La Repubblica Sera - Primo Piano

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La Repubblica Sera - Primo Piano
Primo piano
E il viaggio
finisce qui
Dall’Egitto alla Tunisia passando per la Turchia aumentano
i Paesi off limits. Con grave danno per le economie di democrazie
fragili e l’effetto di farci asserragliare in confini sempre più ristretti
FILIPPO SANTELLI
SERA
19 marzo 2015
L’Europa in guerra
IN NAVIGAZIONE
La Costa Fascinosa.
La compagnia ha
cancellato tutti
i prossimi scali
delle sue navi
a Tunisi.
In copertina,
manifestazione
contro il terrorismo
oggi a Tunisi
SERA
19 marzo 2015
a Costa Fascinosa lascia il porto di Tunisi con tredici passeggeri in meno. Erano scesi ieri per un giro in
città, con visita al museo del Bardo: quattro sono
morti, otto feriti. Di navi da crociera, almeno per un po', lì
non ne approderanno più: "Abbiamo cancellato tutti i
prossimi scali nel Paese", annuncia Costa Crociere. E lo
stesso fanno i concorrenti di Msc. Rotte da ridisegnare
causa terrorismo: non sarà facile, visto che sulle sponde
Sud e Est del Mediterraneo di zone dove sbarcare in sicurezza ne restano sempre meno. La Libia è in frantumi.
L'Egitto instabile. L'Est dell'Algeria off limits. E pure
Istanbul, a gennaio, ha subito due attacchi terroristici.
Malta, le Baleari, la Grecia: ecco dove arretra allora il fronte delle vacanze senza pensieri. Un problema per gli operatori turistici, sempre più a corto di mete da offrire. Ma
soprattutto per i Paesi disertati dai vacanzieri, che con il
turismo hanno sempre riempito bocche, portafogli e
bilanci.
I conti, a Tunisi, li hanno già fatti. L'accoglienza e il suo
L
L’Europa in guerra
SOLIDARIETÀ
In molte città
europee ci sono
state manifestazioni
di solidarietà
alla Tunisia.
Qui Barcellona
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19 marzo 2015
indotto valgono quasi il 7 per cento del prodotto interno
lordo e occupano addirittura il 12 per cento della popolazione attiva, 440mila persone. La Rivoluzione dei
Gelsomini, per quanto pacifica, aveva già scalfito il settore. Ma l'attentato di ieri, tanto inatteso quanto violento,
rischia di assestargli un colpo ben più duro, nel periodo in
cui si cominciano a prenotare le vacanze: "Sarà difficile
trovare delle soluzioni per questa stagione", ha detto a
una radio locale il ministro delle Finanze Slim Shaker. "Mi
aspetto perdite per almeno 700 milioni di dollari". I nostri
tour operator, per ora, stanno alla finestra: "Vediamo cosa
deciderà il ministero degli Esteri", dice Pier Ezhaya, 50
anni, vicepresidente di Astoi, l'associazione confindustriale di categoria e direttore generale di Francorosso. "Il
nostro sogno è che il flusso non si interrompa, che la meta
non venga sconsigliata. Ma è chiaro che l'impatto ci sarà".
Ogni anno in Tunisia volano 260mila italiani, poco meno
del 5 per cento delle partenze verso l'estero. Circa 600mila
poi prendono la via dell'Egitto, un Paese che dopo la sua
L’Europa in guerra
DISASTRO
ECONOMICO
Per il timore
di attentati
in Egitto le partenze
per alcune località
turistiche
sono diminuite
dell’80 per cento
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19 marzo 2015
Primavera non ha ancora trovato stabilità. Al Cairo a gennaio del 2014 sono esplose una serie di bombe, tra cui una
al museo di arte islamico: continua a essere meta sconsigliata. Così la zona del Sinai, dove a febbraio un ordigno
ha sventrato un pullman di turisti coreani, uccidendone
tre. La risposta del governo è stata blindare le zone turistiche sul Mar Rosso, da Sharm el Sheik a Marsa Alam, lì
i flussi tengono. Ma nel resto del Paese le presenze sono
crollate: "Al Cairo tendiamo a non operare - spiega
Ezhaya - e così anche nelle zone archeologiche di Luxor e
Assuan: le partenze sono scese dell'80 per cento".
In Kenya, poi, i volumi sono quasi azzerati. Colpa della
psicosi da Ebola, nonostante nel Paese non sia stato registrato neppure un caso. Ma anche della presenza di AlShabaab, la milizia islamista somala che sta penetrando
L’Europa in guerra
I PRECEDENTI
Una drammatica
immagine
dell’attacco
al centro
commerciale
di Nairobi del 21
settembre 2013
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sempre più a fondo nel Paese. Attiva al confine settentrionale e nella capitale Nairobi, come dimostra l'attentato del
settembre 2013 nel centro commerciale Westgate. Ma
anche nell'area costiera, avverte dal 20 febbraio scorso il
portale del ministero degli Esteri Viaggiare Sicuri, parlando di "perdurante minaccia terroristica".
"Qui Al-Shabaab non opera, abbiamo chiesto al ministero
di distinguere la nostra situazione da quella di altre regioni", risponde Freddie del Curatolo, portavoce dell'associazione turistica italiana di Malindi, località dove operano
oltre un migliaio di imprenditori italiani, da Flavio
Briatore in giù. Troppa cautela da parte della Farnesina?
Forse, dicono alcuni, con l rischio che la profezia si avveri da sola: penalizzare il turismo in questi Paesi rischia di
togliere a molti locali una delle poche fonti di reddito, rendendoli molto più sensibili a predicazione e denari degli
islamisti. Ma forse no, visto che fino a ieri, su Viaggiare
Sicuri, Tunisi era descritta come una meta del tutto sicura.
Scorrendo il portale allora si scopre che sono davvero
L’Europa in guerra
pochi i Paesi del Mediterraneo privi di pericoli. In
Turchia, per esempio, "non si esclude il verificarsi di
attentati". A gennaio a Istanbul una giovane donna russa,
vedova di un miliziano dell'Isis morto in Siria, si è fatta
esplodere in un commissariato di Sultanahmet, cuore
turistico della città, uccidendo un poliziotto. E secondo i
servizi Turchi nel Paese ci sarebbero almeno 3mila fiancheggiatori dello Stato Islamico. "Dalle Torri Gemelle in
avanti sappiamo che gli attentati possono avvenire ovunque: New York, Londra, Parigi", conclude Ezhaya. "E
dopo la Primavera Araba siamo abituati a destinazioni
che si aprono e si chiudono: bisogna essere pronti a riconvertire i flussi verso altri Paesi. Quest'anno avevamo già
rafforzato i voli verso Canarie, Baleari, Grecia".
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