TERAMANI n. 91 - teramani.info
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n. 91 Settembre 2013 mensile di informazione in distribuzione gratuita VENANZO CROCETTI IN MOSTRA A ROMA PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTÀ “SÌ LA VITA È TUTTA UN QUIZ!” pag. 12 pag. 17 SCUOLA, LA VALUTAZIONE pag. 22 SOMMARIO n. 91 3 Hoc dicunt Homines 4 Giammario vive 5 Venanzo Crocetti a Palazzo Venezia 10 Teramo Culturale 12 Piazza Martiri della Libertà 16 Arco Consumatori informa 17 Sì, la vita è tutto un quiz 18 La Scuola, libro cartaceo o digitale? L’Editoriale Hoc dicunt homines! P di Zapoj Tovaris rivedere il giudizio politico sull’ex sindaco, sulla sua lungimiranza politica visto che, ad esempio, accollarsi uno come Giuliano Gambacorta vuol dire proprio che si è a corto di idee ma soprattutto di ricambi, remessa. Vivere in Italia e capire i che si voglia provare con l’harakiri e che al meccanismi che regolano la vita dei peggio non c’è mai fine. Ma ricordate chi suoi abitanti è stato veramente duro è Giuliano Gambacorta? Ex presidente di per me che sono venuto dalla lontana Tbilisi Arpa Sistemi, nominato per volere e bontà di sua maestà Chiodi che si era pure attivato, 20 Il libro del mese in Georgia. Ci sono riuscito? Non lo so. Forse 22 Scuola, la valutazione si può provare a capire ma non so fino a attraverso l’azione di Lanfranco Venturoni, quanto e quando. per far entrare il genero in un’azienda capitanata nientemeno che dai Di Zio (fa 24 Musica, il Piper Se c’è un uomo in questa regione che ha fede un’intercettazione della procura di 25 Musica, Wilco il potere avvolgente e corroborante della parola, questo è indubbiamente Luciano Pescara). Chiodi invia un sms a Di Zio: “Caro Rodolfo, Giuliano mi ha detto che vi siete 26 In giro D’Alfonso. Se ci sono due uomini in questa landa desolata con molto equilibrismo, questi sentiti. Grazie e buona domenica”, asserisce 27 Coldiretti informa sono innegabilmente Milton Di Sabatino e il gip Campli. Gambacorta è famoso per Giuliano Gambacorta: il primo consigliere essere stato definito l’uomo della brusca. comunale pronto a offrire una stampella Viste le sue (in)competenze ora si capisce alla maggioranza del sindaco Brucchi, in perché non faccia più parte di Sistemi spa: cambio di divine opportunità. Il secondo, dove va non lascia il segno, anzi lo lascia e nella miglior tradizione degli intercettatori pure pesante. Poi però molto italianamente di cariche italiani, pronto a occuparsi di si scopre che la sua figliola lavora in Regione. qualcosa, meglio se all’Arpa Sistemi. E Cosa sono lo spirito di servizio, la collettività nell’intensità astrale di un karma favorevole cui fare riferimento, il danaro pubblico? i tre non potevano che incontrarsi. Hoc Sono solo mezzi per giungere al benessere dicunt homines! Era tutto scritto nelle famigliare, alla faccia di chi tutti i giorni stelle. E così è stato. Il Luciano d’Alfonso si cerca di avere un’etica del servizio. Lui, Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio appesantisce, nella sua corsa alla rincorsa Gambacorta, ci riprova sempre: siamo in al governatore Chiodi per buttarlo giù dalla Italia, pare dire, questi sono gli usi e costumi. Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone, Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Massimo Di Giacomantonio, Maria Cristina Marroni, Fabrizio Medori, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone, Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia, Zapoj Tovaris, Massimiliano Volpone. torre nelle prossime regionali, di due pesanti Prima penso agli affari miei poi, forse, e con zavorre. A questo punto bisogna anche crassa (in)competenza, al popolo italiano. n 28Calcio 30Pallamano è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a [email protected] Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Progetto grafico ed impaginazione: Antonio Campanella Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa: Gruppo Stampa Adriatico Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio 3 di 4 n.91 Il ricordo Giammario vive Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com giare, il poetare, l’erudizione semplice, l’esempio soprattutto di come si può diventare grandi in provincia e non essere mai stato a Roma, nemmeno da secondo. Giammario Sgattoni è ora diventato l’uomo più evocato da chi conosce profondamente le trame imperscrutabili del divenire, del fiume delle cose che succedono e che poi inevitabilmente prendono la via del mare, e del morire. Giammario ci lasciò a 76 anni in un Agosto di cinque anni fa. Né un concorso vinto alla Rai a soli 25 anni, né premi letterari aggiudicati a iosa e nemmeno il mondialismo del suo più caro amico G Sandro, perso tra copertine di Vogue, hamburger sulla 70ma e buen to di un poeta e maestro di vita qual è stato l’uomo di lettere e di possedeva una sorta di religioso pudore che in genere si riserva a sogni, che ogni dì trasfondeva il dna della sapienza. Ma riassume madri e amori andati a male. Eppure era snobbato dall’elite culturale l’essenza sardonica e beffarda di questa vita, in cui uno cerca di del tempo, spesso emarginato, visto come un raggiante dotto inof- togliersi di dosso lacci e laccioli per salpare verso i lidi della pura fensivo che non conoscendo assolutamente le pratiche quotidiane conoscenza, restando inevitabilmente sbattuto da un vento nefasto del male, non avrebbe mai arrecato fastidio al potere della supposta che ti ributta tra i flutti placidi del porto. Giammario Sgattoni, colui intellighenzia di allora. Era confinato là dove si esiliano matti e geni. retiro a Pienza, lo convinsero a lasciare quello che aveva di più iammario Sgattoni (Garrufo di Sant’Omero, 5 maggio 1931 prezioso nella vita: la sua città, la Teramo violentata da bassa politica – Teramo, 23 agosto 2007) è stato un giornalista, scrittore e e dalla villania quotidiana. Nessuno l’ha mai sentito borbottare su poeta italiano. La neutra solfa che ci propina Wikipedia pare cosa andasse o no in quest’urbe maledetta, nessuno l’ha mai colto più una mera incisione lapidaria che un ricordo partecipa- a ingiuriare i propri concittadini, perché su di essa il poeta teramano che ti accarezzava le mani per instillarti le rime di poeti e santi, vive. Ancora. Altrimenti come farebbe Teramo a sopravvivere al vuoto che Che ora manchi un’intellighenzia nella nostra città, questo non è si è generato al momento del suo trapasso e a incrociare lo sguardo più un mistero. In una full immersion di villanie e oltraggiose offese, di qualcuno in atto di verseggiare senza però nessuna favella? Come Teramo chiede prepotentemente che Sgattoni resusciti riportando il farebbe una tribù senza il suo sciamano? Ecco: come fa?... Finora, barlume del savio ad illuminare la pochezza di questa gens che infiniti dal giorno della sua dipartita, nessuno, ancorché con i suoi occhi danni finora ha addotto. Teramo chiede si ricordi questo suo figliolo liquidi, sbuffanti, roteanti, è riuscito a inforcare con severità, come che tanta luce ha donato tra il Vezzola e il Tordino. Iscritto all’Ordine era solito fare lui, il bastone della sapienza. Nessun genio loci si dei Giornalisti nel 1958, si è occupato nel tempo di critica letteraria, è manifestato tale. Nessuno più ha cercato di incoronarsi re delle di tradizioni popolari, di arte e di archeologia. Nel 1957 divenne condi- strofe. Nessuno. Giammario si è portato via il vuoto e le cose più rettore di “Dimensioni”, la rivista che contribuì non poco a rompere il preziose di questa città: le scintille reali dell’arte letteraria, il verseg- sostanziale isolamento in cui viveva la regione in quegli anni, aprendo un canale di comunicazione fra i protagonisti della cultura nazionale, Quasimodo, Montale, Flora, Sansone, Toschi e una schiera di intellettuali abruzzesi: Pomilio, Bonanni, Rosa, Lelj, Scarpitti, Porto, Sablone. Fu poeta acclamato, fondatore dell’Istituto Abruzzese di ricerche storiche, segretario del Premio internazionale “Silone” e ideatore nel 1959 del Premio “Teramo”. Sgattoni collaborò anche con la Rai di Pescara, fu Console del Touring Club e vicesegretario dell’Accademia dei Lincei. Ma la lista potrebbe continuare ancora a lungo. Gianmario possedeva quella forza che solo gli eventi naturali hanno. Non si sa da quale anfratto delle proprie viscere provenisse quel respiro dionisiaco, quel verseggiare tamburellante, quell’accomiatarsi e non accomiatarsi da te, quello scalpitio, quando Gianmario era solito riversarti fonemi dolci e rime baciate.Non si sa da quale “stella che danza” abbia partorito la sua vis celestiale, bizzarra ed incantata. So solo che nella nostra angusta ed ispirata redazione di Via Carlo Forti, il poeta scelse sin dal 2004, grazie anche alla datata amicizia con Giancarlo, il nostro mensile Teramani quale nuovo luogo di nascita dei suoi scritti: lui ci prendeva flebilmente/risolutamente per i polsi, istillandoci giorno dopo giorno grani e grani di sapienza in quel suo amore oceanico per il poetare. Ancora ciao Giammario, da cinque anni. n 6 n.91 di Sirio Maria Pomante La mostra Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico [email protected] 1 913-2013. Venanzo Crocetti compie cento anni e con lui la sua arte, se è vero che fin da bambino, per le vie del centro storico di Giulianova, disegnava sugli antichi masselli di pietra d’Ancona che compongono il selciato di quei vicoli, e si esercitava a dar for- ma a piccole statue da presepe nelle botteghe di poveri artigiani. Per onorare il grande Maestro scultore nel centenario della nascita, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma diretta da Daniela Porro, e la Fondazione Venanzo Crocetti, hanno desiderato e realizzato presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia un’importante mostra dal titolo “Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico. L’eleganza del Novecento”. Per lo straordinario evento, che ha aperto i battenti lo scorso 2 settembre, occasione di studio e riflessione sulla profondità culturale, espressiva e umana dell’artista, abbiamo incontrato i principali Una mostra a Palazzo Venezia celebra i cent’anni dalla nascita dello scultore e ci conduce alle radici della sua arte protagonisti. Prima fra tutti abbiamo inteso proporvi le parole della presidente della Fondazione “Venanzo Crocetti” Carla Ortolani, che prosegue l’attività di tutela e diffusione dell’opera del maestro, iniziata dal compianto Antonio Tancredi. Risale a Amo le tecniche, le materie e le raffinatezze dei mestieri, certi antichi modi di fare le cose per le quali nasce l’opera d’arte: modi che non cambiano mai, che ritornano sempre, e si rendono attuali solo per le variazioni. Venanzo Crocetti, Autobiografia oltre mezzo secolo fa, esattamente al 1951, il trasferimento dello studio di Crocetti in via Cassia a Roma, dove ha sede la Fondazione, quando aveva da poco vinto il concorso Grande allieva di danza (1982) indetto per la Porta in bronzo della Basilica Vaticana. Lavorò alla creazione della Porta dei Sacramenti - che con alterne vicende portò a termine dopo 15 anni e fu inaugurata da Paolo VI nel 1965 - e contemporaneamente si dedicò alla realizzazione del Monumento dei Caduti di Teramo, opera altrettanto impegnativa e anch’essa di grandi dimensioni. Le due opere crebbero insieme nello studio di via Cassia, che diventò ben presto troppo angusto per contenerle entrambe e divennero lo stimolo per ampliare gli spazi dedicati al laboratorio, costruire la sua abitazione e realizzare il Museo, la casa dove avrebbe collocato i suoi “figli”, come egli usava chiamare le sue opere. Il Museo Crocetti è stato ufficialmente aperto al pubblico nel novembre del 2002, quando il maestro era ancora in vita. Presidente Ortolani, cosa ha spinto la Fondazione ad intraprendere l’organizzazione di questa importante mostra sull’opera di Crocetti? Qual è l’obiettivo che volete raggiungere attraverso l’esposizione? L’esposizione di Palazzo Venezia è il punto d’inizio di una seconda fase per la Fondazione che presiedo. Dopo l’attività preziosa e inimitabile del mio predecessore, l’on. Antonio Tancredi, oggi intendiamo portarla Fanciulla al fiume (1934) il mondo, accarezzandolo per via di cuciture temporali che non 7 si organizzano nell’esaltazione del progresso, dell’avanguardia, n.91 Domanda complessa, che sostanzia l’intera cifra narrativa, plastica e poetica del Nostro. E’ l’intera angolazione da cui Crocetti guarda della contemporaneità; come escludendo a priori tutti quegli orientamenti internazionali (europei e americani) che andavano costruendo le nuove mitologie della società di massa. Crocetti – sorta di monaco laico che ripete i suoi gesti di liturgia rinnovandoli con gioia ogni giorno- cura la finezza della materia con slancio infaticabile, sedendo per tutta la vita in un altare interiore consacrato al magistero degli antichi maestri, spigolati da tutte le epoche possibili. Eccolo, il suo mai dismesso dialogo con l’antico, sostanziato dagli infiniti rimandi al lessico figurativo della tradizione classica, sia essa aulica (Donatello, Antelami, Michelangelo, Niccolò dell’Arca), italica o mediterranea; nelle abbondanti suggestioni greche, picene, etrusche, egizie. continua sulle pagine seguenti La Maddalena avanti rinnovando la lettura dell’opera di Venanzo Crocetti. Questa è la motivazione principale che ci ha animato nell’ideare e realizzare questo evento e l’accoglienza prodigiosa che ha avuto la mostra presso la critica ce lo conferma. Un artista che continua a sbalordire per la linearità della sua opera, refrattaria alle mode, forte anche delle sue origini. Anzi, a proposito di quest’ultimo aspetto, grazie all’amicizia che mi ha stretto al maestro per lunghi anni, posso affermare che il rapporto di Crocetti con la sua città deve essere finalmente visto come un tratto della sua personalità e non come una repulsione riservata esclusivamente ai suoi luoghi di provenienza. Al fine di maturare una nuova visione dell’artista, affinché l’attività e la vita dialoghino, ho chiesto alle due curatrici di lavorare sull’archivio dello scultore. La ricerca ha permesso di arricchire l’allestimento e completare la lettura delle opere con la proiezione di pensieri e testimonianze estratti da questi scritti. E’ stata anche l’occasione per riscoprire il diario di Crocetti che presto editeremo. Assieme a tutto questo, la mostra romana intende rivestire il punto di partenza per la diffusione dell’opera del maestro fuori dall’Italia dove è già in parte conosciuta. Non dimentichiamo infatti che una delle sue opere più importanti e dense di significato, Il Cavaliere della Pace, compì un lungo cammino da Hiroshima all’Ermitage di San Pietroburgo, alla sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla Galleria d’Arte Contemporanea di Budapest, per giungere infine sulle colline di Colignì a Ginevra. Così, la Fondazione è al lavoro sui prossimi appuntamenti all’Ermitage, a Pechino e Shangai e a curare l’intenso rapporto col Giappone, secondo paese dopo il nostro a custodire il maggior numero di sculture di Crocetti. Per introdurci alla scoperta delle sedimentazioni antiche che vivono nelle sculture del Maestro, abbiamo incontrato la professoressa Raffaella Morselli, ordinario di Storia dell’arte Moderna e direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione all’Università di Teramo, e la dottoressa Paola Goretti, coautrice del catalogo. La mostra, che si articola attraverso un corpus di circa ottanta creazioni, titola: “Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico. L’eleganza del Novecento”. Quali sono gli elementi fondamentali di questo ‘sentimento’ nell’opera del nostro scultore? 8 La mostra segue da pag. 19 n.91 E’ l’antico -sviluppato in ogni sfumatura, Moltissimo, anche se non crediamo che Cro- rimando, ispirazione – che in lui diviene a cetti vada circoscritto ad una parlata locale poco a poco un dialogo sentimentale carico o ad una territorialità regionale. Tutti i grandi di affetti e di memorie. Crocetti risale le onde artisti di tutte le discipline (di tutte le epoche) del tempo come un salmone, per appropriar- appartengono al mondo ed è nel mondo si di tutti i passati e fonderli insieme in un che vanno collocati: la Parigi di Modigliani, nuovo presente. Non era più interessante la Venezia di Canaletto, la Rimini di Fellini -si per me scoprire Martini – dice nei suoi scritti può continuare all’infinito- sono memoriali inediti- ma, eventualmente, mi sarei com- universali e appartengono alla storia dell’u- piaciuto di guardare dove lui guardava. Mi manità. Comunque, certo, la dimensione sarei cioè abbeverato, come lui, alle sorgenti arcaica è molto presente in Lui, specie nelle dei grandi cicli: dagli Egiziani ai Greci, dagli opere degli esordi, come in una dottrina Etruschi alla scultura Indiana o Gotica dove di legamenti fortemente saldata all’epica la Chimera Trevigiana godeva intrattenersi contadina, a quella degli animali da cortile, quali assimilatore che Egli era, non meno alla repubblica dei tori e delle vacche, delle verace di Picasso. Questo è il suo gesto, il suo galline e dei vitellini, dei pescatorelli, delle andamento, il suo variare note e partitura di bonarie strette di mano tra compari che oltre continuo senza variare lo strumento mai, il alle transazioni economiche per siglare affari suo sentimento inconsumabile. Questo ciò si lanciano intense affettuosità. In un Paese che abbiamo voluto evidenziare. che ancora odorava d’aratro e di memorie Nonostante il complesso rapporto di Cro- rusticane, Crocetti portava in scena l’opera cetti con il suo luogo natìo, quanto c’é di degli avi e delle ave, i filamenti di un universo Giulianova, dell’Abruzzo, terra di scultori, rupestre, millenario tanto quanto le grotte in questo ‘sentimento’? della Valcamonica o della civiltà nuragica, Giovane Cavaliere della Pace (1987) Pescatoriello con cappello (1935) immutabile e fiero di esserlo. Pensiamo a La portinaia (1934) mani sui fianchi su corpo smagrito, come avrebbe sancito certo indimenticabile neorealismo, a La gravida (1932), maestà totemica simile alle statue votive delle antiche dee madri; e più ancora a La zingara (1937), antenata satura di arcaismi in cui si rispecchiano le istanze di un lessico figurativo remotissimo (evidenti i rimandi alla Dea dei serpenti di Cnosso), temperato da aspetto nobile e gentile. Nell’universo di Crocetti non sono mai tramontati gli oracoli (le dee e le maghe dell’Abruzzo, come la dea Angizia); è piuttosto la civiltà tecnologica, tecnocratica e industriale che non è mai esaltata, che non appare mai. E’ di essa che Crocetti non si cura. Fermandosi sull’uscio di casa a pettinare l’antico, l’agreste, il rurale. Senza per questo esser provinciale o attardato. Semplicemente, indisponibile alle forzature del progresso. Da queste opere iniziali (La gallina, 1931) al Giovane Cavaliere della Pace (1987), che lo colma di onorifi- Leonessa con serpente (1935) blico fino al 20 ottobre, sarà visitabile dal 9 martedì alla domenica, dalle 10.00 alle n.91 alla sostanza dell’anima. L’esposizione, che resterà aperta al pub- 19.00. Il percorso della mostra occupa la sala Regia, delle Battaglie e del Mappamondo del Museo Nazionale di Palazzo Venezia diretto da Andreina Draghi. n Ritratto di donna cenze internazionali, il salto è brevissimo. In opere del Maestro, ordinato secondo i criteri entrambe le prove si conserva infatti il soffio più ortodossi) prediligendo un orientamento pacificato di un mondo armonico; un asse che fosse in grado di orchestrare alcune di riconciliazione che sintetizza l’intento uni- tipologie tematiche, più ampie di un semplice versale dell’opera del Maestro, nella nudità soggettario. Un modo per mettere in ordine di una cavalcata placida protesa al divenire alcuni grandi amori, solcati da Crocetti lungo della storia, vicina al tempo stesso agli occhi l’arco dell’intera esistenza, modulando un del bambino che Egli era stato un tempo: graduale affettivo capace di allacciare un quando si indignava perché i compagni di fittissimo rimando con le epoche prece- scuola colpivano le rondini con le fionde, denti secondo timbri emotivi differenti; tra quando raccoglieva amorevolmente ramo- sobrietà, furori tortili, dolcezze. Ecco dunque scelli di alghe dal bagnasciuga per studiarne la scelta delle tre sezioni: Elegantiae (la le venature e cogliere anche in essi l’opera traccia classicheggiante: ballerine, modelle, mirabile della Creazione umana. teste e busti all’eroica); Etternale Ardore (il L’esposizione romana ripercorre l’opera tragico dei soggetti epici: maddalene, fughe, del maestro. Quali sono stati i criteri ratti, incendi, avvitamenti di leoni e leonesse); Clementiae (il lessico dei memoriali rusticani: pescatori, bagnanti, animali da cortile, frutti- Busto di soldato vendole, bacchini, cavalieri e maternità). Per rendere ancora più stringente il dialogo coi Maestri e la dimensione evocativa che nutre l’intera cifra del Nostro, abbiamo fatto ricorso ad un innovativo sistema di videoproiezioni messo a punto dalla sapienze tecniche di Mario Flandoli per proiettare in multivisione l’abbondanza iconografica sedimentata negli occhi di Crocetti, intercalandola ai suoi pensieri. Scorre così sulle pareti l’officina della storia: i Maestri del Trecento, Bellini, Pollaiolo, Rodin, Donatello, busti romani, tanagrine, teste all’eroica, volti di Modigliani, urne etrusche, busti del Quattrocento, gesti di Iside sovrana. Un intenso percorso di stile, grazia e sensualità, sostenuto dalle sapienze progettuali di Cesare Mari che ne ha curato gli allestimenti, espositivi che hanno guidato la curatela? e da quelle illuminotecniche di Giuseppe Non abbiamo voluto calare le opere in una Mestrangelo, che tutto ha vestito di luce: cronologia troppo sorvegliata (a questo nell’eleganza di un presente senza tempo provvederemo in futuri studi critici che avran- dove Crocetti, coagulando la scultura in un no come obiettivo il catalogo generale delle progetto estetico accorpante i secoli, punta Il ratto di 10 n.91 Silvio Paolini Merlo Teramo culturale Guido Montauti Biennale di Venezia, sostenendo nientemeno che una violazione dello statuto. Perderanno la causa, rovinosamente, e poco dopo ognuno tornerà a calcare i propri passi. L’idea è la creazione collettiva, il rifiuto del sé autoriale, simbolo di umiltà e di rinuncia all’individualismo. Non che nell’operazione vi fosse nulla di nuovo: l’alea si era già insediata potente in tutte le arti, dall’action painting pollockiano, al casualismo di Cage fino all’happening del Living Theatre. Ma a parte questo, benché la loro possa dirsi un’innovazione di una certa valenza storica per l’Abruzzo del tempo, gli esiti programmatici dell’operazione - a differenza di quelli artistici, indiscutibili - appaiono nel complesso fallimentari, e nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché l’intento spersonalizzante, il passaggio e l’avanguardia fauvista del Pastore Bianco D [email protected] dalla visione dell’opera d’arte come autogenesi più che come prodotto volontario di una singola coscienza, vengono di fatto smentiti nei fatti da uno stile montautiano rimasto preponderante al punto da annientare quello degli altri, e si pensi all’ingenuo naturalismo che sarà poi sempre tipico di Bartolomei. Nel merito, perché questa chimera salvifica del ritorno alla pittura rupestre, i un artista come Guido Montauti, a cui Ripattoni in Arte ha sognata evidentemente come dedicato una retrospettiva per il cinquantenario del manife- origine incontaminata di tutta sto del Pastore Bianco, è facile e insieme difficile dire. Facile, l’arte, non ebbe di fatto mai il perché di lui hanno detto e scritto firme autorevoli come Enrico potere di ricapitolare e oltre- Crispolti, tra i massimi critici del futurismo. Di lui si conoscono le origini passare l’intera storia passata modeste, a Pietracamela nel 1918, le esperienze in tempore belli per e presente dell’arte occiden- mezza Europa, specie a Parigi, dove viene in contatto con le maggiori tale, ma al contrario finì col avanguardie, e poi a Milano, dove conosce tra gli altri Carlo Carrà. negarla a priori, farne oggetto Difficile, perché la sua è una personalità complessa, stratificata, nei temi di un rifiuto tombale, antistori- e nei metodi pervasa da una certa insondabile doppiezza. Ma è forse co, ai confini di un’inquisizione proprio nell’esperienza di pittura collettiva assieme agli amici Alberto purificante. E la fumosa diatriba Chiarini, Diego Esposito, Pietro Marcattili e il pastore Bruno Bartolomei, con la Biennale veneziana, nei monumentali dipinti tracciati nelle Grotte di Segaturo, evocanti un letta a più riprese come atto legame primitivo tra uomo e natura, che di Montauti può essere trovata coraggioso e lungimirante, una chiave di lettura non stereotipica. Esperienza breve, durata solo un appare al contrario quantomai settennio dal 1963 al 1969, nella quale giunge a compimento un’esalta- infelice e maldestra. Cosa sia zione delle “selve” e dei motivi agresti che molto ha a che vedere, certo stata nei suoi autori maggiori nel metodo se non nei temi, col fauvismo francese, il primo dei grandi la corrente artistica della pop movimenti avanguardisti del Novecento pittorico europeo. Colori stesi art, tra le più importanti e feconde del dopoguerra, lo si sa. Cosa sia sulla tela in modo violento e sporco, senza apparenti preoccupazioni stato degli altri giovani componenti del Pastore Bianco lo sappiamo estetiche. Le cui motivazioni immaginative non sono mai né figurative altrettanto: gruppo nel quale, tranne - forse - Esposito, giunto ad esporre né antifigurative, né didascaliche né naif. Lo stile, insomma, che sarà entro e fuori l’Europa e con una docenza a Brera, non mi sembra essersi sempre il suo. Uno stile in tutto e per tutto figlio del suo tempo, intimista evidenziata alcuna personalità di spicco, o comunque paragonabile a e insieme estraniante e alienante. Di certo nulla di simile si era mai vista quella largamente dominante di Montauti. nell’arte pittorica abruzzese, salvo il caso dell’opera astrattista cui un E sappiamo anche cosa la pop art abbia inteso rappresentare per isolato pioniere come Giuseppe Misticoni aveva dato inizio nel 1950 con l’uomo moderno: la banalità del vivere urbano, il cinismo della merci- la Composizione geometrica. Saliceti - busto al Pincio ficazione universale, al fine di esternarne il senso di forte livellamento I fatti sono per lo più noti. Dopo il rientro definitivo da Parigi a Teramo, del prodotto artistico. Nulla di diverso, in fondo, da ciò che Montauti e Montauti sente l’urgenza di infondere un rinnovamento profondo nel gli altri cercavano. In realtà, era precisamente questa loro arte “povera” contesto delle attività artistiche cittadine. E non c’è dubbio che, proprio - così spiccatamente condotta al matericismo e al divisionismo - ad con la nascita del gruppo denominato “Il Pastore Bianco”, egli vi riesca. essere intimamente condotta all’iconoclastìa e alla dissacrazione, alla Ma questo sforzo di rinnovamento egli pretende inciderlo nella roccia, smitizzazione dell’eternismo nell’opera d’arte. Al massimo verso un ani- eternizzarlo in quelle che crede le radici ataviche della sua stirpe e di mismo di tipo certamente pagano. Ma questo passo nessuno tra loro, quella aprutina, affidandosi a temi tra l’ascetico e il bucolico come I e Montauti in testa, volle mai compierlo. Quale senso aveva dunque Pastori delle Montagne Rosse, Processione, Crocefissione, Il Giudizio quell’accusa puritana all’arte pop, oltre una certa invidia per quel passo Universale. E intende affermarlo contro l’espressione a quel tempo in avanti che i loro “pastori” non avevano avuto il coraggio di compiere?, emergente della modernità: la pop art americana. Definita “postribolo oltre un inconfessato rifiuto dell’autoscacco a cui quel certo percorso li dell’arte”, nel 1966 Montauti e il gruppo del Pastore citano in giudizio la stava conducendo e non avrebbe potuto che condurli? n di 12 n.91 La nostra città Piazza Martiri della Libertà Dalla corrida del 1530 alla mucca del XXI secolo P Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com ad esempio, tanto per cominciare, dei chiodi piantati nelle storiche mura del Duomo da un dipendente comunale per legarci un tendone durante una Festa della Polizia (tanto con tutti questi buchi che ci sono, uno in più che differenza fa? Fu la risposta a chi obiettava!) o dell’albero di Natale, attraccato ad orribili grossi cubi di cemento, circondati da paglia ovunque. Uno strazio! Eppure nel 1789 nella piazza fu eretto l’albero della libertà. Come si fa a dimenticare la mucca pubblicitaria dispensatrice di latte, che placida stava lì a ricordare come il latte evochi davvero ancestrali pulsioni, soprattutto verso i più piccoli, oppure le pecore, capre e vitellini legati nei pressi della scalinata posteriore del Duomo durante una festa di prodotti tipici locali di qualche anno fa. Va bene che la nostra agorà ha visto nel passato anche corride: nel 1530 gli Spagnoli ne organizzarono una, ma i Teramani non l’apprezzarono. Oramai non fanno più notizie i duelli notturni tra bottiglie di vino e lattine di birra che trovano spazio sulle scale del Duomo, dove fino al mattino, rimangono in ordine sparso. O anche le bestemmie e parolacce iazza Martiri della Libertà ha semplicemente bisogno di un disciplinare, di un dispositivo che regolamenti per bene cosa si può fare e cosa non si può fare, cosa organizzare in inserite in una canzone natalizia di una band inglese. Parolacce che provenivano dagli altoparlanti dei due porticati posti su Corso San Giorgio? Per non parlare delle indubbie kermesse che si sono succedute in tutti questi anni. Fino all’ultima: quella Miss Italia che ha fatto dire al nostro primo cittadino: “Basta, d’ora in poi creeremo quest’alveo storico architettonico e per quanti giorni, selezionando sin dall’inizio dell’anno pochi eventi, ma buoni, senza nemmeno tanto sfociare in un taglio snobistico che impedisca alla pancia di Teramo di esibirsi nel salotto buono della città, di riflettersi sul palco. Di conseguenza, via libera anche a Vittorio il fenomeno, ma cum judicio. Ok, okeissimo la lirica in piazza, bene anche Sport sotto le stelle, con alcune revisioni, un successo il Capodanno, e così via. Non si possono mettere in piedi imbarazzanti sceneggiate, irriverenti per la cittadinanza, solo perché fa gola la piazza più contesa del contado. La sindrome della sagra perenne continua purtroppo a contaminare i nostri amministratori, non coscienti che questo sito rappresenta davvero il salotto di casa e non un fondaco dove riporre un po’ di tutto. Purtroppo Piazza Martiri della Libertà, nella sua longeva vita, deve ricordare dubbi episodi, come quello una zona di rispetto attorno al duomo”. Peccato che dopo qualche giro di lancetta sono apparsi due bagni chimici orribilmente addossati alle pietre millenarie della nostra cattedrale. Sì. Oriniamo tutti, pisciamo sul monumento storico più rilevante della nostra storica città, come nel 410 d.C. a Roma. Come definire, in occasione della festa dell’agricoltura, l’alta concentrazione di mega gazebo in una location, sempre quella, solo quella, come se la zona della Villeroy & Boch, solo per fare un esempio, non potesse ospitare tali eventi. Un mega tendone piazzato sotto il campanile ha ricordato per un attimo l’Oktoberfest. Perché, poi, un palco deve essere sovrapposto per settimane su un monumento storico cittadino che è la scalinata del duomo? Dov’è il Vescovo, dov’è la soprintendenza ai beni architettonici, ma soprattutto dov’è l’indignazione dei Teramani? Anche don Aldino, il parroco del duomo, ha dovuto più volte tirare le orecchie ai nostri amministratori, che avevano esagerato nella folle da ogni tipo di volgarità. Da sempre si è varsi asilo e quali invece è meglio portare collocato in prima linea per denunciare gli altrove”. 13 nel sito lungo tutti questi anni. Eccone una Teramani n.° 37 di Settembre 2007. sintesi. Riconsegna del duomo restaurato. (Lasciate n.91 obbrobri che man mano si sono succeduti due cabine Enel e cancellata di legno nei Teramani n.° 11 di Febbraio 2005. pressi). Biagio Trimarelli: “E’ mai possibile “La lunetta di Venanzo Crocetti, pagata dal- che i cittadini abbiano dovuto attende- la Banca Popolare Italiana, doveva essere re tanto tempo per vedere completata posizionata nello spazio semicircolare sopra un’opera così importante per Teramo e la scultura di bronzo raffigurante l’annuncia- trovarsi poi di fronte a tali segni di inciviltà e zione: purtroppo l’opera giace misteriosa- insensibilità?”. mente abbandonata in un polveroso scantinato comunale. Al suo posto è stata posta Teramani n.° 39 di Novembre 2007. una discutibile opera di Mastrodascio”. Mimmo Attanasii: “Il ragù alla bolognese, la polenta è dell’area padana, i fritti ed i Teramani n.° 23 di Marzo 2006. saltimbocca sono romani, le olive all’a- Walter Mazzitti: “Mi chiedo come si possa scolana, e potrei continuare. Il saluto della pensare di ingombrare Piazza Martiri con Provincia di Teramo alla prima edizione di Magna Teramo è del presidente Ernino D’Agostino”. riproduzione delle manifestazioni senza alcun senso e senza alcun valore aggiun- Teramani n. 39 di Novembre 2007. to e soprattutto con la musica “a palla”. Walter Mazzitti: “Tutto questo (degrado) Ma in piazza c’è stato un po’ di tutto: la perché? Perché non ci sono idee. Manca nostra vita che scorre. La Juve che vince lo una strategia di fondo, manca la capacità di scudetto, la Ferrari in mostra, le Topolino, attirare interessi”. l’Italia campione del mondo, quotidiano e pasta alla nocciola la domenica, le bandiere Teramani n.° 39 di Novembre 2007. rosse del sindacato, quelle verdi degli agri- In questo numero Chiodi, Rabbuffo e coltori, quelle biancorosse degli ultrà che insistono con le loro sciarpe per il Davide libero (a ben vedere l’unico vero tormentone teramano, più delle virtù e di Topitti), degli interventi che io, come cittadino, Brucchi in bici, l’apetta schioppettante di giudico offensivi sotto tutti i punti di vista. Schillaci, il crocicchio di Massoni, i record Il gazebone, la nuova edicola, la pista di mondiali, Malavolta, la cabina fototessera pattinaggio, il mercato del sabato: viene dove per un anno e mezzo Giovanni vi ha da chiedersi perché tutto quello che si fa dormito, il raduno delle Harley. Poi: uno in questa città deve per forza occupare il sguardo, un cuore che batte, uno che centro storico”. smette di battere, un clochard, Bruno, Vincenzo, la solitudine di Ferragosto, la neve, Teramani n.° 28 di Settembre 2006. l’olmo, Biancone, il brusio della fontanella, “La piazza è offesa da affissioni selvagge gli anziani sulle panchine, la processione di principalmente sui muri dell’ex Banco di Cristo morto, la pioggia. Ecco, per queste Napoli, tra cui quelle di Agena, Casa della e per altre migliaia di ragioni, concittadini Libertà e qualche stemma di Rifondazione”. Micheli assicurarono tolleranza zero per le per favore indignatevi quando qualcuno violenta il nostro io collettivo, la nostra Teramani n.° 36 di Luglio-Agosto 2007. affissioni abusive. Ma da allora la situazione storia. Incazzatevi e non permettete che Francesca Marrone. “Piazza Martiri: la vera è solo peggiorata. qualcuno scambi Piazza Martiri della Libertà agorà teramana. Qui fu eretto nel 1799 l’al- per lo scaffale di un centro commerciale, bero della libertà; qui nel 1530 gli Spagnoli Teramani n.° 41 di Gennaio 2008. dove la merce viene accatastata in modo organizzarono una corrida, con tanto di toro “Abbiamo visto camion scaricare merce in che s’inganni il consumatore. Riprendiamoci e torero, che però non sembrò incontrare piena mattinata e spesso oltre, senza più un il nostro salotto. I Teramani non amano le il parere favorevole dei locali. Nell’ambi- orario da rispettare, in quel caos da Kasba corride. to di una manifestazione di alta moda e nordafricana”. Agriservice una mucca appare accanto al Il nostro mensile, sin dall’inizio ha perorato duomo: a questo punto bisogna capire quali Teramani n.° 52 di Marzo 2009. la causa di una Piazza Martiri sgombra manifestazioni e quali prodotti possono tro- “Anche se è vero che in fondo le brutture 14 La nostra città segue da pag. 13 n.91 della vita sono pratiche, perché col tempo Teramani n.° 72 di Giugno 2011. e d’ogni dove a prezzi stellari, ma non le si trasformano in qualcosa di utile, come “Caos al caos. A tratti la nostra placida cit- peculiarità teramane, niente sfujatelle, il letame in humus, quelle teramane però tadina sembra avere il volto della disastrata caggiunitte, niente papatille, ma dolci che rasentano l’indolenza sciatta della trasanda- Hill Valley di Ritorno al Futuro II quando il troviamo in qualsiasi centro commerciale tezza, un po’ in linea con il carattere pigro e cattivo Biff Tannen, una volta in possesso preparati attraverso orripilanti procedimenti svogliato dei nostri concittadini”. del Grande almanacco sportivo, riuscì a chimici e conservati con poca attenzione diventare sindaco della città, facendola per la salute pubblica”. (…) “Gli alberi di Teramani n.° 69 di Febbraio 2011. assurgere a capitale del vizio e del disordine “Ok, un tir in retromarcia centra in pieno il più completo”…. “Il volto in città è quello simbolo della teramanità e sbreccia una par- abbruttito del laissez-faire o del vada-come- te della scalinata: chi è mai quel pazzo che vada che si è ingenerato con l’allentamento fa depositare addosso alle mura del duomo del controllo del territorio”. del capoluogo, saponi, detersivi, mozzarelle, frutta fresca, così come capita tutte le volte, Teramani n.° 75 di Dicembre 2011. Oc- almeno due giorni alla settimana, in attesa cupy Piazza Martiri della Liberta. Don Aldino, che dopo ore gli addetti dell’ipermercato la ritirino. Chi è quell’incosciente che permette che bisonti simili solchino la porta del Natale sono posticci ma “a gratis” (non è santuario aprutino? Chi permette che per che tra le mura si fa entrare anche il cavallo il corso principale a mezzogiorno una fila di Troia? tanto è un dono. Gli altoparlanti interminata di altrettanti tir si susseguano della musica (Feliz Navidad il tormentone) come in una tappa del giro d’Italia: è l’isola sono pericolosamente penzoloni su pedoni, pedonale dov’è?”…”Dall’altro lato di Piazza l’albero posticcio ha i doni di cemento Martiri appaiono le mitiche sfere di Vitelli che avvolti da cartaccia bianca e rossa e un si susseguono come una collana infilate da po’ di muschio buttato sul selciato senza cinghie da rockettaro, facendo letteralmente nessuna cura o inventiva, quando invece inciampare vecchiette e giovani. Oltre ai tir, c’era il tradizionale albero a ridosso della sfilano senza sosta i bus della linea urbana torre campanaria. È finta anche la pista di ghiaccio senza ghiaccio ma composta di tagliando la piazza con bambini e con il traffico di autovetture senza permesso, o il parroco del duomo, ha dovuto beatamen- un materiale sintetico, anch’essa, guarda se ce l’hanno sono illegittimamente usati te tirare le orecchie ai nostri amministratori un po’, acciambellata sulla scalinata del come quelli individuati nelle auto di alcuni per le troppe e insulse manifestazioni in duomo, strozzando il respiro degli elementi dipendenti della Prefettura, oggetto di inda- piazza. Le ricotte sono pericolosamente architettonici degli ambienti e insidiando gine della Procura di Teramo. E a proposito esposte per troppo tempo con rischio le santità. Pare che Teramo, e la sua piazza di pass: continua il florilegio di tagliandi per della salute pubblica, in rassegna banali principale, debba essere riempita come disabili intestati a parenti morti ma ancora cianfrusaglie e cineserie senza nessun un piatto di virtù e farcita come timballo. utilizzati da persone che la sera fanno valore aggiunto. Nell’ultima manifestazione Teramo è pervasa dalla sindrome della walking o acquagym”. di Art&Ciocc, compaiono specialità siciliane sagra perenne”. Teramani n.° 80 di Aprile 2012. “Giorni contati per la Teramo-suk dei gazeboni, dei dehors che scimmiottano baite alpine, degli ombrelloni da mare con i marchi della birra sui lembi della stoffa e delle sedie di plastica bianche. Il sindaco Brucchi ha detto stop e ha varato un regolamento che provvederà a ristabilire un po’ di ordine tra le strutture più impattanti”. (Sic!). Infine: forse l’unica apparizione che tra l’altro ha entusiasmato i nostri piccoli, la giostra, è stata tolta perché dopo un po’ ci si era accorti che non aveva tutti i permessi in regola. n di 16 n.91 Arco Consumatori informa Obblighi degli istituti di credito verso la clientela P Massimo Di Giacomantonio [email protected] clausole contrattuali che disciplinano le relazioni con le banche; fra queste assumono particolare rilevanza le condizioni economiche, indispensabili per una corretta valutazione di convenienza delle operazioni e dei servizi. Per garantire la trasparenza e, più in generale, la correttezza nei rapporti fra banca e clientela, sono state emanate specifiche norme che intervengono nelle diverse fasi in cui si articolano tali rapporti. Le norme del Testo Unico Bancario impongono alla banca di rendere note in modo chiaro al cliente tutte le condizioni economiche relative alle operazioni e ai servizi offerti, stabilendo che tale obbligo non può essere assolto mediante rinvio agli usi. I contratti devono essere redatti per iscritto ed un esemplare deve esser consegnato ai clienti. I contratti devono altresì indicare il tasso d’interesse, ogni prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora. Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata iù di La conoscenza delle caratteristiche e dei costi delle espressamente al cliente secondo modalità operazioni e dei servizi bancari, la comparazione fra le diverse contenenti in modo evidenziato la formula: offerte presenti nel mercato e la possibilità di effettuare scelte “Proposta di modifica unilaterale del con- consapevoli e coerenti con i bisogni da soddisfare, costituisco- tratto”, con preavviso minimo di due mesi, in no per il cittadino e per le imprese strumenti importanti che, tuttavia, forma scritta o mediante altro supporto durevole preventivamente dipendono dalle informazioni disponibili. accettato dal cliente. Gli istituti di Credito devono, inoltre, fornire per Tali informazioni sono spesso insufficienti, per cui è difficile compiere iscritto o mediante altro supporto durevole preventivamente accet- valutazioni sulle operazioni e sui servizi offerti, sia sotto il profilo della tato dal cliente, alla scadenza del contratto, e comunque almeno una convenienza economica, sia sotto il profilo della funzionalità in rela- volta all’anno, una comunicazione chiara in merito allo svolgimento zione ai bisogni del cliente ( sia esso semplice cittadino o impresa). del rapporto. Quelle appena richiamate sono soltanto alcune delle In questo ambito si colloca il concetto di trasparenza, intesa come prescrizioni che gli istituti di credito sono tenuti ad osservare nei possibilità per il cliente di accedere alle informazioni relative alle rapporti con i clienti. n di Giochini e giochetti “Sì la vita è tutta un quiz!” anzi di... telequiz Mimmo Attanasii [email protected] n.91 e annuncia “un intervento immediato a tutela degli utenti” contro quelle che definisce vere e proprie “trappole” (http://www.key4biz.it/ News/2013/09/02/Policy/Filippo_Lucci_CORECOM_AGCOM_telequiz_ spot_ingannevoli_219482.html). Alcune persone credono ancora che le notizie diffuse attraverso i contenitori televisivi, legittimati dalla notorietà, siano imparziali. L’informazione percepita come un occhio nel cielo a riportare i fatti nudi e crudi ignorando la manipolazione di quanto quegli stessi accadimenti si inseriscano nella visione soggettiva del mondo. Riceviamo tutte le nostre informazioni attraverso una qualche forma di media e la reazione su opinioni che non condividiamo può essere intensa. Chi scorge e si allarma per una presunta cospirazione sovversiva e chi si rassicura accatastando responsabilità I sui soliti potenti, che cercano di controllare la società. strumenti adatti a una analisi approfondita dei meccani- e il male passa attraverso il cuore di ogni essere umano. smi pubblicitari. Proprio in queste settimane, a intervalli E chi è disposto a distruggere una parte del proprio cuo- irregolari, sono stati trasmessi dalle televisioni commer- re?”. I mezzi di comunicazione hanno il dovere e il biso- ciali degli indovinelli così banali da indurre il telespettato- gno di esercitarsi nell’analisi e nell’impegno, ma troppo re a scansare gli indugi e partecipare tranquillamente con spesso la paura è quella di ottenere solamente una rea- Ma c’è davvero una cospirazione? Alexander Solzhe- l mensile Teramani si è occupato già alcuni anni fa nitsyn era famoso per avere detto: “Se solo le persone ed anche di recente di alcuni “trabocchetti” occultati cattive fossero tutte da una parte, che se commettono sotto forma di telequiz, ribadendo il concetto della atti maligni in modo insidioso basterebbe separarle dal necessità di tutela per il consumatore sprovvisto degli resto di noi e distruggerle. Ma la linea che divide il bene un semplice messaggio dal cellulare: “Il Colosseo si trova 17 zione acritica. Ed è così che a volte nasce il pregiudizio. a Roma oppure ad Atene?”. A SMS inviato, si attiva un abbonamento L’ideologia si basa su un insieme di idee, principi e pensieri influenti da a servizi non voluti. Anche il presidente del Corecom Abruzzo, Filippo condividere. In una società capitalista, i prodotti culturali sono costruiti Lucci, coordinatore nazionale dei Corecom italiani, ha fatto sentire la per l’esecuzione di un business e non per fini artistici. In questo contesto, sua autorevole voce denunciando “questa tipologia di spot” che “va gli imprenditori scelgono appunto di lasciarsi la considerazione di utilità ad aggiungersi a un’affollata selva di programmazioni televisive, che sociale alle spalle e la concezione di vita si è trasformata gradualmente fanno leva sull’ingenuità dei consumatori e la speranza di facili vincite” nel processo di prefiggersi impossibili cospicui profitti per tutti. n di 18 n.91 Scuola La domanda è legittima: libro digitale o cartaceo? La scuola ha ormai riaperto le sue porte, ma l’innovazione non è di casa Maria Gabriella Del Papa [email protected] ter, anche off-line, e ottimizzati per Lavagne Interattive Multimediali.”. Ma andiamo avanti, nel 2012 si parla ancora di Novità per la scuola: arrivano nuove direttive dal Ministero dell’Istruzione in materia di libri di testo, a partire dall’anno scolastico 2012-2013 dovranno essere disponibili esclusivamente in duplice forma, quindi non solo cartacei ma obbligatoriamente anche in formato elettronico. Il Miur stabilisce, quindi, l’obbligo di adottare gli e-book nelle scuole come risorsa parificata ai testi cartacei. La circolare ministeriale pubblicata il 9 febbraio 2012, “Adozione dei libri di testo per l’anno scolastico 2012-2013 - Indicazioni operative” fa riferimento alle linee guida già emanate nel 2009 ma aggiunge alcune normative importanti e definitive. Con l’avvio dell’anno scolastico 2012-2013, infatti, i docenti non potranno più adottare materiale scolastico disponibile solo ed esclusivamente in formato cartaceo. Le adozioni da effettuare nel corrente anno scolastico, a valere per il 2012/2013, presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet. Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei.”. Oggi, anno 2013 stiamo ancora disquisendo tra libro cartaceo, digitale, misto, ma non riusciamo a muoverci di un millimetro, la situazione va avanti a piccoli passi ma retrocede troppo velocemente inglobando tutte le fatiche in men che non si dica. Il ministro Carrozza lancia il suo messaggio : “ Stop agli Ebook scolastici”. L’accelerazione della digitaliz- P er Parlare di E - book ormai risulta quasi scontato, ma in realtà non lo è proprio, poiché dal mondo zazione del mondo scolastico subisce una brusca frenata per l’intervento del Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Nella disputa tra Governo e editori, questa volta la neo - Ministra si è schierata dalla parte di della scuola giungono alle nostre orecchie, è quest’ultimi durante un incontro con loro avvenuto ormai provate, notizie alquanto contrastanti. la scorsa settimana. Proprio la Carrozza ha deciso Entrando nel merito della questione possiamo dire che sin dal 2008 si parlava di obbligatorietà del cartaceo, infatti si annunciava, è il caso di favorire una linea di confronto e valutazioni che sembrava, la scorsa primavera, giunta al termine con Profumo. Gli editori esultano e di dirlo, con una certa baldanza ed una i ragazzi vedono allontanarsi, almeno per relativa soddisfazione, che ci sarebbe il momento, la possibilità di sostituire stata una grande novità nel mondo della scuola. La nuova normativa, anche retroattiva, precisava che i testi adottati dagli istituti scolastici i classici manuali cartacei con gli innovativi e-Book. Rallentare il percorso della digitalizzazione dei libri scolastici, senza tuttavia uscirne. nell’anno 2008-2009 (anno di entrata in vigore della legge n. 169/2008) e Questa la posizione espressa dal Ministro Carrozza dopo l’incontro con disponibili in formato cartaceo, sarebbero stati sostituiti da testi digitali gli editori. La scuola, infatti, non sembra ancora pronta ad una rivoluzione scaricabili da Internet oppure rimpiazzati da materiale didattico diver- digitale di questo tipo a causa della mancanza di infrastrutture adeguate a so dove non era possibile attuare le nuove disposizioni. Il Miur forniva sostenerla. Così l’ingresso obbligatorio dei libri scolastici digitali viene con anche chiare indicazioni ai dirigenti scolastici, esortandoli a effettuare la buona probabilità posticipato alla stagione scolastica 2015-2016. programmazione per tempo per garantire la massima fruibilità dei testi da Gran parte degli editori tirano così un sospiro di sollievo. La loro lotta alla parte degli studenti. Ribadiva quanto segue: “Coerentemente con quanto digitalizzazione non carente di buone ragioni aveva trovato sfogo nel ricor- previsto al punto 1.1, si richiama l’attenzione dei dirigenti scolastici sull’e- so al Tar contro il decreto Profumo. Molti sono coloro già impegnati nella sigenza di programmare con congruo anticipo tutte le attività ricognitive, pubblicazione di e-Book, ma altrettanti sono gli editori che mal digeriscono propedeutiche alla delibera del collegio dei docenti, soprattutto in ordine il tramonto dei classici testi cartacei. Restano tuttavia tutti in attesa delle alla verifica della forma (cartacea, mista o scaricabile da internet) dei testi comunicazioni relative alla possibile eliminazione del tetto sui costi dei attualmente in uso, al fine di individuare quelli che potrebbero essere con- libri, stabilito dall’ex Ministro Profumo, che consentiva un risparmio del fermati e quelli che necessariamente devono essere sostituiti in editoria. 20%-30%. L’epopea della digitalizzazione non sembra, insomma, giunta al Gli e-book introdotti nelle scuole dovranno, inoltre, essere realizzati in capolinea, sebbene l’Ocse si sia espressa negativamente rispetto alla lenta modo da assicurare la totale coerenza con l’opera cartacea corrisponden- progressione della digitalizzazione della scuola italiana, i nostri studenti te, subire aggiornamenti periodici, consultabili da qualsiasi tipo di compu- dovranno tenersi stretti i libri di carta per almeno un altro paio di anni. n di 20 n.91 Il libro del mese L’uomo che sussurra ai potenti L uigi Bisignani. Basta la parola. Non occorrono presentazioni né curriculum. Di lui Berlusconi ha detto che “è l’uomo più potente d’Italia” e Gianni Letta ha dichiarato che “è l’uomo più conosciuto che io conosca”. Dopo trenta anni di esercizio occulto del potere, Bisignani finalmente si racconta con la fascinazione che può suscitare chi sa tutto o quasi dei meccanismi che governano le Istituzioni repubblicane, schiave di una rete di relazioni che tiene per le palle la democrazia, che in Italia non è mai stata tale. Il libro “L’uomo che sussurra ai potenti”, edito da Chiarelettere nel maggio 2013, oltre ad avere un titolo ruffiano ma azzeccatissimo, è un sussidiario che dovrebbe essere studiato da tutti coloro che si occupano di politica, per poterne suggere la linfa che attraversa i centri di ogni genere e grado dove si esercita il potere in nome del popolo (cioè: contro o a prescindere dal popolo). Una testimonianza straordinaria sui meccanismi del potere “che agisce nell’ombra”. Ma chi è davvero Bisignani? Lui detesta essere chiamato lobbista o faccendiere, preferisce descriversi con locuzioni più eleganti: “mi piacciono i grandi progetti da costruire attorno a persone intelligenti (…) Non ho mai amato apparire, non vado quasi mai a cene cui partecipano più di sei persone. E preferisco avere a che fare con un solo interlocutore così Maria Cristina Marroni [email protected] da concentrarmi su di lui e prestargli la massima attenzione (…) Il mio segreto è che rimango sempre a disposizione dei miei amici (…) Qualcuno mi chiama “triangolatore”, qualcun altro “coach”. Il giornalista Gianni Barbacetto mi ha dipinto come “l’uomo dei collegamenti”. Mentre, per il comico Maurizio Crozza, avrei addirittura “più amici di Facebook” (…) Una volta un cardinale mi definì “uno stimolatore di intelligenze”. Definizione che mi ha commosso”. Bastano queste etichette a segnalare un aspetto niente affatto secondario: il potere è il luogo dove si governa il linguaggio, lo si padroneggia e manipola fino ad adattarlo agli usi più disparati; è il luogo dove gli ossimori non esistono ed è l’orizzonte dove gli opposti si uniscono e le differenze svaniscono. Vengono in mente aforismi che hanno già chiarito l’arte di camuffarsi da parte di chi gestisce il comando per evitare sempre e comunque lo scontro diretto o l’indisposizione manifesta delle masse. Frasi come “la serva è ladra, la padrona è cleptomane” (i politici infatti si accompagnano con le escort, mentre gli operai vanno a puttane), oppure come quella di Ennio Flaiano “in Italia la via più breve fra due punti è l’arabesco” (ad indicare come sia necessario un estenuante calvario di trame per poter abbindolare l’opinione pubblica). La sintesi di 300 pagine è piuttosto banale: il mondo cambia ma il potere no, è sempre uguale a se stesso, non ha colore, non conosce appartenenze né ideologie, persegue sempre indefettibilmente il proprio interesse con sovrana indifferenza. Simbolo nazionale del potere è la Gomorra politica per eccellenza, centro mondiale della cristianità, cartolina sfavillante di una civiltà millenaria: Roma, trono dell’ultimo Imperatore che vi ha regnato dal 1946 al 2013 per 67 anni consecutivamente, Giulio Andreotti, di cui Bisignani è stato l’allievo più brillante, il suddito più fedele, il più raffinato esegeta, il suggeritore più ascoltato (“nella mia carriera ho costruito giorno per giorno un rapporto di fiducia con un uomo per me straordinario: Giulio Andreotti”). All’intervistatore Paolo Madron che gliene chiede conto, Bisignani incide nel marmo poche parole sulla capitale:“Mio caro, lei è veneto e non può avere la piena percezione di quanto Roma sia un ventre molle che smussa tutte le differenze. E che finisce per omologare anche gli ambienti più antagonisti. Vedrà quanto poco tempo ci metteranno i grillini ad esserne fagocitati”. Ma il faccendiere, pardon, lo “stimolatore di intelligenze” con quali strumenti agisce? “Quando riconosco una persona valida mi piace immaginare quale ruolo potrebbe ricoprire, come potrebbe sfruttare al meglio le sue prerogative. E individuata la casella? Suggerisco una strategia precisa, incoraggio, favorisco l’incontro con persone capaci di creare il consenso necessario a occuparla”. L’ufficio di Bisignani è stato per decenni una vera e propria meta di pellegrinaggio ecumenico e trasversale da parte di politici di centro, destra e sinistra (“non ne ho mai fatto una questione ideologica. Ho sempre privilegiato l’intelligenza all’appartenenza alla presidenza di Romano Prodi (2006-2008)”. tesoriere del PDL Rocco Crimi, “disgustato da politica”), come da parte di finanzieri, alti Il capitolo Berlusconi è illuminante: “Silvio tanti voltagabbana, spiazzò tutti rassegnando prelati, giornalisti (cui ha regalato camionate non è mai stato un uomo di potere. È solo il suo incarico nelle mani di Berlusconi, come 21 di notizie e scoop), servizi segreti e ufficiali un uomo molto ricco che è stato capace di prova di fedeltà assoluta, durante un dram- dell’esercito. Egli viene “unanimemente vincere le elezioni. Mai, eccezion fatta per la matico ufficio di presidenza. Chiaro che da n.91 riconosciuto come il capo indiscusso di un RAI, di imporre suoi candidati sulle poltrone quel momento la borsa si chiuse e non uscì network che condiziona la vita del Paese”, più delicate”. più un euro. Per continuare i sogni di gloria i facendo nomine delicate, girando poltrone, Molto dettagliato il racconto della congiura congiurati avrebbero dovuto metter mano ai scambiando notizie e favori, speculando su dei pidiellini contro il loro padrone: “pic- loro portafogli”. Poveracci. operazioni finanziarie. coli uomini creati da Berlusconi dal nulla e Il libro è una miniera inesauribile di notizie e di Bisignani svuota in poche righe l’idea che improvvisamente convinti di essere diventati aneddoti sul potere della Chiesa, della finanza, il potere si trovi nelle Istituzioni, fornendo superuomini”. Si tratta di Renato Schifani, dei servizi segreti (“Perché in Italia i Servizi l’impressione che la politica ne sia quasi una Angelino Alfano (dipinto come un cretino vit- sono per definizione deviati? Perché esiste vittima: “il potere si trasmette e funziona tima dei social network, maniaco dei giochini una forza frenante costituita da strati rocciosi anche in luoghi meno riconoscibili e control- sul cellulare e dell’oroscopo), Roberto Maroni di centinaia e centinaia di dirigenti, funzionari labili, si moltiplica e può riprodursi in maniera (che avrebbe voluto Alfano successore di e impiegati incapaci, entrati grazie alla politica nascosta e a volte ambigua e misteriosa”. Berlusconi), Maurizio Lupi, Gasparri, La Russa, e che per la politica continuano a lavorare”), Quali luoghi? “L’ufficio legislativo del Quirinale, Mantovano, Augello, Beatrice Lorenzin (“la dei media, della magistratura (Tangentopoli) quello di bilancio della Ragioneria generale favorita di Angelino, premiata con il Ministero e della massoneria (P2 e P4). A proposito dello Stato e della Protezione civile. I fondi della Salute”), Raffaele Fitto ed altri ancora. di massoneria, “ancora ci si chiede come riservati dei Servizi segreti, i centri spesa degli Dopo l’insediamento del governo Monti i abbiano fatto Gelli e la P2 a impadronirsi di enti locali. E poi alcune stanze delle Procure”. congiurati guidati da Alfano, con l’appoggio pezzi importanti del sistema economico e L’intervistatore, desolato, rilancia: “Il Presi- della Chiesa (Arcivescovi Rino Fisichella e Giu- politico. Innanzitutto grazie alla scaltrezza nel dente del Consiglio conterà pure qualcosa”. seppe Betori, il Cardinale Angelo Bagnasco), manipolare i rapporti personali e finanziari, Bisignani lo gela: “Solo per il suo carisma, ma la sponda di Casini e l’aiuto di Franco Frattini, condendoli con il fascino che la massoneria di solito dura poco. (…) Credo sarà così anche coinvolsero Quagliariello, Sacconi e alcuni go- esercita in molti ambienti di tutto il mondo”. per Enrico Letta che, abile tessitore di rapporti vernatori del PDL (Formigoni, Caldoro, Chiodi, Madron si ostina a voler chiarire l’evidenza politici, ha dimostrato poco carisma quando Cappellacci e Scopelliti) nel tentativo di fare affermando “Quindi anche per lei comandare è stato al governo da Ministro dell’Industria fuori il Cavaliere. è meglio che fottere”. (governi D’Alema e Amato) e sottosegretario La congiura fallì miseramente perché il La risposta: “Su questo non ci piove”. n di 22 n.91 Maria Gabriella Di Flaviano La Scuola Scuola La valutazione Le conseguenze della valutazione R [email protected] pedagogisti e psicologi, ma così ferocemente avversata? Daniel Pennac, straordinario e prolifico scrittore, considerato anche lui “somaro” quando era studente e per questo emarginato, in “Diario di scuola” sostiene fermamente la necessità dell’amore nel rapporto educativo, ricorrendo ad una metafora “alata”, di cui riporto alcuni stralci con la speranza che i docenti di cui sopra possano trarne un qualche insegnamento. “…Le rondini ogni anno…si apprestano a iceviamo e pubblichiamo integral- Mi risultano migrare. Vengono da nord, dirette a sud. Ed è mente la lettera di un nostro lettore invece (e tra esattamente l’orientazione della nostra camera che auspica la speranza di indurre l’altro molto da letto: nord, sud. Un abbaino a nord, una dop- una riflessione sulle modalità di inse- chiaramente), la pia finestra a sud. E ogni anno lo stesso dram- gnamento e sulla valutazione degli studenti superficialità dei docenti, la scarsa conoscenza ma. Tre o quattro di quelle scemotte vanno a da parte degli insegnanti. della psicologia dei ragazzi, gli atteggiamenti sbattere contro i vetri fissi! È la nostra percen- discriminatori e selettivi. Spero ardentemente tuale di somari. Le nostre devianti. Quelle che Quando la scuola dimentica un’istanza fonda- che questo ragazzo non perda fiducia nelle non stanno in riga. Che non seguono la retta mentale dell’educazione, quella che richiede sue capacità, che raccolga tutte le sue forze via. E gozzovigliano ai margini. Risultato: vetro il rispetto e la tutela dell’autenticità, dell’origi- per andare avanti e completare il suo percorso fisso. Toc! Tramortita sul tappeto. Allora uno nalità e della valorizzazione della personalità scolastico. di noi… prende la rondine stordita nel palmo individuale. Protagonista dell’altro fatto è una ragazza della mano, aspetta che si risvegli e la manda a Gli esami di maturità si sono conclusi da circa molto intelligente, sempre pronta ad appro- raggiungere le sue amiche. La resuscitata vola due mesi, eppure le critiche e le polemiche fondire con passione ed entusiasmo le proprie via, ancora un po’ intontita, zigzagando nello non accennano a diminuire: troppi sono gli conoscenze, valutata “matura” con un voto non spazio ritrovato, dopodichè punta dritto a sud alunni e le famiglie fortemente delusi da una corrispondente alle sue ottime capacità, solo e sparisce nel suo avvenire. Ecco, la mia meta- valutazione troppo soggettiva, selettiva, mirata perché la sua partecipazione attiva alle lezioni, fora vale quel che vale, ma è questo l’amore in soprattutto alla comparazione degli alunni. il desiderio di primeggiare e la consuetudine di materia di insegnamento, quando gli studenti Alla luce di alcuni fatti di cui sono venuta a esporre le discipline con dovizia di particolari volano come uccelli impazziti. A questo la pro- conoscenza, devo constatare con profondo sono stati scambiati per “saccenteria, prolissità fessoressa G. o Nicole H. hanno dedicato tutta rammarico che i docenti non hanno ancora ben e mancanza di capacità di sintesi”. Ma c’è la loro esistenza: salvare dal coma scolastico compreso la funzione della valutazione. di più: nel corso del triennio è stata più volte una sfilza di rondini sfracellate. Non sempre si È ora che si metta da parte l’idea che la valu- apostrofata con espressioni umilianti e di riesce, a volte non si trova una strada, alcune tazione sia di per sé “una forma di selezione e cattivo gusto. Che scuola è questa? Non sanno non si ridestano, rimangono al tappeto, oppure di emarginazione” e si capisca, una volta per gli insegnanti che le parole, come recita un anti- si rompono il collo contro il vetro successivo… tutte, che essa è “uno strumento di promozio- co adagio, possono fare più male degli schiaffi Ma ogni volta ci proviamo, ci abbiamo provato. ne, di incoraggiamento e di valorizzazione delle e provocare reazioni sbagliate e scorrette da Sono i nostri studenti! Le questioni di simpatia potenzialità che ogni discente possiede”. parte degli alunni? I ragazzi vanno amati, curati o di antipatia per l’uno o per l’altro (questioni Degli esami di maturità di quest’anno voglio come dei figli, incoraggiati, gratificati, non mal- quanto mai reali, ci mancherebbe!) non c’en- denunciare due fatti. trattati ed umiliati. Naturalmente, se sbagliano, trano. Una rondine tramortita è una rondine da In una scuola sei alunni di una classe sono stati vanno rimproverati e corretti, ma con autorità, rianimare, punto e basta”. ammessi a sostenere gli esami, benchè presen- non con autoritarismo e forme di persecuzio- È come dire: un ragazzo che ha problemi di tassero notevoli lacune in tutte le discipline. ne. Se i docenti si relazionano con gli alunni apprendimento e di inserimento nel gruppo Ebbene, di questo gruppo uno solo è stato in modo denigratorio ed autoritario rischiano, classe non va umiliato ed emarginato, ma va considerato “immaturo”. Tutto questo non ha infatti, di paralizzare la loro spontaneità ed portato gradualmente, con amore e fermez- senso: a parità di condizioni, infatti, i suddetti autenticità, di renderli inibiti, insicuri e infelici, za, ad “aprirsi al sapere” e a comportarsi alunni, una volta ammessi, dovevano o essere di creare in loro sensi di colpa oltremodo nocivi civilmente con i compagni e i docenti; mentre tutti promossi (soluzione ottimale) o tutti boc- per la conquista dell’indipendenza, in quanto una ragazza esuberante e volitiva che vuole ciati (soluzione deprecata ma almeno paritaria). provocano l’nsorgere di un processo che oscilla partecipare attivamente alla lezione anche con Non riesco proprio a capire con quale criterio continuamente fra ribellione, pentimento, sot- osservazioni e critiche (perché no?, i docenti un “solo ragazzo” sia stato fermato. Forse ha tomissione e ancora ribellione. Sic Neill et al… non sono infallibili!) primeggiare e mostrare le fatto, come si suol dire, “scena muta”? Non mi Non sarebbe più costruttivo e più dignitoso proprie capacità, non va mortificata ma accet- risulta! Forse gli altri cinque hanno mostrato porre al centro della relazione pedagogica tata, valorizzata e gratificata! una preparazione accettabile? Non mi risulta! la nozione di “amore” tanto auspicata da Un genitore deluso. n Redazionale Indipendanza dalla Redazione [email protected] n.91 valido per l’insegnamento della danza moderna e quello per istruttrice di zumba. Francesca Voconi. Insegnante di danza classica, propedeutica, modern dance, danze caraibiche e latino americane (bachata, salsa, merengue, balli di gruppo, rueda, rumba, gestualità femminile, portamento) P repertorio di musical, zumba fitness, zumbatomic. Diploma in danze offerta una settimana di prova gratuita: tutto ciò per mettersi già in rela- introduzione al due, bachanga, cha cha, stile donna, coreografico, salsa. zione con un nuovo modo di fare danza che senza dubbio soddisferà le Carla Voconi è al momento una delle principali ballerine di mambo, nota vostre ambizioni. Inoltre sono a disposizione, oltre a sconti speciali per per il suo stile classico e sensuale. Ha avuto il privilegio di imparare e gli universitari, anche corsi per adulti durante il mattino e nelle pause lavorare con alcuni dei più importanti artisti di salsa al mondo: Marco pranzo. Le iscrizioni sono già aperte dal 15 Settembre e si possono Ferrigno, suo primo partner, con cui ha ballato per due anni nella effettuare presso Indipendanza che è sito in Via Gammelli 1, angolo compagnia Fogaratè di Juan Matos; Tropical Jam, Adolfo Indacochea e Via Gammarana (info: Francesca 328 9180104 oppure Valentina 349 la sua compagnia Latin Soul Dancers, con cui si è esibita nei maggiori 3565113, e-mail: [email protected]). La danza non è congressi di tutto il mondo, come Australia, Canada; Cina Giappone, solo uno sport ma il linguaggio nascosto dell’anima, una poesia quindi. Usa, America Latina e nelle principali città europee. Dall’inizio del 2012 Questo è lo spirito che aleggia in Indipendanza e gli addetti assicurano Carla è diventata inoltre partner del Maestro dei maestri “The Mambo come quest’arte si possa trasmettere in diversi stili dalla classica al King” Eddie Torres. caraibiche, coreografia e danza moderna. Diploma di Zumba instructor rende il via con ritmo e brio una nuova realtà teramana che coro- di primo livello conseguito nel 2012. Diploma di Zumbatomic conseguito na i sogni di chi ama danzare. Assistita dalle migliori professiona- nel 2013. lità, la scuola di ballo Indipendanza inizia i corsi il primo Ottobre 2013 ma segnala per chi vorrà che dal 23 al 30 Settembre c’è in Carla Voconi. Corso di mambo New York uomo e donna, salsa, modern jazz; dal contemporaneo all’hip hop; passando per la video dance, le danze folkloristiche, il flamenco e sevillana, fino al repertorio di Manolo Perazzi. Corso di improvvisazione, floorwalk, contact, modern musical e tip tap, danze caraibiche, latino americane e ancora zumba e contemporaneo, laboratorio e composizione coreografica. zumbatomic, la nuova disciplina rivolta ai più piccolini. Allora forza, cosa aspettate? Indossate il vostro abbigliamento e raggiungete gli altri in un Roberta Parmiggiani. Corso di danza e tecnica classica dal primo mondo che danza, anzi che Indipendanza!! all’ottavo corso. Corso di avviamento professionale. Saranno in molti gli insegnanti che presiederanno i diversi corsi: ragazze e ragazzi preparati ed affermati e professionali nello svolgere il Paolo Lepidi. Corso di hip hop (new style, L.A. style, house) e break proprio compito. dance. A partire da Valentina Di Sabatino che sarà l’insegnante nei corsi Fabrizio Ferri. Maestro in danze caraibiche e latino americane. Direttore di modern jazz, jazz e lyrical jazz (per adulti e bambini dai 4 anni in su), della scuola di ballo “Dale Dos Accademy”. Istruttore di Zumba fitness. tecnica di passi a due, propedeutica, repertorio di musical, danza dolce per adulti, sbarra a terra, istruttrice di zumba fitness. Tre borse di studio Pamela Pingiotti. Corso di pizzica e tarantella del sud. “Appassionata per lei da Renato Greco Dance School e Aid di Giacomo Molinari, due di musica popolare fin da bambina è sempre alla scoperta di antiche prestigiose scuole di Roma. Studia nel corso di avviamento professio- tradizioni. nale per danzatori in entrambe le scuole e successivamente entra nella compagnia di ballo Renato Greco Dance Company. Consegue il diploma 23 Maruska Pecorale. Istruttrice di danze caraibiche e latino americane. 24 n.91 di Musica Il Piper Il tempio del beat italiano C’ Fabrizio Medori [email protected] David Bowie. Fra gli habitué, intanto, si era formata una sorta di “aristocrazia” beat della quale, partendo da Patty Pravo, prima vera “animatrice” del locale, facevano parte alcuni nomi che sono rimasti noti: Renato Zero, Loredana Bertè e sua sorella Mia Martini, Gabriella Ferri, Romina Power, Anita Pallemberg (fidanzata di Keith Richards dei Rolling Stones), Giancarlo Magalli, Mita Medici, la regista televisiva Carla Vistarini. Questi ragazzi erano talmente di casa, al Piper, che il coreografo Franco Estill, li organizzò e li fece diventare, con il nome “Collettoni”, il corpo di ballo degli spettacoli di Rita Pavone. Altre iniziative “interne” animavano il locale ed i suoi abituali frequentatori: nacque un gruppo, chiamato senza grandi sforzi di fantasia “The Piper” con il è stato un posto, a Roma, che ha concentrato su di sé tutta l’e- produttore cinematografico (ora) Achille Manzotti, alla batteria; Tito nergia degli anni ’60 italiani, universalmente conosciuto come Schipa jr. mise in scena, utilizzando musiche di Dylan, uno spettacolo la culla del beat italiano: il Piper Club. Un lungimirante avvo- intitolato ”Opera beat”. Nel frattempo erano nati, in Italia, altri “Piper”, cato, Alberico Crocetta, nel 1965, in società con un esperto uno dei quali, quello di Viareggio, il “Piper 2000”, al momento dello scio- uomo d’affari, Giancarlo Bornigia (recentemente scomparso), prese in glimento della società, nel 1968, rimase a Crocetta. La versione toscana affitto un garage, lo riempì di luci colorate (mai viste prima di allora), fece e quella romana andarono costruire due palchi, corredandoli di due potenti sistemi di amplificazio- avanti ancora per un po’ sulle ne e creò così una leggenda che a distanza di oltre quarant’anni, molti ali del beat, spostandosi poi ricordano con orgoglio (chi c’è stato) o con rimpianto (chi per ragioni verso atmosfere musicali più d’età o di lon- “black”, soprattutto per quan- tananza non to riguarda la sede di Roma. Il è riuscito mai Piper originale doveva iniziare ad entrarci). Il a fare i conti con una serie di successo del locali concorrenti, soprattutto locale crebbe il “Titan”, il quale contrap- in poche poneva alla programmazione settimane, ed di via Tagliamento una serie il Piper diventò di superstars, da Wilson velocemente Pickett a Jimi Hendrix. A una sorta di partire dall’inizio degli anni 70 “zona franca” il Piper iniziò a spostare le sue interclassista, scelte musicali verso la nascente all’interno musica “progressive”, aprendo le della quale sue porte a gruppi italiani, dal “Ban- convivevano pacificamente ed amorevolmente “pariolini” e “borgatari”, co del Mutuo Soccorso” alla accomunati dalle stesse passioni musicali e dalla possibilità, per la prima “Premiata Forneria Marconi.”, volta, di sentirsi protagonisti della propria vita, e soprattutto liberi. Il dal “Rovescio della medaglia” primo gruppo a calcare le scene del locale di via Tagliamento fu quello ai “Delirium” e ai più noti gruppi dei Rokes, ai quali si alternavano, durante le pause, i ragazzi dell’Equi- inglesi del periodo, Genesis, Van der Graaf Generator, Jethro Tull, pe 84. Sulla scia del grande successo dei primi protagonisti delle notti Uriah Heep, Rory Gallagher, e tanti altri. Alla fine dell’epoca d’oro del “beat”, Crocetta iniziò a scritturare altri gruppi, italiani e stranieri: gli “Rock sinfonico” il locale non riuscì ad assorbire l’onda di riflusso che “Atomi”, guidati da Mike Liddell, Patrick Samson, i “Rokketti”, i allontanò per anni l’Italia dal circuito internazionale dei grandi concerti “Delfini”, i “New Dada”, guidati dall’eccentrico Maurizio Arceri. A dal vivo, bruciate le ultime energie fra una “contestazione giovanile”, questi nomi, sicuramente poco conosciuti, si devono affiancare però, una “Controcanzonissima” e un ennesimo “festival” alternativo/sfigato, il quelli ben più noti, ancora oggi, di: Patty Pravo, regina incontrastata del Piper cessò di essere il punto di ritrovo della Roma alla moda, e diventò locale, Caterina Caselli, all’epoca soprannominata casco d’oro, i “Cor- una specie di night-club, per poi essere trasformato in discoteca, alla vi”, i “Giganti”, i “Primitives”, i “Dik Dik”, e tanti altri. Nel giro di pochi fine degli anni 70, e per tornare ad ospitare concerti rock nella seconda mesi il cast del locale cominciò ad essere impreziosito da numerosi metà degli anni 80. Oggi, seguendo l’ultimo ricorso storico, il Piper è artisti stranieri di passaggio in Italia, suonarono così nello storico locale: tornato ad essere una discoteca, in attesa di chissà quale altra trasfor- i “Pink Floyd” prima di diventare superstar internazionali, i “Byrds” mazione. Durante i primi lavori di ristrutturazione furono distrutte opere con David Crosby e Roger McGuinn, i “Procol Harum”, gli “Small di Andy Warhol, Raushenberg, Schifano, Manzoni e di altri grandi Faces”, lo “Spencer Davis Group”, Donovan e tantissimi altri. Tra artisti le cui opere avevano contribuito a creare la breve ed effimera il pubblico, durante i concerti, si vedevano sempre più spesso stars di sensazione di vivere in un’epoca nuova ed irripetibile. O forse è stata primissimo piano, come Ringo Starr, Mick Jagger e Keith Richards, davvero un’epoca favolosa ed irripetibile. n di Write about... the records! Wilco (the album) The Wilco LP + CD - Nonesuch/Warner Bros 2009 Maurizio Carbone [email protected] 25 n.91 intuisce dalle continue citazioni che ho un’altissima considerazione per Mr. Jeff Tweddy? Autore, compositore, chitarrista geniale, arrangiatore e produttore, vedi il recente lavoro per Mavis Staples ‘One True Vine’ (Anti, 2013), Musicista insomma a 360°. Non farò la solita, pedissequa analisi dei singoli brani, il LP/CD parte con la title-track Wilco Song, schitarrate, mossa, vivace, dal gradevole bridge “Wilco...will love you baby”. La qualità delle composizioni inizia a prendere quota con la succesiva “Deeper Down”, la melodia viene esaltata da inediti inserti di tastiere e slide-cimbalon (Jason Tobias). Le ‘magiche dita’ di Jeff annunciano la best song of the album: “One Wing”, intro soft, poi parte il ritmo, accellera, rallenta, riparte, scandita magistralmente da basso e batteria, l’ala del titolo vola letteralmente, sempre più in alto, le chitarre (3, fuzz, slide e rhythm!) fanno un grandissimo lavoro, non mi stancherò mai di ascoltarla, la magia si rinnova, anzi, cresce di ascolto in ascolto: U un capolavoro! Un invito, andate su YouTube e, guardate (e ascoltate) obiettiva ma, di ravigliosamente da Miss Leslie Feist, cantautrice canadese in evidente parte! Anni ‘90, ascesa nel firmamento del Songwriting femminile, autrice di ottime sulla scena cosidetta prove solistiche recenti, l’atmosfera sprigionata è contagiosa, solito ‘Alt Country’ e/o YouTube-video, sempre D. Letterman Show! Il Long Playing prosegue, Americana, irrompe il livello si mantiene incredibilmente elevato, tra slow-song (“Count- una band cardine ry Disappeared”, piano in evidenza) e ballads (“Solitaire”, delicata, o capostipite (se melodica). 3 è il numero perfetto! Terza grande song, la numero 9 della pereferite), di questo track-list: “I’ll Flight”, solita intro poi, il brano parte con il ritmo sincopa- la live-version tratta dal David Letterman Show! Memorabile! “Bull na premes- Black Nova” si concede alla vena più sperimentale con insoliti elementi sa: questa di elettronica, ben inseriti nel contesto della song. Il ‘solito’ arpeggio di non è una chitarra acustica introduce l’altra ‘gemma’ del disco, “You And I”, splen- recensione... dida perfect-song, cantata in maniera sublime da Jeff e doppiata me- genere musicale particolare, sono gli UNCLE TUPELO, Al timone del gruppo, due straordinari musicisti: Jay Farrar e Jeff Tweddy. L’esordio si intitola emblematicamente No Depression, tutto un programma. Dopo qualche anno, diverse incisioni ‘Still Feel Gone’ (Rockville - 1991), ‘March 16-20’ (Rockville - 1992) e, non grande successo, i due leader, imboccano strade diverse con altrettante formazioni: Son Volt per Farrar, dediti ad un suono classico, country oriented e, Wilco per Tweddy, inizialmente tradizionalisti per virare decisamente verso contaminazioni power-pop, sperimentazioni elettroniche e indie-alternative. Ecco, da allora è iniziata la parabola ascendente dei WILCO, una progressione costante, continua, inarrestabile, scandita da episodi discografici significativi: ‘Being There’ doppio CD (Reprise, 1996) e ‘Sky Blue Sky’ (Nonesuch/WB, 2007, bellissimo!), così, tanto per citare due titoli. Arriviamo al 2009, appunto, quando Jeff raduna i suoi sodali (nel frattempo qualche avvicendamento e alcune new-entry) sino all’attuale line-up: Jeff appunto, Patrick ‘Pat’ Sansone, Nels Cline, (Grande chitarra), John Stirratt, Glenn Kotche e Mikael to, scandito da chitarre e tastiere, l’organo ‘cuce’ letteralmente il brano, Jorgensen. Il risultato di queste sessions, iniziate a Auckland (Nuova la voce particolare di Tweddy si esalta, conquista e commuove quando Zelanda), rifinite nello studio della formazione, il “Loft” di Chicago, è canta “Like Jesus On The Cross”! Ancora due brani, “Sonny Feeling” e questo LP+CD version a dir poco straordinario. A Iniziare dalla simpa- “Everlasting Everything”, concludono degnamente l’album, tre-quattro ticissima copertina: l’open-corner di un un bar, un tavolo (con tanto di best songs, le altre ben al di sopra della media generale, di gran lunga torta di compleanno!), sei sedie e, dietro un...cammello! Si, proprio il il mio disco al vertice dalla playlist from 2009. Infine, last, not but least, divertente ruminante e, naturalmente il titolo “WILCO” (the album): 11 la menzione speciale per l’edizione completa vinile + cd, apertura gate- brani medio-lunghi (3/4/5 minuti, durata complessiva 42’ 54’’), scritti fold, booklet curatissimo, testi, foto e... Oh! Oh!... che bel... Cammello!!! e prodotti dallo stesso Jeff, con l’aiuto del fido Jim Scott. Domanda: si Voto: 8 1/2 n di 26 n.91 In giro Il miracolo di Serra La chiesina di San Salvatore N Sergio Scacchia [email protected] rendere reale quella che anni fa sembrava follia o nella migliore delle ipotesi, un sogno da coltivare”, queste le significative parole del presidente dell’associazione, l’ingegnere teramano Goffredo Rotili, visibilmente commosso nel giorno dei grandi festeggiamenti per l’inaugurazione del tempio ormai recuperato dopo anni di sacrifici. Il restauro di questo edificio religioso adornato da un bel portale con ghiera decorativa, è certamente una goccia d’acqua nel mare dell’abbandono che soffrono tanti piccoli paesi intorno. Un antico patrimonio di cultura montanara sta scomparendo e piccoli abitati secolari della zona come Martese e la chiesa diroccata di Santa Lucia, Acquaratola con S. Egidio del XIV secolo, Santa Cecilia, Tavolero con San Flaviano, Faiete con San Pietro del XIII secolo semi crollata, sono ormai ridotti ad autentiche “ghost town “. Qualche anno fa si era gridato al miracolo quando sembrava reale che alcuni dei borghi abbandonati tornassero a vivere riconvertiti in el borgo antico di Serra a Rocca Santa Maria, immerso in bel- alberghi diffusi per rilanciare l’esangue turismo di questi luoghi. lezze naturali, boschi e vallate, grazie all’impegno dell’asso- L’esempio veniva allora dal magnifico e antico villaggio fortificato ciazione “Il grido dei monti della Laga”, c’è stato il recupero di Santo Stefano da Sessanio, nell’entroterra aquilano, oggi uno della chiesina di San Salvatore che versava in condizioni critiche con parte del tetto crollato e mura ormai fatiscenti. L’interno a unica aula è impreziosito oggi da una bella tela, opera e regalo del valente pittore teramano Tommarelli. “Senza aiuti istituzionali e con un lodevole autofinanziamento di residenti e appassionati, è stato possibile dei borghi più belli d’Italia divenuto famoso in tutta Europa per la riconversione al turismo dell’albergo diffuso. Dei proprietari di case ormai ridotte a poco più di ruderi svelarono allora di essere stati contattati per un’eventuale vendita. La provincia ideò anche un esempio di come si potesse rivitalizzare questi luoghi sperduti. Tutto è naufragato nel nulla. Ora questa bella notizia che viene dal paesino di Serra, può essere un esempio coinvolgente per le varie comunità locali. Se tutti si ponessero l’obiettivo del recupero delle tante oasi di fede e cultura che punteggiano la parte più interna e alta della provincia teramana, se molti si sentissero stimolati a queste imprese, in pochi anni la gioia dell’appartenenza tornerebbe a essere il volano per il ripopolamento della montagna. L’Ente Parco, assieme alla Provincia, alle istituzioni nazionali e locali da qualche tempo si chiama fuori dai giochi a causa delle casse vuote e dell’impossibilità di trovare somme importanti. Ecco che solo l’orgoglio montanaro può far gridare al miracolo. n di Massimiliano Volpone Coldiretti informa Boom conserve per 9 milioni di italiani S Direttore Coldiretti Teramo n.91 conquistato il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,4 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di quasi quattro volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di circa 20 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità). Nei prodotti industriali invece non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della materie prima agricola ono 9 milioni gli italiani che tori casalinghi, soprattutto nella fase della ed è facile mettere inconsapevolmente quest’anno al rientro dalle vacanze sterilizzazione. nel carrello della spesa marmellate con si mettono al lavoro tra pentole La grande differenza è che nelle conserve frutta proveniente dall’Europa dell’est, e vasetti nella preparazione di casalinghe si utilizzano frutta e ortaggi sott’oli africani o concentrato di pomo- di stagione provenienti dall’Italia che ha doro cinese. n conserve fatte in casa per garantirsi una alimentazione più genuina e naturale, ridurre gli sprechi e risparmiare nel tempo della crisi. Nel 2013 si assiste al ritorno degli italiani all’autoproduzione di alcuni cibi secondo una tradizione che sembrava destinata a perdersi ed è invece tornata di grande attualità di fronte ai ripetuti scandali alimentari e all’esigenza di ottimizzare i bilanci familiari. Una maggiore attenzione rispetto al passato viene riservata alla scelta delle materie prima che spesso vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati di Campagna Amica. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma che devono valere anche per i consuma- 27 di 28 n.91 Sport Teramo calcio Intervista a Pino Maselli Antonio Parnanzone [email protected] cambiate anche a livello federale. Gli stessi regolamenti federali oggi prevedono figure obbligatorie che prima non erano tali. L’inevitabile evoluzione dei tempi ha costretto le società ad una maggiore organizzazione, compresa quella del settore giovanile. Anche prima veniva curato, ma non c’era l’obbligo di partecipazione ai campionati giovanili cui adesso è costretto ad iscriversi. La tessera del tifoso, la biglietteria nominativa ed altre novità hanno obbligato le società ad affinare l’organizzazione. Di tutto ciò il Teramo è al passo con i tempi. Come responsabile del Settore Giovanile, la tua memoria torna indietro nel tempo con l’incarico ricevuto dalla Società? P “Sicuramente si. Come dirigente sono nato sul campo nel lontano 1969 occupandomi soprattutto dei ragazzi. Entrai nel Teramo Calcio ino Maselli torna a far parte dell’organigramma del Teramo proprio come responsabile del settore giovanile. Ricordo che in Calcio. Il settore giovanile è il prestigioso incarico che gli è quegli anni vincemmo un campionato Interregionale con pochi con- stato affidato per la sua specifica competenza acquisita in trattualizzati e con la maggior parte della rosa composta da giovani passato, prima ancora di ricoprire l’incarico di Segretario cresciuti nel settore giovanile, molti dei quali approdati poi nelle Generale nella vecchia Società. L’incarico è oltretutto importante categorie superiori”. alla luce del nuovo orientamento degli organi federali che pongono Come hai trovato il settore giovanile rispetto a quello che i giovani in primo piano con cospicui interventi di natura economica hai lasciato qualche anno fa? per chi favorisce il loro utilizzo. Pertanto, il lavoro da svolgere non “Era sicuramente migliore quando entrai in Società rispetto agli ulti- sarà solo accademico, bensì di forte interesse nel ricercare giovani, mi tempi piuttosto travagliati. Inizialmente, infatti, era stato fatto un prevalentemente nel territorio, idonei per l’inserimento nella squa- ottimo lavoro con giovani provenienti dalla provincia, cosa che stia- dra maggiore. mo cercando di fare adesso. Stiamo cercando di riallacciare rapporti Affiancato da Vincenzo Feliciani con l’incarico di responsabile con le società del nostro territorio per diventare un polo di attrazione tecnico, Maselli dovrà setacciare i campi della provincia alla ricerca e anche di riferimento delle società della provincia. di giovani talenti da inserire nelle squadre giovanili. Con tre squadre Come responsabile del Settore Giovanile, puoi descriverci il iscritte in competizioni a carattere nazionale (Berretti, Allievi, e programma di massima? Giovanissimi) i giovani avranno la possibilità di cresce, formarsi e “Riconquistare il territorio nel senso di riallacciare i rapporti con soprattutto confrontarsi con i pari età di società blasonate. In cinque le Società che operano nel circondario è la priorità, visto che la anni molte cose sono cambiate per cui, nel rientrare in Società, ha nostra è la Società che disputa il campionato maggiore. Valorizzare trovato novità importanti e facce nuove. Lo spirito di adattamento e innanzitutto il lavoro delle Società a noi vicine e portare a Teramo i le capacità di sapersi rapportare con altri gli hanno consentito di ben migliori ragazzi della provincia. La strutturazione in modo efficiente integrarsi nel nuovo ambiente. e funzionale di tutto l’apparato è una ulteriore priorità dalla quale non si può prescindere. Si sa che i giovani per natura tendono alla Hai trovato una Società completamente nuova ? trasgressione e proprio per questo l’organizzazione deve essere un “Effettivamente ho trovato una Società nuova, una nuova imposta- modello da seguire e non da imporre”. zione in armonia con i tempi in quanto dal 2008 molte cose sono Le strutture come sono? “Forse sarò ripetitivo, ma non posso che ribadire l’annoso problema della mancanza di strutture a Teramo. Le esigenze sono aumentate con l’incremento di chi fa pratica sportiva, mentre le strutture di base sono rimaste sempre le stesse, se si eccettua il nuovo stadio comunale di Piano d’Accio. Per fare bene attività calcistica necessitano impianti adeguati ed efficienti, mentre molti di quelli utilizzati sono gli stessi di quarant’anni fa che non favoriscono il lavoro della Società”. Non poteva mancare un doveroso ringraziamento di Pino Maselli a chi in questi anni gli ha permesso di continuare a svolgere il suo lavoro: Salvatore Di Giovanni e Luciano Campitelli. Il primo per avergli dato la possibilità di continuare nell’attività ormai diventata professione nel San Nicolò, il secondo per avergli riaperto le porte del Teramo dopo la tragica fine della vecchia Società. Ai massimi dirigenti delle due Società, si unisce lo staff dirigenziale biancorosso nel dargli il benvenuto o meglio il bentornato tra noi. n 30 n.91 Sport Pallamano P dalla Redazione [email protected] all’allenatrice Nicole Pastor. Per quanto concerne i giocatori, l’organico si è arricchito del portiere Collevecchio tornato a Teramo dopo quattro anni giocati ad Ascoli Piceno e Città S. Angelo, del terzino italo argentino Pagano Albertino che ha giocato lo scorso anno in A1 con la Lazio, del centrale serbo Nicoceviv, del centrale Gabriele M. proveniente dal Città S. Angelo, dei Pivot Bellia F arte la stagione 2013/2014 della Pallamano in univesritario a Teramo e Luongo S. Fermo restando i cui sono impegnate, nella massima serie, due giocatori dello scorso anno. squadre teramane: la maschile Teknoelettro- Per quanto riguarda la Femminile, il campionato nica e la femminile Nuova H.F. Teramo, nata inizierà il 28 settembre con la trasferta di Salerno dalle ceneri della vecchia squadra Campione d’Italia contro i Campioni d’Italia. L’obiettivo della squadra, 2011/12, radiata per problemi amministrativi dal trascorso campionato. completamente rinnovata nell’organico ed anche La squadra maschile, inserita quest’anno nel Girone B di A1 (Centro nell’allenatore, è quello di disputare un campionato nord) esordisce in casa il 21 settembre contro il Carpi, squadra posta tra dignitoso. Fanno parte della squadra, rinnovata anche le candidate ad occupare i primi posti della classifica. L’obiettivo della a livello dirigenziale, Belardinelli Sofia, Bergallo costan- Società è quello di raggiungere la quota salvezza. L’impegno preciso za Soled, Cherchi Angela, Covaci Cristina Aurelia, Cozzi Melina Ximena, è quello di far crescere il settore giovanile dal quale poi attingere per Dovesi Daniela, Mazzieri Martina, Lampis Chiara, Benincasa Lorena e le la prima squadra. Le difficoltà economiche di un po’ tutte le società “vecchie” Delli Rocili Alessia, Fini Federica, Lampis Silvia e le straniere non hanno permesso di allestire una squadra che almeno sulla carta Palarie Daniela e Laczo Anita. Ma a questo punto non si escludono nuovi sembra non essere in grado di competere per posizioni di prestigio. acquisti da parte della Società. L’organico tecnico della Teknoelettronica presenta il riconfermato Resta ancora da definire il settore tecnico che con tutta probabilità sarà Marcello Fonti come allenatore della prima squadra e dell’Under 20. affidato ad un nome famoso della pallamano ma che al momento non Poi, per quanto riguarda l0’Under 16 il compito di allenatore è affidato siamo in grado di definire. n È arrivata la tua nuova vicina di casa. Risparmia subito il 10% sulla bolletta del gas metano. JULIA SERVIZI PIÙ gestione vendita gas metano Il risparmio sul gas metano. 64021 Giulianova (Te) c.so Garibaldi, 65 64100 Teramo (Te) via Vincenzo Irelli, 31 - c/o Obiettivo Casa Tel: 085 8001111 - 085 8007651 Fax: 085 8025783 [email protected] - www.juliaservizi.it
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