Ambrogio Rossi (1754-1820) 1 Motivo di scrivere questa storia
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Ambrogio Rossi (1754-1820) 1 Motivo di scrivere questa storia
Ambrogio Rossi (1754-1820) 1 Motivo di scrivere questa storia 1- Motivo di scrivere questa storia. – Una passione onesta, credo, comune ad ogni uomo, fu il solo motivo di occuparmi in queste Osservazioni ; e l’amore di giovar la aptria mi decide a rilasciarle alla pubblica luce. Nelle storie non conosco un paese, in cui le vicende fossero più incessanti (e sempre funeste) come nell’Isola di Corsica. Io volevo conoscerle, e perciò quel luogo che mi avea destinato la Provvidenza in questo terreno soggiorno. Ma come farlo nella disgrazia di non avere una storia ? Sentiva invece la più viva confusione, che, trovandomi nel continente a motivo di studj, non sapevo soddisfare taluno che molto graziosamente richiedeva il perchè di tanti anni di guerra e naturali desolazioni che ne seguono. Li storici stranieri, in specie di genio genovese, non ci ano favorito, e le dure calamità che si contavano a secoli, si occasionavano dalla ferocità de’Corsi. L’oscurità de’tempi andati che getteva dell’ombre mortali, anche negli ultimi periodi del governo ligure, o non lasciava vedere la candida verità, come in ogni paese del mondo, o tanto facea dubitarne, che riduceasi a nulla. Le ruine di paesi e provincie parlavan per tutto, e li castelli signorili faceano vedere che la Corsica, nel centro del Mediterraneo, quasi al contatto dell’Italia, non potea essere originalmente nè feroce, nè desolata. Era l’anno 1778, l’ultimo de’miei studj scolastici, quando tutti gli anzidetti motivi, e quello in maniera speciale di conoscere la mia patria, mi determinarono a fare delle osservazioni che sono come seguono, a puramente istruirmi. […] 10- Stato violento in Corsica per li varj Governi e Padroni che vi dominarono. – Che se questa Nazione fosse stata la favolosa Pandora col vaso terribile de’suoi mali, potea dirsi che avesse incontrato la stessa o fortuna o disgrazia, ma più in questa parte infelice. già la prima è quella di non avere una storia compita, che ci ponga al giorno delle tante strepitose vicende che ha dovuto soffrire dalle tre parti del mondo, non già in generale, ma nel suo preciso, sapendo per il nostro poco che l’Asia, l’Africa, ma più specialmente le nazioni d’Europa di qualche nome vi hanno esercitato o dominio o almeno ostilità, e sempre in ruina, come può e deve immaginarsi, delli suoi abitanti, così nel fisico che nel morale. Le novità politiche sono, per l’ordinario, pericolose ; moderate, possono anche esser giovevoli o almeno non dannose ; ma violente, come furono in quest’Isola per più secoli, le quali, quasi sempre non aveano nè sistema nè modo, che tutto non tendesse alla violenza medesima dell’egoismo, non poteano essere che funeste. Le ruine sono parlanti per tutto, e lo stato violento che dovè soffrire la Nazione medesima, è chiaro come la luce del sole. La sola Francia, a dir giusto mostra sempre dell’affezione alla Corsica, tenendo certa politica che molta simigliava quella degli antichi Romani, vale a dire, di beneficenza. Nel decorso della storia si vedrà meglio con fatti alla mano. 12- Vero scopo di uno storico per una nazione. – Chi parla di u uomo e vuole farne la vita deve presentarlo in quel carattere che lo pose la Provvidenza ed egli stesso esercitò con fatti e parole. Così lo storico di una nazione, che può dirsi un uomo politico, deve fare di tutto per presentarla nelli suoi essenziali rapporti di fisico, di morale, religione, politica, usi, abusi, costumi, vicende, in bene, in male, non di particolari persone, ammeno che non influiscano per causa, occasione e concomitanza nel generale del paese, e ciò sempre con detti e fatti alla mano. Vuol credersi che ognuno avrà così operato, eziandio di coloro che scrissero sopra la Corsica ; ma essendo tanto a digiuno de’tempi andati, e dovendone dubitare a proposito per mancanza di storia, non si può accordare l’intiero assenso al poco ci viene detto da’medesimi autori. 13- La Corsica bramava sempre di avere una storia intieramente compita […]. – Il motivo dunque di conoscere il paese ove sono nato, e le gravi vicende e rovesci che lo accompagnarono mi fece occupato in queste Osservazioni, però senza la più piccola ide ache un giorno sortirebbero dalla mano debole e fioca che le scrivea. Considerando nullameno che la brama era comune a tutti li buoni nazioni, e che molti fremeano di vedere così straziata la Nazione da penne straniere, senza tacere il bisogno di qualche lume a conoscervi e farvi conoscere, vari amici di confidenza me ne consigliaron la stampa, almeno dell’epoca in cui divenuti Francesi, io stesso potessi datare con sicurezza le cose che ho vedute. Tanto più essendo la seguela di quarant’anni di guerra, non tanto con una potente Repubblica, ma eziandio colli prima monarchi di Europa, li quali prestarono le loro arme alla medesima per opprimere un povero popolo che facea di tutto per resistere alla violenza e durezza delle vicende. […] 20- L’amor della patria suole accecare li scrittori meno avveduti, per cui la servono meno. – Del resto rpeto nuovamente di avere scritto senza passione, tolta quella sol ache merita la cosa medesima, e colla massima sincerità e premura somma del vero. L’amor della parte, in specie per la nazione, suole essere la gran remora che o racchiude la verità nella penna, o la rivolge, la coarta, l’ampia e l’accomoda in maniera da presentarne altrove tutto l’odioso. Il lettore si sparmi pure questa prevenzione. Mentirei crudelmente a me stesso, se dicessi di non amr la mia patria sopra qualunque altra che non è la mia ; ma questo viene limitato all’impegno di servirla onestamente. Nè infatti la servirei colla menzogna e ceca passione di aggrandirla a scapito della verità, di cui mi protesto di essere e amico sincero e fedel servitore. 21- Effetti naturali della lettura di una buona storia. – Anzi il mio lettore vedrà in tutto e per tutto la Nazione nel suo vero concreto, e lui medesimo sentirà svegliarsi a vicenda quei movimenti di spirito che naturalmente si sentono alla presenza di oggetti dei quali non si può ameno di essere interessati per esempio, d’ira, di dolcezza, di amore, di odio, di pietà, di vendetta, gelosia, speranza, desiderio, furore, ecc. La fredda ragione saprà regolare e adattare insieme gli stessi moti dell’animo ; però mai di soffocarli affatto, a meno che non avesse un’anima di pietra, che anzi molto più sarà per apprendervi delle buone lezioni di sana morale. Su di che devo notare una cosa, che bramerei intesa da ognuno, in specie da’padri e madri di famiglie, e da coloro che in qualche maniera hanno cura di educazione. Li Romanzi, per l’ordinario, sono la peste della gioventù, come la vera storia ne è l’edificazione ; quelli tendono a formare si favolosi giganti, e l’eroismo che solo esisteva nella fantasia riscaldata de’poeti ; la storia cammina a piè pari coll’uomo e con fatti che nulla aggiungono alla verità della cosa. Ricacciatu da ROSSI Ambrogio, Osservazioni Storiche sopra la Corsica, L.I, in BSSHNC, Bastia, Imprimerie & Librairie C. Piaggi, 1909, p. 5-21.