rassegna stampa - Coldiretti Torino

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rassegna stampa - Coldiretti Torino
COLDIRETTI
TORINO
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COMUNICATI COLDIRETTI
■ COLDIRETTI NEWS: Vino,
Coldiretti, accordo Ue difenda
leaderschip made in Italy
■ COLDIRETTI NEWS: Ue, arriva il primo fico italiano Dop
protetto in europa
■ COLDIRETTI NEWS: Made in
Italy, passata Coldiretti, ora
metà spesa ha origine in etichetta
AGRICOLTURA
■ LA STAMPA: Centrale di Torino
in crescita nel 2005 i conti del
latte
■ LA STAMPA: Tecnica antifrode
il Dna per svelare l’origine del
tartufo
■ LA STAMPA: Ortofrutta-Gdo,
intesa contro i rincari selvaggi
■ LA STAMPA: Stop alle “pummarola-boat” per salvare la
passata verace
■ IL SOLE 24ORE: Listini in continua discesa per frumento e
granoturco
■ IL SOLE 24ORE: Cala il prezzo
degli ortaggi mentre resta stabile la frutta
■ LA STAMPA: Sfida a scuola tra
mela e merendine
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rassegnastampa
FILE:OK_COVERSTAMPA06
■ 12/13 marzo 2006
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N. 179 - 10 marzo 2006
VINO: COLDIRETTI, ACCORDO UE CON USA DIFENDA LEADERSHIP MADE IN ITALY
Nel 2005 è record storico per il vino italiano oltreoceano
"L’importante accordo con gli Stati Uniti, dove il Made in Italy è leader nelle esportazioni,
non deve tradursi in un via libera indiscriminato a pratiche enologiche controverse in
cambio di insufficienti concessioni nella tutela delle denominazioni di origine dalle imitazioni
che devono invece trovare una più completa protezione nell’ambito del Wto”. E’ quanto
afferma la Coldiretti che, nel commentare l'accordo bilaterale sul vino firmato a Londra tra
Usa e Unione Europea, sottolinea che il 2005 ha segnato un record per il Made in Italy negli
Stati Uniti dove il valore delle esportazioni per vini e vermouth ha superato per la prima
volta nella storia il miliardo di dollari in un anno, grazie ad un incremento boom dell'11,4 per
cento, sulla base delle elaborazioni ICE sui dati del Dipartimento del Commercio USA. Il
positivo avvio di un sistema di rapporti strutturato per discutere delle problematiche del vino
e l’impegno statunitense a tutelare Chianti e Marsala si scontrano - sottolinea la Coldiretti con il rischio dell’accettazione di pratiche enologiche vietate in Europa. Peraltro - continua
la Coldiretti - il problema dell’agropirateria dei vini italiani negli States non si esaurisce nei
due prodotti salvaguardati dall’accordo e si stima che le esportazioni italiane potrebbero
addirittura raddoppiare se venisse uno stop per tutti i vini di imitazione del Made in Italy
presenti negli USA dove non è difficile incontrarsi con curiose bottiglie di Refosco e Barbera
anche Rosé, Barolo e Super Piemontese prodotti in California, ma anche Moscato e
Malvasia, con "DOC" californiane Napa Valley o Sonoma County. Il vino - sottolinea la
Coldiretti – è il prodotto agroalimentare italiano piu' esportato negli Stati Uniti dove nel corso
del 2005 per un valore complessivo di 1,080 miliardi di dollari sono arrivati dal Belpaese, tra
vini e vermouth, ben 222,2 milioni di litri (+8.9 per cento rispetto al 2004). Una quantità che
- precisa la Coldiretti - rappresenta una quota di mercato del 31 per cento tra i vini stranieri
negli Usa e consegna all'Italia il primato nei confronti dei paesi concorrenti, tra i quali
figurano nell'ordine l'Australia che copre il 28 per cento del mercato e la Francia con il 14
per cento. Si tratta di un risultato straordinario che - afferma la Coldiretti - giunge a distanza
di vent'anni dallo scandalo del metanolo e testimonia un percorso di successo che ha
portato l'Italia ad essere il primo esportatore mondiale di vino con un valore di 2,8 miliardi di
Euro (+250 per cento rispetto al 1986) che ha contribuito a portare il fatturato del settore nel
2005 a 9 miliardi di Euro (+260 per cento rispetto al 1986) grazie anche al raddoppio del
numero di vini certificati come doc, docg e igt che nel 2005 sono 460 rispetto ai 228 dell'86.
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N. 182 – 10 marzo 2006
UE: COLDIRETTI, ARRIVA IL PRIMO FICO ITALIANO DOP PROTETTO IN EUROPA
Riconoscimento europeo per il fico bianco del Cilento
Arriva la tutela comunitaria per il “Fico bianco del Cilento” Dop a denominazione di origine
protetta che porta a 155 le specialità alimentari italiane che hanno già avuto il riconoscimento
dell'Unione Europea e che rappresentano oltre il 20 per cento del totale comunitario. Lo rende
noto la Coldiretti nel sottolineare che con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle
Comunità Europee viene iscritto nel registro europeo delle denominazioni il primo fico italiano.
La coltivazione del fico bianco nel Cilento, l'area geografica della Campania che si affaccia sul
mare Tirreno tra la foce del Sele nel golfo di Salerno e la foce del Bussento nel golfo di
Policastro, è molto antica e - sottolinea la Coldiretti - risale probabilmente ad età pre-greche,
quando fu introdotta in Italia a seguito dei primi viaggi commerciali compiuti dalle civiltà del
vicino oriente. Già Catone, e poi Varrone, raccontavano che i fichi essiccati erano
comunemente utilizzati nel Cilento e nella Lucania come base alimentare della manodopera
impiegata nei lavori dei campi. La Denominazione di Origine Protetta “Fico Bianco del Cilento” informa la Coldiretti - designa i frutti essiccati della specie Ficus carica domestica L. (cultivar
Dottato) che si presentano sia con buccia (di colore uniforme da giallo chiaro a giallo imbrunito)
che mondi (di colore chiarissimo tendente al bianco). Il numero di fichi essiccati con buccia non
deve essere superiore a 70 per kg, quello di fichi mondi non superiore a 85 per kg. È consentito
- segnala la Coldiretti - l'impiego di eventuale farcitura con altri ingredienti, quali mandorle, noci,
nocciole, semi di finocchietto, bucce di agrumi. La farcitura, comunque, non può superare il
10% del totale del prodotto commercializzato e deve essere provata la provenienza di tali
ingredienti del territorio dell'area di produzione. I fattori pedoclimatici (l'azione mitigatrice del
mare, la barriera alle fredde correnti invernali provenienti da nord-est, posta dalla catena degli
Appennini, la buona fertilità del suolo e un ottimale regime pluviometrico) uniti alla semplicità
della coltivazione alla plurimillenaria esperienza, e al pieno adattamento della specie e della
varietà all'ambiente pedoclimatico dell'area, contribuiscono - sostiene la Coldiretti - a conferire,
ai fichi essiccati cilentani delle caratteristiche organolettiche apprezzate particolarmente dal
consumatore che potrà riconoscere il prodotto dalla dicitura “Fico bianco del Cilento”, dalla
scritta “Denominazione di origine protetta” o “D.O.P” e dal logo che raffigura, in maniera
stilizzata, tre fichi maturi che lasciano intravedere la tipica progressiva colorazione del frutto in
essiccazione, poggiati su di una superficie verde che evoca un prato e, nella parte destra del
disegno, una parte di colonna greca, stilizzata, in stile dorico. Sullo sfondo compare, inoltre, precisa la Coldiretti - uno squarcio di cielo azzurro con, a sinistra in alto,un sole a raggi
disegnato in modo gestuale. Le denominazioni italiane protette - conclude la Coldiretti –
salgono così a 155, per la precisione 105 a denominazione di origine protetta e 50 a indicazione
geografica protetta e assicurano al nostro Paese la leadership comunitaria. La categoria più
“ricca” è quella degli ortofrutticoli (47), seguita dagli oli d’oliva (37), dai formaggi (32), dai
prodotti a base di carne (28), dai prodotti della panetteria (3), dalle spezie o essenze (3), dagli
aceti (2), dalle carni e frattaglie fresche (2) e dai mieli (1).
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N. 178 - 10 Marzo 2006
MADE IN ITALY: PASSATA;COLDIRETTI, ORA METÀ SPESA HA ORIGINE IN ETICHETTA
Con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del pomodoro utilizzato nella passata più
della metà dei soldi spesi dagli italiani in alimenti sono ora destinati all’acquisto di prodotti con
informazioni trasparenti sulla provenienza dal campo alla tavola. È quanto afferma la Coldiretti
nel sottolineare che, con la pubblicazione del decreto interministeriale in Gazzetta che obbliga a
indicare nella etichetta della passata il luogo di coltivazione, si compie un ulteriore passo in
avanti in un percorso di trasparenza iniziato dopo la crisi mucca pazza con l'etichettatura di
origine della carne bovina. Da allora grazie alla mobilitazione della Coldiretti con la raccolta di
oltre un milione di firme che ha portato all’emanazione della legge 204/04 sull’obbligo di
etichettatura di tutti gli alimenti si è moltiplicato l’elenco dei prodotti che possono contare su una
carta di identità. All'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca precisa la Coldiretti - si è unito l'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per
le uova, l'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in
cui il miele è stato raccolto, l’etichetta di origine per il latte fresco del giugno 2005 e quella
introdotta il 17 ottobre scorso per la carne di pollo e dei suoi derivati. Ora - continua la Coldiretti
- non ci sono più scuse per estendere a tutti gli alimenti l’indicazione del luogo di allevamento o
coltivazione del prodotto agricolo impiegato per combattere le contraffazioni e per garantire la
rintracciabilità delle produzioni, maggiori controlli e scelte di acquisto consapevoli per i
consumatori di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono. Molto resta infatti ancora da
fare e - rileva la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, le conserve vegetali
e i succhi di frutta, ma anche per la pasta, l'extravergine di oliva con la possibilità di
commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in
etichetta. Secondo una indagine Coldiretti-Ispo otto italiani su dieci considerano necessario che
debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola
contenuta negli alimenti e ben due italiani su tre sono d'accordo sul fatto che "se il prodotto
alimentare è italiano sono più sicuro da dove proviene e quindi mi fido di più".
GLI ALIMENTI CON L’OBBLIGO DI INDICARE L’ORIGINE IN ETICHETTA
 Carne bovina: dal primo gennaio 2002 obbligo etichetta origine dopo mucca pazza.
 Frutta e verdura fresche: su etichette obbligato indicare origine, varietà e categoria.
 Uova: dal primo gennaio 2004 è obbligatorio il codice sul guscio;
 Pesce: deve riportare l'indicazione di origine.
 Miele: dal primo agosto 2004 è d'obbligo etichetta con Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
 Latte fresco: deve essere indicato il luogo di provenienza degli allevamenti di origine da giugno 2005.
 Carne di pollo: obbligo etichetta tra i provvedimenti per fronteggiare virus polli dal 17 ottobre 2005.
 Passata di pomodoro: etichetta che indica il luogo di coltivazione dal 15 giugno 2006
Fonte: Elaborazione Coldiretti
L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
I CIBI CON LA CARTA DI IDENTITA'
E QUELLI SENZA
Carne di pollo e derivati
Carne di maiale e salumi
Carne bovina
Carne di coniglio
Passata di pomodoro
Frutta e verdura trasformata
Frutta e verdura fresche
Olio di oliva
Uova
Derivati del pomodoro
Miele
Latte a lunga conservazione
Latte fresco
Derivati dei cereali
Pesce
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
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