h i s w o r k w a s b a s e d on a l i m i t e d number of consumables, but these initial results are very promising considering that basic flux cored welding for 5G X100 pipelines has not previously been developed. 476 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Harry (Theocharis) LIRATZIS, is certified European and International Welding Engineer. He obtained his first degree in Mechanical Engineering from the University of Naples (Italy) Federico II and also obtained a PhD from Cranfield University (UK) for research on “Tandem Gas Metal Arc Pipeline Welding”. He has been involved in welding engineering for over 15 years. He has worked in the power plant industry, gas plants, etc. as senior welding engineer and responsible of the quality control group. His current interests include high productivity pipe welding, modelling of Tandem Gas Metal Arc Welding, welding of creep resistant and martensitic steels. David YAPP, has been involved in welding research for over 30 years. He was responsible for developing systems for automated weld repairs to UK power plant, was manager of Arc Welding and Automation at the Edison Welding Institute, USA, and is now a Senior Lecturer in the Welding Engineering Research Centre, Cranfield University, UK. His current interests include high productivity pipe welding, sensors for automated welding, and the relationship between the structure and properties for pipeline welds. LA PERFEZIONE PER R CUL CULTURA LTURA T APPARECCHI A RAGGI X RADIOGRAFIA DIGITALE FILMS DUROMETRI PORTATILI SVILUPPATRICI CORRENTI INDOTTE NEGATIVOSCOPI TERMOGRAFIA FLIR DISTRIBUTORE DISTRIB UTO ORE ESCLUSIVO ESCLUSIV VO PER IL NORD ITALIA IT TALIA A SE.MAT SE.MA AT S.P S.P.A. P.A. ..A APPARECCHI AD ULTRASUONI DIVISIONE PRODUZIONE PRODUZIONE Via Monte Rosa 81/A TEL. 039.6013490 www www.sematspa.it .sematspa.it MAGNETICI E LIQUIDI PENETRANTI DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ ITALIA DI IA 20043 ARCORE (MB) F FAX. A AX. 039.6014111 [email protected] Dove non arriva la conoscenza arriva la fantasia. Siamo abituati a guardare oltre, a non fermarci all’evidenza. Così mettiamo a frutto esperienza e creatività, tecnologia e intuito, per arrivare al risultato. Sempre prima di domani. PETERGRAF Il futuro è oltre e noi ci saremo. (I. Newton) ASG Superconductors spa 16152 Genova - Italy Corso F.M. Perrone, 73r Tel +39 010 6489111 - Fax +39 010 6489277 www.as-g.it - e-mail: [email protected] International Institute of Welding D ev e l o p m e n t o f stainless steel welding w i r e fo r g a l v a n i ze d s t e e l s h e e t s ( °) S. Kodama Y. Ishida K. Asai M. Mizumoto T. Namekata H. Nagasaki * * ** *** *** *** Summary 1. Introduction Galvanized steel sheets are widely used in buildings and automobiles in order to extend their lives. A highly corrosionresistant galvanized sheet plated with Zn-Al-Mg-Si alloy [1] has been recently developed and increasingly applied to not only houses and automobiles, but also other structures. When galvanized steel sheets are welded with carbon steel welding materials, the corrosion resistance of galvanized steel welds is significantly degraded because zinc in the welded zone vaporizes. Therefore, repair coating by brushing or spraying has to be carried out after welding. This repair work impairs productivity. Further, corrosion resistance may be degraded if the rust-preventive (°) Doc. IIW-1956-08 (ex-doc. XII-1939r1-08), recommended for publication by Commission XII “Arc Welding Processes and Production Systems”. * Nippon Steel Corporation - Chiba (Japan). ** Nippon Steel Corporation - Tokyo (Japan). *** Nippon Steel & Sumikin Welding Co. Ltd. Chiba (Japan). Galvanized steel sheets are widely-used in the construction and automobile industries to provide structural members with high corrosion resistance.When galvanized sheets are welded, zinc near a weld molten pool evaporates. As a result, the corrosion resistance is deteriorated and repair coating treatment is required after welding. The use of austenitic stainless steel welding materials with suitable ductility and high corrosion resistance appears to be beneficial. However, the conventional welding materials have such problems that zinc liquation cracking is likely to occur in the weld metal, a lot of welding spatter is generated and solidified slag is difficult to remove from the weld bead.To solve these problems, an austenitic stainless steel flux-cored wire was developed. Susceptibility to zinc liquation cracking was improved by increasing the ferrite content in the weld metal through the adjustment of Ni and Cr contents.The problems of the removal of solidified slag and the generation of welding spatter were solved by reducing the TiO2 content in flux to a level lower than that for a commercial wire.Thus, the weld appearance was improved, making repair coating treatment after welding unnecessary.The joints welded by the newly-developed welding material exhibited suitable mechanical properties and satisfactory corrosion resistance evaluated by salt spray testing. KEYWORDS: Arc welding; cracking; defects; FCA welding; galvanized steels; hot cracking; liquation cracking; stainless steels; steels; weldability; zinc. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 479 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets coating peels off in the early stage in service. It is thus desirable to develop a technology which satisfactorily secures t h e c o r r o s io n r e s is ta nc e of we l ds, without the need for repair coating treatment after welding. When welding galvanized sheets, zinc vapour generated during welding disturbs the droplet transfer, resulting in the generation of a lot of spatter and the formation of poor bead shapes. It is also desirable to improve the appearance of the welded zone of galvanized steel sheets. The application of stainless steel welding materials is one of the measures for improving the corrosion resistance of welded zones. Toughness and elongation are preferable in the welds of houses and automobiles. In this respect, the use of austenitic stainless steel welding materials is preferred to ferritic stainless steel ones. However, the former is more susceptible to zinc liquation cracking during welding than the latter [2-4]. Zinc plating is partly melted and molten zinc is likely to penetrate into grain boundaries in the weld metal and the heataffected zone (HAZ) at high temperatures after welding. This is the cause of liquation cracking. Bruscato [5] reported the liquation cracking in fillet welds when welding a hot-dip galvanized steel sheet and a 304-type stainless steel sheet using a 309-type stainless steel welding material. He stated that zinc plating has to be ground off before welding to avoid liquation cracking. The objective of the present study is to de ve l op aus tenitic s tainles s s teel welding materials less susceptible to zinc liquation cracking and capable of generating less spatter, as well as able to form preferable bead shapes for the welding of galvanized steel sheets. In the present study, flux-cored arc welding (FCAW) wires of 1.2 mm diameter were used because the chemical composition of weld metals can easily be changed, unlike for solid wires. FCAW was conducted using CO2 shielding gas and a welding power source of an inverter direct current, constant voltage, type. 2. Welding material less susceptible to zinc liquation cracking 2.1 Preliminary tests with commercial welding materials Table 1 shows FCAW wires used in the preliminary tests. They are 308L, 309L and 309Mo type stainless steel and carbon steel. The Creq, Nieq and ferrite contents in Table 1 are obtained from the all-weld-metal composition of the FCAW wires using Schaeffler phase diagram. The base metal steel sheet was a 3 mm-thick, hot-dip galvanized sheet a) a) Cracks near toe of bead-on-plate welding of a Japan Industrial Standard grade G3302 type, with a zinc coating amount of 275 g/m 2. FCAW welding was conducted in a flat-position bead-on-plate manner. The welding conditions were 130 A, 24 V and 5 mm/s of welding speed. The base metal dilution rate was approximately 40%. Figure 1 shows zinc liquation cracks in the weld of 309L type FCAW wire. The cracks were examined by grinding the top surface of the weld bead and etching the ground surface with aqua regia. The cracks are initiated from the weld toe and they extend into the weld metal transversely to the welding direction, as shown in Figure 1 a). The electron probe X-ray analysis revealed, as shown in Figure 1 b), that zinc enters along the crack. Figure 1 c) shows that zinc still remains near the weld toe in the heataffected-zone (HAZ) of the base metal. It is considered that some zinc evaporates, the remaining zinc melts at the HAZ and molten zinc mostly enters the weld metal. Since satisfactory reproducibility of the liquation cracking occurrence was recognized in the bead-on-plate cracking tests, the present study considered this testing as a standard method for examining zinc liquation cracking. Figure 2 shows the test result of the liquation cracking occurrence of different welding b) c) b) Zinc penetrated along cracks c) Zinc remaining at the heat-affected-zone Welding material: 309L. - Welding conditions: 130 A-24 V-5 mm/s. Figure 1 - Zinc liquation cracks in the weld metal. Table 1 - All-weld-metal compositions of FCAW wires for preliminary tests. JIS Z 3323 TS308L Z 3323 TS309L Z 3323 TS309MoL Z 3313 YFW-C50DR 480 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Chemical composition (wt.%) Cr 20 24 24 0 Ni 10 11 12 0 Others Mo : 2 - From Schaeffler diagram Creq 20.8 24.6 27.3 - Nieq 11.7 12.9 13.1 - Ferrite content (%) 9 16 27 - Number of cracks per 100 mm weld metal length S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets Welding wire 15 Penetration test of welded bead 12 FCAW A 10 5 5 FCAW B 2 0 0 308L 309L 309MoL C54DR FCAW C Figure 2 - Number of zinc liquation cracks in the weld metal. materials, where the cracking occurrence was evaluated by the number of cracks per unit length of the weld metal. No cracks are found in the carbon steel FCAW welds, while cracks are observed in every stainless steel weld. It is also found that the number of cracks tends to decrease with an increase in the Cr content. This fact suggests that zinc liquation cracking is related to the Cr content in the weld metal. FCAW D 2.2 Effect of the chemical composition of the weld metal In order to investigate the effect of the Cr content on zinc liquation cracking quantitatively, four FCAW materials as shown in Table 2 were experimentally produced, so that the ferrite content increases in order from A to D. As the base material, 3.2 mm-thick, highly cor- Figure 3 - Penetration test result of bead-on-plate welded beads. rosion-resistant, galvanized steel sheets, plated with Zn-11%Al-3%Mg-0.2%Si [1] of zinc coating amount of 283 g/m2, were used. The bead-on-plate testing used in the preliminary tests was conducted under the condition of 130 A, Table 2 - All-weld-metal compositions in experimental FCAW wire. Chemical composition (wt.%) From Schaeffler diagram Welding wire C Si Mn P S Cr Ni Ferrite content (%) FCAW A 0.02 0.32 1.25 0.02 0.004 24 12 16 FCAW B 0.02 0.32 1.25 0.02 0.004 24 8.7 35 FCAW C 0.02 0.32 1.25 0.02 0.004 27 8.6 65 FCAW D 0.02 0.32 1.25 0.02 0.004 29 8.6 80 FCAW A FCAW B FCAW C FCAW D Figure 4 - Propagation of zinc liquation cracks into the weld metal. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 481 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets FCAW A FCAW C Figure 5 - Microstructures of tested weld metals. 2 4 V a n d 5 mm/s . The oc c urre nc e of liquation cracking was investigated by the penetration test, as shown in Figure 3. In the weld metal made with the FCAW wire A equivalent to the 309L type, large transverse cracks were found. In the FCAW wire B, in which the Ni content was decreased from the FCAW wire A, small cracks were found. In the FCAW wires C and D, with a further increased Cr content, no cracks were detected. In order to examine the cause of zinc liquation cracking, microstructures of the weld metals were examined on the aqua regia-etched surfaces. Figure 4 shows the result of metallurgical observations. Cracks were observed in FCAW welds A and B, while no crack was detected in FCAW welds C and D. It was further observed in the FCAW A and B welds that microscopic grain boundary c r a c k s e x i s t b e s i d e t h e m a i n l a rg e cracks. The scanning electron microscopic observation was conducted on the surfaces of the large cracks. But primary surfaces of the cracks could not be observed because alloying of zinc and steel was developed on the crack surfaces. Figure 5 shows the microstructures of the FCAW welds A and C. The weld A is composed mainly of an austenite phase in which vermicular ferrite and lacy ferrite scatter. The weld C is composed of a dual structure of acicular ferrite and austenite phases. The solidification mode of the weld A is of an FA type, where the weld metal solidifies first in the ferrite phase and then the austenite phase is formed during solidification. The ferrite phase becomes vermicular ferrite or lacy ferrite during cooling. The weld C solidifies completely in the single ferrite phase (F-solidification mode) and then austenite phases are transformed from the ferrite phase during cooling. The microstructure of the weld D was similar to that of the weld C. Zinc liquation cracking is also well-known in welded structures of carbon steel and low-alloy steel. To raise corrosion resistance, welded structural members are hot-dipped in a liquid zinc bath to provide the members with zinc coating. Zinc liquation cracking is likely to occur in the heat-affected-zone (HAZ) of base steel during hot-dipping. Hardenable alloy elements are in general added to steel, in order to increase the steel strength. At the phase transformation during cooling after welding highstrength steel, the nucleation of grain boundary ferrite is prevented along prior austenite grain boundaries in the HAZ because of its high hardenability. Prior austenite grain boundaries become straight and sharp in high-strength steel HAZ and thus, the penetration of molten zinc to the prior austenite grain boundaries is facilitated. High-strength steel is highly susceptible to zinc liquation cracking [6]. On the other hand, grain boundaries are dull in the HAZ of lowst re ngt h steel, w hich has a tens ile strength lower than 490 MPa because grain boundary ferrite is nucleated along prior austenite grain boundaries. This results in low susceptibility to liquation cracking. This shape effect of the grain boundary on the occurrence of zinc liquation cracking is considered to be applicable to stainless steel weld metal. Austenite grain boundaries formed during solidification remain unchanged during cooling phase transformation in the FCAW welds A and B, resulting in high susceptibility to liquation cracking. Meanwhile, sharp grain boundaries seem to exist in the FCAW weld C to a lesser extent than in the weld A, because the micros tructure of w eld C con si st s mostly of fine-grained acicular ferrite. This is therefore considered to be the reason for the low susceptibility to liquation cracking results in the welds C and D. Galvanized steel sheets are generally made from carbon-manganese steel with a tensile strength ranging from 400 to 490 MPa. The stainless steel weld metal of actual welds is diluted by carbonmanganese base metal and the Cr and Ni content decreas es . In the case o f a 309MoL type, stainless steel, FCAW weld, its all-weld-metal which is not diluted by base metal exhibited F-mode solidification. However, the Cr and Ni content decreases in the welds in actual joints and the solidification mode changes from F -s olidificati o n t o FA-solidification, resulting in the deterioration of liquation cracking resistance. The use of welding materials of high ferrite content considering the base metal dilution is important to avoid zinc liquation cracking. 3. Improvement of weld appearance There is no difficulty in the welding operation when a non-plated steel sheet is welded with a FCAW wire of a rutile type. In the welding of galvanized steel sheets, however, significant problems Table 3 - Composition of flux and weld metal used in experiments for bead appearance. Composition of flux (wt.%) Composition of all-weld-metal (wt.%) Welding wire TiO2 SiO2 FCW E 6.5 0.5 FCW F 4.5 2.5 482 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 C Si Mn P S Cr Ni 0.02 0.32 1.25 0.02 0 27 8.6 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets arise. One is the adhesion of solidified slag to welds caused by molten zinc. The other is the generation of spatter caused by arc disturbance due to zinc vapour. It is important to obtain the preferable weld appearance without spatter on the welded zone and solidified slag adhesion to weld beads, since one of the objectives of the present study is to develop FCAW material which would make repair coating work unnecessary after the welding of galvanized steel sheets. Two FCAW wires E and F shown in Table 3 were prepared. Their alloy compositions were compounded to the most appropriate level that is the same as that of the high ferrite FCAW wire C. The cored flux was of a rutile type mainly consisting of TiO2 and SiO2. The flux composition of FCAW wire E i s n o t d i ff e r e n t f r o m t h a t o f t h e c o m m e r c i a l r u t i l e F C AW w i r e f o r all-position welding, which contains 6.5% TiO2 (rutile) in its flux. As much as 6.5% of TiO 2 is necessary to hold a molten pool in overhead position by increasing viscosity of molten slag. For the FCAW wire F, the TiO2 content was lowered to 4.5%, in order to reduce viscosity of molten slag. The all-position welding may not be satisfactorily conducted with this wire in the higher current welding condition. However, this wire is considered to be Welding wire applicable to galvanized steel sheets which are generally flat-positionwelded with lower welding current. The weld appearance tests by the FCAW wires E and F were also conducted in the flat position, bead-on-plate manner, using 3.2 mm-thick, hot-dip galvanized steel sheets. 3.1 Slag adhesion Figure 6 shows the appearance of the beads made by FCAW wires E and F under the welding conditions of 180 A, 26 V and 8.3 mm/s. The bead shape of FCAW weld E is obviously uneven. It was difficult to remove solidified slag from the weld metal and the solidified slag remained adhered to the weld toe. The bead surface was temper-coloured. In the weld by FCAW wire F, the solidified slag could be removed without difficulty and the bead shape was smooth and the ripple interval was regular. The colour of the bead surface was bright. This difference in the weld appearance is considered to be due to the change in the viscosity and melting point of molten slag, caused by the adjustment of the TiO2 content. Figure 7 is an illustration of a possible explanation for the formation of a weld bead, although the precise physical properties of the viscosity and melting point of molten slag are not known. Because of its high viscosity, the Bead appearance shape of the molten slag of FCAW weld E is not smooth and consequently, the weld metal solidifies in an uneven shape. A gap is formed between the solidified slag and solidified weld metal during cooling after welding. Then, molten zinc on the HAZ enters the gap, making the solidified slag adhere to the weld bead. As the molten slag of the weld of FCAW wire F possesses high fluidity, its shape becomes smooth and no gap is formed between the molten slag and solidified weld metal, preventing the entry of molten zinc. The tone of temper-colour makes it possible to estimate the temperatures at which the weld metal comes into contact with the atmosphere. It is reported [7] that the temper-colour becomes brownish-yellow, due to oxidation at temperatures lower than 523 K (250 °C), bluishpurple at over 673 K (400 °C) and grey at over 773 K (500 °C). Because the temper-colour of the FCAW E weld was purple or grey, it is considered that a gap between the weld metal and the solidified slag was formed at over 673 K (400 °C) and the molten zinc entered into the gap at that high temperature. 3.2 Welding spatter In the welding of galvanized steel sheets, zinc vapour, caused by welding heat, blows upward from the surrounding area of the molten pool and makes FCAW E FCAW E FCAW F Figure 6 - Appearance of weld beads made by FCAW wire with different TiO2 content. FCAW F Solidified slag FCAW E FCAW F Molten zinc Weld metal Base metal Figure 7 - Schematic illustrations explaining the formation of weld beads. Figure 8 - Observation of droplet transfer. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 483 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets Developed stainless steel flux-cored wire (FCAW F) Carbon steel welding wire removed by wire blushing. Thus, glossy surfaces appeared in the FCAW weld bead, also shown in Figure 9. As-welded 4. Performance of welded joints by developed FCAW wire After wire brushing Figure 9 - Appearance of weld zones with carbon steel welding wire and developed stainless steel FCAW wire. the droplet transfer unstable. In particular, FCAW welding is more likely to be influenced by zinc vapour than the other welding processes because the short-circuiting transfer does not occur, but the globular transfer is maintained in the reduced current welding condition [8]. Fo r b o th F C AW w ire s E a nd F, t he observed amount of spatter increased in the welding of galvanized sheets as compared with non-plated sheets. It was observed that the size of spatter was larger in welding with the FCAW wire E than with the wire F. To find the reason for this difference, the droplet transfer behaviour was investigated using a highspeed camera. The observation results are shown in Figure 8. The welding conditions were 130 A, 24 V and 5 mm/s. When welding with FCAW wire E, the arc atmosphere is disturbed and droplets fluctuate, due to the evaporation of plating components including zinc. As a result, a large size of spatter scattered in the surround- ing area of the weld pool. When welding by FCAW F with reduced TiO2, a core of cored flux remains at the tip of the FCAW wire and droplets at the wire tip tend not to move until they transfer into the molten pool. This resulted in less generation of spatter in FCAW wire F. The surviving core of cored flux is considered to contribute to the reduction of scattering spatter. The weld appearance of the FCAW F weld was compared with that of the weld by conventional carbon steel solid wires. The results are shown in Figure 9. After welding, some spatter is observed on the galvanized steel sheet near the welds of both the FCAW wire F and solid wire. However, after wire brushing the spatter on the galvanized plate welded with the FCAW wire is mostly removed, while a lot of spatter remains on the carbon steel solid wire weld, as shown in Figure 9. The oxide film formed on the weld bead by the FCAW wire was thinner than that by the solid wire and could be easily An austenitic stainless steel FCAW material for galvanized steel sheets, less susceptible to zinc liquation cracking, was developed. This was achieved by increasing the ferrite content and it is capable of producing preferable weld appearances by reducing TiO 2 in flux. Table 4 shows the chemical compositions and mechanical properties of the all-weld-metal of the developed FCAW wire. High elongation in the tensile tests indicates that satisfactory ductility is provided with the developed material. In order to evaluate the performances of welded joints with the developed FCAW wire, mechanical tests and corrosion resistance tests were conducted on buttjoints and fillet joints, respectively. The tested sheets were of a plain carbon steel grade with a 400 MPa tensile strength and their chemical composition was 0.03%C - 0.015%S i - 0.54%Mn 0.014%P - 0.005%S. The plating composition was Zn - 11%Al - 3%Mg 0.2%Si, with a zinc coating amount of 198 g/m2 [1]. Table 5 shows the mechanical properties of the butt joints welded with the developed material, demonstrating high ductility and preferable toughness of welded joints made by the FCAW wire developed in this study. Table 4 - Chemical composition and mechanical properties of the all-weld-metal of developed FCAW wire. Chemical composition of deposited metal (wt.%) From Schaeffler diagram C Si Mn P S Ni Cr Creq Nieq Ferrite content (%) 0.03 0.7 1.06 0.02 0.07 9.6 27 28.1 11 55 Tensile test 0.2% proof strength Tensile strength MPa MPa % 614 726 24.7 Elongation Table 5 - Mechanical properties of butt-weld joints (Groove configuration: bevel angle 10°, root gap 4 mm). Tensile test Plate thickness (mm) Welding conditions 3.2 Charpy test Tensile strength (MPa) Fracture position Specimen size vE 0 °C (J/cm2) 170 A-25 V-6.7 mm/s 469 Base metal 2.5 mm sub-size 12 5.4 180 A-26 V-6.7 mm/s-2 pass 422 Base metal 5 mm sub-size 19 8.2 200 A-30 V-6.7 mm/s-3 pass 451 Base metal 5 mm sub-size 20 484 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets Test time Developed stainless steel FCAWwire Carbon steel FCAW wire Without repair coating With repair coating Without repair coating 1 000 h 5. Conclusions The flux-cored arc welding wire of an austenitic stainless steel type was developed to provide welds of galvanized steel sheets with improved corrosion resistance, under the condition of no repair coating treatment. The findings in this study of the development of new welding materials are as follows: 1) Susceptibility to zinc liquation cracking in the weld metal was satisfactorily reduced by increasing the ferrite content in the weld metal, so that it could solidify in an F-solidification mode. 2) Long, distinct grain boundaries were observed to a lesser extent in the microstructure of the F-mode solidi- Figure 10 - Salt spray test results of weld joints. Deck plate Steel rack for factory Frame member of carport Figure 11 - Applications of developed FCAW. To examine the corrosion resistance of welded joints, salt spray tests were conducted. Figure 10 shows the test results. The joint welded with carbon steel FCAW wire is significantly corroded when repair coating is not conducted after welding. Meanwhile, the joint with the developed austenitic stainless FCAW wire exhibits more satisfactory corrosion resistance, even without repair coating treatment, than that welded with the carbon steel FCAW wire with repair coating treatment. Figure 11 shows some examples of the highly corrosion-resistant structural members that were realized by welding highly corrosion-resistant, hot-dipped galvanized sheets [2] with the newly-developed, austenitic stainless, FCAW wires. They are a deck plate, a steel rack for factories and a frame member for carports, which have been successfully used in severe conditions. References [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] Morimoto Y.: «Excellent Corrosion-resistant Zn-Al-Mg-Si Alloy Hot-dip Galvanized Steel Sheet», Nippon Steel Technical Report, January 2003, no. 87, pp. 24-26. 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XII-636-76), Welding in the World, 1977, vol. 15, no. 5/6, pp. 113-118. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 485 S. Kodama et al. - Development of stainless steel welding wire for galvanized steel sheets fied weld metal, consisting of acicular ferrite and solid-state, transformed austenite, than in that of the FA-mode solidified weld metal. It is considered that liquid zinc is less likely to enter into less distinct grain boundaries. 3) TiO2 content was decreased in flux in the developed flux-cored wires from 6.5% to 4.5%. As a result, the bead appearance became smooth, solidified flux was easily removed and less spatter was generated. This improvement of the bead appearance made repair coating treatment after welding unnecessary. 4) The joints welded with the developed welding wire exhibited satisfactory elongation, preferable toughness and the high corrosion resistance evaluated by salt spray testing. 486 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Sommario Sviluppo dei fili in acciaio inossidabile per la saldatura di lamiere in acciaio zincato Le lamiere in acciaio zincato sono ampiamente utilizzate nelle costruzioni e nell’industria automobilistica per fornire elementi strutturali con elevata resistenza alla corrosione. Quando le lamiere zincate vengono saldate, lo zinco vicino al bagno di fusione evapora. Come conseguenza, la resistenza alla corrosione viene compromessa e si rende necessario un trattamento di riparazione del rivestimento dopo la saldatura. L’uso di materiali di saldatura in acciaio inossidabile austenitico con una duttilità adeguata ed alta resistenza alla corrosione sembra essere vantaggioso.Tuttavia, i materiali di saldatura tradizionali hanno problemi tali che è probabile che si verifichino cricche di liquazione da zinco nel metallo fuso, vengono prodotti molti spruzzi di saldatura e la scoria è difficile da rimuovere dal cordone di saldatura. Per risolvere questi problemi è stato sviluppato un filo animato in acciaio inossidabile austenitico. La suscettibilità alla criccabilità di liquazione da zinco è stata migliorata aumentando il contenuto di ferrite nel metallo fuso mediante un bilanciamento dei contenuti di Ni e Cr. I problemi della rimozione della scoria e della produzione di spruzzi sono stati risolti riducendo il contenuto di TiO2 nel flusso ad un livello inferiore a quello di un filo commerciale. Quindi, l’aspetto della saldatura è stato migliorato, rendendo non più necessario il trattamento di riparazione del rivestimento dopo saldatura. I giunti saldati con il materiale di apporto di recente sviluppo hanno mostrato adeguate proprietà meccaniche e soddisfacente resistenza alla corrosione valutate mediante la prova in nebbia salina. Pubblicazioni IIS Controllo ultrasonoro Questo nuovo testo sul metodo di controllo ultrasonoro può essere considerato un riferimento essenziale, non solo per coloro che si interfacciano con le problematiche di controllo non distruttivo industriale ma anche per gli studenti universitari di ingegneria meccanica, fisica, scienza dei materiali e metallurgia. Attualmente il metodo di controllo ultrasonoro è uno dei più utilizzati in molti settori industriali strategici, quali l’aeronautico, il nucleare, l’industria chimica e petrolchimica, la costruzione di oleodotti e gasdotti, le costruzioni off-shore e, più in generale, nelle grandi costruzioni di carpenteria e caldareria. Indice 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it Principi fisici Trasduttori e generazione delle onde ultrasonore Analisi del fascio ultrasonoro Apparecchiature Blocchi campione di riferimento e di calibrazione Taratura della sensibilità Dimensionamento delle indicazioni rilevate nel controllo ultrasonoro con il metodo D.G.S Tecniche speciali Controllo di lamiere Controllo di prodotti siderurgici - laminati a sezione tonda Controllo delle saldature Controllo di getti - controllo ultrasonoro di fusioni in acciaio basso-legato con spessore 100 ÷ 400 mm Controllo di giunti in materiale austenitico e controllo di riporti placcati Determinazione della percentuale e del grado di sferoidizzazione in fusioni di ghisa sferoidale Misure di spessori - procedure operative Controllo di materiali termoplastici 2006, 248 pagine, Codice: 101022, Prezzo: € 75,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 60,00 ! • • • "#$ !%%%&"&'!("& )*+&,-./+)01)*+&,-..++ ! ! " # IIS Didattica La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe * 1 - Il tantalio e le sue leghe 1.1 Il tantalio puro Il tantalio presenta - come tutti i refrattari (Tab. I) - un’elevata temperatura di fusione ed una densità più che doppia rispetto a quella di un acciaio ferritico. La sua microstruttura cristallina è cubica a corpo centrato, stabile sino alla temperatura di fusione, senza trasformazioni allo stato solido; a differenza della maggior parte dei metalli cubici a corpo centrato, il tantalio mantiene una buona duttilità anche a bassa temperatura, senza transizione duttile - fragile. La resistenza alla corrosione di questo metallo è eccellente nei confronti di numerosi acidi, cloruri, solfuri ed altre sostanze chimiche: per questa ragione, esso è impiegato diffusamente nell’industria chimica; tuttavia, si ossida rapidamente in aria a temperature di circa 300 °C mentre al di sopra di 150 °C circa risulta attaccabile dall’acido fluoridrico, fosforico e solforico, oltre che da fluoro e cloro; tali elementi hanno (come lo stesso ossigeno) la capacità di entrare in soluzione interstiziale nella matrice aumentandone la resistenza meccanica ma diminuendone la duttilità. Allo stato ricotto, il tantalio presenta una resistenza meccanica variabile da 200 a 345 MPa ed un carico di snervamento compreso tra 165 e 220 MPa in funzione * del grado di purezza; l’allungamento a rottura è a sua volta variabile tra il 20 ed il 30% (con riferimento a tratti calibrati di 2” di lunghezza). La resilienza a -196 °C è superiore a 270 J. Semilavorati in tantalio sono fabbricati con processi di metallurgia delle polveri (sinterizzazione), per fusione sotto vuoto ad arco elettrico o con fascio elettronico: al riguardo, la saldabilità di semilavorati ottenuti mediante tecnologia delle polveri non è raccomandabile a causa degli elevati livelli di porosità. 1.2 Le leghe di tantalio Le leghe di tantalio sono ottenute mediante indurimento per precipitazione, per soluzione o loro combinazioni: in particolare, tra i principali metalli refrattari (molibdeno, tungsteno, niobio e tantalio) esiste una significativa, reciproca solubilità (Fig. 1); il vanadio è inoltre solubile nei quattro suddetti metalli, e viceversa, mentre zirconio ed afnio sono a loro volta solubili nel tantalio in percentuali significative. Il tungsteno ed il molibdeno hanno la maggiore capacità di indurimento della matrice; lo zirconio, il titanio e l’afnio aumentano la resistenza della matrice cristallina grazie alla precipitazione di carburi micro dispersi, ossidi e nitruri. La presenza di elementi di lega sostituzionali tende invece a favorire il fenomeno della transizione della tenacità nei giunti saldati, aumentandone la temperatura caratteristica, come pure alcuni elementi interstiziali, i cui effetti possono tuttavia essere neutralizzati con l’aggiunta di elementi di lega che formino carburi, ossidi e nitruri stabili. Alcuni esempi di leghe di tantalio sono riportati nella Tabella II, mentre nelle successive Tabelle III e IV sono riportate rispettiva- TABELLA I - Principali caratteristiche chimico - fisiche del tantalio. Densità [kg/l] 16.6 Microstruttura (@ 20 °C) T fusione [°C] Conduttività termica [W/m K] @ 20 °C Dilatazione lineare [mm/m K] @ 20 °C Numero atomico CCC 3017 50.4 6.5 73 TABELLA II - Esempi di denominazioni commerciali di leghe di tantalio. Denominazione Composizione chimica nominale [%] KBI-10 Ta-10W FS-63 T-111 T-222 Astar 811C 97.5 Ta - 2.5 W 90 Ta - 10 W 97.4 Ta - 2.5 W - 0.15 Nb 90 Ta - 8 W - 2 Hf 87.5 Ta - 10 W - 2.5 Hf - 0.01 C 90.3 Ta - 8 W - 1 Re - 0.7 Hf - 0.025 C Redazione a cura della Divisione FOR - Formazione e insegnamento dell’Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 489 La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe Atomic Percent Tantalum Atomic Percent Tantalum L Temperature °C Temperature °C L Nb Weight Percent Tantalum Ta V Weight Percent Tantalum Ta Figura 1 - Diagrammi all’equilibrio, sistemi Ta–Nb e Ta–V. mente le composizioni chimiche e le principali caratteristiche meccaniche delle leghe di tantalio secondo ASTM B 708. 1.3 Resistenza alla corrosione del tantalio e delle sue leghe Il tantalio è stato sperimentato in relazione alla propria resistenza alla corrosione nei confronti di oltre 2000 sostanze ed è risultato corroso in misura variabile solo da circa 40 di esse. In particolare, la sua eccellente resistenza in questo ambito è dovuta alla formazione di una patina superficiale di pentossido di tantalio (Ta2O5), che si forma spontaneamente per contatto con l’atmosfera, anche a temperatura ambiente, e conferisce una resistenza alla corrosione confrontabile con quella del vetro, dell’oro o del platino, restando nell’ambito dei metalli puri. Infatti, le sostanze in grado di corrodere il tantalio sono di fatto quelle che ne rendono instabile il pentossido superficiale, come ad esempio alcali forti, vapori di acido solforico contenenti SO3 oppure SO 2 liberi, fluoro, acido fluoridrico e soluzioni contenenti fluoro in tenori superiori a 20 ppm. Nel caso di applicazione in presenza di acido solforico forte, tipicamente per tubi appartenenti a scambiatori di calore a fascio tubiero, è usata diffusamente la lega Ta2.5W (UNS R05252), che consente tra l’altro un incremento della resistenza meccanica pari a circa il 25%, con modesti incrementi di peso. È inoltre significativa la resistenza alla corrosione del tantalio nei confronti di TABELLA III - Analisi chimiche delle leghe di tantalio (ASTM B 708). Sintered R05200 Unalloyed Unalloyed Element Tantalum Tantalum R05400 C O N H Nb Fe Ti W Mo Si Ni Ta 0.010 0.015 0.010 0.0015 0.100 0.010 0.010 0.05 0.020 0.005 0.010 Rem. 490 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 0.010 0.03 0.010 0.0015 0.100 0.010 0.010 0.05 0.020 0.005 0.010 Rem. metalli liquidi, proprietà che lo rende di interessante impiego per la realizzazione di stampi e crogioli; ad esempio, il tantalio è uno dei pochi elementi resistenti alla corrosione causata da plutonio liquido (Tab. V). Va considerato tuttavia, al riguardo, che il tenore di ossigeno in soluzione nei metalli liquidi deve essere mantenuto al di sotto di 50 ppm per evitare reazioni con il tantalio e prevenire fenomeni di infragilimento dello stesso. Per queste sue proprietà, il tantalio puro e talune sue leghe sono utilizzati a livello industriale per la fabbricazione di scambiatori di calore a fascio tubiero (Fig. 2) e di altre tipologie, di condensatori, come liner interno di apparecchiature di varia tipologia (Fig. 3). Va considerato, tuttavia, che la fabbricazione di componenti di grandi dimen- 90% Ta 10% W R05255 97.5% Ta 2.5% W R05252 60% Ta 40% Nb R05240 0.010 0.015 0.010 0.0015 0.100 0.010 0.010 9.0-11.0 0.020 0.005 0.010 Rem. 0.010 0.015 0.010 0.0015 0.50 0.010 0.010 2.0-3.5 0.020 0.005 0.010 Rem. 0.010 0.020 0.010 0.0015 35.0-42.0 0.010 0.010 0.050 0.020 0.005 0.010 Rem. La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe TABELLA IV - Caratteristiche tensili delle leghe di tantalio (ASTM B 708). Annealed condition Grade and form Ultimate tensile strength, min, psi (MPa) Yield strength, min, psi (MPa) (2% Offset) Elongation, min, % (1” Gage Length) Unalloyed Ta (R05200) (R05400) Plate, sheet and strip <0.060 in. thick 30 000 (207) 20 000 (138) 20 ≥0.060 in. thick 25 000 (172) 15 000 (103) 30 90% Ta 10% W (R05255) Sheet and strip Plate <0.125 in. thick ≥0.125 in. thick <0.060 in. thick ≥0.060 in. thick 70 000 (482) 70 000 (482) 40 000 (276) 40 000 (276) 35 000 (241) 35 000 (241) 60 000 (414) 55 000 (379) 30 000 (207) 22 000 (152) 20 000 (138) 15 000 (103) 15 20 20 25 25 25 97.5% Ta 2.5% W (R05252) 60% Ta 40% Nb (R05240) TABELLA V - Resistenza alla corrosione nei confronti di metalli liquidi del tantalio. Metallo Comportamento Alluminio Non resistente Bismuto <900 ºC Calcio <1200 ºC Rame Resistente Ferro Non resistente Mercurio <600 ºC Potassio <1000 ºC Litio <1000 ºC Magnesio <1150 ºC Argento <1200 ºC Sodio <1000 ºC Piombo <1000 ºC Zinco <450 ºC Figura 3 - Spool fabbricato con liner interno in tantalio puro. sioni - a causa del costo e del peso di tantalio puro e delle sue leghe principali - è realizzata mediante placcatura di altri metalli o loro leghe, delle quali è sfruttata in servizio la resistenza meccanica, delegando invece al tantalio la funzione di barriera chimica. La placcatura può essere realizzata mediante saldatura ad esplosione come anche essere applicata al substrato ed aderirvi per contatto: se i l s econdo metodo può essere rivolto ad applicazioni generali, il primo va conside- rato nel caso in cui si abbiano internamente condizioni di bassa pressione che possono indurre il distacco della placcatura dal suo substrato (Fig. 4); d’altra parte, per quanto presentino di principio Figura 2 - Scambiatore di calore a fascio tubiero placcato in tantalio puro. Figura 4 - Cedimento del placcato dal suo supporto, per effetto di ridotti valori di pressione interna. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 491 La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe Figura 5 - Sezione macrografica della placcatura ad esplosione tra Ta UNS R05200 ed acciaio al carbonio. proprietà meccaniche superiori, i semilavorati ottenuti ad esplosione (Fig. 5) presentano maggiori difficoltà durante la fabbricazione, con particolare riferimento al ripristino di placcatura, tipicamente nel caso di saldatura testa a testa. Per prevenire cedimenti come quello rappresentato nella Figura 4, è prassi consolidata prevedere la presenza di irrigiditori interni (stiffner) di tipo circonferenziale. Un aspetto caratteristico del comportamento in servizio del tantalio e delle sue leghe, comune peraltro anche al niobio e alle sue leghe, è rappresentato dall’infragilimento da idrogeno, che può essere la causa di rotture anche catastrofiche degli apparecchi che lo subiscano (Fig. 6). In particolare, il tantalio (come anche il niobio) non deve mai assumere un comportamento catodico in presenza di atmosfere contenenti idrogeno ionico o semplicemente gassoso: esso è in grado di diffondere nella microstruttura cristallina, causandone il progressivo deterioramento in prossimità delle regioni intergranulari e riducendola progressivamente in una sorta di polvere. Il tantalio non deve perciò essere impiegato - in presenza di soluzioni che fungano da elettrolita - in prossimità con leghe di nichel o sue leghe (ad esempio, del tipo Hastelloy), acciaio al carbonio o inossidabile. Per poter operare in queste condizioni, il tantalio (o il niobio) devono essere isolati elettricamente dal resto dell’apparecchiatura in cui sono installati; in alternativa, può essere prevista la presenza di una piccola superficie placcata con platino oppure con oro (in grado di attirare gli ioni idrogeno e di favorirne la trasformazione in idrogeno molecolare gassoso): tale soluzione può essere realizzata con piccole lamine dello spessore di appena 5 μm, aventi un’area pari a circa 1/200000 rispetto a quella da proteggere. 1.4 Trattamenti termici Alcune leghe di tantalio, come ad esempio il grado T-222, possono essere invecchiate mediante la precipitazione di una seconda fase nella matrice. Il tantalio e le sue leghe possono inoltre essere oggetto di trattamenti di distensione e di ricottura, allo scopo di ridurre i livelli delle tensioni residue e migliorarne la duttilità (nella Tabella VI sono indicate le temperature di distensione e di ricottura di ricristallizzazione delle principali tipologie). L’esecuzione di trattamenti termici dopo Figura 6 - Rottura di un tubo saldato di tantalio puro a causa di infragilimento da idrogeno (a sinistra), aspetto della relativa superficie di frattura (a destra). TABELLA VI - Temperature di distensione e di ricottura di ricristallizzazione delle principali leghe di tantalio. Tantalio Ta - 2.5 W - 0.1 Nb Ta - 10 W Ta - 8 W - 2 Hf Ta - 10 W - 2.5 Hf - 0.01 C 492 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Temperatura di distensione [°C] Temperatura di ricristallizzazione [°C] 900° 982° 1095° 1095° 1095° 980°÷1205° 1205°÷1316° 1316°÷1650° 1316°÷1650° 1316°÷1650° La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe Figura 7 - Saldatura in camera inerte (glove box) di giunzioni di uno scambiatore. saldatura sembra in grado di aumentare sensibilmente la duttilità dei giunti saldati (è il caso di saldature con fascio elettronico, per i gradi Ta - 5 W - 2.5 Mo e Ta - 10 W - 2.5 Mo); analogamente, si p o s s o n o r e g ist ra re di m i nuz i oni significative della temperatura di transizione della tenacità per effetto di tale trattamento, come ad esempio nel caso di giunti saldati con processo TIG (grado Ta - 5 W - 2.5 Mo, da 57 °C a circa -115 °C, grado Ta - 10 W - 2.5 Mo, da 163 °C a -196 °C). 1.5 Preparazione delle superfici Il tantalio e le sue leghe richiedono un’accurata preparazione chimica prima di procedere con la saldatura e prima ancora deve essere eseguita la lavorazione di macchina delle estremità, qualora la loro superficie si presenti irregolare o rugosa. La preparazione chimica deve essere effettuata con detergenti o solventi idonei, quindi con un attacco acido (si usano tipicamente soluzioni in acqua di acido nitrico al 40%, fluoridrico dal 10 al 20%); i residui dell’attacco devono essere rimossi con un lavaggio con acqua demineralizzata, quindi si procede con l’asciugatura dei pezzi. Le parti così preparate devono essere conservate in locali appositi (clean room) a temperatura ed umidità controllate. 1.6 Saldabilità del tantalio e delle sue leghe Il tantalio e le sue leghe possono essere saldati - di principio - con gli stessi processi impiegati per il titanio e le sue leghe e non richiedono preriscaldi. Durante l’esecuzione dei giunti, un punto essenziale riguarda le contaminazioni di ossigeno, azoto, idrogeno e carbonio, che pos s ono entrare in soluzione nella matrice attraverso il bagno di fusione ed infragilirla notevolmente. Il processo TIG è impiegato con soluzioni convenzionali: elettrodi toriati (AWS A5.12 ETh-2) con polarità diretta, protezione primaria ed al rovescio con gas argon ad elevatissima purezza, sia con tecnica manuale che automatica, facendo uso - quando possibile - di specifiche camere inerti (Fig. 7), che ottimizzano le condizioni di protezione gassosa. In fase di assiemaggio, qualora si adottino dispositivi di fissaggio metallici (ad esempio in acciaio, lega di rame o nichel) in prossimità del giunto, è opportuno evitare il contatto diretto dei dispositivi stessi con il tantalio, interponendo degli inserti in molibdeno: così facendo, date le elevatissime temperature necessarie per la fusione del materiale base, è possibile evitare contaminazioni nel giunto da parte di metalli o altri elementi appartenenti ai dispositivi utilizzati (eventuali dispositivi in grafite devono essere pure evitati, data la tendenza a formare carburi). Oltre al TIG, gli altri processi che possono essere adottati sono il plasma, il fascio elettronico, il laser; la saldatura a resistenza è a sua volta applicabile su lamierini di piccolo spessore, per quanto il contatto tra gli elettrodi e le contaminazioni (tipicamente di rame) causate dagli stessi sul materiale base rappresentino un problema. Il tantalio può essere saldato con relativa facilità al niobio, al titanio ed allo zirconio con cui presenta solubilità allo stato solido in ogni proporzione, con giunti caratterizzati da una sufficiente duttilità; tuttavia, l’eventuale saldatura con i più tradizionali materiali strutturali (tipicamente gli acciai) è di fatto impossibile, a causa delle formazione di composti intermetallici, che renderebbero eccessivamente fragile la giunzione. Per questa ragione, l’esecuzione di placcature tra tantalio ed acciai di vario grado deve essere realizzata con processi allo stato solido, tipicamente mediante saldatura ad esplosione; in alternativa, altri processi allo stato solido applicabili sono la saldatura ad attrito, ad ultrasuoni, la saldatura per diffusione atomica. Un punto di notevole rilevanza nella fabbricazione di prodotti realizzati con lamiere placcate allo stato solido è certamente il ripristino di placcatura nelle giunzioni tra lamiere, che devono essere effettuate con tecniche speciali, che consentano di evitare ogni forma di contaminazione reciproca tra le due tipologie di lega. Tantalio e sue leghe possono inoltre anche essere brasate, per quanto l’efficacia di queste giunzioni dipenda dalle temperature di servizio previste in relazione alle caratteristiche fisiche della lega brasante utilizzata; inoltre, va considerato che le principali leghe brasanti disponibili in commercio non presentano la stessa resistenza alla corrosione del tantalio e delle sue leghe. Dal punto di vista tecnologico, vanno utilizzati processi con atmosfera protettiva inerte ad elevata purezza oppure sotto vuoto; si possono inoltre verificare fenomeni di infragilimento delle giunzioni causate dalla formazione di composti intermetallici tra la lega brasante ed il materiale base, in funzione ovviamente delle temperature massime raggiunte e del ciclo termico caratteristico della procedura di brasatura impiegata. Ad esempio, nel campo delle leghe brasanti a bassa temperatura, per il tantalio e sue leghe possono essere utilizzate leghe brasanti al nichel - cromo - silicio: sebbene il tantalio ed il silicio formino composti intermetallici, le giunzioni così realizzate possono arrivare in servizio a temperature vicine a mille gradi (982 °C); in alternativa, si possono utilizzare leghe rame - oro (con tenori di oro inferiori o eguali al 40% per non infragilire il giunto) come anche leghe argento - rame (che consentono di ottenere un’interessante resistenza meccanica a temperatura ambiente). In alternativa, possono essere considerate leghe brasanti ad alta temperatura, basate sui sistemi Ta -V - Ti e Ta - V - Nb, adatti sino a certi valori di temperatura massima. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 493 La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe senta un’eccellente resistenza alla corrosione in soluzioni acquose della maggior parte degli acidi organici e minerali, ad eccezione dell’acido fluoridrico, grazie alla formazione di uno strato superficiale di ossido estremamente compatto, che inibisce ulteriori processi chimici sulla superficie del metallo. Alcune soluzioni alcaline hanno ridotti ratei di corrosione a temperatura ambiente, che aumentano leggermente con la temperatura. Come il tantalio, il niobio presenta un’eccellente resistenza nei confronti di soluzioni saline, ma può essere infragilito da sali che formino per idrolisi soluzioni alcaline. TABELLA VII - Temperature di brasatura e fusione di alcune delle principali leghe brasanti per tantalio e leghe di tantalio. T di brasatura [°C] T di fusione [°C] 10 Ta - 40 V - 50 Ti 20 Ta - 50 V - 30 Ti 25 Ta - 55 V - 20 Ti 30 Ta - 65 V - 5 Ti 5 Ta - 65 V - 30 Nb 25 Ta - 50 V - 25 Nb 30 Ta - 65 V - 5 Nb 30 Ta - 40 V - 30 Nb 1760° 1760° 1843° 1843° 1815° 1871° 1871° 1926° 2399° 2399° 2204° 2399° 2299° 2499° 2299° 1999° ob a Tit Pe ent rce nt erc Ni ht P 8.57 Microstruttura (@ 20 °C) CCC T fusione [°C] 2468 Conduttività termica [W/m K] @ 20 °C 50.0 Dilatazione lineare [mm/m K] @ 20 °C 6.5 Numero atomico 41 m Densità [kg/l] niu TABELLA VIII - Principali caratteristiche chimico - fisiche del niobio. 494 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Ti ig We 2.1 Il niobio puro Il niobio (columbio) è classificato come metallo refrattario, con caratteristiche chimico - fisiche comparabili a quelle del tantalio, per quanto presenti proprietà tipiche dei metalli reattivi. La sua densità (Tab. VIII) è circa la metà di quella del tantalio, rispetto al quale presenta inoltre una minore temperatura di fusione (2468 °C circa); analogamente al tantalio, la sua microstruttura cristal- 2.2 Le leghe di niobio Il niobio è legato con i quattro metalli refrattari (tantalio, tungsteno, molibdeno, afnio) e con titanio e zirconio per ottenere leghe indurenti per soluzione (Fig. 8); quest’ultimo, aggiunto a leghe indurenti per soluzione, conferisce loro anche indurimento per precipitazione. Facendo riferimento alle classificazioni previste dalle normative in vigore, si può considerare a titolo di esempio lo standard ASTM B393 - 09e1 “Standard Specification for Niobium and Niobium Alloy Strip, Sheet, and Plate”. Esso prende in considerazione quattro gradi, indicati appunto come Grade 1÷4, i primi due dei quali sono denominati Reactor Grade Unalloyed Niobium (UNS R04200, il Type 1), il ht 2 - Il niobio e le sue leghe lina è cubica a corpo centrato, senza trasformazioni di fase allo stato solido. Il niobio ricotto, ad elevata purezza, presenta una resistenza meccanica pari a circa 125 MPa (con un carico di snervamento di circa 85 MPa) ed un allungamento a rottura compreso tra il 20 ed il 25% circa (in funzione della lunghezza del tratto calibrato); le proprietà meccaniche del niobio sono fortemente condizionate dalla sua purezza, con particolare riferimento agli elementi interstiziali quali l’azoto, l’idrogeno, l’ossigeno ed il carbonio: ad esempio, la resilienza del niobio prodotto per fusione con electron beam alla temperatura di -130 °C è pari a 203 J, ma scende a 13.5 J (a -18 °C) nel caso di niobio ottenuto ad arco, sotto vuoto. Il niobio si ossida a partire dalla temperatura di 400 °C circa e si arricchisce di ossigeno in forma interstiziale ad elevata temperatura, anche in atmosfere con ridotta pressione parziale di questo gas. Esso risulta inoltre reattivo ad alta temperatura con il carbonio, lo zolfo e gli alogeni. A temperature inferiori a 100 °C circa, il niobio preWe ig Al solito, questi processi devono essere applicati in vacuum (ad esempio, con pressioni pari a 10-4 torr o inferiori): tuttavia, va osservato che tantalio e vanadio tendono a passare in fase vapore dalla lega brasante durante il processo di brasatura a causa della propria elevata tensione di vapore. Dato il basso livello di interazione tra il materiale base e queste leghe brasanti, le giunzioni possono essere utilizzate sino a temperature di servizio pari a circa 1370 °C, con eccellente duttilità a temperatura ambiente che consente la disponibilità delle leghe brasanti stesse in lamine sottili. Nella Tabella VII sono indicate le composizioni di alcune delle principali leghe brasanti utilizzate per queste elevate temperature di servizio. ium Composizione chimica Nb W Weight Percent Tungsten Figura 8 - Il diagramma ternario Nb - W - Ti (a T ambiente). La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe 2.3 Resistenza alla corrosione del niobio e delle sue leghe La resistenza alla corrosione del niobio e delle sue leghe principali è paragonabile, in linea di principio, a quella del tantalio e delle sue leghe, per quanto vi siano alcune differenze significative: ad esempio, essa risulta leggermente infe- TABELLA IX - Composizioni chimiche del niobio e delle leghe Nb-1Zr secondo ASTM B393 - 09e1. Elemento Type 1 Type 2 Type 3 Type 4 C N O H Zr Ta Fe Si W Ni Mo Hf 0.01 0.01 0.015 0.0015 0.02 0.1 0.005 0.005 0.03 0.005 0.010 0.02 0.01 0.01 0.025 0.0015 0.02 0.2 0.01 0.005 0.05 0.005 0.010 0.02 0.01 0.01 0.015 0.0015 0.8÷1.2 0.1 0.005 0.005 0.03 0.005 0.010 0.02 0.01 0.01 0.015 0.0015 0.8÷1.2 0.2 0.01 0.005 0.05 0.005 0.010 0.02 TABELLA X - Leghe di niobio saldabili. Designazione Composizione chimica nominale Nb-1Zr B-66 C-103 C-129Y Nb-752 FS-85 SNb-291 99 Nb - 1 Zr 89 Nb - 5 Mo - 5 V - 1 Zr 89 Nb - 10 Hf - 1 Ti 80 Nb - 10 W - 1 Hf - 0.1 Y 87.5 Nb - 10 W - 2.5 Zr 61 Nb - 28 Ta - 11 W - 1 Zr 80 Nb - 10 Ta - 10 W TABELLA XI - Caratteristiche tensili del niobio e delle leghe Nb-1Zr secondo ASTM B393 - 09e1. Grado Resistenza a rottura (MPa) Rp0.2 (MPa) Type 1, 2 Type 3, 4 125 195 85 125 riore nei confronti all’acqua regia, al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), agli acidi nitrico, cloridrico, fosforico, solforico e agli ipocloriti. Dati però i minori costi (inferiori indicativamente del 60% rispetto al tantalio), il niobio puro e la sua lega Ta60Nb40 stanno trovando applicazioni crescenti nell’ambito della chimica e per metalli puri fusi, per i quali la resistenza del niobio è ancora confrontabile a quella del tantalio, seppure lievemente inferiore. Resilienza (J) secondo Commercial Grade Unalloyed Niobium (UNS R04210, Type 2); gli ultimi due, invece, sono di fatto leghe di niobio e zirconio, denominate rispettivamente Reactor Grade Niobium - 1% Zirconium (UNS R04251, Type 3) e Commercial Grade Niobium - 1% Zirconium (UNS R04261, Type 4). Le analisi chimiche di dettaglio sono riportate nella Tabella IX. Allo stesso modo, alcune delle principali leghe di niobio saldabili sono riportate nella Tabella X, basata invece su denominazioni di tipo commerciale. Come accennato poco sopra, la resistenza meccanica del niobio puro non è elevata e migliora progressivamente con l’aggiunta di elementi di lega. Facendo r if e r ime n to a d AST M B393 - 09e 1 (Tab. XI), si può osservare come i gradi debolmente legati allo zirconio (Type 3 e 4) presentino caratteristiche resistenziali incrementate di circa il 50% rispetto ai gradi puri (Type 1 e 2), con una proporzionale riduzione della duttilità (allungamento a rottura). Oltre al niobio puro (nei suoi tradizionali gradi 1 e 2) è di uso frequente anche la lega Nb-1Zr (nei gradi 3 e 4): l’aggiunta dello zirconio, con valori attorno all’1%, consente di ottenere migliore resistenza in regime di scorrimento viscoso a caldo e temperature di fusione più elevate. Inoltre, questi gradi presentano una sezione d’urto inferiore nei confronti dei neutroni, proprietà che rende interessante la lega nel settore nucleare, per temperature comprese tra 980 e 1200 °C circa. Per effetto della ricerca di leghe sempre più prestazionali, la lega Nb-1Zr è stata a sua volta affiancata dal grado C-103, che presenta migliore resistenza meccanica, ma con costi decisamente superiori. Un dato da sottolineare è la particolare tenacità di questa tipologia di lega, che presenta una transizione molto netta a valori di temperatura prossimi a 0 °C, come illustrato dalla Figura 9. Allungamento a rottura (%) Spessore ≥ 0.010” 25 20 Spessore < 0.010” 20 15 200 150 100 50 0 -200 0 200 400 Temperatura (°C) Figura 9 - Curva di transizione della tenacità della lega Nb-1Zr (UNS R04261). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 495 La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe TABELLA XII - Temperature di distensione e ricottura di alcune delle principali leghe di niobio. Tantalio puro Nb-1Zr B-66 C-103 C-129Y Nb-752 FS-85 SNb–291 Temperatura di ricottura [°C] Temperatura di distensione [°C] 899°÷1204° 982°÷1093° 1204°÷1371° 1038°÷1316° 982°÷1316° 1204°÷1316° 1093°÷1371° 1316°÷1399° 760°÷802° 899°÷982° 1093° 871° 982° 982°÷1093° 1010° 1093° 2.4 Trattamenti termici Le temperature di trattamento termico caratteristiche (distensione e ricottura) delle principali leghe di niobio sono riportate nella Tabella XII; i trattamenti vanno eseguiti in vacuum oppure in atmosfera di gas inerte ad elevatissima purezza (la soluzione in vuoto si rivela, in definitiva, la più conveniente). Leghe contenenti zirconio in soluzione, come accennato, possono dar luogo a fenomeni di indurimento per precipitazione: esse infatti sono sensibili al fenomeno in caso di servizio a temperature comprese tra 815 e 1095 °C circa, in funzione dell’effettiva analisi chimica, con conseguenze preoccupanti nei confronti delle loro duttilità ed aumenti sensibili della temperatura di transizione della lega. Al proposito, eventuali trattamenti di ricottura delle giunzioni saldate portano zona fusa e zona termicamente alterata in condizioni di overaging (sovrainvecchiamento), impedendone l’invecchiamento in servizio. quelle impiegate per il tantalio e le sue leghe, tanto per la pulitura che per l’attacco, quindi mantenute in apposite clean room, in condizioni di umidità e temperatura controllate. 2.5 Preparazione delle superfici Il niobio e le sue leghe possono essere preparate con procedure analoghe a 2.6 Saldabilità del niobio e delle sue leghe Il niobio e le sue leghe presentano una Figura 10 - Saldatura TIG, lega C-103 (89Nb-10Hf-1Ti, cortesia Wah Chang). soddisfacente saldabilità, a condizione che il tenore di tungsteno resti inferiore all’11%: diversamente, la duttilità delle giunzioni può risultare comprome ssa , a temperatura ambiente, dalla formazione di fasi fragili tra il tungsteno stesso ed altri elementi di lega. Di principio, i processi e le modalità di saldatura impiegate per il tantalio possono essere utilizzate anche per il niobio e le sue leghe (a differenza del titanio e dello zirconio, va osservato che la saldatura in aria, sebbene con protezione secondaria, non risulta completamente efficace a causa degli eccessivi livelli di contaminazione). La saldatura con elettrodo infusibile (TIG) deve essere effettuata in camera TABELLA XIII - Risultati di prove di saldatura con processo TIG, lega C-103 (Nb-10Hf-1Ti). Resistenza a Campione Spessore (”) Stato Rp0.2 (ksi) rottura (ksi) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0.030 0.020 0.020 0.020 0.020 0.020 con 0.030 0.020 con 0.030 0.020 con 0.030 0.020 con 0.030 0.030 496 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Ricotto Come saldato Ricotto Come saldato Ricotto Come saldato Come saldato Ricotto Ricotto Come saldato 59.500 61.700 60.200 62.400 59.600 61.100 61.600 60.200 60.400 61.900 40.400 44.900 42.100 46.500 41.400 46.200 45.200 42.200 42.700 45.500 Allungamento a rottura (%) 27.0 14.0 16.0 13.0 18.0 13.0 14.0 14.0 13.0 20.0 La saldabilità di tantalio, niobio e loro leghe inerte in elio oppure in argon; dato che l’elio consente di operare con maggiori apporti termici, viene in genere preferito all’argon. Particolare cura deve essere posta nell’evitare qualsiasi forma di contaminazione tra l’elettrodo ed il materiale base, impiegando sistemi di accensione dell’arco elettrico non per contatto (scintilla pilota, ad esempio). Particolare attenzione va posta nel caso di leghe sensibili all’invecchiamento, utilizzando maggiori velocità di saldatura per ridurre l’apporto termico, risultato raggiungibile anche usando piatti di sostegno raffreddati ad acqua, che favoriscano la conduzione termica. Un esempio di giunzione eseguita con processo TIG su lega C-103 (89Nb-10Hf-1Ti) è riportato nella Figura 10. I risultati di alcune prove di saldatura con processo TIG di piccoli spessori di lega C-103 sono riportati nella Tabella XIII. Per quanto si tratti di applicazioni di nicchia, la stessa saldatura a diffusione atomica è stata impiegata con successo sia per la saldatura di niobio e sue leghe che per giunti eterogenei con altri tipi di metallo o lega; anche questo tipo di processo richiede l’applicazione sotto vuoto per prevenire la contaminazione del materiale base. La brasatura del niobio e delle sue leghe è stata oggetto di studi approfonditi, data la difficoltà tipica dei processi autogeni nel raggiungere la fusione dei metalli refrattari. Sono state sviluppate leghe brasanti a base titanio e zirconio, con altri metalli alto-fondenti come il platino ed il palladio: alcuni esempi di lega brasante utilizzata per il niobio e le sue leghe sono indicati nella Tabella XIV. Tali leghe brasanti presentano un’elevata capacità di bagnare le superfici in alto vuoto (tipicamente, 10-5 torr o temperature inferiori) e possono inoltre essere sottoposte a trattamenti termici di diffusione dopo brasatura, in grado di incrementare ulteriormente le proprietà tensili della giunzione. Esperienze significative sono state condotte nella brasatura di tubi in lega di niobio con tubi di acciaio inossidabile austenitico grado 316 (UNS 31600) e di Hastelloy X (UNS N06002) utilizzando leghe brasanti a base nichel: in particolare, nel primo caso è stata impiegata una lega di composizione chimica Co-21Cr-21Ni- TABELLA XIV - Temperature di brasatura e fusione di alcune delle principali leghe brasanti per niobio e leghe di niobio. Composizione chimica T di brasatura [°C] 48 Ti - 48 Zr - 4 Be 75 Zr - 19 Cb - 6 Be 66 Ti - 30 V - 4 Be 91.5 Ti - 8.5 Si 67 Ti - 33 Cr 73 Ti - 13 V - 11 Cr - 3 Al 90 Pt - 10 Ir 90 Pt - 10 Rh 1049° 1049° 1288°÷1316° 1371° 1454°÷1482° 1621° 1815° 1898° 5.5W-8Si-0.5B, con temperature di brasatura attorno a 1177 °C; nel secondo caso, invece, è stato fatto uso di una lega standard BNi-4 (Ni-3.5Si-2B) alla temperatura di 1105 °C. Considerando la fragilità che caratterizza alcune leghe brasanti dopo solidificazione, sono spesso utilizzate giunzioni con un design tale da evitare stati di trazione residua, favorendo invece quelli di compressione. Va citata infine, come possibile alternativa alla saldatura TIG, la saldatura a resistenza, con particolare riferimento a spessori inferiori a 0.020” sino a valori pari a circa 0.012” o anche inferiori. Rispetto alla saldatura ad arco, i tempi ciclo appaiono ridotti e questo comporta minori livelli di contaminazione superficiale: qualora si possa contenere la durata della saldatura ad uno o due cicli, la giunzione può essere anche effettuata in aria; diversamente si può anche ricorrere alla saldatura ad immersione in acqua, che non protegge ovviamente come proteggerebbe l’argon puro, ma che consente di accelerare il ciclo di raffreddamento. Per quanto siano state condotte esperienze soddisfacenti con saldatrici a corrente alternata, oggi appare migliorativo l’impiego di quelle ad inverter. Le procedure devono prevedere la pulitura dei giunti dopo la saldatura e nel caso di pick-up di rame dagli elettrodi - la sua rimozione con acido nitrico in soluzione. Riferimenti bibliografici e normativi • P.A. Krammer, R.E. Monroe, R.E. Martin: «Weldability of Tantalum alloys», Welding Journal, 1972. • ASTM B708 - 05 “Standard Specification for Tantalum and Tantalum Alloy Plate, Sheet, and Strip”. • ASTM B365 - 98 (2004) “Standard Specification for Tantalum and Tantalum Alloy Rod and Wire”. • ASTM B521 - 98 (2004) “Standard Specification for Tantalum and Tantalum Alloy Seamless and Welded Tubes”. • ASTM B392 - 09e1 “Standard Specification for Niobium and Niobium Alloy Bar, Rod, and Wire”. • ASTM B393 - 09e1 “Standard Specification for Niobium and Niobium Alloy Strip, Sheet, and Plate”. • ASTM B394 - 09e1 “Standard Specification for Niobium and Niobium Alloy Seamless and Welded Tubes”. • ASTM B654 / B654M - 10 “Standard Specification for Niobium-Hafnium Alloy Foil, Sheet, Strip, and Plate”. • ASTM B655 / B655M - 10 “Standard Specification for Niobium-Hafnium Alloy Bar and Wire”. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 497 Pubblicazioni IIS - Novità 2010 Prove di tenuta (LT) - 2ª Edizione Il testo IIS sul Controllo non Distruttivo per Rivelazione di Fughe rappresenta un valido supporto per coloro che affrontano problematiche industriali relative alla tenuta o all’isolamento di componenti. Attualmente tale controllo, in tutte le sue tecniche e varianti, è molto utilizzato in settori industriali quali l’aeronautico, il nucleare, l’industria chimica e petrolchimica, l’industria frigorifera e del condizionamento ambientale. L’esperienza che IIS ha maturato sul campo in questo settore viene sintetizzata e messa a disposizione di tutti i tecnici PND già qualificati o in corso di qualificazione ai livelli 1, 2 e 3 nel metodo LT. Il testo presenta nella sua parte iniziale i principi fondamentali della Teoria Cinetica dei gas e l’interpretazione, che questa teoria fornisce, dei concetti di pressione e, di conseguenza, di vuoto. La misura della pressione, la produzione e la misura del vuoto costituiscono la seconda parte della dispensa. Quanto sopra ha lo scopo di introdurre gli elementi necessari per capire i concetti base delle quattro principali tecniche (e delle loro varianti) per la ricerca e l’individuazione delle perdite, riconosciute dal punto di vista normativo e descritte nella parte centrale della dispensa. Infine, viene dedicato un doveroso spazio alla descrizione delle metodologie più diffuse per la misurazione di perdite, rilevate con le suddette tecniche. Il volume riprende la precedente edizione elaborata ed è stata aggiornata ed integrata per tenere conto dello stato dell’arte attuale in materia di “Tecnologia del Vuoto” e “Ricerca Fughe”. Il testo è stato redatto dalla Divisione Formazione - Area Corsi PND dell’Istituto, cui va pertanto rivolto un particolare ringraziamento per i contributi di competenza resi disponibili per la sua realizzazione. Indice 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Principi di fluidodinamica Misura delle basse pressioni Pompe a vuoto Materiali ed accessori per impianti a vuoto Prova di tenuta mediante emissione di bolle Prova di tenuta mediante variazione di pressione Prova di tenuta mediante diodo ad alogeni Prove di tenuta mediante spettrometro di massa Determinazione della quantità di perdita nelle fughe calibrate Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 2010, 192 pagine, Codice: 101024, Prezzo: € 67,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 53,60 PLASMA AUTOMATION INTEGRAZIONE TRA GENERATORI PLASMA HQC E IMPIANTI AUTOMATICI CONTROLLO CNC BEVEL ASSE Z TAGLIO CON UTILIZZO DI GAS SOFTWARE CEBORA PANTOGRAFO CNC ROBOT PAD. 18 . 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TANG TANGENZIALE IL MONDO DELLA SALDATURA 24 OV EST In concomitanza con Scienza e Tecnica …un caso difficile La modellazione numerica agli elementi finiti ha oggi raggiunto prestazioni di altissimo livello. Gli strumenti a disposizione del progettista e dello strutturista sono sempre più raffinati, rapidi, efficienti, sia in termini di hardware che di software. La sensibilità tecnica e la preparazione scientifica di coloro che utilizzano tali strumenti rimangono, tuttavia, un caposaldo imprescindibile nel garantire l’affidabilità dei risultati ottenuti e, talvolta, la fattibilità ed il successo di una analisi particolarmente complessa. Senza avere la pretesa di descrivere procedure di calcolo innovative si vuole, in questa nota, segnalare l’esecuzione di un calcolo di particolare complessità che è stato condotto dai tecnici della Divisione Ingegneria dell’Istituto Italiano della Saldatura. Come è noto a chi opera nel campo delle analisi agli elementi finiti, generalmente, in una analisi numerica, strutturale e/o termica, oltre alla modellazione geometrica del particolare o del componente da studiare, oltre alla definizione dei carichi e delle forze agenti caratteristiche, è necessario simulare e definire le modalità con cui il materiale “risponde” alle condizioni di carico che vengono applicate. Molte di queste risposte sono state studiate e risolte nella fisica dei materiali e, per moltissimi agenti esterni (una forza applicata a una membratura, una temperatura i mposta s u una s uper ficie, ecc.) abbiamo a disposizione le leggi di risposta del materiale a questi “agenti”. Si chiamano leggi costitutive ed alcune sono state espresse moltissimi anni fa, altre sono più recenti. Una particolarmente celebre è la legge di Hooke (F = -Kx) che descrive l’allungamento “x” di una molla sollecitata da una forza “F”, nella quale “K” è la costante elastica del materiale. La legge di Hooke risale addirittura alla fine del diciassettesimo secolo (Fig. 1). Il caso in questione si caratterizza proprio per come si è affrontato, con successo, il problema di rendere una Figura 1 legge costitutiva del materiale particolarmente rispondente alle variazioni dei parametri in gioco, nel tentativo di riprodurre, nel modo tecnicamente più attendibile, il comportamento reale del materiale. Il calcolo che è stato eseguito si riferisce ad una verifica a creep-fatica condotta su un componente a pressione destinato ad operare in servizio ad alta temperatura, in regime di scorrimento viscoso del materiale e sottoposto a carichi ciclici. Era necessario ricorrere alle leggi fisiche che descrivono il comportamento del materiale sia nei confronti della fatica, sia nei confronti dello scorrimento viscoso. Per quanto concerne la fatica sono oggi disponibili, per molti materiali, le curve di resistenza per il carico ciclico (Fig. 2). Per quanto riguarda il creep la legge costitutiva di riferimento per gli acciai è la legge di Norton, dove: ε⋅ rappresenta la velocità di deformazione a creep σ rappresenta la sollecitazione locale A ed n sono coefficienti caratteristici che variano da materiale a materiale e, in ultima analisi, ne rappresentano il comportamento a creep. L’equazione correla la tensione agente e la velocità di deformazione a creep corrispondente. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 501 Scienza e Tecnica 502 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 1,000.0 Stress Amplitude, ksi Per il particolare tipo di materiale impiegato (un acciaio basso legato per alte temperature, di ultima generazione) il Codice ASME VIII Div. 2, generalmente utilizzato come riferimento per il calcolo a fatica dei componenti a pressione, forniva curve di resistenza per il carico ciclico solo fino ad una temperatura di 371 °C, mentre la temperatura di esercizio del componente era significativamente più alta. Il Code Case 2605 del Codice ASME consente di colmare questa lacuna. In esso, infatti, si forniscono i criteri per affrontare una verifica a fatica ad alta temperatura. Le modalità di verifica sono piuttosto complesse prevedendo la necessità di modellare l’interazione creep-fatica. Per quanto concerne il comportamento a creep il Code Case impone l’applicazione del cosiddetto “Metodo Omega”, messo a punto negli ultimi anni negli Stati Uniti. Esso prevede che, nella valutazione della risposta del materiale alle sollecitazioni esterne, ad alta temperatura, già definita dalla legge di Norton, si tenga conto anche dell’effetto del danneggiamento che progressivamente il materiale accumula nel tempo, a causa del servizio in regime di creep; danneggiamento che, a sua volta, è funzione del valore locale della tensione agente nei diversi punti del componente. Nei casi di geometrie molto semplici, che conducono a distribuzioni dello stato di tensione uniformi, il metodo Omega consente di simulare, tramite iterazioni successive, il comportamento nel tempo del materiale. Nel caso in esame, al contrario, la complessità della geometria generava una distribuzione complessa dello stato di tensione (studiata con analisi strutturali tradizionali condotte preliminarmente). La complessità del problema è stata quindi quella di aggiornare costantemente i coefficienti dell’equazione costitutiva di riferimento (legge di Norton) in funzione del danneggiamento accumulato e dei valori di tensione riscontrati, variabili da punto a punto nel componente e variabili nel tempo per effetto dei fenomeni di deformazione viscosa. Il problema è stato affrontato con successo definendo un adeguato algoritmo 100.0 10.0 10 100 1,000 10,000 Design Cycles Figura 2 di calcolo e implementandolo, dal punto di vista del calcolo numerico, attraverso opportune “macro” in grado di interagire con il software per l’analisi struttural e . In t a l m odo è s tato pos s ibile aggiornare, istante per istante, tutti i parametri significativi in gioco: sollecitazione agente, velocità di deformazione istantanea, danno accumulato e, quindi, i coefficienti della legge di Norton. Figura 3 La rappresentazione illustrata nella Figura 3 consente di individuare i vari elementi nei quali è stato simulato un “materiale” virtualmente diverso da punto a punto, per quanto concerne il suo comportamento a creep. Dott. Ing. Giancarlo Canale Responsabile Divisione Ingegneria IIS We are the World of Welding Solutions. Il segreto del nostro successo è la profonda conoscenza dei materiali. Abbiamo svolto un ruolo essenziale nel costruire “il mondo della saldatura” con nuovi prodotti, processi e materiali. Fidatevi di un partner che non è solo produttore ma anche consulente serio e affidabile al servizio delle vostre necessità. Per noi essere vicini ai clienti significa accompagnarli con le nostre competenze, in ogni parte del mondo. Böhler Welding Group Italia S.p.A. via Palizzi, 90 - 20157 Milano tel. 02 390171 - fax 02 39017246 www.btw.it Charta sas - Milano Gestione e commercializzazione per l’Italia IIS News Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 31 Maggio 2010 Presiede la riunione il Presidente dell’Istituto Dott. Ing. Ferruccio BRESSANI che, salutati i presenti e constatato il raggiungimento del numero legale dei membri, inizia i lavori alle ore 10.30. Vi e n e c h ia m a to a v e rbal i zzare , i n qualità di Segretario della riunione, il Dott. Ing. Mauro SCASSO, Segretario Generale dell’Istituto. Viene introdotto il punto 1 dell’O.d.G.: Approvazione dell’Ordine del Giorno. L’Ordine del Giorno viene approvato senza variazioni. Il Presidente passa quindi al punto 2 dell’O.d.G.: Approvazione del verbale della seduta precedente, tenutasi il 3 Maggio 2010. Il verbale, già inviato ai membri del Comitato Direttivo, non è oggetto di osservazioni e, pertanto, viene approvato all’unanimità. I l P re s i d e n t e a f f ro n t a i l p u n t o 3 dell’O.d.G.: Azioni effettuate e da effettuarsi ai fini della partizione dell’Istituto. SCASSO illustra il verbale dell’inc o n t ro , re l a t i v o a i p ro b l e m i d i partizione, tenutosi presso l’Istituto il giorno 27 Maggio 2010 ed a cui erano presenti: • • • • l’Ing. Ferruccio BRESSANI (Presidente); il Prof. Rinaldo GHIGLIAZZA (Vice Presidente); il Dott. Alessandro PINTO (Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti); il Dott. Claudio SARTORE (Membro • • del Collegio dei Revisori dei Conti); il Prof. Alessandro PINI PRATO (Membro del Collegio dei Revisori dei Conti); l’Ing. Mauro SCASSO (Segretario Generale dell’Istituto). In occasione dell’incontro suddetto erano stati dibattuti, in un contesto preliminare, i temi richiamati dal punto 3 in esame dell’O.d.G.. In particolare veniva confermato l’appuntamento, a scopo informativo sul tema della partizione, con le Rappresentanze Sindacali, previsto per il 7 Giugno 2010 presso la Sede di Confindustria Genova. Veniva altresì ribadita la necessità di nominare un Perito di fiducia, a cui affidare la gestione delle attività afferenti il percorso di partizione, ed in particolare, ma non solo: • • • l’elaborazione dei bilanci 20072009 (entro Luglio 2010), per le tre Società realizzande; l’elaborazione dei preventivi di bilancio 2010- 2012 (entro Agosto 2010), per le tre Società realizzande; la definizione dei conferimenti e degli avviamenti per le due Società in rilascio (entro la metà di Settembre 2010). Si conveniva di esaminare in dettaglio i risultati dell’attività svolta, in occasione del Comitato Direttivo previsto per la fine di Settembre 2010 e di concludere la fase preparatoria in tempo per il Comi- tato Direttivo previsto per la fine del mese di Novembre 2010, e ciò per consentire le azioni applicative entro il mese di Dicembre 2010. A supporto delle attività suddette, si prevede di costituire un Gruppo di Lavoro a cui parteciperanno: • • • • • • • • • • • • l’Ing. BRESSANI (Presidente), il Prof. GHIGLIAZZA (Vice Presidente), l’Ing. COSTA (Membro del Comitato Direttivo), l’Ing. SCASSO (Segretario Generale), il Dott. PINTO (Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti), il Dott. SARTORE (Membro del Collegio dei Revisori dei Conti), il Prof. PINI PRATO (Membro del Collegio dei Revisori dei Conti), l’Ing. LAURO (attuale Coordinatore della ADC 1: Laboratorio, Ricerca e Formazione), l’Ing. SCANAVINO (attuale Coordinatore della ACD 2: Assistenza Tecnica, Diagnostica ed Ingegneria), l’Ing. TIMOSSI (attuale Coordinatore della ACD 3: Certificazione), la Sig.ra RATTI (prevista Responsabile della funzione “Amministrazione”), il Dott. MODICA (Consulente amministrativo). Il Comitato Direttivo prende atto delle proposte avanzate in occasione dell’incontro preliminare e le approva all’unanimità. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 505 IIS News I l P re s i d e n t e a f f ro n t a i l p u n t o 4 dell’O.d.G.: Andamento dell’Istituto. SCASSO presenta il Conto Economico Riclassificato relativo al mese di Aprile 2010, da cui si evincono risultati leggermente inferiori a quelli corrispondenti e relativi al Preventivo di Bilancio approvato dal Comitato Direttivo del 30 Aprile 2010. SCASSO presenta inoltre il prospetto, progressivo al mese di Aprile, delle ore fatturabili nel 2009 e nel 2010, nonché delle ore fatturabili dei soli mesi di Aprile 2009 e 2010. Dal confronto emerge un rilevante recupero delle ore fatturabili a partire dal mese di Marzo 2010, dopo la flessione riscontrata nei mesi di Gennaio e Febbraio. Tale recupero, se mantenuto nel prosieguo dell’esercizio, dovrebbe consentire almeno il pareggio delle ore fatturabili a Dicembre 2010, nei confronti delle stesse a Dicembre 2009. Il Comitato Direttivo prende atto con soddisfazione. I l P re s i d e n t e i n t ro d u c e i l p u n t o 5 dell’O.d.G: Attività dei Champion. SCASSO, in congruenza con la posizione del Vice Presidente Ing. SCOPESI (attuale Champion per l’Informatica), rileva che, essendo in via di completamento l’implementazione del Sistema Informatico Integrato di cui l’Istituto si è dotato, non risulta ulteriormente necessaria la corrispondente “Championship”. Appare invece ancora necessaria la “Championship” relativa alla Sicurezza, a proposito della quale il 506 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Prof. Teresio VALENTE (attuale Champion per la Sicurezza), avrebbe intenzione di proporre, in occasione della prossima riunione del Comitato Direttivo prevista per il mese di Settembre 2010, un progetto di organizzazione rivolto sia alla parte “adempimenti verso il contesto interno” che alla parte “formazione e supporto tecnico verso il contesto esterno”. Il Comitato Direttivo approva all’unanimità. Il Presidente passa al successivo punto 6 dell’O.d.G: Ratifica delle nuove associazioni e presa d’atto dei Soci dimissionari. SCASSO presenta al Comitato Direttivo la situazione aggiornata delle associazioni all’Istituto, riferendo c he ne l per iodo dal 13/04/2010 al 31/05/2010 è pervenuta 1 richiesta di associazione, che viene illustrata. Il Comitato Direttivo all’unanimità decide di accettare 1 domanda di associazione, in qualità di Socio Individuale. SCASSO riferisce ancora che nel periodo citato non sono pervenute dimissioni di Soci Collettivi né di Soci Individuali. Il Presidente passa infine al punto 7 dell’O.d.G.: Varie ed eventuali. Non essendovi argomenti da trattare afferenti il suddetto punto 7 dell’O.d.G. né altri punti nell’Ordine del Giorno, il Presidente ringrazia i partecipanti e chiude la riunione alle ore 13.00. A Verona e a Modena un importante seminario di supporto alle imprese “Guida all’applicazione della norma UNI EN ISO 3834 e all’ottenimento della certificazione dell’Istituto Italiano della Saldatura” Il 29 Giugno a Verona e il 7 Luglio a Modena l’IIS ha tenuto con successo due seminari per illustrare alle imprese locali la corretta applicazione della norma UNI EN ISO 3834 “Requisiti di qualità per la saldatura per fusione dei materiali metallici” ed i vantaggi derivanti dall’ottenimento della certificazione dell’IIS. A Verona il seminario si è tenuto presso la sede della società “La Saldatura Srl” Centro di Eccellenza IIS, che ha collaborato attivamente alla sua organizzazione, mentre a Modena è stata colta l’occasione per utilizzare le modernissime strutture congressuali di cui dispone la nuova Unità Distaccata IIS, all’interno del prestigioso Michelangelo Business Center. Una sessantina di imprese hanno globalmente aderito ai due importanti appuntamenti; in entrambi sono intervenuti come relatori l’Ing. Mauro Scasso, Segretario Generale IIS, l’Ing. Franco Lezzi, Responsabile Relazioni Esterne e Normazione, e il P.I. Silvano D’Agosta, Ispettore di Certificazione; hanno fatto gli onori di casa la Sig.ra Maria Grazia Albertini, Amministratore Responsabile di “La Saldatura Srl”, a Verona, e il Geom. Gianni Arleo, Responsabile dell’Unità Distaccata dell’IIS a Modena. %&'()*#%++%,-.% /0+1+2+'+)31)&'4%33)#)34)+2.) #)3)'&5%.%&6%%72%..%.) ! % , ,% *, *,% %, %% 8,% )+%8&'3'91)4191+)3%)::318)+))3:.'8%00'410)34)+2.)0+))33).9)&4'1&,'4'019&1518)+1('3)-)0%4%33%)::318)61'&101) )2+',)+18;% 8;% .'-'+166)+%7 '& 0'3' :.'4261'&1 1& 9.)&41 3'++1 ,) )&8;% :.'4261'&1 41 &188;1) +1:18;% 4%33) .%)3+< 1&420+.1)3%1+)31)&)=0'&'.%0%8'&(%&1%&+14)33>2+13166'41.'-'+0)34)+'.17&)382&18)018'&%3%()+1.%?2101+10+.2++2.)31%' %0+%+1814%3912&+'3>':61'&%)2+',)+18)@2&)08%3+))441.1++2.)1..1&2&81)-13%7 2'(1:.'8%001410)34)+2.)&2'(1010+%,141:.'9.),,)61'&%&2'(1,%+'41418'&+.'33'%+.)881)-131+<4%3912&+'0)34)+' 0'&'.%01410:'&1-1314)33)0%,:.%,)991'.%1&+%9.)61'&%4191+)3%+.)3)0'.9%&+%41:'+%&6)%413-.)881':'.+)+'.81)7 3'&(%9&'01:.%5199%415).%13:2&+'0233'0+)+'4%33>).+%4%33)+%8&'3'91)%1&418).&%3%(1%410(132::':1B019&1518)+1(% )++.)(%.0'3)+%0+1,'&1)&6)41)382&%4%33%:.1,).1%.%)3+<&%38),:'4%33).'-'+18)1&420+.1)3%7 " # # $ !"!! #&' ())$* + #$# %& % %DD@2&)4%33%:1B:.%0+191'0%%0:'0161'&141.'-'+18))2+',)61'&%%,%88)+.'&18)&%3,'&4'3)?2).+)%4161'&%01@0('3+) &%3:%.1'4'/ 129&')'&)8'41)(1%.)8'&+%,:'.)&%),%&+%8'&18'&(%9&1#""'-'+1E 7>).+18'3'01:'&%3>'-1%++1('41 :.%0%&+).%%41082+%.%3%0'3261'&1%3%1&&'()61'&1(10+%1&51%.)&'&8;F1:.1&81:)31.1023+)+113320+.)+1&%18'&(%9&11&+%,)410)34)+2.)7 -#./, #+ ).011$ !"!! 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Questo in teoria non è un problema. Lo diventa quando si parla di norme europee EN ISO cioè di norme internazionali elaborate dall’ ISO che vengono adottate, in base agli accordi di Vienna, dal CEN (1). Essendo la norma EN ISO in origine una norma ISO, le norme in essa richiamate sono, in genere, altre norme ISO; ma come ci si comporta se esistono norme europee EN equivalenti a quelle internazionali ISO richiamate? Un esempio: nella norma UNI EN ISO 15614-2:2005 “Specification and qualification of welding procedures for metallic materials - Welding procedure test Part 2: Arc welding of aluminium and its alloys” in alcuni punti vengono richiamate norme ISO: • 7.4.3 Bend test ………. for bend testing for butt joints shall be in accordance with ISO 5173. “Nel 2010 la norma ISO 5173 è stata adottata dal CEN come EN ISO 5173 ed ha sostituito la norma europea equivalente EN 910 - Destructive tests on welds in metallic materials Bend tests” • 7.4.4 Fracture test ……… for fracture test for butt joints shall be in accordance with ISO 9017. “Attualmente in Europa esiste una norma equivalente alla ISO 9017, la EN 1320 - Destructive tests on welds in metallic materials - Fracture test” • 7.4.5 Macroscopic/Microscopic examination …… shall be prepared and examined in accordance with ISO 17639 ……… “Attualmente in Europa esiste una norma equivalente alla ISO 17639, la EN 1321 - Destructive tests on welds in metallic materials - Macroscopic and microscopic examination of welds” • 7.5 Acceptance levels ……… if the imperfections in the test piece are within the specified limits of level B in EN 30042 ….. The correlation between the quality levels of ISO 10042 and the acceptance levels of the different NDT techniques are given in ISO 17635. (1) (2) “In questo caso vengono citate, erroneamente, contemporaneamente, la EN 30042 e la ISO 10042 che sono identiche (secondo la vecchia procedura di numerazione la norma EN 30042 è in realtà una norma EN ISO (2), pubblicata in seguito nel 2005 come EN ISO 10042). La ISO 17635 è stata anch’essa pubblicata nel 2010 come EN ISO 17635)” • 8.4.6 Heat Input ………. Heat input is calculated in accordance with ISO/TR 17671-1. “Attualmente in Europa esiste una n o r m a e q u i v a l e n t e a l Te c h n i c a l Report ISO/TR 17671-1, la EN 1011- 1 Welding - Recommendations for welding of metallic materials - Part 1: General guidance for arc welding” Per le norme ISO richiamate che nel frattempo sono diventate norme EN ISO non ci sono problemi in quanto la norma europea mantiene lo stesso numero della norma ISO ed è obbligatoriamente identica alla norma internazionale; il problema si pone quando coesistono analoghe norme EN, con diversa numerazione, che trattano lo stesso tema. Riferendoci sempre all’esempio della EN ISO 15614-2, probabilmente in un futuro più o meno prossimo il CEN adotterà le norme ISO 9017, ISO 17639 e Una norma ISO adottata dal CEN senza modifiche mantiene il suo numero (ad esempio ISO 9606-2 diventa EN ISO 9606-2); nel caso, invece, che in sede europea il CEN decida di apportare alcune modifiche alla norma internazionale a questa verrà attribuita una numerazione EN diversa da quella ISO. Per un certo periodo le norme ISO recepite dal CEN furono identificate apponendo in testa alla numerazione originale internazionale, a seconda dei casi, i numeri 20, 2 o 3 (ad esempio la ISO 544 divenne EN 20544; la ISO 4063, EN 24063; la ISO 10042, EN 30042). Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 509 Normativa Tecnica ISO/TR 17671-1 trasformandole in norme EN ISO ma come ci si deve comportare allo stato attuale? La domanda non ha una risposta semplice e univoca. Occorre porci qualche domanda e fare alcune considerazioni. Prima di tutto: le norme EN e le norme ISO sullo stesso argomento sono effettiv a m e n t e e q u i v a l e n t i t r a l o ro ? P e r saperlo è necessario avere le due norme e confrontarle. Cosa da poco! In secondo luogo, l’utente europeo, in 510 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 genere, è in possesso della norma EN, perché dovrebbe acquistare anche la norma ISO se equivalente? I costi delle norme non sono così trascurabili. Inoltre, i laboratori accreditati per l’esecuzione di prove secondo le norme EN devono accreditarsi anche per le norme ISO anche se equivalenti? E infine, le certificazioni secondo, ad esempio, la norma EN ISO 15614-2 sono valide se vengono utilizzate le norme EN al posto delle norme ISO in riferimento? A tutte queste domande purtroppo non c’è attualmente una risposta certa; probabilmente quando il CEN adotterà le norme ISO avremo un’ univocità di riferimenti. Allo stato attuale la decisione è lasciata all’ Ente di certificazione o a coloro che hanno il compito di redigere ed approvare una specifica tecnica. Geom. Sergio Giorgi (IIS) PROGETTO-ARIO#UCINELLA!RCHITECTSFOTO¹$ANIELE$OMENICALI 7JBMF"CSV[[J.JMBOP 5FM'BY XXXBDBJBDTJUJOGP!BDBJBDTJU %"0-53& 6/4&44"/5&//*0 16/50%* 3*'&3*.&/50 %&--&1*6 26"-*'*$"5& ";*&/%&%&--" $04536;*0/& .&5"--*$" Mostra convegno internazionale di materiali innovativi, tecnologie, prodotti e servizi per il motorismo da competizione ModenaFiere 13 - 14 Ottobre 2010 solo professionalità alta specializzazione niente spettacolo ingresso riservato agli operatori tracce.com Organizzato da: viale Virgilio, 58/B - 41123 Modena tel. 059 848380 - fax 059 848790 [email protected] www.motorsportexpotech.it Dalle Aziende Nuovi fili animati ESAB Filarc PZ6138 per la saldatura in tutte le posizioni ESAB ha sviluppato una nuova gamma di fili animati rutilici per la saldatura in tutte le posizioni, specialmente adatti per la saldatura di acciai resistenti alle basse temperature. La serie PZ6138 è composta da fili animati rutilici a basso contenuto di idrogeno particolarmente adatti per la saldatura di grossi spessori, con esigenze di buoni valori di resilienza fino a -60 °C. La serie si basa sul filo PZ6138, legato con 0.9% Ni, già largamente utilizzato da decenni per le costruzioni offshore. PZ6138 e PZ6138 SR utilizzano miscele d i A r / C O 2 com e gas di protez ione, mentre il filo PZ6138S SR viene utilizzato con CO2 pura. I tipi con suffisso SR forniscono ottime caratteristiche di resilienza a basse temperature, dopo rinvenimento. Tutti i fili PZ6138 offrono ottime caratteristiche CTOD ed i tipi SR fino a temperature di -40 °C. Una caratteristica molto importante è la buona saldabilità, con un arco dolce e privo di spruzzi che opera in modalità spray-arc. È facile ottenere cordoni piatti con buona penetrazione e buoni r a c c o rdi c o n i b o rd i d e l g i u n t o . La scoria è di facile distacco e lascia un cordone di ottimo aspetto. Sono assenti i tipici difetti delle saldature in posizione, come mancanza di fusione e inclusioni di scoria, grazie alla modalità di operazione in spray-arc. I fili offrono anche una buona tolleranza alle imprecisioni di preparazione dei giunti e si possono effettuare saldature di alta qualità da un solo lato, con l’utilizzo di backing ceramici. La formulazione dei fili è studiata per ottenere una rapida solidificazione della scoria, che sostiene il bagno di fusione nelle saldature in posizione, permettendo tassi di deposito ineguagliabili con la saldatura ad elettrodi o fili pieni. Il tasso di deposito in saldatura verticale ascendente può arrivare fino a 4 kg/ora (ciclo di lavoro 100%), costituendo così il materiale d’apporto più altamente produttivo per la saldatura manuale in questa posizione. I parametri possono essere ottimizzati per ogni posizione di saldatura per ottenere la massima produttività, ma con un valore di cor rente di 230 A si p u ò operare praticamente in tutte le situazioni. I valori di idrogeno diffusibile soddisfano le norme di classificazione EN H5 in un’ampia gamma di parametri. ESAB Saldatura SpA Via Mattei, 24 - 20010 Mesero (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 513 Dalle Aziende A LAMIERA i gas SIAD al servizio delle macchine a taglio laser Riconfermato successo della partnership quasi ventennale tra SIAD ed Ente Fiera È il 1927 quando SIAD, Società Italiana Acetilene Derivati, inizia la sua attività brevettando un nuovo sistema per il trasporto dell’acetilene, capostipite degli attuali gas industriali, utilizzato a quel tempo per varie applicazioni, tra cui la saldatura e il taglio dei metalli. Le premesse di quella che sarà la direzione futura dell’azienda sono visibili sin dall’inizio: orientamento al servizio e saldatura come core business. Oggi SIAD è tra le maggiori realtà operanti nel settore dei gas e la sua attività produttiva abbraccia l’intera gamma dei gas industriali, speciali, medicinali e dei servizi a essi connessi, estendendosi a comparti sinergici con quello dei gas. I settori di attività in cui opera spaziano dall’industria alimentare all’automotive, dalla chimica alla metallurgia, dalla lavorazione dei metalli alle applicazioni ambientali e medicali, con innumerevoli campi di applicazione. L’imprinting degli esordi fa tuttavia del Metal Fabrication uno dei settori di punta di SIAD, assorbendo una quota consistente di fatturato aziendale. Una conferma dell’eccellenza raggiunta in questo campo è la partnership storica instaurata sin dagli anni ’80 con la fiera LAMIERA di Bologna, di cui SIAD è dal 1992 fornitore ufficiale per tutti i gas utilizzati dagli espositori, sia in rete sia in bombola. Svoltasi a Bologna dal 12 al 15 Maggio col supporto di UCIMU - Sistemi per Produrre, LAMIERA è tra le maggiori 514 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 rassegne fieristiche nel comparto del taglio laser e della lavorazione della lamiera in genere, punto d’incontro dei più grandi produttori a livello mondiale di macchine laser. Macchine, il cui funzionamento richiede l’impiego dei gas sia come generanti del fascio laser (gas laseranti) sia con funzione protettiva del percorso ottico e della zona prossima alla lavorazione (gas di assistenza). Si tratta di gas che devono rispondere a particolari standard di purezza e qualità e devono essere erogati prestando particolare attenzione al sistema di distribuzione (pressione, portata, ecc.) per poter assicurare l’affidabilità delle prestazioni del sistema laser. Da qui l’importanza della qualità dei gas erogati in fiera e di una gestione rigorosa dell’intero processo di distribuzi one e mo vim entaz ione dei gas , a garanzia dell’efficiente funzionamento delle macchine durante le prove dimostrative, momento clou del rapporto tra espositore e visitatore. Proprio l’affidabilità e la professionalità dimostrata da SIAD in tutte le passate edizioni, ha spinto l’ente Fiera ad assegnarle anche quest’anno l’intera gestione del processo di fornitura dei gas. Dal montaggio (e lavaggio con azoto, per eliminare eventuali impurità) delle tubazioni della rete di distribuzione all’implementazione in loco di tecnologie per garantire la corretta pressione e portata del gas, al servizio di puntuale sostituzione delle bombole esaurite direttamente alla postazione dell’espositore, con messa in pressione, allacciamento e verifica dei parametri di funzionalità. Tre i tecnici SIAD costantemente presenti quest’anno sul campo per monitorare le forniture di gas e interagire proattivamente con gli espositori, for nendo loro consulenza e supporto nella soluzione di problemi di vario genere, t r a c u i A l f re d o Malomo, responsabile marketing Metal Fabrication, e Paolo Turicchi, responsabile tecnico della filiale di Ozzano. L’erogazione dei gas in fiera avviene secondo due modalità: i gas di assistenza (principalmente azoto) sono forniti attraverso le linee di distribuzione in rete e costituiscono circa l’80% del consumo totale di gas; i gas laser a n t i ( t re d i v e r s i g a s f o r n i t i i n t re bombole distinte oppure già miscelati in un’unica bombola) mediante le bombole trasportate alle postazioni con il carrello in coerenza con i più rigidi standard di sicurezza. Un serbatoio centrale eroga il gas alle linee di distribuzione, attraverso l’utilizzo di un carro bombolaio, che forniscono i gas in fase liquida, trasformati successivamente in forma gassosa ad alta pressione e poi decompressi con appositi riduttori tali da poter soddisfare le diverse specifiche delle varie macchine presenti. I gas SIAD utilizzati in fiera sono quelli della linea Stargas e LaserLine, specifici per le lavorazioni dei metalli. Stargas è una linea di gas puri e miscele per applicazioni in saldatura, costituiti da due a quattro componenti, frutto di oltre 80 anni di ricerca e sinergia con i clienti ed i costruttori del settore. La linea LaserLine comprende i gas laseranti ad altissima purezza (CO 2 , azoto ed elio) e i gas di assistenza per il taglio laser. Per rifornire le postazioni non coperte dalla rete, SIAD ha utilizzato il servizio Flexigas, un innovativo sistema di fornitura dei gas. In questo modo, SIAD ha potuto far testare a espositori e visitatori questa nuova modalità di servizio, che rende più maneggevole, facile e sicura la gestione del gas e abbina all’alta qualità la flessibilità nell’erogazione del prodotto. Piena soddisfazione per la fiera e per i servizi offerti da SIAD è stata espressa dai principali protagonisti della fiera. Con SIAD er a pres ente anc h e l a divisione Italargon di SIAD Macchine Impianti che, specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi per saldatura, il taglio e la movimentazione, ha par tecipato a L am ier a c o n u n proprio stand. In esso, erano funzionanti sia un robot di saldatura laser in fibra, impegnato sul telaio di una portiera auto, sia un’isola multi-robot con robot di saldatura TIG e di manipolazione. La stessa Italargon Division è inoltre intervenuta al convegno tecnico organizzato durante la fiera, nel corso del Dalle Aziende quale è stata presentata la memoria: “Linea flessibile di saldatura e taglio di virole per cisterne di grosse dimensioni”, con grande apprezzamento da parte dei partecipanti. SIAD SpA Via S. Bernardino, 92 - 24126 Bergamo Tel. 035 328111 - Fax 035 328318 [email protected] www.siad.com NERTAJET HP - CPM 400/450 nuovo impianto plasma per taglio acciaio al carbonio e inossidabile in alta qualità Air Liquide Welding lancia NERTAJET HP - CPM 400/450. Questo impianto è d is e g n a to p e r a ppl i c azi oni t agl i o plasma di lamiere in acciaio al carbonio e inossidabile, particolarmente adatto ai settori industriali del taglio dei metalli, come caldareria, costruzione navale e ferroviaria, ventilazione e taglio conto terzi. Le principali caratteristiche possono essere riassunte in tre punti: • Qualità: - Alta precisione geometrica delle parti tagliate, incluso fori, su una ampia gamma di materiali. - Superficie di taglio ottimale (rugosità e perpendicolarità). • Produttività: - Regolazione automatica dei parametri di taglio per ogni materiale e spessore. - Ut i l i z z o d i d i v e r s e v e l o c i t à a seconda dei particolari da tagliare in ogni singolo pezzo (bordo o fori). - Marcatura del pezzo utilizzando la s te s s a to rc i a e c onsumabi l i plasma. - Maggior velocità di taglio (+35% per potenza equivalente). - Spessore massimo di taglio per qualsiasi materiale pari a 35 mm con sfondamento in piena lamiera. - Gestione dell’impianto tramite controllo numerico HPC dotato di interfaccia Uomo-Macchina, con schermo tattile per il comando di tutte le operazioni. • Bassi costi operativi: - Aumento della durata dei consumabili. - Minor consumo di gas. - Minor consumo elettrico. - Saldabilità delle parti tagliate. In confronto con altre tecnologie plasma, la torcia CPM 400/450 garantisce notevoli benefici che fanno la differenza: • Alta capacità di taglio (spessori e materiali). • Qualità di taglio range 3-4 in accordo alla norma ISO 9013. • Taglio senza bava. • Maggior produttività grazie a una maggior velocità di taglio. • Versatilità del processo (marcatura e taglio). • Facile utilizzo grazie alla torcia con attacco a baionetta e controllo numerico HPC. • Consumabili di maggior durata. L’i mpianto NERTAJET H P - CPM 400/450 può essere installato sulle seguenti macchine da taglio prodotte da Air Liquide Welding: OPTITOME 15 OXYTOME - PLASMATOME - ALPHATOME - CYBERTOME. AIR LIQUIDE Welding Italy Via Torricelli, 15/A - 37135 Verona Tel. 045 8291511 - Fax 045 8291500 e-mail: [email protected] www.airliquidewelding.it Prodotti e servizi Remasald Remasald, in oltre 25 anni di attività, ha scelto la qualità ed il servizio alla clientela per farne i suoi baluardi nella filosofia di crescita. L’azienda Remasald privilegia da sempre l’innovazione: investendo in tecnologia, qualità e sicurezza piuttosto che su risultati economici immediati. L’ottimo rapporto tra qualità, servizio e prezzo, derivato da scelte attente e responsabili, ci ha permesso di conquistare nuovi mercati e di aumentare la quota di mercato in Italia. Remasald è specializzata nella produ- zione e distribuzione di tutto ciò che riguarda il mondo della saldatura e le tecnologie collegate. Remasald si offre come partner ideale del Vostro business offrendoVi consulenza in relazione alle reali esigenze e soluzioni personalizzate per la fornitura. Remasald, con la più avanzata tecnologia italiana e la passione per l’eccellenza, fornisce per ciascun prodotto tutta la documentazione necessaria al controllo della qualità e/o alla commercializzazione del medesimo nel mondo (Garanzia, Certificati di Analisi, Certificati di composizione chimica, Schede di sicurezza, Manuali multilingua, Disegni tecnici, ecc…). Vi invitiamo a consultare il nostro sito internet (www.remasald.it), registrandoVi per poter scaricare il nostro catalogo e le schede tecniche. Per maggiori informazioni, non esitate a contattarci. La Vostra soddisfazione è la nostra passione. REMASALD Via Strada dei Campi, 11 20058 Villasanta (MB) Tel. 039 2051160 - Fax 039 2051162 [email protected] www.remasald.it Nuova versione dei software Turbonest2010 e NestMaster2010 disponibili da MTC Software by Hypertherm MTC Software by Hypertherm ha presentato l’ultima versione del CAM indus tr iale Nes tMas ter 2010 e Tu rb ones t2010 che es eguono ne st i n g e d ottimizzano i processi di taglio. Ambedue le nuove versioni 2010 hanno nuove funzioni e notevoli miglioramenti che contribuiscono ad una maggiore facilità di utilizzo e migliore produttività per utilizzatori di sistemi di taglio plasma convenzionali ed ossitaglio. L’evoluzione del Turbonest2010 ha notevolmente migliorato le caratteristiche del software, alcuni esempi sono: • Rallentamenti nell’esecuzione dei fori • Rampe di accelerazione e decelerazione ad inizio e fine taglio • Posizionamento dell’attacco/uscita su tracciato interno (foro/asola) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 515 Dalle Aziende • Gestione automatica del controllo di altezza. Anche il software NestMaster2010 è stato notevolmente modificato migliorando sostanzialmente il prodotto come segue: • Programma di taglio per singolo pezzo • Migliore importazione di file CAD. Oltre a questi esempi di nuove funzioni sono state implemetate le caratteristiche standard di entrambi i prodotti. Tony Dee, il direttore commerciale per l’Europa di MTC Software by Hypertherm, ha così commentato: “Le nuove versioni di NestMaster e TurboNest hanno ricevuto notevoli miglioramenti per l’utilizzo su impianti di taglio plasma ed ossitaglio. Il software TurboNest per il taglio di acciaio al carbonio ed acciaio inossidabile dà finalmente la possibilità di provare sia l’efficacia nell’esecuzione di fori che nella gestione del controllo di altezza. È stato quindi raggiunto l’obiettivo di migliorare la qualità nell’esecuzione dei fori con il nostro software di livello intermedio. Per gli utilizzatori che non necessitano di una notevole qualità nell’esecuzione dei fori esiste anche il software NestMaster che rappresenta la soluzione base per sistemi di taglio plasma ed ossitaglio”. I Software MTC by Hypertherm sono da sempre un sicuro punto di riferimento per l’utilizzo sia per sistemi di taglio plasma che laser, waterjet, punzonatrici e macchine combinate. È inoltre noto che MTC Software by Hy p e r th e r m è r ic o n osc i ut a pe r l a qualità dei suoi prodotti, facilità di utilizzo, efficacia nel nesting, nei processi di taglio nonché nel supporto tecnico. HYPERTHERM EUROPE B.V. Vaartveld, 9 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Tel. +31 (0)165 596932 Fax +31 (0)165 596901 e-mail: [email protected] www.hypertherm.com/eu Un laboratorio prove materiali di competenze e di qualità privato ed indipendente per l’industria e l’edilizia Quasi quarant’anni di esperienza al servizio di competenze e di qualità: queste 516 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 le credenziali di Omeco srl, uno dei più importanti e noti laboratori di prova sui materiali in Italia, privato ed indipendente. Partner affidabile per le società che richiedono prove su materiali, tarature di strumenti, verifiche di conformità di prodotti, servizi d’indagine, verifiche di impianti (sia in Italia che all’estero) e formazione del personale. Omeco srl è accreditata secondo la normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17025 da ACCREDIA (ex SINAL) n. 0003 (l’Ente italiano di Accreditamento), unico ente in Italia riconosciuto a livello europeo ed extraeuropeo. L’accreditamento riguarda l’esecuzione di circa 120 prove su materiali plastici metallici - da costruzione (in sede e fuori sede), quale verifica della competenza tecnica e dell’attuazione di un Sistema di Qual i t à. È Centro di tar atur a ACCREDIA (ex SIT) n. 90 per tarature con riferibilità ai campioni riconosciuti di svariate tipologie di strumenti di mi sura u tiliz z ati per prove s u prodotti/materiali. L’accreditamento garantisce ai propri Clienti (PMI dei settori meccanico /petrolchimico/siderurgico - imprese edili - enti pubblici - gestori di impianti petrolchimici/energetici /trasporti - enti ispettivi e di certificazione - collaudi) la competenza tecnica dei servizi forniti, oltre che assicurare la qualità dei risultati delle prove e/o tarature. Omeco srl opera oltre che come laboratorio di prove, come Centro di esami CICPND n. 002/E (Centro Italiano di coordinamento alle Prove non Distruttive) ed è autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ad effettuare prove sui materiali da costruzione ed a rilasciare i relativi certificati secondo la legge n. 1086/71. Collabora con gli Enti di Certificazione ed Ispezione per le prove sui materiali da costruzione per marchio CE (Direttiva europea 89/106/CE). Azienda in crescita esponenziale per il suo ruolo fondamentale negli sviluppi imprenditoriali dell’industria nazionale e, soprattutto, nelle sue capacità, riconosciute, di soddisfare la propria clientela con risposte qualitativamente esaurienti e dinamicamente tempestive. Tipologia di attività Esecuzione di prove su materiali e componenti per conto terzi in conformità a normative europee ed internazionali: • prove meccaniche, tecnologiche ed estensimetriche; • qualifica dei procedimenti di saldatura e dei saldatori; • analisi e repliche metallografiche, ricerca delle cause di rottura e di corrosione, determinazione della vita residua di impianti; • controlli non distruttivi sull’acciaio (ultrasuoni, radiografia, magnetoscopia, liquidi penetranti, prove di tenuta, esame visivo), indagini con correnti indotte, endoscopia con videoregistrazione, controlli spessimetrici, misurazione della rugosità; • analisi chimiche sull’acciaio anche in campo e prove di corrosione; • prove su materiali da costruzione (secondo D.M. 09/01/1996, D.M. 14/09/2005 e D.M. 14/01/2008 rif. Legge 1086); • prove di tenuta e di scoppio; • prove funzionali su componenti; • taratura strumenti e controlli dimensionali; • collaudo di materiali alla presenza di enti ispettivi nazionali ed esteri; • formazione del personale (Controlli non distruttivi - Metallurgia - Prove meccaniche - Metrologia - Corrosione - Saldatura). Stage e corsi personalizzati. OMECO Srl Via Monviso, 56 - 20052 Monza Tel. 039 748983 - Fax 039 736433 [email protected] www.omecosrl.it In occasione del ventesimo compleanno Maeg Costruzioni Spa lancia il nuovo web site: www.maegspa.com Una Spa moderna che apre un’efficace ed accattivante porta sul web, uno spazio virtuale per raccontare 20 anni di successi, attraverso foto professionali, video e schede tecniche di costru- Dalle Aziende zioni realizzate o in corso d’opera. È questa la storia di www.maegspa.com, il nuovo sito web di Maeg Costruzioni Spa, società di spicco nel settore della progettazione, fornitura e posa in opera di carpenteria metallica media e pesante. Nata in provincia di Treviso, Maeg oggi è un azienda solida e in espansione, dotata di quattro stabilimenti, con superficie produttiva di 100.000 mq e tecnologie all’avanguardia, una garanzia di qualità e professionalità confermate anche da numerose certificazioni quali la UNI EN ISO 9001-2008, UNI EN ISO 3834-2 e l’ EURO SOA. Design accattivante, form snelli e intuitivi, impostazione semplice e chiara, aggiornamenti continui, immagini e video contraddistinguono questo dinamico website messo online in occasione del ventesimo compleanno di Maeg. Caratterizzato da una grafica chiara, www.maegspa.com punta sull’utilizzo dei colori aziendali e sulle immagini per accompagnare le scelte di navigazione attraverso cinque sezioni principali: Azienda; Certificazioni; Lavorazione; Realizzazioni; Contatti. Nello specifico la sezione “Realizzazio n i” c o n s e n te di v i sual i zzare l a maggior parte delle opere costruite da Maeg dal 1989 ad oggi. Ponti e viadotti ferroviari e stradali, edifici industriali, edifici civili, strutture per macchine e lavori in corso d’opera sono al momento la tipologia di medie e grandi costruzioni realizzate sia in Italia che all’estero. Nel nuovo web site ogni ope ra è pres entata da una s cheda tecnico-descrittiva abbinata ad una gallery di immagini. Online inoltre, a conferma di un’ottica lavorativa fondata sulla trasparenza, disponibile per tutti gli utenti l’ultimo bilancio aziendale, affiancato dal form contatti e dalla sezione lavora con noi, che danno la possibilità di dialogare in modo diretto e rapido con l’azienda. Infine, ad ulteriore dimostrazione dell’attenzione continua per il mercato estero, il sito è consultabile in tre lingue, italiano, inglese e francese. Un click e… Buona navigazione a tutti! MAEG COSTRUZIONI Spa Via G. Toniolo, 40 31028 Vazzola (TV) Tel. 0438 441558 Fax 0438 441537 [email protected] www.maegspa.com Cordioli e il nuovo Centro Congressi “La Nuvola” La Cordioli & C. S.p.A., azienda del Gruppo Industriale Tosoni, opera in un’area complessiva di 110.000 mq. con un moderno stabilimento di produzione inaugurato nel 1995. L’azienda con i suoi 160 addetti, che sviluppa una capacità produttiva di 3.500 t/mese di strutture in acciaio, è certificata secondo le normative ISO 9001 e dall’Istituto Italiano della Saldatura per la saldatura autom atica ad arco s om m e rso , i n semiautomatico a filo pieno e animato, su tutti gli spessori per tutti i tipi di giunto su acciai appartenenti al gruppo 1 - UNI EN 10025:2005. È inoltre certificata secondo le normative ISO 3834-2, dispone di figure professionali certificate ed abilitate dal CIC PND (Centro Italiano Coordinamento Prove Non Distruttive) e dall’ ASNT (American Society For Non Destructive Testing) per le prove ad ultrasuoni, con liquidi penetranti e magnetoscopiche, oltre ad alcuni dipendenti con diploma di “International Welding Inspector”, di “International Welding Engineer” rilasciato dall’IIW (International Institute of Welding) e di “Certified Coating Inspector Nace” level 2. La Cordioli & C S.p.A., oltre allo staff del comparto produttivo, dispone di un ampio gruppo di Ingegneri Strutturali dedicati alla progettazione esecutiva delle strutture metalliche per offrire sicurezza ed ottimizzazione delle strutture di ogni opera costruita. L’Engineering Department è assistito dal Design Department nella traduzione in progetto esecutivo delle valutazioni strutturali e redige i disegni costruttivi di officina e predispone i file per le macchine a controllo numerico. L’azienda dispone anche di un Erection Engineering Department che offre la propria assistenza lungo tutto l’iter del progetto a partire dall’analisi di fattibilità nella fase commerciale di acquisizione delle commesse fino al controllo costante in cantiere di tutte le fasi operative di montaggio. Quanto premesso sottintende la capacità di affrontare le più ardite sfide costruttive, una di queste è senz’altro costituita dal Nuovo Centro Congressi EUR a Roma, uno dei cantieri edili più grandi d’Europa. Per dare un ordine di grandezza le dimensioni dell’edificio sono di circa 12.000 metri quadrati e il peso Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 517 Dalle Aziende complessivo delle sole strutture in acciaio è di quasi 20.000 tonnellate. Il concorso internazionale di progettazione è stato vinto dall’architetto Massimiliano Fuksas. Il progetto è caratterizzato ed evocato ai più per la peculiare morfologia della sua parte a forma di nuvola che insisterà su una superficie di circa diecimila metri quadrati ed accoglierà un grande auditorio, sale riunioni, una serie di funzioni commerciali e di servizio indispensabili per il completamento funzionale dell’edificio. Il complesso del Nuovo Centro Congressi è costituito da una parte interrata, in cui si trovano l’autorimessa, uno spazio funzionale e uno spazio di servizio e da una parte in elevazione costituita dalla teca e dalla nuvola in cui si trova l’auditorio da 1.850 posti. L’esigenza funzionale di flessibilità degli spazi interni della parte interrata, insieme all’aspetto architettonico, hanno fatto sì che l’impiego dell’acciaio sia stata la naturale risposta materica per le grandi strutture dell’edificio. Questa scelta, per altro indicata fin dalle fasi iniziali di progetto, ha permesso sia di limitare gli ingombri delle strutture nonostante le grandi luci libere fra un appoggio e l’altro che di dare una risposta ai parametri estetici cercati dal progettista. Le strutture, che sostengono il grande solaio di circa sessanta per centosettanta metri, sono costituite da un impalcato sostenuto da travi principali reticolari in sezione mista acciaiocalcestruzzo di luce pari a sessantatre metri. L’orditura primaria è una sequenza di travi reticolari parallele semplicemente appoggiate, che misurano circa tre metri in altezza al netto della soletta in calcestruzzo armato. Le briglie superiori e inferiori delle travi reticolari sono elementi strutturali detti “pi-greco” ingegnerizzati e realizzati nello stabilimento Cordioli & C. di Valeggio sul Mincio (VR). La piattabanda e le due anime, ad essa perpendicolari, vengono tagliate e saldate a macchina, in modo da formare una sezione dalla geometria che allude alla sagoma della lettera dell’alfabeto greco π. L’orditura secondaria e terziaria sono invece realizzate con profili commerciali. Lo scheletro della teca, il grande parallelepipedo in acciaio e vetro che conterrà “la nuvola”, è composto da sei macro telai strutturali di tipo Vierendeel. 518 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Le colonne sono realizzate con travi a cassone, elementi scatolari chiusi, a sezione quadrata 500x500 millimetri composte mediante la saldatura di lamiere di spessori che variano in funzione delle caratteristiche di sollecitazione locali. Le travi trasversali della struttura di copertura sono di due tipologie: Vierendeel sui fronti perimetrali e reticolari sugli altri allineamenti. In entrambi i casi gli elementi strutturali delle briglie inferiori, superiori e dei diagonali sono realizzati con scatolari. Le travi longitudinali, anche in questo caso realizzate con elementi scatolari 500x500 millimetri, collegano in sommità i telai strutturali; hanno una configurazione mista per cui nei campi centrali si comportano come Vierendeel e nei campi vicini agli appoggi come travi reticolari. Per renderli i più leggeri possibile, i diagonali nei campi d’appoggio sono stati realizzati con barre ad alto snervamento. L’orditura secondaria, che sostiene gli arcarecci su cui poggia la copertura, è stata realizzata con travi reticolari in profili commerciali e collegati mediante unioni bullonate. All’interno della teca ci sarà la nuvola, anche in questo caso la struttura è in acciaio; grandi travature reticolari costituiranno lo scafo di supporto ai solai di calpestio, mentre le strutture di copertura saranno realizzate con una maglia di piatti pantografati accoppiati sui quali insisterà un’orditura di supporto per il leggero involucro a forma di nuvola. CORDIOLI & C. SpA Via del Lavoro, 1 37067 Valeggio sul Mincio (VR) Tel. 045 7950277 - Fax 045 7950644 [email protected] www.cordioli.com Sigma, tecnologia e professionalità vincente! Finalmente la tecnologia incontra la professionalità! Il riferimento è alla partnership nata tra Yaskawa Italia srl e Sigma International s.r.l. per la promozione della linea di Robot Motoman per le applicazioni di saldatura e taglio: MIG-MAG, TIG, puntatura e plasma nelle province di Bergamo e Brescia. Sigma International s.r.l. ha iniziato la sua attività nel 1984 e da subito si è contraddistinta sul mercato nella proposta di utensileria, prodotti siderurgici, macchine utensili e attrezzature fino ad acquisire una specializzazione tale che, grazie all’esperienza maturata negli anni, l’ha resa un punto di riferimento per tutte le aziende che effettuano lavorazioni di saldatura e taglio. L’attività è strutturata secondo un Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2008 certificato dall’Istituto Italiano della Saldatura sulle cui basi sono implementate tutte le procedure lavorative nelle diverse aree aziendali: riparazione e collaudo della saldatrici, gestione della documentazione tecnica, formazione del personale preposto alla saldatura e gestione delle emissioni in atmosfera. Sigma International sceglie con competenza e accuratezza i migliori prodotti dei marchi rappresentati proponendo ai propri clienti qualità e affidabilità al giusto prezzo. Yaskawa è certamente un marchio che non ha bisogno di presentazioni, una posizione da leader mondiale come azienda costruttrice di robot per tutte le applicazioni dell’industria: manipolazione, verniciatura, saldatura, piegatura, palletizzazione, sono solo alcune delle più conosciute lavorazioni che hanno potuto utilizzare il prodotto Motoman per migliorare la produttività e la qualità. La dinamica organizzazione commerciale di Sigma International servirà per cercare nuovi utilizzatori in queste province e per dare la possibilità alle aziende che già utilizzano da anni il prodotto Motoman la possibilità di rinnovare i propri impianti con le nuove versioni recentemente introdotte in gamma. I nuovi modelli sono VA1400, primo robot a sette assi indicato per saldatura, con polso cavo. Tutta la serie di Robot si basa su una tecnologia sviluppata interamente da Yaskawa, che ha il vantaggio di avere anche una gamma di posizionatori e Dalle Aziende robot integrati e dedicati alla saldatura. Per vedere da vicino queste novità le aziende interessate potranno approfittare delle due giornate organizzate per il 24 Settembre a Brescia (Castenedolo) e per l’1 Ottobre a Bergamo (Pedrengo) dove sarà possibile visionare il meglio della tecnologia applicata alla saldatura in tutti i suoi principali procedimenti. SIGMA INTERNATIONAL s.r.l. Via Mazzini, 2/A - 24066 Pedrengo (BG) Tel. 035 669665 - Fax 035 661210 [email protected] Filiale di BRESCIA Via dei Ponticelli, 117 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030 398148 [email protected] www.sigmainternational.it Impianti Messer taglio lamiera Nel rispetto della tradizione Messer Cutting e Welding, società del Gruppo Messer, presenta ulteriori aggiornamenti sull’intera gamma di prodotti. La continua ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni permettono di mantenere la leadership nei sistemi di taglio per i grossi centri di servizio lamiera inserendo nella gamma anche sistemi più semplici per le piccole-medie imprese. La gamma “Multitherm ECO” permette a qualsiasi azienda di portare al suo interno le lavorazioni sia ossitaglio che pl asma con un ottim o r appor to qualità/prezzo mantenendo un alta qualità di taglio e prestazioni superiori alla norma. Le serie “Multitherm” ed “Omnimat” coprono l’intera gamma di lavorazioni a seconda delle tecnologie applicate al portale. Tra le lavorazioni più richieste quella per lo smusso sagomato del profilo di taglio, sia plasma che ossita- glio, è entrata a tutti gli effetti tra le applicazioni fornite regolarmente dalla nostra società al cliente finale (settore navale eolico - p ro d u zione energetica). La bontà dei prodotti è riconosciuta e testata anche dalle più grandi realtà produttive che li sfruttano su più turni di lavoro. La possibilità di inserire un’unità di foratura meccanica (con o senza cambio automatico degli utensili) è molto richiesta ed apprezzata dal mercato, oltre che per realizzare piastre e pezzi forati a misura, anche per eseguire pre-fori su grossi spessori di acciaio al carbonio per l’ossitaglio e sull’acciaio inossidabile abbinato al taglio plasma. MESSER GRIESHEIM Saldatura Srl Piazzale Stefano Turr, 5 - 20149 Milano Tel. 02 3655670.0 - Fax 02 3655670.8 [email protected] www.messer.it Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 519 Soluzioni accurate per un mercato in continua evoluzione. Per Rivoira le richieste di ogni singolo cliente diventano una sfida: progettiamo e proponiamo la soluzione su misura, in base alle specifiche esigenze produttive e di processo. LaserStar™: la nostra linea di prodotti si conforma perfettamente ai più elevati standard di qualità richiesti dai principali costruttori di impianti laser e plasma. StarGas™: saldare è un’arte e, per questo, mettiamo a vostra disposizione le nostre migliori miscele, realizzate in collaborazione con il nostro Laboratorio di Sviluppo e Ricerca, per scegliere quella più adatta alle vostre esigenze. Impiantistica: per Rivoira “sicurezza” è la parola d’ordine; la nostra missione è assicurarla con tutta la flessibilità di cui il cliente ha bisogno, grazie a soluzioni sempre altamente personalizzate. Rivoira S.p.A. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 [email protected] * il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato. www.rivoiragas.it Rivoira: da quasi 100 anni a sostegno della vostra crescita. QUALITÀ & INNOVAZIONE Giornata Mondiale della Qualità Bologna 11 novembre 2010 Congressi Hotel Royal Carlton ® Q QUALITYDAY ExpoConference PROGRAMMA [ CONVEGNO Q INAUGURALE SETTORI DI RIFERIMENTO • INDUSTRIA • SERVIZI • AMBIENTE AREA Q EXPO CONVEGNI Q TEMATICI • Norme e certificazione • Laboratori di prova • Consulenza e formazione • Tecnologie e soluzioni Per maggiori informazioni siamo a tua disposizione, non esitare a contattarci: Tel. 0687182554 – Fax 068182019 Tecna Editrice S.r.l. – Viale Adriatico, 147 – 00141 Roma - www.tecnaeditrice.com - [email protected] " & ! ! " #$ ! " ! # " $ % &$ '( ( ! )!* !!!& +++ , Notiziario Letteratura Tecnica Chemical Engineering Dynamics An Introduction to Modelling and Computer Simulation - Includes CD-ROM I n g h a m J . , D u n nl J ., He i nzl e E ., Prenosil J.E., Snape J.B., Weinheim ( G e r m a n ia ) 2 0 07, 170x 245 mm, 640 pagine, ISBN: 978-3-527-31678-6, € 235,80 La pubblicazione, attraverso un’ottimale combinazione di teoria di base della modellazione dei processi chimici ed esempi pratici di applicazioni di simulazione assistita da computer, guida verso una chiara ed esplicativa comprensione dei processi alla base dell’ingegneria chimica e della loro dinamica. I molteplici esempi proposti mostrano più o meno semplici procedure di modellazione chimica alla base di un ampio spettro applicativo nell’ambito dell’ingegneria di processo. La pubblicazione è basata sull’utilizzo di personal computer come parte integrante del percorso esplicativo. Il linguaggio BERKELEY-MADONNA, sviluppato presso l’Università della California, è utilizzato per la simula- zione di processo. Numerosi sono gli esempi applicativi con implicazioni correlate alla sicurezza dei reattori chimici, al controllo di processo e alla modellazione di sistemi nell’ambito dell’ingegneria ambientale. Il libro è sviluppato attraverso una prima parte che descrive i principi di base della modellazione dei processi chimici ed una seconda parte inerente i principi e i metodi di simulazione con molteplici esempi applicativi di modellazione assistita da personal computer. La notevole esperienza degli Autori nell’ambito della ricerca, dell’insegnamento e dell’industria si riflette in una presentazione degli argomenti trattati assai bilanciata e utile sia in ambito accademico a studenti ed insegnanti, che in ambito industriale a chimici ed ingegneri. John Wiley & Sons Ltd, 1 Oldlands Way Bognor Regis, West Sussex, PO22 9SA (Inghilterra). Fax: +44 (0) 1243 843303 http://eu.wiley.com Codici e Norme UNI EN 1515-4 - Flange e loro giunzioni - Bulloneria - Parte 4: Selezione della bulloneria per le attrezzature soggette alla Direttiva Attrezzature a Pressione 97/23/CE (2010). UNI EN 1991-1-4 - Eurocodice 1 Azioni sulle strutture - Parte 1-4: Azioni in generale - Azioni del vento (2010). UNI EN ISO 3738-1 - Metalli duri Prova di durezza Rockwell (scala A) Parte 1: Metodo di prova (2010). UNI EN ISO 4063 - Saldatura e tecniche affini - Nomenclatura dei processi e relativa codificazione numerica (2010). UNI EN ISO 9539 - Apparecchiature per saldatura a gas - Materiali per le apparecchiature utilizzate nella saldatura a gas, nel taglio e nei procedimenti connessi (2010). UNI EN ISO 9445-1 - Acciai inossidabili laminati a freddo in continuo - Tolleranze sulle dimensioni e sulla forma Parte 1: Nastri e lamiere (2010). Italia UNI EN ISO 9445-2 - Acciai inossidabili laminati a freddo in continuo - Tolleranze sulle dimensioni e sulla forma Parte 2: Bandelle e nastri larghi (2010). UNI EN 1330-4 - Prove non distruttive Terminologia - Parte 4: Termini utilizzati nel controllo con ultrasuoni (2010). UNI EN ISO 12706 - Prove non distruttive - Controllo con liquidi penetranti Vocabolario (2010). Norme nazionali Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 523 Notiziario UNI EN 12817 - Attrezzature e accessori per GPL - Ispezione e riqualifica dei serbatoi per gas di petrolio liquefatti (GPL) di capacità geometrica minore o uguale a 13 m3 (2010). UNI EN 12819 - Attrezzature e accessori per GPL - Ispezione e riqualifica di serbatoi per gas di petrolio liquefatti (GPL) di capacità geometrica maggiore di 13 m3 (2010). UNI EN 13121-3 - Serbatoi e contenitori di materie plastiche rinforzate con fibre di vetro (PRFV) per utilizzi fuori terra - Parte 3: Progettazione e lavorazione (2010). UNI EN ISO 15011-1 - Salute e sicurezza nella saldatura e nelle tecniche affini - Metodo di laboratorio per il campionamento dei fumi e dei gas - Parte 1: Determinazione del tasso di emissione dei fumi generati dalla saldatura ad arco e captazione dei fumi per l’analisi (2010). UNI EN ISO 15011-2 - Salute e sicurezza nella saldatura e nelle tecniche affini - Metodo di laboratorio per il campionamento dei fumi e dei gas - Parte 2: Determinazione del tasso di emissione del monossido di carbonio (CO), dell’anidride carbonica (CO2), del monossido e del biossido di azoto (NO, NO2), generati dalla saldatura ad arco, dal taglio e dalla scriccatura (2010). UNI EN ISO 15011-3 - Salute e sicurezza nella saldatura e nelle tecniche affini - Metodo di laboratorio per il campionamento dei fumi e dei gas - Parte 3: Determinazione del tasso di emissione dell’ozono generato dalla saldatura ad arco (2010). UNI EN ISO 17635 - Controllo non distruttivo delle saldature - Regole generali per i materiali metallici (2010). UNI EN ISO 17638 - Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo con particelle magnetiche (2010). UNI EN ISO 18592 - Saldatura a resistenza - Prove distruttive delle saldature - Metodo per la prova di fatica di saggi saldati a punti multipli (2010). 524 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 UNI EN ISO 23277 - Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo delle saldature mediante liquidi penetranti - Livelli di accettabilità (2010). ASTM E1823 - Standard terminology relating to fatigue and fracture testing (2010). UNI EN ISO 23278 - Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo con particelle magnetiche delle saldature - Livelli di accettabilità (2010). AWS A3.0M/A3.0 - Standard welding terms and definitions; including terms for adhesive bonding, brazing, soldering, thermal cutting, and thermal spraying (2010). USA NACE 1E100 - Engineering symbols related to cathodic protection (2010). API TR 755-1 - Technical support document for ANSI/API RP 755, fatigue risk management systems for personnel in the refining and petrochemical industries (2010). NACE SP0472 - Methods and controls to prevent in-service environmental cracking of carbon steel weldments in corrosive petroleum refining environments (2010). ASME B31.8 - Gas transmission and distribution piping systems (2010). Norme europee ASME B31.8S - Managing system integrity of gas pipelines (2010). EN ASME B31T - Standard toughness requirements for piping (2010). ASTM A325 - Standard specification for structural bolts, steel, heat treated, 120/105 KSI minimum tensile strength (2010). ASTM A105/A105M - Standard specification for carbon steel forgings for piping applications (2010). ASTM A182/A182M - Standard specification for forged or rolled alloy and stainless steel pipe flanges, forged fittings, and valves and parts for high-temperature service (2010). ASTM A490 - Standard specification for structural bolts, alloy steel, heat treated, 150 KSI minimum tensile strength (2010). ASTM A1031/A1031M - Standard specification for steel, sheet and strip, heavy-thickness coils, alloy, drawing steel and structural steel, hot-rolled (2010). ASTM A1067 - Standard specification for t e st c oupons for s teel cas tings (2010). EN ISO 4499-1 - Hardmetals - Metallographic determination of microstructure - Part 1: Photomicrographs and description (2010). EN ISO 4499-2 - Hardmetals - Metallographic determination of microstructure - Part 2: Measurement of WC grain size (2010). Norme internazionali ISO ISO 11130 - Corrosion of metals and alloys - Alternate immersion test in salt solution (2010). ISO 13263 - Thermoplastics piping systems for non-pressure underground drainage and sewerage - Thermoplastics fittings - Test method for impact strength (2010). ISO 15653 - Metallic materials Method of test for the determination of quasistatic fracture toughness of welds (2010). ISO 17672 - Brazing - Filler metals (2010). Notiziario Corsi IIS Luogo Genova Data 20-21/9/2010 Titolo Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVCC, PVC-U o di ABS per la qualificazione secondo UNI 11242 Ore 16 Legnano (MI) 20-23/9/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 20-24/9/2010 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Istruttore / Esaminatore (CAT 1) 36 Genova 20-24/9/2010 Corso per International Welding Technologist - Parte III Progettazione e calcolo -- Genova 20-24/9/2010 13-14/12/2010 Corso per International Welding Engineer - Parte III Progettazione e calcolo -- Messina 27-30/9/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Roma 27-30/9/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 28-29/9/2010 Corso avanzato - Meccanica della frattura 16 Ottobre-Dicembre Corso modulare per la qualificazione ad International Welding 2010 Inspector - Comprehensive - Tecnologia della saldatura -- Mogliano Veneto (TV) Comun Nuovo (BG) Ottobre 2010 Febbraio 2011 Corso per International Welding Technologist - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Comun Nuovo (BG) Ottobre 2010 Febbraio 2011 Corso per International Welding Engineer - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Legnano (MI) 4-8/10/2010 Corso celere in saldatura 32 Priolo (SR) 5-7/10/2010 Corso avanzato - Fitness for service 24 Legnano (MI) 11-13/10/2010 Corso sulla saldatura dei tondini per cemento armato - Livello Specialist - Modulo Base 20 Mogliano Veneto (TV) 11-13/10/2010 Progettazione, fabbricazione e collaudo di apparecchi e sistemi di tubazione di PRFV 24 Genova 11-15/10/2010 Corso per International Welding Practitioner - Parte II -- Legnano (MI) 11-15/10/2010 Corso per International Welding Specialist - Parte II -- Genova 11-15/10 e 8-12/11/2010 Corso di qualificazione sui trattamenti termici dei giunti saldati Livello Comprehensive 63 Legnano (MI) 13-15/10/2010 Corso sulla saldatura dei tondini per cemento armato – Livello Specialist – Modulo Saldatura di tondini per cemento armato 20 Genova 18-21/10/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 18-22/10/2010 Corso sulla saldatura in elettronica in accordo agli standard IPC – Certified IPC Trainer (CIT) IPC-A-610 36 Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOR Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 525 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Data Titolo Ore Genova 18-22/10/2010 15-19/11/2010 Corso per International Welding Technologist - Parte III Fabbricazione Genova 18-22/10 e 22-26/11/2010 Corso avanzato - Ispettore di impianto Genova 18-22/10/2010 15-19/11/2010 14-17/12/2010 Corso per International Welding Engineer - Parte III Fabbricazione -- Genova 25-29/10/2010 Corso avanzato - Saldabilità delle leghe metalliche 32 Genova 25-29/10/2010 Corso sulla saldatura in elettronica in accordo agli standard IPC - Certified IPC Trainer (CIT) IPC-7711 / 7721 36 Genova 3-4/11/2010 Corso avanzato - Failure analysis 16 Genova 8-10/11/2010 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione per la qualità in saldatura ISO 9001 24 Roma 8-11/11/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 8-12/11/2010 Corso per International Welding Specialist - Parte III Tecnologia della saldatura -- Genova 8-12/11/2010 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 36 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 36 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 16 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/ Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 16 Genova Genova Genova 8-12/11/2010 9-10/11/2010 11-12/11/2010 -64 Genova 11-12/11/2010 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione del processo speciale saldatura EN ISO 3834 16 Genova 15-16/11/2010 Corso per International Welding Practitioner - Parte III Tecnologia della saldatura -- Genova 15-18/11/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Messina 15-18/11/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 15-19/11/2010 Corso per Laser Welding Engineer 32 Genova 15-19/11/2010 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 36 (*) Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 36 (*) Genova Genova 15-19/11/2010 16-17/11/2010 Corso per International Welding Practitioner - Parte III Metallurgia e saldabilità Organizzatore -- (*) Si tratta del totale delle ore per coloro che non abbiano già frequentato il corso da Operatore e/o Ispettore in accordo allo Standard ECSS-Q-ST-70-08. Per coloro in possesso di tale certificato il corso può essere ridotto fino alla durata di 24 ore. 526 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Data Titolo Ore Genova 18-19/11/2010 Corso per International Welding Practitioner - Parte III Progettazione e calcolo -- Genova 18-19/11/2010 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione ambientale ISO 14001 16 Mogliano Veneto (TV) 22-25/11/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 22-25/11/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 22-26/11/2010 Corso per International Welding Technologist - Parte III Metallurgia e saldabilità -- Genova 22-26/11 e 29/11-1/12/2010 Corso per International Welding Engineer - Parte III Metallurgia e saldabilità -- Sicurezza e prevenzione degli infortuni in saldatura - Corso avanzato per responsabili della sicurezza 16 Mogliano Veneto (TV) 23-24/11/2010 Genova 29/11-3/12/2010 Corso di qualificazione sui trattamenti termici dei giunti saldati Livello Basic 45 Genova 29/11-3/12/2010 Corso celere in saldatura 32 Organizzatore Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Esame visivo (VT) Legnano (MI) 29-30/9/2010 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Mogliano Veneto (TV) 6-7/10/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 8/10/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 21-22/10/2010 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Mogliano Veneto (TV) 4-5/11/2010 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Priolo (SR) 8-9/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 10-11/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova Genova Esame radiografico (RT) Mogliano Veneto (TV) 6-7/10/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 12-15/10/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Mogliano Veneto (TV) 19-22/10/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Legnano (MI) 25-29/10/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 8-9/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 10-11/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 16-19/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Priolo (SR) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 527 Notiziario Corsi di qualificazione, ecc. (segue) Esame ultrasonoro (UT) Legnano (MI) 21-24/9/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Mogliano Veneto (TV) 6-7/10/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 26-29/10/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Priolo (SR) 8-9/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 8-12/11/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Genova 10-11/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 23-26/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Genova 29/11-3/12/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Esame con particelle magnetiche (MT) Mogliano Veneto (TV) Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 8-9/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 10-11/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 16-17/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 17-18/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 6-7/10/2010 12-13/10/2010 Priolo (SR) Esame con liquidi penetranti (PT) Mogliano Veneto (TV) Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 8-9/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 10-11/11/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 18-19/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 24-25/11/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 6-7/10/2010 14-15/10/2010 Priolo (SR) Corsi di altre Società Luogo Lamezia Terme (CZ) Milano Data Titolo Organizzatore 20/9/2010 25/11/2010 La nuova ISO 9001:2008: cosa cambia rispetto alla precedente ISO 9001 del 2000 ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Napoli 20-21/9/2010 La valutazione del rischio chimico secondo il D.Lgs. 81/2008 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli Lamezia Terme (CZ) 20-21/9/2010 15-16/11/2010 Dispositivi Protezione Individuale: la Fabbricazione, la Progettazione, la Marcatura CE ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] 528 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Milano 20-24/9/2010 Milano 20/9-1/10/2010 Napoli Napoli 21/9/2010 23/11/2010 Napoli Titolo Organizzatore Lead Auditor dei Sistemi di Gestione Ambientale ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Programma di addestramento raccomandato per l’esame di ultrasuoni di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] La nuova Direttiva Macchine e il D.Lgs. 17/2010 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] 21-23/9/2010 Come implementare un Sistema di Gestione Sicurezza conforme all'art. 30 D.Lgs. 81/2008( D.Lgs. 231/2001), alla norma OHSAS 18001:2007 e alla Linea Guida UNIINAIL AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 22/9/2010 Lo standard BS OHSAS 18001/2007 come strumento del T.U. sulla Sicurezza D.Lgs. 81/2008 (art. 30) per organizzare ed implementare un Sistema di Gestione per la Sicurezza di cui al D.Lgs. 231/2001 integrato col Sistema di Gestione per la Qualità UNI EN ISO 9001 AICQ Centro Nord c/o TQM s.r.l. (Milano) Tel. 02 67382158; fax 02 67382177 [email protected] Milano 22/9/2010 Applicazione della direttiva PED 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione - Corso base Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 22-24/9/2010 Le ISO 9001:2000-2008. Principi, contenuti ed esercitazioni (Corso pratico di apprendimento per coloro che si accostano per la prima volta alle norme UNI EN ISO 9000) AICQ Centro Nord c/o TQM s.r.l. (Milano) Tel. 02 67382158; fax 02 67382177 [email protected] Roma 23/9/2010 Sistemi di Gestione Ambientale: normativa e legislazione cogente AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] Milano 23/9/2010 Come soddisfare i requisiti della nuova direttiva macchine 2006/42/CE Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Napoli Milano 27-28/9/2010 15-16/11/2010 Sicurezza di Macchine ed Attrezzature - Direttiva Macchine 2006/42/CE e D.Lgs. 81/2008 s.m.i.: Obblighi Derivanti ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Mestre (VE) 27-28/9/2010 Le norme ISO 9000 e il Sistema di Gestione per la Qualità AICQ-Triveneta (Mestre – VE) Tel. 041 951795; fax 041 940648 [email protected] Roma Torino Bologna 4-5/10/2010 11-12/10/2010 18-19/10/2010 Taratura pratica degli strumenti di misura CERMET – Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 Livorno 5/10/2010 Il Fascicolo Tecnico secondo la Direttiva Macchine 2006/42/CE ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 5/10/2010 PED - Valutazione globale di conformità alla direttiva 97/23/CE - Il punto di vista del fabbricante, dell'ente terzo, dell'utilizzatore Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 6/10/2010 Applicazione del decreto ministeriale 1° Dicembre 2004 n. 329 - Criteri generali per la gestione degli impianti industriali Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 529 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Milano 8/10/2010 Napoli Milano Titolo Organizzatore Direttiva Macchine. Norme generali di riferimento Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] 11-13/10/2010 11-13/10/2010 Internal Auditor dei Sistemi di Gestione per la Qualità ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Napoli 13-15/10/2010 I Sistemi di Gestione Ambientale: le norme UNI EN ISO 14000 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 18-19/10/2010 Nuova direttiva macchine - Valutazione del rischio e sua documentazione nel fascicolo tecnico Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Bologna Roma Torino 18-19/10/2010 18-19/10/2010 18-19/10/2010 La gestione della qualità nei laboratori di prova secondo la norma ISO/IEC 17025:2005 CERMET – Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] Milano 18-22/10/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame visivo di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Roma Milano 19-21/10/2010 24-26/11/2010 Sistemi di Gestione per la Qualità per i Laboratori di Prova secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 ed accreditamento ACCREDIA ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Milano Milano 21/10/2010 11/11/2010 Accessori di Sicurezza (Direttiva 97/23/CE e D.M. 329/2004) - Dispositivi limitazione diretta della pressione, costruzione, installazione, dimensionamento, esercizio e manutenzione ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Bologna Torino 25/10/2010 17/11/2010 La gestione integrata d’impresa: Sicurezza, Ambiente, Qualità CERMET – Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] Milano 25-29/10/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con particelle magnetiche di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Roma Torino Bologna 2-3/11/2010 15-16/11/2010 22-23/11/2010 Le apparecchiature di misura: la gestione e la stima dell’incertezza di misura CERMET – Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] Napoli 7-8/11/2010 La Metrologia e la Gestione della Strumentazione di Misura in ambito ISO 9000:2000 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 8-19/11/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di radiografia di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] 530 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 9/11/2010 Saldabilità delle leghe metalliche ANIMA / UCC (Milano) Tel. 02 45418551; fax 02 45418545 [email protected] Napoli 11/11/2010 Integrare il sistema aziendale con i requisiti del decreto 231/2001 ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 16/11/2010 Trattamenti termici dei giunti saldati ANIMA / UCC (Milano) Tel. 02 45418551; fax 02 45418545 [email protected] Roma 18/11/2010 Validazione dei metodi per le prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Roma 19/11/2010 Calcolo dell’incertezza di misura nelle prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Roma 22-24/11/2010 Salute e Sicurezza dei lavoratori: aggiornamento normativo AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] Mostre e Convegni Luogo Data Titolo Organizzatore Cincinnati (Ohio - USA) 20-21/9/2010 5th International EWI/TWI Seminar on Joining Aerospace Materials EWI (Columbus - Ohio - USA) Tel. 614 688 5000; fax 614 688 5001 [email protected] Kielce (Polonia) 28-30/9/2010 16th International Fair of Technologies for Foundry METAL Targy Kielce (Kielce - Poland) Tel. +48 41 3651222; fax +48 41 3456261 [email protected] Parigi (Francia) 28-30/9/2010 ESOPE 2010 - International Exhibition and European Symposium on Pressure Equipment Groupe E.T.A.I (Antony - France) Tel. +33 (0) 1 77929682; fax +33 (0)1 77929823 [email protected] Oulu (Finlandia) 29-30/9/2010 Maintenance, Condition Monitoring and Diagnostics Seminar Oulu Training and Development Centre (Oulu - Finland) Tel. +358 (0) 8 5509700; fax +358 (0) 8 5509840 [email protected] Berlino (Germania) 29/9-1/10/2010 8th International Conference on NDE in Relation to Structural Integrity for Nuclear and Pressurised Components German Society for Non-Destructive Testing (Berlin - D) Tel. +49 30 67807120; fax +49 30 67807129 [email protected] Automazione e robotica in saldatura: soluzioni e tendenze Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Genova 30/9/2010 Vancouver (Canada) 3-6/10/2010 COM 2010 - Conference of Metallurgists MetSoc of CIM (Montreal - Canada) Tel. +1 514 9392710; fax +1 514 9399160 [email protected] Rho (MI) 5-9/10/2010 BI-MU - Macchine utensili, robot, automazione CEU - Centro Esposizioni Ucimu (Cinisello Balsamo - MI) Tel. 02 262551; fax 02 26255214 [email protected] 12-14/10/2010 The 5th International Conference and Exhibition Aluminium - 21/Recycling Alusil (Moscow - Russia) Tel: + 7 495 7852005; fax + 7 495 7852005 [email protected] San Pietroburgo (Russia) Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 531 Notiziario Mostre e Convegni (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Vienna (Austria) 12-15/10/2010 International Welding Trade Fair SZA (Vienna - Austria) Tel. +43 (1) 798 2628-0; fax +43 (1) 798 2628-19 [email protected] Modena 13-14/10/2010 MotorSport Expotech - Mostra convegno internazionale di materiali innovativi, tecnologie, prodotti e servizi per il motorismo da competizione Modena Fiere (Modena) Tel. 059 848380; fax 059 848790 [email protected] Vienna (Austria) 14-15/10/2010 International Congress on Welding and Joining JOIN-EX 2010 SZA (Vienna - Austria) Tel. +43 (1) 798 2628-0; fax +43 (1) 798 2628-19 [email protected] Sofia (Bulgaria) 21-24/10/2010 The 2nd South-East European IIW International Congress Welding - HIGH-TECH Technology in 21st century Bulgarian Welding Society (Sofia - Bulgaria) Tel. + 359 2 965 2806; fax: + 359 2 965 2910 [email protected] Beijing (Cina) 25-29/10/2010 International Conference On Power Beam Processing Technologies (ICPBPT2010) Beijing Aeronautical Manufacturing Technology Research Institute (Beijing - China) Tel. +86 10 85701419; fax +86 10 85701588 [email protected] Hannover (Germania) 26-30/10/2010 EuroBlech 2010 - 20th International Sheet Metal Working Technology Exhibition Mack Brooks Exhibitions Ltd (St Albans Herts - UK) Tel. +44 (0) 1727 814400; fax +44 (0) 1727 814401 [email protected] Düsseldorf (Germania) 2/11/2010 Conference on Joining Plastics DVS - German Welding Society Tel. + 49 (0) 211 1591-302; fax + 49 (0) 211 1591-300 [email protected] Bologna 11/11/2010 Quality Day - Giornata Mondiale della Qualità Tecna Editrice (Roma) Tel. 06 87182554; fax 06 8182019 [email protected] Houston (Texas - USA) 15-19/11/2010 ASNT Fall Conference and Quality Testing Show 2010 ASNT (Columbus - Ohio - USA) Tel. +1 614 2746003; fax +1 614 2746899 [email protected] Piacenza 18-20/11/2010 TT Expo - Mostra convegno sui trattamenti termici dei metalli e sulle tecnologie collegate Piacenza Expo (Piacenza) Tel. 0523 602711; fax 0523 602702 [email protected] 532 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 ASSOCIAZIONE CULTURALE STORIA E TECNICA DEL MOTORISMO DA COMPETIZIONE Valorizzare il tuo mondo è la nostra missione La prima ed unica associazione culturale composta da tecnici professionisti, delle competizioni motoristiche sportive Via Tanari, 68/a - 40024 Castel S. Pietro Terme Tel. 051 948002 - Fax 051 324394 [email protected] www.assomotoracing.it Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Corrosione da H2S (2008-2010) Hydrogen permeation and corrosion behaviour of high strength steel 35CrMo under cyclic wet-dry conditions di YU Q. et al., «Corrosion Engineering Science and Technology», Luglio-Settembre 2008, pp. 241-247. Acciai ad alta resistenza; acido cloridrico; acido solfidrico; corrosione; corrosione atmosferica; corrosione da acqua di mare; idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; prove di corrosione. Effect of field operational variables on internal pitting corrosion of oil and gas pipelines di DEMOZ A. et al., «Corrosion», Novembre 2009, pp. 741-747. Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acciai per condotte; acido solfidrico; analisi chimica; CO 2 ; condotte; corrosione; corrosione per vaiolatura; diffrazione; effetti locali; gas naturale; industria petrolifera; petrolio; previsione; prove di corrosione; raggi X; spettroscopia. Rilevazione e monitoraggio di cricche indotte su recipienti a pressione in servizio in ambiente “WET H 2S” nell’industria petrolifera di CHIOFALO G. et al., «Giornale PND», LuglioSettembre 2008, pp. 36-42. Acciai a grano fino; acciai al C; acciai da costruzione; acido solfidrico; condizioni di servizio; controllo non distruttivo; corrosione; criccabilità; criccabilità a freddo; difetti; idoneità all’impiego; impianti; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; meccanica della frattura; recipienti in pressione; solfuri; tensocorrosione. Corrosion cracking resistance of deposited self-fluxing alloys i n h y d ro g e n s u l p h i d e - c o n t a i n i n g m e d i a ( 3 0 K h M A ) d i ISAKAEV E.KH. e MORDYNSKII V.B., «Weld. Int.», Dicembre 2009, pp. 939-943. Acido solfidrico; CO 2 ; corrosione; industria petrolifera; ingegneria chimica; lamiere; polvere; ricarica al plasma. Passivation behavior of carbon steel in hydrogen sulfide-containing diethanolamine and diglycolamine solutions di RAEISSI K. e GOLOZAR M.A., «Corrosion», Settembre 2009, pp. 595-600. Acciai al C; acido solfidrico; CO 2 ; corrosione; gas naturale; impianti; industria del gas; prove di corrosione; solfuri; spettroscopia. Effect of surface layers on the initiation of internai pitting corrosion in oil and gas pipelines di PAPAVINASAM S. et al., «Corrosion», Ottobre 2009, pp. 663-673. Acciai ad alta resistenza; acciai al C; acciai basso-legati; acciai per condotte; acido solfidrico; alta pressione; alta temperatura; Canada; CO 2 ; condizioni superficiali; condotte; corrosione; corrosione per vaiolatura; fattori di influenza; flusso; gas naturale; industria petrolifera; interno; microscopio elettronico; prove di corrosione; simulazione; solfuri. Fatigue crack growth behaviour of 4130X steel in H 2 S environment di ZHANG Y.L. et al., «Corrosion Engineering Science and Technology», 6/2009, pp. 462-468. Acciai basso-legati; acido solfidrico; corrosione; cricche di fatica; fattore KIC; gas naturale; meccanica della frattura; prove di corrosione; prove di fatica; prove di meccanica della frattura; resistenza a fatica; serbatoi di stoccaggio; tensocorrosione. Test methods for hydrogen induced cracking di PRAGER M., «WRC Bulletin», 530/2009, p. 122. Acido solfidrico; corrosione; infragilimento da idrogeno; prove di corrosione. Performance of steels in hydrogen charging environments di PRAGER M., «WRC Bulletin», 526/2009, p. 106. Acciai al Cr Mo ad alta lega; acciai basso-legati; acciai microlegati; acciai per condotte; acido solfidrico; condotte; corrosione; criccabilità a freddo; infragilimento da idrogeno; pezzi forgiati; tensocorrosione. Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 537 Ricerche Bibliografiche Progress on metallurgical investigation of HIC phenomena and development of HIC resistant steel (API 5LX-60) di IKEDA A., «WRC Bulletin», 526/2009, pp. 1-34. Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acciai per condotte; acido solfidrico; condizioni superficiali; condotte; corrosione; criccabilità a freddo; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; innesco delle cricche; metallurgia; microstruttura; NACE; norme; propagazione delle cricche; prove di corrosione; recipienti in pressione; saldabilità; tenacità; tenacità alla rottura. Susceptibility to stress-oriented HIC of an X65 UOE linepipe evaluated by full ring test and small scale tests di TAKAHASHI A. et al., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 1-8. Acciai per condotte; acido solfidrico; condizioni di servizio; condotte; corrosione; durezza; gas acidi; infragilimento da idrogeno; microstruttura; NACE; norme; proprietà meccaniche; prove di trazione; prove meccaniche; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico; ZTA; ZTA a grano ingrossato. Test procedures for evaluation of resistance of steels to cracking in wet HS environments (ASTM A516-70, A285C) di RUSSELL D. et al., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 9-26. Acciai al C; acido solfidrico; corrosione; criccabilità a freddo; giunti saldati; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; microstruttura; NACE; norme; proprietà meccaniche; prove di corrosione; recipienti in pressione; sviluppo; tensocorrosione. Evaluation of advanced plate steels for resistance to HIC and SOHIC in wet H2S environments di RUSSELL D. et al., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 43-60. Acido solfidrico; carbonio equivalente; corrosione; criccabilità; giunti saldati; infragilimento da idrogeno; lamiere; microstruttura; NACE; norme; proprietà meccaniche; prove di corrosione; sviluppo; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico. Structural factor of the corrosion and mechanical strength of welded joints in oil transmission pipes (00G2S, 13KhFA) di BYVOISHCHIK L.M. et al., «Weld. Int.», Gennaio 2010, pp. 23-28. Acciai basso-legati; acciai per condotte; acido solfidrico; alta t e m p e r a t u r a ; c o n d o t t e ; c o n f ro n t i ; c o r ro s i o n e ; f a t t o r i d i influenza; giunti saldati; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; meccanica della frattura; microstruttura; operazione manuale; proprietà meccaniche; prove di corrosione; saldatura ad arco sommerso; saldature per pressione ad alta frequenza; tenacità all’urto; tenacità alla rottura; tensocorrosione; tubi. 538 Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 New test specimen and methodology for evaluation of steels for resistance to SOHIC di KANE R.D. e PRAGER M., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 77-98. Acciai al C; acido solfidrico; analisi delle tensioni; corrosione; criccabilità a freddo; giunti saldati; infragilimento da idrogeno; lamiere; NACE; norme; prove di corrosione; provini, saggi; sviluppo; tensocorrosione. HIC susceptibility parameters and purchase acceptance criteria for steels in sour service (ASTM A516/515 Gr.70) di CLIFFORD W. et al., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 99-108. Accettazione; acciai al C; acido solfidrico; condizioni di servizio; corrosione; gas acidi; giunti saldati; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; meccanica della frattura; NACE; norme; proprietà meccaniche; prove di corrosione; recipienti in pressione; tenacità; tensocorrosione. Characterization of hydrogen charging severity in simulated w e t H 2S re f i n e r y e n v i ro n m e n t s d i K A N E R . D . e ABAYARATHNA D., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 109-120. Acciai al C; acido solfidrico; analisi delle tensioni; corrosione; fattori di influenza; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; laboratori; NACE; norme; prove di corrosione; simulazione; temperatura; tensocorrosione. Mechanism of stress oriented HIC in high strength microalloyed steels (API5L-X46, X65, X70, ASTM A516-70) di AMANO K. et al., «WRC Bulletin», 526/2009, pp. 35-40. Acciai microlegati; acido solfidrico; analisi con elementi finiti; condotte; corrosione; criccabilità; infragilimento da idrogeno; microstruttura; NACE; norme; recipienti in pressione; simulazione; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico; ZTA. Scale formation and growth on steels in contact with various H2S environments (API 5L X60) di GALIS M.F. e PETELOT D., «WRC Bulletin», 526/2009, pp. 93-102. Acciai per condotte; acido solfidrico; aggiunte di Cu; alogenuri; condotte; corrosione; fattori di influenza; infragilimento da idrogeno; microstruttura; proprietà meccaniche; simulazione. The full ring test: a comprehensive proving test method for pipelines and associated welds di FOWLER C.M., «WRC Bulletin», 530/2009, pp. 27-42. Acciai per condotte; acido solfidrico; condotte; corrosione; criccabilità; criccabilità a freddo; giunti saldati; infragilimento da idrogeno; NACE; norme; prove di corrosione; saldature circonferenziali; tensocorrosione; ZTA. Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today less Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World StainSteel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie Riv. Ital. Saldatura - n. 4 - Luglio / Agosto 2010 539 200.000 volte informati Il sistema di informazione e di marketing messo a punto da Com-Media S.r.l. per lo sviluppo dell’industria idrica e del gas viene utilizzato ogni anno da oltre 200.000 operatori italiani ed esteri Il portale internet www.watergas.it con oltre 200.000 visitatori annui è lo strumento di informazione e lavoro per tutti gli operatori interessati allo sviluppo dell’industria dell’acqua e del gas in Italia; Gli annuari AcquAgenda e GasAgenda con una diffusione di 7500 e 5000 copie rispettivamente, sono la versione stampata che contiene tutti i dati presenti sul portale www.watergas.it per una consultazione rapida e sempre disponibile; Le banche dati dei gestori italiani dell’industria idrica e del gas sono lo strumento per trasformare la visibilità offerta dagli annuari e del portale internet in programmazione dell’attività di marketing e sviluppo dei contatti. 700 aziende che offrono prodotti e servizi per la progettazione, costruzione e gestione delle reti e degli impianti per l’industria dell’acqua e del gas già utilizzano gli strumenti del sistema informativo di Com-Media per mantenere o attivare i contatti con i propri clienti attuali e potenziali. La tua azienda è già presente nell’elenco dei “Prodotti e Fornitori” di www.watergas.it ? Inserire i dati di contatto della tua azienda e abbinarli alle categorie dei prodotti offerti è facile, libero e gratuito. La tua azienda è già presente sugli annuari di Com-Media o ha mai usato i censimenti dei gestori delle reti idriche e gas? Questi e altri strumenti per dare visibilità alla tua azienda e per creare le condizioni favorevoli allo sviluppo della tua attività commerciale sono disponibili a tariffe particolarmente convenienti. watergas.it LA COMUNITA’ ON LINE DEI TECNICI PROFESSIONISTI DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL GAS E DELL’ACQUA Com-Media S.r.l. - via Serio, 16 - 20139 Milano (MI) - Tel. 02 56810171- Fax 02 56810131 - [email protected] - www.watergas.it www.thetis.tv seatec 9 SEATEC AWARDS COMPOTEC QUALITEC DESIGN AWARD components production & furniture QUALITEC TECHNOLOGY AWARD ABITARE LA BARCA Targa Rodolfo Bonetto 16/18 Febbraio 2011 Carrara seatec 9 compotec RASSEGNA INTERNAZIONALE TECNOLOGIE, SUBFORNITURA E DESIGN PER IMBARCAZIONI, YACHT E NAVI www.sea-tec.it CarraraFiere Viale Galileo Galilei, 133 54033 Marina di Carrara (MS) RASSEGNA INTERNAZIONALE COMPOSITI & TECNOLOGIE CORRELATE www.compotec.it [email protected] [email protected] SEATEC E’MEMBRO DI: 3 ORGANIZZATORE: CON IL PATROCINIO DI: REGIONE TOSCANA Tel. +39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 SPONSOR UNICO BANCARIO: GRUPPO BANCA CARIGE Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. Business on the Move PR O M OZ I ON E (5F@=5AC= =BICJ=@=B;I5;;= %98=5J5@I99P@ P 5;9BN=58=7CAIB=75N=CB97<9J5@CF=NN5 = @ 6 I G = B 9 G G 8 9 @ @ P = A D F 9 G 5 7 C B G H F 5 H 9 ; = 9 6 5 G 5 H 9 GI@@9BICJ9H97BC@C;=99GI@8=;=H5@A5F?9H=B; CBB9GG=97F95H=J= CBB9GG=97F95H=J= +,*,!!,'*!!%%!&*! +*!,,-*(-$!!,P-!!'+,%( /%-$,!%!.&,! %!.$-GF@ %!.$-GF@ %%%% , Organo Ufficiale dell’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Redazione: tel. 010 8341.333/386, fax 010 836.77.80, e-mail: [email protected] Pubblicità - Abbonamenti: tel. 010 8341.392/424, fax 010 8341.399, e-mail: [email protected] La RIVISTA ITALIANA DELLA SALDATURA è lʼorgano ufficiale dellʼIstituto Italiano della Saldatura. Ha una tiratura di 3.500 copie ed è lʼunico Periodico italiano indipendente specializzato nel settore della saldatura e delle costruzioni saldate. Ogni anno vengono pubblicati circa 50 articoli tecnici (metallurgia e saldabilità dei materiali, processi di saldatura, progettazione, fabbricazione, diagnostica industriale, certificazione, prove non distruttive, normativa, didattica, documenti dellʼInternational Institute of Welding (IIW) in lingua originale, ecc.), ed inoltre Informazioni Tecniche e Rubriche Giuridiche, Attività dellʼIIS, Letteratura Tecnica, Codici e Norme, Corsi, Mostre, Ricerche Bibliografiche, notizie dalle Aziende e dalle Associazioni. Lʼabbonamento comprende anche la spedizione gratuita del supplemento elettronico settimanale “Saldatura Flash”. PREZZI Abbonamento 6 numeri (1 anno): per l’Italia: € 90,00 per l’estero: € 155,00 Copia singola o arretrata: per l’Italia: € 20,00 per l’estero: € 30,00 Il sottoscritto: Nome:________________________ Cognome:____________________________ Titolo:_____ Società: _______________________________________________________________________ Via ______________________________________________ N.:________ Cap: _____________ Città: _____________________________________________________________ Prov: _______ C.F. / P.I.:_______________________________________________________________________ Tel.: ____________________________________ Fax: _________________________________ E-mail: ________________________________________________________________________ si abbona alla Rivista Italiana della Saldatura per un anno a partire dal primo numero raggiungibile. Il versamento di € ____________ è stato effettuato in data _________________ tramite: (barrare la casella di interesse) Bonifico bancario intestato allʼIstituto Italiano della Saldatura Banca Intesa San Paolo – Filiale di Genova. Cod. IBAN IT 64 L 03069 01481 000038100145 CC Postale n. 17144163 intestato a Istituto Italiano della Saldatura Data: ___________________ Firma: __________________________________________ USCITE 2010 Rivista 1 / 2010 Rivista 2 / 2010 Rivista 3 / 2010 Uscita: 28 Febbraio 2010 Uscita: 30 Aprile 2010 Uscita: 30 Giugno 2010 Rivista 4 / 2010 Rivista 5 / 2010 Rivista 6 / 2010 Uscita: 15 Settembre 2010 Uscita: 31 Ottobre 2010 Uscita: 15 Gennaio 2011 RISPEDIRE UNITAMENTE AL COMPROVANTE DI VERSAMENTO AL FAX 010 83 67 780 Informativa ai sensi Dlgs. 196/2003: Si informa che ai sensi della suddetta legge, la presente domanda firmata conferisce all’Istituto Italiano della Saldatura l’autorizzazione al trattamento dei dati personali in essa contenuti. Inoltre gli stessi dati saranno inseriti nelle nostre banche dati per consentirci l’invio di materiale informativo, pubblicitario e promozionale. Sono riservati al committente tutti i diritti dell’art. 7 della presente legge con l’accorgimento di fare domanda scritta in caso di volontà di recesso o cancellazione nel trattamento dei dati conferiti. Elenco degli Inserzionisti 469 511 415-416 -460 -533 -470 478 535 438 503 407 412 499 -414 540 399 406 -461 --4a cop --401-402 403 -----500 -----536 413 -512 521 -541 504 ---438 -405 408 ---2a cop 410 534 542 488 452-453 404 400 -417 ---520 460 --462 -477 3a cop 437 411 409 --508 AB ROBOT ACS ACAI AEC TECHNOLOGY AIPND AIR LIQUIDE WELDING ANASTA ANCCP ANDIT AUTOMAZIONE AQM ASG Superconductors ASSOMOTORACING BERKENHOFF BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY CIMOLAI COM-MEDIA COMMERSALD CORDIOLI & C. DRAHTZUG STEIN DVC - DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON EUROCONTROL F.B.I. FABTECH CONSULTING ENGINEERS FIERA ACCADUEO FIERA AFFIDABILITA’ & TECNOLOGIE FIERA ALUMINIUM/COMPOSITES EUROPE FIERA ALUMOTIVE FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA DI ESSEN FIERA EUROMAINTENANCE FIERA EXPOLASER FIERA LAMIERA FIERA MCM FIERA MECSPE FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA QUALITY DAY FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA TTEXPO G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES GILARDONI HARMS & WENDE HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE ITW LANSEC ITALIA LENZI EGISTO LINCOLN ELECTRIC ITALIA LINK INDUSTRIES MAEG COSTRUZIONI MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS MEDIAVALUE NDT ITALIANA OLYMPUS ITALIA OMECO ORBITALUM TOOLS PARODI SALDATURA REMASALD RIVISTA DE QUALITATE RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA U & C RIVOIRA SAF - FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SARTORE WELDING SELCO SE.MAT SIAD SIGMA INTERNATIONAL TECNOELETTRA TECNOMECCANICA TELWIN TONOLINI TRAFILERIE DI CITTADELLA Via XXV Aprile, 15 - 40057 CADRIANO (BO) Viale Abruzzi, 66 - 20131 MILANO Via Leonardo Da Vinci, 17 - 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 - 25127 BRESCIA Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA Via G. Tarra, 5 - 20125 MILANO Via Rombon, 11 - 20134 MILANO Via Privata Casiraghi, 526 - 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Via Edison, 18 - 25050 PROVAGLIO D’ISEO (BS) Corso F.M. Perrone, 73r - 16152 GENOVA Via Tanari, 68/a - 40024 CASTEL S. PIETRO TERME (BO) Berkenhoffstrasse, 14 - 35452 HEUCHELHEIM (Germania) Via Palizzi, 90 - 20157 MILANO Via per Telgate - Loc. Campagna - 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Corso E. Filiberto, 27 - 23900 LECCO Via A. Costa, 24 - 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 - 20090 OPERA (MI) Via Ungaresca, 38 - 33170 PORDENONE Via Serio, 16 - 20139 MILANO Via Bottego, 245 - 41126 COGNENTO (MO) Via del Lavoro, 1 - 37067 VALEGGIO SUL MINCIO (VR) Talstraße, 2 - 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri - 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 - 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Via Mattei, 24 - 20010 MESERO (MI) Via Cadibona, 15 - 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 - 35020 DUE CARRARE (PD) Zona Industriale - 89811 PORTO SALVO (VV) Via Isonzo, 26 - 20050 SAN DAMIANO DI BRUGHERIO (MB) Via Rimembranze, B-1/2 - 33033 CODROIPO (UD) c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o A & T - Via Palmieri, 63 - 10138 TORINO c/o PROMOEVENTS - Via Privata Pomezia, 10/A - 20127 MILANO c/o ADExpo - Viale della Mercanzia, 142 Centergross - 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via Vincenzo Monti, 8 - 20123 MILANO c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Loc. Le Mose - 29122 PIACENZA c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o SENAF - Via Eritrea, 21/A - 20157 MILANO c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI - Viale Virgilio, 58/B - 41123 MODENA c/o TECNA EDITRICE - Viale Adriatico, 147 - 00141 ROMA c/o PORDENONE FIERE - Viale Treviso, 1 - 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Loc. Le Mose - 29122 PIACENZA Via Grosio, 10/4 - 20151 MILANO Via A. Gilardoni, 1 - 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Grossmoorkehre, 9 - 21079 HAMBURG (Germania) Vaartveld, 9 - 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 - 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 - 35013 CITTADELLA (PD) Via Privata Iseo, 6/E - 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via G. Di Vittorio, 39 - 59021 VAIANO (PO) Via Fratelli Canepa, 8 - 16010 SERRA RICCO’ (GE) Ponte Morosini, 49 - 16126 GENOVA Via G. Toniolo, 40 - 31028 VAZZOLA (TV) Corso Buenos Aires, 8 - Corte Lambruschini - 16129 GENOVA Via Domenichino, 19 - 20149 MILANO Via del Lavoro, 28 - 20049 CONCOREZZO (MB) Via Modigliani, 45 - 20090 SEGRATE (MI) Via Monviso, 56 - 20052 MONZA Josef-Schüttler-Strasse, 17 - 78224 SINGEN (Germania) Via Piave, 33 - Z.I. - 17047 VADO LIGURE (SV) Via Strada dei Campi, 11 - VILLASANTA (MB) c/o TECNA EDITRICE - Viale Adriatico, 147 - 00141 ROMA Via Rosellini, 12 - 20124 MILANO c/o MEDIAVALUE - Via Domenichino, 19 - 20149 MILANO Via C. Massaia, 75/L - 10147 TORINO Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b - 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 - 20156 MILANO Via Case Bianche, 83 - 35013 CITTADELLA (PD) Via Palladio, 19 - 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Monterosa, 81/A - 20043 ARCORE (MB) Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Mazzini, 2/A - 24066 PEDRENGO (BG) Via Nazionale, 50a - 70 - 23885 CALCO (LC) Via della Borsa, 11 - 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV) Via della Tecnica, 3 - 36030 VILLAVERLA (VI) Via Mascagni, 14 - 25080 NUVOLERA (BS) Via Mazzini, 69 - 35013 CITTADELLA (PD SIAD Metal Fabrication: la soluzione nel taglio dei metalli. Oltre 80 anni di esperienza nel settore hanno fatto del Gruppo SIAD Metal Fabrication un punto di riferimento. Tutta la conoscenza acquisita viene messa a servizio del Cliente, attraverso una presenza capillare sul territorio, creando sinergie dinamiche capaci di produrre risultati di assoluta eccellenza. La soluzione nel taglio dei metalli si chiama SIAD Metal Fabrication. Per maggiori informazioni: www.metalfabrication.it SIAD S.p.A. Gas, tecnologie e servizi per l’industria. www.siad.com