Scheda: Definizione di "ALS" - Pubblica Assistenza Pianoro

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Scheda: Definizione di "ALS" - Pubblica Assistenza Pianoro
Pubblica Assistenza Pianoro – Via del Lavoro, 15 – 40065 – Pianoro
www.pubblicapianoro.it - Tel: 051.77.45.40
Scheda:
Definizione di "A.L.S."
Il supporto vitale avanzato o ALS (Advanced Life Support) è costituito dall'insieme
dei provvedimenti messi in atto da personale di soccorso organizzato e dotato di
specifiche competenze ed attrezzature.
Esso comprende l'impiego di strumenti e l'attuazione di procedure specifiche
(defibrillazione, intubazione orotracheale, somministrazione di farmaci) per ripristinare
e mantenere le funzioni vitali e, infine, per trasferire il paziente al centro ospedaliero
più idoneo per la patologia da trattare.
L'ALS comprende quindi:
1) gestione delle vie aeree;
2) accesso venoso periferico;
3) somministrazione di farmaci;
4) defibrillazione.
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Gestione vie aeree
Accesso venoso periferico
Somministrazione farmaci
Defibrillazione
La gestione delle vie aeree rappresenta una priorità nel trattamento del paziente.
Una buona valutazione della pervietà delle vie aeree costituisce il primo passo per assicurare
una efficace ventilazione ed ossigenazione al paziente.
La valutazione della pervietà delle vie aeree comprende:
- l'adeguatezza del respiro;
- la presenza di eventuali ostruzioni;
- l'identificazione di situazioni a rischio evolutivo.
L'adeguatezza del respiro viene valutata attraverso la misurazione della F.R., la profondità e lo
sforzo del respiro.
Fondamentale a questo proposito è l'esposizione del torace che consente di valutarne
l'escursione e la simmetria, oltre a movimenti di retrazione a livello degli spazi intercostali o
del giugulo, l'uso della muscolatura accessoria del respiro e, in caso di trauma, deformazioni,
contusioni, ferite penetranti, deviazione tracheale ed enfisema sottocutaneo.
La presenza di eventuali corpi estranei viene valutata attraverso l'ispezione del cavo orofaringelo, con l'ausilio di una fonte luminosa.
Protesi mobili vanno rimosse poichè rappresentano una potenziale complicanza nel
mantenimento della pervietà delle vie aeree.
Denti mobili, piercing alla bocca, alle guancie, al naso o alla lingua andrebbero rimossi poichè
potenzialmente a rischio di inalazione.
A seconda del livello professionale del soccorritore, la gestione delle vie aeree viene effettuata
con presidi diversi, ma i principi cardine di trattamento rimangono gli stessi:
- apertura delle vie aeree (iperestensione del capo e sollevamento del mento; sublussazione
della mandibola);
- posizionamento di una via aerea definitiva;
- aspirazione delle prime vie aeree e la broncoaspirazione. Nel soccorso di base gli unici presidi
utlizzati per mantenere la pervietà delle vie aeree sono la cannula orofaringea e la cannula
nasofaringea.
Quest'ultimo presidio non è in realtà utilizzato in Italia (per lo meno non dai soccorritori).
Entrambi questi presidi rappresentano solamente un aiuto nel mantenimento della pervietà
delle vie aeree, poichè richiedono il costante posizionamento del capo iperesteso o la
sublussazione della mandibola.
L'intubazione endotracheale rappresenta il gold-standard per il controllo delle vie aeree, in
Italia rimane a tutt'oggi di stretta competenza medica.
Se correttamente posizionato, il tubo endotracheale consente una efficacie ventilazione del
paziente, la broncoaspirazione e la possibilità di somministrare dei farmaci.
Esistono tubi di varie misure:- 7.0 e 8.0 per le donne adulte;- 7.5 e 8.5 per gli uomini adulti;2.0 per i neonati maturi fino a 10.0 per adulti molto alti.
Il posizionamento del tubo endotracheale viene effettuato con l'ausilio di un laringoscopio a
lama curva di Macintosh (se il paziente è un bachitipo o col collo corto), oppure a lama retta di
Miller (se il paziente è longitipo o col collo alto).
Esistono altri dispositivi per la gestione avanzata delle vie aeree, come la maschera laringea
(LMA) e il Combitube.
Tali dispositivi consentono un posizionamento relativamente più facile, senza l'uso del
laringoscopio, e vengono quindi utilizzati anche dagli infermieri dell'emergenza extraospedaliera.
Questi presidi presentano però delle limitazioni e non sono applicabili su tutti i pazienti.
La maschera laringea viene considerata un presidio sicuro, utile ed efficacie dalle linee guida
ALS.
E' disponibile in 8 misure, il suo uso è però limitato a soggetti con peso inferiore a 100 kg.
Il Combitube è un dispositivo costituito da un unico tubo bilume, blu e bianco.
Introdotto alla cieca il tubo preferenzialmente si posiziona in esofago, in tal caso la ventilazione
del paziente deve essere effettuata dal lume blu, mentre se si posiziona in trachea dal lume
bianco.
La scelta di quale lume utilizzare per la ventilazione viene effettuata in base al fatto che si
verifichi o meno distensione gastrica e alla valutazione dei rumori respiratori.
Solamente nel caso in cui non sia possibile assicurare una via aerea definitiva e il paziente non
sia ventilabile nemmeno in mashera, è possibile ricorrere a procedure chirurgiche come la
minitracheo o la cricotiroidotomia.
Mentre la prima tecnica utilizza dei kit preparati appositamente, la seconda si realizza
posizionando un agocannula 14G attraverso la membrana cricotiroidea, consentendo una
ventilazione del paziente per 20-30 minuti a causa del rischio di barotrauma.
L'aspirazione delle prime vie aeree rappresenta un altro elemento importante per mantenerne
la pervietà.
Si realizza con un sondino di aspirazione che viene introdotto nel cavo oro-faringeo per un
tratto corrispondente alla misura della cannula orofaringea.
E' importante ricordare che l'aspirazione deve essere effettuata per un tempo non superiore ai
15 secondi, in risalita per evitare di causare lesioni al cavo oro-faringelo. Per rimuovere le
secrezioni profonde è indicata invece la broncoaspirazione, che per le possibili complicanze è
riservata al personale sanitario.
La gestione degli Accessi Venosi Periferici (AVP) riveste nell'ambito delle cure
infermieristiche la stessa importanza di quelli centrali considerando che anche nell'impiego di
cateteri corti, inseriti in vene periferiche possono verificarsi delle complicanze "catetere
correlate".
Comunque tutte le persone che necessitano di un cateteterismo venoso sia esso periferico che
centrale, quindi a prescindere dalla gravità o intensività delle cure, devono avere risposte
qualificate al bisogno di salute, motivo per cui si rivolgono a strutture e ad operatori del
servizio sanitario.
I farmaci possono essere assunti dall'organismo in molti modi, hanno cioè varie vie di
somministrazione, ognuna delle quali risponde a caratteristiche particolari.
Le principali vie di somministrazione, indicate nei foglietti illustrativi che accompagnano le
confezioni di farmaci, sono la via orale: per bocca.
È il modo più semplice per assumere un farmaco se i suoi principi attivi, che devono essere
assorbiti dall'intestino, non vengono danneggiati dai succhi gastrici dello stomaco.
Queste medicine hanno la forma di compresse (polvere compressa), capsule (la polvere o il
liquido è contenuto in un involucro di gelatina), pillole (la polvere è mescolata con un liquido
ed avvolta in un involucro), o sciroppi (un liquido vischioso con acqua e zucchero).
Alcuni farmaci, come quelli omeopatici, devono essere sciolti sotto la lingua perché il principio
attivo è assorbito direttamente dalla mucosa della bocca la via topica: applicato sulla pelle o
sulle mucose (nel naso, negli occhi, altro) cosicché esso agisca direttamente sulla lesione
esterna o sia assorbito rapidamente dalla pelle, senza essere danneggiato dai succhi gastrici
dello stomaco.
A questo gruppo appartengono le lozioni (miscela d'acqua e oli), le tinture (liquido che contiene
alcool), le paste o le creme.
Si parla invece di colliri o di pomate oftalmiche se per gli occhi, di colluttori se per sciacqui o
gargarismi, di spray, aerosol o gocce se per via nasale.
La via parenterale:
le iniezioni intramuscolari o sottocutanee.
Queste sono utili se il medicinale non può essere preso per altre vie o se sono necessari rapidi
effetti o grandi quantità.
Il medicinale può essere in fiale già pronte per l'uso o da preparare sciogliendo la polvere,
contenuta in una bottiglia separata, in un liquido diluente per via rettale: attraverso l'ano.
Questo modo è scelto ad esempio in caso di vomito, che non consente l'assunzione di medicine
per bocca, o se il farmaco danneggia lo stomaco.
Nelle supposte il farmaco è mescolato con burro di cacao ed è assorbito dal retto, mentre nei
clisteri il farmaco è diluito con liquidi e raggiunge direttamente l'intestino cieco
Nell'85% dei casi l' Arresto Cardiaco è determinato da una grave aritmia, la fibrillazione
ventricolare (FV), che causa un completo sovvertimento dell'attività elettrica cardiaca, con
perdita della funzione di pompa ed assenza di circolo.
L'unico trattamento efficace è costituito dalla defibrillazione che consiste nel far attraversare il
cuore da un flusso di corrente continua in pochi millisecondi.
Il passaggio dell'energia determina una sorta di blocco di tutta la caotica attività cardiaca,
dando la possibilità al cuore di ristabilire la corretta sequenza dell'attivazione elettrica, con
ripresa del circolo.
I defibrillatori possono essere manuali (utilizzabili esclusivamente dai medici) o
semiautomatici.
Il Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE) Il DAE è un dispositivo semiautomatico
che guida l'operatore nella eventuale erogazione dello shock elettrico.
L'innovazione principale del DAE rispetto al defibrillatore manuale è costituita dal fatto che il
dispositivo solleva completamente il soccorritore dall'onere del riconoscimento del ritmo
cardiaco.
Una volta collegato al torace della vittima mediante una coppia dielettrodi adesivi, il DAE
analizza il ritmo e solo nel caso riconosca unritmo defibrillabile indica "shock consigliato",
carica il condensatore al valore di energia già preimpostato e ordina all'operatore di premere il
pulsante di shock.
Dal momento che l'operatore non deve porre l'indicazione allo shock ed in considerazione della
legge 120/2001, che consente l'utilizzo del DAE anche a personale non sanitario addestrato,
l'uso di tali dispositivi sta divenendo sempre più diffuso.
Nell'utilizzo del DAE è fondamentale il rispetto delle norme di sicurezza che devono essere
sempre osservate:
- durante le fasi di analisi ed erogazione dello shock nessuno, operatore compreso, deve
essere a contatto con il corpo della vittima.
Infatti, mentre in corso di analisi eventuali movimenti potrebbero interferire e ritardare l'analisi
stessa, durante la fase di shock il contatto con il paziente comporterebbe il passaggio di
corrente all'operatore e/o agli osservatori, con elevato rischio per la loro incolumità.