55 Risposta a Niiama

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55 Risposta a Niiama
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Risposta a Niiama
H
o ricevuto il sacco di alghe nori che
mi hai inviato. Ringrazio anche per le
alghe nori gentilmente offerte da Oama.
Questo luogo è chiamato monte Minobu. A sud si trova la provincia di Suruga; dalla spiaggia di Ukishimagahara1, in
quella provincia, a questa montagna, nel
distretto di Hakiri della provincia di Kai,
ci sono più di cento ri, ma sono più faticosi
da percorrere che non mille ri su un’altra
strada. Il Fuji2, il fiume più rapido di tutto
il Giappone, scorre da nord a sud. A est e
a ovest di questo fiume sorgono alte montagne e nella valle enormi rocce si ergono
da entrambi i lati come alti paraventi. Le
acque del fiume scorrono impetuose con
la velocità di una freccia lanciata attraverso
un tubo da un potente arciere. Le barche
che costeggiano le rive o che attraversano
la corrente, a volte si schiantano in mille
pezzi a causa delle rapide e dei numerosi
scogli. Superati tali perigliosi luoghi, si arriva alla grande montagna di Minobu.
Il picco Tenshi a est, il Takatori a sud,
lo Shichimen a ovest e il Minobu a nord,
torreggiano come se fossero quattro altissimi paraventi. Scalando questi picchi
si vede una lussureggiante vegetazione,
mentre scendendo nelle valli si trova una
serie di enormi rocce una dietro l’altra.
Gli ululati dei lupi riempiono le montagne, nelle valli echeggia il chiacchierio delle scimmie, si ode il lamentoso richiamo
dei cervi in amore e risuona il chiassoso
stridio delle cicale. Qui i fiori primaverili
sbocciano d’estate e gli alberi producono
i frutti autunnali in inverno. Di quando in
quando si vede un boscaiolo raccogliere
legna da ardere; i miei rari visitatori sono
solo amici di vecchia data. L’atmosfera del
monte Shang dove i Quattro anziani canuti si ritirarono dal mondo e l’aspetto della
montagna che dette rifugio ai Sette saggi
del Boschetto di Bambù3 dovevano essere
simili a quelli di questo luogo.
Scalando il monte, ti sembra di vedere una distesa di alghe wakame, ma non
è così, troverai soltanto cespugli di felci.
Scendendo nelle valli, ti chiedi se non vi
crescano le alghe nori, ma ti sbagli, è solo
una distesa di prezzemolo.
Sebbene io avessi ormai da tempo cessato di pensare al mio paese natale, ora,
vedendo queste alghe nori, mi tornano alla
mente tanti ricordi che mi rattristano. Sono le stesse alghe che tanto tempo fa vede-
1. Ukishimagahara: zona situata nella parte
orientale della provincia di Suruga, tra le pendici
meridionali del monte Ashitaka, nei pressi di Numazu, e Suzukawa, nella città di Fuji.
2. Fiume Fuji: fiume che scorre a ovest del
monte Fuji e sfocia a sud nella baia di Suruga. È
lungo circa 140 chilometri.
3. Sette saggi del Boschetto di Bambù: Shan
T’ao, Hsi K’ang, Juan Chi, Juan Hsien, Wang
Jung, Hsiang Hsiu e Liu Ling dei quali si dice
che, verso la fine della dinastia Wei (220-265), per
sfuggire al caos e alla corruzione governativa, si
ritirarono in un boschetto di bambù a studiare la
filosofia di Lao Tzu e Chuang Tzu.
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vo sulle spiagge di Kataumi, di Ichikawa e
Kominato4. Provo un risentimento senza
motivo vedendo che il colore, la forma e il
sapore di queste alghe sono rimasti immutati mentre i miei genitori sono scomparsi,
e non riesco a trattenere le lacrime.
Ma cambiamo argomento. Per quanto
riguarda la richiesta di un Gohonzon per
Oama Gozen, io sono preoccupato. La ragione è la seguente. Di questo Gohonzon
non si trova cenno in alcuno degli scritti
dei molti maestri del Tripitaka che si recarono dall’India in Cina o dei preti che
viaggiarono dalla Cina all’India. Eppure,
tutti gli oggetti di culto custoditi nei templi delle cinque regioni dell’India, sono
descritti senza eccezione in Cronache delle
regioni occidentali, in Biografia del maestro
del Tripitaka del tempio Ta-tz’u-en e nella
Trasmissione della lampada. Non si trova
nemmeno tra gli oggetti di culto dei vari
templi descritti dai santi che vennero in
Giappone dalla Cina o dai saggi che andarono in Cina dal Giappone. Poiché tutti i resoconti giornalieri di innumerevoli
templi come il Gango-ji e lo Shitenno-ji5, i
primi templi giapponesi, e molte cronache
a cominciare da Cronache del Giappone li
nominano tutti senza alcuna omissione, gli
oggetti di culto di questi templi sono ben
noti, ma fra questi non è mai stato elencato un Gohonzon.
Qualcuno potrebbe dubitare e dire:
«Esso non si trova descritto nei sutra e nei
trattati e, proprio perché non c’è, i vari
saggi non lo hanno mai dipinto o scolpito
in legno». Io dico che i sutra sono davanti ai loro occhi e quindi quelli che hanno
dubbi dovrebbero esaminare se esso sia o
non sia rivelato nei sutra. È uno sbaglio
condannare questo oggetto di culto semplicemente perché non fu mai dipinto o
scolpito in epoche passate.
Per esempio, quando il Budda Shakyamuni salì al cielo dei trentatré dèi per
adempiere agli obblighi verso la madre, a
causa dei poteri soprannaturali del Budda
nessuno in tutto il paese di Jambudvipa
se ne accorse, a eccezione del Venerabile
Maudgalyayana. La Legge del Budda, anche se è davanti agli occhi, non apparirà se
manca la capacità [delle persone], e non si
propagherà se non è il tempo giusto. Questo è in accordo con le leggi della natura,
proprio come, secondo il tempo, la marea
del grande mare si alza e si abbassa, o la
luna nel cielo cresce e cala.
Il Budda Shakyamuni, signore degli
insegnamenti, custodì questo Gohonzon
nella sua mente per tanti kalpa quanti i
granelli di polvere di innumerevoli sistemi
maggiori di mondi e, anche dopo essere
apparso in questo mondo, non lo espose
per oltre quarant’anni dalla sua prima predicazione. Anche nel Sutra del Loto non
lo menzionò nei primi capitoli dell’insegnamento transitorio; nel capitolo “Torre
preziosa”, l’undicesimo, egli cominciò a
farlo trapelare, lo rivelò nel capitolo “Durata della vita” e concluse la spiegazione
nei capitoli “Poteri sovrannaturali” e “Affidamento”.
Bodhisattva come Manjushri che vive
nel Mondo Dorato, Maitreya nel palazzo
del cielo Tushita, Percettore dei Suoni del
Mondo sul monte Potalaka e Re della Medicina che è un discepolo del Budda Pura
e Splendente Virtù del Sole e della Luna,
fecero a gara nel chiedere [al Budda il permesso di propagare il Gohonzon nell’Ultimo giorno della Legge], ma egli rifiutò. Il
Budda dichiarò: «Quei bodhisattva sono
famosi per la notevole saggezza e la profondità del loro sapere, ma poiché hanno
iniziato a udire il Sutra del Loto solo da
poco tempo, la loro comprensione è an-
4. Kataumi, Ichikawa e Kominato: località
sulla costa del Pacifico nella provincia di Awa,
luogo natale del Daishonin.
5. Gango-ji: tempio della scuola della Ghirlanda di fiori, uno dei sette templi principali di Nara. La
costruzione fu intrapresa nel 588 da Soga no Umako
e fu completato nel 596. Shitenno-ji: il più antico
tempio buddista giapponese, nei pressi di Osaka,
fondato dal principe Shotoku nel 587 dopo la vittoria, a fianco di Soga no Umako, su Mononobe no
Moriya. Il nome è ispirato dalle statue dei quattro re
celesti (giap. shitenno) che vi sono custodite.
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cora limitata e quindi non sarebbero in
grado di sopportare le grandi difficoltà
dell’ultima epoca. Ci sono i miei veri discepoli che ho tenuto nascosti nella profondità della terra per tanti kalpa quanti i
granelli di polvere di innumerevoli sistemi
maggiori di mondi. Affiderò [la propagazione] a loro». Così dicendo, il Budda nel
capitolo “Emergere dalla terra” convocò
il Bodhisattva Pratiche Superiori e gli altri
bodhisattva e affidò loro i cinque caratteri
di Myoho-renge-kyo, il cuore dell’insegnamento originale del Sutra del Loto.
Poi il Budda disse: «Prestate attenzione! Non dovete propagarlo nei mille anni
del Primo giorno della Legge e nei mille
anni del Medio giorno dopo la mia scomparsa. All’inizio dell’Ultimo giorno della
Legge, l’intero Jambudvipa sarà pieno di
preti che offendono la Legge e, poiché tutti
gli dèi celesti dimostreranno la loro collera, nel cielo appariranno comete e la terra
sussulterà come scossa da enormi onde;
innumerevoli calamità e disastri, come siccità, incendi, inondazioni, tifoni, epidemie,
carestie e guerre accadranno tutti in una
volta. Il popolo di Jambudvipa indosserà
l’armatura e impugnerà archi e bastoni ma
siccome nessuno dei Budda, dei bodhisattva e delle divinità benevolenti sarà in grado di aiutarlo, moriranno tutti e cadranno
come pioggia nell’inferno di incessante
sofferenza. In quel tempo i re potranno
salvare i loro paesi e il popolo potrà essere liberato dai disastri se abbracceranno e
crederanno in questo grande mandala di
cinque caratteri, inoltre nella prossima vita
non cadranno nelle grandi fiamme dell’inferno di incessante sofferenza».
Ora Nichiren, benché non sia il Bodhisattva Pratiche Superiori, forse per
disegno di quel bodhisattva, aveva già
acquisito una conoscenza generale di questo insegnamento e lo ha esposto negli
ultimi vent’anni e più. Quando si decide
di propagare questo insegnamento, si incontrano difficoltà, come il sutra afferma:
«E poiché odio e gelosia nei confronti di
questo sutra abbondano perfino mentre il
Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»6 e «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà
difficile credervi»7. Dei tre potenti nemici
predetti nel sutra, il primo è rappresentato
dal sovrano, dagli amministratori delle regioni e dei villaggi, dai signori dei feudi e
dalla popolazione comune; credendo alle
accuse del secondo e del terzo tipo di nemici, cioè dei preti, essi disprezzeranno e
calunnieranno il devoto del Sutra del Loto
o lo attaccheranno con spade e bastoni.
Il villaggio di Tojo nella provincia di
Awa, sebbene sia un luogo remoto, può
essere considerato il centro del Giappone
in quanto vi dimora la Dea del Sole. Nei
tempi antichi essa dimorava nella provincia di Ise8, ma quando l’imperatore divenne un fervente devoto di Hachiman e dei
santuari di Kamo9, trascurando la Dea
del Sole, questa si infuriò. A quel tempo
Minamoto no Yoritomo, il generale della
destra, sottoscrisse un voto solenne e ordinò ad Aoka no Kodayu10 di collocare
la dea nel santuario esterno di Ise. Forse
per aver soddisfatto il desiderio della dea,
Yoritomo diventò lo shogun che governò
su tutto il Giappone. Egli decise poi di fare della regione di Tojo la residenza della
Dea del Sole e così ella ora non risiede più
nella provincia di Ise, ma nella regione
di Tojo della provincia di Awa. Una cosa simile accadde al Grande Bodhisattva
Hachiman che anticamente risiedeva a
Dazaifu e in seguito si trasferì sul monte
6. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 212.
7. Ibidem, cap. 14, p. 271.
8. Provincia di Ise: nell’attuale prefettura di
Mie, è sede dei Grandi santuari di Ise. I templi
esterni e interni ospitano gli antenati divini della
famiglia imperiale.
9. Hachiman è una delle principali divinità
shintoiste adottata dal Buddismo come divinità
protettrice. Quelli di Kamo sono due santuari
shintoisti di Kyoto, indipendenti ma strettamente
legati.
10. Aoka no Kodayu: il primo custode del tempio della Dea del Sole, eretto nel villaggio di Tojo
da Minamoto no Yoritomo (1147-1199).
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Otokoyama nella provincia di Yamashiro
e ora vive a Tsurugaoka, a Kamakura, nella provincia di Sagami11.
Tra tutti i luoghi dell’intero paese di
Jambudvipa, Nichiren cominciò a propagare la dottrina corretta nella regione di
Tojo della provincia di Awa in Giappone.
Di conseguenza l’amministratore di Tojo è
diventato mio nemico, ma il suo clan ora è
semidistrutto.
Poiché [Oama] è insincera e sciocca,
a volte ha fede e a volte dubita. È incostante. Quando Nichiren incorse nell’ira
del governo12, ella abbandonò il Sutra del
Loto. Era per questo che, ogni volta che la
vedevo, le dicevo: «[Il Sutra del Loto] è il
più difficile da credere e il più difficile da
comprendere»13.
Se io le consegno un Gohonzon per la
sua salvezza perché ho un grande debito
con lei, le dieci fanciulle demoni penseranno certamente che sono un prete parziale.
Se seguo le parole del sutra e non concedo
il Gohonzon per la sua mancanza di fede,
io non sarò parziale, ma ella potrebbe nutrire rancore nei miei confronti in quanto
non comprende il suo errore. Ho spiegato
esaurientemente le ragioni del mio rifiuto
in una lettera a Acharya Suke14. Per favore
manda a prendere la lettera e mostragliela.
Tu sei della stessa famiglia di Oama
Gozen, ma la tua fede è più profonda. Tu
mi hai spesso mandato offerte sia nella
provincia di Sado che in questa provincia
e la tua risoluzione non sembra vacillare,
perciò ho iscritto per te un Gohonzon.
Tuttavia manterrai la fede fino alla fine?
Questo mi preoccupa, come se tu camminassi su ghiaccio sottile o fossi di fronte
a una spada sguainata. Ti scriverò ancora
più dettagliatamente.
Si dice che Oama non sia l’unica ad
avere rimpianti: delle novecentonovantanove persone su mille che a Kamakura
abbandonarono la fede all’epoca del
mio arresto, ora, forse perché l’opinione
pubblica si è placata, diverse sembrano
pentite, ma io non voglio paragonarla a
costoro. Per favore spiegale bene che,
per quanto sia molto spiacente per lei,
poiché la carne non può sostituire le
ossa15, non intendo soddisfare la sua richiesta perché ella si è rivoltata contro il
Sutra del Loto.
Con mio profondo rispetto,
Nichiren
11.Il santuario originale di Hachiman era
vicino a Dazaifu, sede del governo nel Kyushu.
Le prime notizie su di esso risalgono al 737. Nel
859, fu eretto sul monte Otokoyama, a sud di
Kyoto, il santuario Iwashimizu Hachiman. In
seguito Hachiman fu adottato come divinità patrona della famiglia Minamoto e da allora venne
a simboleggiare il valor militare. Nel 1191, Minamoto no Yoritomo, fondatore del governo di
Kamakura, vi fondò il santuario Hachiman di
Tsurugaoka.
12.Riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi, un tentativo fallito di giustiziare il Daishonin, il dodicesimo giorno del nono mese, 1271.
13.Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 212.
14.Acharya Suke: secondo alcuni era un discepolo del Daishonin e confidente del signore
di Tojo; secondo altri era un prete del tempio
Seicho.
15.Il Daishonin sta paragonando la “carne”
ai sentimenti personali e le “ossa” ai princìpi
buddisti.
Il sedicesimo giorno del secondo mese
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CENNI STORICI – Questa lettera venne
scritta nel secondo mese del dodicesimo
anno di Bun’ei (1275), l’anno successivo al
ritorno di Nichiren Daishonin dall’esilio a
Sado e al suo ritiro sul monte Minobu. È la
risposta a una lettera inviatagli da Niiama,
insieme alla suocera (o forse la nonna)
Oama, con la richiesta di iscrivere un Gohonzon per loro. Dal momento che Oama
significa “monaca anziana”, per contrasto
la destinataria della lettera viene chiamata
Niiama, cioè “monaca giovane”.
Oama era stata moglie di Hojo Tomotoki, il fratello minore del terzo reggente,
Yasutoki. Tomotoki era il signore del distretto di Nagasa, nella provincia di Awa,
dov’era nato il Daishonin. Il villaggio di
Tojo, che in seguito divenne distretto, si
trovava in quella zona. Sembra anche che
Niiama fosse stata la moglie del figlio o del
nipote di Tomotoki. Entrambe le donne
erano vedove e vivevano insieme a Tojo.
Il Daishonin doveva essere in obbligo
con Oama per qualche favore accordato
alla sua famiglia, e così, quando Tojo Kagenobu, sovrintendente della stessa zona,
fece pressioni su Oama per assumere il
controllo del tempio Seicho, il Daishonin
intervenne in favore della donna e riuscì a
sventare il tentativo, ripagando così il proprio debito.
Oama era diventata sua seguace subito
dopo che il Daishonin aveva proclamato
l’insegnamento corretto per l’Ultimo giorno della Legge, ma praticava senza grande
costanza, e nel periodo della persecuzione
di Tatsunokuchi aveva abbandonato la fede. Quando il Daishonin si fu stabilito a
Minobu, Oama cambiò nuovamente idea
e gli chiese di affidarle un Gohonzon, cosa
che egli rifiutò, sapendo che la sua fede
vacillava, mentre lo concesse a Niiama.
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