Analisi dell`amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione
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Analisi dell`amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione
Local seismic amplification analysis finalized to urban planification. Ginestra (PZ) case study (Southern Apennines) Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato*, Raffaele Sessa Studio Tecnico di Geologia Applicata, Idrogeologia e Ambiente Via Filippo Turati, 5 - 85028 Rionero in Vulture (PZ) - [email protected] (*) A.C.i. Service Engineering s.r.l. Zona Ind.le Tito Scalo (PZ) - 85050 Tito (PZ) - [email protected] R I A S S U N T O Il regolamento di attuazione della Legge Urbanistica Regionale della Basilicata n. 23 del 1999 “Tutela, governo ed uso del territorio” prevede tra gli elaborati da produrre per la formazione dei Regolamenti Urbanistici, dei Piani Attuativi e dei Piani Operativi dei Comuni dichiarati sismici e limitatamente all’area urbana e periurbana, la Carta di Microzonazione Sismica. Con questo studio si è verificata la validità delle metodologie che si riferiscono ai caratteri del moto sismico atteso in superficie nella valutazione della risposta sismica locale di un piccolo centro della Basilicata, annoverato tra i Comuni della Zona di sismicità 1. Valutazione che è alla base per la redazione della Carta di Microzonazione Sismica. A B S T R A C T The land-use planning code of the Basilicata region requires the Microzonation Seismic Map finalized to the make up of the Building Codes, Plans and Operational Plans of the municipalities included in the official seismic areas. This paper shows the validity of the metodologies referred to the seismic motion characteristics that are expected in the surface to obtain the valuation of the local seismic response for a little village of Basilicata. This kind of valuation represents an essential datum to compile the Seismic Microzonation Map. 1. PREMESSA Nell’ambito dello studio geologico a corredo del Regolamento Urbanistico del Comune di Ginestra (PZ) (Fig. 1) previsto dalla Legge Regionale della Basilicata n. 23 del 1999 “Tutela, governo ed uso del territorio” è stato effettuato un rilevamento geologico-tecnico e geomorfologico e si è proceduto alla raccolta, all’analisi e alla normalizzazione delle indagini effettuate sul territorio comunale a partire dal sisma del 1980. La disponibilità di tali dati, complessivamente n. 89 prove penetrometriche dinamiche leggere, n. 16 sondaggi a rotazione e a carotaggio continuo e 15 analisi geotecniche di laboratorio, mai raccolti in un unico studio, e di 3 basi sismiche onde P e S hanno permesso di ottenere una valutazione della risposta sismica locale di un piccolo centro (meno di 1000 abitanti), annoverato tra i Comuni con grado di sismicità S =12. Inoltre, lo studio ha fornito un quadro completo delle caratteristiche geologiche del territorio, permettendo agli amministratori di affrontare le scelte urbani- t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO stiche in armonia con le indicazioni e con i principi della normativa regionale, la quale indica tra i caratteri della Pianificazione Territoriale e della Pianificazione Urbanistica “la compatibilità delle stesse azioni con la tutela dell’integrità fisica e storico-culturale” e “la tutela e valorizzazione delle risorse e dei beni territoriali per garantirne la fruizione alle presenti e future generazioni”. 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio di Ginestra (PZ) è situato nell’area settentrionale della Basilicata, nel settore esterno dell’Appennino meridionale. È caratterizzato da una morfologia tipicamente collinare con cime che raggiungono una quota massima di 798 metri s.l.m. e valli con quote pari a 346 metri s.l.m. lungo la Fiumara l’Arcidiaconata. Questa porzione di appennino lucano è composta da unità strutturali che nel Mesozoico costituivano domini paleogeografici di bacino pelagico; sono infatti costituite da unità argillose di mare profondo e da successioni torbiditiche terrigene. Lo sviluppo della catena appenninica, avvenuto tra l’Oligocene superiore-Miocene 57 Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Fig. 1 - Veduta aerea dell’abitato di Ginestra (PZ). Aerial view of the Ginestra village (PZ). inferiore ed il Pleistocene [BOCCALETTI M. et al., 1990] in un contesto geodinamico abbastanza articolato [GUEGUEN E. et al., 1999], ha portato all’accavallamento delle unità di catena secondo sequenze deformative di tipo ventaglio imbriciato e duplex e alla loro traslazione sulle successioni Plio-Pleistoceniche di avanfossa deposte al di sopra della Piattaforma Apula che rappresenta l’avampaese autoctono dell’Appennino Meridionale. L’Appennino meridionale, come è noto, presenta una storia sismica tra le più severe dell’Italia, sia in termini di intensità che di frequenza di terremoti dovuto all’elevata attività neotettonica dell’Appennino. Tra i terremoti più significativi si ricordano: anno 1456, scala MCS XI (M = 7,1); anno 1857, scala MCS XI (M = 6,9); anno 1930, scala MCS X (M = 6,7); anno 1980, scala MCS X (M = 6,9). Secondo l’Ordinanza n. 3274 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 il territorio di Ginestra è stato confermato zona sismica Z = 1. 3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO L’abitato di Ginestra è ubicato su terreni riferibili alle coltri lagonegresi coperte in concordanza stratigrafica dalle successioni mioceniche del Flysch Numidico e successivamente dalle arenarie arkosiche della formazione di Serra Palazzo, deformate per piegamento. I terreni più antichi visibili in affioramento sono riferibili alla formazione del Flysch Rosso, confinata in una fascia di trascorrenza probabilmente tardo-orogena [VAN DIJK & SCHEEPERS, 1995] associabile alle ultime fasi plio-pleistoceniche di avanzamento e dislocazione del fronte Appenninico. Durante il periodo di attività del vulcano Vulture (730-130.000 anni b.p.) [LA VOLPE L., PRINCIPE C., 1989] queste strutture, caratterizzate da superfici ondulate ad alto angolo, erano già inattive, in quanto non dislocano le coperture tufitiche del Vulture affioranti lungo la corrispondente traccia (Fig. 2). La struttura geologica dell’area è dominata dalla presenza di una coppia anticlinale-sinclinale con piani assiali sub-verticali ed asse medio orientato NW-SE, in coerenza cinematica con la direzione di raccorciamento delle coltri appenniniche, evidenziata oltre che dai do- 58 t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa 1) Detriti di versante, coltre colluviale ed eluviale; 2) Piroclastiti del M. Vulture; 3) Formazione di Serra Palazzo - membro marnoso-argilloso; 4) Formazione di Serra Palazzo - membro arenaceo; 5) Flysch Numidico; 6) Flysch Rosso; 7) limite litologico; 8) limite litologico presunto; 9) giacitura di strato; 10) lineamenti tettonici; 11) traccia profilo geologico; 12) frana per colamento; 13) traccia di superficie assiale di anticlinale; 14) traccia di superficie assiale di sinclinale; 15) limite suoli urbanizzati e da urbanizzare. 1) scree and colluvium; 2) M. Vulture pyroclastic deposits; 3) Serra Palazzo formation, clayey-marl member; 4) Serra Palazzo formation, arenaceous member; 5) Numidian flysch; 6) Flysch Rosso; 7) lithological boundary; 8) inferred lithological boundary; 9) stratal strike & dip; 10) tectonic lineation; 11) cross-section location; 12) flow; 13) anticline; 14) syncline; 15) urbanized and to urbanize soils’ boundary. Fig. 2 - Carta geologica. Geologic Map. mini giaciturali, anche dalla geometria dei limiti intraformazionali tra le porzioni a dominante arenacea e quelle a dominante marnoso-argillosa della formazione di Serra Palazzo (Fig. 3). Nel dettaglio, le unità geologiche rilevate nel territorio di Ginestra sono, dal più antico al più recente: Flysch Rosso Fitta alternanza di strati e strati sottili di argille di colore verdastro e bruno, di argille marnose e di marne di colore grigio plumbeo; sono inoltre presenti intercalazioni di strati di calcilutiti e calcareniti di colore grigio. Le argille sono finemente scagliettate con un assetto strutturale caotico a causa della notevole deformazione subita dai terreni in seguito agli stress tettonici che hanno caratterizzato questo settore dell’Appennino. Infatti, il contatto con la Formazione di Serra Palazzo affiorante ai lati della successione argillosa è di tipo tettonico. t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO Flysch Numidico Strati e banchi di quarzarenite ben cementata e di sabbie di colore giallo ocra e grigio, con intercalazioni di livelli argillosi di colore grigio verde. Gli strati di quarzarenite hanno spessori variabili da 1 metro ad oltre 5 metri, si presentano spesso molto fratturati e scarsamente cementati per alterazione in superficie. Gli strati argillosi, in fitta alternanza con livelli limoso-sabbiosi, possono raggiungere spessori di 1 metro. Formazione di Serra Palazzo membro arenaceo Banchi e strati di arenarie, da scarsamente a mediamente cementate, di natura quarzoso-feldspatica di colore giallastro su superfici alterate e grigio plumbeo al taglio fresco, con intercalazioni di marne e argille grigioverdi. I singoli strati arenacei hanno spessori che variano da pochi decimetri a qualche metro. 59 Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Fig. 3 - Profilo geologico. Schematic geological cross-section. Formazione di Serra Palazzo membro marnoso-argilloso Alternanza di strati sottili di arenarie giallastre, di argille grigio-verdi finemente laminate, dello spessore variabile da 20 a 40 cm circa, e di strati marnosi e calcareo-marnosi di colore grigio chiaro. Piroclastiti del M. Vulture Terreni costituiti da frammenti di pomici e lapilli immersi in matrice, di colore variabile dal grigio al bruno scuro, a granulometria da fine a grossolana. Trattandosi di lembi residui di coperture ben più estese che sono state smantellate dall’azione esogena degli agenti atmosferici, gli strati hanno uno spessore che varia da pochi decimetri a non più di 4-5 metri. I tufi appaiono compatti e ben saldati nei lembi di spessore maggiore non affetti da diffusa alterazione meteorica. Sono invece disgregati o argillificati laddove alterati. Detriti di versante, coltre colluviale ed eluviale Gli accumuli detritici di versante sono composti da pezzame litoide a spigoli vivi di dimensioni molto variabili, immersi in matrice limoso-argillosa di colore marrone. Provengono dal dilavamento e dal disfacimento dei litotipi che costituiscono il substrato e da movimenti franosi che hanno interessato alcune zone dell’abitato. La coltre colluviale ed eluviale è costituita da limi argillosi di colore marrone scuro e da sabbie limose con inclusi detritici di natura lapidea. La coltre, proveniente dall’alterazione chimico-fisica delle unità che costituiscono il substrato, è concentrata in prossimità delle incisioni e delle aree concave, gli spessori superano i 2 metri circa raggiungendo anche i 5 metri. 4. CARATTERI GEOMORFOLOGICI Il crinale su cui sorge il centro abitato di Ginestra è allungato in direzione est-ovest, la quota più bassa è di circa 550 metri slm ad ovest del paese, mentre raggiunge una quota di oltre 600 m ad est. Le pendenze del crinale sono nulle nella parte bassa dell’abitato e diventano del 12-13% nella parte media (centro storico) e alta dell’abitato. I versanti settentrionali e meridionali che delimitano il paese hanno pendenze medie dell’ordine del 20%, con valori che raggiungono il 40% a sud del centro storico e in Serra S. Antonio a nord dell’abitato. Entrambi i versanti, settentrionali e meridionali, sono caratterizzati da una morfologia che riflette in parte l’assetto geostrutturale dell’area ed in parte la litologia dei termini affioranti. Infatti, le incisioni che solcano i versanti sono impostati su discontinuità di origine tettonica, oppure in corrispondenza delle variazioni litologiche del substrato (passaggio dai termini sabbioso-arenacei della Formazione di Serra Palazzo ai termini argilloso-marnosi). Da un’analisi geomorfologica dell’area eseguita su fotografie aeree e dalla verifica in campagna dei dati si sono individuate alcune aree interessate in dissesto idrogeologico. Le frane, del tipo colamento, interessano frequentemente gli spessori superficiali del terreno destrutturati e alterati e si individuano all’interno di antichi corpi di frana, la cui attività è attualmente esaurita per le cambiate condizioni climatiche e topografiche e di cui non è più individuabile la nicchia di distacco. Considerando il numero esiguo di frane attive rilevate e le loro modeste dimensioni si può ammettere che i versanti nelle aree prossime al centro abitato sono prevalentemente stabili, se si escludono le aree coperte dalla coltre superficiale che in seguito a periodi piovosi particolarmente prolungati ed intensi tendono a saturarsi diventando instabili. 60 t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa 5. RISPOSTA SISMICA LOCALE DI UN SOTTOSUOLO IDEALE Con il termine risposta sismica locale (RSL) si intende l’insieme delle modifiche che un moto sismico relativo ad una formazione rocciosa di base (bedrock) posta ad una certa profondità nel sottosuolo subisce attraversando gli strati di terreno sovrastanti fino alla superficie (Fig. 4) [LANZO G. e SILVESTRI F., 1999]. Per giungere alla determinazione della risposta sismica locale un sito deve essere sottoposto a specifiche indagini di dettaglio finalizzate alla definizione di tutte le proprietà puntuali che la caratterizzano. Tali indagini riguardano la definizione dei seguenti aspetti: 1. Stratigrafia delle formazioni superficiali con dettagliata definizione dell’andamento dei contatti tra di esse; 2. Profili di velocità delle onde sismiche trasversali e longitudinali dentro le formazioni superficiali; 3. Caratteristiche meccaniche dei terreni delle formazioni superficiali con particolare riferimento al loro comportamento sotto l’azione di carichi ciclici e dinamici; 4. Morfologia di dettaglio dell’area. Vista la mole di indagini in sito, è stato possibile ottenere la caratterizzazione delle unità geolitologiche, individuando sulla base del contrasto comportamentale tra bedrock e copertura (strato geometricamente sovrastante) quattro classi litotecniche omogenee, denominate A, B, C, D (Tab. 1). In particolare, attraverso l’utilizzo dei dati ottenuti dalle prove penetrometriche dinamiche leggere (prove DPL) convertiti in velocità delle onde di taglio e dei dati ottenuti dalle basi sismiche effettuate sulle differenti unità geolitologiche sono stati determinati i seguenti parametri fisico-meccanici: • Velocità delle onde di taglio (Vs) ricavate sia dalle basi sismiche a rifrazione con geofoni orizzontali e verticali, sia dalle prove penetrometriche dinamiche sulla base della seguente equazione: Vs = C * (N60)0.171* (z)0.199* fA * fG [OHTA Y., GOTO N., 1978] dove: C = 67,3; z = profondità dal piano campagna espressa in metri; N60 = numero di colpi corretto per un’energia pari al 60% di quella teorica; fA e fG sono coefficienti che dipendono rispettivamente dall’età e dalla granulometria dei depositi. Fig. 4 - Propagazione di un evento sismico dalla sorgente e modifiche del moto sismico di ingresso al sito (scala distorta). Propagation of an earthquake form the source and modifications of input seismic motion at the site (not to scale). t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO 61 Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Tabella 1 - Classi litotecniche omogenee. Homogeneous lithotechnical class. Classe litotecnica Parametri Unità geologica A Vs < 200 m/s G0 < 100 MPa R < 3.500 m/s * kN/m3 Ed < 200 MPa f 3-15 Hz T 0,16-0,06 sec Coltre di alterazione/ colluviale/ eluviale/ detrito di versante B Vs 200-350 m/s G0 100-250 MPa R 3.500-5.000 m/s * kN/m3 Ed 200-500 MPa f 3-15 Hz T 0,16-0,06 sec Formaz. Serra Palazzo membro argilloso-marnoso, Flysch Rosso, tufo vulcanico (ALTERATI) C Vs 350-550 m/s G0 250-450 MPa R 5.000-9.000 m/s * kN/m3 Ed 500-1.100 MPa f 3-15 Hz T 0,16-0,06 sec Formaz. Serra Palazzo membro arenaceo, Flysch Numidico, (ALTERATI) D Vs > 550 m/s G0 > 450 MPa R > 9.000 m/s * kN/m3 Ed > 1.100 MPa Formaz. Serra Palazzo Flysch Rosso (INTEGRI) (substrato sismico Vs = 900 m/s) • Modulo di taglio a piccole deformazioni γt G0 = ––– * (Vs)2 [OHTA Y., GOTO N., 1978] g dove: γt = peso di volume naturale; g = accelerazione di gravità (9,81 m/s2). • Modulo di elasticità dinamico (1 + ν) * (1 – 2ν) Ed = Vp2 * ρ * _______________ 1– ν dove: Vp è la velocità delle onde longitudinali; ρ è la densità del terreno; ν è il modulo di Poisson. • Rigidità sismica R = γt * Vs definito come il prodotto della velocità per il peso su unità di volume del mezzo in cui l’onda si propaga, è un parametro strettamente legato alla amplificazione sismica locale: infatti l’incidenza dei danni tende a diminuire all’aumentare della rigidità sismica. • Frequenza e Periodo fondamentale dello strato 4*H Vs f = –––––; T = ––––– 4*H Vs dove: H è lo spessore dello strato Vs è la velocità delle onde di taglio Per la valutazione della funzione di amplificazione è stato utilizzato il modello che fa riferimento ad uno strato di terreno omogeneo visco-elastico poggiante su un substrato deformabile [MAUGERI M. et al., 1988]. In questa schematizzazione i valori di picco della funzione di amplificazione in corrispondenza delle frequenze naturali della copertura dipendono esclusivamente dal rapporto di impedenza e dal fattore di smorzamento. Per definire i rapporti di impedenza sismica, R substrato I = –––––––– R copertura bedrock-copertura sono stati utilizzati i valori delle velocità delle onde S delle quattro classi litotecniche, di cui A, B, C rappresentano la copertura e D il bedrock; considerando le tre possibili sovrapposizioni A/D, B/D e C/D i valori del rapporto di impedenza sono rispettivamente 2.2, 4.5 e 5.9 (Fig. 5). Fissato il fattore di smorzamento D pari a 5% i valori di amplificazione massima ottenuti sono 1,8 per la sovrapposizione delle classi litotecniche C/D, 2,4 per B/D e 4,1 per A/D. Con questo approccio sono state individuate tre zone, classificate sulla base della sensibilità alla Risposta Sismica Locale (RSL) Alta, Media e Bassa (Fig. 6). 6. RISPOSTA SISMICA LOCALE DI UN SOTTOSUOLO REALE La sola conoscenza della funzione di amplificazione non è sufficiente per determinare le caratteristiche del moto sismico alla superficie del terreno poiché non tiene conto in alcun modo delle frequenze dell’accelerogramma. È possibile caratterizzare la risposta sismica locale (RSL) di un sito disponendo di uno spettro di risposta di accelerazione associato ad un dato terremoto e ad un dato fattore di smorzamento superficiale, che includa l’effetto di amplificazione del terreno. Il moto sismico alla superficie del terreno è infatti fortemente condizionato dai parametri del moto atteso al substrato roccioso, cioè del terremoto di riferimento (RIM), il quale viene determinato considerando la sismicità storica del sito. Inoltre, una corretta valutazione della RSL non può prescindere da una modellazione realistica del sottosuolo in quanto le caratteristiche locali del sito condizionano, a parità di evento e di caratteristiche di propagazione, il moto sismico di input. Su questa base è stata effettuata una valutazione della RSL per via analitica di una verticale individuata nell’abitato di Ginestra (via Monticchio), riconducibile ad una situazione tipo che ricade nella zona a sensibilità Alta alla RSL (Tab. 2). 62 t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Fig. 5 - Curva teorica dell’amplificazione massima riferito allo smorzamento D = 5% al variare del rapporto di impedenza. Theoretical curve of the maximum amplification referred to the damping D = 5% versus impedance ratio. Tabella 2 - Caratterizzazione meccanica degli orizzonti individuati nella verticale di via Monticchio. Layers’ mechanical characterization along the Monticchio street vertical profile. Litologia γ (kN/m3) z (m) Vs (m/s) G0 (MPa) Ed (MPa) f (Hz) Coltre superficiale di alterazione 18 7 170 53 156 6 Membro argilloso-marnoso della Formazione Serra Palazzo (alterato) 19 5 220 94 274 11 Formazione Serra Palazzo integro (substrato sismico) 20 – 900 1651 4731 – L’analisi è stata effettuata utilizzando due modelli di rappresentazione del sottosuolo, a strati continui e a masse concentrate, in grado di simulare la risposta del sottosuolo al RIM applicato. Nel modello “a strati continui” il terreno è schematizzabile come un mezzo continuo multistrato, in cui ogni strato è assunto omogeneo ed a comportamento visco-elastico lineare; il modulo di calcolo utilizzato è SHAKE, che adotta l’analisi lineare equivalente [SCHNABEL P.B. et al., 1972; IDRISS J., SUN J.I., 1992]. Nel modello “a masse concentrate” il terreno viene suddiviso in strati in cui la stratigrafia viene ricondotta ad una serie di masse concentrate in corrispondenza della superficie degli strati e collegate tra loro da molle e smorzatori viscosi in modo da costituire un sistema a n gradi di libertà; il codice utilizzato per questo t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO modello è NERA [BARDET J.P., TOBITA T., 2001] di tipo non lineare incrementale. Per entrambi i moduli di calcolo è stato utilizzato un accelerogramma su roccia ricavato da un approccio probabilistico (Fig. 7). Per le simulazioni numeriche sono state adottate le seguenti ipotesi (modello monodimensionale): (1) stratificazione delle unità litotecniche e superficie del substrato sismico orizzontali; (2) volume di terreno considerato sufficientemente lontano dai fianchi delle unità, la pendenza dei quali deve inoltre risultare modesta in modo da rendere minimi gli effetti bidimensionali; (3) dimensioni orizzontali delle unità elevate rispetto allo spessore. 63 Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa 1) classe litotecnica A; 2) classe litotecnica B; 3) classe litotecnica C; 4) verticale sulla quale è stata effettuata un’analisi numerica per la valutazione della risposta sismica locale; 5) corpi di frana; 6) limite suoli urbanizzati e da urbanizzare. 1) Lithotechnical class A; 2) Lithotechnical class B; 3) Lithotechnical class C; 4) vertical profile used for the numerical analysis finalized to the local seismic response evaluation; 5) landslides; 6) urbanized and to urbanize soils’ boundary. Fig. 6 - Carta litotecnica e della potenziale amplificazione sismica ai fini della Microzonazione Sismica. Lithotechnical & potential amplification map finalized to the seismic microzonation. Fig. 7 - Accelerogramma artificiale. Synthetic accelerogram. Per quanto riguarda la caratterizzazione geotecnica dei terreni individuati nella verticale (Tab. 2) per entrambi i moduli di calcolo sono stati utilizzate le curve G/G0-γ e D-γ che rappresentano la variazione del modu- lo di taglio normalizzato e del fattore di smorzamento con la deformazione tangenziale (Figg. 8 e 9). In linea con i risultati di altri confronti effettuati tra codici lineari equivalenti e non lineari [LO PRESTI D. et al., 2002], l’analisi eseguita con SHAKE ha condotto ad una minore amplificazione del moto sismico di ingresso rispetto al modulo NERA (Fig. 10), confermando le osservazioni di OSHAKI [1982] nel caso di modesti valori dell’accelerazione di ingresso. Dal confronto delle funzioni di amplificazione elaborate con moduli SHAKE e NERA (Fig. 11) si evidenzia un andamento simile, con picchi che oscillano da 3,4 per il modulo SHAKE a 3,7 per il modulo NERA, registrati in corrispondenza del campo di frequenza 3-4 Hz. 64 t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Fig. 8 - Curve del modulo di taglio normalizzato relativo agli orizzonti individuati nella verticale Via Monticchio. Fig. 9 - Curve del rapporto di smorzamento relativo agli orizzonti individuati nella verticale Via Monticchio. Normalised shear modulus curves about the Monticchio street vertical profile layers. Damping ratio curves about the Monticchio street vertical profile layers. Fig. 10 - Spettri di risposta calcolati con i moduli SHAKE e NERA. Response spectra computed with SHAKE and NERA software. 7. CONCLUSIONI Per la valutazione della RSL del sito sono state applicate tre differenti procedure caratterizzate da criteri e grado di dettaglio differenti. Con la prima metodologia (RSL di un sottosuolo ideale) si assume la funzione di amplificazione come una proprietà del sito, espressa in funzione delle proprietà meccaniche del terreno e della loro geometria. Nel caso esaminato il terreno è stato rappresentato da uno t&a 1/2004 GENNAIO/MARZO strato omogeneo visco-elastico poggiante su substrato deformabile. Da questa metodologia si è ottenuta la “Carta litotecnica e della RSL ai fini della microzonazione sismica” che individua aree a differente sensibilità alla RSL. Per un’accurata valutazione del rischio sismico locale, che prende in considerazione le caratteristiche del moto sismico di ingresso al sito, si sono adottati due modelli numerici; il primo che rappresenta il sottosuolo a 65 Analisi dell’amplificazione sismica locale ai fini della pianificazione urbanistica. Caso di studio di Ginestra (PZ) nell’Appennino Meridionale Rosanna Caputo, Antonio Fiore, Simone Piedilato, Raffaele Sessa Fig. 11 - Funzioni di amplificazione elaborate con moduli SHAKE e NERA. Amplification function computed with SHAKE and NERA software. strati continui (codice di calcolo SHAKE) ed il secondo modello a masse concentrate (codice NERA). Nel caso esaminato è stata fatta la valutazione della RSL su una verticale avente una copertura costituita per i primi 7 m da coltre di alterazione e per 5 m dai termini argilloso-marnosi alterati della Formazione di Serra Palazzo ed un bedrock costituito dalla Formazione di S.P. integra, ricadente nella zona ad Alta sensibilità alla RSL. I due modelli numerici applicati sulla verticale di via Monticchio, caratterizzata da strati superficiali sovrastanti materiali ad alta rigidità, hanno simulato la risposta del sottosuolo al terremoto di riferimento applicato, confermando i valori di amplificazione ottenuti con la prima metodologia. L’impiego di analisi numeriche puntuali può quindi essere un’utile procedura per orientare correttamente la formazione di strumenti urbanistici particolareggiati, rappresentando inoltre una valida metodologia per ottenere come prodotto finale la Carta di Microzonazione Sismica. BIBLIOGRAFIA BARDET J.P., TOBITA T. 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