n 2 anno 0 - del 26 Gen 2007 - Fiom Sicilia

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n 2 anno 0 - del 26 Gen 2007 - Fiom Sicilia
www.cgil.it/fiom.sicilia
“Punto Fiom Sicilia”
Numero 2 anno 0 26 Gennaio 2007
Periodico della Fiom Sicilia
Redazione Via E. Albanese, 28 90129 Palermo
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Federazione Impiegati Operai Metallurgici
STMicroelectronics: il 29 al Ministero per chiedere
garanzie per il futuro dei lavoratori Siciliani
Nell’ultimo anno abbiamo assistito al susseguirsi di numerosi
eventi che gettavano ombre sul destino del sito ST Catania.
Il piano industriale, firmato nel 2000 tra azienda e sindacati,
stava cambiando, tessera dopo tessera veniva a mancare tutto
quello che era stato concordato (la mancata partenza del
modulo M6, l’assunzione di 1500 nuovi addetti…).
Già un anno fa si richiedeva a gran voce l’intervento delle
istituzioni per portare l’azienda a dichiarare esplicitamente quali
fossero le strategie per lo sviluppo del sito Catanese (che per
ricerca e numero di dipendenti non è secondo al sito lombardo).
Gli investimenti, la nuova ricerca cominciavano ad essere
assenti, fino alle notizie della cessione di ramo d’azienda (MPG
e M6) e della vendita della cassa depositi e prestiti (cioè
controllo pubblico).
Il precedente governo è stato sordo alle richieste d’incontro e
l’attuale governo si mostrato duro d’orecchie alla stessa
richiesta tanto che sono servite diverse mobilitazioni, per
giungere finalmente all’incontro del 29 gennaio.
Al ministero andremo per chiedere garanzie sul futuro di ST
Catania, perché sappiamo, che all’interno del problema
europeo di ST, lo stabilimento di Catania versa in condizioni
particolarmente preoccupanti.
Dalle
ultime
scelte
strategiche,
manageriali
e di
riorganizzazione della azienda sembra evincersi la volontà di
relegare Catania ad un ruolo secondario, senza ricerca né
innovazione, che in breve tempo comprometterà la competitività
del sito e la sua stessa sopravvivenza.
I problemi di ST-Catania sono diversi: primo fra tutti l’assenza di
un piano industriale. Il modulo M6, cardine attorno al quale si
articolava il vecchio piano industriale, adesso sarà scorporato
dalla ST (diventando proprietà di un’altra azienda) insieme a
circa 500 lavoratrici e lavoratori senza che ci sia alcuna
chiarezza o garanzia sul loro futuro e sulla prospettiva di
sviluppo di quello che rimane dello stabilimento catanese.
Sappiamo che i finanziamenti pubblici, necessari per lo “startup” di M6 sono stati concessi, ma sappiamo anche, che questi
non rappresentano più una garanzia per lo stabilimento, dato
che M6 farà parte di un’altra società.
Quale sarà la “mission”, cioè il ruolo industriale, del sito siciliano
nei programmi futuri di ST?
Come saranno gestiti i probabili 1200 esuberi risultanti dalla
graduale de-localizzazione della produzione a 6” verso aree a
basso costo di produzione?
Il mercato della microelettronica, con un volume di affari annuo
superiore a 800 miliardi di dollari, ha superato quello
automobilistico generando un valore aggiunto superiore ad ogni
altro tipo di mercato. La presenza e la permanenza ad altissimi
livelli di un soggetto industriale quale ST nel territorio siciliano
(area industrialmente depressa e con un livello di
disoccupazione altissimo) non puo’ lasciare indifferente l’intera
classe dirigente nazionale.
A. DE SIMONE (SEG. FIOM Catania)
D. FAGONE – A MOREA (RSU FIOM ST Catania)
Insediamento industriale ST di Catania
Con l’annuncio di riorganizzazione nascono
serie preoccupazioni per il Design Center
ST di Palermo
Il 13 Dicembre scorso la STMicroelectronics ha annunciato
un piano di riorganizzazione che è entrato in vigore il 1°
gennaio 2007. All'interno della nuova struttura la ST ha
istituito un Gruppo Memorie Flash (GMF). L'obiettivo
dichiarato è quello di «rispondere alle richieste del mercato,
preparando nel frattempo la Società ad un riposizionamento
strategico delle memorie Flash» e aggiunge, «perseguire il
consolidamento sul piano industriale e il deconsolidamento
sul piano finanziario nei dispositivi di memoria Flash».
L'obiettivo era chiaro da tempo, i mercati finanziari avevano
atteso, accarezzato, preteso questo «deconsolidamento sul
piano finanziario nei dispositivi di memoria Flash». In una
sola parola lo SPIN-OFF o per dirlo in italiano lo scorporo del
ramo d'azienda.
In effetti lo scorporo lo conosciamo meglio, la Gabanelli in
Report ha dipinto un quadro abbastanza preciso ed
inquietante degli scorpori che si sono consumati nella nostra
penisola nel recente passato sempre con il nobile obiettivo di
un
riposizionamento strategico
per
"perseguire
il
consolidamento sul piano industriale" e soprattutto il
deconsolidamento sul piano finanziario.
Gli ingredienti ci sono tutti: un settore che arranca, che a
causa della pressione sui prezzi ha margini esigui e non
produce utili, per usare un eufemismo visto che nel 2005 le
perdite del gruppo Memorie (MPG) in ST ha prodotto perdite
per 118 M$. E se è vero che nel 2006 MPG ha prodotto 34
M$ di reddito operativo a fronte di 2137 M$ di ricavi bisogna
anche notare che i ricavi distribuiti in base alla nuove
struttura organizzativa assegnano al nuovo Gruppo Memorie
Flash 1570 M$ mancano 567 M$ relativi alle attività che
sono state cedute ad altri gruppi, la tabella strategicamente
non ci dice quanto sarebbe stato il margine operativo di GMF
ma sono pronto a scommettere che quei 570 M$ hanno
prodotto il grosso di quei 34M$ di reddito operativo. Infine
sono stati concessi dal CIPE finanziamenti per 446 M€ per il
completamento di M6, finanziamenti per lo scorporo!! Non
chiedete in questi giorni ai lavoratori di Palermo se sono
preoccupati. Prevale un senso di schifo, insicurezza, paura.
R. GALLO (RSU FIOM ST Palermo)
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Tecnosistemi “Energy Systems”
Se non si interviene a Marzo il licenziamento
L’Amministrazione Straordinaria del gruppo TECNOSISTEMI
iniziata nel settembre 2003 con la sentenza del Tribunale di
Milano per insolvenza nei confronti dell’allora A.D. M. Mutti e’
oggi a un epilogo molto preoccupante per oltre 1000 lavoratori.
Infatti solo circa 300 dei 1800 lavoratori del gruppo sono stati
reinseriti attraverso la cessione a Sirti delle attivita’ di
installazioni, ma gli oltre 1000 lavoratori restati in procedura se
il Governo nazionale non interviene tempestivamente, si rischia
tra poco piu’ di un mese, l’espulsione definitiva dal mondo del
lavoro, 102 di questi lavoratori sono del ramo di azienda
“Energy Systems” di Carini.
La discutibile amministrazione commissariale, piuttosto che
gestire le attivita’ delle sei societa’ di TECNOSISTEMI
nell’ottica prima del risanamento del gruppo e successivamente
per attuarne le cessioni con la massima occupazione, ha deciso
invece la strada piu’ semplice, ma che avrebbe ridotto molto
presto le speranze per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Infatti occupandosi della gestione delle sole commesse in
essere e bloccando di fatto molte attivita’, ha inevitabilmente
favorito la perdita definitiva di molte commesse di clienti storici.
Tutto cio’ preannunciava delle serie ripercussioni sulla buona
riuscita nelle future cessioni e soprattutto sul futuro
occupazionale di molti lavoratori, cosi’ solo dopo tante proteste,
il 31 Marzo 2004, siamo stati finalmente ricevuti al MAP da un
rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In quell’incontro, il Governo Nazionale, aveva preso importanti
impegni, attraverso l’adozione di una serie di strumenti
incentivanti per la massima occupazione, uno tra tanti, la
commessa Ministeriale TETRA che doveva garantire la
massima copertura occupazionale nella cessione a SIRTI, e
altri strumenti per permettere politiche per il reimpiego, (come il
progetto PARI). Ma questi impegni o non sono stati in parte
rispettati o si sono rivelati inefficaci,
Per il ramo “Energy Suystems” di Carini, che era stata
annunciata la strada per una soluzione industriale, attraverso
una riconversione che i Commissari, il MAP e la Regione
Siciliana avevano indicato percorribile, con la ricerca di un
nuovo soggetto industriale e con la garanzia all’incentivo della
commessa Ministeriale TETRA per favorire l’occupazione.
Ma per i lavoratori Carinesi, dopo tante riunioni accompagnate,
per 90 di loro, da 2 lunghi anni di cassa integrazione, tra
altalenanti false soluzioni annunciate dalla Regione Sicilia mai
realizzate (come la costruzione di un nuovo digitale terrestre
interattivo), e l’ipotesi di un accordo di cessione imminente che
pero’ il MAP e i Commissari ci rinviavano ormai da mesi, nel
Gennaio del 2006, arriva la tanto attesa soluzione.
Con un contratto notarile tra i Commissari e un imprenditore di
Bari (un certo Ing. Perilli), con un piano industriale che avrebbe
dovuto mettere in salvo 85 dei 100 lavoratori di Carini, inizia
pero’ una nuova farsa che terra’ ancora sotto scacco i lavoratori
di Energy Systems. L’imprenditore firmato l’accordo, non si e’
piu’ visto, ne ha risposto ai molti solleciti per rispettare il piano
industriale, ne mai ha pagato un solo lavoratore e nemmeno ha
provveduto ai contratti di locazione per i far partire le attivita’.
Questa inverosimile storia solo dopo mesi di pressioni da parte
nostra e delle OO.SS. al MAP e ai Commissari, ma soprattutto
dopo 11 mesi di dramma per i 22 lavoratori rimasti senza
stipendio, si conclude con la rescissione dell’atto di vendita per
grave inadempienza dell’imprenditore, con il rientro in
procedura TECNOSISTEMI dei 22 malcapitati a partire dal 4
Novembre 2006.
E’ svanita cosi’, nel nulla, anche questa speranza di recupero
dell’occupazione per i lavoratori di Carini, e sulle possibili nuove
prospettive industriali di Carini, si e’ tornati a parlare ma solo
timidamente in sede Ministeriale, in seguito ad una nuova
manifestazione di interesse comunicataci sommariamente
nell’ultima riunione del 15 Gennaio. I lavoratori nell’attesa di
notizie concrete sull’andamento della trattativa, si auspicano
pero’ che stavolta ci sia un intervento concreto della
Presidenza del Consiglio e del Ministero per lo Sviluppo
Economico per dare una svolta positiva alla vertenza e
scongiurare ogni altra inutile sofferenza per i gia’ provati
lavoratori.
Ma sul bilancio negativo dell’intero gruppo, negli ultimi mesi,
si e’ tornati a fare appello gia’ due volte alla Presidenza del
Consiglio, ma senza risposta. Se non si interverra’ presto, per
oltre 1000 lavoratori del gruppo dal 21 Marzo 2007 si
potrebbe aprire definitivamente la porta del licenziamento.
Resta ancora un mese di tempo alle istituzioni preposte, per
far sperare di voler utilizzare qualche risorsa in piu’ di una
manciata di ammortizzatori sociali, spesso usati in passato
come anestetico per rinviare di qualche mese ancora il
terrore di licenziamento ma non quello della sofferenza.
M. Di Maria (RSU FIOM TECNOSISTEMI - PA)
ANSALDO BREDA
la ristrutturazione
e la sfida per restare sul mercato
L’Ansaldobreda, e’ un’azienda che realizza mezzi rotabili, fra
i suoi stabilimenti anche un sito a Palermo oltre che a Napoli,
Pistoia e Reggio Calabria. Questo stabilimento (storicamente
chiamato IMESI) oggi AB Carini, ha avuto un trascorso molto
tumultuoso dove si è rischiato la chiusura. La grande
ristrutturazione del 2004, durata quasi 2 anni con il
ridimensionamento delle arie produttive, ha tenuto l’IMESI
fuori dei cicli produttivi. Da recenti confronti con i vertici
aziendali le condizioni dovrebbero progressivamente
incrementare l’attuale incompleto stato di saturazione. Tutto
ciò favorito dal cospicuo portafoglio ordini, che nell’anno
appena terminato ha superato i due milioni e mezzo di ore
lavoro, che garantiranno almeno tre anni di lavoro per tutti e
quattro i siti. L’unico dato dolente e la condizione economica
che l’azienda sta attraversando, a causa del dissennato
vecchio vertice dirigente, che non ha saputo sfruttare l’ottima
situazione di commesse, ma che invece ha condotto l’intero
gruppo verso il fallimento. La Finmeccanica, l’ holding a cui
appartiene AB, quando si è resa conto della condotta
dequalificante di quella dirigenza l’ha radicalmente sostituita
dall’attuale che ha ereditato un conto economico disastroso.
Oggi la sfida che è stata illustrata recentemente, ci vede
impegnati nel dimostrare le grandi capacità che il sito
palermitano porta con se come bagaglio professionale, per
poter anche noi contribuire al risanamento e mantenimento di
questo colosso conosciuto a livello mondiale.
A.
BUCOLI (RSU FIOM AB Palermo)
SIRACUSA
Accordo su Integrativo
“Un’importante base per gli accordi futuri”
In data 28 dicembre, presso la sede di Confindustria, è stato
raggiunto l’accordo integrativo provinciale tra le sezioni
Metalmeccanici ed Installatori di Confindustria Siracusa e la
FIM, FIOM e UILM.
Uno degli obiettivi raggiunti è stato l’istituzione di un
Osservatorio Provinciale Paritetico, formato da tre
componenti delle aziende e da altrettanti membri sindacali,
con i compiti di monitorare l’andamento del settore
metalmeccanico, prevenire periodi di crisi e l’andamento
infortunistico. Oltre agli accordi su trasferte, trasporti,
presenza (dove sarà applicata a tutti la fascia più alta), altro
importante obiettivo raggiunto è stato l’aumento del premio
straordinario annuo, in cui un lavoratore di quinto livello, nel
2008, percepirà mille euro. Per quanto riguarda il precariato,
sarà l’Osservatorio Provinciale che si adopererà di verificare
la situazione occupazionale a tempo determinato con
l’obiettivo di arrivare ad un miglioramento dell’occupazione.
Per quanto mi riguarda, io penso che questo accordo non
costituisca una vittoria eclatante ma sicuramente un
importante base per gli accordi futuri.
L. Giorgi (RSU FIOM Siracusa)
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