Capitolo 5 Il Sistema Satellitare GPS 5.1 – Descrizione
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Capitolo 5 Il Sistema Satellitare GPS 5.1 – Descrizione
Capitolo 5 Il Sistema Satellitare GPS 5.1 – Descrizione del sistema La navigazione satellitare nasce con il lancio dello Sputnik da parte dell’URSS nell’ottobre 1957; l’osservazione dello shift-doppler sulla frequenza delle conversazioni dallo Sputnik I con la stazione base a terra fornì l’idea ai ricercatori statunitensi di utilizzare la trasmissione dei segnali provenienti da una sorgente esterna alla terra per determinare la posizione della stazione ricevente utilizzando gli stessi principi della radionavigazione (differenza di distanza). Sulla base dello shift-doppler è così progettato e realizzato dagli USA il primo sistema satellitare di navigazione (Navy Navigation Satellite System) noto come Transit. Il DoD (Department of Defence ) americano dichiara operativo il sistema Transit nel 1960, anno di inizio dell’era della navigazione satellitare. In seguito, con l’esperienza acquisita con il Transit, si sviluppa l’idea di utilizzare misure di tempo per calcolare la distanza tra satellite trasmettitore e stazione ricevente utilizzando orologi molto stabili ed accurati nella misura del tempo. Nasce, così nel 1973, il sistema GPS (Global Positioning System) dichiarato operativo nel Dicembre 1993 da parte del DoD e reso disponibile al DoT (Department of Transportation – USA) per gli usi civili. Esso fornisce la posizione tridimensionale dei mobili e la loro velocità, nonché le possibilità di sincronizzare le scale universali di tempo UTC (Universal Time Coordinate) con copertura mondiale. Il sistema GPS, noto anche come NAVSTAR (Navigation System with Time and Ranging), costituisce così un sistema satellitare di navigazione globale, continuo e tridimensionale destinato a sostituire non soltanto il sistema satellitare NNSS – Transit, ma anche quelli di radionavigazione LORAN C ed OMEGA limitati nella copertura e nelle prestazioni in termini di precisione. Il sistema GPS è costituito da tre segmenti: • spaziale (space segment), • terrestre (control segment); 176 • utilizzatori (users receiver). Il segmento spaziale è costituito dai satelliti della costellazione; il segmento terreste è rappresentato dal complesso delle stazioni a terra per il loro inseguimento, definizione dell’orbita ed il caricamento (uploads) dei parametri orbitali; i ricevitori satellitari effettuano le misure di distanza dei satelliti visibili e calcolano la loro posizione tridimensionale. La copertura globale, accompagnata da una notevole flessibilità di impiego, rendono il sistema un elemento potente, innovativo e veramente rivoluzionario in grado di soddisfare le esigenze più diversificate. 5.1.1 – Il segmento spaziale e la costellazione GPS La costellazione GPS è costituita da 21 + 3 satelliti (v. figura 1) sistemati in 6 piani orbitali a gruppi di 4; ogni orbita e inclinata di 55° sull’equatore (alcuni satelliti sono disposti su orbita inclinata di 65°). I satelliti sono in orbite ellittiche poco eccentriche ad un’altitudine media di 20200 Km (26600 km dal centro della Terra). A questa distanza il periodo di rivoluzione è di 12h circa e per un osservatore terrestre un qualunque satellite è visibile per circa 5 delle 12 ore. Alle varie ore del giorno ed alle varie località, il numero dei satelliti, contemporaneamente sopra 1’orizzonte, può variare tra un minimo di 4 ad un massimo di 10. La scelta dei suddetti parametri orbitali implica, dunque, che in condizioni operative almeno 4 satelliti sono simultaneamente visibili, ad ogni istante, da un punto qualsiasi della superficie terrestre e con elevazioni maggiori di 5° sull’orizzonte. Questa proprietà permette la navigazione tridimensionale (latitudine, longitudine e quota rispetto ad un ellissoide di riferimento: WGS-84) e la sincronizzazione a UTC. La copertura fornita da questa costellazione non è in ogni caso perfetta. Vi sono aree geografiche, non molto estese, in cui per brevi periodi della giornata, quando sono disponibili soltanto 4 satelliti, la loro configurazione geometrica fornisce precisioni nel posizionamento di gran lunga peggiori di quelli usuali; fortunatamente tali circostanze sono di breve durata e non superano comunque i 10 minuti; tuttavia per meglio fronteggiare questi inconvenienti, unitamente al problema dell’integrità del sistema, è stata avanzata, e solo recentemente approvata, la richiesta di portare il numero della futura costellazione ad un numero superiore a 24 satelliti. Alla fine del 177 Dicembre 1993 la costellazione satellitare GPS è stata completata con 24 satelliti. Figura 5.1 – Configurazione della costellazione GPS Figura 5.2 – Esempio di distribuzione dei satelliti sui piani orbitali 178 Tabella 5.1 – Parametri approssimati del satellite GPS Sei piani – Nodi ascendenti equidistanti di α=60° Piani orbitali rcs = 26561.75 km ( semiassemaggiore ) Raggio orbitale µ = 3.8704 km / s rcs3 Velocità orbitale media V= Eccentricità Quasi nulla; Velocità angolare media n = 1.454 10 −4 rad / s , n = 0.52344 rad / s Moto medio n = 29.9909 °/s Periodo(*) 12 h di tempo sidereo Inclinazione i ≈ 55° e ≤ 0.02 (*) Il periodo di un orbita espresso in secondi di tempo medio è dato dalla relazione a3 T p = 2π con a il semiasse maggiore dell’orbita e µ la costante gravitazionale per la Terra µ 3 ( µ = 3.986005 1014 m 3 / s 2 ) . Per un periodo di 12 h si ottiene un semiasse maggiore di 26571.75 km che tiene anche conto della non sfericità della Terra Re = 6378.1363 km e µ = 3.986004415 1014 m 3 / s 2 . 3 5.1.2 - Il satellite GPS Sono state pianificate tre generazioni di satelliti GPS denominate BLOCK I, BLOCK II e BLOCK III. Undici satelliti del BLOCK I (detti anche “Prototipi” o “di sviluppo”) furono costruiti e lanciati tra il 1978 ed il 1985. Di essi soltanto sette sono attualmente funzionanti. I satelliti previsti per il BLOCK Il sono 28 e vengono anche detti OPERATIVI. La loro costruzione è praticamente conclusa da tempo. Il completamento della costellazione ha segnato l’inizio dell’era operativa GPS (Dicembre 1993). 179 a) - SATELLITI GPS – BLOCK I N. NTS2 I-1 I-2 I-3 I-4 I-5 I-6 I-7 I-8 I-9 I-10 I-11 • • SVN --- PRN --- Lancio Giu. 77 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 (4) (7) (6) (8) (5) (9) --11 13 12 3 Feb. 78 Mag. 78 Ott. 78 Dic. 78 Feb. 80 Apr. 80 Dic. 81 Lug. 83 Giu. 84 Set. 84 Ott. 85 Piano Clock C-1 A-1 C-4 Rb Rb Rb Status Cattivo funzionamento dopo 7/8 mesi Non utilizzabile Non utilizzabile Non utilizzabile dopo Mag. 92 Non utilizzabile Non utilizzabile Non utilizzabile dopo Apr. 91 Esploso durante il lancio Non utilizzabile dopo Mag. 93 Mal funzionante Ultimo orologio Mal funzionante “SV Number” è riferito al numero del veicolo spaziale mentre il “PRN Number” fa riferimento al codice; Clock: sta ad indicare il tipo di orologio a disposizione; Cs = Cesio Rb= Rubidio; Figura 5.3.a -- La costellazione GPS ed il satellite GPS del Block I 180 b) SATELLITI GPS – BLOCK II N. I-1 I-2 I-3 I-4 I-5 I-6 I-7 I-8 I-9 SVN 14 13 16 19 17 18 20 21 15 PRN 14 2 (6) 19 17 18 20 21 15 Lancio Feb. 89 Giu. 89 Ago. 89 Ott. 89 Dic. 89 Gen. 90 Mar. 90 Ago. 90 Ott. 90 Orbita E1 B3 E3 A4 D3 F3 B2 E2 D2 Clock Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Figura 5.3.b – Satellite GPS del blocco II Il BLOCK III di satelliti è progettato per sostituire la generazione del BLOCK II alla fine degli anni novanta. Alcuni satelliti del BLOCK II sono più pesanti di quelli a peso standard (845 Kg) perché del payload farà parte il modulo NUDET (Nuclear Detection); la lifetime di esercizio è stimata di 7.5 anni; su tutti i satelliti del BLOCK II è attivabile la SA (Selective Availability). Alcune delle caratteristiche funzionali fondamentali di un satellite GPS sono le seguenti: • ricevere ed immagazzinare 1’informazione trasmessa dal segmento 181 • • • • di controllo, cioè dagli operatori del sistema; effettuare elaborazioni a bordo per mezzo di un proprio microprocessore; conservare il tempo ad elevata precisione mediante un banco oscillatori (2 al cesio e 2 al rubidio) installati a bordo del satellite; trasmettere l’informazione all’utente mediante vari segnali; manovrare per mezzo di ”thrusters” controllati dagli operatori del sistema. c) - SATELLITI GPS – BLOCK IIA N. I-10 I-11 I-12 I-13 I-14 I-15 I-16 I-17 I-18 I-19 I-24 I-20 I-21 I-22 I-23 I-24I-25 I-26 I_27 I-28 SVN 23 24 25 28 26 27 32 29 22 31 36 37 39 35 34 36 33 40 30 38 PRN 23 24 25 28 26 27 1 29 22 31 6 7 9 5 4 6 3 10 30 08 Lancio Nov. 90 Lug. 91 Feb. 92 Apr. 92 Lug. 92 Ott. 92 Nov. 92 Dic. 92 Feb. 93 Mar. 93 Mar. 93 Mag. 93 Giu. 93 Ago. 93 Ott. 93 Mar.94 Mar.96 Lug.96 Set.96 Nov.97 Orbita E4 D1 A2 C2 F2 A3 F1 F4 B1 C3 C1 C4 A1 B4 D4 C1 C2 E3 B2 A3 Clock Cs Rb Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Rb Cs Cs Cs Cs Cs Cs Cs Rb Rb • L’attuale costellazione GPS consiste di 23 satelliti del Blocco II/IIA ed 6 del blocco IIR; • L’Antispoofing (AS) è stato attivato il 31/1/1994 sui satelliti del BLOCK II; • I veicoli del BLOCK II/IIA sono stati progettati per durare circa 7,5 anni con una vita media di circa 6 anni; 182 Figura 5.3.c – Satellite GPS del blocco IIA Tutte le attività dei satelliti vengono alimentate da batterie caricate da pannelli solari coprenti un’area di 7.25 m3 quando completamente spiegati. Il DoD ha successivamente programmato e lanciato ulteriori satelliti del BLOCK IIA per formare una costellazione di 28 satelliti. Alla fine del 1997 la costellazione GPS costituita dai satelliti del BLOCCO II e BLOCCO IIA è stata completata. Il DoD, in seguito, ha programmato la sostituzione dei satelliti del blocco II e IIA con una nuova generazione di satelliti nota come BLOCK IIR individuati dai PNR 41-60. Alla data del 2003 sono stati lanciati 7 satelliti della nuova generazione. In questi satelliti sono sistemati tre orologi atomici (due al Rubidio ed uno al cesio) che generano il segnale GPS. Essi trasmettono sulla banda L tre frequenze: L2 = 1227.60 , L3 = 1381.05 , L1 = 1575.42 MHz (5.1) Le frequenze L1 e L2 sono utilizzati per la trasmissione del messaggio di navigazione mentre la L3 per il controllo atomico degli orologi. Questi satelliti sono progettati e realizzati per operare per almeno 10 anni ed una 183 autonomia di 4 anni di vita senza alcun intervento da parte del sistema di controllo. d) - SATELLITI GPS – BLOCK IIR N. I-29 I-30 I-31 I-32 I-33 I-34 I-35 SVN 43 46 51 44 41 54 56 PRN 13 11 20 28 14 18 16 Lancio Lug. 97 Ott. 99 Mag. 00 Lug. 00 Nov. 00 Gen. 01 Gen. 03 Orbita F3 D2 E1 B5 F1 E4 --- Clock Rb Rb Rb Rb Rb Rb Rb • I satelliti del BLOCK IIR sono progettati per durare almeno 10 anni con una autonomia di 4 anni. Figura 5.3.d – Satellite GPS del blocco IIR 5.1.3 - Il segnale GPS Ogni satellite GPS trasmette un segnale di navigazione per mezzo di due frequenze portanti nella banda L (L1, L2). Le due portanti sono generate da 184 un banco di oscillatori di cui è equipaggiato ciascun satellite con una frequenza fondamentale f 0 = 10.23 MHz (v. fig. 5.7). Le due portanti sono modulate con una sequenza BPSK (Binary Phase Shift Keying) dal codice P e/o C/A e dal codice D che porta il messaggio di navigazione . Il codice P (Protetto o Preciso), a larga banda (10.23MHz), è presente su entrambi le portanti per ridurre gli effetti di propagazione ionosferica. Il codice C/A (Clear Access o Coarse Aquisition), a banda stretta (1.023MHz), è presente solo sulla frequenza L1,. La non presenza di questo codice sulla portante L2, ovviamente, è intenzionale ed è una limitazione dell’accuratezza della posizione impostata dal DoD per gli usi civili di questo sistema. Il codice D fornisce l’informazione di navigazione (offset dei satelliti, le loro effemeridi, ecc. ). La forma finale del segnale GPS, trasmesso dal satellite, può scriversi nel seguente modo: S L1i = Ap XPi (t )Di (t ) cos(ω1t + Φ ) + Ae XG i (t )D i (t ) sen (ω1t + Φ ) (5.2) dove ω 1 è la pulsazione della frequenza L1, Φ rappresenta una piccola fase legata al rumore e alla deriva dell’oscillatore; per la portante L2 si ha: S L1i = B p XPi (t )D i (t ) cos (ω 2t + Φ ) (5.3) dove Bp rappresenta l’ampiezza del segnale e XPi(t) è il codice P per l’iesimo satellite agganciato in sincronismo con la portante L1. Per generare il codice P i progettisti del sistema hanno utilizzato la tecnica dello Spread Spectrum Modulation (SSM) la cui caratteristica principale è quella di mescolare il segnale con il rumore bianco. Questa tecnica usa una banda passante molto ampia rispetto a quella strettamente necessaria per la trasmissione del segnale. Il segnale e trattato come pseudo rumore e risulta difficile decodificarlo per quei ricevitori che non conoscono il codice di decodifica. Questa tecnica e utilizzata nella trasmissione per: • Combattere o eliminare gli effetti dannosi prodotti dall’interferenza prodotta dall’azione di compressione, dall’interferenza derivante da altri utenti presenti nel canale e dall’auto interferenza prodotta dal 185 multipath; • Nascondere il segnale trasmettendolo a bassa potenza, e rendendo così difficile, agli utenti non autorizzati, la sua decodifica; • Raggiungere l’utente autorizzato anche alla presenza d’altri ascoltatori; • Ottenere misure accurate di distanza e di velocità. Figura 5.7 – Generazione delle frequenze L 1, L2; schema a blocchi II codice P, non è affatto un codice di rumore; esso è una sequenza pseudo random (±1) data da XPi (t ) con una frequenza di 10.23 Mbps e con un periodo esatto di una settimana. Ogni satellite Si trasmette un suo codice definito dal prodotto dei due seguenti pseudo codici ( 2PN ): X 1 (t ) e X 2 (t + niT ) (5.4) dove X 1 (t ) ha un periodo di 1.5 sec. ovvero 15 345 000 chips e X 2 (t + niT ) ha un periodo di 15 345 037 chips ovvero 37 chips più grande rispetto al precedente. Entrambe le sequenze sono aggiornate (resettate) all’inizio della settimana con lo stesso istante di riferimento (epoch time). Sia X 2 (t ) che X 2 (t + niT ) si ripetono con la frequenza di yT = 10.23 Mbps. Cosicché, il codice P è generato dal prodotto di codici ed ha la forma seguente: 186 XPi (t ) = X 1 (t ) X 2 (t + n iT ) 0 ≤ nt ≤ 36 (5.5) dove il ritardo tra X 1 (t ) e X 2 (t ) è ni intervalli codificati di T secondi per ogni satellite; ogni satellite ha un unico offset niT, che rende anche unico il codice P. La differenza di 37 chips fra X 1 (t ) e X 2 (t ) consente al valore di ni di essere compreso fra 0 e 36 senza alterare il significato del codice P di un satellite rispetto ad un altro; si possono, allora, avere 37 differenti codici P ed una larghissima banda. Il codice C/A è generato con la stessa tecnica, soltanto che esso ha una banda più stretta (1.023 MHz) rispetto a quella del codice P. Il codice C/A si ripete ogni millisecondo (10-3): XGi (t ) = G1 (t )G2 [t + ni (10T )] Figura 5.8 – Processo di modulazione PRN 187 (5.7) La differenza nel periodo tra G1(t) e G2(t) è di 1023 bits cosicché esistono 1023 differenti codici C/A. Il processo di modulazione del pseudo codice (PRN) con la portante è riportato nella figura 5.8; si può notare che la fase della portante cambia di 180° in corrispondenza del salto di livello +1, -1 legato al codice generato dal satellite. Il processo inverso lo effettua il ricevitore GPS sulla portante; le variazioni di fase determinano il codice PRN che sarà poi confrontato con quelli generati dal ricevitore GPS. Figura 5.9 - Composizione del codice C/A e codice P Il dato GPS, Di (t ) , è anch’esso di ampiezza ±1 a 50 bps ed ha una sotto struttura (sub frame) di 6 secondi ed una struttura (frame) di 30 secondi. Il format del messaggio GPS è mostrato nella seguente figura 5.10. Figura 5.10 – Struttura del messaggio GPS Il messaggio di navigazione è trattato, con più particolari, nel paragrafo 5.6. 188 5.2 - TIPI DI MISURE E LE EQUAZIONI DI OSSERVAZIONE Un ricevitore GPS può fondamentalmente effettuare due tipi di misure: la misura di pseudo-range (pseudo distanza) e la misura di fase, a seconda se vengono utilizzati i codici, oppure il segnale della portante. 5.2.1 - La misura di pseudo range La misura di pseudo-range è la più semplice da visualizzare geometricamente giacché essa, in effetti, costituisce una misura di distanza (range) affetta dagli errori degli orologi. La misura di pseudo-range è lo spostamento (shift) di tempo necessario per allineare una replica del codice generata nel ricevitore con quello ricevuto dal satellite moltiplicato per la velocità c della luce. Idealmente detto shift rappresenta la differenza tra il tempo di ricezione del segnale (misurato nel riferimento temporale del ricevitore) e quello di emissione (misurato nel riferimento temporale del satellite). Poiché i due riferimenti di tempo sono differenti, s’introduce un errore sistematico nelle misure dei ritardi di tempo che saranno per questo motivo, riferiti a pseudo-range. Si può allora affermare che la misura di pseudo-range è dunque il ritardo che deve essere aggiunto alle epoche nell’orologio del ricevitore per mantenere allineati (correlati) la replica del codice generato e quello ricevuto. Il ricevitore effettua una operazione di matching (centratura del segnale) tra il segnale GPS ricevuto e quello generato dal suo software. Questa operazione è espressa dalla seguente relazione: R(τ ) = 1 T ∫ S (t )S (t + τ )dt T 0 (5.8) dove S(t) è il segnale ricevuto, S (t + τ ) il segnale generato dal ricevitore e T il periodo scelto. La funzione di auto correlazione assume il valore unitario quando c’è una perfetta sovrapposizione fra i due segnali ed avviene l’agganciamento (lock on) dei due segnali con τ intervallo di correlazione. Questo processo matematico fra i due segnali è illustrato nella seguente figura 5.11. 189 Figura 5.11 – Processo di matching – Auto correlazione dei segnali 1 T 1 N X ( t ) X ( t + τ ) dt = ∑ X i ∗ X i+τ T ∫0 N i=1 1 N 1 (− 1)(− 1) + (1)(− 1) + (− 1)(1) + (− 1)(1) + (− 1)(− 1) + (1)(1) + X i X i+ 0 = = ∑ 10 i=1 10 (1)(− 1) + (− 1)(− 1) + (1)(1) + (− 1)(1) 1 = {+ 1 − 1 − 1 − 1 + 1 + 1 − 1 + 1 + 1 − 1} = 0 10 In questo caso, (τ = 0) , non avviene l’aggancio (lock on) dei due segnali ed il ricevitore non riceve il satellite; l’aggancio della sequenza dei due segnali avviene per τ = 3 , come si può facilmente vedere nella figura 5.12. Figura 5.12 – Processo di matching – Aggancio dei due segnali (lock on) 190 1 N 1 (− 1)(− 1) + (− 1)(− 1) + (1)(1) + (1)(1) + (− 1)(− 1) + (1)(1) + X i X i+ 3 = = ∑ 10 i=1 10 − (1)(− 1) + (− 1)(− 1) + (1)(1) + (1)(1) 1 = {+ 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1} = 1 10 L’intervallo di auto correlazione rappresenta il tempo necessario al segnale GPS per raggiungere il ricevitore (tempo di propagazione); da detto intervallo si calcola la distanza fra satellite e ricevitore: pseudorang e = c ⋅τ ⋅ lunghezza chip (5.9) Rimane il problema di scegliere T. T è scelto uguale al periodo della forma d’onda (per il codice C/A è un millisecondo) per il quale la funzione di auto correlazione è vera; per altri valori la funzione è falsa. Il codice C/A, come già detto, si ripete ogni millisecondo, perciò la misura di pseudorange avrà un’ambiguità di 300 km. Questo problema è risolto dando al ricevitore la posizione stimata. Dato che l’ambiguità è molto grande, l’accuratezza della posizione stimata è ovviamente molto bassa; di solito quest’ambiguità non esiste ma l’esperienza degli autori consiglia, quando si usa per la prima volta il ricevitore, di inserire nel ricevitore la posizione stimata. Per il codice P non è possibile usare la stessa tecnica perché, come già detto, il segnale si ripete ogni settimana. Il ricevitore utilizza la procedura di “lock on” del codice C/A per decodificare il messaggio di navigazione e usa la parola “handover” di sincronizzazione, contenuta nel messaggio, per passare dalla misura di pseudorange del codice C/A a quella del codice P. Il ricevitore GPS utilizza questo tipo di misura per eseguire il posizionamento in tempo reale. L’osservazione simultanea di quattro satelliti consentirà di determinare la posizione tridimensionale del ricevitore e l’errore dell’orologio, ad una data epoca. La precisione con la quale può essere mantenuto il picco di correlazione (e quindi la precisione con la quale può essere fatta una misura di pseudo-range) secondo una regola pratica viene stimata essere l’1% del periodo tra le epoche di due codici successivi. Per il codice P due epoche successive sono separate da 0.1µS , pertanto la precisione nella misura sarà di un nanosecondo (10-9) e conseguentemente una precisione nella misura della distanza di 30 cm. Per il codice C/A le precisioni sono inferiori esattamente di un decimo, pertanto la precisione nella misura delle distanze è di 3 m. 191 5.3 – L’equazione osservazionale della pseudo-range Sia δτ la differenza tra il tempo T di ricezione (nel riferimento temporale del ricevitore) ed il tempo t di trasmissione (nel riferimento temporale del satellite). Per procedere ad una sincronizzazione matematica (essendo praticamente impossibile una sincronizzazione fisica) fra le due scale di tempo, in modo da valutare i due eventi relativamente allo stesso riferimento temporale, sarà necessario introdurre una terza scala di tempo, normalmente definita dal tempo GPS del sistema (v. figura 5.13). Si potrà scrivere allora: δτ = T τ − tτ a (5.10) b aggiungendo ± [τ b − τ a ] si avrà: [ ] [ δτ = (τ b − τ a ) + τ a − tτ a − τ b − tτ b ] (5.11) I termini che figurano nella presente relazione sono riportati graficamente in figura 5.13. Figura 5.13 – Scala dei tempi Il primo termine rappresenta idealmente il tempo impiegato dal segnale per percorrere la distanza satellite-ricevitore e che moltiplicato per la velocità della luce nel vuoto c = 299792458 m/s definisce la pseudo distanza vera; il secondo ed il terzo termine rappresentano gli offset rispettivamente dell’orologio del satellite δ t e di quello del ricevitore δ T rispetto al tempo di riferimento GPS. Prendendo poi in considerazione i ritardi ionosferici δρion e troposferici δρtrop l’equazione precedente assume una forma 192 completa che permette di calcolare la pseudo-range: ρ mis. = cδτ = ρ + c(δ t − δ T ) + δρion + δρtrop (5.12) Ora se con r si indica il vettore posizione del satellite e con R il vettore posizione del ricevitore, come disegnato in figura 5.14, allora si avrà: ρ mis. = r − R + δρ (5.13) Nella quale essendo r generalmente non perfettamente noto, si è aggiunto il termine δρ proprio per tenere conto degli errori orbitali. Figura 5.14 – Triangolo vettoriale della misura pseudorange Sostituendo infine la (5.13) nella (5.12) l’equazione di osservazione diventa: ρ = r − R + c (δ t − δ T ) + δρion + δρtrop + δρ (5.14) Essa è nella forma E = f (R, r , v ) dove v sta ad indicare un vettore di termini che possono essere trattati come bias. Infine vanno considerati gli effetti dovuti al rumore della misura ed alle influenze non modellate, considerate entrambe casuali ed inclusi nel modello aggiungendo un termine residuo al secondo membro dell’equazione. 193 5.4 - Misure di fase La misura di fase è la differenza tra la fase del segnale della portante (shiftata dal Doppler) proveniente dal satellite e la fase di un segnale di frequenza, normalmente costante, generato nel ricevitore. Questa misura può essere realizzata ricostruendo il segnale della portante dopo aver rimosso i codici dal segnale in arrivo, o per correlazione con i codici, oppure quadrando (squaring) il segnale ovvero moltiplicando il segnale ricevuto per se stesso, ottenendo in tal caso una seconda armonica della portante priva della modulazione di codici. Poiché la lunghezza d’onda della portante è molto più corta di quella di entrambi i codici, la precisione della misura di fase per battimento della portante è di gran lunga più elevata di quella dello pseudo-range. Per la portante L1 la λ è di circa 20 cm, la misura di fase può essere realizzata con precisione stimata l’1% della lunghezza di lavoro; ne segue una precisione di soli 2 mm nella misura di range. Per contro, come per tutti i sistemi a confronto di fase, sorge il problema dell’ambiguità del ciclo di misura ovvero, la esigenza di conoscere il numero iniziale dei cicli interi della portante tra satellite e ricevitore congiuntamente al mantenimento del loro conteggio al variare della distanza Ricevitore-Satellite. Ogni ricevitore, per il verificarsi di varie circostanze, fra le quali principalmente la prevalenza del rumore sul segnale e la possibilità che l’antenna sia schermata, può perdere l’aggancio (cycle slip) e quindi il conteggio dei cicli interi. In molti casi, una diligente post-elaborazione consente sia la individuazione dei cycle slip che la loro eliminazione. Tuttavia è proprio la possibile perdita di aggancio a limitare l’uso della misura di fase per le applicazioni del GPS in tempo reale ed in modalità cinematica. 5.4.1 – L’equazione dell osservabile fase Sia Φ (t ) una funzione periodica che esprime il valore della fase di un segnale di frequenza f; all’istante (t + ∆t ) il valore della fase è: & (t )∆t + 1 Φ && (t )∆t 2 + K Φ (t + ∆t ) = Φ (t ) + Φ 2 (5.15) && (t ) è dove Φ& (t ) la velocità di fase uguale alla frequenza f mentre Φ 194 l’accelerazione di fase che rappresenta lo shift di frequenza f& . Con queste considerazioni la (5.15) si scrive: Φ (t + ∆t ) = Φ(t ) + f ⋅ ∆t + 1 & f ⋅ ∆t 2 + K 2 (5.16) Nel GPS l’oscillatore è molto stabile per cui il termine di secondo ordine può essere ignorato; la (5.16), allora, si scrive nel seguente modo: Φ (t + ∆t ) = Φ(t ) + f ⋅ ∆t + K (5.17) Se con Φ (t ) indichiamo la fase del segnale che il satellite trasmette all’istante t e con Φ (T ) la fase del segnale della stessa portante ricevuta dal ricevitore all’istante T, allora, la differenza di fase è: ∆Φ = Φ (T ) − Φ (t ) (5.18) Sostituendo la (5.17) nella (5.18) si ha: ∆Φ = Φ (T ) − Φ (t ) = f ⋅ ∆t (5.19) dove ∆t = T − t è il tempo di propagazione necessario al segnale per arrivare al ricevitore. Considerando poi che la relazione fondamentale tra i tempi trasmessi e quelli ricevuti congiuntamente agli effetti ionosferici e troposferici è: ∆t = ρ + δρion + δρtrop c + ∆T − δ t (5.20) si ha: ∆Φ = f f + ρ + f ⋅ (δ T − δ t ) + (δρion + δρtrop ) c c (5.21) Nella (5.21) i simboli sono di significato ben noto; inoltre, nella (5.21) non sono stati presi in considerazione gli effetti prodotti dall’effetto Doppler e la deriva degli orologi atomici satellitari. 195 5.5 – Combinazioni lineari delle osservazioni Le equazioni osservazionali di pseudo-range e dell’osservabile fase possono essere utilizzate per generare delle loro combinazioni lineari. I dati GPS possono essere usati sia per il posizionamento assoluto che per quello relativo. Naturalmente, a causa delle incertezze nella posizione del satellite, del comportamento degli orologi e dei ritardi di propagazione, il posizionamento assoluto sarà ottenuto con precisioni di alcuni metri. Per la maggior parte delle esigenze delle applicazioni geodetiche e geodinamiche, si renderà necessario usare il GPS in modo differenziale o relativo. Nell’uso relativo, considerata la correlazione esistente tra gli errori presenti (dovuti agli orologi, effemeridi, propagazione atmosferica, ecc.) nelle misure effettuate in diverse stazioni che simultaneamente osservano lo stesso numero di satelliti, lo scopo del processo differenziale è giusto quello di trarre il massimo vantaggio dalle dette correlazioni al fine di migliorare la precisione delle posizioni relative. Il posizionamento relativo si realizza dunque differenziando fra loro le misure di fase di pseudo-range, in tal modo gli effetti dei vari errori comuni alle misure saranno o rimossi oppure notevolmente ridotti. Le combinazioni lineari possibili delle equazioni di osservazione possono essere realizzate nella forma di differenze singole, doppie e triple e possono essere raggruppate secondo il seguente schema: S1 – Differenze singole per epoche S2 – Differenze singole fra ricevitori S3 – Differenze singole fra satelliti (v. fig. 5.15) D1 – Doppie differenze ricevitore – tempo D2 – Doppie differenze ricevitore – satellite (v. fig. 5.16) T1 – Triple differenze ricevitore – satellite – tempo (v. fig. 5.17) Delle differenze singole la più comunemente utilizzata è quella tra misure simultanee di fase (o pseudo-range) tra un satellite e due stazioni di osservazione (S2). Questo metodo elimina gli effetti dei bias e delle instabilità nell’orologio del satellite. 196 Figura 5.15 – Combinazioni lineari delle misure GPS – due ricevitori osservano nello stesso istante un satellite ϕ kS ( t ) = ϕ k ( t )ϕ S (t ) + N kS (t ) + I k ,ϕ + f S Tk (t ) + c + d k ,ϕ ( t ) + d kS,ϕ (t ) + dϕS ( t ) + ε ϕ I ( errore ionosferic o) , T (errore troposfer ico) N (ambiguità di fase) d ( errori hardware ricevitore - satellite) ε (errore casuale sulla misura di fase) La differenza singola elimina i seguenti errori : • errore sull'Offset; • errore dell'hardware; • errore sulla posizione. Delle doppie differenze quella utilizzata nei problemi di survey geodetici è la differenza di due differenze singole del tipo S2 e relativa a due differenti satelliti alla stessa epoca. 197 Figura 5.16 - Differenza doppia – Due ricevitori osservano simultaneamente due satelliti nello stesso istante ed in epoche differenti. Questo metodo elimina entrambi gli effetti delle instabilità degli orologi dei satelliti e dei ricevitori; per impiego su brevi distanze, vengono anche fortemente ridotti gli effetti derivanti dagli errori non modellati nella rifrazione atmosferica, posto che le stazioni operino nelle stesse condizioni atmosferiche. Applicando queste differenze sulle serie rimane: • ulteriore riduzione degli errori Offset dei satelliti ; • offset dei clock dei ricevitori. La differenza tripla, infine, è la differenza di due doppie differenze relative alla stessa configurazione ricevitori- satelliti ma ad epoche differenti (T1). Il metodo elimina l’ambiguità di fase, ma produce effetti indesiderati nel trattamento dei dati tali da sconsigliarne l’uso. Nella pratica è preferibile risolvere il problema dell’eventuale ambiguità per altra via, ed utilizzare come osservabile la doppia differenza ( D2) precedentemente descritta. 198 Figura 5.17 – Differenza Tripla - Eliminazione degli errori: due satelliti, due ricevitori e due epoche successive. Dopo l’applicazione delle differenze triple si riduce: • l'errore di multipath nei due ricevitori; • l'ambiguità di fase (cycle slip). 5.6. – La posizione del satellite GPS 5.6.1 - Il segmento di controllo. Un sistema di posizionamento per mezzo di satelliti poggia fondamentalmente sulle conoscenze del vettore che individua il satellite r(t) e ciò comporta la conoscenza delle sue effemeridi. Il compito di determinare e predire, nel tempo, le effemeridi è demandato agli operatori del sistema satellitare ovvero al segmento di controllo; chiamato anche operations segment, esso è costituito da 5 stazioni situate pressoché uniformemente intorno al globo e precisamente nelle seguenti località (v. tabella II): Hawaii, Colorado Springs, Ascension, Diego Garcia e Kwajalein; esse svolgono varie funzioni. Dette stazioni sono anche stazioni monitor, nel senso che inseguono, con continuità, tutti i satelliti in vista raccogliendo dati di distanza, degli orologi atomici di bordo di ciascun satellite e dati meteorologici. Il tracking è realizzato per mezzo di ricevitori a 2 frequenze dotati di oscillatori al cesio. I dati meteo vengono raccolti per 199 consentire una più accurata stima dei ritardi troposferici. Le posizioni delle stazioni monitor sono note con estrema precisione. Tabella 5.2 - Posizione delle stazioni tracking del segmento di controllo (posizione approssimata) Località Hawaii Colorado Springs (Master Control Station) Ascension Island Diego Garcia Kwajalein Latitudine 21° N 39° N longitudine 158° W 105° W 8° S 7° S 9° N 14° W 72° E 168° E La stazione di Colorado Spring (USA) è anche stazione di controllo principale (MCS - Master Control Station). Sulla base dei dati ricevuti dalle altre stazioni monitor la MCS è in grado di elaborare sia l’orbita precisa trascorsa che l’orbita futura nonché le eventuali correzioni per la deriva degli orologi. Alla stazione principale e anche affidato il compito di controllare le correzioni orbitali qualora un satellite si allontana troppo dall’orbita assegnata. La MCS sarà anche responsabile di attivare le necessarie manovre per la sostituzione di un satellite dichiarato inefficiente, con uno di riserva. Figura 5.19 – Segmento di controllo- Trazioni Tracking 200 Una volta costruito il messaggio di navigazione esso viene inviato alle tre stazioni di carico e precisamente alle stazioni di controllo di Ascension, Diego Garcia e Kwajalein. Le stazioni di carico dotate di grandi antenne paraboliche (Ground Antenna) del diametro di 10 metri circa, trasmettono al satellite il messaggio ricevuto comprendente le nuove effemeridi aggiornate, le correzioni degli orologi ed altri dati del messaggio. Il carico viene realizzato ogni 8 ore sulla frequenza portante in banda S ( λ = 16 cm) e velocità di 50 bps. Figura 5.20 – Il sistema GPS: Segmento di Controllo, il Segmento Spaziale e il Segmento Utenti 5.6.2 - Calcolo delle coordinate geocentriche. Il sistema di coordinate terrestre istantaneo è così definito: origine nel centro di gravità G, l’asse Z coincidente con l’asse vero istantaneo di rotazione terrestre, l’asse X è l’intersezione del piano perpendicolare all’asse Z e del piano contenente il meridiano di Greenwich. L’asse Y è 201 scelto in modo che il sistema sia destrorso (v. figura. 5.21). Figura 5.21 – Geometria orbitale Le effemeridi trasmesse BE (Broadcast Ephemeris) del satellite GPS mediante il messaggio di navigazione sono di tipo kepleriano. Esse sono costituite da 16 parametri aventi validità 1 ora e vengono aggiornate ogni ora. Si elencano qui di seguito i parametri con i relativi significati: week toe Mo ∆n e a io ω i& & Ω settimana GPS a partire dall’Epoca GPS (5/1/1980) tempo di riferimento delle effemeridi anomalia media all’istante toe correzione al moto medio calcolato no eccentricità dell’orbita radice quadrata del semiasse maggiore inclinazione a toe argomento del perigeo velocità angolare dell’inclinazione al tempo toe velocità angolare dell’ascensione retta all’istante toe 202 Il tempo effemeridi toe è espresso in secondi a partire dalle 00 00 00 della settimana GPS. I coefficienti Cuc , Cus , Cic , Cis , Crc , Crs rappresentano dei termini moltiplicativi delle armoniche coseno e seno dei termini all’argomento di latitudine u, inclinazione i e raggio vettore r. I parametri kepleriani definiscono un’orbita ellittica perturbata al tempo toe. La posizione del satellite è una funzione del tempo a partire da toe . I termini ∆n, i&, Ω& ed i sei coefficienti Cuc , Cus , Cic , Cis , Crc , Crs , tengono conto delle perturbazioni e permettono di determinare l’effettiva orbita del satellite. Noti dunque dal messaggio i parametri orbitali ed i corrispondenti termini di perturbazione e note le costanti: GM = µ costante gravitazionale terrestre (3.968008 10 m /s ) WGS 84 ω& 0 velocità angolare media terrestre (7.292115147 rad/s) WGS 84 14 3 2 Dalla conoscenza del tempo di riferimento toe, il calcolo delle coordinate del satellite all’istante t di osservazione, procede secondo il seguente schema: a) Calcolo dell’intervallo di tempo trascorso da toe: ∆t = t oss − t oe = t k (5.23) b) Calcolo del moto medio e dell’anomalia media all’istante tk: nk = n0 + ∆n ⋅ t k con n0 = M k = M 0 + nk ⋅ t k µ a3 (5.24) c) Calcolo dell’anomalia eccentrica: l’equazione di Keplero Ek = M k + e sen Ek (5.25) viene risolta con il seguente polinomio interpolante: E j+1 = E j − F (E j ) E − e sen E j − M j = Ej − j F ′(E j ) 1 + e sen E j con F (E j ) = E j − e sen E j − M j d) Calcolo dell’anomalia vera: 203 (5.26) tan vk 1+ e E = tan k 2 1− e 2 (5.27) Questa relazione va preferita ad altre perché risolve l’ambiguità del quadrante; il segno dell’anomalia vera è sempre uguale a quello dell’anomalia eccentrica. e) Calcolo degli argomenti: uk rk ik λk = ω + v k + Cuc cos 2(ω + v k ) + Cussen 2(ω + vk ) = a(1 − e cos E k ) + C rc cos 2(ω + v k ) + Crs sen 2(ω + v k ) = i to e + i& ⋅ t k + Cic cos 2(ω + v k ) + Cissen 2(ω + vk ) & − ωe )t k − ω e t k = Ω 0 + (Ω (5.28) f) Calcolo delle coordinate cartesiane nel sistema di riferimento orbitale GX EYE Z E così definito: l’origine è il baricentro G; il piano fondamentale è quello individuato dal piano orbitale con l’asse Z E ad esso perpendicolare; l’asse X E passante per il nodo ascendente e l’asse YE è scelto in modo che la terna risulti levogira. In questo riferimento la posizione del satellite all’istante t k è: X E = rk cos u k YE = rk sen u k ZE = 0 (5.29) g) Dovendo esprimere la posizione del satellite rispetto al sistema di coordinate terrestri ECEF (Earth-Centered Earth-Fixed), il sistema orbitale dovrà subire due rotazioni; una prima rotazione, attorno all’asse GX E dell’angolo i k permetterà di ricavare le coordinate del satellite rispetto al piano equatoriale terrestre: XT = X E YT = YE cos i k Z T = YE sen i k (5.30) h) Una seconda rotazione intorno all’asse GZT dell’angolo λ k permetterà di trovare le coordinate equatoriali del satellite rispetto al meridiano di Greenwich; nella figura 5.22 la rotazione intorno all’asse terrestre è data da: 204 λ K = TS + Ω con T S il tempo sidereo di all’istante t K : X k = X T cos λk − YT sen λk Yk = X T senλ k + YT cosλk Z k = ZT (5.31) che possono essere scritte nella seguente forma vettoriale: X k XE Y = R (− λ )R (− i ) Y z k x k E k Z k Z E (5.32) ed in termini di raggio vettore: r (t k ) = Rz (− λ k )R x (− i k ) (5.33) Figura 5.22 - Sistema geocentrico terrestre ECEF (Earth-Centered Earth-Fixed) 205 con t k istante di riferimento temporale e Rz (− λk )Rx (− i k ) due matrici di rotazione espressa da: cos (− λk ) − sen (− λ k ) 0 Rz (− λ k ) = sen (− λk ) cos(− λk ) 0 , 0 0 1 (5.34) 0 0 1 Rx (− ik ) = 0 cos(− i k ) − sen (− i k ) 0 sen (− i k ) cos(− i k ) Figura 5.23 – Sistema di riferimento locale N-E-U (North-East-Up) 206 Tabella 5.3 – Parametri orbitali ed algoritmo di calcolo Relazione Unità di Commento misura µ k 2 (1 + m) = 3.986005 ⋅ 1014 m 3 / s 2 84 π π = 3.1415926535898 rad 7.2921151467 ⋅ 10 −5 rad / s Velocità angolare della Terra nel WGS-84 • Ωe a no a= ( A) no = 2 µ a3 Parametro gravitazionale sistema riferimento WGS- Valore standard di π km Semiasse maggiore rad / s Moto medio orbitale nel sistema GPS tk t k = t − t oe s Intervallo riferito all’epoca di riferimento n n = no + ∆n rad / s Moto medio corretto del termine di perturbazione Mk M k = M o + nt k rad Anomalia media Ek Ek = M k + e sin E k rad Anomalia eccentrica (risoluzione con metodo iterativo) νk ν 1+e E tan k = tan k 2 1−e 2 rad Anomalia vera in funzione dell’anomalia eccentrica Φ k = ν k + uk rad Argomento di latitudine Φk δuk δu k = Cus sin 2Φ k + Cuc cos 2Φ k rad Seconda armonica di pert urbazione dell’argomento u δ rk δrk = C rs sin 2Φ k + Crc cos 2Φ k rad Seconda armonica di perturbazione del raggio vettore r δ ik δik = Cis sin 2Φ k + Cic cos 2Φ k rad Seconda armonica di perturbazionedell’inclinazione dell’orbita i 207 5.6.3 – Risoluzione numerica Le coordinate numeriche di un satellite si calcolano per mezzo delle effemeridi o almanacco dei satelliti; la posizione, in post processing, si può determinare quando sono disponibili i files che contengono tutte le informazioni necessarie. Questi data-files sono normalmente forniti nel formato RINEX; elaborando tali file si possono schematizzare per ogni satellite le relative effemeridi come riportato in Tabella 5.3. I dati riportati sono riferiti al 13/01/2003 alle ore 17.59.44 di tempo GPS. Definita la posizione del satellite nel sistema di riferimento orbitale, è necessario eseguire tre rotazioni per poter esprimere le coordinate del satellite nel sistema di riferimento terrestre (ECEF). La notazione matriciale delle tre trasformazioni è: R = RZ ( u) RX (i) RZ (λ ) con le tre matrici di rotazione: cos( u k ) − sin( u k ) 0 RZ (ω ) = sin( uk ) cos(u k ) 0 0 0 1 0 0 1 R X (i ) = 0 cos( i k ) − sin (i k ) 0 sin ( i k ) cos(i k ) cos( λk ) − sin( λ k ) 0 RZ (Ω ) = sin( λk ) cos( λk ) 0 0 0 1 da tali trasformazioni è possibile ricavare le coordinate ECEF: X E xk Y = R(i )R (λ ) y k k k E Z E 0 Nella tabella 5.6 i coefficienti delle ultime quattro righe evidenziate forniscono gli elementi della matrice di misura H. 208 Tabella 5.4 – Effemeridi decodificati da un data file nel formato RINEX SVPNR week GM=mu W(terra) M(toe) radice(asse) D.Motomedio Ecc omega Cuc Cus Crc Crs Io Idot Cic Cis Ω0 Omegadot BiasClock Biasclokdot toe Toss 14 1201 3,99E+14 0,0001 2,1481 5153,6521 0,0000 0,0017 -0,9619 0,0000 0,0000 195,6875 -66,4688 0,9712 0,0000 0,0000 0,0000 -0,6800 0,0000 0,0000 0,0000 151200,0000 150000,0000 31 1201 3,99E+14 0,0001 2,0399 5153,6529 0,0000 0,0014 0,9158 0,0000 0,0000 166,4063 70,1563 0,9400 0,0000 0,0000 0,0000 2,4241 0,0000 0,0003 0,0000 151200,0000 150000,0000 11 1201 3,99E+14 0,0001 2,0196 5153,6567 0,0000 0,0018 -0,3875 0,0000 0,0000 282,1563 94,0938 0,9146 0,0000 0,0000 0,0000 -2,8475 0,0000 0,0000 0,0000 151200,0000 150000,0000 209 3 1201 3,99E+14 0,0001 2,9326 5153,7279 0,0000 0,0042 0,5200 0,0000 0,0000 172,9063 72,6563 0,9313 0,0000 0,0000 0,0000 2,4043 0,0000 0,0001 0,0000 151200,0000 150000,0000 18 1201 3,99E+14 0,0001 -0,4978 5153,7354 0,0000 0,0034 -3,0879 0,0000 0,0000 298,3750 -63,8750 0,9640 0,0000 0,0000 0,0000 -1,6761 0,0000 0,0000 0,0000 151200,0000 150000,0000 15 1201 3,99E+14 0,0001 1,4449 5153,8411 0,0000 0,0083 1,9913 0,0000 0,0000 312,8125 60,8125 0,9740 0,0000 0,0000 0,0000 2,6870 0,0000 0,0001 0,0000 151200,0000 150000,0000 Tabella 5.5 – Parametri calcolati dei satelliti DT Asse orbita MotoMedio nk Mk E0k Ek1 Anomalia Ecc. Diff.Anomalia Ecc tan(θ/2) θ rk uk ik xk yk lambdak X(I) Y(I) Z(I) XE(λ) YE(λ) ZE(λ) -1200,0000 26560129,9678 0,0001 0,0001 1,9788 1,9803 1,9803 1,9803 0,0000 1,5244 1,9805 26519497,6143 1,0186 0,9712 13911102,2319 22577975,7376 -0,5049 13911102,2319 12740705,5348 18639726,6848 18338457,7265 4421007,9218 18639726,6848 -1200,0000 26560138,2137 0,0001 0,0001 1,8719 1,8733 1,8733 1,8733 0,0000 1,3598 1,8734 26523539,7042 2,7892 0,9400 -24894027,1111 9153445,9429 2,5991 -24894027,1111 5398659,0296 7391891,0511 18532952,9362 -17475347,2238 7391891,0511 -1200,0000 26560177,3815 0,0001 0,0001 1,8527 1,8544 1,8544 1,8544 0,0000 1,3334 1,8546 26512905,2108 1,4671 0,9146 2744248,3201 26370499,4999 -2,6725 2744248,3201 16088340,1754 20894222,9881 4825920,3963 -15590897,3689 20894222,9881 210 -1200,0000 26560910,9580 0,0001 0,0001 2,7648 2,7663 2,7663 2,7663 0,0000 5,2687 2,7665 26520538,2303 3,2865 0,9312 -26242700,2083 -3828790,1226 2,5793 -26242700,2083 -2285159,4697 -3072080,7282 23420772,4041 -12056893,7965 -3072080,7282 -1200,0000 26560988,5732 0,0001 0,0001 -0,6664 -0,6685 -0,6685 -0,6685 0,0000 -0,3474 -0,6688 26617651,9350 -3,7567 0,9640 -21739293,5814 15359118,1100 -1,5011 -21739293,5814 8758612,5420 12617020,8630 7222965,5836 22296612,9099 12617020,8630 -1200,0000 26562078,0840 0,0001 0,0001 1,2759 1,2839 1,2839 1,2839 0,0000 0,7482 1,2847 26350819,3854 3,2760 0,9740 -26113138,9979 -3531239,7200 2,8619 -26113138,9979 -1984580,4693 -2920803,7115 25646282,7452 -5301204,5157 -2920803,7115 Tabella 5.6 – Coordinate cartesiane ed alto azimutali dei satelliti Φ(Lat ricevitore) λ( Long (ricevitore) h(altezza ort. ricevitore) a semiasse(WGS84) ecc2 N(grannormale) X0(Osserv.) Y0(Osserv.) Z0(Osserv.) ∆X(XE -X0) ∆Y(YE-Y0) ∆Z(ZE-Z0) X(ENU) Y(ENU) Z(ENU) distanza( ρ ) azimut(α) altezza(h) ∆X(XENU)/ρ ∆Y(YENU)/ρ ∆Ζ(ZENU)/ρ cδτ/c δτ 0,7127 0,7129 0,7129 0,7129 0,7129 0,7129 0,2490 0,2490 0,2490 0,2490 0,2490 0,2490 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 0,0000 6378137,0000 0,0067 6387284,0010 4683617,0947 1191155,1786 4148436,8375 13654840,6318 3229852,7431 14491289,8473 -235404,1082 1790881,6479 20090331,7715 20171368,3934 -7,4884 84,8624 -0,01167 0,08878 0,99598 1,00000 6378137,0000 0,0067 6387288,8351 4682698,2332 1190921,4903 4149533,6924 13850254,7030 -18666268,7142 3242357,3587 -21504162,8086 -3317239,7326 8794255,3262 23468532,6403 -98,7693 22,0073 -0,91630 -0,14135 0,37473 1,00000 6378137,0000 0,0067 6387288,8351 4682698,2332 1190921,4903 4149533,6924 143222,1631 -16781818,8593 16744689,2958 -16299375,8167 15281306,7991 7927583,9272 23707268,4303 -46,8464 19,5357 -0,68753 0,64458 0,33439 1,00000 6378137,0000 0,0067 6387288,8351 4682698,2332 1190921,4903 4149533,6924 18738074,1709 -13247815,2868 -7221614,4206 -17457614,2935 -15204525,9499 6544145,6406 24057675,4560 -131,0539 15,7844 -0,72566 -0,63200 0,27202 1,00000 6378137,0000 0,0067 6387288,8351 4682698,2332 1190921,4903 4148436,8375 2540267,3504 21105691,4196 8468584,0254 19828430,6669 1393699,5335 11336270,2336 22882746,4241 85,9794 29,6966 0,86652 0,06091 0,49541 1,00000 6378137,0000 0,0067 6387288,8351 4682698,2332 1190921,4903 4149533,6924 20963584,5120 -6492126,0060 -7070337,4039 -11458886,3224 -17589789,2410 9534279,4893 23056652,9807 -146,9177 24,4259 -0,49699 -0,76289 0,41352 1,00000 211 5.7 – Applicazioni e soluzione Il trattamento delle equazioni osservazionali descritte in precedenza può avvenire in differenti modi riguardo al particolare problema di posizionamento richiesto. I tre problemi fondamentali del posizionamento sono quelli connessi al posizionamento di un punto (point positioning) posizionamento relativo di due punti (relative positioning) ed il posizionamento di una rete di punti. Il posizionamento si dirà poi statico o cinematico (detto anche dinamico) a seconda che il punto o i punti sono fissi o mobili rispettivamente. Le soluzioni connesse al posizionamento statico possono involvere un punto o più punti. Quelle legate al posizionamento cinematico, riguardano un punto mobile che viene definito o rispetto ad un sistema di coordinate geocentrico (posizionamento assoluto) oppure relativamente ad un altro punto (posizionamento relativo). La principale caratteristica delle soluzioni statiche è rappresentata dal fatto che esse vengono elaborate normalmente in modo post-processing, non esistendo la necessità di risultati in tempo reale. Le soluzioni cinematiche sono per la quasi totalità richieste in tempo reale ed in generale la precisione nei risultati è inferiore a quella ottenuta nel posizionamento statico, ma può comunque essere migliorata come nell’impiego in modo differenziale. Numerosi sono dunque i tipi di soluzioni possibili, nei paragrafi che seguono saranno trattati quelle del posizionamento cinematico assoluto e del posizionamento relativo. 5.7.1 - Calcolo della posizione GPS La misura di pseudo-range definisce un luogo di posizione nello spazio rappresentato da una sfera con centro il satellite e raggio definito dalla distanza satellite-ricevitore. Per ogni satellite si può scrivere la seguente equazione: Ri = ( X − X i )2 + (Y − Yi ) 2 + ( Z − Z i ) 2 + cδT (5.35) con (X, Y, Z) le coordinate incognite del ricevitore, (Xi, Yi, Zi) le coordinate supposte note del satellite iesimo e δT l’offset incognito dell’orologio del 212 ricevitore. Ogni equazione dipende da quattro incognite, per cui, per il calcolo della posizione occorrono quattro equazioni e quindi le misure di quattro pseudo range relative a quattro distinti satelliti (i =1,2,3,4). La risoluzione del sistema (4.1) si semplifica se si adotta la tecnica della linearizzazione dei luoghi di posizione rispetto ad un punto stimato. Se ( X S , YS , Z S ) è la posizione stimata del ricevitore GPS, l’equazione che esprime la linearizzazione del luogo di posizione è: ∂R i ∂R ∂R ∂R Ri = R S + i δX + i δY + i δZ + δ (cδT ) ∂X S ∂Y S ∂Z S ∂(cδT ) S (5.36) ∂R i ∂R ∂R ∂R δRi = Ri − RS = i δX + i δY + i δZ + δ (cδT ) (5.37) ∂X S ∂Y S ∂Z S ∂(cδT ) S Le derivate parziali che figurano nella (5.37) sono date dalle seguenti relazioni: ∂R i = ∂X S ∂R i = ∂Y S ∂R i = ∂Z S XS − Xi (X S − X i ) + (YS − Yi ) + (Z S − Z i ) YS − Yi (X S − X i ) + (YS − Yi ) + (Z S − Z i ) Z S − Zi (X S − X i ) + (YS − Yi ) + (Z S − Z i ) 2 2 2 2 2 2 ∂R i = 1 ∂(cδT ) S 2 2 2 = ai = bi (5.38) = ci (5.39) Esse rappresentano i coseni direttori del vettore calcolato RS rispetto alla terna geocentrica di riferimento. Le quattro equazioni possono essere scritte in forma matriciale nel seguente modo: ∆ R = H ⋅ ∆x (5.40) da cui si ha: ∆x = H −1 ⋅ ∆R 213 (5.41) dove: δR1 δR ∆R = 2 , H = δR3 δR4 a1 a 2 a 3 a 4 b1 b2 b3 b4 1 1 , ∆x = 1 1 c1 c2 c3 c4 δX δY δZ δ (cδT ) (5.42) La posizione vera del ricevitore GPS è: xˆ = x S + δx (5.43) La (5.43) fornisce la soluzione per mezzo del vettore x; ma, essendo in presenza di errori di misura, il vettore trovato può essere considerato una soluzione migliore di quella stimata di partenza. La soluzione finale si ottiene con un processo di iterazione che termina quando la differenza degli ultimi due vettori è inferiore all’errore di troncamento scelto nello sviluppo dell’equazione (5.36) o (5.37). 5.7.2 – Soluzione ai minimi quadrati In presenza di un numero di satelliti superiore al numero di incognite e degli errori di misura delle pseudorange, la soluzione va cercata con la tecnica dei minimi quadrati; il sistema di equazioni, in forma vettoriale, è: ∆R = H ⋅ ∆x + ∆ε R (5.44) dove: ∆R1 a1 b1 c1 1 ∆R2 ∆R3 ∆R = − , H = ∆Ri − ∆Rn a2 a3 − ai b2 b3 − bi − bn c2 c3 − ci − cn 1 ∆ε 2 ∆X 1 ∆ε 3 ∆Y 1, ∆ x = , ∆ε R = − ∆Z 1 ∆ε i ∆ (cδT ) 1 − 1 ∆ε n an ∆ε 1 (5.45) La soluzione del sistema (5.44), operando con un’ipotesi di errori a media nulla, è data dalla seguente equazione: 214 ( ∆xˆ = H T H ) −1 H T ∆R (5.46) oppure, quando sono assegnati gli errori per ogni misura di pseudo range R −1 , la soluzione ai minimi quadrati è la seguente: ( ∆xˆ = H T ∆ε −1H ) −1 H T ∆ε −1∆R (5.47) La soluzione ai minimi quadrati (5.47), essendo alla presenza d’errori di misura, può essere considerata una stima di quella stimata di partenza, perciò si opererà, per avere la soluzione finale, con un processo di iterazione che termina quando la differenza degli ultimi due vettori è inferiore all’errore di troncamento scelto nello sviluppo dell’equazione (5.37). 5.7.3 – Calcolo della posizione Se si considera un ricevitore posto sull’equatore e sul meridiano di Greenwich ( φ = 0 , λ = 0, h = 0 ) con un bias di 28.4984 ms pari a 85 491.5 m con c = 2.99792458 ⋅ 10 8 m / s . È possibile simulare una soluzione del problema applicando la risoluzione proposta nel paragrafo 5.7.2. Nel sistema WGS-84 il vettore geocentrico che rappresenta il ricevitore è il seguente: x = [x, y, z , cδT ] = [6378137.0,0,0,85000.0] T T (m) (5.48) Ad un certo istante sono osservate 7 satelliti le cui coordinate sono riportate in tabella: Tabella 5.7 Coordinate geocentriche dei satelliti in vista n. satellite Coordinata x (m) Coordinata y (m) Coordinate z (m) SV 01 SV 02 SV 08 SV 14 SV 17 SV 23 SV 24 22 808 169.9 21 141 179.5 20 438 959.3 18 432 296.2 21 772 117.8 15 561 523.9 13 773 316.6 -12 005 866.6 -2 355 056.3 -4 238 967.1 -18 613 382.5 13 773269.7 3 469 098.6 15 929 331.4 e si considera la seguente posizione stimata: 215 -6 609 526,5 -15 985 716.1 16 502 090.2 -4 672 400.8 6 656 636.4 -21 303 596.2 -16 266 254.4 xˆ = [6377000.0 , 3000, 0, 4000.0, 85000.0] T (m) (5.49) Dopo si procede al calcolo della pseudorange e dei versori di ogni satellite rispetto alla terna di riferimento: Tabella 5.8 - Parametri geometri dei satelliti in vista n. satellite ρ calcolata (m) δR δR δR δX SV 01 SV 02 SV 08 SV 14 SV 17 SV 23 SV 24 21 399 408.0 21 890 921.6 22 088 910.4 22 666 464.0 21 699 943.6 23 460 242.4 23 938 978.9 0.767832 0.674443 0.636607 0.531856 0.709454 0.391493 0.308965 - δY δZ 0.561178 0.107718 0.192041 0.821318 0.634576 0.147744 0.665289 - 0.309052 - 0.730427 0.746895 - 0.206314 0.306574 - 0.908243 - 0.679655 Dalla quale si calcola la matrice di misura: Tabella 5.9 – Parametri geometri stimati dei satelliti in vista N. satellite pseudorange ∆R simulata (m) (m) SV 01 SV 02 SV 08 SV 14 SV 17 SV 23 SV 24 21 480 623.2 21 971 919.2 22 175 603.9 22 747 561.5 21 787 252.3 23 541 613.4 24 022907.4 - 81 215.3 - 80 997.6 - 86 693.4 - 81 097.6 - 87 308.8 - 81 371.0 - 83 928.6 Tabella 5.10 – Matrice di misura dei satelliti in vista − 0.767832 0.561178 0.309052 − 0.674443 0.107718 0.730427 − 0.636607 0.192041 − 0.746895 H = − 0.531856 0.821318 0.206514 − 0.709454 − 0.634576 − 0.306574 − 0.391493 − 0.147744 0.908243 − 0.308965 − 0.665289 0.679655 1 1 1 1 1 1 1 La soluzione del sistema (5.46) dà la seguente soluzione: 216 (5.50) ∆x = [− 1131.8,2996.8,3993.1,−84996.4] (m) (5.51) che permette di ricavare la posizione satellitare: xˆ ' = xˆ + ∆x = [6378131.8,3.2,6,9,84996.4] (m) (5.52) Si fa osservare che la posizione calcolata è una stima molto vicina alla posizione considerata; in ogni caso, essa contiene errori prodotti dalla misura delle pseudorange e dall’inesattezza dei versori calcolati dei satelliti utilizzati. Per una più accurata determinazione della posizione occorrerebbe utilizzare l’ultima posizione calcolata come nuova posizione stimata e rifare i calcoli: occorrerà adottare la tecnica di iterazione in modo da rendere minimo l’errore di posizione fra valore calcolato e quello stimato; l’iterazione cessa quando si verifica la seguente condizione: xˆ j +1 − xˆ j ≤ ε (m) (5.53) con ε errore di troncamento. Una successiva iterazione del calcolo porta al seguente vettore: ∆x ' = [0.3,−0.1,−0.2,0.6 ] (m) (5.54) e la posizione finale: xˆ ' ' = xˆ '+ ∆x' = [6378131.5,3.3,7.1,84995.8] (m) (5.55) con il vettore ∆x p 1m non è necessario continuare l’iterazione dato che una ulteriore iterazione non porterebbe un significativo miglioramento della stima del vettore posizione. L’errore finale sulla posizione è: ∆x = [− 5.5,3.2,7.1, − 4.2] (m) T (5.56) Il vettore (5.55) permette di calcolare le coordinate geocentriche del ricevitore la cui posizione iniziale è stata definita dal vettore (5.48): 217 z 7. 1 = = 0 .0000011 , → φ = 0°13 '09 .33 ' ' N R 6378132 Y 3.3 tan λ = = = 0 .0000005 , → λ = 0°06'06.8' ' E x 6378131 .5 sin φ = 5.7.4 – La posizione ai minimi quadrati Nel posizionamento cinematico il modello matematico è del tipo: R = f [x, r , (dt − dT )] (5.57) in cui le tre coordinate in x e la quantità (dt – dT) rappresentano le 4 incognite, mentre R è la quantità osservata. Mediante la tecnica della multilaterazione satellitare risulta chiaro che sono richieste, come abbiamo già precedentemente detto, almeno tre equazioni osservazionali di pseudo-range per determinare le tre coordinate in R ed una quarta equazione per risolvere l’incognita (dt – dT). Il dt, che si trova nella (5.57) in pratica viene fornito dal messaggio di navigazione, per cui la soluzione, in effetti, riguarda solamente il dT relativo all’offset del ricevitore. La ridondanza del sistema è: η =n−4 (5.58) con n numero totale delle pseudorange osservate. La soluzione del posizionamento assoluto, come precedentemente visto, richiede n = 4 ( ridondanza nulla); quando sono disponibili un numero di satelliti superiore a quello minimi necessario n>4. E’ possibile utilizzare tutte le misure e fare anche una valutazione degli errori di misura. L’approccio seguito nella riduzione consiste nel considerare il modello matematico (5.57) nella sua versione linearizzata: ∆R = H∆x + w (5.59) dove ∆R è un vettore n × 1 , H è la matrice n × 4 ,w è un vettore che in include tutti gli errori di misura n × 1 con n numero righe (misure associate agli n satelliti in vista). Gli elementi del vettore w sono forniti dalla differenza fra pseudorange misurata e pseudorange calcolata rispetto al punto stimato dalla relazione (5.57); gli elementi del vettore ∆R sono dati dai residui corrispondenti agli n pseudo-range, mentre H rappresenta la 218 matrice di misura. L’espressione matriciale (5.59) può essere esplicitata nel seguente modo: ∆R1 w1 a11 ∆R w a 2 2 21 , w = , H = ∆R = ∆Rn w2 a n1 a12 a13 a 22 a 23 an 2 an 3 1 1 , ∆x = 1 ∆X ∆Y ∆Z c∆T (5.60) w112 − T 2 ww = w = − − w w n1 1n w1n wn1 1 − 0 − = 0 − 0 2 0 wnn w12 w21 − − − − 2 w22 − − wn 2 w21 − − − − n n i =1 , j =1 i =1 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0σ o2 0 1 ∑ wi w j = ∑ wi2 = minimo con la ricerca della condizione Questa condizione porta a scrivere la seguente relazione: ( H∆x − ∆R )( H∆x − ∆R )t = w2 (5.61) L’applicazione dei minimi quadrati porta a scrivere la (5.59) nel seguente modo: ( H∆x − ∆R )(H T ∆x T − ∆R T ) = w 2 (H H )(∆x ∆x )− ∆R H∆x − H ∆x ∆R + (∆R ∆R ) = w (H H )(∆x ) − ∆R H∆x − H ∆x ∆R + (∆R ) = w T T T 2 T T T T T T T 2 2 (5.62) 2 l’ultima relazione della (5.62) può considerarsi una funzione di ∆x ; la 219 ricerca del minimo e del massimo porta al calcolo della sua derivata prima. Derivando l’ultima espressione delle (6.60) si ha: ( ) 2 H T H ∆x − ∆R T H − H T ∆R = 0 ma essendo ∆R T H = H T ∆R si ottiene l’espressione finale della soluzione ottimale: ( ∆x = H T H ) −1 H T ∆R (5.63) La matrice di covarianza degli errori C per le tre coordinate del punto e dell’offset del ricevitore è: σ 2x σ xy −1 T C = H H σo = σ xz σ xT ( ) σ xy σ xz σ 2y σ yz σ yz σz σ yT σ zT 2 σ xT σ yT σ zT 2 σ T (5.64) che definisce le varianze delle 4 incognite. Quando la matrice di covarianza delle pseudo-range è unitaria, il che equivale ad assumere che gli errori nelle misure dello pseudo-range sono uguali, non correlati e pari all’unità, la matrice di covarianza degli errori diventa: ( C = HTH ) −1 (5.65) evidenziando il legame tra le matrici di covarianza degli errori e la geometria del sistema. La soluzione ai minimi quadrati, per un numero di satelliti superiore al numero di incognite, permette di valutare quale sia l’influenza degli errori di misura sull’accuratezza della posizione calcolata. Operando l’ipotesi che gli errori di misura sono di natura casuale (errori a media nulla), l’equazione (5.46) moltiplicata per la sua trasposta dà: ( ∆xˆ = H T H ) −1 [( H T ∆R , ∆xˆ T = H T H 220 ) −1 H T ∆R ] T ( ) −1 E ∆x ⋅ ∆x T = H T H E ∆R ⋅ ∆R T (5.66) Nella (5.66), nell’ipotesi che gli errori non sono correlati, il secondo membro può scriversi nella seguente forma: E ∆R ⋅ ∆R T = σ o I 2 (5.67) con I la matrice unitaria e σ o la varianza degli errori di misura. Se, allora, si esprime il vettore posizione ∆x secondo il riferimento locale (Est, Nord, Alto) : 2 ∆x = [∆E , ∆N , ∆U , ∆cT ] allora la (5.66) può esplicitarsi nel seguente modo: E ∆xˆ ∆xˆ T E ∆E 2 E ∆N ∆E = E ∆U∆E E ∆cT∆E E ∆E∆N E ∆E∆U E ∆N 2 E ∆N ∆U E ∆U ∆N E ∆U 2 E ∆cT∆N E ∆cT∆U E ∆E∆cT E ∆N∆cT = σ 2 (5.68) E ∆U ∆cT 2 E ∆(cT ) i cui elementi della matrice rappresentano le incertezze del punto calcolato in termine degli errori di misura, essendo valida la condizione (5.67). Le quattro varianze della diagonale principale sono utilizzate per definire le varie misure di diluizione di precisione (DOP), essendo appunto il DOP (diluition of Precision) uno scalare utilizzato per rappresentare il contributo geometrico della configurazione alla precisione della posizione. La diagonale formata dalle varianze delle incognite definisce la diluizione geometrica di precisione (GDOP) essendo: ( GDOP = traccia H T H ) −1 = σ x2 + σ 2y + σ z2 + σ T2 (5.69) La stretta correlazione tra accuratezza e geometria dei satelliti è trattata nel paragrafo 5.8. 221 5.7.5 – Calcolo ai minimi quadrati Nella tabella seguente sono riportati nella prima riga il numero dei satelliti visibili, l’azimut e l’altezza per un osservatore posto nel punto di coordinate φ = 40°50'47' ' N , λ = 14°16'09' ' E 3 -51,04 61,79 4 62,44 51,65 8 74,98 78,48 10 -145,21 43,36 11 52,05 49,19 12 20 148,47 111,02 80,63 36,65 22 49,15 29,45 24 138,35 44,98 Dalla tabella si ricava la seguente matrice di misura H: -0,3676021 0,5500021 0,1929305 -0,4148288 0,5153533 0,0851300 -0,7489687 -0,5838983 0,4701177 0,2972038 0,287070 9 0,0517536 -0,5971514 0,4018941 -0,1387657 -0,2877660 0,7943371 -0,5285076 0,8812143 0,7842754 0,9798466 0,6865327 0,7568964 0,9866595 0,5968557 0,6356825 0,7068727 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Supposto di aver calcolato il seguente vettore misura ∆R : N.Sat ∆R 3 4 8 10 11 12 20 22 24 -450 250 345 -560 -700 450 -450 -456 -767 La risoluzione del sistema (5.46) richiede il calcolo della matrice trasposta (HT), l’inversa del prodotto prodotto (H T H ) H T ∆R . La matrice trasposta è: (H H ) T −1 e il prodotto H T ∆R ed infine il −1 -0,367602079 0,297203803 0,881214282 1 0,550002140 0,287070914 0,784275421 1 0,192930480 0,051753641 0,979846616 1 -0,414828847 -0,597151416 0,686532748 1 0,515353288 0,401894093 0,756896378 1 0,085130030 -0,138765692 0,986659496 1 -0,748968661 -0,287766003 0,596855654 1 -0,583898265 0,794337116 0,635682455 1 0,470117653 -0,528507625 0,706872749 1 222 La matrice inversa è: 0,591566249 0,013510476 -0,861902830 0,013510476 0,593078817 -0,152882083 0,691204058 0,101157422 -0,861902830 -0,152882083 7,462614232 -5,840698604 0,691204058 0,101157422 -5,840698604 4,683532367 Il prodotto matrice trasposta per vettore misura: 522,061 119,158 -1433,347 -2338,000 Il vettore finale, dato dalla (5.46), è: -70,19 60,35 2490,85 -2205,45 Questo vettore sommato alla posizione iniziale espressa in coordinate cartesiane rettangolari fornisce la seguente posizione: X (m) Y (m) Z (m) cδt (m) δt (µs ) offset 4682628,05 1190981,84 4152024,55 -2205,45 -7,35 Che forniscono la seguente posizione geografica: φ = 40° 43.127' N , λ = 14° 16.204' E , GDOP = 8.85 5.7.6 – Calcolo numerico del GDOP Un esempio di calcolo di GDOP può ricavarsi riprendendo i dati finali riportati in tabella 5.6 qui di seguito riportati in tabella 5.11. 223 Tabella 5.11 – Matrice di misura dei satelliti in vista SVRPN ∆X(XENU)/ρ ∆Y(YENU)/ρ ∆Ζ(ZENU)/ρ cδτ/c δτ 14 -0,01167 0,08878 0,99598 1,00000 31 -0,91630 -0,14135 0,37473 1,00000 11 -0,68753 0,64458 0,33439 1,00000 3 -0,72566 -0,63200 0,27202 1,00000 18 0,86652 0,06091 0,49541 1,00000 16 -0,49699 -0,76289 0,41352 1,00000 Applicando la relazione (5.69) si ottiene la seguente matrice: (H H ) T −1 0.1500 − 0.4766 0.3228 0.4459 0.1500 0.8282 − 0.5108 0.3783 = − 0.4766 − 0.5108 3.5528 − 1.8586 0.3783 − 1.8586 1.1654 0.3228 dalla quale si ricava : GDOP = traccia (H T H ) = 2.38 −1 5.7.7 – Posizionamento relativo Il posizionamento relativo si propone di determinare le componenti ∆R = (∆x, ∆y, ∆z ) di una linea base differenziando misure simultanee di pseudo-range o di fase acquisite simultaneamente mediante due ricevitori posti agli estremi della baseline. La simultaneità delle osservazioni è fondamentale per eliminare o ridurre gli errori comuni. Quando l’osservabile è la fase l’equazione osservazionale produce il seguente modello matematico: Φ = F (∆R, ∆r , ∆T , ∆N ) (5.70) in cui come si vede è ancora presente l’errore dell’orologio dT dei ricevitori per contro è eliminato quello satellitare dt. Gli effetti dovuti agli errori di effemeridi e di rifrazione, essendo quasi identici nei due punti di stazione, vengono fortemente ridotti. Va però rilevata la presenza di un’ulteriore incognita ∆N dovuta all’ambiguità di fase per questo nel posizionamento relativo (mediante differenze singole) essendo 5 le incognite, la soluzione richiede almeno 5 equazioni. Quando poi si considerano le soluzioni con l’impiego di differenze doppie e di differenze triple si ritorna a soluzioni richiedenti nuovamente 4 equazioni. 224