Segue - ACAT Italia

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Segue - ACAT Italia
FEBBRAIO 2014
Chiamata urgente
► Iran
( proposta da ACAT Svizzera
e Amnesty International)
Guinea
► Guinea
( proposta da ACAT Svizzera
e ACAT France)
GIONA 2:7 - 11
“Sono sprofondato fino alle radici dei monti; la terra ha chiuso le
sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla
fossa, o SIGNORE, mio Dio! ....
…. il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.”
L’ACAT, associazione ecumenica, si impegna al fianco di tutti coloro che lottano per
l’abolizione della tortura e della pena di morte.
È membro della FIACAT (Federazione Internazionale delle ACAT), ONG
(Organizzazione Non Governativa) con statuto di osservatore presso le Nazioni Unite,
il Consiglio d’Europa, e la Commissione Africana dei Diritti degli Uomini e dei Popoli
Via della Traspontina, 15 – 00193 Roma – Tel. 06.6865358
c/c postale num. 56686009, intestato ad “ACAT Italia”
www.acatitalia.it - E-mail: [email protected]
Febbraio 2014
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Chiamata urgente
IRAN: Alcuni condannati a morte in sciopero della fame da molto tempo
Alcuni condannati a morte appartenenti alla minoranza curda sunnita in Iran
hanno fatto ricorso allo sciopero della fame come forma estrema di protesta
per una condanna inumana. Le loro condizioni di salute sono
preoccupanti: dopo 64 giorni di digiuno, durante i quali si erano alimentati
solo con acqua, il 7 gennaio scorso sono stati ricoverati nel centro medico
della prigione di Ghezel Hesar di Karaj a nord ovest di Teheran per
consentire al personale medico di procedere ad una alimentazione forzata
tramite flebo. Tutti hanno rifiutato le cure.
Due degli scioperanti, Sedigh Mohammadi e Hadi Hosseini, hanno invece
posto termine allo sciopero della fame dopo aver appreso dai loro avvocati
d’ufficio che la loro condanna era stata annullata. La Corte Suprema, infatti,
aveva deciso di far ripetere il processo presso un tribunale di grado inferiore
in considerazione dello stato di salute mentale dei due.
Jamshid Dehghani, Jahangir Dehghani, Hamed Ahmadi, Kamal
Molayee, tuttora in sciopero della fame, sono stati condannati a morte dalla
ventottesima camera del tribunale rivoluzionario di Teheran il 14 novembre
2010 con l’accusa di “inimicizia verso Dio” (mohareb) e di “corruzione sulla
Terra” (ifsa fil arz). Non hanno mai potuto avvalersi dell’assistenza di un
avvocato per tutta la durata del processo.
La minoranza curda in Iran
In generale, i curdi iraniani vivono nella zona occidentale e nord
occidentale del paese. La discriminazione nei loro confronti è religiosa,
economica e culturale. Dal punto di vista religioso molto spesso viene loro
impedito di esercitare la loro religione isolandoli e stigmatizzandoli, cosa
che porta successivamente ad una impossibilità di accedere al pieno
godimento dei diritti civili, quali quello al lavoro, ad un alloggio decente o a
quelli più squisitamente politici. Tutto ciò ha portato ad un impoverimento
endemico della popolazione e alla sua totale emarginazione. Molto spesso i
giornalisti curdi, i difensori dei diritti umani e gli esponenti della società
civile vengono perseguitati e arrestati arbitrariamente. Altri, specialmente
coloro impegnati politicamente, sono perseguitati ingiustamente, processati
nei tribunali rivoluzionari senza alcuna garanzia di equità, sottoposti a
tortura e condannati a morte.
Febbraio 2014
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Chiamata urgente
GUINEA: La polizia accusata di tortura non risponde da anni
Da più di un anno l’associazione di difesa dei diritti umani MDT si è costituita
parte civile in tre denunce riguardanti vittime di torture, tuttavia queste sono
bloccate a Conakry, capitale della Guinea, a causa della mancata possibilità di
interrogare gli elementi delle forze dell’ordine accusati di torture. Le denunce per
tortura accusano i gendarmi di Conakry, fra l’altro almeno sette sono stati
identificati precisamente, sono della primavera del 2012 e del febbraio 2013,
dopo la morte per percosse di due giovani e le gravi ferite di un terzo con
bruciature di terzo grado. Poco dopo sono state aperte tre distinte azioni
giudiziarie per stabilire i fatti e i responsabili di questi tre casi e precisamente
ottobre 2011, febbraio 2012 e agosto 2012. Dopo aver esaminato la
documentazione presentata dall’associazione MDT (testimonianze scritte,
rapporti delle autopsie, foto) i giudici istruttori hanno disposto la comparizione
dei gendarmi sospettati delle torture. Nonostante l’obbligatorietà della
comparizione questi non si sono mai presentati bloccando così la procedura in
corso. I giudici istruttori si trovano ad una impasse in mancanza del sostegno del
potere politico che, anche se informato della situazione, sembra poco incline a
fare luce su questi casi in modo che gli autori delle torture siano incriminati e
giudicati.
La Guinea ha ratificato la Convenzione contro la tortura nel 1989 e quindi non
dovrebbe lasciare impuniti gli atti di tortura. In Guinea la maggior parte delle
inchieste riguardanti la polizia e la gendarmeria non vengono condotte con criteri
e metodi obbiettivi e verificabili secondo la legge. In mancanza di strumenti che
permettano perizie tecniche e scientifiche di qualità gli agenti responsabili
dell’applicazione della legge cercano solo di estorcere confessioni dai sospettati
considerati fin dal momento dell’arresto colpevoli. La presunzione d’innocenza
non è rispettata e quindi per ottenere l’auto accusa dei fermati i poliziotti e i
gendarmi usano metodi illegali: arresti e detenzioni arbitrarie, minacce e
maltrattamenti. Le persone che insistono a dichiararsi innocenti possono subire
violenze e in alcuni casi torture vere e proprie. La tortura non è sistematicamente
usata ma resta una pratica abbastanza consueta nei riguardi degli arrestati con
accuse di gravi delitti (banditismo, rapine assassinii e traffico di stupefacenti). Il
Codice Penale della Guinea (legge n°98/o36 del 31 dicembre 1998) non prevede
l’incriminazione specifica per torture o maltrattamenti. Secondo il Codice Penale
gli agenti devono rispondere all’autorità per attentati alla libertà e di violenza
verso le persone nell’esercizio delle loro funzioni e non fa esplicitamente
riferimento ad un uso strettamente necessario e proporzionato della forza
principio tuttavia presente nel codice deontologico della polizia nazionale.
AVVISI
 ACAT Italia ha predisposto un rapporto alternativo per l’analisi EPU
(Esame Periodico Universale) dell’ONU. Il rapporto sarà presentato
all’ONU di Ginevra dalla FIACAT che, come noto, rappresenta tutte le
ACAT avanti alle organizzazioni sovranazionali.
 L’ambasciata del Messico ha scritto ad ACAT per informarci che hanno
avviato informative in Messico per avere notizie del Sig. Juan Ignacio
Figeroa e dei suoi 3 figli, di cui alla nostra Chiamata Urgente del gennaio
scorso.
 La Legge Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale dalla
Suprema Corte. La notizia ci fa piacere, perché realizza uno degli
obiettivi del comitato per le 3-Leggi di iniziativa popolare di cui anche
ACAT faceva parte, infatti da questo annullamento ci si aspetta un
notevole alleggerimento della tragica situazione carceraria in Italia.
 Dal 15-2-2014, il Nuovo Relatore Speciale ONU sulla Tortura è Juan
E. Mendez, Argentino. Lui stesso si definisce “Un sopravvissuto alla
tortura”. Juan E. Méndez, il nuovo relatore speciale sulla tortura, è
incaricato dal Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU di riferire sull'uso
della tortura e di altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani e
degradanti nel mondo. “Sono sopravvissuto io stesso alla tortura, per
questo il mio approccio al mandato sarà certamente incentrato sulle
vittime. Con un approccio del diritto internazionale che vieti in modo
assoluto la tortura e ogni trattamento o punizione crudeli, disumani e
degradanti, spero di contribuire concretamente all'applicazione e al
progressivo sviluppo delle norme internazionali in tale settore” ha
affermato Mendez.
 Gennaio: la Corte Europea dei diritti umani ha respinto il ricorso di
tre cittadini inglesi (Alexander Mitchell, Leslie Walker e Ron Jones)
contro la decisione della Camera dei Lords di Londra di non procedere
contro le autorità dell’Arabia Saudita per le brutali torture subite nelle
carceri saudite oltre un decennio fa. Questo per il principio di diritto
internazionale per cui funzionari statali godono dell’immunità rispetto
alla giurisdizione di un altro stato.
Il gruppo di coordinamento si riunisce il
mercoledì alle ore 17.30 - 19.00