Creatività della parola poetica

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Creatività della parola poetica
Creatività della parola poetica
(recensione di una mostra coinvolgente)
La mostra itinerante di libri d’artista creati sulla poesia di Luciano Morandini è, nella sua
coralità,una piccola e complessa opera d’arte collettiva.
Nasce da un progetto di Valeria Bertesina e da una spinta sentimentale di Luisa Gastaldo
che raccoglie le poesie di Luciano e le diffonde tra gli artisti per opere d’arte in forma di
libro.
Una proposta di committenza d’altri tempi e un invito a sperimentare la potenza espressiva
della parola poetica che così coraggiosamente lanciata, è il vero soggetto di tutta
l’operazione.
La poesia è per sua natura forte, ha una capacità comunicativa che tocca la sensibilità di
ognuno, manda in risonanza emozioni, pensieri, immagini. La poesia è parola creativa nel
senso più ampio del termine.
Ognuno degli artisti in mostra ha raccolto e rielaborato la parola di Morandini, l’ha
trasformata in opera offerta al pubblico, il quale partecipa all’esperienza con la sua lettura,
la sua registrazione interiore, aggiungendo ancora forma e potenza espressiva con il suo
sentire.
Un primo sguardo d’insieme fa riflettere sulla sostanza fisica della parola che si rivela
impressa sulla carta, affondata nel colore, incisa nel metallo, inserita tra plastica, piume,
ceramica, stoffa e subito si avverte una vitalità di forme palpitanti.
E’ la magia del libro d’artista sempre curioso, inaspettato e sorprendente per le risoluzioni
creative che in questo caso arte e poesia riescono a generare.
Ci sono libri dove la materia, pur restando fedele alla struttura di un libro, partecipa alla
comunicazione tattile introdotta dai versi, creando una relazione sensoriale tra forma e
contenuto. Non è casuale che in mostra i libri si possano toccare e sfogliare, il rapporto
fisico diretto con opere di questo tipo è fondamentale.
All’immagine sensuale di un corpo di donna nella poesia, corrisponde un libro di metallo
duttile, malleabile e carezzevole, crudamente grigio nella sua nudità percorsa da un filo
rosso che lega le parole del poeta lì dove misura la vita su un corpo sognato.
Oppure versi che richiamano un “...mondo ghiacciato / bianco di smalti indifferente...” e
“...secche lagune...”, stampati su pagine bianche, lunghe e strette, sono avvolti e trattenuti
in un drappo candido che si dilata nello spazio come un infinito morbido orizzonte.
E per contrasto, Orizzonte come “...implacabile linea...” e “....barriera ...esistenziale...”,
immagini taglienti di un’altra poesia, hanno creato un libro di metallo rigido con pagine
affilate dove i margini si sentono come lame, mentre una linea continua percorre lo spazio
rigido segnando il limite di una grigia semioscurità.
Ci sono opere che vanno molto al di là del formato libro e sembrano lontane dalla
suggestione dei versi.
Emerge una voluminosa torre di plexiglass dove è difficile trovare una corrispondenza con
la poesia scelta, ma dove questa è pretesto per disporre le parole in una sintesi formale
che esalta la complessità costruttiva del linguaggio poetico e della sua comunicazione. E i
versi colati su una flessibile rete metallica non alludono al contenuto semantico delle
parole ma intendono liberarle per farle fluire in uno spazio aereo ed elastico.
Non mancano i libri puntuali e rigorosi nella trasposizione della scrittura poetica.
Uno, con la copertina di stoffa e le pagine bianchissime, ripete il corpo della poesia
stampato a secco e affondato nella carta su tutte le pagine, differenziando il testo originale
in friulano e la traduzione in italiano con attenzione filologica. In questo caso, le lettere
sono sostanza e soggetto unico dell’opera.
Visionari e apparentemente più semplici sono i libri che illustrano il testo poetico con
unamodalità di narrazione visiva, immagini prese dai versi ma costruite come storie
parallele che vanno ben oltre l’interpretazione del testo. Altri sono puramente pittorici e
trasferiscono l’emozione nel colore, dilatando superfici cromatiche a volte astratte altre
allusive al soggetto poetico.
Sono solo libri eppure riescono a movimentare una situazione di grande vitalità, l’invito
sembra essere quello di partecipare, poter toccare questi oggetti è un’opportunità davvero
insolita e una prerogativa della mostra.
Nella completezza dell’insieme, ogni opera è legata al filo conduttore della parola poetica
che qui ha una forza creativa e rigenerativa davvero confortante. Anche il catalogo alla
fine è una bella antologia della poesia di Luciano Morandini, una poesia che si dilata, si
espande e prende ancora più corpo e intensità con la partecipazione di tutti, pubblico
compreso.
Cristina Burelli