Studio di alcuni terremoti di intensità epicentrale moderata in Italia

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Studio di alcuni terremoti di intensità epicentrale moderata in Italia
Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia
Sezione di Milano
Studio di alcuni terremoti di intensità epicentrale moderata
in Italia settentrionale
Paola Albini, Paola Migliavacca, Andrea Moroni
Milano, novembre 2003
Indice
Introduzione
Studi di terremoti (in corsivo quelli risultati dubbi o falsi)
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1280, Gorizia
1365 marzo 4, Ferrara
1449, Pinerolo
1472 maggio 14, Friuli
1502 maggio 15, Cuneo
1507, Pinerolo
1516 marzo 9, Venezia
1692 maggio, Friuli
1717 marzo 31, Padova
1719 dicembre 16, Trento e Brescia
1756 febbraio 25, Bassano del Grappa
1771 agosto 15, Valle Imagna
1785
1795
1815
1835
1849
1857
1859
1862
1869
1878
1883
1885
1887
1887
1887
1891
1892
1892
1895
1895
1895
1897
1900
settembre 12, Susa
gennaio 1, Sutrio
febbraio 26, Santorso
aprile 20-25, Borgotaro
giugno 18, Limone
marzo 10, Pieve di Soligo
settembre 29, Belluno
maggio 4, Saint Nicolas
novembre 29, Aosta
gennaio 22, Saluzzo
marzo 7, Pinerolo
luglio 1, Vernante
marzo 3, Marmora
maggio 20, Lecco
ottobre 1, Dronero
dicembre 20, Domodossola
giugno 24, Farra d'Alpago
novembre 26-27, Vernante
maggio 25, Villanova Marchesana
ottobre 12, Malcesine
novembre 2, Valle de' Signori
giugno 11, Cornuda
aprile 5, Cuneo
All. 1 - Estrazione da CPTI (1999)
All. 2 - Record parametrici dei 35 terremoti in studio (CPTI, 1999)
All. 3 - Piani quotati in formato standard per i terremoti studiati
All. 4 - Nuovi record parziali dei 35 terremoti studiati
2
Introduzione
L'esigenza di predisporre uno studio per i terremoti contenuti in questo rapporto è
sorta contestualmente all'aggiornamento del "Catalogo dei Terremoti Italiani" (CPTI,
1999). L'inventario degli studi macrosismici resisi disponibili dopo la sua
pubblicazione ha infatti evidenziato che per molti terremoti i parametri del catalogo
erano ancora quelli ripresi direttemente da Postpischl (1985), senza che fosse mai
stato predisposto uno studio di base. Si tratta per lo più di terremoti con Io≥7, che
potrebbero essere sovrastimati o comunque conosciuti in maniera approssimativa.
Obiettivo di questa attività è stato quindi rileggere le fonti utilizzate da Postpischl
(1985), compiere una verifica dei principali repertori sismologici e predisporre per
ciascun terremoto uno studio preliminare della distribuzione degli effetti in termini di
intensità MCS.
La selezione di terremoti contenuta in questo rapporto è avvenuta sulla base di
un'estrazione da CPTI (1999), con coordinate ≥44 N e per terremoti fino al 1900 (All.
1), che ha messo in evidenza 137 terremoti che in CPTI hanno come root "POS85"
(Postpischl, 1985) e "OGS87" (OGS, 1987).
All'interno di questa selezione, sulla base di un ulteriore lavoro di inventariazione,
sono stati individuati 35 terremoti (All. 2) per i quali la mancanza di uno studio di
base è stata ritenuta di particolare e negativo rilievo per la affidabilità complessiva
del catalogo.
Si propongono di seguito 35 relazioni che descrivono il percorso compiuto per risalire
alle origini delle informazioni confluite in CPTI, una rilettura delle fonti primarie e
secondarie utilizzate dai cataloghi, la ricerca per individuare le fonti contemporanea
all'evento e di maggior affidabilità ed eventuali ricerche ad hoc per rendere il quadro
conoscitivo esplicito e coerente. Per ciascun evento viene elencata la bibliografia
utilizzata, sia che la sua lettura abbia avuto esito positivo sia che abbia avuto esito
negativo (quest'ultimo esplicitamente indicato).
Quando il materiale informativo l'ha consentito, per ciascuna località coinvolta
dall'evento è stato stimato un valore di intensità macrosismica secondo la scala MCS.
Tutte queste località sono state opportunamente identificate e georeferenziate ed è
stato loro attribuito un valore di intensità; il loro elenco, secondo il formato standard,
è contenuto nell'All. 3. Complessivamente, si tratta di 205 osservazioni
macrosismiche in 157 località diverse (194 se si includono quelle per le quali
l'osservazione è stata di non risentimento).
Per ciascun evento in studio si fornisce inoltre un record che contiene i parametri
sinora ricavati per ciascun evento (sino al campo Imax incluso), a confronto con
quelli contenuti in CPTI (All. 4).
3
1280, Gorizia
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
64
Anno
1280
Me
0
Gi
0
Or
0
Mi
0
AE
GORIZIA
Rt
OGS87
0
Io
65
Lat
45,967
Lon
13,600
CPTI (1999) utilizza il catalogo OGS (1987), che non dichiara le proprie fonti. Questo evento è
presente nel precedente catalogo Postpischl (1985) con gli stessi parametri, in questo caso la fonte è
il catalogo parametrico Bernardis et al. (1978).
Baratta (1901) non ricorda questo terremoto. Fonte probabile dei cataloghi parametrici è Tommasi
(1888), che ascrive all'anno 1280, senza mese né giorno la notizia riportata qui sotto:
"1280 - Territorio Goriziano - lo stesso anno si verificò un'escrescenza d'acqua".
La fonte utilizzata da Tommasi è la Strenna cronologica per l'antica storia del Friuli e principalmente
per quella di Gorizia sino all'anno 1500, stampata a Gorizia nel 1856 a cura di Giuseppe Domenico
della Borsa.
Leggendo con attenzione il repertorio di Tommasi risulta però evidente che questa notizia sia
semplicemente da riferirsi a un'alluvione, per i seguenti motivi:
i) la descrizione è collocata nella colonna "Fenomeni precedenti, concomitanti, susseguenti"
ii) nessuna informazione è contenuta nella colonna "Numero intensità, natura e durata delle
scosse”, che è sempre riempita da Tommasi nei casi precedenti
iii) come i terremoti precedenti al n. 3, 4, 5 e quello successivo al n. 7 questo è contraddistinto da
un asterisco, spiegato nel Nota Bene in testa alla tabella: "N.B. I numeri progressivi segnati con
asterisco indicano i terremoti ritenuti locali".
Gli studi più recenti pubblicati sui terremoti del 7 aprile 1278 e 23 aprile 1279 (Boschi et al., 1995)
hanno messo in evidenza il verificarsi di duplicazioni dovute all'utilizzo di fonti tarde e a letture
imprecise delle datazioni da fonti coeve secondo stili di calendario poco diffusi. Fra le diverse
datazioni, inclusa quella fatta da Tommasi al 1280, viene da Boschi et al. (1995) scelto l'anno 1279 e
il 23 aprile come data in cui avvenne un terremoto che causò danni in Friuli.
Sulla base della nuova lettura di Tommasi (1888) e degli studi esistenti sui terremoti in quest'area
intorno al 1280, si ritiene che questo record sia stato incluso per errore di interpretazione nei
cataloghi parametrici e che quindi sia da eliminare.
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bernardis G., Giorgetti F., Nieto D. and Slejko D., 1977. Earthquakes Catalogue for Eastern Alps
Region. OGS, Trieste (computer printout).
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smriglio G. e Valensise G. (eds.), 1995. Catalogo dei
forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980. ING-SGA, Bologna, 973 pp.
Della Borsa G. D. (ed.), 1856. Strenna cronologica per l'antica storia del Friuli e principalmente per
quella di Gorizia sino all'anno 1500. Gorizia.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
OGS, 1987. Alpor: catalogo delle Alpi Orientali. Tabulato di computer, Trieste.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26.
4
4 marzo 1365, Ferrara
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
105
Anno
1365
Me
3
Gi
4
Or
0
Mi
0
AE
VENETO
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,500
Lon
12,000
CPTI (1999) utilizza il catalogo di Postpischl (1985) che a sua volta cita come fonte Baratta (1901).
Baratta riporta:
"Nella notte del 4 marzo le cronache citate [Chronicon Estense, in RIS, XV, 487c e Cronica di
Bologna, in RIS, XVIII, 477cd] narrano che furono sentite grandi scosse in Ferrara, Treviso,
Padova, Venezia e luoghi vicini: durarono un'ora".
Mercalli (1883) riporta per il 4 marzo 1365 “nel Veneto in un’ ora parecchie [scosse]”, mentre Perrey
(1848) nel Supplemento segnala:
“4 mars la nuit. A Venise, Padue, Trévise, Ferrare et dans les contrées voisins, grandes secousses
pendant une heure (Chron. di Bologna, l.c. 477). Le Chron. Estense (M.t XV, 487) dit la nuit du 6
mars et ne segnale que Ferrare.”
Altri repertori per l’area veneta quali il Piovene (1888) ed il Goiran (1880) non riportano alcuna notizia
dell’evento.
La notizia di Baratta sembra essere ripresa dalla sola Cronica di Bologna:
“…A dì 4 di Marzo furono grandi tremuoti in Vinegia, Padova, Trevigi, Ferrara, e per quelle
contrade e parti, e fu di notte, e durarono un’ora….”
La Cronica non fornisce la descrizione dei danni provocati dall’evento nei luoghi citati, ma solo
l’indicazione temporale e la durata. È lecito supporre che, se si fossero verificati effetti di
danneggiamento di una certa rilevanza, l’autore ne avrebbe fatto menzione. Infatti, poche righe più
avanti, lo stesso, ci fornisce una descrizione dettagliata dei danni causati nel contado di Ferrara e in
quello di Bologna dalla piena del Po.
Pur citando la stessa cronaca, Baratta ignora del tutto la discrepanza nella data contenuta nel
Chronicon Estense, che data il terremoto al 6 marzo e circoscrive l’area alla sola Ferrara:
“MCCCCLXV. Die XXV mensis Januarii…. Die VI Martii fuit Terraemotus in civitate Ferrariae de
nocte. Eodem die accessit Ferrariam Dominus Civitatis Urbini, et ivit Mantuam ad desponsandam
filiam Domini Ugolini de Gonzaga….”
Anche in questo caso nessun accenno a danni a Ferrara o nei luoghi vicini.
Sulla scorta di Boschi et al. (1995), CPTI (1999) riconduce al 25 luglio 1365 l’informazione di Baratta
relativa a un terremoto con danni a Bologna in data 7 aprile 1365; propone inoltre un record
indipendente per il terremoto del 21 settembre 1365 nell’ area di Verona.
Nessun collegamento è stato riscontrato nelle fonti coeve tra questi episodi.
Per il terremoto in studio, le informazioni sono state ricondotte ad un unico evento, con un
ridimensionamento dell’intensità massima.
Terremoto del 4 marzo 1365
Ferrara
Padova
Treviso
Venezia
50
50
50
50
5
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smriglio G. e Valensise G. (eds.), 1995. Catalogo dei
forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980. ING-SGA, Bologna, 973 pp.
Cronicon Estense, gesta Marchionum Estensium complectens ab anno MCI usque ad annum MCCCLIV
per anonymos scriptores synchronos deductum, et ab aliis auctoribus continuatum usque ad
annum MCCCXCIII, col.487. In Muratori L.A., 1723-1751. Rerum Italicarum scriptores ab anno….
Ristampa anastatica dell’edizione del 1723-1751, Forni, Sala Bolognese, stampa 1979, Vol.15,
coll.1136.
Chronicon veronense ab anno 1117 ad annum usque 1278 auctore Parisio de Cereta. Ab aliis vero
continuatum ad annum usque 1375, coll.657-658. In Muratori L.A., 1723-1751. Rerum Italicarum
scriptores ab anno…. Ristampa anastatica dell’edizione del 1723-1751, Forni, Sala Bolognese,
stampa 1978, Vol.8, paginazione varia.
Goiran A., 1880. Meteorologia endogena. Storia sismica della Provincia di Verona. Verona, 153 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Historia Miscella Bononiensis ab anno MCIV usque ad annum MCCCXCIV. Auctore praesertim Fratre
Bartholomae della Pugliola ordinis minorum accedit ejusdem continuatio usque ad annum
MCCCCLXXI ab aliis auctoribus synchronis facta, col.477. In Muratori L.A., 1723-1751. Rerum
Italicarum scriptores ab anno…. Ristampa anastatica dell’edizione del 1723-1751, Forni, Sala
Bolognese, stampa 1981, Vol.18, coll.1262.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Piovene C., 1888. Cronaca dei terremoti a Vicenza. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, serie II, VIII, pp. 46-57.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
6
1449, Pinerolo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
148
Anno
1449
Me
0
Gi
0
Or
0
Mi
0
AE
PINASCA
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,000
Lon
7,250
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta cita come fonte il catalogo
parametrico non pubblicato di Eva et al. (1984).
Tra i repertori questo evento è ricordato solo da Mercalli (1897) e da Baratta (1901). Entrambi
riportano la stessa informazione:
"Nel Pinerolese terremoto fortissimo".
La fonte per entrambi è Vassalli Eandi (1808).
Allo stato attuale delle conoscenze non è nota la fonte di Vassalli Eandi, ma la descrizione presente
nei repertori citati indica che l'assegnazione dell'intensità è stata fatta interpretando con larghezza
l'aggettivo "fortissimo". Sembra più probabile che eventuali danni sarebbero stati tramandati dalle
fonti. Anche la localizzazione risulta vaga e non sembra meritare una definizione puntuale. Dovendo
comunque individuare una località, con una certa forzatura si potrebbe indicare Pinerolo.
Terremoto del 1449
Pinerolo
50
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. e Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Vassalli Eandi A., 1808. Rapport sur le tremblement de terre qui à commencé le 2 avril 1808 dans les
valleés de Pélis, de Cluson, de Pô etc. Fait à la classe des Sciences Physiques et Mathématiques de
l’Académie Imperiale de Turin dans sa séance du 2 mai 1808. Torino, Felix Galletti, 136 pp.
7
14 maggio 1472, Friuli
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
169
Anno
1472
Me
5
Gi
14
Or
19
Mi
0
AE
FRIULI
Rt
POS85
0
Io
70
Lat
45,500
Lon
13,250
CPTI (1999) utilizza il catalogo di Postpischl (1985), che a sua volta cita come fonte il catalogo
parametrico Iaccarino e Molin (1978). Quest'ultimo catalogo non dichiara esplicitamente quale fonte
abbia usato per questo terremoto.
Questo evento è ricordato da Baratta (1901) che da notizia di due scosse avvertite in Friuli, la
seconda delle quali avrebbe provocato crepe in molte case e si sarebbe sentita a Venezia. Fonte di
Baratta è il repertorio di Tommasi (1888), che riporta:
" 1472 maggio 14 - a 20 ore - due forti scosse - in tutto il Friuli - Furono screpolate molte case,
massime dalla seconda scossa che fu fortissima - Alla stessa ora a Venezia il terremoto fu debole".
Fonte di Tommasi è un certo Portis, che però non è citato in bibliografia, né utilizzato per altri eventi.
Questa fonte non è conosciuta agli studi macrosismici recenti e un'indagine nei cataloghi delle
biblioteche del Friuli e del Veneto non ha dato alcun risultato.
Nessun altro repertorio (Perrey, 1848; Goiran, 1880; Mercalli, 1883; Taramelli, 1883; Schorn, 1902)
ricorda questo evento.
Allo stato attuale delle conoscenze appare difficile redigere un elenco affidabile delle intensità. L'unica
notizia di danneggiamento viene attribuito dalle fonti disponibili a un'area estesa e solo per Venezia si
da una notizia puntuale, ma tale da non essere significativa rispetto al terremoto.
Dovendo indicare un valore di intensità il 7 grado della scala MCS appare comunque sovrastimato
rispetto alle sia pur vaghe informazioni disponibili; a titolo indicativo, ma con la consapevolezza che
un'intensità assegnata a un’area estesa ha un valore assai relativo, si propone la seguente
distribuzione:
Terremoto del 14 maggio 1472, ore 20
Friuli
Venezia
60
40
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Goiran A., 1880. Meteorologia endogena. Storia sismica della Provincia di Verona. Verona, 153 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D. 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Schorn J., 1902. Die Erdbeben von Tirol und Vorarlberg. Zeitschrift des Ferdinandeums, III, 46, pp.
99-282.
Taramelli T., 1883. Note illustrative alla carta geologica della provincia di Belluno rilevata negli anni
1877-1881. Pavia, XXX pp.
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26.
8
15 maggio 1502, Cuneo
Il catalogo CPTI (1999) presenta due eventi accaduti nel 1502 nei pressi di Cuneo con i seguenti
parametri:
N
197
199
Anno
1502
1502
Me
5
9
Gi
0
23
Or
0
0
Mi
0
0
AE
CUNEO
TARANTASCA
Rt
POS85
POS85
0
0
Io
60
70
Lat
44,400
44,500
Lon
7,500
7,500
In entrambi i casi CPTI (1999) utilizza il catalogo di Postpischl (1985). Per il terremoto del maggio
1502 Postpischl cita come fonti Mercalli (1897) e Baratta (1901), mentre per quello del 23 settembre
1502 la sua fonte è Eva et al. (1984).
Il terremoto del 23 settembre 1502 è stato studiato recentemente da SGA (2002) proprio assieme a
quello del maggio 1502. Le conclusioni dello studio SGA (2002), a cui si rinvia per i dettagli, sono che
avvenne un unico terremoto il giorno 15 maggio 1502, avvertito a Cuneo con I=5 MCS, mentre quello
del 23 settembre 1502 va considerato un falso.
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. e Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
SGA, 2002. Ricerche, revisioni e confronti. Terremoti storici. Rapporto Tecnico, Incarico INGV-MI,
01/2002, 25 gennaio 2002, RPT 248/02, Bologna, 214 pp.+ CD-ROM.
9
1507, Pinerolo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
204
Anno
1507
Me
0
Gi
0
Or
0
Mi
0
AE
PINASCA
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,000
Lon
7,250
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta cita come fonte il catalogo
parametrico non pubblicato di Eva et al. (1984).
Tra i repertori questo evento è ricordato solo da Mercalli (1897) e da Baratta (1901). Entrambi
riportano la stessa informazione:
"Nell'anno un terremoto fortissimo nell'area di Pinerolo".
La fonte per entrambi è Vassalli Eandi (1808).
Allo stato attuale delle conoscenze non è nota la fonte di Vassalli Eandi, ma la descrizione presente
nei repertori citati indica che l'assegnazione dell'intensità è stata fatta interpretando con larghezza
l'aggettivo "fortissimo". Sembra più probabile che eventuali danni sarebbero stati tramandati dalle
fonti. Anche la localizzazione risulta vaga e non sembra meritare una definizione puntuale. Dovendo
comunque individuare una località, con una certa forzatura si potrebbe indicare Pinerolo.
Terremoto del 1507
Pinerolo
50
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. e Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Vassalli Eandi A., 1808. Rapport sur le tremblement de terre qui à commencé le 2 avril 1808 dans les
valleés de Pélis, de Cluson, de Pô etc. Fait à la classe des Sciences Physiques et Mathématiques de
l’Académie Imperiale de Turin dans sa séance du 2 mai 1808. Torino, Felix Galletti, 136 pp.
10
9 marzo 1516, Venezia
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
216
Anno
1516
Me
3
Gi
9
Or
0
Mi
0
AE
VENEZIA
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,467
Lon
12,333
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta indica come fonte il catalogo
parametrico di Iaccarino e Molin (1978). Quest'ultimo non cita esplicitamente le proprie fonti.
Baratta (1901) ricorda questo evento all’interno di un paragrafo in cui tratta di quattro diversi
terremoti: 2 marzo a Gemona, 9 marzo a Venezia, 21 marzo a Verona e 20 dicembre a Gemona. Le
fonti utilizzate sono altri repertori, precisamente: le notizie sui terremoti di Gemona sono riprese da
Tommasi (1888), quelle su Venezia provengono da Mercalli (1883), mentre le informazioni su Verona
vengono tratte da Goiran (1880).
La notizia sul terremoto in esame proviene quindi da Mercalli (1883), che segnala questo evento
nell’Appendice del suo catalogo. In questa sezione, Mercalli riporta avvenimenti non citati
precedentemente e ripresi da un catalogo manoscritto, fornitogli dall'abate M. Tono di Venezia,
composto in parte dallo stesso Tono e in parte dall'abate Toaldo. Sulla base di questa fonte, Mercalli
da notizia di un terremoto "grande" a Venezia il 9 marzo 1516.
Per quanto riguarda gli altri eventi, Goiran (1880), seguendo la cronaca di Pietro Zagata (1745-49),
riporta per Verona:
"A di 21 marzo in tra le 3 e 4 hore de nocte trasse un teremoto".
Tommasi (1888) riferisce per Gemona:
1516 marzo 2 - Gemona - [nessuna nota sugli effetti]
Egli ricorda, inoltre, due scosse il 20 dicembre 1516, alle 6.30 e alle 7, la prima "forte", la seconda
"mediocre". La fonte di Tommasi è un manoscritto dell’abate Sebastiano Mulioni: “Chronicon
Glemolense ab anno 1300 ad annum 1517”, non in nostro possesso.
Nessun altro repertorio (Perrey, 1848; Taramelli, 1883; Schorn, 1902) ricorda l’evento del 9 marzo.
Abbiamo quindi le seguenti informazioni:
2 marzo
data
Località
Gemona
repertorio
Tommasi, 1888
9 marzo
Venezia
Mercalli, 1883
21 marzo
Verona
Goiran, 1880
20 dicembre
Gemona
Tommasi, 1888
fonti dei repertori
Chronicon Glemolense,
sec. XVI
Tono e Toaldo,
sec. XIX
Zagata, 1745-49
Chronicon Glemolense,
sec. XVI
Di questi quattro eventi, nessuno è dotato di uno studio di base e solo quello del 20 dicembre e quello
del 9 marzo sono inclusi in CPTI (1999). Proprio quello del 9 marzo a Venezia risulta essere quello
meno documentato.
La notizia del terremoto veneziano del 9 marzo si fonda su un catalogo manoscritto molto tardo di cui
non sono note le fonti. La consultazione di una fonte contemporanea all’ evento risulta essere dunque
di grande importanza.
I Diari di Marin Sanudo, forniscono preziose informazioni per questa data:
11
[1516]
“A dì 9, Domenega,
[…] Ozi fo prima neve, che più quest’anno non ha nevegato; ma pocho, pur li copi erano coperti,
poi pioza. Poi disnar tempesta grande, poi vento et sol; siché sta un stranio zorno. […]”
Il patrizio veneziano dimostra in questo caso una particolare attenzione ai fenomeni naturali,
descrivendo con minuzia il succedersi dei vari stati atmosferici, ma non fa alcun accenno ad un
terremoto sentito a Venezia quel giorno.
Possiamo dunque, con un buon grado di certezza, ritenere falso il terremoto del 9 marzo.
Per gli eventi avvenuti a Gemona il 2 marzo e il 20 dicembre 1516 Sanudo tace. Le corrispondenze
provenienti da Udine per quelle date riportano solamente informazioni di carattere politico e militare.
Bibliografia
Ab. Toaldo e Tono M., XIX sec., (ms). Catalogo manoscritto di terremoti. (S.l. : s.n).
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Goiran A., 1880. Meteorologia endogena. Storia sismica della Provincia di Verona. Verona, 153 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D., 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Mulioni Sebastiano, (s.d). Chronicon Glemonense: ab anno MCCC ad MDXVII. (S.l. : s.n), stampa
1877 Udine, G. Seitz, 27 p.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Sanudo, M., 1496-1533. Diarii. Fulin R. (ed.), Venezia 1800, ristampa anastatica, Forni, Bologna 1969,
58 voll.
Schorn J., 1902. Die Erdbeben von Tirol und Vorarlberg. Zeitschrift des Ferdinandeums, III, 46, pp.
99-282.
Taramelli T., 1883. Note illustrative alla carta geologica della provincia di Belluno rilevata negli anni
1877-1881. Pavia, XXX pp.
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26.
Zagata P., 1745-49. Cronica della città di Verona colla continuazione di Giacomo Rizzoni ampliata e
supplita da G.B. Biancolini. 3 voll., Verona.
12
1692, Friuli
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
407
Anno
1692
Me
5
Gi
0
Or
0
Mi
0
AE
M.VALCALDA
Rt
OGS87
0
Io
70
Lat
46,350
Lon
12,800
CPTI (1999) utilizza il catalogo OGS (1987), che non dichiara le proprie fonti. Questo evento è
presente nel precedente catalogo di Postpischl (1985) con Io=6-7 MCS. Fonte di Postpischl è il
catalogo parametrico di Iaccarino e Molin (1978), il quale non dichiara esplicitamente quale fonte
abbia usato per questo terremoto.
Con tutta probabilità la fonte principale di tutti questi cataloghi è Tommasi (1888), che a sua volta
riprende la notizia da Mercalli (1883).
Mercalli (1883) non cita questo evento nel catalogo compreso nel volume sui Vulcani e i fenomeni
vulcanici, ma nel cap. XV, § 3, dedicato agli Effetti permanenti dei terremoti (p. 349). Qui Mercalli
riporta un elenco di terremoti che produssero effetti permanenti sull'ambiente. Si tratta, come
specifica Mercalli stesso, di eventi non citati nelle pagine precedenti. In questo elenco figura la
seguente notizia, purtroppo senza indicazione della fonte da cui è stata tratta:
"1692. In maggio grande scoscendimento al monte Uda [sic] presso Preone nel Friuli".
Nel suo catalogo sui terremoti nel Friuli, Tommasi (1888) riprende la stessa notizia citando come fonte
lo stesso Mercalli:
1692 Maggio - fortissimo - Carnia - si verificò un grande scoscendimento al Monte Adua [sic]
presso Preone".
Ma nell'introduzione al catalogo, nella nota a pagina 11, Tommasi esprime forti dubbi che la notizia sia
vera
"… il non troppo bene accertato terremoto del 1692 …
Mi permetto di dubitare di questo terremoto, perché non se ne fa alcun cenno nell'operetta del
sacerdote Niccolò Grassi, edita a Udine nel 1782 ed intitolata Notizie storiche della provincia della
Carnia. A pag. 166 si legge soltanto che «nell'agosto del 1692 dal 15 al 16 fu innondazione
terribile, piovve furiosamente per due giorni e due notti continue ... scaturirono fonti dove prima
non erano e col tuonare tremò la terra ... A mezzanotte tutta un'intera montagna (probabilmente il
Monte Anda [sic]) si rovesciò sul villaggio di Buarta seppellendolo»".
La fonte citata da Tommasi non è coeva all'evento, ma appare dubbio che la notizia riportata da
Mercalli sia riferibile ad un terremoto, sia per le considerazioni svolte da Tommasi, sia perchè Mercalli
stesso non mette il 1692 nel suo catalogo, ma in una sezione a parte dove compaiono molti eventi
non riconducibili a terremoti e che lo stesso Mercalli annota con un "(Terr.?)".
In conclusione questo terremoto è da classificarsi come molto dubbio.
Bibliografia
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D., 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
OGS, 1987. Alpor: catalogo delle Alpi Orientali. Tabulato di computer, Trieste.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26.
13
31 marzo 1717, Padova
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
462
Anno
1717
Me
3
Gi
31
Or
0
Mi
0
AE
VENEZIA
Rt
OGS87
0
Io
55
Lat
45,417
Lon
12,317
CPTI (1999) utilizza il catalogo OGS (1987), che non dichiara le proprie fonti. Questo evento è
presente nel precedente catalogo di Postpischl (1985) con un valore di intensità pari a 5 MCS. La
fonte di Postpischl è il catalogo parametrico Iaccarino e Molin (1978). Quest'ultimo catalogo non
dichiara esplicitamente quale fonte abbia usato per questo terremoto.
Tra i repertori l'unico che ricorda questo evento è De Rossi (1888), che riporta una notizia apparsa
sulla Gazzetta di Bologna (1717):
"Venezia, 10 stante. Tanto da Padova che da qualche altra piazza della costa pontificia si hanno
avvisi che nella notte del 31 marzo erasi sentita una gagliarda scossa di terremoto senza però fare
alcun danno".
Sulla base di questa informazione non sembra che il terremoto si sia sentito a Venezia poiché,
giungendo la notizia dal capoluogo veneto, avrebbe fatta menzione di risentimenti. Inoltre la notizia fa
esplicito riferimento alla mancanza di danni. La valutazione di un’intensità epicentrale pari a 5-6 MCS
appare quindi sovrastimata.
Terremoto del 31 marzo 1717
Padova
50
Bibliografia
De Rossi M. S. (ed.), 1889. Documenti raccolti dal defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei
terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia. Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi
Lincei, Roma, V, pp. 169-289.
Gazzetta di Bologna, 1717. Aprile 13, Bologna.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D., 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
OGS, 1987. Alpor: catalogo delle Alpi Orientali. Tabulato di computer, Trieste.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
14
16 dicembre 1719, Trento e Brescia
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
470
Anno
1719
Me
12
Gi
16
Or
18
Mi
0
AE
TREVISO
Rt
OGS87
0
Io
55
Lat
45,533
Lon
12,217
CPTI (1999) utilizza il catalogo OGS (1987), che non dichiara le proprie fonti. Il catalogo di Postpischl
(1985) utilizza Bernardis et al. (1978), anch’esso privo di riferimento alle fonti.
Tra i principali repertori sismologici (Mercalli, 1883; Baratta, 1901) questo evento è ricordato solo da
De Rossi (1889). Egli riporta la seguente notizia, ripresa dalla Gazzetta di Bologna (1719), che a sua
volta pubblicava una corrispondenza da Venezia datata 23 dicembre:
"Le lettere di Brescia tengono avviso che nel giorno 16 sera sulle 19 ore fu sentita colà una
gagliarda scossa di terremoto senza danno e senza replica".
L'unico repertorio dedicato alla storia sismica di Treviso (Scarpa, 1886) ricorda per il 1719 solo un
evento verificatosi il 5 gennaio. La notizia va forse riferita al noto e più forte terremoto del 7 gennaio
di quell’anno.
E' da considerare invece una notizia tratta dal repertorio di Trener (1903) sui terremoti del Trentino,
che trascrive in modo approssimativo un brano dall'opera manoscritta di uno scrittore tridentino,
Tovazzi (1803).
La notizia è trascritta di seguito correttamente sulla base dell'edizione anastatica del manoscritto
(Tomasi, 1986):
"1719. Die autem septima Decembr. Sab. hora nona vespertina, et quarta noctis, Tridenti auditus
est magnus terraemotus ex quo aliqui muri deciderunt".
Trener riportava invece «sub hora nona», mentre il testo dice «Sab. hora nona», ossia «sabato all'ora
di nona». Quest'ora corrisponderebbe in dicembre alle ore 19 circa, cioè alla stessa ora nella quale è
attestato il terremoto a Brescia.
Nel 1719 il 16 dicembre cadeva di sabato, mentre il 7 dicembre cadde di giovedì. Si deve quindi
supporre che Tovazzi abbia sbagliato o nell’indicare il giorno della settimana o nel precisare la data.
Terremoto del 12 dicembre, 1719, ore 19.00
Trento
Brescia
60
50
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bernardis G., Giorgetti F., Nieto D. and Slejko D., 1977. Earthquakes Catalogue for Eastern Alps
Region. OGS, Trieste (computer printout).
De Rossi M. S. (ed.), 1889. Documenti raccolti dal defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei
terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia. Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi
Lincei, Roma, V, pp. 169-289.
Gazzetta di Bologna, 1719. Dicembre 29, n. 52, Bologna.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
OGS, 1987. Alpor: catalogo delle Alpi Orientali. Tabulato di computer, Trieste.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
15
Scarpa G., 1886. Terremoti avvenuti in Treviso. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica VIII, s. II, p. IV, 181 pp.
Tovazzi G., 1803. Malographia Tridentina. Tomasi G. (ed.), 1986, riproduzione anastatica e
trascrizione. Trento, 237 pp.
Trener G.B., 1903. I terremoti del Trentino. Tridentum. Rivista mensile di studi scientifici, VI, pp. 612.
16
25 febbraio 1756, Bassano del Grappa
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
550
Anno
1756
Me
2
Gi
25
Or
21
Mi
0
AE
ROSE’
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,750
Lon
11,750
CPTI (1999) utilizza il catalogo di Postpischl (1985), che a sua volta utilizza Iaccarino e Molin (1978).
Quest'ultimo catalogo non dichiara la propria fonte in riferimento a questo terremoto, ma si tratta,
con ogni evidenza, di Baratta (1901), che ricorda due eventi:
"Il 25 febbraio, a 22 h italiane, a Bassano una scossa violenta fece uscire molti cittadini che
trovavansi in chiesa: a 7h di notte altra sensibile anche a Trento ed in vari luoghi del Veneto,
specialmente a Feltre e suo distretto".
Per quanto riguarda la datazione, le 22 italiane del 25 febbraio corrispondono circa alle 15 del
medesimo giorno, mentre per le 7 di notte si deve intendere sette ore dopo il tramonto dello stesso
giorno, quindi circa la mezzanotte del 25 febbraio.
La fonte di Baratta è la "Storia degli orrendi tremuoti … Seconda edizione accresciuta" (1756), che
non è stata sinora rintracciata.
Tra gli altri repertori, questo evento è ricordato da Mercalli (1883) sulla scorta di Perrey (1848), da
Zanon (1937) sulla scorta di Mercalli (1883) e da Schorn (1902) che cita testualmente Baratta (1901).
Perrey (1848) è dunque l'unico altro repertorio con informazioni indipendenti rispetto a Baratta;
utilizza infatti periodici francesi (Gazzette de France, 1756; Journal Historique, 1756), nonché l'opera
di Gueneau de Montbeliard (1761) per affermare che furono avvertite più scosse tra la fine di febbraio
e l'inizio di marzo in Tirolo, a Trento e a Venezia.
Tuttavia una lettura diretta delle fonti di Perrey mostra come nel suo repertorio egli abbia commesso
alcune sviste. La Gazzette de France (1756a, b) non ricorda questi eventi. Delle altre due fonti il
Journal Historique (1756) risulta essere indipendente, e dice:
"Selon les avis reçus du Trentin et de l'Etat de Venise on y a essuyé bien que dans le Tirol,
diverses sécousses de tremblement de terre vers le derniers jours de Fevrier ont eté assez
considérables sans qui elles ayent cependant eu aucune suite fâcheuse."
Lo stesso giornale sembra inoltre essere stata la fonte di de Montbeliard (1761).
Sembrerebbe dunque che in un'approssimativa lettura delle fonti stia la ragione della trasformazione
di Perrey delle espressioni Trentino e stato di Venezia rispettivamente in Trento e Venezia.
Del terremoto si è trovata notizia in un altro periodico coevo, Ragguaglj di varj paesi (1756),
pubblicato a Milano e che nel numero del 24 marzo inserì una corrispondenza da Venezia nella quale,
dopo un riferimento a terremoti avvertiti in quel periodo in Francia, si afferma:
"… anche nella terra sotto il dominio di questa Repubblica il traballamento della terra fu
specialmente notabile in Bassano, ove nel 25 dello scaduto mese, e poi alle ore 7 della notte
seguente fecesi sentire con grande spavento degli abitanti, li quali sin dal primo crollo si ritirarono
in gran parte in campagna".
Il termine "crollo" va qui interpretato come sinonimo di "scossa": è solo a Novecento inoltrato che a
questa parola si attribuisce il significato di "caduta improvvisa di edifici", ma i vocabolari correnti della
lingua italiana riportano ancora oggi come primo significato quello di "movimento, forte scossa".
Questa notizia indipendente ripete nei fatti quanto detto su Bassano dalla fonte di Baratta (1901),
trascurando soltanto l'orario e le circostanze della prima scossa.
Le informazioni su Trento e Feltre, presenti in Baratta (1901), non sono riportate da questa fonte;
potrebbero derivare dall'informazione contenuta nella "Storia degli orrendi tremuoti" (1756) ed essere
invece state trascurate dal corrispondente dei Ragguaglj (1756).
17
Va comunque sottolineato che la notizia del risentimento a Trento non è confemata da Tovazzi
(1803).
Per quanto riguarda l'intensità degli effetti, per nessuno dei due eventi si hanno testimonianze di
danneggiamento.
Terremoto del 25 febbraio 1756, ore 15
1756 02 25 15
Bassano del Grappa
50
Terremoto del 25 febbraio 1756, ore 24
1756 02 25 24
1756 02 25 24
1756 02 25 24
Bassano del Grappa
Feltre
Trento
50
40
30
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
de Montbéliard G. (ed.), 1761. Liste chronologique des éruptions de volcans, de tremblements de
terre, ... jusqu'en 1760. Collection Académique, Partie Etrangère, t.VI, pp. 488-681.
Gazette de France, 1756a. Marzo 27, n. 13, Paris. (negativo)
Gazette de France, 1756b. Aprile 3, n. 14, Paris. (negativo)
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D., 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Journal Historique, 1756. Maggio, Suite de la Clef …, Paris.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Ragguaglj di varj paesi, 1756. Marzo 24, n. XII, Milano.
Schorn J., 1902. Die Erdbeben von Tirol und Vorarlberg. Zeitschrift des Ferdinandeums, III, 46, pp.
99-282.
Storia degli orrendi tremuoti, 1756. … che nei mesi di novembre e dicembre dell'anno MDCCLV hanno
desolato Lisbona … Seconda edizione accresciuta … Venezia.
Zanon F.S., 1937. Storia sismica della provincia di Venezia. Annuario 1937 dell'Osservatorio Geofisico
del Seminario Patriarcale di Venezia, serie II, X, pp. 53-89.
18
15 agosto 1771, Valle Imagna
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
583
Anno
1771
Me
8
Gi
15
Or
0
Mi
0
AE
SARNICO
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,667
Lon
10,000
Questo evento è presente in CPTI (1999) sulla base del catalogo di Postpischl (1985), che a sua volta
cita come fonte Baratta (1901).
Baratta riporta:
“Verso le 2h della notte [del 15 agosto] una forte scossa incusse timore agli abitanti di Bergamo, di
Brescia e di Monza: si dice sia stata più forte in Brianza”.
La fonte indicata da Baratta è il periodico Notizie del Mondo (1771), pp. 539, 570.
Se ne trova notizia soltanto in altri due repertori: Mercalli (1883) e Perrey (1848). Mercalli riferisce,
senza citare alcuna fonte:
1771, 15 agosto: “in Val d’Imagna ed in Brianza ! [fortissimo]”
Perrey, utilizzando le notizie riportate da tre periodici francesi (Gazette de France, 23 settembre e 11
ottobre 1771; Journal Encyclopedique, 1 ottobre 1771; Mercure de France, ottobre) aggiunge ulteriori
dettagli affermando che alle 2 del mattino del 15 si verificò una scossa “très-vive” nella valle “de
Magna” presso Bergamo: la scossa “à renversé une montagne” e i detriti hanno ricoperto diversi
villaggi. Nello stesso istante “la montagne de Brianza a éprouvé une forte secousse, mais sans suite
fàcheuse”.
La lettura diretta del Journal Encyclopédique evidenzia quanto Perrey si sia mantenuto fedele alla
propria fonte.
Infatti il periodico francese del 1 ottobre 1771 così descrive l’evento:
“Venise (le 22 Septembre)
…
On mande de Bergame, que le 15 du mois dernier, vers le 2 h. du matin on a ressenti une
secousse de trémblements de terre, dans la vallée de Magna. Cette secousse, qui a été très vive, a
détaché une partie de la montagne, dont la chute a fait un dégât considérable dans le villages
voisins.
Il s’est formé dans le même lieu, une ouverture très-profonde, d’où il est sorti une grand quantité
d’eau. Le même jour et à la même heure, la montagne de Brianza a aussi éprouvé une secousse
qui n’a pas eu de suites fâcheuses.”
Presumibilmente tutte queste informazioni vennero attinte da periodici italiani, in particolare dalla
Gazzetta di Milano, la quale riporta notizia dell’evento pochi giorni dopo l’accaduto:
21 Agosto 1771
Italia, Bergamo 18 agosto
“Il giorno 15 corrente è seguito nella Valle de Magna alle ore 2 di notte una gagliardissima scossa
di terremoto, per cui si è spaccata parte di una montagna, le cui ruine hanno danneggiato non
poco i vicini villaggi.
In detto luogo si è aperta una profondissima voragine, da cui sgorgano acque in abbondanza.
Anche nel monte di Brianza si è sentita in tal tempo una simile scossa di terremoto, che per quanto
si sa non ha cagionato alcun danno.”
In mancanza di informazioni più dettagliate, non è stato possibile individuare l’esatta località in Val
d’Imagna dove avvenne il distacco della montagna.
19
Tutte le informazioni convergono nel rappresentare l’evento come una frana piuttosto che un
terremoto. Si considera pertanto l’evento del 1771 come molto dubbio.
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Notizie del Mondo, 1771. Venezia, pp. 539, 570.
Gazette de France, 1771. settembre 23 e ottobre 11, Paris.
Journal Encyclopedique, 1771. ottobre 1, Paris.
Mercure de France, 1771. ottobre, Paris.
Gazzetta di Milano, 1771. agosto 21, Milano.
20
12 settembre 1785, Susa
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
642
Anno
1785
Me
9
Gi
12
Or
0
Mi
0
AE
M.ORSIERA
Rt
POS85
0
Io
70
Lat
45,083
Lon
7,167
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta utilizza il catalogo non pubblicato di
Eva et al. (1984).
I principali repertori che ricordano l’evento sono Baratta (1901) e Mercalli (1897).
Baratta (1901) riprende in maniera letterale la notizia dell’evento da Mercalli (1897) che così descrive
l’accaduto:
“1785 settembre, notte 11-12, 0,30 ant., terremoto forte presso Torino; … Questo terremoto è
stato violento specialmente in Val di Susa dove rovinarono due case, e forte anche a Briançon nel
Delfinato, ove fu accompagnato da rumori sotterranei ma senza danni; sentito anche a Grenoble
con direzione N-S.”
Le fonti utilizzate da Mercalli (1897) risultano essere le Effemeridi dell’Osservatorio Meteorologico di
Torino ed il catalogo di von Hoff (1841).
Il testo di Von Hoff, che Mercalli riporta in maniera abbastanza fedele, così riferisce l’evento:
“1785 am 12 September, nach Anderen in der Nacht vom 10 zum 11. Zu Briançon in Dauphiné
zwei Erdestösse binnen 2 Minuten…. Sie wurden auch zu Grenoble empfunden in der Richtung von
Nord nach Sud. Sehr stark in Susa in Piemont, wo zwei Häuser einstürtzen.”
Risulta evidente, in primo luogo, in Von Hoff (1841) la mancanza dell’indicazione oraria del terremoto
e l’incertezza della data, ma soprattutto la localizzazione di una forte scossa a Susa in Piemonte e non
in Val di Susa come Mercalli indica.
Von Hoff (1841) riprende le notizie da periodici di lingua tedesca del tempo.
Interessante sottolineare che la notizia del terremoto risulta confermata, anche se per il solo territorio
di Grenoble, da una fonte estranea, il periodico Mercure de France, che in una corrispondenza da
Parigi datata 27 settembre 1785 riporta:
“Dans la nuit du Dimanche a Lundi 12 de ce mois, on a ressentie a Grenoble et dans les environs,
plusieurs secousses de tremblements de terre dans la direction du nord à midi. Si je ne me
trompe, voilà la troisième fois dans l’année qu’on a observé cette commotion en Dauphiné […]”
La ricerca effettuata su periodici italiani coevi all’evento non ha dato riscontri positivi. Infatti sia la
Gazzetta Enciclopedica di Milano, sia Notizie dal Mondo pur riportando informazioni provenienti da
Torino nei giorni successivi il 12 settembre non forniscono alcuna notizia di un terremoto avvertito
nella zona in questione.
In base alle informazioni disponibili, si possono assegnare le seguenti intensità:
Terremoto del 12 settembre 1785
Susa
Briançon
Grenoble
60
50
F
21
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. e Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali.
Inedito.
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1785. settembre/ottobre, N.37-43, Milano.
Gruppo di Lavoro CPTI, 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Mercure de France, 1785. Octobre Samedi 1, Paris.
Notizie dal Mondo, 1785. Settembre/ novembre, N. 74-89. Venezia.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Von Hoff, 1841. Chronik der Erdbeben und Vulcan-Ausbruche, vom Jahre 1760 bis 1805, und von
1821 bis 1832. Gotha.
22
1 gennaio 1795, Sutrio
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
677
Anno
1795
Me
1
Gi
1
Or
1
Mi
45
AE
AUSTRIA
Rt
OGS87
0
Io
60
Lat
46,983
Lon
13,000
CPTI (1999) utilizza il catalogo OGS (1987) del quale non si conoscono le fonti. Questo evento è
presente nel precedente catalogo Postpischl (1985) con un valore di intensità inferiore (5 MCS). La
fonte di Postpischl (1985) è il catalogo parametrico Iaccarino e Molin (1978), che situa la località
epicentrale a Sutrio in Carnia, ma anche questo catalogo è privo di riferimenti alle fonti.
Nessuno dei principali repertori cita questo evento (Baratta, 1901; De Rossi, 1889; Piovene, 1888;
Mercalli, 1883; Taramelli, 1883; Goiran, 1880; Perrey, 1848; Von Hoff, 1841).
Da un esame della bibliografia riportata da Iaccarino e Molin (1978) in appendice, è possibile
ipotizzare che la fonte utilizzata per questo evento sia la relazione di Taramelli et. al. (1890)
pubblicata sugli Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica.
Infatti nel paragrafo dedicato ai cenni storici sui terremoti di Tolmezzo e della Carnia si registra che a
Sutrio, nella Valle del But, si ebbe una scossa “forte” il 1 gennaio 1795 a 2h 1/4. Gli autori affermano
di aver tratto notizie da cronache, protocolli di notai, atti di capitoli e manoscritti, utilizzati per la
compilazione del catalogo dei terremoti del Friuli di Tommasi (1888), senza ulteriori specificazioni.
In realtà fu utilizzata una fonte differente per compilazione della notizia poiché l’opera di Tommasi
(1888) non menziona affatto l’evento.
Sembra infatti che Taramelli et al. (1890), riprendendo un articolo di Tommasi (1890), pubblicato sulle
Pagine Friulane, si sia valso delle osservazioni riportate dall’ecclesiastico Del Negro (1804) di Sutrio,
un contemporaneo degli eventi, il quale registrò per il 1 gennaio 1795 una scossa forte alle 2h 1/4.
La lettura diretta del manoscritto, non in nostro possesso, potrebbe fornire ulteriori informazioni
riguardo la scossa e permetterebbe anche di stabilirne l’intensità.
Poco chiaro risulta essere il motivo in base al quale OGS (1987) abbia spostato la localizzazione in
Austria, portando l’intensità da 5 a 6.
La ricerca condotta su alcuni periodici italiani dell’epoca, che raccolgono informazioni in prevalenza
provenienti dall’Italia settentrionale oltre che dall’estero, non ha dato infatti riscontri positivi. La
Gazzetta Enciclopedica di Milano (1795, 1-6), il Corriere di Gabinetto (1795, 1 gennaio-4 febbraio) e le
Notizie del Mondo (1795, 1-13), pur riportando notizie pervenute dall’Austria e dalle zone limitrofe di
confine per i primi giorni di gennaio, informano unicamente di avvenimenti politici o militari. Non viene
riferita alcuna notizia riguardante l’evento in questione.
Terremoto del 1 gennaio 1795, 2.15
Sutrio
50
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Corriere di Gabinetto, 1795. Gennaio 1–febbraio 4, Milano.
De Rossi M. S. (ed.), 1889. Documenti raccolti dal defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei
terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia. Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi
Lincei, Roma, V, 169-289.
Del Negro F. (ms), 1804. Libro che contiene le vicende delle staggioni dei tempi che occorrono, come
pure dei gradi di freddo e di caldo…dal 1761 al 1804.
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1785. gennaio/ febbraio, N.1-N.6, Milano.
Goiran A., 1880. Meteorologia endogena. Storia sismica della Provincia di Verona. Verona, 153 pp.
23
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D., 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Notizie del Mondo, 1795. gennaio/febbraio, N.1-N.13, Venezia.
OGS, 1987. Alpor: catalogo delle Alpi Orientali. Tabulato di computer, Trieste.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Piovene C., 1888. Cronaca dei terremoti a Vicenza. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, serie II, VIII, pp. 46-57.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Taramelli T., Pirona G., Tommasi A., 1893. Dei terremoti avvenuti a Tolmezzo ed in altre località del
Friuli nell’anno 1889. Annali Regio Ufficio Centrale di meteorologia e geodinamica, Vol.XII, parte I,
1890, Roma, pp. 95-120.
Taramelli T., 1883. Note illustrative alla carta geologica della provincia di Belluno rilevata negli anni
1877-1881. Pavia, XXX pp.
Tommasi A,. 1890. I terremoti accaduti a Sutrio e notati dal M.R. Don Francesco del Negro (17621803), in Pagine Friulane, anno III, N.8, Udine, p.136
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26.
Von Hoff K., 1841. Chronik der Erdbeben und Vulcan-Ausbruche, vom Jahre 1760 bis 1805, und von
1821 bis 1832. Gotha.
24
26 febbraio 1815 Santorso
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
730
Anno
1815
Me
2
Gi
26
Or
6
Mi
0
AE
SCHIO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,700
Lon
11,383
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta utilizza Bernardis et al. (1977), la cui
fonte è, con ogni evidenza, Baratta (1897, 1901).
Baratta riporta la notizia di un terremoto sentito a Vicenza, Thiene e Santorso. La fonte utilizzata è il
repertorio di Piovene (1888), che a sua volta utilizza il manoscritto del vicentino Tornieri (XVIII-XIX
sec.), contemporaneo all'evento. Tornieri annotò:
"La sera del giorno 26 febbraio cinque ore prima di mezzanotte fu in Vicenza sentita da pochissimi
una leggera scossa di tremuoto ma da tutti a Tiene e più a Santorso fu sentita gagliardissima".
Questo evento è quindi testimoniato da una fonte attendibile e coeva. Non risultano ragionevoli dubbi
né a proposito della datazione, né circa le località coinvolte, mentre il resoconto degli effetti
testimonia di un risentimento senza alcun danno.
Terremoto del 26 febbraio, ore 19.00
Santorso
Thiene
Vicenza
50
45
40
Bibliografia
Baratta M., 1897. Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872).
Memorie della R. Società Geografica Italiana, VII, pp. 81-164
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bernardis G., Giorgetti F., Nieto D., Sleiko D., 1977. Earthquakes Catalogue for Eastern Alps Region.
OGS, Trieste.
Gruppo di Lavoro CPTI, (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Piovene C., 1888. Cronaca dei terremoti a Vicenza. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, serie II, VIII, pp. 46-57.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Tornieri A., XVIII-XIX sec., (ms.). Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo Arnaldi Tornieri che
cominciano dall’anno 1767 18 giugno e terminano nel 1822.
25
20-25 aprile 1835, Borgotaro
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
806
Anno
1835
Me
4
Gi
20
Or
3
Mi
0
AE
PASSO CISA
Rt
POS85
0
Io
65
Lat
44,417
Lon
9,833
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985) che a sua volta cita come fonte Baratta (1901).
Baratta ricorda che questo evento fa parte di una serie di terremoti che ebbero inizio già dai primi di
marzo. Per altro si deve ricordare che tutta la Lunigiana, dopo l’evento del 14 febbraio 1834, conobbe
terremoti leggeri con frequenza mensile.
Per questi terremoti di aprile 1835, Baratta individua il principale in quello avvenuto il 25 aprile:
“Nel giorno 20, a 4h ant., a Borgotaro e dintorni scossa fortissima and.; a 6h ant. del 21 due forti,
ed a 2h pom. Due altre fortissime e lunghe con intenso rombo; a 3h 45m. del 25 una violentissima
scossa fece uscire la popolazione all’aperto; fu sentita con eguale intensità a Pontremoli, a Varese
Ligure, a Compiano, a Bedonia e leggermente anche a Bardi”.
Fonte di Baratta (1901) è la compilazione Baratta (1897), che utilizza i resoconti pubblicati su periodici
coevi all’evento (Gazzetta Piemontese, 1835; Gazzetta Universale di Foligno, 1835; Biblioteca Italiana,
1836).
Una delle fonti di Baratta, il periodico Biblioteca Italiana, ricordando le numerose scosse succedutesi
nei primi mesi del 1835 nell’area di Borgotaro (12 gennaio, 8 marzo, 16 marzo, 15 aprile) così
descrive l’evento del 20 e del 21 aprile:
“20 detto [Aprile], alle ore 4 del mattino, in Borgotaro e nei luoghi limitrofi una scossa ondulatoria
gagliardissima della durata di 5 secondi; nella mattina seguente, alle ore 6, due altre scosse
gagliarde, e due gagliardissime e lunghe alle ore 2 pomeridiane, accompagnate da detonazioni
straordinarie.”
Ed aggiunge per il 25 dello stesso mese:
“25 detto [Aprile], alle ore 3 3/4 del mattino, in Borgotaro una scossa ondulatoria violentissima
accompagnata da fortissimo rombo: la popolazione spaventata fuggì all’aperto. All’ora medesima
fu sentita quasi con ugual forza in Pontremoli, Compiano, Bedonia, e lievemente in Bardi.”
La Gazzetta Privilegiata di Milano riferisce in una corrispondenza da Parma datata 22 Aprile:
“Il dì 15 corrente, un quarto d’ora prima di mezzodì, si fecero sentire in Borgotaro, due deboli
scosse di Terremoto”…
ed in una successiva del 29 Aprile:
“Il terremoto continua in Borgotaro: nella mattinata del 25 alle ore 3 3/4 una scossa violentissima
accompagnata da fortissimo rombo spaventò tutta la popolazione che fuggì all’aperto.”
Fonte della notizia risulta essere la Gazzetta di Parma.
Identiche informazioni si trovano in Benassi (1899), che utilizza le stesse fonti di Baratta (1897).
Per un evidente errore di lettura delle fonti, Perrey data tutte le scosse al 20 aprile, omettendo quindi
la data del 21 aprile; Mercalli (1883), che utilizza solo Perrey, ripete lo stesso errore.
Le informazioni disponibili su questi terremoti sono di buona qualità e provenienti da fonti attendibili.
Si propone per gli eventi di aprile la seguente distribuzione:
1835 04 20
3
Borgotaro
50
1835 04 20
5
Borgotaro
45
26
1835 04 20 13
1835
1835
1835
1835
1835
1835
04
04
04
04
04
04
25
25
25
25
25
25
2
2
2
2
2
2
45
45
45
45
45
45
Borgotaro
50
Borgotaro
Pontremoli
Varese Ligure
Compiano
Bedonia
Bardi
55
55
55
55
55
45
Bibliografia
Baratta M., 1897. Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872).
Memorie della R. Società Geografica Italiana, VII, pp. 81-164
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Benassi P., 1899. Materiali per la storia dei fenomeni sismici della regione parmense. Parma, 135 pp.
Biblioteca Italiana ossia Giornale di letteratura scienze ed arti, 1836. Luglio, 83, 2, pp.254-256.
Gazzetta Piemontese, 1835. N. 100; N.104, Torino.
Gazzetta Universale di Foligno, 1835. N.19, Foligno.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la peninsule italique. Mémoires couronnés
et mémoires des savant étrangers, Académie Royale de Belgique, XXII, pp. 1-144.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
27
18 giugno 1849, Limone
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
867
Anno
1849
Me
6
Gi
18
Or
6
Mi
25
AE
LIMONE
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,200
Lon
7,567
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta cita come fonte il catalogo
parametrico non pubblicato di Eva et al. (1984).
Baratta (1901) ricorda in modo molto conciso e senza indicazione oraria precisa, che nei giorni 17 e
18 giugno a Limone, a Vernante, a Tenda ed a Vermenaga ci furono parecchie scosse assai forti
“talchè pareva che le case dovessero cadere.”
Mercalli (1897) aggiunge altre informazioni riguardo alla scossa:
“1849 giugno 18, 6.25 a., scossa leggera a Cuneo con direzione E-W. Il Perrey… dice che nella
notte 17-18 vi furono scosse numerose forti, e senza interruzione a Limone; il suolo tremava sotto
i piedi e in diversi luoghi si aprirono immensi crepacci. La notte seguente si sentirono nuove
scosse. Gli abitanti di Limone, Vernante, Tenda, Vermegnaga erano desolati.
La lettura della “Note sur les trémblements de terre ressentis en 1849” di Perrey (1850), fonte citata
da Mercalli, evidenzia piccole differenze tra le due notizie relative all’evento.
Perrey (1850), infatti, così riferisce l’accaduto:
“Juin. Nuit du 17 au 18, à Limone (Piémont), secousses nombreuses et sans interruption, à
plusieurs reprises. A chaque instant, il semblait que le pays allait devenir un monceau de ruines.
Des personnes arrivées, le landemain, du Col de Tende, assuraient que la montagne tremblait sous
leur pieds et que d’immenses crevasses s’etaient faites en plusieurs endroits.
La nuit suivante, nouvelles secousses. Les habitants de Limone et des environs, de Vernante,
Tende, Vernemagna, étaient dans la désolation.”
Risulta evidente che Mercalli è l’unico a riportare la scossa a Cuneo, a renderne esplicita l’ora (6.25
antimeridiane) e la direzione, dati del tutto assenti in Perrey (1850).
Mercalli non riprende invece le informazioni riguardanti il Col di Tenda.
Baratta (1901), Mercalli (1897) e Perrey (1850) ricordano ulteriori scosse nella notte successiva il
17-18.
In base alle informazioni disponibili si propone la seguente distribuzione delle intensità:
Terremoto del 18 giugno 1849, ore 6.25
Limone
Col di Tenda
Tenda
Val Vermenagna
Vernate
Cuneo
50
50
50
45
45
40
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. and Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
28
Perrey A., 1850. Liste de trémblements de terre réssentis en 1849. Académie de Sciences, Arts et
Belles-Lettres de Dijon, Dijon.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
29
10 marzo 1857, Pieve di Soligo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
909
Anno
1857
Me
3
Gi
10
Or
3
Mi
0
AE
PIEVE DI
SOLIGO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,900
Lon
12,100
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che a sua volta cita come fonte Baratta (1901), che
riporta:
“Nella notte del 10 marzo a 4h ant. fu sentita da pochi una lieve scossa a Venezia ed a Treviso: a
Valdobbiadene ed a Pieve di Soligo fu assai più intensa ed accompagnata da sensibile rombo”
Fonti di Baratta (1901) sono Baratta (1897) e Berti (1859), ma in realtà solo Berti parla di questo
evento, mentre Baratta (1897) ricorda solo quello precedente del 7 marzo 1857.
Il resoconto di Berti è in gran parte dedicato al terremoto del 7 marzo 1857 che interessò località della
Slovenia, dell’Austria, del Friuli e del Veneto; alla fine di questo resoconto, Berti aggiunge:
“P.S. Taluni narrarono di avere sentita qui [a Venezia] una piccola scossa di tremuoto anche la
notte del 10 marzo sulle 4 antemeridiane; ma siccome il maggior numero non l’avvertiva, così la si
suppose effetto dell’immaginazione tuttavia turbata dalla scossa piuttosto gagliarda del 7 marzo.
Però un lieve moto ora fu sentito a Treviso, ed ebbi poi precisa notizia dal cav. Renato Arrigoni di
Valdobbiadene, che ivi, e a Pieve di Soligo, si notò codesto urto, men forte che quello del 7, ma
accompagnato da più sensibile sotterraneo fragore. Questa notizia rende quindi probabile la realtà
della scossa a Venezia”
Il terremoto del 10 marzo è ricordato anche da Mercalli (1883), ma solo per il risentimento a Venezia,
e da Bittner (1874), che riprende il resoconto di Berti.
Fonte unica di questo evento è quindi Berti, cittadino veneziano che può essere considerato testimone
oculare: il suo interesse è per il più forte terremoto del 7 marzo (che a Venezia fece suonare i
campanelli e oscillare gli oggetti appesi), ma la sua testimonianza sull’evento del 10 appare
equilibrata: dubbioso sulle prime voci di un terremoto a Venezia, ne accetta la realtà solo dopo altre
conferme provenienti da località dove fu meglio avvertito.
L’intensità epicentrale stimata in Postpischl (1985) appare sopravvalutata rispetto alle informazioni
disponibili.
Terremoto del 10 marzo 1857, ore 4
Pieve di Soligo
Treviso
Valdobbiadene
Venezia
40
40
40
30
Bibliografia
Baratta M., 1897. Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872).
Memorie della R. Società Geografica Italiana, VII, pp. 81-164.
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Berti A., 1857. Sugli ultimi tremuoti di Venezia. Atti I.R. Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti. Serie
III, II, Venezia.
Bittner A., 1874. Beiträge zur Kenntniss des Erdbebens von Belluno vom 29 Juni 1973.
Sitzungsberichte der Matematisch-Naturwissenschaftlichen Classe der Kaiserlichen Akademie der
Wissenschaften. LXIX, II, Wien, pp. 541-637 + 3 tavv.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
30
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
31
29 settembre 1859, Belluno
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
922
Anno
1859
Me
9
Gi
29
Or
8
Mi
30
AE
BELLUNO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
46,133
Lon
12,217
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985) che a sua volta riprende da Iaccarino e Molin (1978),
che però è privo di riferimenti alle fonti.
Da un esame dei principali repertori sismologici (Perrey 1861; Tommasi 1888; Piovene 1888; Schorn
1902;) risulta che solo quello compilato da Taramelli per la provincia di Belluno (Taramelli, 1883)
ricorda questo evento:
“1859 settembre 29. Questa mattina ore 9.30 gagliarda scossa di terremoto per cui caddero dalla
cupola della cattedrale dei calcinacci e dei pezzi di mattone”
Le informazioni raccolte da Taramelli per questo terremoto provengono dalle “Notizie raccolte
dall’abate Fulcis” che Taramelli (1883) pubblica integralmente. Scorrendo le “Notizie” per esteso si
nota tuttavia che questo evento è in una posizione sbagliata rispetto all’ordine cronologico ossia
collocato dopo l’evento del 28 ottobre 1812, ma prima di quello del 19 gennaio 1859.
Baratta (1897) riprende la notizia utilizzando Taramelli, fatto che indicherebbe che nessuno dei
periodici che sono la fonte principale di Baratta (1897) ricorda questo evento. Per altro Baratta (1901)
non ricorda questo terremoto e questo potrebbe suggerire che nella sua maggiore opera Baratta
abbia scelto di non accordare fiducia a questa notizia.
In mancanza di ulteriori riscontri e di una lettura diretta della fonte di Taramelli, non è possibile
escludere che si sia trattato di un terremoto; si dubita invece dell’esattezza della sua datazione.
Terremoto del 29 settembre 1859, ore 9.30
Belluno
50
Bibliografia
Baratta M., 1897. Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872).
Memorie della R. Società Geografica Italiana, VII, pp. 81-164.
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D. 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Perrey A., 1861. Note sur les tremblements de terre en 1859 avec suppléments pour les années
antérieures. Mémoires couronnés et mémoires des savant étrangers, Academie Royale de Belgique.
(Negativo).
Piovene C., 1888. Cronaca dei terremoti a Vicenza. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, serie II, VIII, pp. 46-57. (Negativo)
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
Schorn J., 1902. Die Erdbeben von Tirol und Vorarlberg. Zeitschrift des Ferdinandeums, III, 46, pp.
99-282. (Negativo)
Taramelli T., 1883. Note illustrative alla carta geologica della provincia di Belluno rilevata negli anni
1877-1881. Pavia, XXX pp.
Tommasi A., 1888. I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887. Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geodinamica, VIII, pp. 6-26. (Negativo)
32
4 maggio 1862, Saint Nicolas
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
934
Anno
1862
Me
5
Gi
4
Or
21
Mi
15
AE
ST.NICOLAS
Rt
POS85
0
Io
65
Lat
46,167
Lon
7,833
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), il quale cita come fonte il catalogo non pubblicato di
Eva et al. (1984).
Il catalogo svizzero ECOS 2002 contiene questo terremoto e indica come propria fonte NT4.1
(Camassi e Stucchi, 1997) che a sua volta aveva ripreso il record da Postpischl (1985).
Baratta (1897 e 1901), Mercalli (1883 e 1897) non fanno menzione di questo terremoto.
Solo Perrey (1864) nella “Note sur le Tremblements de terre en 1862” riporta la notizia di una forte
scossa risentita nel Vallese (Svizzera), distretto di Visp, e più precisamente nella zona di San Nicolas e
Graechen:
“Le 4, à Saint Nicolas (Valais)….
Mais le même jour, a 9h. 1/4 du soir, il y en a eu une forte, précédée d’un roulement comme celui
qui produit l’éboulement d’une rocher. Toutes les maisons ont craqué et tremblé. C’est la plus forte
depuis six ans. On l’a ressentie aussi fortement à Viège, Stalden, Saint-Nicolas, Randa, Taesch et
Zermat. Les habitants de Viège et de Stalden disent qu’elle a été double. A Graechen, la chaleur
était accablante et l’air chargé de nuages noirs. Le thermomètre marquait 12 (R.?) et le baromètre
23,4. Cette secousse y a été suivie pendant quelque temps de légers et fréquents fremissement du
sol, accompagnés souvent de forts craquements dans le maison. […]
Il Perrey (1864) ricorda, inoltre, due scosse precedenti alle ore 12 antimeridiane e alle ore 17.00 del
giorno stesso nella località di San Nicolas, ma che non sembrano essere state avvertite nella vicina
Graechen.
In base alle informazioni disponibili è possibile assegnare i seguenti valori di intensità alle seguenti
località, tutte collocate in territorio svizzero:
Terremoto del 4 maggio 1862, ore 21.15
Saint-Nicolas
Stalden
Randa
Taesch
Zermatt
Viège
Graechen
50
50
50
50
50
50
45
Bibliografia
Baratta M., 1897. Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872).
Memorie della R. Società Geografica Italiana, VII, pp. 81-164.
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Camassi R. and Stucchi M. (eds.), 1997. NT4.1: un catalogo parametrico di terremoti di area italiana
al di sopra della soglia di danno (versione 4.1.1). Milano, 93 pp.
ECOS, 2002. Swiss Macrosismic Earthquake Catalogue, http://histserver.ethz.ch.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. e Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia. Milano (reprint, Bologna 1981), 374 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
33
Perrey A., 1864. Note sur les tremblements de terre en 1862, avec suppléments pour les années
antérieures. Mémoires Académie Royale de Belgique, XVI. Bruxelles.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
34
29 novembre 1869, Aosta
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
965
Anno
1869
Me
11
Gi
29
Or
16
Mi
38
AE
AOSTA
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,667
Lon
7,250
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), il quale indica come fonti Mercalli (1897) e Baratta
(1901).
Il catalogo svizzero ECOS 2002 contiene questo terremoto e indica come propria fonte NT4.1
(Camassi e Stucchi, 1997) che a sua volta aveva ripreso il record da Postpischl (1985).
Mercalli (1897) ricorda una scossa “mediocre o quasi forte” il 29 novembre alle ore 5.38 p. nella
località di Aosta.
Baratta (1901), concordando con le affermazioni di Mercalli (1897), aggiunge che la scossa fu
“…alquanto intensa [e] che fece tremare i vetri delle finestre.”
Entrambi i repertori rimandano alle informazioni pubblicate dal Bollettino di Moncalieri (del dicembre
1869) che così riporta l’evento:
“Nel giorno 29 novembre, alle ore 5 e 38 min. pom., fu sentita in Aosta una scossa di terremoto
alquanto intensa, tanto che i vetri delle finestre ne tremarono, quasi fossero scossi da una mano. La
scossa fu stimata ondulatoria. Nei giorni precedenti la temperatura dell’aria era molto elevata.”
Terremoto del 29 novembre 1869, ore 17.38
Aosta
45
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Meteorologico dell’Osservatorio del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1869. IV, 12.
Torino.
Camassi R. and Stucchi M. (eds.), 1997. NT4.1: un catalogo parametrico di terremoti di area italiana
al di sopra della soglia di danno (versione 4.1.1). Milano, 93 pp.
ECOS, 2002. Swiss Macrosismic Earthquake Catalogue, http://histserver.ethz.ch.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
35
22 gennaio 1878, Saluzzo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1027
Anno
1878
Me
1
Gi
22
Or
6
Mi
44
AE
VILLANOVA
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,667
Lon
7,500
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che utilizza Mercalli (1897) e Baratta (1901).
Baratta, pur citando come propria fonte il Bollettino di Moncalieri (1877-1878), sembra piuttosto aver
attinto le informazioni riguardanti l’evento dall’opera di Mercalli (1897), riportandole in maniera fedele.
Lo stesso Mercalli (1897) sembra basarsi sul Bollettino di Moncalieri per la compilazione della notizia,
come si può riscontrare dalla descrizioni degli effetti della scossa a Saluzzo.
Mercalli ricorda:
“7.44 a., scossa molto forte accompagnata da rombo a Saluzzo dove nella chiesa di S. Bernardino,
parte più alta della città, caddero, dalla vòlta frammenti di calce;[…].”
Il Bollettino di Moncalieri (1877-78) con maggiore dettaglio riporta:
“[…]. A Saluzzo, la commozione del suolo fu avvertita nella parte più alta della città,
all’Osservatorio di S. Bernardino, alle ore 7 min. 44 del mattino (tempo medio di Roma), ed andò
congiunta a rombo, che sembrava, al dire dell’osservatore, percorrere le pareti e la volta del coro
della vicina chiesa, da cui caddero frammenti di calce.”
Per le località di Pinerolo e Dronero, il Bollettino aggiunge:
“[…]. A Pinerolo la scossa fu pure sentita nella parte più alta della città, a S. Maurizio, alle ore 7
min. 55 ant., e fece per poco oscillare le mura delle case. Fu preceduta da rombo sotterraneo, che
durò circa 3 secondi.”
“[…]. A Dronero la scossa fu avvertita alle ore 7 e tre quarti del mattino; fu leggiera e preceduta
da sensibile rombo.
L’ora di Dronero, coincide a circa un minuto con quella di Saluzzo, l’altra di Pinerolo ne ritarda di
dieci minuti. Siccome quest’ultima ci è pur data da un osservatore assai intelligente, così bisogna dire
che in quella località, posta più ad oriente delle altre due, il movimento del suolo è avvenuto alquanto
più tardi.”
Per descrivere gli effetti a Pinerolo e a Dronero, Mercalli (1897) sembra avvalersi anche di un altro
bollettino sismico: il Bollettino del Vulcanismo Italiano (1879).
Quest’ultimo (dell’agosto-novembre 1879) pubblica informazioni piuttosto scarne limitate all’orario e
alla descrizione della scossa, ma aggiunge rispetto al Bollettino di Moncalieri la località di Crissolo
(riportata anche da Mercalli 1897 e Baratta 1901):
“7.30 a. Crissolo, forte. NO, 4’’.”
Si registra la concordanza di orario dell’evento tra i due bollettini.
Terremoto del 22 gennaio 1878, ore 7.44
Saluzzo
Crissolo
Pinerolo
Dronero
50
45
45
40
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Meteorologico dell’Osservatorio del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1877-78. Anno
XIII, 2. Torino.
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1879. Anno VI, 8-11. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
36
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
37
7 marzo 1883, Pinerolo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1083
Anno
1883
Me
3
Gi
7
Or
9
Mi
15
AE
REVELLO
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,600
Lon
7,400
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che, a sua volta, cita il catalogo parametrico non
pubblicato di Eva et al. (1984).
Baratta (1901), pur non riportando molte informazioni a riguardo, ricorda, come esempio dell’attività
del bacino della Val Wraita, “la scossa del 7 marzo 1883 (9-9h 1/2 pom.) … abbastanza forte e
relativamente estesa” presso Villanovetta.
L’autore non fornisce ulteriori dettagli e non menziona neppure le proprie fonti.
Mercalli (1897), per la compilazione della notizia dell’evento, si affida a due bollettini sismologici: il
Bullettino del Vulcanismo Italiano (1883) ed il Bollettino Mensuale (1883).
Il Bullettino del Vulcanismo informa sulle località colpite, sulla durata, e sulla tipologia della scossa,
ma i dati risultano essere pittosto scarni:
“9.5 p. Crissolo, sc. Ond SE-NW,
Demonte sc. 5, ond. N-S, preceduta da rombo: 2’’
9.14 p. Paesana, scossa 5, ond.da S-E; 3’’.
9.15 p. Mondovì sc. 5, suss.
Valdieri scossa 5. Ondul. NE-SW
Garzigliana, sc. 5.
Perrero, scossa 5, ondul.
Casteldelfino sc. 4, suss.3’’.
9.17 p. Dronero, sc. 5, ond. preceduta da rombo.
9.20 p. Barge, sc. 5, ondul. W-E
S.Margherita, sc. 6, suss. 5’’ circa
Sampeyre, scos. 6, 5’’ o 6’’.
Savigliano, scossa 5, ond.
9.22 p. Pinerolo, sc. 5, ond. preceduta da cupo rombo sott.
9.24 p. Saluzzo, sc. 5, suss. preceduta da rombo: 2’’
Verzuolo, sc. 6, suss., 6’’.
9.30 p. Villanovetta, sc. 7
Cavour, scos. 6, ond. SE-NW, 6’’ circa
Fossano, scos. 5 ond.
Piacenza scos. 1
Carrù, scossa 3”
Il Bollettino Mensuale, risulta essere più ricco di dettagli e di descrizioni:
“Terremoto del 7 marzo (1883)
Una scossa di terremoto agitò il 7 marzo, la zona di terreno compresa nell’alta valle del Po, ed in
quella del Pellice, della Varaita, della Maira, della Stura di Cuneo e del Gesso; protendendosi nel
tratto che da Pinerolo va, da un lato per Cavour e Barge a Paesana in valle di Po, dall’altro per
Saluzzo si protende fino a Savigliano, e poi a Fossano sino alle Langhe presso Mondovì.
La scossa fu quasi dovunque ondulatoria, ed in qualche luogo anche sussultoria; la direzione
predominante fu da NE a SW. Essa fu forte anzi che no nelle valli, più leggera nella pianura.
Oscillarono le mura meno robuste, suonarono i campanelli, si agitarono i vetri. Nessun danno.
L’ora indicata dagli osservatori oscilla tra le ore 9.15 e le ore 9 min. 30 della sera. La durata viene
indicata da 2 a 5 secondi.
Il movimento fu preceduto da rombo a Pinerolo, Cavour, Barge, Saluzzo, Demonte e Dronero.
All’osservatorio di Moncalieri nessuno degli apparecchi sismici diede indizio di insolito movimento; il
solo tromometro si mostrò un po’ agitato. Invece all’Osservatorio di Piacenza, lasciò una lieve
traccia sulla carta….”
38
Il Bollettino Mensuale (1883) conclude compilando una lista dei luoghi colpiti e gli osservatori della
scossa.
Occorre sottolineare che nel riportare l’informazione dei due Bollettini, Mercalli omette di indicare le
località di Garzigliana, Mondovì e Perrero (l’ultima presente unicamente nel Bollettino del Vulcanismo,
1883).
Da ultimo, tutte le fonti concordano nel collocare il terremoto intorno alle ore 9.15 pomeridiane, e non
alla stessa ora del mattino come proposto da Postpischl (1985).
Terremoto del 7 marzo 1883, ore 21.15
Garzigliana
Barge
Casteldelfino
Cavour
Crissolo
Demonte
Dronero
Fossano
Mondovì
Paesana
Perrero
Pinerolo
Saluzzo
Sampeyre
Savigliano
Valdieri
Verzuolo
Villanovetta
S.Margherita
Carrù
Piacenza
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
40
30
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1882-1883.
Serie II, III, 4. Torino.
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1883. Anno X. Roma.
Eva C., Capponi G., Cattaneo M. and Merlanti F., 1984. Catalogo dei terremoti per le Alpi Occidentali
(unpublished).
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
39
1 luglio 1885, Vernante
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1109
Anno
1885
Me
7
Gi
1
Or
6
Mi
15
AE
LIMONE
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,250
Lon
7,500
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), il quale indica come proprie fonti Mercalli (1897) e
Baratta (1901).
Fonte di Baratta (1901) è il Bollettino Mensuale (1884-1885).
Il fascicolo del luglio 1885 del Bollettino riporta notizia dell’evento in questione per la località di
Valdieri. Il numero dell’agosto 1885 aggiunge anche la località di Vernante e descrive l’accaduto come
segue:
“Terremoto del 1 luglio
Vernante (Cuneo), 2 luglio 1885.
Alle 7.15 ant. del 1 corrente mese, fu sentita in questo villaggio e nel territorio adiacente una forte
scossa di terremoto, in senso ondulatorio, della durata di 3 minuti secondi, accompagnata da
rombo tale, che parea un colpo di cannone.
La popolazione spaventata uscì dalle case rifugiandosi nelle case all’aperto; le bovine nelle stalle
muggirono per spavento. Cagionò pure molte screpolature nei muri e nei soffitti delle case, e fece
cadere dai tetti alcuni pezzi di lavagna.
Valdieri, 1 luglio 1885
Questa mattina alle ore 7.13 ant., si sentì una forte scossa di terremoto sussultorio, accompagnata
da rombo, della durata di pochi secondi.
D. Audisio (m.c.)”
La località di Vernante, ricordata con diversi particolari sia dal Bollettino Mensuale (1884-1885), sia da
Baratta (1901), è omessa dal Bollettino del Vulcanismo Italiano (1886) e da Mercalli (1897).
Mercalli (1897), pur non nominando esplicitamente la propria fonte, sembra aver tratto la notizia dal
Bollettino del Vulcanismo Italiano (1886) che riporta una breve informazione in riferimento alla sola
località di Valdieri: “Valdieri 7, 13a. sc 5, sussult. con rombo, durata pochi sec.”
La lettura delle fonti, coeve all’evento, permette di assegnare i seguenti valori d’intensità:
Terremoto del 1 luglio 1885, ore 7.15
Vernante
Valdieri
55
40
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1884-1885.
Serie II, V, 7, 8. Torino.
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1886. Anno XIII. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
40
3 marzo 1887, Marmora
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1129
Anno
1887
Me
3
Gi
3
Or
1
Mi
0
AE
CELLE DI
MACRA
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
44,417
Lon
7,100
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), il quale a sua volta fa riferimento ai repertori di
Baratta (1901) e Mercalli (1897).
Baratta (1901) ricorda una scossa intensa avvenuta il 3 marzo 1887, avvertita nei pressi del paese di
Marmora, senza aggiungere altre indicazioni o riferimenti alle fonti.
Mercalli (1897) riferisce la notizia dell’evento in modo breve e conciso:
“marzo 3 1887, 2 a., Marmora (Val Maira) scossa forte, prolungata, con spavento.”
Lo stesso Mercalli, riporta una scossa successiva a Marmora alle ore 4 antimeridiane.
L’esame dei bollettini sismologici (Il Bollettino Mensuale e il Bollettino del Vulcanismo Italiano), che
Mercalli utilizza come fonte abituale per il periodo 1873-1890, non ha portato ad alcun riscontro.
Non è stato possibile risalire, almeno allo stato attuale, a una fonte, indipendente da Mercalli e
Baratta, che documenti l’accaduto.
Si propone la seguente intensità per la sola località per la quale sono disponibili le informazioni.
Terremoto del 3 marzo 1887, ore 2
Marmora
50
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1887. Serie
II, VII. Torino.
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1890. Anno XVII. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
41
20 maggio 1887, Lecco
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1131
Anno
1887
Me
5
Gi
20
Or
4
Mi
12
AE
OGGIONO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,833
Lon
9,400
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), il quale indica come propria fonte Baratta (1901).
Il repertorio di Baratta (1901) ricorda una scossa abbastanza intensa avvenuta alle ore 5.12
antimeridiane a Lecco e nel suo territorio.
Baratta riporta la descrizione della scossa e l’elenco delle località dove la stessa venne risentita, ma le
informazioni riguardo agli effetti risultano essere scarse e limitate a Lecco:
“ …A Lecco, oltre al risveglio generale delle persone, fece scricchiolare le impalcature, rompere
qualche vetro, ma fortunatamente non produsse alcun danno: solo si ingrandì un un poco qualche
fenditura preesistente in muri di tramezzo mal sostenuti.”
e a Valmadrera “nella Chiesa di Valmadrera si staccò pure, da una screpolatura già esistente nel coro,
qualche calcinaccio”.
Fonte di Baratta (1901) è Mercalli (“Il terremoto di Lecco del 20 maggio 1887”, scritto nel luglio del
1887 per la Società Italiana di Scienze Naturali) che fornisce maggiori informazioni su questo evento.
Mercalli propone una descrizione estremamente dettagliata dell’evento, frutto di notizie raccolte tra
coloro che furono testimoni oculari, come lui stesso conferma in una nota:
“… feci io stesso alcune gite sul luogo del terremoto. Diverse notizie però mi vennero gentilmente
comunicate dal Rev. Prof. D. Federico Colombo di Merate e da altri miei amici.”
La zona maggiormente colpita pare essere situata sulla sponda destra del lago di Lecco, in particolare
nelle località di Malgrate, Valmadrera, Sala e Galbiate:
“ … tanto il movimento come il suono presentarono gli stessi caratteri avvertiti a Lecco, ma con
intensità un poco maggiore. Nella chiesa parrocchiale di Valmadrera cadde qualche calcinaccio da
una spaccatura già esistente nel coro. A Malgrate i vetri della chiesa diedero un forte tintinnio. Al
Molino tra Malgrate e Valmadrera a piano terreno il sussulto fu così forte che alcune persone ne
ebbero spavento e si mossero per uscire all’aperto.”
A Lecco, pur avendo suscitato spavento, la scossa non sembra aver causato danni:
“…Il movimento a Lecco fu decisamente sussultorio, poiché quelli che erano a letto non si
sentirono dondolati ma alzati in alto … Una persona che stava seduta in chiesa si sentì sospinta e
quasi sollevata sulla sedia.
“… Quello del 20 maggio invece, sebbene per comune consenso più sensibile [della scossa sentita
il 23 febbraio], non mise in movimento gli oggetti appesi, e non fece arrestare nessun orologio…
Una signora mi disse aver veduto saltellare sulla propria tavoletta tutti gli oggetti che vi erano
sopra.
“…L’intensità del terremoto in Lecco fu tale da svegliare quasi tutte le persone addormentate, e da
incutere un po’ di spavento. Alcuni sentirono scricchiolare le impalcature così che pareva volessero
cadere; qualche vetro si ruppe. Molti escirono all’aperto per vedere se fossero accadute disgrazie.
Fortunatamente però non vi fu nessun danno. Solo qualche fessura preesistente in tramezzi mal
sostenuti si ingrandì un poco. Così, per esempio, avvenne, in una casa alla Malpensata. Al
momento del terremoto alcune persone sentirono un senso come di nausea.”
Con minore intensità l’evento fu avvertito nei paesi del territorio a nord di Lecco fino a Loarca. Più in
alto a Ballabio Superiore e Inferiore “… una persona che stava in camera al primo piano in perfetta
quiete avvertì il fenomeno nel seguente modo: anzitutto sentì un rumore come di tuono molto lontano
seguito subito da una specie di scoppio e da un sensibile movimento del suolo. Un paniere appoggito
sul tavolo si mise a dondolare in direzione NE-SO; nella stessa direzione la manetta di un’imposta
dondolava urtando ripetutamente contro l’imposta stessa. Anche le sedie fecero un debole
movimento.”
42
“La scossa risultò abbastanza sensibile ad Annone e Pusiano, e verso nord, fino ad Onno e
Valbrona, mentre verso Sud, fino a Chiuso, a Garlate ed a Somasca si sentì press’a poco come a
Lecco; un po’ meno intensamente fino ad Erve, Calolzio, Rossino, M.Marenzo, Carenno, e molto
più leggermente fino ad Airuno, San Genesio, Brivio, Calco. Nei dintorni di Caprino il movimento
parve sussultorio, …, e fu più lungo che a Lecco sebbene assai più debole.”
Verso est il terremoto fu sentito leggermente e da poche persone fino a Brumano in Val d’Imagna.
In Brianza “a Nava [il terremoto] fu leggero, ma avvertito da molte persone e più duraturo che a
Lecco. A Santa Maria Hoe (presso Rovagnate) si avvertì solo da poche persone, tremarono i vetri e
dondolò il letto. Molto più sensibile e distintamente ondulatorio fu a Barzago. Qui il rev. D.
Agostino Butti sentì il rombo precursore che somigliò dapprincipio al suono di una locomotiva che
passi sotto un tunnel e poi a quello di un omnibus che dalle rotaie improvvisamente passi sopra il
selciato, poi seguì un ondulazione durata alcuni secondi. Il movimento fu distintamente ondulatorio
pare con direzione NE-SO, ed avvertito da molti. Cadde un abito dal portapanni ed una griglia
sbatté fortemente contro un muro diretto a NO-SE. […]”. Più a Sud il terremoto non venne sentito.
Nelle località di Barzio, Pasturo, Introbbio, e nella parte alta della Valsassina e Valtellina generalmente
il terremoto non venne sentito.
La scossa non giunse neppure a Mandello e Valcava sull’Albenza, mentre arrivò sino al Piano d’Erba
dove però fu sentita non in tutti i paesi e solo leggermente.
Occorre sottolineare che l’indicazione della località di Civate è presente solo in Baratta (1901) mentre
risulta assente nell’articolo di Mercalli (1887).
Sulla base dunque delle testimonianze coeve all’evento raccolte da Mercalli è possibile attribuire
l’intensità alle seguenti località:
Terremoto del 20 maggio 1887, ore 4.12
Annone
Chiuso
Civate
Galbiate
Garlate
Lecco
Malpensata
Onno
Pusiano
Sala
Somasca
Valbrona
Valmadrera
Ballabio Inferiore e Superiore
Malgrate
Calolzio
Carenno
Erve
Loarca
Monte Marenzo
Nava
Rossino
Barzago
Caprino
Rovagnate
Santa Maria Hoe
Airuno
Brivio
Brumano
Calco
Piano d’Erba/Erba
San Genesio
Barzio
Introbbio
Pasturo
50
50
50
50
50
50
50
50
50
50
50
50
50
45
45
40
40
40
40
40
40
40
35
35
35
35
30
30
30
30
30
30
NF
NF
NF
43
Mandello
Valcava sull’Albenza
NF
NF
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1887. Il terremoto di Lecco del 20 maggio 1887. Atti della Società Italiana di Scienze
Naturali, XXX., 4, Milano, pp. 341-348.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
44
1 ottobre 1887, Dronero
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1134
Anno
1887
Me
10
Gi
1
Or
3
Mi
5
AE
S.DAMIANO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
44,467
Lon
7,317
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che indica come propria fonte Mercalli (1897).
Nessuna informazione è riportata da Baratta (1901) riguardo a questo evento.
Mercalli così riferisce la notizia:
“1887 ottobre 1, 4.5 a. Dronero, scossa sussultoria-ondulatoria piuttosto forte, con rombo, sentita
a Paesana e Sempeyre”.
Non viene data alcuna indicazione riguardo alla fonte, ma Mercalli avverte che per gli anni 1873-1890
ha tratto informazioni da due bollettini sismici: il Bollettino Mensuale e il Bollettino del Vulcanismo
Italiano.
L’esame del Bollettino del Vulcanismo Italiano (1887 e 1889) per il terremoto in questione ha avuto
esito negativo.
Al contrario le informazioni ritrovate nel Bollettino Mensuale (1886-1887) sono ricche di dettagli,
almeno per la località di Dronero:
“ Dronero (Cuneo) 4.5 ant. circa, scossa ondulatoria SW-NE, durata circa 2 sec., congiunta a
rombo. Non si può dire che la scossa sia stata grave e forte, ma neppure lieve, né le onde
sismiche andarono aumentando la forza, ma si sentì una specie di schianto improvviso, a cui
seguirono immediatamente le ondulazioni. Prima però di tale schianto deve esservi stato un
movimento non distinto del suolo, perché lo scuotimento dei fabbricati fu preceduto
immediatamente da uno scricchiolio della travatura del tetto, il qual fenomeno dopo il 23 febbraio
accompagnò o precedette di poco i movimenti del suolo. Verso le 5 ant., ad ora meno precisa, fu
sentita da alcuni una scossa più leggera.”
Il Bollettino Mensuale, inoltre, indica per Paesana “una scossa piuttosto forte preceduta da rombo,
durata 2 a 3 sec.” alle ore 4.10 ant. e per Sampeyre “una scossa sensibile durata 5 a 6 sec.” alle ore
4.15 ant.
Terremoto del 1 ottobre 1887, ore 4.05
Dronero
Paesana
Sampeyre
50
45
40
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1886-1887.
Serie II, VII. Torino.
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1887. Anno XIV. Roma. (Negativo)
Bullettino del Vulcanismo Italiano, 1889. Anno XV-XVI. Roma. (Negativo)
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
45
20 dicembre 1891, Domodossola
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1179
Anno
1891
Me
12
Gi
20
Or
16
Mi
36
AE
VALLE
DELL’ISORNO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
46,167
Lon
8,433
L’evento è presente in CPTI (1999) sulla base del catalogo Postpischl (1985) che utilizza come fonte
Mercalli (1897).
Baratta (1901) non fornisce indicazioni riguardo a questo terremoto.
Nel riferire la notizia dell’evento, Mercalli cita come fonte il Bollettino Mensuale (1892), di cui espone
fedelmente le sintetiche informazioni riguardanti la scossa risentita a Domodossola (sensibile), Mozio
(più forte che a Domodossola), Campello Monti (leggera) Varzo e le borgate vicine (sensibile), S.
Maria Maggiore (leggera), Schieranco (molto leggera).
Un maggior dettaglio nella descrizione degli effetti si può rintracciare nel Bollettino Meteorico (del
febbraio 1892) per alcune località:
“Domodossola (Novara) 5h 36m p. (+/- 1m) scossa suss.ond. N-S di 3s., secondo alcuni
accompagnata da rombo; tremolio del fabbricato, scricchiolio di mobili, porte e finestre. La scossa
fu risentita più fortemente a Mozio (Valle Antigorio) (Oss. Met.)”
Varzo (Novara) 5h 29m pom; scossa ond. suss. E-W con rombo forte; tremolio dei mobili. Fu
risentita nelle borgate e nelle case vicine (Staz. termo-udometrica).
Premia (Novara) 5h 30m p. scossa ond. con forte rombo, nessun danno. (Sindaco).”
L’orario riportato dai Bollettini è vario e va dalle 5.30 p. alle 5.36 p.
Mercalli (1897) a commento dell’evento aggiunge:
“….Tutte queste località sono nella parte superiore della Val d’Ossola o nelle parti adiacenti. Le ore
non concordano perché quelle riferite nel Bollettino di Moncalieri variano da 4.30 p. a 5.36.
Certamente però si tratta di un solo fenomeno, la cui origine pare sia stata in valle Antigorio.”
Sulla base delle informazioni disponibili è possibile assegnare l’intensità alle seguenti località:
Terremoto del 20 dicembre 1891, ore 17.36
Domodossola
Mozio
Varzo
Piedimulera
Premia
Baceno
Campello Monti
S. Maria Maggiore
Schieranco
50
50
50
45
45
40
40
40
35
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1892. Serie
II, XII, 3. Torino.
Bullettino Meteorico dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, 1892, anno XIV, 32,
supplemento II. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
46
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
47
24 giugno 1892, Farra d’Alpago
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1193
Anno
1892
Me
6
Gi
24
Or
1
Mi
4
AE
PALAZZOLO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,817
Lon
13,083
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985) che cita il catalogo Iaccarino e Molin (1978), a sua
volta privo di riferimenti alle fonti.
Questo evento seguì di poco quello più forte avvenuto alle 00 e 20 (le 23 e 20 del 23 giugno),
ampiamente descritto in Baratta (1901) sulla base dei resoconti pubblicati nel Supplemento al
Bollettino Meteorico (1892). Alla fine di questa descrizione, Baratta aggiunge che alle 2 e 4 minuti
pomeridiane del 24 giugno una scossa fu avvertita a Farra con panico nella popolazione. La fonte di
Baratta per questa notizia è ancora il Supplemento citato, che riporta:
“Farra d’Alpago (Belluno). 2h 4m. p. scossa ond. S-N di 3”-4” con fragore. Panico nella popolazione
(Segret. com.)”.
Farra d’Alpago è presente anche nell’elenco delle località dove fu avvertito il terremoto della notte
precedente, sebbene con una differenza di orario di 15 minuti, 0 e 4 minuti anziché 0 e 20 minuti:
“Farra d’Alpago (Belluno). 0h 4m. scossa ond. NE-SW di 4”, accompagnata da una specie di
detonazione rumoreggiante. Grande panico in chi l’avvertì (Segretario comunale)”.
Sembra quindi che la scossa del pomeriggio sia da considerarsi come una replica dell’evento della
notte, avvertita, stando ai resoconti pubblicati nel Supplemento al Bollettino Meteorologico, solo a
Farra d’Alpago.
In ogni caso l’assegnazione di intensità pari a 5-6 MCS appare sopravvalutare gli effetti dell’evento,
che furono lievi in entrambi i casi: non da tutti avvertita la prima (“Grande panico in chi l’avvertì”),
sentita da tutti con panico la seconda, ma, trattandosi di una scossa avvenuta in pieno giorno e di
poco successiva alla precedente, il panico, per quanto possa essere indicatore di intensità, va
comunque commisurato al preallarme certamente presente nella popolazione.
Terremoto del 24 giugno 1892, ore 2.04
Farra d’Alpago
45
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Meteorico dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, 1892, anno XIV, 228,
Supplemento n.75. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Iaccarino E. e Molin D. 1978. Raccolta di notizie macrosismiche dell'Italia Nord-orientale dall'anno 0
all'anno 1976. CNEN-RT/DISP (78)7, Roma, 65 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
48
26-27 novembre 1892, Vernante
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1199
Anno
1892
Me
11
Gi
26
Or
8
Mi
0
AE
LIMONE
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,250
Lon
7,567
CPTI (1999) utilizza il catalogo Postpischl (1985), che riporta quattro scosse fra il 26 ed il 27
novembre, stimando come più forti quella del 26 novembre alle ore 8.00 GMT e quella del 27
novembre alle 0.40 GMT, entrambe con Io = VI.
Le fonti citate da Postpischl (1985) sono Mercalli (1897) e Peronaci (inedito) per la sola scossa del 26
delle ore 8.00 GMT
Baratta (1901) non fornisce alcuna indicazione riguardo a questo terremoto.
Le informazioni a disposizione per questo evento derivano dunque da Mercalli (1897) che quasi
certamente riprende le notizie riportate dal Bollettino Meteorico dell’Ufficio Centrale di Roma (1893).
Il Bollettino Mensuale (1893), altra fonte di riferimento abituale per Mercalli per il periodo 1892-1895,
pur citando il terremoto in questione, fornisce dati abbastanza scarni, limitandosi all’orario e alla
descrizione degli effetti della scossa.
Il Bollettino Meteorico (del gennaio 1893) presenta un elenco di località in cui la scossa venne
risentita l’ora, indica gli osservatori, e per alcuni luoghi offre una breve descrizione dei danni:
“1892 novembre 26, Vernante (Cuneo) 9h p. scossa che fece oscillare lampade, e scricchiolare i
mobili, per cui molta gente si riversò in istrada.
Valdieri (Cuneo) 8h 50m p. scossa sensibilissima in senso piuttosto ond. NE-SW di circa 2s, con
rumori sotterranei non molto forti. Scricchiolio delle pareti ed inquietudine dei cani (Staz. termoudometrica).
Tenda (Cuneo) 8h 55m p. scossa avvertita da varie persone, ma non indicata dal sismoscopio a
verghetta. Una persona fu svegliata dal cozzare di alcune bottiglie tra loro, e intese il rombo; la
scossa parve simile alla caduta di un grosso masso. (Staz. termo-udometrica).”
Vengono inoltre citate le località di Boves, Limone Piemonte e Roccavione.
Questi dati risultano confermati dalle notizie presenti nel Bollettino Mensuale (1893), il quale aggiunge
un’informazione interessante riguardante il Colle di Tenda:
“Colle di Tenda (Cuneo) 8.52 pom. forte, sussultoria.”
Da segnalare, inoltre, che Mercalli (1897) ed entrambi i bollettini (1893) evidenziano la presenza di
una scossa successiva intorno alle 22.40 per le località di Boves, Limone Piemonte, Valdieri e
Vernante.
Rimane da chiarire l’informazione sulla località di Roaschia, citata dai bollettini come interessata da
una scossa avvenuta alle ore 10 antimeridiane del 26 novembre, mentre da Mercalli (1897) riportata
genericamente tra i luoghi che risentirono della scossa delle ore 21.00.
Si deve sottolineare il fatto che le fonti a nostra disposizione non riportano nessuna informazione
riguardo a un terremoto avvenuto alle ore 8.00 GMT, ma in tutte l’evento viene collocato alle ore
21.00.
Ricco di notizie e commenti risulta essere Mercalli (1897) riguardo alle scosse della notte tra 26 e 27
novembre:
“1892 novembre 27, 1.40 a. circa, a Vernante terza scossa più forte delle due precedenti terminata
con sussulto, preceduta da forte rombo, come se scoppiasse una mina sotterra.
Questa scossa a Roaschia fu forte, suss., di 2 sec., seguita da rombo, con panico nella
popolazione.
A Roccavione (1.30 a. precise) fu suss., di 2 sec., seguita da rombo e produsse traballamento delle
case e un po’ di panico.”
49
A queste aggiunge le località di Peveragno, Valdieri e Demonte.
In un breve commento Mercalli espone le proprie conclusioni:
“Queste scosse della notte 26-27 novembre ebbero evidentemente centro in valle di Vermenagna
dove raggiunsero una certa violenza. L’area fu assai ristretta, poiché a Bagni di Vinadio e a Cuneo
passarono inosservate. A Vernante le scosse furono sette: le più forti precedute da un soffio o o
romore sotterraneo che precedeva il rombo di qualche secondo. Dopo la scossa seguiva un
movimento in senso inverso come se la terra si rimettesse in equilibrio.”
Le informazioni di Mercalli, tratte ancora una volta dal Bollettino Meteorico (1893), tralasciano però
alcuni elementi.
Innanzitutto nel Bollettino viene indicata la località di Aisone:
“27 novembre 1892 Nel mattino risulta, in seguito ad accurate indagini,che avvennero due scosse
di terremoto senza poter indicare l’ora precisa. (Parroco)”.
Inoltre, si evidenzia che per le scosse nella provincia di Cuneo, si ebbe risposta negativa dalla stazione
termo-udometrica di Bagni di Vinadio e dai sindaci di Pamparato e Sambuco.
Sia il repertorio di Mercalli, che i bollettini a disposizione riportano scosse ulteriori a Valdieri alle 2 a.,
Limone Piemonte 2.37 a., Vernante 3.00 a., Roccavione 3.50 a. e Roaschia 3.00 a.
Sulla base delle fonti a nostra disposizione si elencano dunque le località e l’intensità a esse associata
per due diversi eventi:
Terremoto del 26 novembre 1892, ore 21.00
Vernante
Boves
Colle di Tenda
Limone Piemonte
Tenda
Valdieri
Roaschia
Roccavione
50
40
40
40
40
40
30
30
Terremoto del 27 novembre 1892, ore 1.40
Roccavione
Vernante
Demonte
Peveragno
Valdieri
Aisone
Bagni di Vinadio
Cuneo
Pamparato
Sambuco
50
50
45
45
45
35
NF
NF
NF
NF
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1893. Serie
II, XIII, 2. Torino.
Bullettino Meteorico dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, 1893, anno XV, 1,
supplemento 81. Roma.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Mercalli G., 1897. I terremoti della Liguria e del Piemonte. Napoli, 146 pp.
Peronaci F., 1973. Elenco cronologico dei terremoti (1700-1973). Min. LL.PP., Roma (computer
printout).
50
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
51
25 maggio 1895, Villanova Marchesana
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1230
Anno
1895
Me
05
Gi
25
Or
11
Mi
42
AE
PAPOZZE
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,000
Lon
12,000
Il catalogo citato da CPTI (1999) per questo evento è Postpischl (1985), il quale indica come propria
fonte il catalogo Bernardis et al. (1977).
Il repertorio di Baratta (1901) riferisce di una scossa “mediocre generalmente intensa” verso le 12h
42m presso le località di Crespino, Papozze e Rovigo, e segnala che a Villanova Marchesana “[la
scossa] fece cadere alcuni comignoli e dei calcinacci e produrre qualche lesione ai fabbricati” situati
presso l’argine del Po.
Baratta (1901) riprende le “Notizie dei terremoti avvenuti in Italia durante l’anno 1895” da lui stesso
compilate.
Qui si ricorda che la scossa a Rovigo fu avvertita da moltissime persone in quiete e che provocò lo
scuotimento di oggetti appesi, mentre a Crespino l’evento fu accompagnato da un fortissimo rombo e
raggiunse il IV grado della scala De Rossi-Forel.
Per le altre località citate si registrano scosse leggere, con tremolii di oggetti e per Padova la sola
registrazione del microsismografo Vicentini.
Nessuna scossa venne avvertita a Lendinara e Occhiobello in provincia di Rovigo e a Copparo in
provincia di Ferrara.
Sulla base delle informazioni disponibili è possibile attribuire queste intensità:
Terremoto del 25 maggio 1895, ore 12.42
Villanova Marchesana
Papozze
Volta Scirocco
Crespino
Rovigo
Mesola
Rettinella
Padova
Copparo
Lendinara
Occhiobello
55
45
45
40
40
35
30
F
NF
NF
NF
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Baratta M., 1896. Notizie sui terremoti avvenuti in Italia durante l'anno 1895. Bollettino della Società
Sismologica Italiana, II, Modena.
Bernardis G., Giorgetti F., Nieto D. and Slejko D., 1977. Earthquakes Catalogue for Eastern Alps
Region. OGS, Trieste (computer printout).
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
52
12 ottobre 1895, Malcesine
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1241
Anno
1895
Me
10
Gi
12
Or
01
Mi
45
AE
M.ALTISSIM
O NAGO
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
45,767
Lon
10,833
Il catalogo citato da CPTI (1999) per questo terremoto è Postpischl (1985) che utilizza come fonte di
riferimento Baratta (1896).
Nessuna informazione è riportata da Baratta (1901) riguardo a questo evento.
Baratta (1896) nelle “Notizie sui terremoti avvenuti in Italia durante l’anno 1895” informa di una
scossa avvenuta alle 2.45 nel veronese.
La località maggiormente colpita sembra essere stata Malcesine:
“Scossa sussultoria di 2s intesa da molti, tremolio di grandi oggetti, invetriate, porte, caduta di
massi dalle montagne, di camini, di porzioni di tetto: fenditure leggiere in quasi tutte le case.
Continui e fortissimi rombi. (S.)”
La scossa risultò essere sensibile, senza tuttavia indicazione di danni, a Castelletto di Brenzone e
Verona.
Per quest’ultima località Baratta (1896) si avvale delle informazioni di un un periodico coevo il
”Secolo”, del 13-14 ottobre.
Infine occorre sottolineare che Baratta (1896) ricorda una serie di scosse che si verificarono per tutta
la giornata del 12 ottobre in questi luoghi.
Sulla base dunque delle testimonianze è possibile attribuire le seguenti intensità:
Terremoto del 12 ottobre 1895, ore 2.45
Malcesine
Castelletto di Brenzone
Verona
60
45
45
Bibliografia
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Baratta M., 1896. Notizie sui terremoti avvenuti in Italia durante l'anno 1895. Bollettino della Società
Sismologica Italiana, II, Modena.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Il Secolo, 1895. Ottobre 13-14, Milano.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
53
2 novembre 1895, Valle de' Signori
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1245
Anno
1895
Me
11
Gi
02
Or
06
Mi
30
AE
SOMMA
LOMBARDO
Rt
POS85
0
Io
55
Lat
45,667
Lon
8,750
Il catalogo citato da CPTI (1999) per questo terremoto è Postpischl (1985) che indica come fonte di
riferimento le “Notizie sui terremoti avvenuti in Italia durante l’anno 1895” compilate da Baratta
(1896).
La fonte indicata, in realtà, non riporta alcuna notizia riguardo ad un terremoto avvenuto il 2
novembre nell’area di Casorate Sempione, in provincia di Varese, località corrispondente alle
coordinate epicentrali in POS85.
Neppure il repertorio di Baratta (1901) fornisce notizie sull’evento in questione. Baratta cita per il
mese di novembre la sola scossa verificatasi a Roma il 1 novembre 1895.
Il Bollettino Mensuale di Moncalieri (1896) ed Corriere della Sera (1895) sono stati analizzati per il
periodo e la località in esame, ma anche in queste fonti non è stata trovata alcuna informazione.
Tuttavia, per questa stessa data Baratta (1896) ricorda una forte scossa avvenuta nell’area veronese
intorno alle 7.30 circa del 2 novembre, e più precisamente nelle località di Campofontana, Montorio
Veronese, Recoaro, Schio, Staro, Verona, Tregnago e la Valle d'Illasi. Valli de’ Signori e Velo Veronese
sembrano essere stati i luoghi in cui l'evento è stato maggiormente risentito.
Il Bollettino Mensuale (1896) contiene informazioni sul risentimento di un terremoto il 2 novembre ad
Ala, alle ore 7.24 e a Rovereto, alle ore 6.30.
Il Corriere della Sera del 4 novembre (1895), nella rubrica "Ultime del tempo” dopo le indicazioni
barometriche e simili riporta che "Nel Veronese ieri mattina si sono avvertite parecchie scosse di
terremoto, segnatamente a Tregnago". La notizia non è datata con precisione, ma corrisponde a
quelle publlicate da Baratta e dal Bollettino Mensuale.
Allo stato attuale delle conoscenze nessuna fonte studiata conferma dunque l’esistenza di un evento
localizzato nell'area di Casorate Sempione (VA). Per la stessa data e ora è invece possibile proporre
una distribuzione delle intensità per il terremoto che ha coinvolto la Valle d'Illasi.
Terremoto del 2 novembre 1895, ore 7.30
Valli de' Signori
Velo Veronese
Campofontana
Verona
Tregnago
Staro
Schio
Recoaro
Montorio Veronese
Ala
Rovereto
50
50
45
40
40
40
40
40
40
40
F
Bibliografia
Baratta M., 1896. Notizie sui terremoti avvenuti in Italia durante l'anno 1895. Bollettino della Società
Sismologica Italiana, II, Modena.
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Bollettino Mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri, 1896. Serie
II, XV, anno 1895. Torino.
Corriere della Sera, 1895. novembre 1-4, Milano.
54
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
55
11 giugno 1897, Cornuda
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1273
Anno
1897
Me
06
Gi
11
Or
11
Mi
40
AE
MONTEBELLUN
A
Rt
POS85
Io
60
Lat
45,817
Lon
12,033
Il catalogo citato da CPTI (1999) per questo evento è Postpischl (1985), il quale riporta tra le sue
fonti Agamennone (1897), Baratta (1901) ed il catalogo inedito di Peronaci (1973).
Baratta (1901) segnala una serie di località nell’area trevigiana che vennero colpite dalla scossa delle
ore 12h e 3/4, molto forte per i villaggi di Cornuda, Maser e Volpago, forte a Feltre, Quero, Asolo e
Vedelago, mediocre a Belluno, S. Giustina, Follina, Treviso, Campo San Piero, Rossano, Valstagna,
leggera a Sarmade, Oderzo, Spinea, Padova e Quinto Vicentino.
Cita inoltre una seconda scossa avvenuta alle ore 14.00 che investì l’area compresa tra Concordia, S.
Donà di Piave, Galzignano, Grisignano, Mason, Arsié e Lamon; afferma che in alcune località sembrò
più intensa della prima senza specificarne i nomi.
Nessuna indicazione viene fornita riguardo alla fonte dell’informazione.
Le notizie riferite da Agamennone (1897) sull’evento delle 12.40 risultano essere più ampie e precise.
Gli effetti più rilevanti della scossa si ebbero a Cornuda “Caduta di calcinacci e fumaioli” e Volpago:
“…12h 40m, scossa suss.ond. E-W di 6s, con sensibilissimo rombo. Fu generalmente sentita, per
trovarsi la maggior parte della popolazione raccolta nelle abitazioni pel pasto; tremolio di grandi
oggetti, avvertito anche all’aperto, e caduta d’una copertura di comignolo. Panico. (S.C.)”, mentre
negli altri luoghi citati si passa dalla “scossa avvertita da molti” con tremolio di grandi, piccoli
oggetti, e vetri, fino alla semplice registrazione strumentale a S. Luca (BO).
Agamennone riporta anche le risposte negative avute in merito all’evento dai sindaci di S. Donà di
Piave, Ceggia, Concordia e Caorle (Venezia); Codogné (Treviso); Azzano, Aviano e Andreis (Udine);
Vodo, Falcade, Gosaldo, Lamon, Arsiè (Belluno); Gallio, Rotzo, Santorso, Mason, Trissino, Quinto V. e
Grisignano (Vicenza); Galzignano, Vighizzolo e Piove di Sacco (Padova).
Per la notizia riguardante la località di Treviso, Agamennone cita esplicitamente come propria fonte il
giornale di Roma “La Tribuna” del 12 giugno, che non è stato reperito.
Occorre far notare che l’indicazione della località di Rossano si ritrova solo in Baratta (1901) mentre
non compare in Agamennone (1897).
Al contrario solo quest’ultimo riporta informazioni riguardanti Bassano Veneto (Bassano de Grappa)
(Vicenza), Cavaso, Nervesa, Quintarello.
Infine, le notizie fornite per Quinto Vicentino non concordano: Baratta (1901) riporta una scossa
leggera, mentre per Agamennone (1897) il sindaco del paese rispose negativamente riguardo alla
scossa.
Come Baratta, anche Agamennone segnala una seconda scossa alle ore 14.00.
Sulla base di queste descrizioni è stata ottenuta la seguente distribuzione degli effetti:
Terremoto del 11 giugno 1897, ore 12.45
Cornuda
Maser
Feltre
55
55
50
56
Volpago
Asolo
Follina
Quero
Romano
Valstagna
Vedelago
Bassano
Belluno
Camposanpiero
Oderzo
Rossano
Sarmede
S. Giustina Bellunese
Treviso
Padova
Spinea
Cavaso
Mogliano Veneto
Nervesa
Quintarello
Andreis
Arsiè
Aviano
Azzano
Caorle
Ceggia
Codogné
Concordia
Falcade
Gallio
Galzignano
Gosaldo
Grisignano
Lamon
Mason
Piove di Sacco
Quinto Vicentino
Rotzo
S. Donà di Piave
Santorso
Trissino
Vighizzolo
Vodo
50
45
45
45
45
45
45
40
40
40
40
40
40
40
40
35
35
30
30
30
30
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
NF
Bibliografia
Agamennone G., 1897. Notizie sui terremoti osservati in Italia durante l'anno 1897. Bollettino della
Società Sismologica Italiana, III, Modena.
Baratta M., 1901. I Terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con
136 sismocartogrammi. Torino, 950 pp.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Peronaci F., 1973. Elenco cronologico dei terremoti (1700-1973). Min. LL.PP., Roma (computer
printout).
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
57
5 Aprile 1900, Cuneo
Questo evento è presente in CPTI (1999) con i seguenti parametri:
N
1326
Anno
1900
Me
04
Gi
05
Or
22
Mi
27
AE
BAGNI
Rt
POS85
0
Io
60
Lat
44,300
Lon
7,050
L’evento è presente in CPTI (1999) sulla base del catalogo Postpischl (1985) che utilizza come fonti
Cancani (1903) ed il catalogo inedito di Peronaci (1973).
Cancani (1903), nelle “Notizie sui Terremoti osservati in Italia durante l’anno 1900”, riferisce che
verso le ore 23.40 in diversi comuni del cuneese venne sentita una scossa.
Le notizie inviate a Cancani dagli osservatori si limitano ad indicare la direzione della scossa e se essa
fu ondulatoria o sussultoria.
Un quotidiano coevo all’evento “La Gazzetta del popolo” di Torino (1900) (sinora non recuperato)
sembra essere stata la fonte di Cancani per le informazioni riguardanti Mondovì e Savigliano.
Terremoto del 5 aprile 1900, ore 23.40
Cuneo
Bagni di Vinadio
Boves
Bra
Caraglio
Centallo
Ceva
Demonte
Dogliani
Fossano
Frabosa
Limone
Mondovì
Monforte
Morozzo
Prazzo
Saluzzo
Sambuco
Sommariva del Bosco
Venasca
Savigliano
Argentera
Lamorra
Murazzano
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
40
NF
NF
NF
Bibliografia
Cancani A., 1903. Notizie sui terremoti osservati in Italia durante gli anni 1899 - 1902. Pubblicazioni
del R. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, Roma.
Gazzetta del Popolo, 1900. Aprile 7, Torino.
Gruppo di Lavoro CPTI (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN,
Bologna, 92 pp.
Peronaci F., 1973. Elenco cronologico dei terremoti (1700-1973). Min. LL.PP., Roma (computer
printout).
Postpischl D. (ed.), 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quad. Ric. Scient.,
114, 2B, Bologna, 239 pp.
58