La ricerca - CGIL Basilicata

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La ricerca - CGIL Basilicata
BASILICATA
La FIAT-SATA e l’indotto
nella crisi:
analisi, prospettive e proposte
Melfi, 24 luglio 2012
La FIAT SATA di Melfi: l’occupazione e il ricorso alla cassa integrazione
Ad oggi lo stabilimento FIAT-SATA impiega 5.565 dipendenti, di cui 488 impiegati. Da
gennaio 2011 l’azienda ha fatto costantemente ricorso alla cassa integrazione
ordinaria (cigo). Da ottobre 2011 l’intensificarsi del ricorso alla cigo ha, di fatto,
portato lo stabilimento a lavorare solo 3 giorni la settimana.
Nel 2011 l’azienda ha fatto ricorso a 15 settimane di cassa integrazione ordinaria per
un totale di 74 giorni. Nel 2012 l’azienda ha continuato a lavorare su 3 giorni la
settimana: le settimane di cigo fino al 24 agosto saranno già 17, per un totale di 85
giorni non lavorati dall’inizio dell’anno.
Sulla base di questi dati, sommando le settimane del biennio, si tratta già di 32
settimane che potrebbero determinare nell’immediato futuro, stante gli attuali volumi,
al passaggio dalla cigo alla cassa integrazione straordinaria (cigs), come del resto
hanno già fatto alcune aziende dell’indotto.
Produzione
Per quanto riguarda la produzione al 30 novembre 2011 la Grande Punto aveva
raggiunto quota 1.692.420. Dall’inizio della produzione (1994) alla stessa data lo
stabilimento aveva prodotto 5.363.998 auto, un numero comprensivo dei diversi
modelli della Punto e della Lancia Y.
Da gennaio a luglio 2012 la produzione giungerà intorno alle 100 mila vetture con una
proiezione a fine anno di circa 150 mila vetture contro le 234 mila del 2011; nel 2007 lo
stabilimento superava ancora le 300 mila vetture.
Terziarizzazioni di attività e di dipendenti
Sono passati nel marzo 2011 dalla SATA alla SIRIO, società del gruppo che si occupa
della sorveglianza e del pronto intervento incendi, 65 dipendenti.
Attualmente oltre a questa esternalizzazione vanno considerate quelle avvenute
all’inizio degli anni duemila:
PPG Service
gestione centrale vernice
17
Fenice Dipartimento Clienti
gestione servizi energetici e impianti
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All’interno della SATA operano, inoltre, stabilmente le società COMPASS per il servizio
mensa, De Vizia per le pulizie industriali, ISCOT per le pulizie civili e la società
cooperativa Domino per il carico delle auto sui treni e sulle bisarche e per altre attività
di spedizione. Si tratta nel complesso di un totale di circa 350 lavoratori:
azienda
attività
dipendenti
ISCOT
pulizie civili
190
De Vizia
pulizie industriali
60
COMPASS
servizio mensa SATA e indotto
34
Domino1
spedizioni e carico
64
L’azienda De Vizia da due anni sta ricorrendo alla cigo e ad un contratto di solidarietà
che prevede la riduzione di un’ora al giorno di lavoro per ogni dipendente quando lo
stabilimento è in produzione. La ISCOT segue la SATA a rotazione per quanto riguarda il
ricorso alla cigo, ma ha dichiarato un esubero di 30 unità che è stato tramutato in
ricorso alla cigs per 12 mesi. La COMPASS segue l’andamento della Fiat per quanto
riguarda la cigo, ma potrebbe avere problemi di esubero.
Turni di produzione
L’attuale turnistica per la SATA di Melfi è organizzata su 15 turni su 5 giorni lavorativi,
dal lunedì al venerdì, come previsto dagli accordi vigenti firmati unitariamente dalle
organizzazioni sindacali.
Per quanto riguarda le aziende dell’indotto tutte fanno ancora ricorso al terzo turno di
produzione (quello di notte) con l’eccezione della Commer TGS che non effettua più il
terzo turno da maggio 2012. In questo quadro va poi aggiunto che Gir Sud da un anno
mantiene una produzione minima sul terzo turno e PROMA SSA ha ridotto di metà il
terzo turno da settembre 2011 ad aprile 2012, per ristabilirlo regolarmente solo da
maggio di quest’anno.
Investimenti
1
La società lavora in sub-appalto per conto della SADA, società di logistica e trasporti.
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Gli ultimi investimenti effettuati in SATA pari a 600 milioni di euro,risalgono al 2005,
come sancito nell’accordo del 10 maggio 2004 in Confindustria a Roma in seguito al
lancio della Grande Punto. Nell’aziende dell’indotto gli investimenti più recenti
risalgono al settembre del 2009 con il restyling della Grande Punto.
Solo alla fine del 2011 Sistemi Sospensioni ha effettuato nuovi investimenti in
relazione alla produzione della Nuova Panda a Pomigliano con l’assunzione di 30 unità
delle 40 previste, con contratto di apprendistato.
Gli addetti nel sito SATA e nell’indotto di primo livello e i rischi per l’occupazione
Attualmente tra FIAT e indotto lavorano all’incirca 9 mila addetti. Solo nel sito SATA,
tra dipendenti FIAT, le tre società terziarizzate (SIRIO, PPG e Fenice Energia) abbiamo
poco più di 6 mila dipendenti, comprensivi dei dipendenti delle aziende di servizio
(mensa e pulizia) che operano esclusivamente per SATA e per l’indotto.
Nelle 18 aziende dell’indotto di primo livello, che con l’eccezione della FDM (logistica)
sono tutte aziende di assemblaggio che costituiscono l’indotto storico dello
stabilimento, i dipendenti sono scesi a poco più di 2.500 contro i 3.100 del decennio
scorso.
A queste aziende dobbiamo sommare quelle prevalentemente di logistica nate negli
ultimi anni (M Logistica, Logistica MV e Mossucca) dove non si superano i cento
addetti; completano il quadro delle aziende presenti a San Nicola di Melfi la Commer
TGS, azienda di secondo livello, con poco più di cento addetti e le società SERENE
(gruppo Fiat) con altri 20 addetti che gestiscono la centrale elettrica e la società Fenice
(gruppo EDF) che gestisce il termodistruttore con poco più di 50 unità e che smaltisce i
rifiuti industriali della Fiat.
Il quadro si completa con altri 200 addetti distribuiti nelle 4 aziende di primo livello
localizzate in altre aree industriali della regione. Anche se tra queste compare la PCMA
(gruppo Magneti Marelli) di Pisticci che proprio di recente ha dichiarato la cessazione
con la conseguente messa in mobilità dei suoi 81 dipendenti.
Solo qualche giorno fa la Commer TGS ha aperto la procedura per la messa in mobilità
di 40 dipendenti dei 106 complessivi motivandolo con la riduzione permanente dei
volumi Fiat-SATA e Pomigliano.L’azienda produce sin dall’inizio (1994) le imbottiture in
poliuretano espanso per i sedili che sono poi assemblati dalla Lear di Melfi e dalla Lear
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di Pomigliano, in anni passati anche la stessa produzione avveniva anche per il Ducato
prodotto dalla SEVEL (gruppo FIAT) in Abruzzo.
A questo si aggiunga che già dallo scorso anno 6 aziende (Benteler, Commer TGS, Gir
Sud, HT&L Fitting, PROMA SSA, Stampiquattro e Ti Group) sono già passatedalla cassa
integrazione ordinaria a quella straordinaria a rotazione per i loro 711 dipendenti.
Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria rappresenta un chiaro segnale di
criticità per le imprese, che non dipende più da eventi temporanei dovuti al calo
delle vendite e quindi delle commesse, ma ad uno stato di difficoltà sotto il profilo
industriale dovuto anche al fatto, che ad oggi, non ci sono indicazioni sul piano
industriale da parte di Fiat in relazione alle produzioni per l’immediato futuro.
Sulla base dei dati prima riferiti in relazione alle produzioni di SATA per il 2012 e di una
così forte riduzione dei volumi rispetto alle 300 mila e passa vetture prodotte nel
periodo ante-crisi, possiamo dedurre che il taglio del 40% della forza lavoro avviato
con la richiesta di mobilità da parte della Commer TGS, se venisse esteso alle altre
aziende dell’indotto, si tradurrebbe in una riduzione della forza lavoro dell’indotto FIAT
di Melfi di circa 1.000lavoratori solo nell’indotto di primo livello e a cascata per le altre
aziende che operano nel sito, nell’attività di servizi e negli altri stabilimenti legati a Fiat
SATA, per altri 200 lavoratori, come riportato nella successiva tabella 1.
Questa situazione di criticità delle aziende dell’indotto di primo livello di Melfi si è
inoltre aggravata con la riduzione delle produzioni destinate agli altri stabilimenti
italiani della Fiat, a conferma dell’inconsistenza del programma Fabbrica Italia, e per il
fatto che le aziende localizzate a Melfi hanno continuato a lavorare esclusivamente per
la SATA e solo in poche eccezioni per altre case automobilistichestraniere o per
stabilimenti esteri della Fiat. Tra l’altro il trasferimento della produzione dellaNuova
Lancia Y in Polonia ha messo termine anche a quelle produzioni in precedenza
destinate allo stabilimento di Termini Imerese su cui erano impegnate fino alla fine
dello scorso anno 8 aziende dell’indotto di Melfi (Benteler, HT&L, Johnson Controls,
Mubea, PCMA, PROMA, Stampiquattro e Zanini).
Ma se consideriamo la stessa FIAT SATA e le aziende che operano direttamente
all’interno del sito per le attività di pulizia, manutenzione, mensa, ecc., esiste il rischio
concreto che si concretizzi una produzione di auto che determini un fabbisogno di
manodopera pari solo a due turni giornalieri. In altri termini esiste un rischio
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relativamente al ricorso alla cassa integrazione straordinaria anche per la SATA di
Melfi, come già scritto in precedenza.
Tab. 1 – Livelli occupazionali e rischio riduzione del numero di addetti
Aziende
Occupati
Stima rischio
occupazionale
FIAT SATA (sito)
6.021
1.300
Aziende indotto 1° livello Melfi
2.523
1.000
Aziende indotto 2° livello e logistica Melfi
205
100
Aziende localizzate in altre aree industriali
204
100
Totali
8.953
2.500
Questo rischio va compreso anche nel quadro degli investimenti esteri di FIAT a
partire da quanto sta accadendo nello stabilimento FIAT di Kragujevac in SERBIA
dove l’azienda sta concludendo l’allestimento delle linee di produzione di auto dello
stesso segmento “B” attualmente assegnato a Melfi, con il supporto di personale
della FIAT SATA e delle aziende dell’indotto di Melfi.
Nella tabella 2 è contenuto un quadro riepilogativo delle aziende per tipo di attività,
numero di dipendenti e ricorso alla mobilità e alla cassa integrazione straordinaria.
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Tab. 2 – Quadro delle aziende e dell’occupazione del sito FIAT di Melfi e dell’indotto regionale
Azienda
Attività
Numero
Addetti in
Addetti in
dipendenti
mobilità
cigs a
rotazione
Sito SATA
6.021
FIAT SATA
Assemblaggio vetture
5.565
Sirio
Vigilanza e antincendio
65
PPG
Gestione centrale vernice
17
Fenice Dip.
Gestione servizi energetici
56
ISCOT
Pulizie civili
160
De Vizia
Pulizie industriali
60
COMPASS
Servizi di ristorazione
34
DOMINO
Servizi di logistica
64
Indotto di primo livello Z.I. San Nicola di Melfi
2.523
Benteler
Produzione di assali
133
EMARC
Canalino contorno porta
15
FDM
Servizi di logistica
34
Gir Sud (ex Mecoflex)
Leveraggio comandi flessibili
78
8
H&TL
Montaggio ruote
41
8
INCOMES
Assemblaggio alzacristalli
82
Johnson Controls
Pannelli porta
155
LEAR
Assemblaggio sedili
485
5
MAC (ex OSL)
Stampaggio
156
Sistemi Sospensioni
Ammortizzatori e traverse
177
Componenti Zanini
Copri ruota
49
PCMA (ex Ergom)
Particolari in plastica
524
MUBEA
Barra stabilizzatrice e molle
39
PROMA
Stampaggi vari, telai sedili
211
30
Stampiquattro
Stampaggio fiancate
101
15
T Group
Performazione tubi freno
22
15
Tiberina
Stampaggio e lastratura
105
Tower
Stampaggio e lastratura
116
Indotto di secondo livello e servizi di logistica
205
Commer TGS
Imbottitura sedili per LEAR
112
40
M. Logistica
Sequenziamento fanali presso
42
ex stabilimento CF Gomma,
sub-appalto CEVA Logistic
Logistica MV
Noleggio e manutenzione
19
muletti per SATA e indotto
Mossucca
Imbustaggio e trasporto e
12
gestione magazzino presso
Commer TGS
SERENE (gruppo FIAT)
Gestione centrale termica
20
Stabilimenti fornitori di FIAT SATA localizzati in altre
204
aree industriali della regione
IMM Tito
Stampaggio e taglio lamiere
41
5
SCM Tito
Pedaliere
60
PCMA Pisticci
Particolari in plastica
81
81
CLN Atella
Stampaggio e taglio lamiera
22
Totali
8.953
134
73
Fonte: ns. elaborazione su indagine dirette e Confindustria sulla base delle comunicazioni relative al
ricorso alla cassa integrazione ordinaria da parte delle aziende.
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2. Le analisi e le proposte della FIOM e della CGIL Basilicata
2.1 L’analisi
Partendo dalla valutazione che negli ultimi anni è stato più volte rilevata l’assenza di
una politica industriale, e considerato l’attuale scenario di crisi del settore auto in una
congiuntura economica complessa occorrono interventi urgenti ed investimenti
adeguati. Da un lato è necessario nel breve medio periodo affrontare la situazione
occupazionale mediante ammortizzatori sociali che impediscano la perdita di posti di
lavoro, ma anzi prevedano la conservazione delle professionalità con strumenti quali i
Contratti di Solidarietà, evitando la precarietà attraverso il miglioramento della qualità
del lavoro, dall’altro mettendo in campo per il FUTURO del settore dell’auto alcune
SCELTE STRATEGICHE in grado di indicare LINEE di SVILUPPO meno improvvisate e
consapevoli delle principali tendenze di mercato, delle possibili nuove domande e delle
strategie a livello internazionale anche con il coinvolgimento diretto nel nostro paese
di Gruppi esteri.
Il settore dell’automotive rappresenta in Basilicata un comparto che occupa tra FIAT
SATA e INDOTTO di primo, secondo e terzo livello di fornitura circa 9.000 addetti, una
quota particolarmente consistente del settore manifatturiero, pari quasi a un terzo
dell’occupazione complessiva.
Le prospettive di espansione sui cosiddetti mercati emergenti sono forse l’occasione
per chiedersi cosa è e cosa sarà l’industria dell’auto nel Mezzogiorno, vista la quasi
ormai completa “meridionalizzazione” delle attività di produzione del gruppo Fiat.
Consapevoli che questo processo ha riguardato finora quasi esclusivamente
l’assemblaggio dell’autoveicolo - se si fa eccezione per alcuni componenti specifici (es.
lo stampaggio) prodotti negli indotti del Mezzogiorno – e che buona parte delle
forniture che interessano gli stabilimenti meridionali della Fiat, continuano a provenire
da imprese localizzate nelle regioni settentrionali e, sempre più spesso, dall’estero.
Una tendenza quest’ultima, che forse si accentuerà nel prossimo futuro, indebolendo
ulteriormente il settore della componentistica autoveicolare meridionale.
In questo scenario quale ruolo potrà ricoprire l’industria automobilistica presente oggi
nel Mezzogiorno, considerato che le attività di sviluppo, ricerca e progettazione
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restano allocate altrove e spesso esternalizzate da Fiat ad altre società italiane ed
estere?
Se la crescita dei mercati emergenti avrà sicuramente effetti dirompenti sulle strategie
di investimento e sulle dislocazioni produttive della Fiat, effetti non meno rilevanti si
avranno conseguentemente sull’occupazione. Occorre allora attrezzarsi per tempo.
In altri termini l’industria dell’auto e della componentistica sono destinate nel
Mezzogiorno a sopravvivere e a rimanere ancorate ad un ruolo puramente
“manifatturiero”, e fino a quando? E' non è forse giunto il momento di aprire una più
generale vertenza sulla filiera dell'automotive meridionale che possa gravitare intorno
a Melfi?
Per quanto fortemente ridimensionata negli ultimi anni, l’occupazione legata al settore
auto rimane ancora quantitativamente rilevante: è necessario prevedere allora
processi di riqualificazione delle produzionie del lavoro che contribuiscono alla
realizzazione di prodotti sempre più innovativi, meno impattanti sull’ambiente e a più
basso consumo, come il mercato Europeo dell’auto sembra indirizzarsi.
Se negli ultimi anni è stato più volte rilevata l’assenza di una politica industriale, per il
FUTURO del settore dell’auto oggi sono ineludibili alcune SCELTE STRATEGICHE in
grado di indicare LINEE di SVILUPPO meno improvvisate e consapevoli delle principali
tendenze di mercato, delle possibili nuove domande e delle strategie aziendali a livello
internazionale.
Poiché il settore dell’auto, nonostante sia considerato un settore maturo, rappresenta
ancora un mercato dagli alti volumi e la cui competizione è giocata sempre più sul
miglioramento della qualità del prodotto, è nostra convinzione che i nuovi
INVESTIMENTI nel Mezzogiorno ed in Basilicata per il settore auto (SATA e INDOTTO)
debbano avere come obiettivo quello di garantire la presenza di produzioni a maggiore
valore aggiunto che intercettino processi e domande future, anche a partire dalla
mobilità sostenibile, dall'evoluzione delle stesse città intelligenti, dall'esigenza di
sviluppare una filiera dell'energia rinnovabile connessa alla propulsione (idrogeno).
Tendenze che richiederanno una trasformazione del concetto stesso di automobile, dei
modelli, del design, dei materiali.
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2.2 Le proposte per il settore auto
Alla luce dei risultati importanti realizzati in questi anni la FIOM e la CGIL di Basilicata
valutano insuperabile il terreno della contrattazione per realizzare accordi, che
regolamentano i diritti sindacali dei lavoratori sull’attività lavorativa e salariale, e la
strategicità della presenza dei propri delegati in tutte le aziende del settore auto. Oggi
è indispensabile, come previsto dall’Accordo del 28 Giugno 2011, la definizione di
regole democratiche per le elezioni delle RSU in modo proporzionale e con modalità di
coinvolgimento dei lavoratori attraverso il voto sul mandato di costruzione delle
piattaforme e la validazione democratica degli accordi da parte degli stessi,
impegnando anche le controparti datoriali ad evitare la pratica degli accordi separati e
prendendo atto dell’ultrattività del CCNL unitario del 20 Gennaio 2008 attraverso 3
questioni fondamentali.
1.
Investimenti e occupazione: gli investimenti annunciati per gli stabilimenti
italiani dal Piano Industriale 2010-2014, di cui ad oggi non si conoscono tuttavia ancora
i dettagli, non potranno basarsi solo sull’ipotizzato aumento dell’intensificazione
produttiva, ma dovranno riguardare anche la qualità del prodotto ed in particolare la
progettazione e l’effettiva produzione di autoveicoli innovativi dal punto di vista della
motorizzazione poiché solo sulla componente dell’innovazione di prodotto si giocherà
la vera competitività dei prossimi anni tra le principali case automobilistiche.
Allo stesso modo, come sostiene ormai da tempo la FIOM e la CGIL, lo Sviluppo
dell'indotto di Melfi dovrà orientarsi sempre di più verso il campo della Ricerca e
dell’Innovazione al fine di favorire, anche in Basilicata, lo “Sviluppo di un polo
Industriale”che coniughi la presenza di lavorazioni tradizionali con l’attività di Ricerca
sui nuovi materiali e sulla produzione di automobili a basso impatto ambientale,
evoluzione tecnologica naturale della propulsione a metano. Con un progetto che
apra una forte relazione in termini di filiera meridionale dell'automotive,
connettendo le produzione di Termoli a quelle di Bari, dalla Campania a Melfi,
accettando la sfida di fare dell'Italia un paese produttore e non solo cliente delle
future automobili a basso impatto ambientale (oggi a metano, domani anche in
connessione con un circuito di produzione di energie rinnovabili per nuove forme di
propulsione a partire dall'idrogeno). Detto in altri termini tutto ciò che può in termini
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di investimenti, formazione, maggior specializzazione dell'indotto, andare verso il
potenziamento delle attività di Ricerca, Sperimentazione e Progettazione sui nuovi
materiali relativamente alla scocca dell’auto e su nuova propulsione (anche attraverso
una più strutturale e coordinata attività do collaborazione con l’Università di Basilicata
e con altri organismi di ricerca esistenti in Regione e nel resto del Mezzogiorno, per
esempio l'Università dell'Idrogeno di Bari) è un passo nella direzione giusta che come
Fiom e Cgil Basilicata riteniamo debba cominciare a farsi senza più perdere ulteriore
tempo.
2.
Relazioni industriali: l’esperienza contrattuale degli ultimi anni a Melfi indica
che quando si accetta l’elemento della contrattazione come strumento della
mediazione dei diversi interessi in campo (lavoratori e azienda) è possibile trovare le
eque soluzioni organizzative e produttive in grado di coniugare gli obiettivi
dell’impresa con le richieste dei lavoratori a tutela dei diritti e delle loro condizioni di
lavoro.
Per questo motivo il Piano di Investimento e Sviluppo del comparto della
componentistica a Melfi non può essere subordinato ad una logica esclusivamente
aziendale ed autoritaria senza riconoscere il ruolo effettivo della contrattazione tra le
parti. A questo proposito la FIOM e la CGIL di Basilicata ribadiscono che è necessario
riaffermare una concezione democratica dell’industria, che né fa il luogo della
mediazione sociale tra imprese e lavoratori, proponendo come terreno di confronto
l'esigenza di fare massa critica per lo sviluppo di una nuova strategia industriale per il
rilancio della presenza dell'automotive nel Sud e a Melfi, assumendo come terreno
comune i 2 punti seguenti.
3.
Produttività e competitività: Il comparto “automotive” di Melfi (SATA e
INDOTTO) con una produzione di 72 vetture per occupato si colloca già oggi ai primi
posti per livelli di produttività tra gli stabilimenti automobilistici a livello Europeo.
Ciò significa che ulteriori ed eventuali incrementi di produttività non potranno
ricercarsi nell’intensificazione ulteriore dei ritmi di lavoro, ma solo su nuovi
investimenti e sull’aumento dell’occupazione anche al fine di non compromettere
ulteriormente le condizioni di salute dei lavoratori che finora vi hanno concorso in
maniera determinante (si vede la scheda allegata produttività e produzioni FIAT SATA).
Relativamente al comparto della componentistica occorre quindi nel breve periodo:
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 sostenere l’acquisizione di produzioni e/o lavorazioni nel secondo e terzo livello
di fornitura da parte di imprese locali, lavorazioni e produzioni attualmente
allocate da parte dei capi commessa fuori regione e all’estero o acquisiti da
altre aziende che spesso non hanno sede né in Basilicata né nel resto del
Mezzogiorno, questo al fine anche di avviare un processo positivo di
trasferimento di know-how di prodotto e processo;
 potenziare e qualificare le piccole imprese, spesso artigiane che sono attive nei
c.d. servizi indiretti, in particolare nella manutenzione impianti, nella logistica,
nell’impiantistica generale (elettrica, acqua, energia in generale) e nei servizi
commerciali (in questo caso forse del tutto assenti) e che, ad oggi,
rappresentano le esigenze maggiormente avvertite dalle aziende dell’indotto.
Questo con l'obiettivo anche di rafforzare ulteriore massa critica e alleanze
sociali intorno al nostro progetto;
 per i volumi produttivi allocati a Melfi e in previsione delle ricadute del nuovo
Piano Industriale FIAT si deve puntare all’insediamento di nuove aziende
fornitrici di primo livello, anche in aree industriali diverse da quella di Melfi.
Questo processo di estensione e localizzazione di una parte aggiuntiva della
componentistica in Basilicata potrebbe essere agevolato in questo dalla
riduzione dei costi di trasporto e da quelli energetici. La localizzazione più
prossima di questi nuovi stabilimenti potrebbe, del resto, assicurare una più
certa e tempestiva attività di consegna dei materiali nell’ottica del just in time,
diversamente da ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro;
 vanno sostenute le aziende metalmeccaniche specializzate nella meccanica di
precisione che attualmente godono di un portafoglio clienti diversificato nel
settore della componentistica, fattore che ha contribuito ad accrescere le
quote di produzione destinate all’esportazione;
 incentivare la diversificazione produttiva (quindi non solo settore auto, ma
anche altri mezzi di trasporto, elettrodomestici, edilizia ed altri) per limitare il
grado di esposizione nei confronti di un solo settore, che spesso si caratterizza
anche per la presenza di un solo committente e perché, nella specializzazione
sui nuovi materiali, vi possa essere una capacità di esportare maggiore;
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 incentivare le aggregazioni tra grandi, medie e piccole imprese del settore per
attivare la collaborazione con gli atenei e i centri di ricerca pubblici e privati sul
piano dell’attività di ricerca e sviluppo, questo anche per accompagnare
possibili evoluzioni tecnologiche oggi solo in parte prevedibili.
Dentro questo scenario deve essere nostro obiettivo aprire tutti gli spazi possibili di
confronto e contrattazione con le imprese del settore auto e Confindustria per
rafforzare la proposta di Fiom e Cgil Basilicata, per giungere ad un accordo che,
partendo da una nostra disponibilità al confronto su modelli organizzativi volti a
favorire gli investimenti e che migliorano le condizioni di lavoro su impegni sulla
formazione, sulla programmazione di specifici investimenti, su una comune strategia
per la diversificazione e il rilancio del settore auto , anche in termini occupazionali,
segni un avanzamento politico della nostra impostazione.
Potenza 24 Luglio 2012
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