Berlino la città amica

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Berlino la città amica
Unità
12
I TEMI: viaggio in europa
Romeo Bassoli
Berlino la città amica
Sì, è vero, fa freddo, ma Berlino è una città che sa essere amica dei
bambini anche sottozero. Perché i suoi laghi e i suoi canali ghiacciano,
consentendo ai ragazzini di pattinare, di fare bici-slitte, di giocare a
hockey. Quando ghiaccio e neve mancano, la capitale tedesca offre
parchi, foreste, canali navigabili, laghi a est e soprattutto a ovest, là
dove il fiume Sprea si allarga a formare anse e slarghi. Questa è la
città che ha la più alta quantità di biciclette per abitante del mondo,
ottanta “due ruote” ogni cento abitanti. Più che a Pechino, immaginate. Lo stesso per le barche. Neanche fossimo a Venezia o in una
città marinara.
Ma Berlino è amica dei bambini anche perché si organizza per farli
vivere bene. I suoi bambini e quelli degli altri. La tradizione, l’usanza
consolidata, è che dalla prima elementare in poi si va a scuola da soli.
È vero, gli edifici scolastici sono molti in questa città e, quindi, è statisticamente facile averne uno vicino a casa. Ma, in ogni caso, nei
pressi delle scuole le automobili berlinesi sono costretti a non superare i trenta chilometri all’ora, i vigili-bambini con la fascia e la paletta
funzionano regolarmente per far attraversare la strada ai compagni di
scuola, e gli stessi automobilisti sanno che, nella mezz’ora attorno
all’orario di apertura delle scuole, bisogna guidare con prudenza. E lo
fanno.
È di questo clima generale kinderfreundlich, amichevole verso i bambini, che si può godere andando a Berlino con i propri figli.
Prima di tutto, il verde. Ce n’è tanto, e si allarga fin dentro il tessuto
urbano, ma trova i suoi punti migliori nei pressi degli specchi d’acqua.
C’è solo da noleggiare biciclette e barche, e il gioco è fatto. Ma se capitate in giornate fredde o troppo umide o piovose, allora c’è la città
ad accogliervi. Con i musei, i cinema, i teatri.
Passo indietro. Arrivando a Berlino, credo sia necessario compiere due
riti iniziatici. Il primo, andare alla Porta di Magdeburgo, vedere quel
che resta del Muro e spiegare ai bambini che cosa è stato questo luogo
per quarant’anni, raccontare dell’infelicità di una città divisa in due,
della guerra, del mondo spaccato e della felicità dell’oggi, delle colpe
superate dalle nuove generazioni, del mutamento che spegne le passioni del passato e ne anima di nuove.
Il secondo rito è salire sulla torre della televisione ad Alexanderplatz.
È alta trecento metri e da lassù si vede tutta la città e oltre. È un po’
come andare sulla torre Eiffel a Parigi.
Berlino è città di cultura. E amica dei bambini. Queste due caratteristiche fuse assieme danno la possibilità ai più piccoli di visitare una
buona dozzina di musei senza annoiarsi: c’è il Museo della Scienza
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(con un reparto, lo Spektrum, dove è possibile fare esperimenti di
elettricità, magnetismo, ottica eccetera), quello di Scienze umane (dove si trovano maschere e costumi di tutto il mondo), di Etnologia
tedesca, Preistorico, Storico della Città di Berlino, delle Bambole, della Scuola, dello Sport, persino dello Zucchero.
In tutti questi musei esistono programmi per i più piccoli che vanno
dalle visite guidate alle guide scritte per loro (a volte in lingue diverse
dal tedesco).
Lo stesso discorso vale per i teatri e i cinema. A Berlino c’è una quantità incredibile di teatri che programmano spettacoli per l’infanzia:
vengono sovvenzionati con i soldi pubblici proprio perché svolgano
questo compito. I cinema, poi, hanno una sorta di obbligo di programmare ogni giorno almeno uno spettacolo di cartoni animati. Telefonando dalle 10 alle 16 al numero 3019008 è possibile sapere quando
e dove.
Infine, il cibo. In tutta la Germania c’è quasi sempre nei ristoranti un
menu riservato ai bambini. Certo, è cibo abbastanza terrificante per
un adulto. In genere si tratta di patatine fritte, pasta al pomodoro (su
cui qualsiasi italiano avrebbe qualcosa da dire), fette di carne impanate e fritte, bastoncini di pesce surgelati. Ma non basta. Spesso i ristoranti prevedono anche un angolo, una stanza, uno spazio riservato ai
giochi dei più piccoli. A Berlino, ad esempio, c’è il ristorante Charlottchen, a Charlottenburg, che è attrezzato con una sala dove si può
giocare a palla, con lo scivolo o mettere in scena un piccolo spettacolo teatrale.
Questo, dunque, il clima della città. Ma vale la pena segnalare anche
tre iniziative. La prima è il FEZ, un’istituzione ereditata dalla Ddr, cioè
dalla ex Germania Est: è una sorta di città dei bambini e dei ragazzi
situata nei boschi di Wuhlheide, nella zona orientale. Vi si tengono
spettacoli teatrali a cui, volendo, si può partecipare (e con un po’ di
intraprendenza si può anche organizzare una partecipazione del proprio figlio a uno spettacolo in una lingua a lui straniera: basta trovargli una parte in cui deve dire pochissimo o nulla), manifestazioni di
canto, concerti (portando uno strumento si può dare il proprio contributo, tanto la musica suonata va da quella classica, al rock al pop),
lettura in pubblico di libri per bambini, corsi di computer, ceramica,
mosaico. C’è anche un trenino gestito dai ragazzi, che fanno i macchinisti e i capostazione di questa piccola rete ferroviaria a scartamento ridotto. Volendo, si può campeggiare sul posto.
La seconda istituzione è la Jukuz, e si trova a Berlino ovest, nei pressi di Kreuzberg. È, questo, un quartiere dove si trovano molti immigrati, turchi soprattutto ma non solo. Vi si organizzano una serie di
iniziative di scambio tra culture diverse. È possibile, per un bambino
turista, incontrare altri bambini che parlano la sua stessa lingua, immigrati in Germania, e con loro fare musica, teatro o frequentare la-
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boratori d’arte. Qui si può fare anche televisione, nel senso che si
organizzano équipe di ragazzini che, armati di telecamera, possono
non solo registrare su cassetta interviste o spettacoli, ma sono anche
in grado di trasmettere in diretta il loro lavoro in una struttura di video
a circuito chiuso.
Infine, la terza istituzione, quella dell’Atrium, a Reinickendorf. Qui,
come dice il nome, si fa teatro per bambini, si leggono libri, si insegna
a fare il mimo, l’acrobata o la danza creativa. Un ultimo consiglio: gli
alberghi a Berlino sono cari o brutti. Meglio, molto meglio affittare
una casa, magari nel verde di Spandau da dove si può prendere una
velocissima metropolitana per il centro.
R. Bassoli, Portiamo anche i bambini, Feltrinelli