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Premessa
La curiosità è il principio di piacere del pensiero 1
L’atto di scrivere una biografia di Adorno può immediatamente sollevare la seguente obiezione: si tratta di un tipo di operazione che da parte
di Adorno non veniva tenuto in gran conto. Anzi, egli nutriva notevoli
riserve sul fatto di produrre opere artistiche o filosofiche concernenti la
vita di un autore o di un’autrice. Anche per quel che riguardava la sua
persona aveva affermato di nutrire la speranza che venisse data la precedenza ai suoi scritti piuttosto che all’accidentalità della sua esistenza.
Certo, Adorno aveva letto e fatto uso di varie biografie, ad esempio in
relazione a Richard Wagner. Tuttavia non si stancava di mettere in
guardia chi volesse cercare in composizioni musicali o in opere letterarie
tracce di vita vissuta, intenzioni soggettive o moti dell’animo dell’autore. Proprio questi elementi, però, costituiscono un tratto estremamente
allettante negli scritti di Adorno. In molti passi dei suoi testi, infatti,
troviamo esplicite asserzioni autobiografiche, ricordi concernenti i felici
giorni d’infanzia e nomi bizzarri di località site nei dintorni di Francoforte. Per Adorno, non era questo genere di reminiscenze a costituire un
elemento decisivo per la conoscenza; quel che gli stava a cuore era, piuttosto, l’interdipendenza tra il contenuto oggettivo dell’opera e la sua
ubicazione storica, vale a dire quel che egli ha definito il campo di forze
determinato dalla posizione storica del soggetto autoriale, dalla vita e
dall’opera di questi.
Tale massima funge da filo conduttore di questa mia biografia che
ha per oggetto Adorno e che sono riuscito a portare a termine quarant’anni dopo la sua morte e nell’anno in cui egli avrebbe compiuto cento
anni. Nel corso del mio lavoro di ricerca, durato più di sei anni, sopra la
mia scrivania avevo appeso, incorniciata e bene in vista, una citazione
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theodor w. adorno
tratta dagli scritti di Adorno: «Anche la persona singola nella sua biografia è una categoria sociale, determinata solo nella correlazione vitale con
altre persone, che costituisce appunto il suo carattere sociale; solo in
questa correlazione la sua vita, in condizioni sociali date, acquista un
senso» 2.
Questa biografia si accinge a ricostruire la correlazione presente tra
la vita di Adorno e quella di altre persone. Il corpus di fonti su cui si basa
è costituito dalle pubblicazioni di Adorno, dalle sue lettere pubblicate e
da quelle conservate in archivio, da vari appunti e trascrizioni delle sue
lezioni e di sue conferenze e da interviste con persone che lo hanno conosciuto. In essa mi sono avvalso anche di un gran numero di fonti ulteriori e di testi di intellettuali amici di Adorno. Malgrado l’enorme quantità del materiale analizzato e visionato occorre tener conto del fatto che
alcuni documenti non sono stati ancora archiviati oppure non sono accessibili per via di disposizioni testamentarie. Anche le lettere di Adorno
non sono archiviate nella loro totalità; alcuni carteggi sono addirittura
inaccessibili, come ad esempio quello, importantissimo, tra Adorno e
Siegfried Kracauer, che è conservato nel Deutsches Literaturarchiv di
Marbach.
A volte le biografie si distinguono per un certo pathos della distanza dall’oggetto di cui trattano, cosa che nel mio caso non sarebbe giusta, perché tanto da liceale che da studente universitario ho avuto la fortuna di
poter esperire di persona il fascino e la carica intellettuale di questo protagonista della teoria critica. «Il solo rapporto della coscienza alla felicità
è la gratitudine: ed è ciò che costituisce la sua dignità incomparabile» 3.
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