NOTIZIE - Casagit

Transcript

NOTIZIE - Casagit
SOMMARIO
PAG. 7
Scenari
NOTIZIE
ANNO XXXX - N. 1
Fondo Sanitario
Confcommercio
accordo con CasagitServizi
Febbraio 2016
PAG. 9
Professione
Giulietti presidente Fnsi:
le nuove sfide
dei giornalisti italiani
PAG. 10-13
Profilouno
Cosa cambia
nel 2016:
le ragioni
di qualche
sacrificio
PAG.20
CasagitServizi
A Roma il primo
Poliambulatorio Casagit
aperto al pubblico
Per esserci
dopodomani
PAG. 22
I nostri enti
Enrico Castelli
è il presidente
del Fondo Complementare
di Previdenza dei giornalisti
CN
EDITORIALE
CASAGIT NOTIZIE
Per esserci dopodomani
di Daniele Cerrato
Presidente Casagit
Esserci dopodomani è cruciale perché oggi
siamo importanti, ieri eravamo decisamente
utili e domani potremmo essere indispensabili.
Un gioco di parole può confondere più che aiutare, provo a spiegarmi meglio. Siamo importanti perché integrativi rispetto a un Ssn che
lascia ampi spazi al cosiddetto “out of pocket”,
la spesa che i cittadini devono sopportare privatamente per avere una prestazione sanitaria nei
tempi e nei modi desiderati. L’Istat nel suo ultimo rapporto sulla salute in Italia parla di un
40% di italiani che hanno dovuto abbandonare il Servizio sanitario per una cura, un esame
o una visita. Hanno pagato di tasca propria per
avere un’alternativa. Gli iscritti alla Casagit
hanno da sempre un alleato per annullare o
quantomeno minimizzare questa spesa. Nel
bilancio 2014, l’ultimo “chiuso”, abbiamo
visto dove stiamo sostituendo di più il Ssn: per
la prima volta la spesa per esami e visite ha
superato quella dei ricoveri. Tutta colpa dei
tempi d’attesa per avere un appuntamento,
tempi che difficilmente miglioreranno con la
rimodulazione di 208 prestazioni ambulatoriali e diagnostiche annunciata dal Ministero
della salute. Già oggi la Casagit destina il 55%
dei proprii rimborsi a prestazioni tipiche del
Ssn, quelle stesse che dovrebbero essere offerte in
tempi ragionevoli, se non addirittura utili. Per
mantenere efficiente questo sistema di protezione abbiamo dovuto mettere a punto alcune
misure di salvaguardia dei conti e darci una
prospettiva di sviluppo nel prossimo quinquen-
CN
CASAGIT N O TIZ IE
2
PERIODICO
ANNO XXXX - N. 1
Febbraio 2016
Editore:
CASAGIT
Cassa Autonoma di Assistenza
Integrativa dei Giornalisti Italiani
“Angiolo Berti” Via Marocco, 61
00144 - Roma
Finito di stampare: Febbraio 2016
Registrazione:
Tribunale di Roma
N. 233 del 08.06.2005
SEMESTRALE
DI INFORMAZIONE
DELLA CASAGIT
nio. Lo abbiamo fatto senza toccare l’impianto
generale della Cassa, senza intervenire sui
“fondamentali” di solidarietà e vicinanza a
colleghe, colleghi e loro famigliari. Le misure
adottate, reversibili a fronte di un miglioramento dello scenario, intervengono su alcune
voci dell’assistenza (per il dettaglio vedere le
pagine centrali di questo giornale) sostanzialmente chiedendo una partecipazione su alcune
spese sanitarie che dovessero rendersi necessarie.
Da un punto di vista tecnico abbiamo individuato i capitoli sui quali concentrarci partendo dai dati, sempre attendibili, dei nostri “uffici”, dalle tendenze individuate dall’Attuario
sul futuro della categoria e dall’osservazione
dei cicli di spesa degli ultimi anni. Ne abbiamo ragionato in Cda con Direzione generale e
capiservizio, con i nostri consulenti, le nostre
Commissioni, con i Fiduciari, con le Consulte
(Milano e Roma in primis poi Venezia, Torino,
Genova, Perugia, Bologna, Bolzano e altri
incontri sono in corso di svolgimento) e la
Giunta della Federazione Nazionale della
Stampa allargata a Segretari e Presidenti delle
Associazioni. Solo dopo il confronto con
l’Assemblea Nazionale dei Delegati di inizio
dicembre le misure sono state completate. Un
percorso trasparente che non poteva però attendere mesi o anni. Il vero obiettivo è tutelare la
Cassa dal peso di una crisi che sembra essersi
“affezionata” ai giornalisti. Siamo il comparto
che ha pagato più cara la recessione: 3.000
posti di lavoro in meno. Dall’inizio della crisi
Direttore Responsabile:
Daniele M. Cerrato
Mail: [email protected]
Coordinamento:
Massimo Di Russo
Veronica Farina
Mail: [email protected]
Redazione:
Carlo E. Gariboldi
Gianfranco Giuliani
Giampiero Spirito
Danilo Sinibaldi
Progetto grafico: Axara Srl
Stampa: Stabilimento tipolitografico
Ugo Quintily S.p.A.
Viale Enrico Ortolani 149/151
00125 Roma
abbiamo perso complessivamente il 18% di
occupati contro una media italiana del -3,8%.
Ecco perché ci siamo trovati tutti, assistenza,
previdenza, sindacato, tra le lame di una forbice che arriva su ogni cosa: taglia gli investimenti pubblicitari, rimpicciolisce le redazioni,
rende la nostra funzione, prima ancora che il
nostro posto di lavoro, traballante, precaria.
Anche l’evoluzione informatica ci sta giocando
contro. Ci sono altri modi per cercare e avere
notizie, per giunta gratis. Per le Tv private è
scattata la trappola del digitale terrestre: risorse importanti investite per il digitale terrestre
che fa scomparire le piccole Tv in centinaia di
offerte televisive, magari relegandole a un
numero di canale che è anche complicato comporre sul telecomando. Non dimentichiamo i
giornali locali, l’editoria periodica; realtà
“piccole” rispetto ai quotidiani nazionali che
svolgono un compito insostituibile per le identità del territorio e la capillarità dell’informazione. Hanno sempre rappresentato, tutte
insieme, un bacino di lavoro importante.
Oggi, in molti casi, nelle loro redazioni si contano tante scrivanie vuote, i numeri dei redattori sono al di sotto dell’indispensabile, i contratti di solidarietà arrivano a pioggia insieme
alla fatica quotidiana di convivere con l’incubo della chiusura.
Noi della Casagit, oltre tutte queste “grandi
bellezze”, facciamo anche i conti con l’arretramento della Sanità pubblica che ha un impatto forte soprattutto su diagnostica e visite specialistiche. Il risultato è facile da riassumere:
minori entrate, 5 milioni di contributi persi in
4 anni e tante prestazioni in più, in crescita
costante, peraltro, da anni.
In mezzo a questo combattimento quotidiano
ci sono le nostre abitudini, consolidate in
oltre 40 anni, ed è comprensibile siano ben
radicate. La nostra, va detto, non è una sto-
ria di privilegi, a pagare siamo noi stessi.
Paradossalmente mentre ci troviamo a conteggiare più prestazioni e meno contributi rappresentiamo un modello sul quale stanno cercando
di convergere in tanti. La ricerca di una chiave di lettura del “secondo pilastro della
Sanità” (ben descritta nelle pagine che seguono) contagia soggetti ben più grandi di noi.
Organizzazioni produttive, come Confcommercio, che ci ha affidato il compito di
costruire per loro un sistema di tutele analogo
al nostro. Per rendere questo impegno un’attività e non un hobby abbiamo creato
Casagitservizi srl, obiettivo: dare alla nostra
Cassa anche altri terreni di gioco, peraltro
potenzialmente molto ampi. Ovvio che per
esporci “fuori” dal nostro naturale perimetro di
gioco dobbiamo tutelare i nostri conti da
numeri “critici” e non solo. Si annunciano
nuove verifiche per le Casse sanitarie da parte
di enti di controllo pubblici: imporranno conti
in regola e patrimonio solido. Oggi nelle nostre
riserve abbiamo il 50% di quanto rimborsiamo agli iscritti in un anno, andare sotto questa
misura ci renderebbe fragili e toglierebbe le
rendite che gli investimenti del patrimonio
offrono al bilancio.
Le misure approvate quindi servono a non
intaccare le nostre riserve nei prossimi 5 anni
e darci il tempo di proporre la nostra esperienza ricavandone utili. La già citata intesa con
Confcommercio o il nuovo Poliambulatorio
Casagitservizi di Roma sono primi passi concreti “fuori dal perimetro” tradizionale. Passi
concreti, non disegni in cielo: serviranno per
la stabilità di domani e la prospettiva di
dopodomani.
Qualcuno, devo dire candidamente, mi ha
chiesto “perché non vi siete limitati ad aumentare i contributi se servivano più soldi?” In passato – dalla nascita della Cassa nel 1974 – è
successo. In quei tempi, mai facili ma molto
diversi da oggi, c’era però la speranza di un
rinnovo di Contratto che rimettesse linfa nel
sistema: i giornalisti vedevano aumentare i
proprii stipendi, la Casagit, come l’Inpgi, vedeva
crescere i contributi versati e tutto tornava a
reggere. Oggi questa prospettiva, sempre auspicabile, ha una disponibilità concreta che lascio
a voi giudicare. Inoltre aumentare i contributi
in una categoria pesantemente sottoposta a
disoccupazione, cassa integrazione e contratti
di solidarietà ci sembrava quantomeno “marziano”. Ecco il perché di queste misure: non
indolori ma le più sopportabili nelle condizioni date.
Ogni volta che si devono cambiare abitudini è
naturale attendersi perplessità, in qualche caso
anche proteste. Nei tanti incontri avuti dopo
aver illustrato, insieme al Direttore generale,
dati e tendenze, abbiamo trovato maturità e
consapevolezza. Credo sia arrivato però il
momento di ampliare la visione chiedendo a
tutti i nostri Istituti, Enti e Sindacato uno sforzo comune. Non può essere solo la somma di
singole criticità economiche a dare lo stato di
salute della categoria dei giornalisti italiani.
Non ci sono solo da salvare pensioni, assistenza
e posti di lavoro, dobbiamo rimettere il nostro
lavoro, e il nostro racconto, “al centro del
paese”. Dobbiamo riappropriarci di un ruolo
che la crisi economica e di valori ha polverizzato, chiedere una Legge per ridisegnare
l’Ordine, ridiscutere le regole sugli stati di crisi,
ma anche sulle querele temerarie che generano
bavagli... Tornare al tavolo della politica
legandolo a quello con gli editori, chiedere
garanzie su compensi e tutele, su diritti per
offrire doveri. Senza una fase che rimetta insieme – ognuno con le sue competenze – l’intero
“sistema” avremo solo effimere stagioni di campagne elettorali.
3
CN
CASAGIT NOTIZIE
SCENARI
Le “Conf” alleate per la salute
Confcommercio e Confindustria si uniscono per disegnare il secondo pilastro del sistema sanitario.
Una sfida che ci riguarda da vicino. Il Ministro Beatrice Lorenzin:«aprire alla sanità integrativa»
di Carlo Gariboldi
Vicepresidente Casagit
I
l sistema sanitario non è più in grado di
rispondere alle esigenze dei cittadini in
termini di salute. Oggi Stato e Regioni
coprono solo il 78% della spesa sanitaria
complessiva. Il resto è a carico dei privati
sotto forma di ticket, prestazioni pagate
direttamente, o tramite intermediatori (fondi
sanitari o assicurazioni).
Partendo da questa fotografia, Confcommercio e Confindustria nel dicembre scorso
hanno presentato alcune proposte per dare
sostenibilità al sistema sanitario italiano anche
nel lungo periodo, per poter soddisfare in
Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
4
modo adeguato le esigenze dei cittadini.
«Serve un ridisegno complessivo del sistema
salute in cui l'integrazione tra sanità pubblica
(primo pilastro) e complementare (secondo
pilastro) consenta il perseguimento effettivo
dell'obiettivo di copertura universalistica della
domanda di salute attraverso modalità più efficienti di compartecipazone alla spesa».
Questa è la tesi di partenza contenuta nel
documento firmato delle due principali organizzazioni di commercianti e industriali.
Giorgio Squinzi, presidente degli industriali, da
mesi ha assunto una posizione netta sul tema
della sostenibilità della sanità. Nel luglio
scorso ha scritto al Messaggero anticipando
gli elementi fondamentali della sua tesi.
«Organizzare un secondo pilastro privato e
integrativo può contribuire alla sostenibilità e
alla piena esigibilità del diritto alla salute,
bilanciare la composizione della spesa e rendere più efficiente il sistema sanitario nel suo
complesso».
Parole che hanno aperto un dibattito all'interno del mondo produttivo. Gli industriali suggeriscono di estendere il secondo pilastro (la
sanità integrativa organizzata in fondi) nell’ambito della contrattazione collettiva.
Il modello suggerito è - per spiegarci - del tutto
analogo a quanto i giornalisti fanno dal 1974
con l'istituzione della Casagit. A fianco del
Servizio sanitario nazionale che svolge - o
dovrebbe svolgere - una funzione generalista e
di base, i fondi dovrebbero coprire soprattutto
le spese non garantite, o garantite in modo
non adeguato: odontoiatria, non autosufficienza, riabilitazione, etc.
«Il Servizio sanitario nazionale andrebbe affiancato dallo sviluppo del secondo pilastro complementare, in una prima fase, attraverso dei
nuovi meccanismi fiscali che consentano la
canalizzazione della spesa sanitaria "cash"
verso l'intermediazione dei fondi sanitari e, in
una seconda fase, attraverso una loro progressiva apertura a tutti i cittadini (open enrolment) con l'esclusione della possibilità di selezione dei rischi e di differenziazione dei contributi a parità di copertura, secondo un sistema
di community rating. Il tutto tenendo comunque fermo l'obiettivo di garantire nel tempo la
sostenibilità dei fondi di secondo pilastro».
La scelta degli imprenditori è apertamente a
favore dei fondi, piuttosto che delle assicurazioni: «Non può non riconoscersi a oggi la profonda differenza ancora esistente tra i diversi
strumenti, con i fondi che offrono copertura a
intere collettività rispondendo a una finalità
sociale ben precisa, e coperture profit oriented
che - pur legittimamente - perseguono obiettivi di mercato e non di Welfare integrativo. In
ultima analisi i Fondi sanitari contrattuali, così
come oggi strutturati, operano nel proprio
ambito secondo i principi fondanti del Ssn
(equità e universalità) e ne costituiscono quindi lo strumento idealmente più prossimo e
ideale per il completamento del sistema».
La dimostrazione che la spesa sanitaria italiana è in costante crescita emerge dai dati
Eurostat. Infatti, proprio a cavallo della crisi
(2008-2012) il settore dei servizi di Welfare,
cura e assistenza, ha generato oltre 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro nei Paesi
dell'Europa a 15.
«La sanità complementare - precisa lo studio
delle due organizzazioni - sarebbe sinergica
con la sanità pubblica e consentirebbe,
anche attraverso la possibilità di convenzionamento dei fondi sanitari con strutture pubbliche (ospedali, ambulatori, ecc.) di stimolare l'efficientamento sia in termini di costi che
di prestazioni».
Gli incentivi fiscali
Lo sviluppo del secondo pilastro necessita,
per Confcommercio e Confindustria, di
incentivi fiscali. Indurre i cittadini a iscriversi ai fondi
sanitari farebbe emergere, tra l'altro, il sommerso
del settore, che si stima pesi tra i 15 e i 18 miliardi
di euro (un punto percentuale del Pil).
Quali strumenti adottare? «L'estensione della sanità complementare a tutti i cittadini andrebbe
accompagnata dall'esclusione dal reddito imponibile dei contributi versati anche attraverso un
progressivo adeguamento degli attuali limiti di
deducibilità». Attualmente il tetto è di 3.615,20
euro annui.
Gli imprenditori chiedono però incentivi anche per
le aziende che versano quote per la sanità complementare: «Vanno previsti sgravi Irap proporzionalmente a quanto versato con l’esonero contributivo
totale sulle quote».
Il modello
Confcommercio e Confindustria sono
convinte che siano i fondi autogestiti la
risposta. «In quanto significativamente
in grado di restituire ai propri iscritti i
vantaggi sui risparmi. Il modello autogestito - sottolineano le organizzazioni - permetterebbe di
monitorare puntualmente elementi e informazioni
relative al funzionamento del fondo anche in relazione alle scelte di politica del sistema sanitario».
LORENZIN: “SANITÀ INTEGRATIVA? PARLIAMONE”
«È il momento di aprire una seria riflessione sulla sanità integrativa. Mi piacerebbe incentivarla maggiormente».
Ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin parlando a Federmanager. «Il mio obiettivo - ha aggiunto
il ministro, - è quello di allargare la platea dell'integrazione anche con fondi aperti, non solo quelli chiusi,
perché oggi è cambiata la dinamica sociale, e incrementarne la presenza dentro gli ospedali del Servizio
Sanitario Nazionale. Questo libererà più risorse per gli ospedali pubblici che avranno più fondi per garantire
assistenza migliore ai pazienti».
5
CN
CASAGIT NOTIZIE
SCENARI
“Tuteliamo insieme salute e lavoro”
Un nuovo modello
di sistema sanitario
Nasce il Fondo Sanitario Confcommercio. È il primo a livello nazionale per imprenditori, lavoratori
autonomi e partite Iva del commercio, turismo, servizi e trasporti. La gestione e l’esperienza sono di Casagit
La forza delle Casse di assistenza è nella capacità di creare “senso di appartenenza”. “Governare” la
spesa, dare “efficienza” e offrire un servizio di “qualità”. La spesa pubblica italiana a confronto con le altre
di Manuela Perrone
Delegata Casagit
di Luciano Azzolini
Presidente Collegio dei sindaci Casagit
L
e sorti del sistema sanitario nazionale
sono sempre al centro del confronto
politico. È sufficiente un caso, o una
morte sospetta, per scatenare l’allarme.
In realtà se si apre lo sguardo al di fuori dei confini nazionali si scopre che il sistema italiano
non è tutto da buttare, anche se, ovviamente,
è tempo di avviare un radicale ripensamento
alla luce delle criticità che non mancano.
Nell’ottobre 2014, non certo un secolo fa,
l’Italia conquistava il terzo posto nel ranking
mondiale, dopo Giappone e Sud Corea, dei
sistemi sanitari nazionali.
A stilare la classifica è Bloomberg in base ai
dati forniti da Banca Mondiale, Fmi e
Organizzazione Mondiale della sanità. Il criticatissimo Ssn italiano è distante anni luce da Usa
(al 44° posto) e Russia fanalino di coda, e a
livello europeo fa Francia è solo all’ottavo
posto e il Regno Unito al decimo. La classifica di efficienza dei sistemi sanitari elaborata
da Bloomberg mette in fila cinquantuno
paesi con una popolazione superiore ai cinque milioni di abitanti, con un prodotto interno lordo di almeno 5mila dollari Usa e
un’aspettativa di vita superiore ai 70 anni.
C’è un dato che va rilevato e che da solo è
al centro del dibattito politico e cioè come si
spendono le risorse destinate alla sanità?
L’Italia, infatti, registra una percentuale del Pil
(in dollari Usa) destinata alla sanità pressoché doppia rispetto a Giappone e Corea del
Sud, vale a dire il 9% rispetto al 4,5% del
Giappone e al 5,3% della Corea del Sud.
Nel rapporto “Meridiano Sanità” elaborato da
The European-Ambrosetti, pubblicato due
mesi fa, si sostiene che la spesa sanitaria in
Italia è nelle ultime posizioni tra i Paesi europei più sviluppati. Il rapporto spesa-Pil, calato al 9,1%, colloca l’Italia al terzultimo posto
6
seguita solo da Irlanda e Spagna.
Va detto che la media europea spesa-Pil è
del 10,3% con alcuni paesi come Francia
(all’ottavo posto nella classifica della ricerca
precedente) e Germania nettamente sopra la
media. Gli altri sono tutti al di sotto. In termini pro capite, i Paesi Bassi con 3.915 euro
hanno il più alto livello di spesa sanitaria, precedendo Austria (3.679) e Germania (3.624).
La media europea è 2.903 euro. L’Italia ne
spende 2.355 ed il Regno Unito 2.494. Ciò
che più preoccupa è che in questo rapporto
emerge come l’Italia sia all’ultimo posto per
quanto concerne la prevenzione, la gestione
dei pazienti anziani e la possibilità di offrire ai
cittadini cure di nuova generazione.
Questi dati, in parte tra loro contradditori,
fanno emergere un Paese alle prese con gli
effetti di una crisi che si fa più pesante e
soprattutto stenta a trovare una sua specifica via d’uscita.
Il sistema assistenziale – sanitario era basato,
prima dell’introduzione del servizio sanitario
nazione nel 1978, sulla Casse Mutue. Ciascun
ente era competente per una determinata
categoria ed era sostenuto dai lavoratori e dai
datori di lavori. L’avvento del Ssn trovava un
suo fondamento nei dettati costituzionali
(carattere universalistico) e nelle intenzioni del
legislatore doveva servire a superare la disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle
singole Casse Mutue.
A distanza di oltre 35 anni occorre rilevare che
le disomogeneità ora non sono più tra le singole mutue ma tra le diverse realtà regionali.
Inoltre con la trasformazione delle strutture
pubbliche da Unità Sanitarie Locali (Usl) alle
Aziende sanitarie Locali (Asl) entra nel settore sanitario la concorrenza, vale a dire una
logica propria delle aziende private. Questo
sistema si apre poi alle strutture pubbliche
convenzionate. Per il cittadino non cambia
nulla nel senso che paga il ticket previsto sarà
poi il sistema sanitario a pagare per la prestazione offerta la struttura convenzionata.
Parallelamente cresce un sistema privato e
convenzionato che in più di una occasione
occupa le pagine dei quotidiani non per risultati raggiunti ma per vicende di cronaca giudiziaria. I cittadini non si sentono per nulla garantiti tanto che c’è un mercato assicurativo che
tende ad espandersi sempre più, nel tentativo
di superare le insufficienze, i ritardi, le disorganizzazioni del sistema.
Comunque anche questa è una risposta tampone non di sistema. In assenza di un pensiero politico che ridisegni il sistema, l’unica alternativa che si apre è quella delle casse come è
appunto la Casagit. Casse che possono avere
un ruolo fondamentale nel ridisegnare nel suo
insieme l’offerta sanitaria purché si abbia da
parte della struttura pubblica l’accortezza di
superare in positivo le forche caudine tra ciò
che è sostitutivo e ciò che è integrativo. La
forza di queste Casse sta nella capacità di
creare “senso di appartenenza”, di “governare” la spesa, di dare “efficienza” al sistema e di
offrire un servizio di “qualità”. Qui si apre un
capitolo tutto nuovo, perché la domanda di
sanità è tale che il sistema pubblico-convenzionato da solo non riesce assolutamente a
soddisfare e se lo dovesse fare rischia di
accorciare la coperta legata alla disponibilità di
risorse, come già sta accadendo, per i Livelli
essenziali di assistenza.
È necessario avere la consapevolezza che
occorre avviarci verso un nuovo sistema sanitario. L’importante è che il quadro complessivo che ne deve uscire abbia una sua logica e
soprattutto un’anima.
S
i chiama Fondo Sanitario Confcommercio ed è una doppia prima volta:
per Confcommercio è l’unico a non
appartenere alla famiglia del Welfare contrattuale pur conservandone le caratteristiche fondamentali quali, in particolare, quella di non essere selettivo rispetto a rischio
ed età, rivolto com’è all’intera platea dei
770mila iscritti all’associazione imprenditoriale del commercio, del turismo, dei servizi
e dei trasporti. Per Casagit è «il primo passo
fuori dal suo perimetro naturale, quello della
tutela dei giornalisti», come ha spiegato il
presidente della cassa Daniele Cerrato.
Il Fondo Sanitario Confcommercio si avvale
infatti delle competenze e del network di
Casagit ed è gestito da CasagitServizi Srl,
creata dalla cassa dei giornalisti proprio per
operare sul mercato. La sfida è chiara: in un
momento di forte crisi del settore dell’editoria, che si riflette nella progressiva erosione
dei soci contrattualizzati di Casagit e dei
relativi contributi, aprire ad altre categorie
rappresenta un investimento sul futuro che
poggia sulle basi di un know how solido e
riconosciuto.
Il nuovo fondo, presentato il 20 gennaio a
Roma nella sede di Confcommercio, nasce
da uno scenario preciso, e poco rassicurante. Lo ha ben descritto il Direttore generale dell’associazione del commercio,
Francesco Rivolta: «Assistiamo alla riduzione progressiva del grado di sostenibilità
finanziaria del Servizio sanitario nazionale e
all’aumento di domanda di salute generato
dall’invecchiamento della popolazione. Gli
effetti sono evidenti. In Italia la spesa sanitaria out of pocket, pagata di tasca propria
dai cittadini, ammonta ormai a 32 miliardi di
euro, è tra le più elevate al mondo e diventa ancora più alta se si tiene conto del sommerso, stimato in 15 miliardi l’anno.
Sviluppare il secondo pilastro,
integrativo al primo, è un
obiettivo importante». Per gli
italiani, ma anche per l’Erario.
Forte di una tradizione di fondi
contrattuali che risale al 1949,
quando nacque il Fasdac per i
dirigenti delle aziende del
commercio (a questo nel
tempo si sono aggiunti Quas
ed Est); Confcommercio ha
dunque deciso il salto di qualità, scommettendo sul saper
fare di Casagit: un fondo per
tutti, compresi autonomi e
partite Iva, che possa contare
su una massa critica sufficiente per ottenere prestazioni a
costi contenuti. «Già oggi i
nostri fondi contrattuali gestiscono 5 miliardi di euro di
sanità», ha ricordato Rivolta.
«Una riforma del sistema sanitario pubblico dovrebbe prevedere un ruolo anche ai fondi
integrativi e alle assicurazioni.
Così si potrebbe costruire un
modello moderno e efficiente
che in Europa ha dato risultati
significativi».
Il primo target del nuovo
fondo è arrivare a 35mila
iscritti in un anno. La quota
annuale è irrisoria: bastano 50
euro per ottenere una card
nominativa e accedere alla
rete di strutture disegnata da
Casagit in Italia (l’elenco è
disponibile su www.casagitservizi.it). Tariffe agevolate
sono assicurate per visite,
analisi, diagnostica e odonto-
Il Direttore generale di Confcommercio Francesco Rivolta
con il presidente della Casagit Daniele Cerrato
iatria. Sono inoltre coperti dal
fondo i grandi interventi come
i trapianti e le artroprotesi
d’anca, con massimali da
15mila o da 25mila euro
secondo il tipo di intervento e
l’assistenza in emergenza 24
ore su 24 grazie al numero
verde gratuito 800.915.787,
attraverso il quale l’iscritto
può richiedere consulti telefonici, l’invio di un medico o di
un’ambulanza, trasferimenti
sanitari programmati e assistenza infermieristica post
intervento. Cerrato è convinto
della bontà dell’operazione:
«Oltre il 40% dei cittadini ha
dovuto mettere mano al portafogli per ricevere prestazioni
mediche che il Servizio sanitario nazionale non riusciva a
offrire in tempi adeguati alle
loro esigenze. I fondi sanitari
come i nostri intermediano
questo tipo di richieste legando insieme due valori, cioè
due diritti: quello alla salute e
quello al lavoro».
In vista dell’accordo, Casagit
ha potenziato la presenza
capillare sul territorio passando da circa 250 a 500 poliambulatori convenzionati, oltre a
centinaia di cliniche, ospedali, istituti scientifici, laboratori
di analisi e studi odontoiatrici.
E il Presidente rassicura:
«Casagit per come la conosciamo resta nostra. Quello
che stiamo mettendo a disposizione è ciò che abbiamo
imparato a fare in questi
anni». Sperando che dia i suoi
frutti e sia solo il primo di un
serie di salvagenti strategici
per la sostenibilità futura della
nostra cassa.
7
CN
CASAGIT NOTIZIE
PROFESSIONE
Le nuove sfide dei giornalisti
Servono nuovi modelli
d’informazione
Difesa dei valori della Carta Costituzionale, dei colleghi minacciati e dell’autonomia dei nostri Enti e Istituti.
in discussione la nuova legge sull’editoria e sugli stati di crisi. Tanti impegni da affrontare tutti insieme
Quasi 900 nuovi posti di lavoro a fine 2015. Un buon segnale frutto degli sgravi fiscali sul costo del
lavoro. Ma la crisi non è finita. Per una ripresa credibile dobbiamo puntare sull’occupazione e sul Contratto
di Giuseppe Giulietti
Presidente FNSI
di Raffaele Lorusso
Segretario generale FNSI
L’
impennata di nuovi rapporti di lavoro
dipendente registrata alla fine del 2015
è una salutare boccata d’ossigeno, ma
non deve ingannare. Se poco meno di 900
nuovi contratti di lavoro subordinato – frutto
quasi esclusivamente degli sgravi triennali al
cento per cento messi in campo dal Governo
- hanno riportato il numero degli occupati
sopra la soglia delle 16mila unità, per parlare di
ripresa e di cambio di rotta ci vuole ben altro.
La recessione non è finita e la lunga transizione verso nuovi modelli di offerta di informazione è ancora in atto.
In questa situazione e in un quadro legislativo
che ha inciso profondamente e negativamente sul mondo del lavoro, cancellando o nel
migliore dei casi affievolendo i diritti dei lavoratori, il sindacato dei giornalisti è chiamato a rinnovare il contratto nazionale di lavoro con la
Fieg. Se gli editori chiedono discontinuità,
8
sgranando il rosario degli istituti contrattuali
che contengono automatismi di carattere economico, la nostra risposta non può che essere un rilancio convinto. Ci si può confrontare su
tutto, a patto che si parta dall’occupazione.
Questo non significa escludere a priori lo scontro e il conflitto, ma provare a confrontarsi con
gli editori intorno ad una visione di futuro.
Puntare sull’occupazione significa ridurre le
diseguaglianze, allargare il perimetro contrattuale a chi ha perso il posto di lavoro e a chi il
lavoro non l’ha mai avuto. Dal 1997 – anno in
cui viene approvata la legge Treu – ad oggi, si
sono moltiplicate le diseguaglianze nel mondo
del lavoro. Il settore editoriale non fa eccezione. Accanto ai cosiddetti garantiti, che in realtà lo sono sempre meno perché nel corso
degli anni hanno visto le loro retribuzioni
ridursi per effetto del ricorso agli ammortizzatori sociali, c’è un mondo di fatto di precarietà con diritti, tutele e garanzie pari a zero. È
su questo terreno che abbiamo iniziato il confronto con gli editori. Un confronto nel quale
si deve, nei limiti del possibile, intervenire
anche sull’accordo sul lavoro autonomo sottoscritto nel 2014, rafforzando le tutele e il
welfare per i più deboli.
Non bisogna però mai perdere di vista la realtà del mercato del lavoro: davvero si pensa
che in Italia ci siano 120mila giornalisti?
Pagare cinque o anche due-tre euro per un
articolo è uno scandalo, ma fino a quando gli
editori avranno a disposizione un esercito di
riserva di iscritti all’Ordine pronti a tutto,
anche a lavorare gratis, i compensi non
potranno che continuare a scendere. È la
legge della domanda e dell’offerta.
La recente riforma varata dall’Inpgi, approvata
solo in parte dai ministeri vigilanti, che chiedo-
no al nuovo CdA dell'Istituto ulteriori tagli e
risparmi, ha messo la categoria di fronte alla
realtà drammatica del mercato, dell’occupazione e del Paese. Al di là delle critiche e della
diversità di opinioni, sempre legittime quando
non sono strumentali e dettate da malafede,
sostenibilità di medio e lungo periodo, equità
e solidarietà intergenerazionale sono i pilastri
su cui poggia la manovra dell’Inpgi. Non ci
può essere futuro senza un patto generazionale chiaro: tutti gli attori del sistema, attivi e
pensionati, devono fare la loro parte. Ecco,
allora, la necessità di riportare l’occupazione
al centro del negoziato contrattuale: è l’unica
strada per garantire la sopravvivenza degli
enti della categoria, ma anche per assicurare quei diritti acquisiti di cui si invoca l’intangibilità senza però porsi il problema di come
trovare le risorse per garantirli. Possono
essere gettate le basi per una ripresa credibile, assegnando un ruolo centrale alla qualità dell’informazione e alla necessità di declinare la prestazione lavorativa su una molteplicità di piattaforme.
Certo, serve una controparte che abbia voglia
di rischiare e, soprattutto, di tornare ad investire nell’informazione di qualità. L’approccio
meramente finanziario alla gestione delle
aziende editoriali ha prodotto soltanto tagli dei
costi e dell’occupazione. La sfida riguarda
anche noi perché il futuro della professione
passa anche attraverso la capacità di rendere
flessibile la prestazione lavorativa, adeguandola - entro limiti precisi e definiti in sede di
contrattazione nazionale e aziendale – alla
molteplicità di strumenti di lavoro e di piattaforme rese disponibili dalla rivoluzione
digitale permanente. Bisogna avere il
coraggio di osare.
L
otta alla precarietà, tutela delle condizioni materiali e morali della professione, capacità di prevedere e anticipare i
mutamenti in atto, difesa della autonomia dei
nostri istituti, intransigente difesa dei valori
racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione,
questi alcuni degli impegni che, tutti insieme,
dovremo affrontare e risolvere, senza restare
intrappolati in logori e superati schemi di
parte, di schieramento, di componente politica o sindacale.
Mai come in questo momento le sfide esterne dovrebbero indurci a stringere le fila, a
ritrovare un'unità d'azione che, senza comprimere la necessaria dialettica delle posizioni, riesca a definire un comune progetto che
ci renda protagonisti nel confronto con le istituzioni e con gli editori.
In queste settimane il Parlamento sarà chiamato a discutere e a votare su questioni
essenziali, dalla legge sull'editoria al fondo
per l'occupazione, dalla abrogazione del carcere per i giornalisti alle cosiddette "Querele
temerarie", dalla riforma del processo civile
alla ripresa del confronto sulla legge sull'equo
compenso, dalla riforma dell'Ordine al riordino delle professioni e a quello del sistema
previdenziale e pensionistico.
Per non parlare della revisione dei criteri di
assegnazione dei diritti sportivi, del riordino
della Rai, dei criteri di assegnazione dei contributi alle emittenti radiotelevisive e di tutte le
problematiche connesse agli uffici stampa e
alle nuove forme di editoria digitale.
I nodi strutturali e legislativi
sono connessi con le nuove ed
insidiose forme di bavaglio e di
trappole tese sulla strada dell'esercizio del diritto di cronaca.
Le "Querele temerarie" rappresentano un'arma impropria
quotidianamente brandita contro quei cronisti che tentano di
"Illuminare" le periferie del crimine, della corruzione, del
malaffare, delle mafie.
Ormai le denunce, con richieste milionarie, fioccano al solo
annuncio di una inchiesta
considerata sgradita dall'oligarca di turno.
Per questo sarebbe necessario introdurre una sorta di reato
di "molestie" contro l'articolo
21 della Costituzione, non solo
e non tanto a tutela del giornalista, quanto del diritto del cittadino ad essere informato in
modo completo e tempestivo.
La stessa Corte europea, in
molteplici sentenze, ha stabilito che é dovere e non solo
diritto del cronista pubblicare
ogni notizia, comunque ricevuta, che abbia i requisiti del
"pubblico interesse e della rilevanza sociale".
Proprio perché dovremo difendere questo diritto-dovere, sarà
il caso di rispettare i principi
deontologici e le Carte che ci
siamo liberamente dati e che
prevedono il rispetto integrale
della dignità della persona, la
capacità di auto correggersi, di
chiedere scusa, di dare una
rettifica dovuta senza attendere
proteste, denunce, querele.
Quanto più sapremo farlo,
tanto più ricostruiremo un rapporto fiduciario con l'opinione
pubblica e con chi ancora
crede nel ruolo della libera
informazione.
Nel frattempo dovremo essere
capaci di solidarizzare, anche
dal punto di vista materiale
(come sa fare la Casagit) con le
colleghe e i colleghi più esposti,
quelli che operano nelle zone di
frontiera, talvolta minacciati e
spesso senza diritti perché precari o perché non hanno alle
spalle aziende solide e capaci
di garantire loro le necessarie
tutele contrattuali e legali.
Nessuno di loro dovrà restare
isolato, senza la possibilità di
far sentire la propria voce e di
veder ripresa e amplificata una
denuncia, oppure di fare una di
quelle inchieste che non piacciono a chi ha bisogno dell'oscurità e della indifferenza
per poter operare e lucrare.
Valori questi che hanno trovato
l'unanime accoglienza nel
recente congresso di Chianciano e nell’elezione del segretario Raffaele Lorusso e del
presidente Santo Della Volpe,
amico di una vita che ci ha
lasciato troppo presto.
Proprio perché ci attendono
giorni difficili e trattative durissime sarebbe auspicabile ritrovare una unità d'azione tra tutti
gli enti della professione, ma-
gari rilanciando il coordinamento, promuovendo azioni
comuni, mettendo insieme risorse e disponibilità tecniche e
legali, promuovendo un solo
"sportello dei diritti", comunicando unitariamente, riducendo i costi e offrendo servizi collettivi sempre più efficaci.
Un sogno che sicuramente non
riuscirò a realizzare sarebbe
quello di avere un solo "Palazzo
dell'Informazione", una sorta di
casa del giornalista capace di
riunire tutti gli istituti, ciascuno
con la sua autonomia, ma tutti
radunati in un solo luogo che
dia il segno di una sinergia virtuosa e feconda.
Dal momento che, grazie alla
cortesia dell'amico Daniele
Cerrato, sono ospite del giornale della Casagit, istituto fortemente voluto dalla professione,
dai suoi dirigenti di allora, strappato al tavolo della contrattazione, mi sembra giusto ringraziare le donne e gli uomini, di
allora e di oggi, che hanno
scelto e ancora scelgono di
militare nei comitati di redazione, nelle associazioni regionali,
nei consigli dell'Ordine, dell'Inpgi, della Casagit. Senza di
loro non ci sarebbe neppure la
ragionevole speranza nel futuro
di un mestiere che, nonostante
tutto e tutti, continuerà ad
essere indispensabile in qualsiasi comunità che voglia definirsi, e soprattutto essere, libera e democratica.
9
CN
CASAGIT NOTIZIE
PROFILOUNO
Le ragioni di qualche sacrificio
Le modifiche riguardano solo Profilouno
Iva e imposta di bollo
Perché è indispensabile garantire l'integrità del patrimonio nei prossimi cinque anni. In assenza di
interventi Casagit avrebbe rischiato di non avere i soldi necessari per pagare le prestazioni alla fine del 2020
Non vengono più rimborsate, Iva e imposta di bollo sulle prestazioni che ne sono assoggettate.
Per il 2016 l’Iva sulle cure oncologiche (radioterapia e chemioterapia) continuerà a essere rimborsata.
RICOVERI / DAY HOSPITAL
Sono soggette ad Iva le prestazioni direttamente fatturate dalla clinica come ad esempio degenza, sala operatoria, accertamenti clinici e diagnostici,
medicinali, materiali, servizi di comfort, ecc.
NON è soggetta ad Iva la prestazione sanitaria specialistica in senso stretto (visita, intervento chirurgico, ecc.) direttamente fatturata dal medico.
NESSUN IMPATTO per gli interventi chirurgici rimborsati a forfait (o “a pacchetto”) per i quali l'Iva è già compresa nella tariffa omnicomprensiva
prevista. Si tratta attualmente di oltre un terzo dei ricoveri rimborsati da CASAGIT, numero destinato a salire: nella prima metà del 2016 verranno coperte
dal sistema forfetario almeno altre 50 tipologie di intervento.
di Francesco Matteoli
Direttore generale Casagit
I
n questi anni abbiamo dovuto imparare a fare
bene i conti della nostra Cassa. Ci siamo attrezzati in modo da ssere in grado di fare previsioni di
breve medio e lungo periodo. Non avremmo potuto
fare altrimenti, dal momento che tutti i parametri delle
nostre entrate e delle nostre uscite si sono modificati radicalmente nel giro di pochissimo tempo. Tutte le
dinamiche del passato, sulle quali si basavano le
nostre proiezioni economico finanziarie, sono saltate.
La popolazione della categoria “pilastro” della cassa,
i giornalisti con Contratto Fnsi-Fieg, conta oggi quasi
3.000 unità in meno rispetto ai 17mila e 500 del
2009. La stessa popolazione che dava oltre 51 milioni di contributi oggi ne mette a disposizione oltre 7,5
in meno. Nello stesso periodo di tempo la richiesta di
prestazioni, in particolare quelle che teoricamente
dovrebbe garantire il Servizio sanitario nazionale, è
cresciuta sensibilmente. Basti pensare che solo per
gli accertamenti clinici, diagnostici e le visite specialistiche in forma privata (quindi al netto dei ticket) oggi
spendiamo rispettivamente circa 7,5 milioni e 8,5
milioni, in totale 16 milioni. Fino a 4/5 anni queste due
voci, insieme, non arrivavano a 15 milioni. Il trend,
purtroppo, è in continua crescita. Bastano questi
pochi dati per comprendere come la sostenibilità
della cassa sia gravemente minacciata e possa essere garantita solo mediante una gestione estremamente oculata e in grado di prevedere, con largo
anticipo, la tenuta del nostro patrimonio. Prevedere in
anticipo significa avere il tempo di intervenire sul
sistema modificandolo in modo da non intaccarne i
fondamentali e soprattutto garantendoli nel tempo.
È quello che abbiamo cercato di fare con il piano di
azione messo a punto dal Consiglio di amministrazione nel corso degli ultimi mesi del 2015, che stiamo implementando in questi giorni e di cui troverete
nelle prossime pagine una descrizione che ci auguriamo chiara e sufficientemente dettagliata. Senza
intervenire ci saremmo trovati a rischio di non avere i
soldi per pagare le prestazioni alla fine del 2020.
L'obiettivo del Consiglio è stato quindi quello di
garantire l'integrità del patrimonio per i prossimi 5
10
anni. Fare in maniera tale che alla fine
del 2020 la consistenza della nostra
“riserva tecnica”, faticosamente
accantonata in questi ultimi anni, non
venga sostanzialmente intaccata. Le
azioni sono di varia natura; non solo
di tipo normativo, di seguito descritte, ma anche interventi di tipo strutturale sulle procedure di accesso alle
prestazioni, in particolare nelle grandi
città dove il costo medio pro capite è
più alto a causa del cattivo funzionamento della Sanità pubblica. Quindi
non solo calmierare, da subito, alcune voci di spesa ma in prospettiva
costruire reti di strutture sanitarie,
dedicate e alternative rispetto al Ssn,
dove indirizzare i nostri assistiti,
avendo gli strumenti necessari per
mantenere il governo della spesa in
termini economici e di appropriatezza delle prestazioni.
Nessuna copertura è stata "tagliata";
la scelta più dolorosa è stata quella di
non rimborsare più l'Iva; un mancato
rimborso che però, per la sua entità,
non compromette la fruizione della
prestazione a cui si riferisce.
Ricordiamo che l'Iva non pesa sulle
prestazioni sanitarie in senso stretto
ma solo su quelle accessorie (in caso
di ricoveri degenza, materiali e medicinali). Un particolare e giusto riguardo
avremo per i nostri assistiti che già si
trovano in un percorso terapeutico di
tipo oncologico: il rimborso dell’Iva
continuerà ad essere garantito per
tutto il 2016.
Altre decisioni importanti sono l’introduzione di una compartecipazione
sulle prestazioni di diagnostica strumentale e la diminuzione della percen-
tuale di rimborso per i medicinali di fascia C, omeopatici e galenici. Questi provvedimenti avranno un
effetto economico molto contenuto a livello di singolo assistito ma complessivamente incideranno in
modo rilevante sui conti della Cassa. Anche le
modifiche normative per la fisioterapia non impatteranno affatto sulle casistiche importanti e lasceranno comunque a disposizione anche delle situazioni
meno gravi e quindi non conseguenti a traumi,
interventi e malattie invalidanti, la possibilità di fare
12 sedute all'anno, peraltro con procedure di
accesso al rimborso della prestazione estremamente semplificate.
Per la procreazione assistita è stato previsto un
riordino della normativa: ribadito il principio che
beneficiari della copertura possono essere solo
coppie di assistiti iscritti alla cassa è stato messo a
punto un nuovo sistema di concorso alle spese
con importi distinti tra uomo e donna, utilizzabili fino
ad esaurimento del plafond, indipendentemente
dal numero di tentativi fatti privatamente o con il
Servizio sanitario. Qualche ridimensionamento
anche per il concorso alle spese per l'acquisto di
protesi acustiche; anche in questo caso senza
compromettere il beneficio per l'assistito.
L'impianto generale del sistema delle prestazioni
effettuate privatamente è stato quindi rivisto ma
salvaguardato nella sua interezza. Per chi utilizza
invece il Ssn non solo continueranno a essere rimborsati ticket (compresi quelli per i medicinali di
fascia A) e quote regionali ma verranno rimborsate
anche le spese logistiche di spostamento in tutti i
casi in cui, per ricoveri e prestazioni specialistiche,
si faccia ricorso a strutture pubbliche situate in
regioni diverse da quelle di residenza. Infine, nessun cambiamento sostanziale sul sistema dei contributi; le quote per titolari e famigliari sono rimaste
invariate. L'unica modifica ha riguardato il "minimale" per i titolari di pensione diversa dall'Inpgi, ovvero il livello di contribuzione minimo da corrispondere alla Cassa, ormai troppo basso e sbilanciato
rispetto ai consumi della categoria.
Prestazioni in regime ambulatoriale
NON è soggetta ad Iva la prestazione sanitaria specialistica in senso stretto (visita, intervento chirurgico ambulatoriale, cura odontoiatrica, radioterapia,
ecc.) direttamente fatturata dal medico.
Qualora siano state effettuate e fatturate direttamente dalla struttura sanitaria sono invece soggette all’Iva prestazioni quali sala operatoria, medicinali,
materiali e servizi di comfort, ecc.
NON sono assoggettabili a Iva gli accertamenti clinici (analisi di laboratorio) e diagnostici.
Suggerimenti
Chiedere sempre un preventivo per conoscere l’importo dell’Iva che rimane a carico.
Si fa presente che l’Iva incide in percentuale variabile dal 4 al 22% in funzione del diverso tipo prestazione cui si riferisce.
Si ricorda, inoltre, che tutte le prestazioni sanitarie non assoggettabili a Iva e con importo superiore a 77.47 euro (a oggi) sono soggette a imposta di bollo.
Accertamenti diagnostici
È stata introdotta, sia in forma diretta, sia indiretta, una franchigia del 15% sugli accertamenti diagnostici effettuati privatamente e in regime
ambulatoriale.
Verificare sul sito, al capitolo accertamenti diagnostici, le voci interessate dalla franchigia.
La franchigia NON si applica per gli accertamenti diagnostici effettuati in corso di ricovero.
Facendo ricorso al Ssn rimane garantito il rimborso del ticket al 100% e della quota regionale, entro i limiti del nostro Tariffario.
Rimane invariato il rimborso degli accertamenti clinici (analisi del sangue).
Suggerimenti
Chiedere sempre un preventivo per conoscere l’importo della franchigia.
Vigilare affinché le tariffe applicate dalle strutture siano le più vantaggiose a prescindere dal Tariffario CASAGIT.
Farmaci
FASCIA “A” (Acquistati con prescrizione Ssn)
Rimane invariato il rimborso del ticket al 100%.
Documentazione da presentare: scontrino fiscale “parlante” (che riporta indicazione del farmaco e del codice fiscale dell’assistito), non è più
necessario presentare la fotocopia della ricetta “rossa” o la versione cartacea di quella elettronica.
FASCIA “C”, GALENICI, ESTERI, OMEOPATICI, E MATERIALE SANITARIO
Il rimborso passa dall’80% al 50%.
La documentazione da presentare è rimasta invariata:
• prescrizione medica;
• fustella (da applicare sulla prescrizione medica);
• scontrino fiscale “parlante”.
Suggerimenti
Le spese sostenute per l'acquisto di farmaci sono rimborsate solo se documentate da scontrino fiscale “parlante”.
Quindi per ottenere il rimborso occorre fornire al farmacista il codice fiscale dell’assistito cui si intende attribuire la spesa.
In fase di liquidazione la CASAGIT attribuirà i medicinali all’Assistito il cui codice fiscale compare sullo scontrino(anche se diverso dall’Assistito cui sono stati
prescritti i farmaci, purché appartenente al medesimo nucleo famigliare).
Si ricorda che per consentire una corretta comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate (cui siamo tenuti per Legge) è necessario presentare
la documentazione di spesa suddivisa per Assistito, per anno e mese di competenza. Non evidenziare o scrivere sugli scontrini, non applicarvi
scotch o fustelle, l’inchiostro con cui sono realizzati deperisce facilmente non permettendone la lettura.
11
PROFILOUNO
Fisioterapia
Nuova classificazione in 3 livelli e adeguamento di tutte le sedute all’importo massimo di € 50.
Ricoveri senza intervento chirurgico
e per malattie nervose e mentali
LIVELLO 1
Il rimborso è previsto, previa autorizzazione rilasciata dagli uffici, per riabilitazioni finalizzate al recupero di gravi disabilità legate a severe
patologie (es. Sclerosi Multipla, morbo di Parkinson, ecc.). Massimo 104 sedute annue.
Documentazione da inviare ai fini dell’autorizzazione: prescrizione dello specialista con dettagliata relazione sanitaria sulla condizione clinica e piano
riabilitativo con esami eseguiti allegati.
Documentazione da inviare ai fini del rimborso: copia dell'autorizzazione rilasciata dagli uffici CASAGIT e fattura con indicazione del numero e delle date delle
singole sedute effettuate.
LIVELLO 2
Scompare la franchigia progressiva e resta solamente la quota fissa a carico del socio di € 200 al giorno a partire dall’ottavo giorno di ricovero.
Abolita la franchigia crescente prevista dalla precedente normativa che prevedeva:
• € 200 dall’ 8° al 20° giorno;
• € 400 dal 21° al 40° giorno;
• € 600 dal 41° giorno in poi.
Adeguamento del minimale per i pensionati non Inpgi
Il rimborso è previsto per riabilitazioni finalizzate al recupero di gravi disabilità conseguenti e immediatamente successive a traumi/eventi che
abbiano comportato un ricovero o una prognosi iniziale di Pronto Soccorso pubblico (Ssn) superiore ai 20 gg.
Massimo 48 sedute per evento (da effettuare entro 6 mesi dalla prima seduta).
Documentazione da inviare ai fini del rimborso:
• lettera di dimissione dal ricovero, cartella clinica o certificato di Pronto Soccorso;
• prescrizione del medico specialista con diagnosi e piano riabilitativo;
• fattura con indicazione del numero e delle date delle singole sedute effettuate.
LIVELLO 3
Minimale contributivo pensionati NON INPGI 2016 € 1.848,00
Suggerimenti generali
• Inviare il modulo di “richiesta di concorso spese” compilato e firmato dal Socio.
• Fare sempre le fotocopie dei documenti inviati. Nessun documento di spesa, rimborsabile o non rimborsabile, verrà restituito o fotocopiato.
Il rimborso è previsto per riabilitazioni finalizzate al recupero di tutte le disabilità non comprese nei precedenti livelli (esempio: artrosi, periartriti,
tendiniti, sindromi algiche vertebrali, disturbi dovuti a ernie discali tipo sciatalgia, cruralgia, brachialgia, ecc.)
Massimo 12 sedute per anno.
Documentazione da inviare ai fini del rimborso:
• prescrizione (anche del medico generico o di base) corredata di diagnosi e piano riabilitativo;
• fattura con indicazione del numero e delle date delle singole sedute effettuate.
Per ottenere il rimborso della Cassa è necessario che le prestazioni siano effettuate:
• da un FISIOTERAPISTA laureato in fisioterapia;
• da un TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE in possesso del diploma universitario, conforme al Decreto del Ministero della Sanità n.741 del
14/09/1994, o di diploma o attestato a esso equipollente, riconosciuto dal Decreto del Ministro della Sanità del 27/07/2000 a provvedimento della Legge
n.42 del 26/02/1999;
• presso centri medici specializzati autorizzati dalle autorità competenti.
Non è previsto il rimborso della Cassa per le terapie effettuate da chinesiologi, massoterapisti, massaggiatori, diplomati ISEF, laureati in scienze motorie,
pranoterapeuti, ecc. o effettuate in strutture non autorizzate come palestre, centri estetici ecc.
Procreazione medicalmente assistita
Il concorso alle spese è previsto solo per coppia di Assistiti regolarmente iscritti ed è omnicomprensivo di tutte le prestazioni finalizzate alla PMA (esclusa la
crioconservazione).
È previsto un tetto massimo di spese rimborsabili nell’arco della vita, indipendentemente dal numero dei tentativi effettuati, senza limiti di età e
differenziato per genere:
• per gli Assistiti di genere femminile: € 4.650;
• per gli Assistiti di genere maschile: € 1.000.
Protesi acustiche digitali
Il rimborso, ripetibile ogni 5 anni, è previsto nella misura dell’80% della spesa sostenuta fino a un tetto massimo di:
• € 1.500 per la protesi singola;
• € 2.850 per la protesi bilaterale.
12
• Le fatture devono essere sempre intestate al paziente che esegue la prestazione (anche nel caso genitore/figlio) per evitare attribuzioni non corrette.
• Si ricorda di applicare sempre il bollo sulle fatture, non soggette a Iva, e di importo superiore a € 77,47 (per Legge il bollo è a carico del paziente).
• Le prestazioni continuative (es. psicoterapia o fisioterapia) saranno attribuite, ai fini del raggiungimento dei tetti di spesa, all’anno solare d’emissione
della fattura e non a quello in cui sono state effettuate le prestazioni.
• Per piani di cura odontoiatrici di lungo periodo, ai fini di una più rapida liquidazione, si suggerisce di richiedere fatture recanti il dettaglio delle
prestazioni eseguite anche parziali rispetto al piano di cura completo, con l’indicazione del dettaglio delle singole prestazioni eseguite. Non farsi
rilasciare fatture generiche di acconto che verrebbero rimborsate solo a fine cura con la fattura di saldo.
• Si fa presente che la distinta di liquidazione, il riepilogo annuale delle spese mediche, così come l’indicazione di quanto comunicato all’Agenzia
delle Entrate in merito ai rimborsi effettuati, ai fini della dichiarazione dei redditi, svolgono una funzione di mero supporto informativo. L’effettiva
validità e l’utilizzo ai fini fiscali dei singoli dati che li compongono deve essere valutata autonomamente dall‘Assistito/Contribuente sotto la propria esclusiva
responsabilità.
• Sempre e comunque, con le modalità e nei limiti previsti dalle normative vigenti in tema di detraibilità delle spese sanitarie, è opportuno che ogni Assistito valuti
la propria specifica condizione e la natura dei contributi versati, eventualmente avvalendosi del supporto dei CAF o dei professionisti abilitati.
Scadenze
Per ottenere il rimborso delle spese sanitarie sostenute, la documentazione deve pervenire alla Direzione Generale o alle Consulte Regionali di
appartenenza entro la fine del trimestre successivo a quello della data del giustificativo di spesa.
DATA DEL GIUSTIFICATIVO DI SPESA
SCADENZA
1° TRIMESTRE: gennaio - febbraio - marzo
30 GIUGNO
2° TRIMESTRE: aprile - maggio - giugno
3° TRIMESTRE: luglio - agosto - settembre
4° TRIMESTRE: ottobre - novembre - dicembre
30 SETTEMBRE
31 DICEMBRE
31 MARZO
Per i corrispondenti e i pensionati residenti all'estero la documentazione deve pervenire entro il semestre successivo a quello cui si riferiscono le spese.
13
CN
CASAGIT NOTIZIE
LA NOSTRA SALUTE
Curarsi con i “pacchetti”
oggi conviene di più
NON FATE COME ME!
"Cosa vorrà da un povero dipendente l'Agenzia delle
entrate?". La mia curiosità è stata presto soddisfatta,
tempo di aprire quella lettera che avevo raccolto con
tanta circospezione dalla cassetta della posta. E non
avevo fatto male a preoccuparmi: controllo formale sulla
dichiarazione dei redditi 2013.
Offerta sempre più ampia: 47 interventi chirurgici in cliniche convenzionate a costi predeterminati. Senza
pagare Iva e bolli, mantenendo l’assoluta garanzia di qualità e di appropriatezza della “rete” Casagit
Mi chiedevano di spedire, entro trenta giorni, tutte le
ricevute sportive dei miei 3 figli, il Cud (e fin qui tutto ok)
e tutto il materiale relativo alle spese mediche scaricate
quell'anno, almeno in fotocopia.
Diligentemente recupero la cartella in cui avevo conservato tutte le distinte ricevute dalla Casagit, con i rimborsi ottenuti farmaco per farmaco.
Per scrupolo prima di spedirli sento la commercialista e
lì arriva la doccia fredda: servono le fotocopie di fatture e
scontrini!
Non solo: anche se la Casagit rimborsa lo stesso, mi
spiega l’amica cui consegno il mio 730, "se gli scontrini li scarichi ad ogni acquisto devi comunque presentare in farmacia la tessera sanitaria.... non lo sapevi?".
Non lo sapevo...porca miseria! O se lo sapevo me lo ero
scordato.
di Gianfranco Giuliani
Consigliere d’amministrazione Casagit
E
ccellenze
cliniche,
garanzia di appropriatezza e - perché
no? - certezza dei costi a
carico di Casagit e, in caso
di richiesta di integrazioni
economiche, senza sorprese
per il paziente.
Curarsi con i “pacchetti”, formula sperimentata da tempo
in tutte le regioni italiane con
risultati ampiamente positivi,
sarà ancora più agevole e
conveniente in futuro.
Entro la primavera, infatti, il
Consiglio d’amministrazione
della Cassa, varerà 46 nuove
convenzioni per altrettante
prestazioni chirurgiche in otto
diverse branche specialistiche: emodinamica, chirurgia
generale, dermatologia, ginecologia e ostetricia, oftalmologia,
otorinolaringoiatria,
ortopedia, urologia.
Sarà così ampliata l’offerta di
“pacchetti” fino a ora circoscritta a 47 tipologie di intervento, per lo più di non elevata complessità.
Una scelta strategica per
l’oggi e per il domani di
Casagit, i cui vantaggi sono
ancora più evidenti dopo
l’entrata in vigore della manovra varata alla fine dello scorso anno con il trasferimento a
carico degli assistiti degli
importi determinati dall’appli-
14
cazione dell’Iva e dei bolli.
Queste due voci di costo,
infatti, saranno assorbite
direttamente dalla Cassa nel
caso di prestazioni sanitarie a
rimborso forfetario, i “pacchetti” appunto.
Un risparmio ulteriore, che in
molti casi (là dove le cliniche
hanno accettato la tariffa all
inclusive
proposta
da
Casagit) significherà nessun
onere economico per il
paziente e per la sua famiglia.
Il monitoraggio sistematico
delle prestazioni a “pacchetto” documenta infatti che, nel
60 per cento dei casi, gli
assistiti non hanno dovuto
pagare un solo euro di tasca
loro, mentre in un altro 30 per
cento di ricoveri gli interventi
eseguiti hanno comportato
un onere a carico del socio
inferiore a un quinto della
somma rimborsata direttamente dalla Cassa alle strutture convenzionate.
Pochissime (19 in tutto) le
prestazioni che hanno richiesto una integrazione superiore al 40 per cento della tariffa
predeterminata. Si tratta di
evidenti eccezioni, circoscritte a un numero estremamente limitato di cliniche di grande “blasone”, a cui i soci
hanno liberamente deciso di
rivolgersi dopo essere stati
A questo punto è scesa in campo la pazienza straordinaria degli amici della Casagit, che non senza fatica mi
hanno aiutato a recuperare dai loro archivi il materiale
che io, incautamente, non avevo fotocopiato.
Per gli scontrini "non parlanti"....posso solo sperare che
chi farà il controllo non sia troppo puntiglioso, altrimenti
restituirò quanto non ho adeguatamente giustificato.
Una cosa è certa, e per questo sto scrivendo: voi non fate
come me!
informati nel dettaglio delle spese che avrebbero
dovuto sostenere e della possibilità di ottenere lo
stesso tipo di prestazioni in altre strutture di non
inferiore prestigio e qualità, presenti nella “rete” di
Casagit, con quote a carico nettamente inferiori e,
talvolta, nulle.
Le oscillazioni, in questo campo, possono essere
infatti sorprendenti. Valga per tutti l’esempio dell’artroprotesi dell’anca, intervento non proprio di
routine, ma sempre più diffuso. Le strutture sanitarie che in Italia hanno sottoscritto con Casagit la
convenzione a “pacchetto” per un importo omnicomprensivo di 16.600 euro, rimborsati in forma
diretta dalla Cassa, sono 65. Di queste, 42 non
richiedono quote a carico del paziente, 23 applicano invece un supplemento di tariffa che va da
un minimo di 400 a un massimo di 11.400 euro.
Un esempio, uno tra i tanti possibili, per ribadire
che la libertà di scelta della struttura e talvolta
anche del medico a cui affidarsi si conferma un
elemento distintivo dell’offerta di Casagit, ma a
condizioni economiche trasparenti, ragionevoli e
sostenibili.
La formula funziona. Ed è stata
ampiamente verificata.
Da qui la decisione di potenziare
l’offerta, includendo interventi di
maggiore complessità che riguarderanno la emodinamica (10), la
chirurgia generale (11), la dermatologia (3), la ginecologia e l’ostetricia (9), l’oftalmologia (2), l’otorinolaringoiatria (3), l’ortopedia (5) e
l’urologia (3).
I valori economici previsti sono
compresi in una forbice che va da
un massimo di 28.000 euro per l’artroprotesi d’anca bilaterale a un
minimo di qualche centinaio di euro
per l’asportazione di neoformazioni
cutanee non profonde presenti in
zone del corpo diverse dal viso.
Due estremi. Nel mezzo, consultando il tariffario o rivolgendosi alla
sede di Roma e alle Consulte regionali, sarà possibile individuare le
Prima di spedire fatture e scontrini fotocopiateli perché
un controllo fiscale può capitare proprio a tutti.
E se tutti facessero come avevo fatto io fino ad oggi....
alla Casagit passerebbero il tempo solo a rimediare ai
nostri guai.
Stefano Proietti*
(* Lettera inviata dal socio)
altre prestazioni, dall’impianto di pacemaker e
defibrillatori alle ernie, dai parti gemellari con e
senza taglio cesareo all’isterectomia, dalla correzione di difetti della vista all’osteosintesi di medi
e grandi segmenti.
Novantatre interventi chirurgici a cui sarà possibile sottoporsi, da Aosta a Palermo, senza
dovere anticipare somme di denaro, senza oneri
a carico dei giornalisti o con integrazioni comunque predeterminate, senza l’aggravio di bollo e
Iva e sempre con l’assoluta garanzia di qualità (e
spesso di eccellenza) della ”rete” Casagit.
15
CN
CASAGIT NOTIZIE
SERVIZI
Convenzioni: impegno a 360°
per stare a fianco dei colleghi
Casagit conta partnership di circa 1000 strutture in tutta Italia. A queste si aggiungono centinaia di
accordi convenzionali raggiunti con gli specialisti che adeguano le proprie tariffe a quelle della Cassa
P
restazioni sanitarie di qualità per rispondere alle esigenze dei soci, dei colleghi
giornalisti. Maggiore capillarità sul territorio. Monitoraggio costante dei costi. La
Casagit cresce. E insieme con lei cresce la sua
rete di strutture convenzionate, il cui numero
arriva a sfiorare quota mille. Il valore di una
cassa si misura dalla capacità di avere una
rete capillare e di riuscire a gestirla, a governarla. L’obiettivo principale rimane certo quello di
dare servizi ai soci-giornalisti. Ma per centrarlo
è necessario che Casagit rimanga uno dei protagonisti principali di un settore sanitario sempre più competitivo e aggressivo. Il contesto è
chiaro: di fronte ad un servizio sanitario nazionale che arretra cerca spazio un settore assicurativo che guarda al ‘mercato’ sanitario
come fonte di guadagni. Casagit crede invece
nella possibilità di costruire un secondo pilastro sanitario, che affianchi il settore pubblico
ma rimanga lontano dalle logiche di profitto
che caratterizzano il mondo assicurativo. È un
progetto che richiede una rete di convenzioni
solida, di qualità, diffusa sul territorio.
I numeri delle convenzioni consentono di
essere razionalmente ambiziosi. L’intera rete
della Casagit conta ora 986 strutture, alle quali
si aggiungono gli accordi raggiunti con numerosissimi specialisti che adeguano le proprie
tariffe a quelle della Cassa: 206 strutture peri
ricoveri, 120 ambulatori e centri diagnostici,
600 studi odontoiatrici. La Casagit mantiene
una forte presenza delle convenzioni a Roma
e Milano, dove tradizionalmente il numero dei
soci e dei giornalisti è più numeroso. Ma negli
ultimi anni ha lavorato alacremente alla
costruzione di una rete nazionale, che è poi
quella che consente ora di stringere accordi
di partnership con altri soggetti professionali
(ad esempio Confcommercio) attraverso
Casagit Servizi, la srl nata come costola della
Casagit ‘storica’ proprio per far mettere a
frutto il know how di gestione sanitaria acquisito dalla Cassa.
Ecco allora la scelta, sul fronte dentistico, di
convenzionare anche i centri odontoiatrici
DOOC, che ora lasciano scoperte solo alcune
aree della Sardegna e qualche provincia del
Centro Italia come Arezzo e Ravenna. Nuovi
ambulatori sono arrivati in Piemonte, con il
gruppo C.D.C, ma anche presso Napoli, in
Basilicata, in Calabria e in Abruzzo. In quest’ultima regione, l’ampliamento di convenzione
all’area ambulatoriale di Villa Serena a città
Sant’Angelo (PE) ha permesso di colmare una
carenza di servizio nell’area. Per il settore ricoveri sono state rinnovate praticamente tutte le
convenzioni presenti ed è stato stipulato, dopo
lunga trattativa, un accordo convenzionale con
il Policlinico Cardarelli di Napoli per un numero
contenuto di interventi senza alcun onere a
carico socio. Va detto che il convenzionamento con prezzi calmierati delle strutture pubbliche – che in intramoenia diventano spesso più
costose delle private – rimane una delle attività che più impegna gli uffici di Casagit.
Roma e Milano rimangono certo i due principali fulcri del sistema di convenzione di
Casagit. Se altrove si estende la rete, qui l’idea
portante è quella di ripensare i servizi, garantendo qualità ed eccellenze, attraverso la
costruzione di una rete di convenzioni primarie
sulle quali Casagit può far valere il proprio
peso economico. A Milano ci sono 47 strutture per ricoveri. Nella Capitale, che conta circa
un terzo dei nostri soci, sono 44. Nel Lazio nel
2015 è stato deciso di interrompere la convenzione con due importanti strutture, la cui onerosità – dall’analisi fatta – è risultata legata
soprattutto ai servizi non strettamente sanitari.
Assistenza in emergenza:
Un numero verde e Casagit c’è
Crescono gli assistiti che hanno utilizzato il servizio di assistenza in emergenza attivo 24 ore su 24.
Nel primo anno, il 2013 sono stati 946, nel 2015 oltre 1.300. Un numero verde da non dimenticare
di Corrado Chiominto
di Alessia Schiaffini
Consigliere d’amministrazione Casagit
Sindaco effettivo Casagit
La bussola delle scelte, anche in questo caso,
è passata per l’attenzione ai soci: è stato verificato prima che, tra le convenzioni Casagit,
esistessero alternative meno onerose e di
uguale qualità – talvolta anche con lo stesso
specialista.
Casagit conosce il valore, in termini di giro
d’affari, che attiva sulle ‘’piazze’’ sanitarie di
Roma e Milano. Queste due consulte consumano, guardando ai dati 2014 per i soli giornalisti, circa 17,7 milioni di spesa per ricoveri
su un 21,3 milioni totali e oltre 10,1 milioni di
spese odontoiatriche sui 14,6 globali. Grazie al
suo peso può puntare a garantire la tutela
sanitaria per i propri soci migliorando i costi
richiesti dalle strutture. Lo strumento per dare
un futuro a Casagit è proprio questo: la costruzione di una rete dedicata, nella quale le controparti private siano fornitrici attente ed efficienti di servizi di qualità. Questo spiega l’importanza dei poliambulatori Casagit di Roma e
Milano: la loro gestione consente di mantenere prezzi moderati in piazze sanitarie difficili ma
anche di permettere un governo delle spese di
indotto, cioè alle prestazioni sanitarie che
nascono dai controlli e che vengono svolte
altrove. Nel poliambulatorio di Roma parte dei
sanitari che vi operano indirizzano strutture
considerate di riferimento per la cassa; a
Milano è vicina la stipula di un accordo tra
l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il
gruppo Auxologico, con lo scopo proprio di
veicolare parte dei ricoveri che scaturiscono
da tale ambulatorio verso una lista ristretta di
strutture.
Grandi metropoli e città di provincia, cliniche
private e poliambulatori: insomma, un impegno costante e senza clamori, ma con un
imperativo categorico, essere sempre al fianco
dei colleghi.
U
n malore improvviso, un infortunio magari
lontano da casa. Niente panico, basta chiamare l’800.902.908 (dall’estero digitare 0039
06 421 155 48). Un numero verde per le urgenze che
tutti gli assistiti Casagit devono memorizzare. È il servizio di Assistenza in emergenza attivo 365 giorni
all’anno, 24 ore su 24, in collaborazione con Axa
Assistance. Una linea gratuita dedicata ai soli iscritti
Casagit fondamentale per dare un primo sostegno
quando all’improvviso ci si trovi in difficoltà in Italia e
all’estero. Una centrale operativa in grado di fornire
immediatamente un consulto medico telefonico e, nel
caso, gli interventi successivi necessari. Un servizio
attivo dal 2012 che ha registrato un grande apprezzamento tra i soci, ma che non tutti ancora conoscono
a fondo. Vediamo nel dettaglio cosa offre.
Invio di un medico o di un’ambulanza
Il socio verrà messo subito in contatto con lo specialista più idoneo per risolvere il suo problema. Il personale medico valuterà la situazione e se necessario
provvederà a inviare un dottore sul posto senza nessun costo per il socio. Qualora non sia possibile inviare un medico immediatamente, la centrale operativa
organizzerà il trasporto gratuito in ambulanza presso il
pronto soccorso più vicino. È bene sottolineare che
per le emergenze importanti e in caso di pericolo di
vita occorre rivolgersi subito al 118.
Trasferimento sanitario programmato
Non solo emergenze però. Il servizio offerto agli assistiti Casagit prevede anche altre interessanti opportunità come il trasferimento sanitario programmato. In
caso di ricovero è possibile pianificare lo spostamento
presso l’istituto di cura prescelto oppure il rientro a
casa dopo le dimissioni. Ma anche il trasferimento da
una struttura sanitaria a un’altra. Basterà prendere
accordi in anticipo con la centrale operativa che, d’intesa con il medico curante, provvederà a rendere operativo il trasferimento con i mezzi di trasporto più ido-
nei assicurando, inoltre, l’assistenza di
medici o paramedici durante il viaggio.
Una prestazione, anche questa, assolutamente gratuita. Non sarà però possibile ottenere il trasferimento in caso di
malattie infettive, di dimissioni volontarie e per tutte quelle infermità che possono essere curate sul posto a giudizio
del servizio medico di Axa Assistance.
Assistenza infermieristica
Un altro interessante servizio – sempre
gratuito – è l’assistenza infermieristica a
domicilio. Nei sette giorni successivi a
un ricovero è possibile – per due ore al
giorno – ricevere l’aiuto di personale
infermieristico o socio assistenziale.
Anche in questo caso occorre prendere accordi preventivi con un preavviso
di tre giorni.
Assistenza all’Estero (Europa, Nord
America, Asia e…)
Il servizio in emergenza funziona anche
all’estero, sessanta paesi tra europei,
nord e sud americani, dell’area asiatica
e alcuni dell’Africa (vedere sulla mappa
i paesi evidenziati in blu scuro) con
modalità d’accesso e servizi differenti
rispetto all’Italia. In caso di infortunio o
malattia improvvisa va contattata subito la centrale operativa che valuterà la
situazione. Il personale medico decide-
rà se trasferire l’assistito presso la più vicina struttura medica o se rimpatriarlo. Il rientro in Italia sarà
ovviamente gratuito e il socio sarà accompagnato da
medici o paramedici. Se invece l’assistito venisse
ricoverato con prognosi superiore ai cinque giorni
sarà cura della centrale operativa fornire un biglietto
di sola andata per un familiare che così potrà raggiungere ed assistere il paziente. Le spese di soggiorno sono escluse. Sempre in caso di ricovero, se
il socio avesse difficoltà linguistiche a comunicare
con i medici, potrà contare sull’aiuto di un interprete che sarà inviato entro 48 ore dall’ingresso in
ospedale. Capitolo medicinali: con un preavviso di
tre giorni si potranno ricevere tutti quei farmaci che
non si trovano sul posto e che non possono essere
sostituiti con equivalenti. Potrebbe infine rendersi
necessario il rientro anticipato in Italia per un ricovero (superiore ai cinque giorni) o per la morte di un
familiare. La centrale Axa metterà a disposizione un
biglietto di sola andata per agevolare il ritorno a casa
del socio. La copertura offerta riguarda casi di reale
emergenza, prima di affrontare un viaggio all’estero
è corretto valutare se dotarsi di un’ulteriore polizza
assicurativa sanitaria personale per essere tutelati in
ogni evenienza.
Sono in aumento gli assistiti Casagit che hanno utilizzato il servizio d’emergenza Casagit – Axa. Nel
primo anno, il 2013, sono stati 946, un numero cresciuto nel 2015 fino a 1.305 casi trattati (+37,9%).
Cresce anche la richiesta di ambulanze (+207,6%)
sale anche il numero delle consulenze mediche
(+58,8%) e l’invio al proprio domicilio di personale
medico (+11,7%).
Assistenza in emergenza
Consulto telefonico e invio di un medico in caso di urgenza
800 902 908
PER LE TELEFONATE DALL’ITALIA
+39 06 42115548
PER LE TELEFONATE DALL’ESTERO
Attivo 365 giorni l’anno 24 ore su 24.
Conserva con cura questi numeri o trascrivili in rubrica.
Ulteriori informazioni su www.casagit.it sezione AGO.
16
17
CN
CASAGIT NOTIZIE
DETRAZIONI
Un Paese che si cura meno
e si nutre peggio
Il Servizio sanitario nazionale si è messo a dieta: consuma meno soldi. Ma il dimagrimento finanziario
non è sintomo di benessere per i cittadini. I tempi di attesa per una prestazione, intanto si allungano
La legge di stabilità impone a Casagit di fornire all’Agenzia delle Entrate l’entità dei rimborsi fiscalmente
rilevanti. Ma controllare la propria richiarazione dei redditi resta utile per non incappare nelle sanzioni
di Gianfranco Summo
di Marco Libelli
Consigliere d’amministrazione Casagit
Consigliere d’amministrazione Casagit
I
l Servizio sanitario nazionale si è messo a
dieta: consuma meno soldi pubblici ma il
dimagrimento finanziario non è sintomo di
buona salute per i cittadini. Nel rapporto OASI
2015 (Osservatorio sulle aziende e sul sistema
sanitario italiano) dell'Università Bocconi emerge un quadro nazionale e mondiale che smentisce alcuni miti e focalizza interessanti dinamiche. Numeri che riflettono i tempi della crisi e
mettono in discussione il legame tra gli italiani e
la sanità pubblica.
In Italia la spesa sanitaria pubblica nel 2014 è
stata di 114 miliardi di euro, con un incremento
annuo dello 0,7% nel periodo 2009-2014 a
fronte del +6% registrato nel quinquennio precedente. Complessivamente sul lungo periodo,
1990-2014, la spesa sanitaria è cresciuta
mediamente del 4,2% annuo e la previdenza
(l'altro grande capitolo della spesa pubblica,
insieme alla scuola), invece, del 5,2% con la differenza che le pensioni rappresentano un trasferimento monetario immediato alle famiglie. Il
35% della spesa sanitaria è destinato a prestazioni garantite dai privati accreditati o convenzionati. Il contenimento della spesa sanitaria nel
quinquennio 2009-2014 passa attraverso i piani
di rientro imposti alle Regioni in deficit che in
alcuni casi, adesso, nella gestione corrente,
registrano addirittura attivi con i quali vengono
coperti i debiti passati. La sfida è evitare che la
razionalizzazione dei costi sfoci in un razionamento dei servizi. Una delle leve gestionali più
utilizzate è stato il blocco del turnover ma il risultato è stato il progressivo incremento dell'età
media dei dipendenti del Ssn che ha raggiunto
i 50 anni con un trend di crescita di un anno
ogni due. Nel 2012 il 62% dei medici di medicina generale (il cosiddetto medico di famiglia)
aveva conseguito la laurea da 27 o più anni; una
© Rido - Fotolia.com
18
Dichiarazione dei redditi:
attenti al precompilato
L
percentuale che era del 12% nel 1998.
Il Ssn copre (dato 2014) il 78% dei consumi
sanitari nazionali con una spesa procapite che
oscilla tra i 2.274 euro annui di Bolzano e i
1.687 della Campania. Cresce la propensione a
uscire dal sistema pubblico, soprattutto nel settore della diagnostica, a causa delle liste d'attesa considerate troppo lunghe. Anche questo è
un effetto delle politiche sanitarie regionali, che
in taluni casi contingentano anche nel privato
convenzionato le possibilità di soddisfare le
richieste ad esempio con tetti che vengono raggiunti negli ultimi mesi dell'anno. Dunque i tempi
di attesa scoraggiano gli utenti del servizio sanitario pubblico nel 33% dei casi per gli accertamenti e nel 23,2% per le visite specialistiche.
Chi invece resta nel Ssn (per scelta o necessità)
si dichiara insoddisfatto delle visite specialistiche nel 7,5% dei casi, per i tempi lunghi o il
costo (al Sud il tasso di critiche sale al 10,5%).
Tutto questo racconta di un Paese che si cura
meno e si nutre peggio. Secondo l'Organizza-
zione mondiale della sanità il 23% degli italiani
sopra i 20 anni è obeso e il 33,2% non svolge
sufficiente attività fisica. La dieta funziona, dunque, solo per la spesa sanitaria.
COPPIE DI GIORNALISTI:
CONTRIBUTO
PIÙ LEGGERO
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 28
gennaio 2016, ha deliberato l’innalzamento dal 25%
al 33% della percentuale di restituzione del contributo associativo per coniugi o conviventi more-uxorio
entrambi contrattualizzati. La nuova aliquota troverà
prima applicazione al momento del calcolo dei conguagli annuali in occasione della prossima chiusura
di bilancio. L’importo da restituire sarà calcolato sulla
quota del coniuge o del convivente tenuto alla contribuzione minore e verrà erogato, secondo le modalità
previste dall’articolo 24 del Regolamento Casagit.
a legge di Stabilità disegna un nuovo ruolo
(aggiuntivo) per Casagit: quello di fornitore
di dati per il sistema fiscale italiano. La
Cassa, infatti, rientra tra gli enti che devono fornire all'Agenzia delle Entrate le informazioni sulle
prestazioni rimborsate agli assistiti. L'obiettivo del
fisco è raccogliere i dati per mettere a disposizione dei contribuenti un 730 precompilato più completo rispetto a quello erogato lo scorso anno:
perciò oltre agli elementi relativi ai redditi, verranno
inseriti anche alcuni di quelli che configurano una
possibilità di detrazione. I dati relativi alle spese
sanitarie saranno trasmessi da coloro che le
hanno erogate e fatturate (cioè, ad esempio,
medici e farmacie), i relativi rimborsi dalle casse e
fondi sanitari. Questi ultimi però, e quindi Casagit,
non dovranno inviare gli importi relativi a tutti i rimborsi, ma solo quelli rilevanti fiscalmente (cioè
quelli per i quali non è possibile la detrazione della
spesa in quanto già rimborsata), ottenuti cioè per
effetto dei contributi che godono di deducibilità
fiscale. Tanto per ricordare in estrema sintesi le
regole, i soci contrattualizzati e pensionati, che
deducono la contribuzione a Casagit, possono
poi detrarre la quota non rimborsata delle spese
sanitarie; chi invece, come i soci volontari, non
deduce i contributi, può invece detrarre per intero
le spese sanitarie, anche se rimborsate.
La norma
La legge di Stabilità 2016 modifica il decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175 (quello che
regolamentava la semplificazione fiscale e,
appunto, la dichiarazione dei redditi precompilata) introducendo, dal 1° gennaio di quest'anno
l’obbligo, per le casse di assistenza sanitaria
come Casagit, a inviare all’Agenzia delle entrate i
dati relativi alle prestazioni sanitarie rimborsate.
Non si tratta di una possibilità, ma di un obbligo,
che oltretutto comporta delle sanzioni: «In caso
di omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati
- si legge nel provvedimento - si applica la sanzione di euro 100 per ogni comunicazione con
un massimo di euro 50.000». Per le modalità di
invio delle comunicazioni - che, come dice la
norma, deve essere fatto entro il 28 febbraio di
ogni anno - è necessario attendere le disposizioni attuative definitive. Poiché in fase di avviamento i problemi non mancheranno, la Stabilità ha
anche disposto una moratoria delle sanzioni per
il primo anno: non si applicheranno nei casi di
lieve tardività o di errata trasmissione dei dati
stessi, se l'errore non determina un'indebita fruizione di detrazioni o deduzioni. Quindi una moratoria c'è, ma solo a certe condizioni.
Cosa deve fare Casagit
I nuovi compiti che la Cassa sanitaria integrativa
dei giornalisti ha in carico, a partire da quest'anno, sono quelli di una mera - ma non per questo
meno complicata - comunicazione di dati all'amministrazione finanziaria. In particolare Casagit
deve rendicontare le spese sanitarie rimborsate
per i soggetti che fiscalmente hanno diritto alla
detrazione della parte non rimborsata da Casagit,
come i soci contrattualizzati e i pensionati.
Ovviamente le spese detraibili sono quelle per le
quali è stata emessa fattura o scontrino fiscale e
che riportano il codice fiscale del contribuente.
Nulla cambia nei rapporti tra il socio Casagit e il
fisco: la cassa non assume il ruolo di certificatore,
la responsabilità relativa alle dichiarazioni dei redditi e di tutto quanto ad esse connesso resta in
capo al contribuente. Per questo, nel caso in cui il
socio volesse avvalersi della dichiarazione precompilata, è buona cosa che faccia un riscontro
in prima persona, o attraverso un esperto (il Caf o
il commercialista), su quanto da essa emerge in
merito alle spese sanitarie detraibili e, se necessario, inviare le correzioni necessarie attraverso i
canali disponibili. Perché nonostante il nuovo
ruolo attribuito dall'amministrazione finanziaria,
vale la pena di ribadirlo,Casagit resta assolutamente estranea rispetto agli effetti di una dichiarazione errata o incompleta trasmessa da un assistito, dato che il rapporto con il fisco è personale.
E non potrebbe essere altrimenti, considerata la
notevole complessità per Casagit nell’adempimento di un obbligo retroattivo (viene richiesto l’invio di dati acquisiti e trattati a decorrere dal 1° gennaio 2015, data in cui il provvedimento non era
stato emanato) con modalità non solo non previste e non prevedibili, ma anche profondamente
diverse rispetto alle finalità istituzionali che Casagit
persegue, cioè il rimborso delle prestazioni, in funzione delle quali acquisisce, elabora ed archivia le
informazioni. Basti pensare alle spese sanitarie
che Casagit, per proprio autonomo e legittimo
regolamento, rimborsa senza necessariamente
rilevare l’effettiva detraibilità delle stesse esercitabile dall’assistito, ai rimborsi unici e forfetari di più
fatture (tariffe a pacchetto, spese odontoiatriche
pluriennali con emissione di più fatture di acconto), ai rimborsi molteplici e differiti nel tempo di
una unica fattura (riesami e riliquidazioni, integrazioni straordinarie), a rettifiche e restituzioni di
importi indebitamente rimborsati. Un elenco che
potrebbe essere ancora molto più lungo di situazioni che Casagit gestisce puntualmente con una
organizzazione, procedure e sistemi informatici
finalizzati al servizio da rendere al proprio assistito; l’improvviso obbligo di adeguare la gestione
delle stesse a modalità e finalità differenti, quali
sono quelle richieste dall’Agenzia delle entrate,
difficilmente permetterà, almeno all'inizio, di evitare comunicazioni parzialmente incomplete o
informazioni duplicate. Per cui, attenzione alla
precompilata: meglio non dare l'ok “al buio” o a
cuor leggero, ma validare o modificare i dati in
modo consapevole e responsabile.
Ha collaborato Andrea Pezone caposervizio amministrazione
19
CN
CASAGIT NOTIZIE
CASAGITSERVIZI
C’è chi lo chiama “Apollo 1”
Il nuovo poliambulatorio di Piazza Apollodoro a Roma aperto al pubblico: 360 metri quadrati, dieci studi medici,
diagnostica per immagini e laboratorio analisi. La gestione è di Casagitservizi e Impresa Medica
di Giampiero Spirito
Vicepresidente vicario Casagit
L’
attesa sta per finire. Si avvicina
l’apertura al pubblico del
nuovo poliambulatorio di Casagitservizi. Si trova al primo piano
dell’edificio di piazza Apollodoro 1 a
Roma, sopra alla struttura medico
specialistica che dal 2005 offre assistenza in forma diretta ai giornalisti e
alle loro famiglie. Il nuovo ambulatorio,
360 metri quadrati, 10 studi, diagnostica per immagini e laboratorio d’ana-
20
lisi, è gestito da Casagitservizi srl, in collaborazione con Impresa medica.
Gli studi medici possono consentire 100
visite al giorno, dal lunedì al sabato.
Un’offerta medico specialistica completa:
dalla chirurgia generale alla medicina interna, dalla cardiologia alla medicina dello
sport, dalla pediatria alla ginecologia e
ostetricia. Esami di laboratorio ma anche
test diagnostici strumentali con apparecchiature per la radiografia tradizionale e per
la Moc (Mineralometria ossea computerizzata) tecnica di riferimento per prevenire,
diagnosticare e controllare l'evoluzione
dell'osteoporosi. I soci Casagit potranno
accedere alla struttura per tutte quelle specialità mediche non previste nell’attuale
Poliambulatorio.
Quella del nuovo Poliambulatorio Casagit a
Roma è una strada avviata proprio con la
costituzione della Casagitservizi.
L’obiettivo è offrire una risposta credibile a
un’esigenza di assistenza specialistica
sempre più evidente. Basti considerare
l’aumentare della spesa sanitaria privata, in
Italia ormai a quota 32 miliardi di euro e il
contemporaneo arretramento del Servizio
sanitario nazionale che si fa sentire, in particolare, nelle grandi città come Roma. Una
scelta che guarda alla prospettiva di impegnare Casagit anche fuori dal suo perimetro tradizionale per cercare risorse utili a
sostenere l’attività principale della Cassa.
Un passo importante e necessario che
naturalmente Casagitservizi non poteva
compiere da sola. L’esperienza positiva, il
“test” del poliambulatorio romano per i soli
iscritti Casagit, ha consentito d’individuare
nell’azienda che ne gestisce gli aspetti
organizzativi, Impresa Medica, un partner
valido per quest’operazione mentre autorizzazioni mediche, Direzione sanitaria e
amministrazione resteranno compito di
Casagitservizi srl, di totale controllo della
Casagit. Il valore aggiunto di questa
importante collaborazione sarà nella
garanzia di ottenere elevati standard qualitativi da offrire a chi non è iscritto alla
nostra Cassa di assistenza. Una collaborazione che, in prospettiva, dovrà proseguire
nella creazione di una rete di riferimenti per
l’offerta sanitaria Casagit, impegno strategico per i prossimi anni.
Si tratta di un sistema territoriale di poliambulatori in convenzione diretta con Casagit
per offrire prestazioni sanitarie di elevata
qualità nelle principali città italiane, come
Roma e Milano. Una rete di imprese mediche collegate tra loro per controllare
meglio qualità, costi delle prestazioni e
“indotto”, cioè il “dove” e “come” dei trattamenti che dovessero rendersi necessari
dopo una visita specialistica o un esame
diagnostico. In questo modo potremo
affiancare il socio in tutto il suo percorso
sanitario: dalla diagnosi all’eventuale ricovero. La Casagit nel 2016 compirà 41 anni,
è stata una grande intuizione, una bella
storia dalla quale partire per costruire un
futuro ancora più stabile. Come ha detto il
presidente Daniele Cerrato, “dobbiamo
camminare con le nostre gambe, affatto
gracili, anche verso nuove direzioni”.
Direzioni quanto mai obbligate dall’arretramento del Servizio sanitario nazionale e dai
contraccolpi della crisi che ha colpito l’editoria italiana.
Nel 2014 l’Assemblea nazionale dei delegati Casagit ha concepito la nascita di
Casagitservizi srl proprio per darci uno
strumento per mettere a disposizione di
popolazioni diverse dai soli giornalisti
un’esperienza di sanità integrativa importante. Il nuovo poliambulatorio è la dimostrazione concreta che si può fare.
21
CN
CASAGIT NOTIZIE
TERRITORI
I vantaggi del nostro Fondo
Case della salute oltre gli ospedali
Estendere la pensione complementare ai Collaboratori Coordinati Continuativi e informare meglio sulle sue
potenzialità. Arriva il nuovo sito web con l’area riservata agli iscritti, rinnovata per una migliore conoscenza
Funziona il modello messo a punto dalla Regione in Emilia Romagna. Compito della Casagit: garantire
forme di assistenza integrativa e non sostitutiva. Missione ancora in parte possibile in Emilia Romagna
di Enrico Castelli
di Claudio Cumani
Presidente Fondo di Previdenza Complementare dei Giornalisti Italiani
Fiduciario Casagit Emilia Romagna
I
l triennio che si è appena concluso ha rappresentato per il Fondo Complementare dei Giornalisti Italiani una svolta significativa. Potremmo
dire che la crisi economica e i pesanti effetti che ha
provocato anche nel settore editoria abbiano contribuito ad accelerare alcuni interventi “strutturali” destinati ad avere effetti in futuro.
La prima preoccupazione del Consiglio di amministrazione è stata quella di concentrare gli sforzi in
una revisione del complesso della gestione delle
risorse: seguendo le indicazioni avanzate dalla
Covip,(l’organismo di vigilanza), ha meglio precisato
la politica di investimento con l’obiettivo di ridurre
l’esposizione al rischio delle singole posizioni dei colleghi senza sacrificare i rendimenti e la crescita del
capitale accumulato.
Ecco alcuni interventi che sono stati definiti nel
triennio:
1. istituzione di una Funzione Finanza per seguire in
modo più preciso gli investimenti coadiuvata da un
advisor per tenere sotto controllo il rischio;
2. scelta di nuovi gestori che hanno iniziato ad operare a febbraio attraverso una maggiore differenziazione degli investimenti in base al comparto di
riferimento;
3. razionalizzazione dei comparti con l’eliminazione
del “crescita” che aveva in dotazione una massa
di liquidità da gestire troppo ridotta (per la scarsa
adesione degli iscritti) elevandone così costi e
penalizzando i risultati.
Sono interventi da cui ora ci si attende un maggiore
controllo e ottimizzazione dell’andamento degli investimenti di ciascuno dei tre comparti (garantito, prudente, mix) che ogni iscritto decide di scegliere in
base all’età, alla propensione al rischio, alle aspettative pensionistiche. Certo l’inizio dell’anno finanziario
(un calo della borsa italiana del 12% a gennaio), il
nervosismo e la volatilità che hanno investito i mercati finanziari non stanno aiutando anche se non ci si
stancherà mai di sottolineare che l’investimento nel
Fondo va visto nell’ottica pluriennale o, addirittura,
nell’arco di una vita perché il fine ultimo è la formazione di un secondo
pilastro pensionistico.
Per queste ragioni il Consiglio di
amministrazione ha deciso di aumentare l’impegno rivolto alla informazione e alla sensibilizzazione dei
colleghi sul significato e sull’importanza, soprattutto per i più giovani,
della creazione di una solida pensione complementare, quale “seconda
gamba” ormai necessaria per sostenere la previdenza a fronte di una progressiva diminuzione dell’assegno
pensionistico dovuto alle minori retribuzioni e alle riforme del sistema. È
un impegno che dovrà essere rilanciato anche durante il prossimo triennio in quanto la conoscenza delle
dinamiche del Fondo spesso è ancora marginale (se non del tutto superficiale) benchè in esso sia stata destinata da molti la propria quota di Tfr.
È facile incontrare colleghi che non
solo non conoscono l’esistenza del
Fondo, le sue caratteristiche, i meccanismi del suo funzionamento ma
anche l’ammontare del proprio capitale accumulato.
Il Fondo di previdenza complementare dovrà dunque rafforzare il suo
impegno di sensibilizzazione nei confronti dei colleghi giornalisti facendo
loro capire i vantaggi che ci sono nell’affidamento di una quota parte dello
stipendio al Fondo. E questo per tre
ordini di ragioni principali: la presenza di una quota versata direttamente
dagli editori, come previsto dal contratto nazionale di lavoro che altrimenti andrebbe perduta; la crescita
S
dei rendimenti attesi dal capitale investito (mediamente superiori a quello assicurato dal Tfr), la
maggiore trasparenza e possibilità di controllo
sulla gestione.
Oltre all’impegno informativo e formativo che si
renderà necessario all’interno della categoria, (non
sarà secondario modernizzare il sito web) crediamo che sia indispensabile completare il lavoro già
iniziato per la riforma dello statuto al fine di poter
estendere la copertura del Fondo anche ai collaboratori coordinati e continuativi, per adeguare le
norme statutarie alle indicazioni legislative per
quanto riguarda i giornalisti che lavorano nel settore pubblico e per chiarire alcuni aspetti relativi alle
procedure di anticipazione e riscatto. Tra le proposte figura anche la possibilità di estendere la copertura anche ai familiari dei giornalisti iscritti.
Si tratta di un percorso, già in gran parte individuato, che dovrà essere attuato attraverso un confronto franco e leale con gli editori che sono rappresentati in modo paritetico all’interno del Consiglio di
Amministrazione. A tale proposito sarà fondamentale che il clima sereno e costruttivo che ha caratterizzato le sedute possa utilmente proseguire.
i è vero, in Emilia Romagna la sanità
pubblica funziona. E non solo nelle sue
punte di eccellenza. Chi si occupa di
Casagit ha quindi come principale compito
quello di fare in modo che l'assistenza per i
colleghi sia davvero integrativa e non sostitutiva, mantenendo però un occhio di riguardo
verso le situazioni sanitarie complesse e le
difficoltà economiche più allarmanti. La crisi
dell'editoria, come ovunque, colpisce duro
soprattutto i giovani, stiamo abbastanza
bene ma il futuro resta un'incognita. I dati
della Regione Emilia Romagna sulla sanità
sono comunque confortanti.
I tempi di attesa. Uno degli impegni del
nuovo presidente della Regione Bonaccini
insediatosi nel gennaio 2015 era quello di
ridurli e, stando a una recente conferenza
stampa, ci è riuscito. Un anno fa su 42 prestazioni oggetto del monitoraggio (le più
importanti) solo il 58% veniva fornito nei
tempi previsti (30 o 60 giorni a seconda della
prestazione) oggi si sfiora il 90%. Un risultato
ottenuto con diverse misure: semplificazione
delle agende, dieci milioni di investimento,
diversa modulazione dell'offerta, assunzione
di 149 professionisti, convenzioni e migliore
collaborazione delle strutture e dei sanitari del
privato accreditato. Ma attenzione: da marzo
in Emilia Romagna l'utente che non disdice
una prestazione che ha prenotato ma non
effettuato paga il ticket (oggi riguarda il 1520% delle richieste). Per il 2016 il bilancio
della Regione Emilia Romagna prevede poco
più di 8 miliardi per la sanità. È un dato di
massima e per tastare il polso della situazione è meglio guardare i numeri ufficiali che
fanno riferimento purtroppo solo al 31 dicembre 2014. C’è stato un lieve aumento della
spesa pro capite (intorno a 1.940,61 euro)
ma il bilancio si è chiuso in sostanziale pareg-
gio. Come si è riusciti a raggiungere l'obiettivo? Razionalizzazione della spesa, contenimento dell'impiego delle risorse umane, controllo del turnover e centralizzazione degli
acquisiti attraverso un'agenzia
apposita. Nel quadro generale
della spesa è aumentata quella
cosiddetta distrettuale (in cui
confluiscono le voci per l'assistenza di base) ma è calata
quella ospedaliera. Sui farmaci,
vero tormentone economico
del mondo sanitario, la spesa
risulta in discesa dell'1,4%:
aumenta l'impiego di farmaci
meno costosi, con brevetto
scaduto, ma cresce il consumo
di molecole più costose per le
patologie croniche. Contenuto
anche il consumo nella specialistica ambulatoriale, anche se
le prestazioni (mettendo insieme il pubblico e il privato accreditato) sono un po' aumentate.
La parte del leone la fanno le
spese di laboratorio: il 74,3%
del totale per circa 47 milioni di
prestazioni, segue la diagnostica, il 9,4% e la specialistica
(stesso parametro). Ancora più
illuminante il dato riferito agli
ospedali dove c'è un visibile
calo dei posti letto (18.768
contro 19.016 del 2013) fra
pubblici e privati accreditati. In
calo anche i dati di ospedalizzazione: 123,3 contro 131,3
ogni mille abitanti. Scendono i
day hospital e calano anche i
numeri dei ricoveri. Se poi per
sfizio volessimo guardare al
Pronto soccorso scopriremmo
che gli accessi restano in crescita soprattutto per quanto
riguarda i codici verdi (i casi
meno gravi) che sono ancora il
66,2% del totale. Un versante
sul quale c’è ancora molto da
lavorare. Ultima nota: la politica
sanitaria della Regione punta
con forza alla creazione delle
“case della salute” come luogo
per fornire prestazioni specialistiche a vari livelli che evitino di
intasare gli ospedali e i Pronto
soccorso. Al momento in
Emilia Romagna sono 72 quelle attive ma è già in programma
l'apertura di altre 50. Questa la
fotografia dell'esistente. In questo quadro si muove la
Consulta emiliano – romagnola
della Casagit. Tutto bene? Sì,
ma (al di là del contingente) il
cammino della sanità pubblica
continua verso scenari poco
rassicuranti. È il dato cui la
Casagit (sul cui cielo pure si
addensano nuvole) deve guardare con grande attenzione per
modulare il proprio lavoro. I
numeri più recenti ci dicono
che il totale degli assistiti della
nostra consulta è di 2.280 persone (di cui 1.278 titolari e
1.002 familiari). È stato fatto
anche un importante sforzo di
sensibilizzazione verso i nuovi
profili che ha portato a 50 iscritti: sui parametri nazionali un
risultato non disprezzabile. In
Emilia Romagna abbiamo 22
convenzioni per l'odontoiatria,
13 per i ricoveri, 10 per gli
accertamenti clinico – diagnostici e un problema probabilmente comune ad altre consulte: la necessità di portare
anche in provincia un accettabile numero di convenzioni,
ovviamente in rapporto al
numero di colleghi residenti.
Non è una missione semplice,
anche se le difficoltà economiche di alcuni studi e strutture
sanitarie facilitano la ricerca. Un
problema può essere che
buona parte della diagnostica e
dei ricoveri in Emilia Romagna
poggiano sul pilastro delle cliniche del Gruppo Villa Maria con
cui è necessario avere quindi
un rapporto chiaro e ben definito. Per gli amanti dei numeri
nel 2015 sono stati liquidati
dalla Cassa per prestazioni
1.667.617 euro: la specialistica
è la prima voce con 592.173
euro, seguono le cure odontoiatriche (382.157 euro) e i ricoveri (361.894 euro). Il binario
su cui finora si è mossa la
Consulta è stato quello di dare
grande attenzione al tema della
solidarietà, sostenendo e battendosi per gli anziani in difficoltà e i giovani colleghi rimasti
senza tutele. È la strada giusta
su cui continuare a impegnarsi
anche in un'oasi che vogliamo
continuare a credere felice.
Ha collaborato Lucio Diletti, membro della Consulta regionale
22
23
AREA
SOCI
L’Area Riservata Soci è stata rinnovata perché in qualsiasi momento, in totale sicurezza
e riservatezza, i Soci possono:
verificare lo “stato” dei documenti di spesa (data di arrivo al “protocollo”, data di liquidazione,
importo accreditato), il saldo dei contributi versati, stampare le distinte di liquidazione utili per la
Dichiarazione dei Redditi, variare l’indirizzo di casa e le coordinate bancarie, visionare l’ultimo
Bilancio.
PER ASSISTENZA O INFORMAZIONI SULL’AREA RISERVATA SOCI:
Telefonare allo 06-54883237
Orari 9.00 - 13.30 e 15.00 - 16.30 (da lunedì a venerdì).
È possibile anche lasciare un messaggio alla segreteria telefonica specificando nome, codice socio
CASAGIT e recapito telefonico, per essere ricontattati.