LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO
Transcript
LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO
LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO Gruppo Teatro Docente: Claudio Bernardi 16 febbraio 2007 Il teatro della vita: realizzazione personale, cultura scolastica, partecipazione sociale Descrizione attività Ora Attività 14.30 Rapida presentazione Monica Gattini 14.45 Breve introduzione dell’incontro 15.15 Attività di laboratorio pratico 17.00 Presentazione in video di tre esempi di laboratori teatrali, direttamente rivolti alla società in cui sono inseriti Setting Metodologia Contenuti Frontale: aula vuota con sedie ai lati Frontale Frontale i partecipanti seduti sulle sedie Frontale in cerchio di gruppo, partecipato -presentazione del gruppo - giochi proposti da conduttore e operatori - percezione del ricordo - produzione di un corto teatrale Utilizzo videoproiettore, il gruppo si è disposto in cerchio o in mezzo alla sala come capita Videoproiezione e intervento frontale Presentazione di tre video: 1. laboratorio in Kosovo a Priština, con gli abitanti del luogo alcune donne che durante la guerra hanno subito violenza 2. laboratorio teatrale a Bussang in Francia con gruppi di giovani delle balieaux parigine e alcuni gruppi di ragazzi europei 3. rassegna a Lodi con i bambini delle scuole primarie, laboratori di Chiarenza Presentazione corso Il conduttore pone al centro del suo incontro il la cultura. Presenta i temi della cultura della scuola, del lavoro di gruppo, delle buone pratiche SOCIALITà ORIZZONTALE A seguito di una breve introduzione è cominciata una prima ora e mezza di laboratorio le cui attività sono riportate in seguito: 1. PRESENTAZIONE DEL GRUPPO: in piedi costituendo un cerchio ogni individuo si presenta nel mezzo del cerchio con un aggettivo o un gesto che lo contraddistingue, che il gruppo deve riprodurre. 2. PICCOLI GIOCHI: rotti gli indugi con la presentazione, si è passati ad una fase di gioco-laboratorio in cui il conduttore ha proposto ai partecipanti di “giocare”, cantando una filastrocca-canzoncina, dividendoli in tre gruppi. In seguito il conduttore ha chiesto ai partecipanti di proporre 4 o 5 giochi: - primo: ognuno camminando per la stanza deve salutare chi incontra con il saluto “buongiorno”. Al gruppo è stato chiesto, se andasse bene anche il contatto fisico. In seguito ad una risposta positiva, il gioco è iniziato con varie tipologie di saluto proposte dal conduttore del gioco: con enfasi, annoiato, di fretta, “arrabbiato”, innamorato, e infine come ciascuno preferiva. - secondo: in cerchio ogni partecipante fa un gesto e un suono che il successivo dovrà riproporre aggiungendo un suo proprio gesto e suono e così via fino all’ultimo. Il gruppo è stato diviso in semicerchi di cui solo uno ha giocato e c’è stata partecipazione e divertimento anche nel gruppo che non ha eseguito il gioco, nel rilevare la difficoltà oggettiva di ricordare i gesti di tutti. - terzo:il gruppo in cerchio, si immagina di avere in mano una pallina e di lanciarla da un componente all’altro del cerchio; durante il lancio cambia dimensione e peso. - quarto: gioco dei ritmi. In cerchio ogni partecipante deve battere le mani con un ritmo (un battito – un battito – due battiti), guardando chi dovrà fare il successivo. Chi sbaglia esce dal cerchio. 3. PERCEZIONE DEL RICORDO: il conduttore ha invitato i partecipanti a scrivere su un foglio bianco un ricordo negativo ed uno positivo della loro Scuola Superiore. Dopo averli scritti e appoggiati per terra in mezzo al gruppo, una volta mischiati, ognuno ha pescato un biglietto e lo ha letto ad alta voce. 4. PRODUZIONE DI UN CORTO TEATRALE: lo spettacolo o l’evento in cui termina il laboratorio teatrale è un momento fondamentale dal gruppo interno a quello esterno. Se se ne capisce l’importanza il prodotto serve a contagiare l’esterno; da spettacolo a drammaturgia, fra compagni, professori e dalla scuola all’esterno, genitori e amici. Il conduttore ha diviso il gruppo in 4 classi ognuna con un operatore e gli ha chiesto in un 15 minuti di realizzare un breve corto su di una classe “terribile” nel momento di un interrogazione. I CORTO: Professore in cattedra, i ragazzi sono seduti sulle sedie in centro alla stanza ognuno interpreta un tipo di studente diverso: uno sdraiato sulla sedia, uno con le cuffie e la musica alta, un altro secchione e pronto ad essere interrogato, ecc.. All’annuncio del professore di matematica “interroghiamo…” la classe si ribella, tranne il secchione del gruppo che addirittura si offre per l’interrogazione. Dopo un po’ di confusione tra tentate interrogazioni, battute e sberleffi al secchione, il professore ordina di tirare fuori i fogli per un compito in classe. Mentre scrive l’equazione girato verso la lavagna, tutti i ragazzi escono di soppiatto dalla classe e lasciano il professore solo con il secchione. Fine II CORTO: interrogazione di matematica. Il professore chiama alla lavagna uno dopo l’altro gli studenti in classe. A tutti fa domande semplici e banali (es. 2+2, 4-3 ecc.), non chiede il quaderno dei compiti e li manda a posto con voti alti e complimenti, mentre alla studentessa Neri la ragazza con più difficoltà nel gruppo (molto timida e in continuo imbarazzo dimostrato dal tirarsi giù il maglione) chiede il quaderno e una funzione difficilissima. Alla sua mancata risposta le fa una scenata e la rimanda brutalmente al posto. Fine III CORTO: il professore di matematica - è solo un supplente - dopo numerosi tentativi falliti di spiegare le frazioni (nel frattempo i ragazzi si fanno i dispetti, gli danno le spalle e chiacchierano, ai suoi richiami rispondono “ma allora ce l’ha con me? ecc.) prende spunto dalla battuta di uno studente “ma perché al posto della matematica non ci spiega la ricetta della torta Pasqualina?” inizia a spiegare la ricetta per cucinare la torta Pasqualina. E così, con le dosi degli ingredienti e modi e tempi di cottura trova un modo davvero geniale per spiegare la matematica. IV CORTO: la professoressa di Inglese, acida e di vecchio stampo - dice alle alunne di venire vestite in maniera decente, di non fare teatro e considera la sua ora la più importante di tutte - deve interrogare. Alcune studentesse chiedono di andare in infermeria per il mal di pancia e mal di testa, altre si ribellano, un'altra pur di non essere interrogata cerca di scappare strisciando dall’aula … fino ad arrivare all’ultima che sostiene di avere ancora visioni che non le permettono di essere interrogata. Elementi utili alla definizione del format Buone prassi: - - - - coinvolgere il gruppo, con attività ludiche, soprattutto nella fase iniziale di conoscenza. Il gruppo comincia con tali attività a conoscersi e ad interagire divertendosi; tutto ciò serve ad aumentare l’aggregazione e la coesione dello stesso. Un buon laboratorio è quello inserito in uno stretto rapporto con la società civile, i cui tre elementi fondamentali sono: la SCUOLA, le ISTITUZIONI, gli EDUCATORI, GENITORI ed ASSOCIAZIONI. Un laboratorio che coinvolga tutta la comunità. Processo creativo: percepire la creatività dei componenti del gruppo, elaborazione grazie alla fertilità del gruppo. Lavoro in relazione alla situazione sociale e culturale del luogo in cui viene realizzato il laboratorio: a Pristina, per esempio, il laboratorio era finalizzato a formare persone che lavoreranno con altre, in un paese tormentato, appena uscito dalla guerra: per condividere il trauma, riprendere la fiducia, lasciarsi andare e liberare le emozioni. In Francia invece il lavoro sul corpo non era fondamentale perché già esisteva ecc. Laboratorio che sviluppi: la persona, il gruppo, la socializzazione. Laboratorio in cui il conduttore osserva il gruppo e partecipa attivamente