La Voce di Romagna - Unindustria Rimini

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La Voce di Romagna - Unindustria Rimini
UNINDUSTRIA RIMINI
Lunedì, 29 giugno 2015
UNINDUSTRIA RIMINI
Lunedì, 29 giugno 2015
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Aeroporto. L' Ufficio informazioni turistiche è chiuso dal 2014
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E c' è molto ancora da fare: segnalazione su quello che non va....
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L' emorragia di passeggeri
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Dalla Guidi alla Seragnoli Ora il potere è donna
MARIA CENTUORI
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Aeroporto. L' Ufficio informazioni turistiche è chiuso
dal 2014
Gambaccini (Rimini reservation): «Aspettiamo AiRiminum. Pronti a riaprirlo se ci
saranno le giuste condizioni»
RIMINI. L' Ufficio di accoglienza turistica all'
aeroporto di Rimini resta solo un ricordo. Dai
giorni del fallimento di Aeradria, lo Iat situato
dentro il Fellini è stato smantellato e mai più
riallestito.
Un' immagine tutt' altro che accogliente per
coloro che sbarcano in Riviera anche se il
presidente d i AiRiminum Laura Fincato ha
spiegato che «nelle prossime settimane alcune
delle aree interne del Fellini cambieranno look.
In attesa di lavori strutturali, previsti dopo
ottobre, abbiamo deciso di vestire in modo
nuovo già quest' estate alcuni spazi in cui
transiteranno i viaggiatori: vogliamo offrire ai
passeggeri la sensazione della vacanza».
Affermazioni che però stridono con l' assenza
di un punto informazioni dentro il Fellini. «Il
contratto per l' ufficio dell' aeroporto n o n è
stato rinnovato. Tutto è rimasto come a ottobre
2014, quando con il fallimento di Aeradria
abbiamo dovuto sgomberare quegli spazi»
spiega Ivan Gambaccini, presidente di Rimini
reservation (la società del Comune che si
occupa di promozione turistica).
Da allora «con AiRiminum non ci siamo ancora
incontrati, perché nei primi mesi di attività la
nuova gestione aveva altre priorità, a partire
dalla definizione del piano voli 2015».
Il presidente Gambaccini chiarisce di aver inviato una lettera ad AiRiminum in cui si manifesta l'
interesse di riaprire il punto accoglienza: «Avrei voluto incontrare i vertici di AiRiminum in occasione
della presentazione del Piano industriale, ma non è stato possibile».
«Probabilmente ­ aggiunge il peresidente ­ per quest' estate non se ne farà nulla, anche perché se
arrivano dei voli charter la presenza dello Iat non è imprescindibile. Molto più interessanti per noi, sono
invece i voli di linea, i cui passeggeri solitamente non viaggiano con un' organizzazione alle spalle. E'
chiaro però che serve un traffico aereo adeguato: l' idea è quella di riaprire. Se non sarà possibile
faremo altro. AiRiminum proprio la scorsa settimana ha cominciato a ragionare della riorganizzazione
degli spazi interni del Fellini: se saremo coinvolti, noi vogliamo esserci ma ovviamente anche in base a
numeri e costi».
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E c' è molto ancora da fare: segnalazione su quello
che non va. Autonoleggio, bancomat e negozi
restano le pecche più evidenti
L' aeroporto ha riaperto da più di due mesi e
per fortuna l' infrastruttura più importante del
territorio e allo stesso tempo la peggio
sfruttata da almeno quindici anni a questa
parte, ha ricominciato a portare turisti in
Riviera.
Avremo tuttavia un bel calo passeggeri (e
quindi di turisti, vista la relazione diretta che c'
è tra arrivi al Fellini e presenze turistiche in
Riviera), anche solo confrontando i dati di
quest' anno con quelli della gestione
provvisoria, e questo non è un gran risultato,
anche se va detto che le tensioni con la Russia
non aiutano di certo... Finora nessun "nuovo
volo" è arrivato con la nuova gestione, anzi ne
sono stati persi dei vecchi...
L e g g i a m o n e l l ' i n t e r v i s t a a l l a Presidente
Fincato, che sono previsti lavori per rendere
più accogliente la struttura da parte degli
utenti. Ma purtroppo la situazione attuale dell'
aeroporto dal punto di vista dell' accoglienza al
passeggero, non sembra affatto
soddisfacente, mancano infatti alcuni servizi
essenziali; a Rimini aeroporto n o n s o n o
presenti le principali compagnie di
autonoleggio, non c' è il bancomat e la
maggior parte dei negozi è chiusa.
Il motivo pare sia la richiesta di sproporzionati
canoni di affitto come se si stesse parlando dell' aeroporto di Venezia che fa 20 volte il traffico di Rimini.
Quindi zero servizi e zero ricavi, e altrochè accoglienza, l' aeroporto sembra il deserto dei tartari. Non si
pensi che realizzando sale per slot machine o simildiscoteche o altre invenzioni si diano servizi basilari
al passeggero perchè essi sono gli stessi in qualsiasi aeroporto al mondo che si rispetti, e al momento
al Fellini sono assenti.
Eppure tutto il tessuto economico dell' indotto ha fatto il tifo per Airiminum, cosi come tutto il territorio
della Riviera, ma purtroppo una bella fetta di persone, operatori economici che facevano parte di questo
indotto, e che pagavano e hanno sempre pagato e non minimamente responsabili dei danni delle
gestioni precedenti, dopo il danno della chiusura dello scalo oggi si ritrovano pure la beffa: diverse
decine di persone, imprenditori che hanno anche investito nella propria attività, si ritrovano oggi, con la
stagione turistica saltata e senza prospettive per il futuro... cosi come i dipendenti che lavoravano
presso di loro.
Gilberto Riccardi, Angela Russo, Edoardo Fabbri, Luca Pari, Roberto Angelini, Clementina Buda, Elisa
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Casadei, Antonella Berardi, Monia Lolli, Roberto Casadei, Vadim Vadchenko, Thomas Parise, Silvana
Berti e altre svariate decine di persone.
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AEROPORTO DI RIMINI.
L' emorragia di passeggeri
Si ritiene corretto premettere che la causa
della perdita del traffico che si registrerà nel
2015 non potrà essere addebitata alla nuova
società di gestione bensì, a nostro avviso,
come vedremo, alla mancata volontà da parte
dell'ENAC di applicare la prevista normativa
per evitare la chiusura dello scalo. Dal
programma voli settimanali che il gestore
aeroportuale pubblica su internet è possibile
tracciare una previsione di consuntivo del
mese di giugno e confrontarlo con lo stesso
mese dell'anno scorso quando si verificò
l'arrivo di 210 voli e 35.108 passeggeri
provenienti dal Belgio, Bielorussia, Finlandia,
Estonia, Germania, Lussemburgo, Russia che
rappresentò l'84% degli arrivi. Dai 13 Paesi
dell'Europa Occidentale, che in passato hanno
rappresentato il primato del traffico, solo
quattro Belgio, Finlandia, Germania,
Lussemburgo hanno dato con 4.283
passeggeri un modesto contributo pari al 13%
del totale. Abbiamo perso i mercati della Gran
Bretagna, Irlanda, Danimarca, Svezia e
Norvegia. Nel giugno di quest'anno, secondo
le nostre previsioni, dovrebbero arrivare circa
98 voli (53%) e 14.450 passeggeri (69%) così
ripartiti: Belgio 461 (37%), Bielorussia 584
(24%), Estonia 590 (+31%), Finlandia 1.456
(8%), Francia 258 (+100%), Germania 1.604 (+24%), Lussemburgo 479 (27%), Russia 9.020 (70%)
che, sul totale arrivi, passa dall'84% al 62%. Va ricordato che nel triennio 20112014 su un totale di
1.128.403 arrivi la Russia, con 658.965 passeggeri, ha rappresentato il 58%. L'importanza del mercato
russo è altresì dimostrata dal fatto che da gennaio a ottobre 2014 (mese di chiusura dell'aeroporto)
Rimini è stata collegata con 14 città, ivi compresa San Pietroburgo le cui relazioni risalgono alla metà
degli anni '90 e, pertanto, non può essere considerato dall'ufficio stampa di Airiminum come un nuovo
collegamento. Le difficoltà che si riscontrano nel mese di giugno sono dimostrate anche dalla
ripartizione degli arrivi nei giorni della settimana i cui voli sono così programmati. Lunedì: nessun volo
(1); martedì: (); mercoledì: 4 (5); giovedì: (1); venerdì: (); sabato: 19 (15); domenica: 1 (8). La tipologia
di volo dei 24 arrivi settimanali (30): 12 sono collegamenti charter (26) e 12 di linea (2). Da una ipotesi
di consuntivo sulla base della programmazione voli della settimana tipo del mese di giugno e degli
aumenti e decrementi dovuti alla stagionalità di diversi collegamenti, si può supporre (salvo un netto
miglioramento dopo la stagione estiva) che alla fine del 2015 i passeggeri in arrivo saranno circa
70.000. Risultato poco confortante che rappresenta una perdita rispetto al periodo gennaioottobre 2014
del 70% (pax arrivati 254.183) e del 79% se si fa riferimento alla media degli arrivi di 331.000 previsti
nei piani di sviluppo presentati dalle 4 società che hanno partecipato alla gara indetta dall'ENAC nel
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giugno 2014. LA CAUSA DELLA FLESSIONE E LA PERDITA ECONOMICA. La chiusura dello scalo
per cinque mesi (novembre 2014marzo 2015) non solo ha causato una rilevante perdita di passeggeri,
ma il conseguente balletto per la data di apertura dello scalo ha sostanzialmente compromesso la
programmazione voli aprile­ dicembre, come risulta dal consuntivo giugno 2015. In cifre la perdita
rispetto al 2014 può essere valutata in circa 164.000 passeggeri. Questo quadro poco edificante, che
potrebbe far sorgere un serio contenzioso in quanto i partecipanti alla gara nel formulare i piani di
sviluppo del traffico hanno certamente tenuto conto dei risultati del 2013 (movimento pax 562.830) lo si
deve, a nostro avviso, alla presidenza dell' ENAC che, pur sapendo che il Tribunale non avrebbe
concesso un' ulteriore proroga dopo il 31/10/2014, ha disatteso l' applicazione delle norme che
prevedono la nomina di un commissario per la gestione dello scalo fino all' assegnazione della gestione
totale (art. 13 del dec.521/97 e art.15 della convenzione di gestione). Si può valutare che il presunto
mancato arrivo di 164.000 passeggeri comporterà una perdita di circa 390 milioni di euro relativa al
mancato introito dell' indotto economico turistico e acquisti commerciali russi, oltre alla grave perdita del
lavoro di buona parte dei dipendenti della precedente società. A tale riguardo ci permettiamo chiedere
al Ministro dei Trasporti e Infrastrutture ­ che da emilianoromagnolo conosce l' importanza e l e
problematiche della nostra riviera ­ se non sia opportuno verificare le responsabilità, anche economiche,
degli amministratori dell' ENAC, provvedendo inoltre stante la vetustà degli incarichi alla loro
"rottamazione".
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Al primo posto Ferrara è capolista con 7.425 imprese
in rosa su un totale di 32.938
centuali, ma diminuiscono le ditte individuali e
le società di persone. Sempre secondo i dati
del Registro delle imprese, le aziende maschili
hanno fatto molto peggio scendendo dell'
1,5%.
La prima provincia emiliano ­romagnola per
percentuale di imprese femminili sul totale,
secondo Unioncamere, è quella ferrarese con
7.425 aziende in rosa su un totale di 32.938
attive, con una percentuale del 22,5%. A
seguire ci sono Piacenza con il 21,8%, Rimini
con il 21,6% e Bologna con il 20,6%. A
chiudere la classifica arriva Reggio Emilia che
ha il 17,8% di ditte femminili. Che sia una terra
in cui le donne ricoprono ruoli apicali lo
testimonia Federica Guidi, già manager dell'
azienda di famiglia Ducati Energia e ora
chiamata da Renzi a guidare il ministero dell'
industria. Poi c' è Tiziana Primori,
amministratore delegato di «Eataly World»,
che per essere tra i promotori di Fico è stata
da poco premiata come «Woman Ceo» dell'
anno per Expo Women Global Forum. C' è poi
Cristiana Fantozzi, titolare della «Fan tozzi
Fgm Petroli Centese», e presidente della
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.
Su tutte svetta, in termini di peso industriale, il
numero uno del colosso del packaging Coesia
Isabella Seragnoli, appena insignita della
laurea ad honorem in Ecomonia e management dall' Università di Bologna. Una laurea in ingegneria
meccanica, conquistata in aula, ce l' ha invece Sonia Bonfiglioli, presidente e ad di un' altra big della
meccanica come Bonfiglioli Group. A queste se ne aggiungono altre, come le «gemelle» della
ristorazione collettiva della Legacoop, Antonella Pasquariello, presidente di Camst, e Chiara Nasi
presidente della reggiana Cir. Nella moda una su tante: Giovanna Furlanetto, presidente della Furla.
Nell' agroalimentare la signora Anna Majani, regina dei cioccolatini Fiat e l' amministratore delegato di
Ferrarini Prosciutti Lisa Ferrarini che guida anche l' associazione dei salumifici italiani As sica.
E in Confindustria Anna Maria Artoni dell' omonimo gruppo di logistica, è stata presidente nazionale del
Gruppo giovani, succedendo ad Emma Marcegaglia mentre Simonetta Monica Talmelli, già alla guida
della ferrarese Fa mar, è appena stata riconfermata presidente della Piccola Industria di Confindustria
Emilia­Romagna. In Regione.
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Crescono al contrario dei colleghi maschi e rappresentano 85 mila aziende su 413 mila. Cna:
«Resistono alla crisi perché più flessibili»
Dalla Guidi alla Seragnoli Ora il potere è donna
Donne che nella vita privata sono mamme,
mogli e compagne, al lavoro sono manager e
amministratori delegati di aziende piccole,
medie, e multinazionali. Siedono dalla parte
della «governance», studiano e applicano
ardite strategie. Operano soprattutto nel
campo dei servizi pubblici, sociali e in società
di persone, ma anche nella dura meccanica.
Sono le donne emiliano ­romagnole che in
quanto a quote rosa negli ultimi anni hanno i
numeri dalla loro. Senza però negare che c' è
ancora molto da fare. Secondo i dati di
Unioncamere il 20,5% delle imprese in Emilia­
Romagna è femminile, una percentuale che
corrisponde a quasi 85 mila aziende delle 413
mila presenti in regione. Con una crescita
dello 0,1% in un anno.
Accelerano le società di capitale, che salgono
di 6 punti per hanno un interlocutore dello
stesso sesso nell' assessore alle attività
produttive Palma Costi, già per anni in
posizioni di primo piano nelle pubbliche
amministrazioni.
Le quote di genere debuttano nei consigli di
amministrazione e nei collegi sindacali delle
società quotate in Borsa a partire dall' agosto
del 2012, all' incirca un anno dopo l'
approvazione della legge Golfo ­Mosca. Subito
dopo arrivano nelle società a controllo
pubblico. Il 20% è la quota fissata per il primo rinnovo, il 33% per i successivi due. La percentuale delle
«quote rosa» in EmiliaRomagna, secondo i dati regionali di Cna, è del 24,1%.
Apripista Ferrara con il 27,72% di donne titolari, legali rappresentati e socie nelle aziende, a seguire
Rimini e Bologna. Ultima, seppure con una buona percentuale di presenza femminile, Reggio Emilia
con il 22,71%. Oggi in Emilia­Romagna le donne legali rappresentanti sono 4.468 (20,16%), le.
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