Centonove numero 11
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Centonove numero 11
Mariano Bruno Il centrosinistra trova l’accordo sull’avvocato Celona Ma Genovese preme per le consultazioni Francesco Celona centonove Messina, primarie a rischio Lipari, politica sprecona Falsi viaggi e spese per le amanti. Ecco i retroscena dell’inchiesta che scuote il Comune 10 PAG. ANNO XX N. 11 22 MARZO 2013 EURO 1,50 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) L’INCHIESTA FATTURE GONFIATE, SERVIZI SCADENTI E RAGGIRI PER OTTENERE PIU’ FONDI DALLA REGIONE. ECCO A CHI SERVE LA RIABILITAZIONE A MESSINA Riabilitati 18 PAG. il punto 22 MARZO 2013 centonove EDIT Verso Cipro Solo andata PUOʼ SUCCEDERE in Sicilia quello che si sta verificando a Cipro? In qualche modo, sì. Cipro è grande quanto la Sicilia e anche meno indebitata: la Sicilia ha un Pil di novanta miliardi lʼanno e, secondo le ultime stime, il buco di bilancio potrebbe, più che sfiorare ,“sforare” i venti miliardi. Cʼè una sola cosa che rassicura la Sicilia: le famiglie che hanno un conto corrente con più di ventimila euro sono sempre meno. La povertà galoppa. La disoccupazione giovanile è endemica. E a resistere alla crisi, è solo la classe parassitaria della burocrazia che stratifica tutto lʼapparato regionale. Sciogliere nove province per creare undici o più consorzi di Comuni, serve solo a fare il solletico. Perché lʼeconomia riparta in Sicilia bisogna riscrivere i fondamentali. Al primo posto cʼè la rottamazione di un apparato burocratico che va sostituito al 75% con pratiche di telematizzazione dei servizi: sparirebbero in un attimo i ritardi, le vessazioni, i favori barattati coi diritti. Poi lʼindustria che non cʼè, dalla petrolchimica in poi, andrebbe sostituita con una agricoltura moderma, che non ha bisiogno di mandare io suoi prodotti al Nord per “reimportarli” al Sud, con costi quadruplicati. Il resto dei servizi, in virtuosa cascata, come la cultura e il turismo, diventerebbero “primari” per importanza, alla semplice condizione che non dovrebbe più occuparsene il pubblico. Il mercato non è tiranno, se non viene “drogato” con precari e “fumus”. Oggi, sullʼorlo del precipizio come siamo, cʼè bisogno di meno politica drogata. Meno “mediazione”: nei sindacati, nelle banche, perfino nei Tribunali. Posti nei quali i diritti, non solo di cittadinanza, sono calpestati più volte al giorno. In Sicilia più che a Cipro. Beppe Grillo Grillo, emotività al potere Una salutare ribellione guidata da un uomo che non è mai sceso dal palcoscenico. Ecco come una grande occasione rischia di diventare un altro pericolo per il Paese DI DOMENICO BARRILÀ UNA LEGGENDA METROPOLITANA vuole che la semplice presenza del fisico Wolfgang Pauli nei paraggi di un laboratorio, condizionasse lʼesito degli esperimenti in corso. Verrebbe da dire che anche il M5S genera effetti del tutti simili, determinando modificazioni della realtà politica anche quando non fa accordi. La sua semplice presenza nelle istituzioni sta già dando luogo ad una serie di effetti collaterali, che potrebbero diventare ancora più potenti degli stessi effetti terapeutici. Lʼelezione di Laura Boldrini e di Piero Grasso alle presidenze delle camere è solo lʼinizio, dovremo abituarci a cambiamenti radicali, come dimostra la “rimozione” di Renato Schifani dalla poltrona che significava seconda carica dello Stato. Era nella logica delle cose che il senatore palermitano non potesse stare in quella posizione, lo sarebbe stato anche in passato, se quel centrodestra, che Beppe Grillo ed altri sacerdoti del tanto peggio tanto meglio assimilano in modo infantile al centrosinistra, avesse saputo distinguere tra gli interessi del suo proprietario e quelli del Paese. Il leader del M5S è una fucina di trovate ad effetto, deve fare colpo a tutti i costi, così invece di ragionamenti regala battute. A questo si aggiunga che il medesimo non sembra un campione di equilibrio, ragione per cui non è agevole fare previsioni sul domani, tantomeno sulle possibilità che nasca un governo. Un carattere particolarmente umorale, come quello del comico genovese, non offre punti di riferimento, dipende da come si sveglia la mattina, quindi potremmo trovarci di fronte ad una rivoluzione radicale oppure ad una delle più grandi disillusioni degli ultimi anni. Potremmo avere un governo che tira a nuovo lʼItalia oppure una riedizione dei peggiori incubi che la politica nazionale ci regala a piene mani. Tifiamo per le opzioni più ottimistiche, ma cʼè il limite costituito dalla testa di Beppe Grillo, un collo di imbuto da cui deve obbligatoriamente passare lʼintera ricchezza del Movimento, Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile rimanendo impigliata nel reticolo di neuroni del capo, nelle balze della sua spiccata emotività. Eʼ questa oggi lʼincognita che abbiamo di fronte, una salutare ribellione al sistema partitico di proporzioni mai viste, guidata da un uomo che non è ancora sceso dal palcoscenico e che, come nelle migliori tradizioni, vede fantasmi dappertutto, sospetta persino del giardiniere, tradendosi con uscite infelici, sproloquiando di tradimento con coloro che, giustamente, volevano fermare la riconferma di Renato Schifani alla guida del Senato. Il termine “tradimento” non è casuale, e racconta piuttosto bene il fosco paesaggio interiore della guida dei 5S. Lo dico pure ritenendo comprensibile che il M5S voglia scavare un fossato intorno a sé e ai suoi giovani eletti, eliminando interferenze e fattori di confusione, in queste giornate frizzanti e piene di novità inattese. Risulta però inquietante la misura e lo stile del controllo imposto dallʼalto, rammenta certi rituali fobico-ossessivi tipici di persone molto insicure, che perdono metà del loro tempo a controllare se la lampadina del bagno è rimasta accesa. Le proporzioni del successo non erano attese e dunque, insieme allʼentusiasmo, ora dimorano allʼinterno del Movimento ansie di ogni genere, compresa quella di essere scippati della propria purezza, ma se tale timore di contaminazione diventasse un chiodo fisso, una risposta automatica e fine a se stessa, tutto scadrebbe in caricatura. Il principio di non contaminazione può essere utile se si vuole creare un senso di identità, se si desidera costruire lʼimmagine epica del “noi contro tutti”, che aiuta a trovare motivazioni e forza, ma purtroppo ricorda cose già viste e finite sempre male. P.S. Qualcuno informi Beppe Grillo e i suoi capigruppo di Camera e Senato che hanno chiesto a Napolitano lʼincarico per M5S, che anche le schede bianche e il restante 75 per cento si chiamano volontà popolare. Purtroppo siamo sempre più vicini ad una evoluzione psichiatrica della crisi. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. 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Allʼorigine della decisione, lo scarso “peso” dellʼUdc nella sua possibile corsa a sindaco di Messina che potrebbe essere sostituita con una new entry nel governo regionale. 6/7 POLITICA Province, futuro incerto LʼArs le abolisce, ma consorzi e aree metropolitane sono solo parole A PAGINA Paralisi? Tutte le verità 8 TRIBUTI Alla Regione si cambiano i vertici e si innovano le politiche economiche Il modello di Rosario Lo Monaco con Monica Bellucci A PAGINA Sindaco senza primarie 9 Industriali, professionisti e sindacati bocciano le consultazioni del 7 aprile A PAGINA C’eravamo tanto amati 10/11 Scintille tra il ragioniere generale ed il commissario straordinario del Comune di Messina I collezionisti di rimborsi United colors of musica Lʼex sindaco di Lipari avrebbe intascato indebitamente migliaia di euro per viaggi istituzionali Eʼ messinese lʼunica Orchestra multietnica al mondo che suona senza il “classico” spartito A PAGINA 34 A PAGINA L’estorsione? Mai Amata 18 Lʼimprenditore che ha denunciato il racket A PAGINA 19 12 Arriva da Trapani la grande esposizione sullʼantica arte A PAGINA Rosario, u modellu 20/21 Scoperto da Dolce & Gabbana è protagonista di una campagna internazionale A PAGINA 23 ECONOMIA Esportazione double face Lo studio dellʼIstat sulle esportazioni delle aziende regionali allʼestero A PAGINA PAG. 16 A PAGINA A SantʼAgata Militello, il senatore avrebbe incontrato il “nemico” Mario Vicari dellʼUdc. Obiettivo? Siglare la desistenza A PAGINA 13 Corrusione fuori dal Comune 25 Raffineria di legalità 4/5 24 24 28 28 28 32 36/37 36 36 36 38/39 38 38 38 38 38 38 Settegiorni Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Nomine Consumatori Notizie dai Consulenti del Lavoro La Classifica/Lacerti di Letture Weekend Musica NuoveVisioni De Gustibus Lettere & Commenti Messina Drastica/Heritage Ecologia e Ambiente Eliodoro 150 Parole da Palermo Antibuddaci Animal House 26 La Ram firma un protocollo in prefettura impegnandosi a verificare la condotta dei propri fornitori A PAGINA 14 27 Morire di debiti Intini accompagna il lettore in cento anni di storia del Paese A PAGINA Giampilieri, 15 alla sbarra 15 Arriva a dibattimento lʼinchiesta sulla tragedia del primo ottobre 2009 A PAGINA A PAGINA 32 Il piccolo Gesù secondo Matteo Nicolosi spiega “Il falegname Yussuf e suo figlio Yeshua” 16/17 MESSINA Cassa di risparmio Selezionato acquirente MESSINA. Dopo la valutazione delle 2 ultime offerte, Unicredit ha dato il via libera alla cessione dellʼedificio storico della Cassa di Risparmio di via Garibaldi a Messina. A rendere difficile lʼoperazione di vendita il vincolo di pregio storico-artistico. UNIVERSITA’ Tasse, la stangata è in arrivo Ance, spodestato Salvatore Arcovito Avanti, l’Italia fresca di stampa Il suicidio di un imprenditore messinese è lʼultimo di una lunga scia MESSINA. Dopo il presidente Benedetta Cannata, lascia il vice. Giovanni Foti, già sindaco di SantʼAlessio Siculo, ha rassegnato le dimissioni da vicepresidente di Riscossione spa. La decisione di Foti, eletto in quota Mpa, è maturata dopo dopo 2 incontri interlocutori con il presidente Crocetta e lʼassessore allʼeconomia Bianchi. COSTRUTTORI Icone, finalmente Al Museo di Messina la mostra più importante dopo quella di Antonello promossa da Pugliatti A PAGINA 30/31 SICILIA Riscossione Spa Si dimette Foti MESSINA. Il rettore Tomasello ha nominato la commissione che dovrà rivedere il sistema di tassazione. La guida Gustavo Barresi, economista. La mission? Aumentare le entrate di almeno il 10%. POSTER La Prefettura di Messina costituisce un gruppo di lavoro per la prevenzione negli enti provinciali A PAGINA Guerra per la Falce Il tribunale di Messina sentenzia: titolarità delle aree allʼAutorità portale Mancuso e il patto segreto 35 RUBRICHE A Bordonaro, due formelle raffiguranti il giornalista ucciso dalla mafia A PAGINA Salvatore Cocina Corallo for ever Impastato... arte A PAGINA PAG.23 A PAGINA 33 pagina 3 Icona che sarà in mostra a Messina PAG.30 MESSINA. Confindustria ha annullato lʼelezione del nuovo direttivo dellʼAnce presieduto da Salvatore Arcovito. Il collegio dei probiviri ha accolto il ricorso dellʼimprenditore Pippo Ricciardello, assistito da Maurizio Ballistreri. Le nuove elezioni entro il 30 aprile. 22 MARZO 2013 7giorni centonove SOCIETA’ CHI SALE Una rotatoria per le “Vittime della mafia” L Salvatore Coppolino MESSINA. La rotatoria di viale Giostra, a Messina, esce dallʼanonimato per diventare simbolo di legalità. Giovedì 21, infatti, è stata intitolata alle “Vittime e martiri della Mafia”. Il prossimo passaggio sarà la realizzazione di un monumento da scegliere attraverso un concorso di idee. Gli elaborati dovranno essere consegnati entro le ore 17,30 del 30 aprile alla segretaria della presidenza del Consiglio comunale. BARCELLONA. «Lʼabolizione delle Province? Una stronzata». Ha risposto così il consigliere provinciale durante una videointervista a palazzo dei leoni. Non cʼè stato un applauso tra i colleghi che fino a quel momento avevano risposti cauti, ma si respirava il clima fantozziano stile “corazzata Potemkin”. Poste private, sequestrate 72 agenzie MESSINA. 72 agenzie di poste private in tutta Italia sono state sequestrate nell'operazione 'Lost pay' della Gdf, coordinata dalla Procura di Palermo. Si trovano nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L'Aquila. Sequestrati 180 conti correnti. L'indagine parte da denunce di cittadini che si sono visti sospendere la fornitura di luce, gas e telefono per il mancato pagamento di bollette. L Renato Accorinti MESSINA. Il candidato a sindaco di Messina a chi gli ha rimproverato di aver diffuso volantini elettorali in cui campeggia la sua foto con in mano un megafono, simbolo del movimento di Crocetta, ha sbottato: «Se parlano ancora li denuncio. Quando mai questi hanno preso un megafono in mano”. L Angelo Attaguile ROMA. La Lega Nord per riuscire a formare il gruppo alla Camera, dove accorrono almeno 20 deputati, ha chiesto aiuto al deputato Mpa di Catania, eletto nella circoscrizione Campania2. Il deputato Mpa di Raffaele Lombardo, ruota di scorta, così fa ripartire il Carroccio. L Mario Centorrino MESSINA. Il docente di Politica Economica nella Facoltà di Scienze Politiche dellʼUniversità di Messina, è “professore emerito”. Il titolo gli è stato conferito dal ministro Profumo. Conseguita la nomina ad ordinario nel 1975, Centorrino è stato Preside della Facoltà di Scienze Politiche dellʼUniversità di Messina dal 1985 al 1991 e Pro Rettore nella stessa Università dal 2004 al 2007. L Liliana Maniscalco PALERMO. Trentotto anni, impiegata in una società di servizi, è la nuova responsabile regionale per la Sicilia di Amnesty International. Maniscalco ha ricoperto diversi incarichi a livello nazionale. In occasione del primo consiglio regionale si completeranno le nomine del gruppo dirigente dell'associazione. Protesta alla prima (foto Giliberto) Azione disciplinare contro pm Di Matteo MESSINA. IL VITTORIO EMANUELE SPERA NEL GOVERNATORE Teatro, waiting for Crocetta MESSINA. Un commissario in arrivo, un presidente che dovrebbe restare, un soprintendente ancora in sella e un consiglio di amministrazione diviso tra chi vuole dimettersi e chi, invece corre ai ripari cambiando parte politica. Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina ha gli occhi puntati sul presidente della Regione Rosario Crocetta, lʼunico che potrebbe risolvere le grane finanziarie, e non solo. Fra stipendi in arretrato e decurtazione dei fondi, cʼè infatti chi spera che il governatore possa dare vita a una nuova rivoluzione. Una rivoluzione che passa innanzi tutto dalla stabilizzazione e valorizzazione dellʼorchestra, garantita dal papabile commissario Laura Pulejo (anche se altre fonti dicono che la poltrona sembra destinata a un funzionario regionale messinese) durante la campagna elettorale per le politiche. Allo stato attuale, in sede di predisposizione del bilancio, la Regione avrebbe assegnato allʼEnte solo quattro milioni di euro, al di sotto del minimo per garantire le spese di ordinaria amministrazione. Una cifra che, secondo il consiglio di amministrazione, conferma le previsioni e le paure del maggio scorso. I consiglieri hanno anche inviato una lettera al governatore chiedendo di sbloccare la situazione. La conclusione di tutta questa situazione è stato uno sciopero che ha determinato lo stop alla prima di “Rigoletto”, opera lirica che doveva andare in scena come recupero della stagione precedente, sospesa a giugno. Quella del Teatro è anche, e soprattutto, una battaglia politica. Recentemente, il deputato del Pd, Franco Rinaldi, ha rinnovato la «richiesta di commissariamento dell'Ente autonomo regionale per tentare di arginare quello che ai più appare come un inevitabile tracollo e per dare un segnale forte a una città». Ma cʼè un problema: Crocetta potrà agire solo ai “danni” dei soli componenti del consiglio di amministrazione, perché il presidente, Luciano Ordile, è in quota allʼalleato Udc. E anche nel cda cʼè chi ha cambiato casacca, come Carmelo Ietto, ora Pd. PALERMO. Il pg della Cassazione ha promosso l'azione disciplinare nei confronti del pm di Palermo Nino Di Matteo e, per una violazione minore, del procuratore del capoluogo Francesco Messineo. A Di Matteo si contesta l'avere ''ammesso l'esistenza delle telefonate tra l'ex ministro dell'Interno Mancino e il capo dello Stato'' in relazione all'inchiesta sulla trattativa Statomafia. Al procuratore, invece, si contesta di non avere segnalato le violazioni commesse da Di Matteo. Asp, nasce il primo eco-asilo aziendale PALERMO. Si inaugura il primo asilo nido aziendale all'interno di una Asp siciliana. Una struttura innovativa, sul modello degli asili nido svedesi, che ha anche un alto significato simbolico perché nasce nel complesso di via La Loggia, sede in passato dell'ex ospedale psichiatrico di Palermo. L'asilo, creato dalla coop Solidarietà, nasce anche grazie al co-finanziamento dell'assessorato regionale alla Famiglia. EX SACELIT 113esima vittima, il ricordo di Nania MILAZZO. Morto un altro ex dipendente della ex Sacelit di San Filippo del Mela. Fra i 220 dipendenti della ex società, che produceva eternit a base di amianto, questa è la 113 vittima. Giorgio, 73 anni, ha lavorato come impiegato contabile per quasi 30 anni e, nel 2006 gli era stata riconosciuta la malattia da parte dell'Inail. L'uomo è morto per asbestosi pleurica con placche pleuriche -mesotelioma pleurico. Nania ricorda come il suo ex collega di lavoro, negli ultimi tempi, "era raccapricciato, deluso, amareggiato nel dovere constatare l'egoismo, la scarsa sensibilità, la mancanza di solidarietà, di umanità, di serietà da parte dei responsabili delle Istituzioni e dei politici che dovevano tutelare l'integrità fisica e psicofisica dei lavoratori. "Mi diceva spesso: Salvatore stiamo portando avanti una battaglia contro i mulini a vento". REGIONE. FONDI “SPARITI”, SCOPPIA IL CASO IN COMMISSIONE BILANCIO ALL’ARS, VIA ALLE VERIFICHE Formazione, giallo su Avviso 20 PALERMO. E' giallo sui fondi per l'Avviso 20, il mega bando da oltre 800 milioni di euro per la formazione professionale in Sicilia. Il piano è triennale, ma mancherebbe la copertura finanziaria per i prossimi due anni, si parla di almeno 400 mln di euro "spariti". Il caso è esploso durante i lavori della commissione Bilancio dell'Ars, tra l'imbarazzo dei deputati. Incalzata da alcuni parlamentari, il dirigente del dipartimento formazione, Anna Rosa Corsello, avrebbe ammesso che c'é un problema di risorse. Dove sono finiti i soldi? L'assessore Nelli Scilabra avrebbe spiegato di avere riscontrato problemi durante la verifica sulla documentazione relativa all'Avviso 20, anche se l'intera programmazione riguarda il governo precedente, quello Lombardo. Assessore all'epoca era Mario Centorrino. La commissione ha chiesto al governo di fare chiarezza. L'ipotesi è che le risorse siano state pagina 4 stornate su altri programmi dell'assessorato. Ma su questo i commissari hanno sollecitato il dipartimento a mettere tutte le carte a disposizione. C'é chi ha già avanzato la proposta di una commissione d'indagine e chi punta all'azione giudiziaria. Probabile che vanga ascoltato l'ex dirigente del dipartimento, Ludovico Albert, scaricato dal governatore Rosario Crocetta nei mesi scorsi. La commissione ha dato due settimane di tempo al governo per rispondere agli interrogativi. IDi mezzo ci sono centinaia di enti di formazione e oltre 8.000 persone coinvolte. centonove 7giorni 22 MARZO 2013 PALERMO Carcere minorile A scuola di surf Il sindaco Salvatore Bucolo con il direttore dei giardini vaticani Luciano Cecche MAZARRA’ S. ANDREA. L’AMMINISTRAZIONE DONERÀ ALBERI DI ULIVO ALLA SANTA SEDE Un bonsai per Papa Francesco MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. Anche i bonsai di ulivo saranno donati alla Santa Sede. Dopo gli alberi di agrumi, che oggi ornano i Giardini Vaticani, il sindaco Salvatore Bucolo nei prossimi giorni donerà dei bonsai di ulivo al Santo Padre per gli uffici del Governatorato. Si tratta di un ulteriore iniziativa del sindaco della “Città dei Vivai” che già nei giorni scorsi aveva donato alla Santa Sede dodici piante di agrumi e un albero di arancio. Questi, infatti, rientrano tra ultimi doni che Papa Benedetto XVI ha ricevuto prima di lasciare il Vaticano. Gli alberi di agrumi che il primo cittadino ha consegnato al Segretario del Governatorato dello Stato Pontificio, Mons. Giuseppe Sciacca, di origini catanesi, oggi ornano il viale che dai Giardini Vaticani, porta alla sede della Radio Vaticana, mentre il grande arancio è stato interrato nel Viale degli Ulivi, accanto all'ulivo secolare donato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu al Papa "in segno di profonda amicizia". Così facendo Bucolo, cerca di portare avanti il suo programma di attività allo scopo di ridare dignità al un paese che per troppo tempo è stato al centro della cronaca con notizie di mafia e malaffare. Fra le varie iniziative, il sindaco preannuncia di «organizzare una gita per gli anziani nella capitale per salutare il nuovo Papa Francesco I, donare i bonsai di ulivo al Santo Padre e, nel contempo, visitare i giardini Vaticani dove i mazzarresi avranno modo di vedere la preziosa pianta di agrume donata dal Comune alla Santa Sede». Pamela Arena PALERMO. Ha preso il via il progetto sperimentale "Mana Project", un programma di inclusione sociale incentrato sulla "Surf therapy" per cinque giovani ex detenuti del carcere Malaspina a Palermo tra i 14 e i 21 anni in situazioni di disagio sociale quindi a rischio devianza. L'iniziativa è promossa dall'associazione sportiva "Isola Surf" di Danilo La Mantia, istruttore e presidente dell'associazione, dall'architetto Paolo Pavone che ha redatto il progetto e con il coordinamento dello psicologo Martino Lo Cascio. Il percorso durerà due mesi e coinvolgerà i ragazzi, in attività due volte a settimana. Il progetto è stato varato senza l'ausilio di finanziamenti pubblici ma grazie all'impegno dei volontari che compongono lo staff di "Isola Surf" e delle attrezzature (tavole, mute da surf) che la scuola metterà a disposizione. Il programma prevede attività propedeutiche, presso la struttura carceraria, che introducono alla disciplina surf e verrà svolto in otto incontri nel litorale di Isola delle Femmine al lido "Miramare". Previste anche attività di sensibilizzazione allʼambiente. PALERMO. LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 22 GIUGNO ROSA E NERO Gay Pride, Cucinotta testimonial E’ morta Antonina Bertino, Serro in lutto PALERMO. Quarantacinque anni, da tempo più produttrice che attrice, Maria Grazia Cucinotta (nella foto) ha nuovamente prestato il proprio volto alla causa omosessuale. La splendida e giunonica attrice messinese sarà infatti la madrina ufficiale del Palermo Pride 2013, che si terrà il prossimo 22 giugno. Pochi giorni fa al fianco del sindaco di Palermo Leoluca Orlando nella conferenza stampa della manifestazione, la Cucinotta ha voluto prendere parola per motivare i perché della sua partecipazione, orgogliosa e voluta tanto dalle associazioni quanto da lei stessa. "Ho vissuto dieci anni negli Stati Uniti e i miei migliori amici gay erano papà e mamme fantastiche. Un figlio lo ami se sei gay o non sei gay, e questo non condiziona nulla". Parole sincere quelle dell'attrice, sposata dal 1995 con Giulio Violati, madre di Giulia e nel 2009 produttrice del film Viola di Mare, diretto da Donatella Maiorca e basato sul romanzo Minchia di re di Giacomo Pilati. Una pellicola ambientata nella Sicilia dell'Ottocento, con protagoniste Angela e Sara, interpretate da Valeria Solarino ed Isabella Ragonese, a suo tempo innamorate e vere e proprie pietre dello scandalo. Tre anni dopo aver trasformato in 'cinema' quell'incredibile storia vera, Maria Grazia torna così a vestire i panni di 'madrina' degli omosessuali nostrani, grazie al Pride più a sud d'Italia e d'Europa. Tra le altre testimonial - Titti De Simone, dell'organizzazione - ci sono anche la top model palermitana Eva Riccobono e l'attrice Isabella Ragonese. VILLAFRANCA TIRRENA. Un fila di auto lunga due chilometri e la Chiesa della Candelora gremita come non mai. Serro ha dato cosi l-ultimo saluto a Antonina Bertino, 90 anni, mamma di Placido, Pina, Mimmo, Nino e Graziella La Rosa. Al marito Giuseppe, ai figli e a tutti nipoti le condoglianze di Enzo Basso, della moglie Daria Bruno e delle figlie Giulia e Paola. Piraino, si è laureata Caterina Scaffidi PIRAINO. La nostra collaboratrice Caterina Scaffidi si è laureata con 110 e lode alla Facoltà di Scienze della formazione in “Comunicazione pubblica impresa istituzionale” (relatrice la prof. Alessandra Ziino). Caterina ha presentato una tesi dal titolo: “Punti di svolta donne di ndrangheda e collaborazione con la giustizia. Il caso di Giuseppina Pesce”. Auguri da tutta la redazione di Centonove. Tusa, Psi e Crocetta ricordano Battaglia TUSA. Domenica 24 marzo a Tusa, alle ore 16,30 presso lʼOratorio del Santissimo Sacramento in piazza Giuseppe Mazzini, si terrà una manifestazione regionale in ricordo di Carmelo Battaglia, sindacalista socialista ed assessore comunale tusano, ucciso da Cosa nostra quarantasette anni fa, ultima vittima della lunga serie di martiri socialisti assassinati dalla mafia. Presiederà lʼiniziativa Antonio Matasso, componente della direzione nazionale del Psi, con i saluti di apertura del sindaco di Tusa Angelo Tudisca e di Angela Battaglia, figlia del capolega socialista. Parteciperà anche il presidente della Regione Rosario Crocetta. pagina 5 CHI SCENDE M Franco Tomasello MESSINA. Il rettore, reduce da una condanna per tentata concussione e abuso dʼufficio, ha convocato il Cda e e il Senato che presiederà nelle giornate di venerdì e sabato 22 e 23 marzo. Allʼordine del giorno la nomina del responsabile della prevenzione della corruzione. M Filippo Panarello MESSINA. Passare dalla parte degli “avversari” delle primarie nazionali non porta fortuna al deputato regionale del Pd. Panarello, infatti, aveva deciso di votare insieme ai renziani contro un documento poi approvato dalla direzione: “Vidisti? Mi misi cu tia una volta sola e mi ha fatto perdere per la prima volta in vita mia una votazione!”, ha detto a un alleato. M Pippo Capurro MESSINA. Dimentico del suo clamoroso passaggio al centrosinistra (rientrato dopo anni), il capogruppo del Pdl al Comune di Messina prende in giro i colleghi incoerenti. Riferendosi agli uscenti pronti a cambiare schieramento, ha mimato il gesto della cavallina in pieno “transatlantico”, saltando di qua e di là su una e sull'altra gamba. M Raffaele Verso MESSINA. Risulta vano il suo tentativo di smettere di fumare con la sigaretta elettronica. Dopo qualche settimana di vapore acqueo, il consigliere del Pd della V circoscrizione è stato avvistato con la classica “bionda” fra le mani. Amaro il suo commento «Mannaia, ho perso i soldi della sigaretta finta, vaja!». M Ciro Famulari MESSINA. Il primario di Chirurgia sotto inchiesta per aver fatto operare per anni un medico abusivo ha accettato lʼincarico di far parte della commissione che deve riorganizzare lʼazienda universitaria. Con lui Michele Boemi, Giuseppe Altavilla, Ninni Artemisia e Carmelo Salpietro. primopiano 22 MARZO 2013 INCHIESTA. Fatture gonfiate ed assenza di controlli Truffa in Riabilitazione Ecco come le prestazioni sanitaria a Messina e provincia sono diventate un business per Onlus e cooperative DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Dovrebbero avere una durata di almeno 40 minuti, essere condotte da un equipe di sanitari (fisioterapisti, psicologi, logopedisti, assistenti sociali) e riguardare pazienti recuperabili sotto il profilo funzionale e sociale: solo a queste condizioni ognuna di esse può essere fatturata al Servizio sanitario 60 euro. Invece, come emerge dalle denunce degli utenti e dalla testimonianze degli addetti ai lavori, i trattamenti di riabilitazione spesso durano molto di meno e, soprattutto, prescrizioni terapeutiche alla mano, vengono condotti nel 35% dei casi a favore di anziani ultrasessantacinquenni senza possibilità di recupero, da un solo operatore che agisce in solitudine, effettuando di fatto prestazioni che secondo il tariffario dovrebbero essere remunerate poco più di 20 euro. Se si vuole capire perchè a Messina e in tutta la Sicilia la riabilitazione, quella assicurata dallʼarticolo 26 dalla legge del 1978 che ha istituito il Servizio sanitario nazionale, è un boccone prelibato su cui hanno messo le mani cooperative sociali ed Onlus (e soprattutto chi le gestisce) convenzionate con le aziende sanitarie, basta guardare a come le prestazioni vengono effettuate e rendicontate, in assenza totale di controlli. E, incrociare il dato con lo stipendio che spetta ad ogni operatore: 2mila euro lorde al mese, un terzo di quanto ciascuno di loro produce per gli enti, senza fine di lucro, per cui lavora. “Quello che rimane dove va?”, si chiede una funzionaria dellʼAsp 5. Non è un caso, così, se lavorando in questo settore, che in tutta la provincia distribuisce 6 milioni di euro allʼanno, lʼAias di Milazzo, ha per stessa ammissione dellʼex presidente Luigi La Rosa potuto pagare negli anni milioni di euro di tangenti; mentre la coop Teseos, presieduta da Grazia Romano, è divenuta importante azionista di un gruppo imprenditoriale, riferibile alla stessa Romano, che a un certo punto è diventato titolare di case di cura private e centri di cura. E, infine, non è un caso se per consentire di accreditare la Dismed di Filippo Livio, ex presidente del Consiglio comunale di Messina, lʼArs ha approvato una leggina ad hoc. RITORNO AL PASSATO. Manlio Magistri, nel 2006, da direttore sanitario dellʼAsp 5, aveva impartito una direttiva per impedire quello che è un vero saccheggio delle casse pubbliche: «La riabilitazione ex articolo 26 (quelle remunerata a 60 euro) va fatta in equipe, a favore di pazienti che hanno un margine di recupero. I medici controllino come i trattamenti multidisciplinari vengono effettuati». Destinatario della direttiva Giuseppe Quattrocchi, direttore del Dipartimento di Riabilitazione, il responsabile cioè dei medici che prescrivono i trattamenti terapeutici e verificano i progressi dei Manlio Magistri centonove pazienti. Sei anni dopo, quando si è insediato da Commissario, (tra il 2006 e il 2009 è stato comunque direttore sanitario allʼAsp), ha scoperto che le cose non erano affatto cambiate. Ha preso carta e penna. E, tanto per iniziare, ha tagliato dalla riabilitazione (ex articolo 26) tutti gli over 65, in maniera indiscriminata: in tutto 2mila dei 6mila utenti. «Questi pazienti sono stati presi in carico dallʼassistenza domiciliare integrata nellʼambito della quale fanno comunque fisioterapia, che costa molto di meno», sottolinea Magistri. Il manager martedì 19 marzo ha ricevuto nella sede di via La Farina la visita di Giuseppe Quattrocchi. Considerato dallʼex direttore generale Salvatore Giuffrida “la causa di tutti i mali della riabilitazione a Messina”, da 2 anni era “in esilio” a Villa delle Ginestre, a Palermo: «Manlio, torno a Messina», gli ha annunciato il medico barcellonese, nuovamente alla guida del dipartimento di Riabilitazione. LUNGHE ATTESE. Mentre 2mila anziani usufruivano, “inappropriatamente”, per usare le parole del manager, di trattamenti riabilitativi, 570 pazienti, che invece ne avrebbero diritto, sono da mesi in lista dʼattesa. «Eʼ bastato un rapido controllo, a a partire dal modo generico in cui le prescrizioni vengono confezionate per capire che facilmente Onlus e cooperative possono aggirare la regola della multidisciplinarietà del trattamento anche perchè nessun sanitario poi va a casa del paziente per capire, se, chi e come è stato effettuato il trattamento», dice Magistri. «Sono progetti fotocopia che non tengono conto delle reali necessità dei pazienti», attacca Grazia Romano. TESTIMONIANZE. «Dal 2002 ho lavoratoro in ambulatorio e a domicilio. Ma mai ho lavorato in equipe. Mi viene dato un foglio con il progetto riabilitativo ex articolo Filippo Livio IL CASO Aias, “tangenti ai vertici” Al palo le indagini del commercialista La Rosa su Francesco Lo Trovato. L’appello della moglie Francesco Lo Trovato MESSINA. Ha ammesso di essere stato costretto a pagare esponenti della mafia. Che sono stati anche per questo condannati in primo grado. Ha anche raccontato di avere dovuto pagare uomini politici di primo piano, compreso lʼallora assessore regionale alla Sanità, Sebastiano Tatà Sanzarello. Che è finito sotto processo. Agli inquirenti ha pure rivelato il sistema Aias, puntando lʼindice contro il presidente regionale e nazionale dellʼente di assistenza agli spastici, Francesco Lo Trovato. Luigi La Rosa, lʼex presidente dellʼAias di Barcellona, 100 dipendenti e un budget di 4 milioni di euro, dopo essere stato esautorato dai vertici dellʼente di riabilitazione con lʼaccusa di aver sottratto un milione di euro, ha riempito pagine e pagi- pagina 6 ne di verbali di interrogatorio. Da 35 anni capo dell’Aias regionale, da 20 della struttura nazionale, l’ingegnere Lo Trovato, 80 anni, candidato non eletto nella Lista “Per Musumeci presidente” nel collegio di Trapani nelle ultime elezioni regionali, è stato accusato dal commercialista barcellonese di avere intascato tangenti attraverso un collaudato sistema che tiene sotto scacco le varie sezioni dell’Aias e i rispettivi presidenti e impone software (delle società di famiglia) e consulenti inutili pagati migliaia di euro. La sorte di chi non si sottomette? «Ispezioni ad orologeria e commissariamenti che portano le Aias locali nelle mani del presidentissimo, o di chi lo garantisce sul territorio, come è accaduto all’Aias di Barcellona nel 2009», ha spiegato La Rosa, alla vigilia dellʼestate del 2010, agli inquirenti, fornendo i dettagli delle accuse. Il 20 marzo del 2012 la moglie, Amalia Scilipoti, con ua pubblica lettera ha accusato: «Mio marito ha messo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari. Le indagini su Lo Trovato e i colletti bianchi non vanno avanti e lo Stato invece di proteggere mio marito lo vessa condannandolo per evasione contributiva e fiscale». (M.S.) centonove primopiano 22 MARZO 2013 IL CASO. Grazia Romano in pole position per acquistare la società mista Ssr, il sogno segreto Luigi La Rosa 26, su cui cʼè il nome cognome del paziente, lʼindirizzo, e la diagnosi. Vado da a casa del paziente e faccio unicamente la prestazione di fisioterapia, ciò che so fare», racconta una delle fisioterapiste della Teseos, coop socia di minoranza. Alfonso Augugliaro, uno dei medici del Dipartimento di Riabilitazione, ammette: «Molti pazienti si lamentano che il personale che va a casa si trattiene molto meno di quanto dovrebbe. Lo segnaliamo alle cooperative ma non accade nulla». MUCCHE DA MUNGERE. Ma perchè il personale delle coop è sbrigativo? Eʼ una questione di pigrizia o i motivi dipendono dal fatto che più prestazioni un operatore effettua e più porta nelle casse della coop o dellʼOnlus? Una possibile risposta la si può rintracciare in una nota perentoria che Grazia Romano ha inviato ai dipendenti della Teseos Srl agli inizi del 2008: «Dovete fare almeno 7 prestazioni al giorno», ha ordinato. «Fatti due conti, poichè una prestazione dovrebbe durare tra i 40 e i 60 minuti; considerato che per le visite domiciliari cʼè da andare, superando il traffico cittadino, da una casa ad unʼaltra, e che per contratto un operatore deve lavorare 7 ore al giorno per 5 giorni, è matematicamente e umanamente impossibile riuscire a rispettare la legge e il contratto», spiega unʼaltra fisioterapista sempre della Teseos. Grazia Romano, precisa: «I nostri terapisti comunque effettuano 103 prestazioni domiciliari e 123 ambulatoriali al mese, seguendo la stessa media degli altri enti di riabilitazione». I conti dellʼavvocato prestato al mondo della solidarietà però non tornano: Teseos infatti ha un budget di 105mila prestazioni allʼanno e 59 fisioterapisti. Il risultato? Per totalizzare la massima remunerazione ciascun terapista deve effettuare 160 terapie al mese, 8 al giorno, una in meno di quanti ne aveva ordinato, come misura minima, 5 anni fa. L’Asp 5 costretta a vendere le quote della Spa che ha un budget di 5 milioni. O a liquidarla. Il manager Magistri: «Senza accreditamento vale poco». La Storia di un ente nato nel 1999 MESSINA. Non è stata mai accreditata ma ha continuato a svolgere attività riabilitativa per conto dellʼAsp 5 di Messina per oltre 5 milioni di euro allʼanno, mantenuta in vita artificialmente, come se nulla fosse. Ma per la Società servizi riabilitativi Spa, la società mista la cui maggioranza è detenuta dallʼAsp 5 con il 51% delle quote e le restanti quote di minoranza sono divise da tre cooperative di lavoratori (Teseos, Rigenera ed Obiettivo Lavoro), è arrivato il momento cruciale. Secondo la legge di Spending review varata dal governo Monti entro il 30 giugno 2013 o le quote private vengono vendute al socio pubblico; o quelle pubbliche vengono vendute ai privati oppure la società si scioglie definitivamente per impossibilità di perseguire il proprio scopo sociale. Scartata la prima possibilità perchè è orientamento affermato evitare di creare nuovi carrozzoni pubblici, rimangono sul tavolo le altre due possibilità. La prima di queste (i soci privati comprano le quote pubbliche) è vista con molto favore dalle coop private e soprattutto da Grazia Romano, presidente della Teseos, la coop privata che possiede la più alta quota di partecipazione, che potrebbe così diventare in un colpo solo proprietaria di una società (la Ssr) che ha un terzo di tutto il budget della provincia di Messina. E la potrebbe acquistare ad un costo bassissimo per poi chiederne, sulla scorta della leggina regionale di cui si sono avvalsi Dismed e Medical center il necessario accreditamento. «Senza accreditamento la società vale poco», sostiene Grazia Romano. Dello stesso avviso il commissario dellʼAsp 5 Manlio Magistri che si è affidato ai consigli di due legali, Dario Latella e Arturo Merlo: «Lʼideale per le casse pubbliche sarebbe Grazia Romano ottenere lʼaccreditamento e poi vendere ai privati». Grazia Romano mette le mani avanti: «Accreditata o no, qualunque sia il prezzo, Statuto alla mano, le cooperative private hanno un diritto di prelazione». La terza soluzione (scioglimento della società per impossibilità di svolgere lʼattività visto che non è accreditata) è invece vista come fumo negli occhi sia dai vertici che dai 150 lavoratori delle tre cooperative. «Le tre cooperative rimarrebbero in vita ma, sulla scorta della leggina regionale usata per Dismed, non potrebbero mai essere accreditate e dunque dovrebbero chiudere», sostiene Romano. E i 150 lavoratori? «I bisogni di assistenza non vengono meno e dunque questi lavoratori sarebbero assunti dagli altri enti che prenderebbero il posto dellʼSsr. Capisco le preoccupazioni del personale», spiega Manlio Magistri. A cui un gruppo di deputati grillini dellʼArs hanno chiesto quanto costa in indennità di carica e gettoni di presenza lʼSsr Spa. La risposta arriva da Elio Coletta, ex primario di Pediatra dellʼospedale di Patti, amministratore di Ssr, nominato dalllʼex commissario Francesco Poli: «LʼSsr non ha un Cda, cʼè un solo amministratore che sono io ma non percepisco neanche un euro. Ha 7 dipendenti che costano non più di 250mila euro allʼanno». Altri erano i numeri qualche anno fa quando solo i membri del Cda arrivano ad essere 7. IL VIZIO ORIGINARIO. La società fu fondata nel 1999, ai tempo in cui direttore generale dell'Ausl 5 era Francesco Poli, per dare lavoro a 100 dipendenti che dopo lʼinchiesta che aveva travolto lʼAias di Milazzo, associazione di assistenza agli spastici, ne erano rimasti senza. Chiari erano i patti: lʼSsr attraverso il personale delle cooperative e le strutture dell'Ausl forniva le prestazioni sanitarie; l'Ausl 5 da committente pagava lʼequivalente degli stipendi percepiti dai 100 lavorativi più una quota minima per le spese generali. Dal 2002, però, quando alla direzione generale dell'Ausl 5 arriva Giuseppe Stancanelli, le cose cambiano in maniera radicale: l'Ausl 5 comincia a pagare lʼSsr a prestazioni, sia pure in misura leggermente ridotta rispetto al tariffario, come se si trattasse di un qualunque altro soggetto privato. LʼSsr a sua volta, con un sistema di doppia fatturazione, le prestazioni inizia a pagarle alle singole cooperative. Che operano come enti privati senza essere mai passati per unʼautorizzazione sanitaria o per lʼaccreditamento. Giuseppe Stancanelli va vai dallʼAsp ma una settimana prima diventa presidente a 3mila euro al mese del Cda dellʼSSr. Le tre coop così realizzano direttamente utili di molto superiori alla stessa Ssr. Grazie allʼextra budget, dal 2008 vietato, aumentano enormenente il fatturato e il personale che raddoppia arrivando a 190 unità. A fare la parte del leone è stata la cooperativa Teseos. A giugno del 2007, lʼallora assessore regionale alla Sanità, Roberto Lagalla, in attesa che di definisse lʼaccreditamento, impose che si tornasse al solo pagamento dei costi del personale ma la Ssr ha fatto ricorso, il Tar ha accolto la sospensiva, e si è tornati alla situazione precedente. (M.S.) IL CASO/2 Medical center, il premio L’ente dell’ex sindaco Briguglio da 2 anni sotto inchiesta ottiene dall’assessorato il via libera all’attività SCALETTA ZANCLEA. Per anni ha fatturato prestazioni di riabilitazione a 60 euro lʼuna nonostante avesse lʼautorizzazione sanitaria a svolgere quelle di fisiokinesiterapia (remunerate secondo il tariffario a 10 euro a prestazione). La Medical center di Giovanni Briguglio, per 19 anni sindaco di Scaletta Zanclea, di cui ora è sindaco in carica il figlio, Mario, uscita sconfitta da tutte le battaglie giudiziarie deve restituire allʼAsp 5 di Messina 600mila euro e non ha ottenuto un milione di euro e 200mila euro che reclamava. Tuttavia, lʼassessorato regionale lʼha premiata. Medical center Srl è stata lʼaccreditata con il Servizio sanitario per effettuare le prestazioni di riabilitazione ex articolo 26, quelle appunto che fatturava in assenza di autorizzazione sanitaria. A firmare il provvedimento a metà marzo del 2013 è stato il dirigente generale dellʼassesorato di Lucia Borsellino, Salvatore Sammartano. Medical center per poter iniziare a svolgere le prestazioni riabilitative dovrà ora firmare una convenzione con lʼAsp 5 di Messina. La vicenda, su cui ha acceso i fari la Procura di Messina, è molto complicata per i non addetti ai lavori. La Medical center srl, infatti, nel 1992 aveva avuto lʼautorizzazione sanitaria a svolgere prestazioni di Fisiokinesiterapia. Ma il 31 dicembre del 2002 lʼallora direttore generale Giuseppe Stancanelli ha firmato con la società di Briguglio una convenzione per prestazioni di riabilitazione che ha consentito alla società di effettuare per anni le più remunerative prestazioni di riabilitazione. Secondo i funzionari dellʼassessorato che hanno presentato esposto in Procura, in assenza della necessaria autorizzazione sanitaria, il direttore Stancanelli non lo poteva fare. Per Giovanni Briguglio, invece, “tutto è stato fatto regolarmente”. I giudici civili, però, lo hanno smentito. Ci ha pensato lʼassessorato a diradare la delusione. (M.S.) pagina 7 Giovanni Briguglio Politica Gianpiero D’Alia 22 MARZO 2013 Filippo Panarello LAVORI IN CORSO. L’Ars le abolisce, ma consorzi e aree metropolitane sono solo parole Province, futuro incerto Una nuova legge dovrà dipanare una matassa che comprende anche società miste e debiti da saldare. A Messina e Catania scoppia la guerra dei “disoccupati” rimasti senza poltrona MESSINA. La chiamano “Legge Giletti”, ma del futuro non si riesce a intravedere un pelo, se non dichiarazioni di intenti. Già, perché la legge che manda in soffitta le nove attuali province regionali si limita solo allʼabolizione, anticipando ciò che arriverà dopo: i liberi consorzi dei comuni. Il resto? Dovra essere deciso da una nuova legge da varare entro il 31 dicembre del 2013. PAROLE... La misura dellʼincertezza la dà la risposta del deputato del Pd Filippo Panarello, che, alla domanda su quali dovrebbero essere le competenze delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, risponde: «Boh? Di queste non se ne parla nel disegno di legge approvato. Tutto è totalmente da definire. Quanto viene fuori, sono solo parole, allo stato attuale». Ma cosa raccontano, le parole? Al posto delle Province nasceranno 12-13 liberi consorzi, che non gestiranno spesa ma saranno enti di programmazione su aree territoriali da 150 mila abitanti. A presiederli saranno sindaci indicati dalle assemblee di amministratori senza alcuna indennità aggiuntiva; gli enti accoperanno le funzioni di Ato, distretti turistici, Srr. Questo è quanto ha anticipato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha aggiunto: ogni consorzio avrà un comune capofila (quello col maggior numero di abitanti); oltre alle attuali nove aree, secondo il governatore, si potrebbero aggiungere i consorzi di Catagirone, Marsala e nelle aree dei Peloritani e dei Nebrodi. LA PATERNITAʼ. Nella gara per attribuirsi il merito della storica decisione, manca solo Raffaele Lombardo, che, in effetti, per primo aveva proposto lʼabolizione degli enti e lʼistituzione dei Consorzi. Per il resto, a contendersi la scena sono Crocetta e il movimento Cinque Stelle: «Sul voto per l'abolizione delle province a differenza di quanto dice Crocetta, siamo stati determinanti. Siamo i primi in Italia - ha detto il capogruppo Giancarlo Cancelleri - ad abolire questo inutile carrozzone. Finalmente da ogni parte del Paese si guarderà alla Sicilia come un esempio virtuoso e non come ad una fiera degli sprechi e degli inutili stipendifici». Per Cancelleri, «lʼabolizione è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, centonove quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anziché abolire l'ente lo rinforzava». Ma un poʼ di merito se lo arroga anche lʼUdc per bocca del coordinatore regionale, Gianpiero DʼAlia: «Il taglio delle Province rappresenta una vittoria politica del partito, che da sempre ha lavorato perché si arrivasse a questo obiettivo. Il dibattito parlamentare dimostra che quando la maggioranza è coesa e si hanno le idee chiare sono gli altri a venirci dietro». E, proprio in tema di maggioranza, ai grillini non era andata giù la dichiarazione di Crocetta riguardo ai numeri per varare la riforma a prescindere dai Cinque Stelle. GRANE POLITICHE. Con l'abolizione degli enti provinciali, il governo Crocetta calcola un risparmio di circa 50 milioni di euro. Si tratta, in buona sostanza, delle spese derivate dal funzionamento degli organi politici, ma non solo: in ballo ci sarebbero anche fuoriuscite o liquidazioni delle società, procedure comunque non immediate. Da definire, inoltre, il passaggio degli appalti di cui gli enti erano committenti e il calcolo, nonché il saldo, dei debiti verso i creditori a vario titolo. Al di là di ciò, per le forze politiche, la grana più immediata riguarda i “disoccupati” che la chiusura delle Province genererà, soprattutto in due città, Messina e Catania, dove si va al voto per le amministrative. Se infatti Trapani, Palermo e Ragusa non prevedono consultazioni al Comune, in riva allo Stretto e alle falde dellʼEtna ci sono due piccoli eserciti di persone da ricollocare. A Messina, ad esempio, senza considerare le votazioni nei comuni di provenienza, restano senza poltrona 45 consiglieri e 15 esponenti della giunta (presidente compreso). Di questi sessanta, una parte dovrà trovare collocazione nelle liste per i consigli comunali e circoscrizionali, puntando eventualemente anche alla giunta e allʼelezione diretta dei presidenti ei Quartiere. E, in tal senso, nei partiti messinesi è già iniziata una guerra interna, senza esclusione di colpi, che vede protagonisti anche coloro che apriravano a uno “scatto di carriera” candidandosi al consiglio provinciale. Stesso discorso anche a Catania, che però, con le dimissioni del presidente Giuseppe Castiglione (divenuto deputato), aveva già visto andare a casa i nove assessori. Nel capoluogo, comunque, chi sognava di conquistare il Comune dovrà fare i conti con i quarantacinque esponenti dʼaula che non potranno tornare alla Provincia. (D.D.J.) AMMINISTRATIVE Doppia preferenza in ballo In Commissione, una legge a favore delle donne Giuseppe Picciolo MESSINA. I tempi tecnici non ci sono, ma in Commissione Affari Istituzionali si lavora alacremente per modificare in parte anche la legge che disciplina le elezioni amministrative. In ballo, soprattutto, il disegno di legge per la doppia preferenza di genere: «La rivoluzione deve continuare oltre l'abolizione delle province», spiega il presidente Marco Forzese, deputato del gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia”. Il ddl istituisce la doppia preferenza di genere nelle elezioni comunali. «Sarà certamente una novità assoluta questo provvedimento, ma dobbiamo andare avanti con le riforme e con il recupero dell'etica in politica». Allo stesso gruppo di Forzese appartengono anche i messinesi Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, che nei giorni scorsi hanno annunciato che rinunceranno al 20% dei loro stipendi e che, nellʼambito del- pagina 8 la legge per lʼabolizione delle Province, avevano presentato due emendamenti: uno per reintrodurre il voto di trascinamento (la preferenza assegnata a una lista del consiglio comunale viene attribuito anche al sindaco collegato) e lʼaltro per abbassare la soglia di sbarramento per le liste del consiglio comunale dal 5% al 3%. A favore della doppia preferenza di genere Gianpiero DʼAlia, coordinatore regionale dellʼUdc: «Penso che le donne siano una grande risorsa per la politica, ma l'unico modo di garantirlo è quello di fare una legge elettorale, cominciando da quella per gli enti locali, che stabilisca che cʼè una preferenza doppia di genere: un uomo e una donna. L'Udc sarà in prima fila in questa battaglia di civiltà. L'onorevole Gianluca Micciché si è già attivato all'Assemblea Regionale Siciliana e nei prossimi giorni presenterà un emendamento alla legge elettorale per garantire l'applicazione della nuova normativa a partire dalle prossime consultazioni amministrative». Tra le proposte di Forzese, invece, anche un disegno di legge che prevede l'abolizione dei permessi retribuiti per gli eletti «che appesantiscono le finanze dei comuni». centonove Politica 22 MARZO 2013 RIVOLUZIONI. Alla Regione si cambiano i vertici e si innovano le politiche economiche Paralisi? Tutte le verità Le azioni per punto Le ultime mosse del governo È scontro tra sindacati e l’amministrazione Crocetta. I rappresentanti dei lavoratori denunciano un blocco della buracrazia. Che però da ottobre continua a erogare finanziamenti e si rinnova DI ARMANDO MONTALTO PALERMO. Tutto fermo, fermi i cantieri, assessorati bloccati e attese per le nomine. La Regione Siciliana descritta dai sindacati appare una macchina senza benzina, ferma in attesa di ripartire. Ma i bandi ci sono, le aziende siciliane ricevono fondi per internazionalizzarsi, si continuano a spendere i soldi dei fondi europei e la giunta di Rosario Crocetta ha legiferato in molti settori vitali, con importanti delibere che vanno dai sistemi fognari alle politiche agricole. SINDACATI. Tra i primi a lanciare strali contro lʼamministrazione regionale sono stati i dirigenti siciliani di Cobas-Codir e Sadirs, che spiegavano con un comunicato il 18 marzo che sono «fermi in Sicilia tutti gli appalti di edilizia residenziale pubblica, gli appalti per la creazione di infrastrutture pubbliche, lʼOsservatorio e il controllo su tutti gli appalti pubblici, lʼattività degli Urega (le stazioni appaltanti) e la vigilanza sulle attività del Cas». Dalla Fp Cgil Sicilia, subito dopo unʼincontro del 19 marzo al dipartimento Funzione Pubblica, affermavano: «Lʼamministrazione regionale rischia la paralisi ad oggi molti dirigenti non hanno ancora firmato il contratto mentre la rotazione del personale continua a creare emergenze continue spiega il segretario regionale di Fp Cgil Enzo Abbinanti - Lʼazione del governo sta seriamente facendo rischiare la paralisi allʼamministrazione regionale nel suo complesso. Ancora oggi le strutture dirigenziali sono coperte da dirigenti cui non è ancora stato conferito lʼincarico attraverso la stipula di un contratto». EXPORT. La regione però mostra concrete azioni di governo a favore delle imprese. Sprint Sicilia - Sportello unico regionale per lʼinternazionalizzazione con la delibera 73 del 15 febbraio è stato riorganizzato. E per le imprese che vogliono esportare si sono concretizzate azioni per partecipare ad eventi fieristici. IL PRESIDENTE. Rosario Crocetta “Spositalia” e “Milano pret a porter” nella capitale lombarda, “Eclat de mode” a Parigi per il settore tessile. Per lʼagroalimentare: Cibus a Parma e Sial a Parigi. Altre azioni per il made in Sicily cofinanziate dalla regione sono il “Boat Show” in Croazia e lʼExpoForniture in Ucraina, ma anche azioni di incoming come quelle di imprenditori indiani di diversi settori tra il 17 e il 21 febbraio. FONDI UE E PESCA. Anche sul fronte del settore primario la regione può vantare una serie di provvedimenti che contraddicono la cosidetta paralisi. Ad esempio a gennaio sono stati liquidati i contributi relativi ai finanziamenti per la pesca per circa 320mila euro. Altre azioni meno decifrabili ma molto importanti per lʼutilizzo dei fondi europei sono state prese I PROVVEDIMENTI con la delibera 63 del 07 febbraio 2013 riguardo la riprogrammazione a seguito dellʼadesione della Sicilia al Piano di Azione Coesione (PAC) terza fase. Mentre la delibera 16 del 17 gennaio predispone il Piano di Gestione delle risorse ittiche. Entrambi i documenti sono propedeutici per la spesa di finanziamenti europei. LE DELIBERE. Le denunce dei sindacati hanno come contrʼaltare, anche la continua azione di governo. Negli ultimi tempi, ad esempio, la giunta ha dato il via al primo step per mettere in liquidazione lʼEnte Fiera di Messina con la delibera 81 del 25 febbraio. Riguardo le norme comunitarie è da mettere in risalto lʼaccordo di Programma Quadro Rafforzato del 24 gennaio 2013 per lʼattuazione degli interventi sui sistemi FIERA DI MESSINA. Con la delibera 81 del 25 febbraio la Giunta Regionale da mandato allʼassessore regionale alle attività produttive di procedere allʼindividuazione di un commissario liquidatore per lʼente DEPURAZIONE. Con la delibera 22 del 24 gennaio la Giunta Regionale approva lʼAccordo di Programma Quadro Rafforzato per lʼattuazione degli interventi sui sistemi fognari e depurativi idonei al superamento delle procedure di infrazione comunitaria 2004/2034 e 2009/2034. Il Programma prevede un piano dettagliato per la messa a norma di tutti i sistemi fognari e gli impianti di trattamento siciliani inadeguati in larga parte agli standard europei. PESCA. Con la delibera 16 del 17 gennaio la Giunta dà mandato allʼAssessore regionale per le Risorse Agricole e Alimentari per la predisposizione del Piano di Gestione delle risorse ittiche. Lʼassessore dovrà così strutturare il prossimo piano sulle risorse alieutiche da presentare a Bruxelles per rimodulare tutti ifondi vitali per le marinerie isolane. FONDI EUROPEI. Con la delibera 63 del 7 febbraio la giunta riprogramma il Piano di Azione Coesione (PAC) atto necessario per la spesa dei fondi strutturali. fognari e depurativi idonei al superamento delle procedure di infrazione comunitarie. Atto che consentirà di evitare costosissime sanzioni da parte di Bruxelles. Insomma, lo scontro in atto tra sindacati e amministrazione regionale è legata alle rotazioni delle figure apicali e dei funzionari in genere. Ma nella gestione ordinaria non si notano particolari differenze con il passato. Certo non si trovano più i bandi di qualche anno fa per finanziare le varie “Casa Sicilia” nel mondo, o le memorabili trasferte in Argentina o New York. I finanziamenti comunque vengono erogati e forse questa riorganizzazzione diventa propedeutica per un nuovo modello della struttura burocratica regionale più efficente. I sindacati da parte loro chiedono una maggiore concertazione. FORMAZIONE Assunzioni all’Ecap Cinque sotto indagine ad Agrigento AGRIGENTO. Nuova bufera nel mondo della formazione professionale. La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta per truffa sull'ente di formazione professionale Ecap di Agrigento disponendo delle perquisizioni nei confronti di quattro indagati e di tre società. Al centro delle indagini della Guardia di Finanza ci sarebbero le assunzioni di quattro dipendenti, che secondo l'accusa sarebbero state effettuate in assenza delle autorizzazioni della Regione, e la richiesta di applicazione anche a loro della Cig in deroga. Accertamenti sarebbero in corso anche sul finanziamento regionale che, sostiene la Procura, sarebbe stato indebitamente percepito dall'Ente per pagare il personale dipendente nel dicem- bre 2010, con buste paga sottoscritte dai lavoratori in assenza dell'incasso dello stipendio. Indagini riguarderebbero il settore fiscale, costi di gestione e altri finanziamenti percepiti. Le indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza sono coordinate dalla Procura di Agrigento. Indagati dalla Procura di Agrigento sono il presidente dell'Ecap, Ignazio Valenza, 49 anni, il maresciallo dei carabinieri Antonino Arnese, 43 anni, comandante del Nil, la cui moglie lavora, dal settembre del 2012, nell'onlus Casa amica, di cui Valenza è presidente. Indagati anche due dipendenti dell'Ecap, Mario Carmina, di 47 anni, e Giuseppe Valenza, di 42, che risultano essere soci accomandatari di un società di servizi di consulenza. Le perquisizioni sono state disposte dalla Procura di Agrigento all'Ecap, alla Cedac e all'onlus Casa amica. Nell'ambito dello stesso procedimento è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale Vincenzo Mangiavillano, 58 anni, co- pagina 9 mandante della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della Procura di Agrigento. Avrebbe parlato delle indagini con il presidente dell'Ecap, Ignazio Valenza, e il suo collega, Antonino Arnese. Militari della guardia di finanza gli hanno notificato un inviato a comparire davanti la Procura. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di 12 lavoratori dell'Ecap sul mancato pagamento dello stipendio di dicembre 2010, con il loro legale che ha eccepito la sottoscrizione delle buste paga, firmate per quietanza dagli stessi dipendenti. Lʼindagine va a colpire indirettamente il Comune di Agrigento. Ignazio Valenza, infatti, è stato designato assessore dal sindaco Marco Zambuto nel maggio scorso. Le sue deleghe sono Affari legali, Sviluppo e miglioramento dei servizi amministrativi per i cittadini e Politiche comunitarie. Avvocato dal 1990, specializzato nel ramo penale, è anche consigliere dellʼordine forense della Città dei Templi. Politica 22 MARZO 2013 NINO MESSINA Vorrebbe un sindaco che faccia del turismo il volano dell'economia cittadina. Sogna migliaia di crocieristi che, messo piede a Messina, attraversino una Dogana-terminal e si immettano sulla “rambla” del viale San Martino LILLO OCEANO Vorrebbe un sindaco “regista” dello sviluppo di alcune vocazioni cittadine: la valorizzazione della posizione strategica di Messina in Italia e nel Mediterraneo e la ripresa economica attraverso le fonti rinnovabili e la ricerca universitaria SANTI TROVATO Il presodente degli Ingegneri vorrebbe un sindaco affiancato da una giunta di salute pubblica che non sia espressione di una sola forza politica e che riesca modificare l'intero “sistema-Messina” proiettando la città verso la rinascita MESSINA. Industriali, professionisti e sindacati bocciano le consultazioni del 7 aprile Sindaco senza primarie Il candidato sindaco dovrà essere frutto di una convergenza, super partes e interessato solo alle sorti della città. Unico fuori dal coro è Amato della Uil, che apprezza le aperture ai sedicenni DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Amare la città. Essere competente. Disinteressato. E “autonomo”. Ecco l'identikit del sindaco ideale . Almeno secondo le associazioni di categoria, i sindacati e gli ordini professionali. Per molti, alcuni dei nomi venuti fuori sono soltanto “fuffa”. Pochi, poi, dichiarano che tra la miriade di “pretendenti” scesi in campo ci sia davvero un candidato “risolutivo”. All'unisono, propendono per una figura che sia “esterna” ai gruppi politici, ma, allo stesso tempo, rimarcano con forza la necessità di un'assunzione di responsabilità da parte di partiti e coalizioni. Necessaria da palesare soprattutto in due termini: un “no” secco alle primarie nei modi in cui stanno prendendo forma e l'accantonamento di tutte quelle strategie che hanno messo Messina in ginocchio. TRA CRISI E VECCHIE LOGICHE. Così, se un po' ovunque serpeggia la percezione di una crisi generale e di una città allo sfascio, gli “alti portavoce” dei messinesi, platealizzando un forse ancora troppo timido mea culpa, sembrano divisi tra la necessità di un cambiamento radicale e la conservazione delle vecchie logiche regnanti. Chi più, chi meno, indipendentemente dal decantato in “piazza”, tesse le trame di questo o quel candidato, o anche più. PRECISAZIONI Sopra, Costantino Amato, segretario della Uil di Messina e favorevole alle primarie. Accanto, Ivo Blandina (Confindustria) CATEGORIE DI “SISTEMA”. Qualcuno che ami Messina. Questa la sintesi di Ivo Blandina e Nino Messina, presidenti di Confindustria e Confcommercio. Che non passi per le primarie. Strumento definito da Blandina una boiata. Quasi dello stesso avviso Messina, per cui è necessario un “accordo complessivo superpartes”. Ma i desideri dei due, poi, “divaricano”. Il primo vorrebbe un sindaco capace di «accettare i pregi e i difetti dei messinesi», che riesca a concentrarsi sulle emergenze e che abbia chiara una scala di priorità, riuscendo a trovare una sintesi tra emergenze da risolvere e prospettive da concretizzare, senza il «finto entusiasmo» che sta animando la fase pre-elettorale e che in realtà nasconde soltanto numerose contrapposizioni interne. Il presidente di Confcommercio vorrebbe un primo cittadino “interessato” solo alla città, che abbia serie capacità e che riesca a portare avanti quel poco che c'è (il riferimento in particolare è al crocierismo, ndr), metterlo a sistema, senza affossare ulteriormente l'esistente. «Un sindaco che lo sia per tutti e non per poche famiglie, perchè la colpa è di tutto il sistema», conclude Messina. PINO FALZEA Queste le indicazioni del presidente dellʼOrdine degli Architetti di Messina: «Se si pescherà nell'ambito politico allora ok, altrimenti non si può chiedere a una figura civica che non ha un elettorato di buttarsi nella mischia» IN AZIONE Se Coltraro fa gruppo Il notaio sbarca sullo Stretto MESSINA. Si coagula attorno al nome del deputato-notaio Giambattista Coltraro (nella foto), eletto a Siracusa in quota Crocetta, messinese di nascita, una nuova aggregazione politica di supporto alla lista Crocetta che intende presentarsi e “misurarsi” nelle amministrative in riva allo Stretto. A spingere per lʼazione di “sfondamento” sarà Michele Ainis, antiquario, già promotore di iniziative con la Film Commission, da sempre legato allʼex vicepresidente dellʼArs, Santi Formica (An). Dal fronte Cisl, invece arriva supporto della lista Crocetta, tutto il gruppo De Leo, che si stacca dalle posizioni di Francantonio genovese. Altro supporter in quota, Lumia, è il consigliere Raimondo Burrascano. IL SINDACO DEI SINDACATI. Qualità necessaria, per i tre maggiori sindacati, è senza dubbio la capacità di salvaguardare l'occupazione e creare sviluppo. Per Tonino Genovese, riconfermato segretario Cisl, il prossimo sindaco deve essere: competente, di tutti, deve avere la capacità di «unire la città». Contro le primarie, ma per una scelta responsabile anche al di fuori degli schemi di partito, sui nomi venuti fuori per la corsa a Palazzo Zanca, afferma: «Chi ha governato negli ultimi 30 anni farebbe bene a mettersi da parte. La frantumazione, la troppa carne al L’INIZIATIVA La vera foto di Manfredi Tutti a Roma con il Pdl SULLʼULTIMO numero di Centonove, a corredo di un servizio dedicato ai possibili candidati al Comune di Messina del Movimento 5 Stelle, è stata sbadatamente pubblicata una foto di Giuseppe Manfredi tratta dal suo profilo Facebook che non risponde alla realtà. Si trattava di unʼimmagine dello stesso vestito in maschera. Ce ne scusiamo con lʼinteressato. centonove Germanà e Mancuso organizzano le truppe MESSINA. Mentre davanti al tribunale di Milano, lo scorso 11 marzo, i parlamentari del Pdl “disubbidivano” al loro leader per protestare contro la giustizia, su un muro, nemmeno troppo lontano dalla zona presidiata dai “berluscones” compariva una frase che recitava “Silvio, fatti processare, buffone”. A Milano, in quei giorni, l'attenzione di molti era concentrata tutta su quello che da una parte viene chiamato “Rubygate”, dall'altra “una persecuzione dei pm”. Quest'ultimo, un topic, a cui il Pdl sembra proprio tenere, al punto che domani (23 marzo) è atteso un raduno-bis, stavolta non ristretto ai parlamentari. Una sorta di “Justice day”. I vertici si guardano bene dal restringere il campo della protesta alla sola giustizia, ma in realtà le locandine partorite per pubblicizzare l'evento raccontano la storia di una “manifestazione a difesa della sovranità popolare contro la ma- pagina 10 gistratura politicizzata”. E così anche a Messina è stata organizzata la partenza di pullman gratuiti che marceranno verso piazza del Popolo. A organizzarla è stata la segreteria brolese del parlamentare Nino Germanà. A coadiuvare il reclutamento dei manifestanti anche giovani pidiellini messinesi. Direttamente da Brolo, sotto l'egida del tandem “Mancuso-Germanà” dovrebbero partire circa quattro pullman da 56 posti, due già pieni, gli altri due contano di essere riempiti nel messinese. Altri due mezzi, anch'essi da “equipaggiare” sullo Stretto, sono stati messi a disposizione dalla segreteria regionale del partito e arriveranno da Catania, assieme agli altri pullman della “legione” etnea. Molti manifestanti messinesi residenti in provincia (da Rometta a Taormina) hanno già prenotato l'adesione alla manifestazione. Tutti i mezzi, sia quelli di Brolo che quelli di Catania, si raduneranno a piazza Duomo intorno alle 10.30 per poi partire alla volta di Roma. “Fino ad oggi sono state circa 200 le adesioni, ma molte arriveranno anche all'ultimo minuto” spiega uno degli organizzatori. I pullman si fermeranno nei pressi di Anagnina e, dopo un giretto per le vie di Roma, alle 15 tutti pronti a manifestare. (T.C.) centonove Politica 22 MARZO 2013 fuoco è sintomo dell'unione di debolezze, bisogna rilanciare Messina attraverso i programmi, non soltanto con un sindaco, ma con una giunta capace di portare avanti azioni concrete senza essere soltanto gregge, come già accaduto. Ci vuole una figura di rottura soprattutto rispetto all'ultima amministrazione». Idem per Lillo Oceano, Cgil. In più, il prossimo sindaco dovrà essere soprattutto “indipendente” e “autonomo”, ma anche trasparente, competente e disponibile, possibilmente un buon amministratore. Anche lui contro primarie così “affollate”, vorrebbe un sindaco che non subordinasse gli interessi di “bottega” a quelli della collettività e soprattutto in grado di lanciare Messina verso il futuro, partendo dalla gestione delle partecipate, dalla valorizzazione delle vocazioni territoriali, dall'ambiente, dalle energie rinnovabili e dall'università. Costantino Amato della Uil confida in una figura fuori dagli schemi. Vede di buon occhio che alle primarie votino anche sedicenni ed extracomunitari, ma è contro il «consenso pilotato»: «Dobbiamo fare spazio a giovani e donne”». UN PRIMO CITTADINO AGLI “ORDINI”. A fioccare, poi, sono state anche le candidature “corporative”. Da Santi Trovato a Enrico Spicuzza, da Vincenzo Ciraolo a Michele Caudo, passando per Francesco Celona. E lʼordine dei Medici ha proposto anche il giornalista Mario Cavaleri. Altri, come ad esempio Pino Falzea, secondo “rumors” pur non mirando direttamente alla poltrona di sindaco, si dice facciano già da tempo un pensierino alla vita da amministratore. Così Falzea vorrebbe un primo cittadino fuori dai partiti e che sia dinamico. Il suo non è un “no” tout court alle primarie: «Se si pescherà nell'ambito politico allora ok, altrimenti non si può chiedere a una figura civica che non ha un elettorato di buttarsi nella mischia». Concorde sulla figura esterna ai partiti è anche chi nelle ultime ore viene dato per il 99% candidato a sindaco, ovvero Celona. Che spiega: «Il sindaco dovrebbe essere un uomo di servizio, capace di far convergere diverse anime e di rilanciare a livello economico, etico e culturale la città. Io potrei accettare l'incarico solo con la massima convergenza». Trovato, presidente della Consulta delle professioni e degli ingegneri prova a mettere ordine sul pullulare di candidature appartenenti agli ordini professionali: «In realtà più che un sindaco ci vorrebbe un'intera giunta di salute pubblica con un programma ben chiaro e le competenze per portarlo a termine. Più di ogni altra cosa, in realtà, è necessario un sistema diverso». INDISCREZIONI. L’ex sindaco riunisce i fedelissimi. E punta al vecchio partito Buzzanca riesuma An Riunione nella vecchia sede di via sant’Elia che fu di Alleanza Nazionale. Il piano per resuscitarla. Primo appuntamento le consultazioni di coalizione. E se il Pdl rifiuta? E’ pronto il candidato “interno” DI ALESSIO CASPANELLO prossime amministrative, con tanto di primarie di partito per la scelta del candidato. Quella delle primarie è una mossa che Buzzanca stesso, mesi fa, aveva lanciato per scegliere il candidato a sindaco del centrodestra, quando ancora i rapporti tra le aree ex forziste e di derivazione missina erano idilliaci. Accanto allʼanalisi personale di quello che è accaduto con le regionali, le motivazioni delle dimissioni da sindaco e le ragioni della mancata candidatura alle politiche di un mese fa che ha determinato la rottura col Pdl, Buzzanca ha rilanciato lʼidea di una proposta territoriale che parta da Messina per diventare laboratorio politico nazionale. Riportare cioè in vita Alleanza Nazionale. Il simbolo del partito ed il patrimonio immobiliare (parecchio consistente perchè ereditato dal Msi, che le sue sedi era costretto ad acquistarle perchè nessuno voleva affittargliele) sono in mano ad una fondazione, la cui maggioranza e praticamente posseduta da Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa. MESSINA. Eʼ stata la vecchia sede di SantʼElia, quella che è stata del vecchio Msi prima e di Alleanza Nazionale dopo, venerdi 15 marzo, a battezzare la “seconda vita” politica di Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina dimessosi a settembre per partecipare alle regionali, da queste uscito sconfitto e successivamente “esautorato” dalla Giuseppe Buzzanca composizione delle liste per le politiche di fine Intanto la richiesta di primarie di febbraio. E il punto di partenza è coalizione al Pdl per mantenere lʼunità Alleanza Nazionale. La sua (dato che Buzzanca a tuttʼoggi è rifondazione. Buzzanca ha riunito presidente provinciale del Popolo delle attorno a sè i suoi “fedelissimi”, da Orazio Miloro a Gianfranco Scoglio, libertà). Poi, se come è ampiamente prevedibile il Pdl rifiuterà lʼofferta, la assessori della giunta che ha guidato presentazione di una lista autonoma alle per quattro anni, dal “consigliori” Marcello Scurria a Pippo Ansaldo, ex consigliere comunale eletto con lʼUdc, da vecchi militanti del Msi e di An che si sono allontanati dalla politica, agli amici più intimi che, a differenza di praticamente tutti i consiglieri comunali che lo hanno difeso a spada tratta per quattro anni MESSINA. Qual è il profilo ideale per la scelta del sindaco di Messina? Un sondagper poi accasarsi altrove dopo la gio presso la popolazione è stato avviato dallʼAssociazione Itaca, coordinata da Cordisfatta alle regionali, sono rimasti al rado La Rosa, che ha compilato un lungo questionario articolato in 28 punti. Nel quesuo fianco. E a loro ha comunicato le stionario, formulato con risposte chiuse, i quesiti posti tendono ad indagare lʼidenintenzioni. E cioè ricominciare da un tikit del sindaco: se deve essere frutto di un accordo tra i partiti, quale età deve avemovimento per arrivare a riproporlo in re, la città di nascita, aspetto fisico e perfino orientamento sessuale e religioso. Acchiave nazionale, collocandosi in canto allʼidentikit, sottoposto a elettori che hanno già compito il sedicesimo anno di quellʼarea di centrodestra che la rietà, cʼè anche una lista di argomenti per il programma ideale. Che investe la sicutrasformazione del Pdl in Forza Italia rezza del territorio, lavoro, viabilità, qualità della vita. In 25 punti sono identificati gli ha precluso agli ex di Alleanza argomenti chiave delle problematiche cittadine: ci si può esprimere sulla volontà di nazionale che ritengono Fratelli istituire isole pedonali, mantenere il ticket per lʼattraversamento dello Stretto, recuDʼItalia e La Destra troppo...a destra. perare le aree militari, privatizzare i servizi comunali, avere parcheggi sotterranei o “Un partito liberaldemocratico che dire sì ai grattacieli. I risultati saranno resi noti in una conferenza stampa. oggi manca”, lo ha definito Gianfranco Scoglio. I passaggi per arrivarci? SONDAGGI&IDENTIKIT L’associazione Itaca fa l’identikit del sindaco ideale RETROSCENA Celona sì, Celona no Il presidente degli avvocati in pole position Francesco Celona MESSINA. A primarie convocate per il 7 aprile, con tanto di posizione dei seggi e criteri di votazione, nel centrosinistra messinese il vero fermento non riguarda le consultazioni, ma il nome di un candidato che le azzeri. Ultimo in ordine di tempo è Francesco Celona, presidente dellʼOrdine degli Avvocati. Il suo nome, secondo ambienti dellʼUdc, sarebbe quello che potrebbe mettere tutti dʼaccordo, da Crocetta al Pd. Lʼunico problema? Celona ancora non lo sa, almeno secondo quanto racconta il leader democratico Francantonio Genovese: «Si è parlato di lui come ipotesi, ma ancora non è stata fatta alcuna proposta», spiega. Il deputato, che per ora fa la spola tra Roma e lo Stretto, tiene comunque a sottolineare che «un conto sono le chiacchierate informali tra me e Gianpiero DʼAlia (coordinatore regionale dellʼUdc, ndr), un altro le decisioni del pagina 11 tavolo. E lʼeventuale candidatura di Celona riguarda la prima tipologia di incontro». Genovese, però, non si ferma, e per rimarcare il concetto parla anche di Vincenzo Ciraolo, vicepresidente dellʼOrdine forense, che notizie di stampa vedevano come suo possibile candidato: «Beh, certo che lo è! Lo sono tutti coloro che sono miei amici ed esprimono un desiderio in tal senso. Ma, ripeto, si tratta di conversazioni informali. Pensi che lo stesso Celona, oggi indicato come uomo su cui puntare, perora la causa di Ciraolo». Ma, al di là delle chiacchiere, che senso ha parlare di candidature a primarie fissate? «Infatti! Ritengo che le consultazioni si debbano svolgere, visto che la macchina è stata avviata», spiega Genovese. Più netto è invece il segretario cittadino del Pd, Peppe Grioli, che alle consultazioni si è candidato: «Un nome come quello di Celona va benissimo, ma per me può candidarsi solo passando dal vaglio delle primarie, che sono imprescindibili». Intanto, il Megafono di Messina sforna il suo nuovo candidato settimanale. Secondo rumors dovrebbe essere Giusi Furnari, coordinatrice del circolo Libertà e Giustizia. Parteciperà alle primarie? (D.D.J.) Politica Ferdinando Coglitore 22 MARZO 2013 Luigi Croce PALAZZO ZANCA. Scintille tra il ragioniere generale ed il commissario straordinario C’eravamo tanto amati Anticipi di cassa contestati sfociano in una diktat: “Tutte le spese passano da me”, intima Croce. Che a novembre aveva stoppato gli straordinari. E oggi “tornano” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Il rapporto non era mai stato idilliaco, ma oggi, tra il commissario straordinario del comune di Messina Luigi Croce ed il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, il sangue che corre non è dei migliori. A sancire la definiva rottura tra i due una “mossa” di Coglitore, la reprimenda ufficiale di Croce e la successiva replica del dirigente. Un “malanimo” che ha radici profonde. INCROCIAMO LE ARMI. Il fendente che mena Luigi Croce è di quelli da k.o. E cioè aver fatto ricorso ad unʼanticipazione di Tesoreria da quaranta milioni di euro, “senza preventiva informativa al Commissario straordinario”. E Coglitore? Incassa senza battere ciglio? Nientʼaffatto. “Lʼanticipazione di tesoreria è di euro 20.329.063,32, a cui vanno aggiunti euro 4.531.318,72, risultanti alla chiusura dellʼesercizio 2012”, risponde quasisuccessivamente nega di aver disatteso una delle prime determine commissariali di Croce, emanata ad inizio ottobre, qualche ora dopo il suo arrivo a Messina, che intimava ai dirigenti di bloccare qualsiasi pagamento non fosse assolutamente necessario ed ineludibile, viste le disastrose condizioni delle casse di palazzo Zanca. Accusa alla quale Coglitore risponde spiegando di aver informato regolarmente Croci di tutti i pagamenti fino alla fine del 2012, e di aver proceduto in autonomia solo a partire dal nuovo anno, col ripristino della possibilità di anticipazione di cassa. Una “battibecco” che Croce ha messo su carta ufficiale con una determina del 14 marzo, in cui conferma lʼobbligo di comunicargli qualsiasi pagamento e lo estende anche agli impegni di spesa. Non è lʼunico rapporto turbolento, a palazzo Zanca, che vede protagonisti, loro malgrado, i dirigenti. LE RELAZIONI PERICOLOSE. Sulla graticola sono finiti il dirigente alle Grandi opere Riccardo Pagano, Natale Castronovo che dirige il Patrimonio e Calogero Ferlisi per lʼinterim che ha recentemente assunto al dipartimento Sanità. A puntargli il dito contro è stata la Cgil, che rimprovera ai tre la mancata consegna delle relazioni sul piano di miglioramento dei servizi. Circostanza, Antonino Cama centonove questa, che ha fatto si che nello stipendio dei dipendenti comunali di marzo non sarà inserita la quota di fondo integrativo regionale. Ferlisi ha però messo le mani avanti, spiegando di aver ottemperato alla relazione che riguarda il dipartimento della polizia Municipale che dirige da anni, e di non aver potuto “mettere mano” alla relazione del settore Santià che gli è stato assegnato poco tempo fa. Ma cʼè unʼaltra cosa che ha fatto imbestialire i sindacati. STRAORDINARIO...STRAORDINARIO. Il 19 novembre 2012, mentre a palazzo Zanca aleggiava la prospettiva di dover dichiarare bancarotta, Croce ha firmato una determina in cui di fatto vietava lo straordinario “fatti salvi i casi di estrema necessità e per ogni comprovata esigenza di servizio”. Disposizione ribadita due mesi dopo, il 10 gennaio, in ottica di contenimento dei costi del palazzo. La determina proveniva dallʼufficio di gabinetto: lo stesso ufficio che il 13 marzo, a firma del dirigente Antonino Cama, procedeva alla “autoliquidazione” di poco meno di diecimila euro di straordinario per il periodo che va da ottobre a dicembre. Record di stacanovismo per il capo di Gabinetto Loredana Sciglio, braccio destro di Croce, che lavorando a stretto contatto col commissario di ore di straordinario nei tre mesi ne somma 160, lasciando praticamente al palo il suo vice, Antonina Sgrò con 94 ore, Rosaria Providenti con 78 ore ed Emanuele Pasquariello con 60 ore. Ma non è solo lʼufficio di Gabinetto ad aver usufruito dello straordinario che Croce ha riservato ai casi di necessità. I quattro agenti del nucleo di sicurezza del sindaco, e da settembre in poi del commissario, da agosto a dicembre hanno accumulato dalle 162 (Antonino Leone) alle 81 (Nicola Barbera) ore di straordinario, liquidate con ottomila euro totali. Ci sono poi i quasi 7500 euro liquidati per tutto il 2012 agli otto dipendenti che si occupano del movimento terra per lʼAutoparco. E poi? Qualche briciola. Come i 1291 euro per i dipendenti degli uffici morti e matrimoni da agosto a dicembre, i 1057 da ottobre a dicembre per il personale di Affari di giunta e consiglio che è “costretto” a seguire le sedute dʼaula. Un dipartimento, questo, che rischia di restare senza guida. MAURO RESTA. O FORSE NO. Il dvicesegretario vicario Giuseppe Mauro, infatti, dovrebbe andare in pensione a partire da aprile. Palazzo Zanca, per una lunga serie di motivi, non può assumere altro personale. Per questo Cama, dirigente al Personale, ha inoltrato una richiesta di parere al ministero dellʼInterno per “allontanare” di due anni la quiescenza. PICCOLI MOVIMENTI CRESCONO Arriva “Bene Comune” Giovani da Idv e Fli in direzione centrodestra MESSINA. Presenteranno ufficialmente il loro movimento, “Bene Comune”, sabato 23 marzo a Palazzo dei Leoni. C'è chi non ha alle spalle una vera e propria militanza politica e proviene dal mondo delle libere professioni, del commercio, dell'imprenditoria e dall'associazionismo universitario. Sono capeggiati dall'ex presidente dei giovani finiani ed ex senatore accademico dei medici specializzandi del policlinico Fabrizio Sottile. Hanno un occhio puntato sulle prossime amministrative, in vista delle quali hanno stilato un programma di dieci punti che verrà illustrato in conferenza stampa, presentando anche la “giovane squadra” che si è raggruppata sotto lo slogan “Bene Comune”. I punti del programma spaziano dal trasferimento degli approdi Caronte-Tourist e Cartour a Tremestieri alla riqualificazione del- pagina 12 l'area fieristica come spazio pubblico dedicato anche ad attività commerciali, sale convegno e ristoranti, dalla manutenzione stradale con i fondi ecopass al decollo della raccolta differenziata. L'attenzione è focalizzata anche sulle circoscrizioni con una serie di obiettivi che vanno da un piano di intervento per la pulizia delle spiagge all'ampliamento della carreggiata di via salita Contino. I componenti del “movimento” sono: Danilo Ficarra, ex vice coordinatore provinciale giovanile di Fli; Gianluca Libro, ex tesoriere e componente del direttivo provinciale di Idv; il giovane avvocato Andrea Torre; Federico D'Amico, senatore accademico e presidente dell'associazione studentesca “Crono”; Carmelo Abate, presidente dell'associazione studentesca “Noema”; Roberto Arrigo e Lillo Malgeri, consiglieri alla facoltà di Medicina dell'Università di Messina. Tutte “nuove leve” che andranno a rinvigorire il comparto giovanile del centro-destra messinese e che, con tutta probabilità, entreranno a far parte della schiera di candidati che parteciperanno alle prossime elezioni amministrative messinesi. (T.C.) centonove Politica 22 MARZO 2013 S. AGATA MILITELLO. Il senatore avrebbe incontrato il “nemico” Marco Vicari (Udc) Mancuso e il patto segreto Siglata la desistenza per il bene del paese. Ma all’opposizione molti gridano al tradimento. Il sindaco dimissionario, intanto, dovrà scegliere il successore. Questi i papabili DI NINO DRAGOTTO SANTʼAGATA MILITELLO. Eʼ fissato per le dieci di domenica mattina al residence “Miliunka”, lʼappuntamento per tutti gli aspiranti consiglieri che intendono candidarsi nelle liste in lizza per le imminenti elezioni amministrative di fine maggio, e che sosterranno il candidato a sindaco scelto tra i più fidati sostenitori del senatore Bruno Mancuso. Le convocazioni per comporre la squadra che guarda al futuro politico amministrativo sono state diramate dallo stesso senatore del Pdl, poco dopo le dimissioni da primo cittadino presentate dopo nove anni di mandato amministrativo della città, in concomitanza della prestigiosa nomina di parlamentare della Repubblica a Palazzo A sinistra il senatore Bruno Mancuso Madama. Quanti saranno presenti domenica nella sala adunanze del residence Miliunka faranno atto di fede alla coalizione e si dichiareranno disponibili a scendere in campo nei diversi ruoli per essere squadra ancora vincente. Dal poker dʼassi di aspiranti candidato a sindaco, per proseguire il solco amministrativo tracciato dal sindaco uscente, muovono un passo avanti il vicesindaco Calogero Pedalà, a cui molti riconoscono tanta capacità nellʼazione e meno nel parlare in pubblico, ed il presidente del consiglio, affabulatore e preparato in divenire. Gli altre due assi sarebbero Calogero Pedalà lʼassessore comunale alla Cultura, Marco Vicari Antonio Scurria, ed il consigliere provinciale Giuseppe Miano (vicino allʼonorevole Picciolo), che vantano esperienza politica e competenze amministrative ma non sembrano possedere lʼappeal elettorale per far convergere più voti con la designazione a sindaco. Il quinto probabile designato, potrebbe essere lʼassessore alla Legalità, avvocato Benedetto Caiola, il quale ha il quid giusto per soddisfare la continuità richiesta dal sindaco uscente, ma non presenta un largo credito di voti per essere stato il primo dei non eletti della sua lista (Mancuso Sindaco) alle ultime amministrative. Nel salone del Miliunka tra gli invitati speciali saranno presenti, Salvatore Tuccino Sapienza, esponente provinciale della Destra che in passato ha gareggiato per il trono municipale e due donne accreditate di ampio sostegno familiare, Elisa Gumina sposata con lʼavvocato Massimiliano Fabio (abile oratore ed esperto nello scenario politico locale) e Maia Paola, figlia della dirigente ospedaliera Paolina Reitano, e sposata con lʼex assessore comunale allʼurbanistica Piero Inferrera. Un clima poco conciliante e per nulla aggregante si osserva negli ambienti della coalizione che dovrebbe stoppare in cammino del “The day after Mancuso” . Il candidato a sindaco prescelto, Marco Vicari, consigliere provinciale dellʼUdc, figlio dellʼex sindaco Alfredo Vicari, scortato da un consigliere di maggioranza di lungo corso giorni, ha fatto visita al senatore Mancuso a “Casa Costanza”, probabilmente per sotterrare lʼascia di lunga belligeranza elettorale. Probabilmente ne è scaturito un patto di desistenza. La vicenda uscita dal canale della riservatezza ha scatenato lʼira del cartello elettorale Udc - Pd con lʼavvocato Paolo Starvaggi libero da self control. Prende sempre quota la candidatura a sindaco del facoltoso avvocato Antonio Gullotti, supportato dal patrimonio elettorale di cui è accreditato il cognato ingegnere Filippo Travaglia, assessore ai Lavori Pubblici della giunta Mancuso, ma in rotta di collisione da più di un anno, ed oggi sensibile al richiamo del Megafono del senatore Beppe Lumia e del Governatore Rosario Crocetta. MISTRETTA Saitta e Fonti divorziano Ad essere abbanonata la coalizione di Iano Antoci. Che rimane in minoranza MISTRETTA. A Mistretta per lʼamministrazione comunale la vita si sta facendo sempre più dura. Due membri della maggioranza, Nino Saitta e Sebastiano Fonti, hanno deciso di abbandonare il gruppo “Uniti per Mistretta” per creare uno schieramento autonomo e indipendente. La notizia non era così disattesa dagli ambienti politici amastratini. Il duo SaittaFonti ha preso questa decisione dopo quasi un anno, ovvero dopo le dimissioni forzate del genero di Nino Saitta, ovvero lʼex vice-sindaco nonché assessore al bilancio Vincenzo Tamburello, che dovette rinunciare allʼincarico per incompatibilità, sulla scorta della legge regionale sulle parentele in seno ai consigli e alle giunte comunali. Da quel giorno una serie di tira e molla con il primo cittadino Iano Antoci, in quando i due consiglieri usciti dalla maggioranza, hanno sempre aspettato di essere nuovamente rappresentati in giunta, ma dopo lʼultimo rimpasto, in cui non figura nessun uomo di fiducia del gruppo Saitta, qualcosa si è spezzato negli equilibri dellʼex maggioranza. Infatti, il nome proposto dai due e Vincenzo Tamburello a quanto pare non è stato ben accetto dal sindaco e da una parte del gruppo che lo sostiene. “Una scelta sofferta - dice Nino Saitta - una decisione tutta politica frutto di una serie di eventi che ci hanno fatto capire come la nostra parte non avesse più una certa importanza nel gruppo che sostiene il Sindaco e quindi la soluzione era quella di creare un gruppo autonomo, che però non farà in nessun modo ostruzionismo allʼoperato della giunta in questi ultimi 14 mesi di mandato». Enzo Giordano, capogruppo di “Uniti Per Mistretta” dice: «Sono sereno e rispetto la decisione dei consiglieri Saitta e Fonti e sono sicuro pagina 13 che faranno a pieno il loro ruolo di consiglieri in maniera onesta, e sicuramente non si accoderanno alla minoranza». Tuttʼaltri toni piovono dai banchi dalla minoranza dove i consiglieri dicono che lʼabbandono dei due consiglieri è la dimostrazione tangibile di come lʼultima giunta creata da Iano Antoci, non sia composta da tecnici come afferma il sindaco, ma sono tutti uomini che fanno riferimento ad una parte politica, e per questo motivo Fonti e Saitta hanno deciso di lasciare lʼex maggioranza. Lirio Di Salvo, consigliere Idv che ha abbandonato “Uniti Per Mistretta” per sedersi allʼopposizione afferma che «quando ho abbandonato il 19 dicembre 2011 avevo già detto che la maggioranza si stava per sfaldare, e che cʼera qualcosa che non andava al suo interno, e i fatti mi stanno dando ragione». Intanto Iano Antoci non si trova più con i numeri a favore, infatti adesso a sostenerlo totalmente sono 6 consiglieri, di cui uno, Salvatore Antoci, spesso non può essere presente in aula per motivi lavorativi. (Giuseppe Cuva) Politica 22 MARZO 2013 MESSINA. La Prefettura costituisce un gruppo di lavoro per la prevenzione negli enti provinciali Corruzione fuori dal Comune A coordinare il tavolo Aldo Tigano, tra i componenti i segretari comunali di San Filippo del Mela e Giardini Naxos. Le amministrazioni comunali dovranno dotarsi di un piano. I dipendenti infatti... DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. La Prefettura di Messina a fianco dei Comuni nella lotta alla corruzione ed allʼillegalità. Il Prefetto, Stefano Trotta, ha costituito un gruppo di lavoro per lʼattuazione della legge n. 190/2012. A coordinare questo tavolo tecnico , sulla prevenzione di fenomeni di corruzione ed illegalità, è stato chiamato Aldo Tigano, professore emerito di diritto amministrativo presso lʼUniversità degli Studi di Messina. Del gruppo di lavoro fanno, inoltre, parte Mariangela Caponetti, segretario generale presso la Provincia di Messina, Maria Evelina Riva, Segretario Generale presso il comune di Giardini Naxos e Lucio Catania, segretario generale presso il comune di San Filippo del Mela. I tre segretari, nelle settimane precedenti, avevano fatto pervenire alla Prefettura uno studio preliminare, valutato positivamente dal professore Tigano. Tale studio sta costituendo la base di partenza per lʼelaborazione di documenti-tipo, da trasmettere ai Comuni messinesi, ai quali ciascun ente locale potrà fare riferimento per gli adempimenti che la legge 190/2012 impone. LʼAssemblea Generale dellʼOnu, il 31 ottobre 2003 ha approvato la convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione. Il legislatore italiano con la legge n. 190 dello scorso 6 novembre ha dato attuazione a tale normativa dettando le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”. Tutte le amministrazioni pubbliche, compresi Comuni e Province, debbono dotarsi, entro il 31 marzo 2013 (inizialmente era stato previsto il termine del 31 gennaio, poi prorogato), di un piano per la prevenzione della corruzione e dellʼillegalità. La legge cosiddetta Il prefetto Stefano Trotta “anticorruzione”, stabilisce che ciascun Ente individui un proprio responsabile della prevenzione della corruzione, di norma il segretario comunale, che propone allʼorgano di indirizzo politico (il consiglio comunale) il Piano triennale di prevenzione della corruzione, che dovrà poi essere trasmesso al Dipartimento della Funzione Pubblica. Il responsabile della prevenzione della corruzione, individuabile di norma nel segretario comunale o provinciale, sempre entro il 31 gennaio di ogni anno, è chiamato a definire le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Il legislatore ha assegnato alla Prefettura il compito di offrire un supporto tecnico ed informativo agli Enti Locali, anche al fine di assicurare che i piani siano formulati e adottati nel rispetto delle linee guida contenute nel Piano nazionale approvato dalla Commissione. I primi adempimenti che gli enti locali dovranno predisporre sono: Lʼindividuazione del responsabile della prevenzione della corruzione; la redazione del regolamento di selezione e formazione dei dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione; lʼapprovazione, con delibera del Consiglio Comunale, organo , il Piano triennale di prevenzione della corruzione; la trasmissione il Piano al Dipartimento Funzione Pubblica. Il piano anticorruzione, che deve, in particolare, prevedere: individuazione delle attività ad elevato il rischio di corruzione; meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione; monitoraggio dei rapporti tra lʼamministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dellʼamministrazione; individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge; rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività ad elevato il rischio di corruzione. centonove S. TERESA DI RIVA Se la riapertura e imPosta L’amministrazione vince la battaglia con la società S. TERESA DI RIVA. Lʼamministrazione comunale santateresina vince il duro braccio di ferro con le Poste Italiane e restituisce alla popolosa comunità della frazione Misserio il proprio ufficio postale. La querelle, con momenti di alta tensione, era nata dopo il provvedimento dellʼente -che prevedeva in un quadro di riassetto e razionalizzazione delle risorse e della relativa rete di rappresentanza la chiusura dellʼufficio periferico della frazione Misserio. Da allora in avanti a nulla sono valse le richieste di udienza portate avanti la pubblica amministrazione e le manifestazioni di protesta messe in opera dai cittadini. Le Poste Italiane s.p.a. solo a fare orecchie da mercante, nel frattempo montava la protesta tra i circa cinquecento residenti che dovevano sobbarcarsi circa 7 km per giungere nel più vicino ufficio postale . Fattispecie aggravata dal fatto che la maggior parte degli abitanti del borgo collinare sono di età avanzata con il conseguente disagio collettivo. Il problema interessava anche lʼaltra frazione di S. Teresa, ossia Fautarì ( meno di cento anime sita ancora più a nord ), e le borgate di S. Carlo, Rimiti ed Artale ricadenti nei comuni di Casalvecchio e Furci Siculo. Il clima, resosi rovente, veniva contornato da parecchie riunioni tra cittadini ed esecutivo municipale con i toni che in talune occasioni si erano accessi parecchio e la conseguente raccolta di ben 437 firme inviateanche al Prefetto. Ad intralciare i piani della Spa postale il primo cittadino Cateno De Luca che, notoriamente avvezzo alla protesta, non ha perso occasione per studiarsi bene le carte e portare avanti una controffensiva burocratica. Da qui ne è uscita lʼordinanza sindacale di riapertura dellʼufficio che poteva sembrare un atto di supponenza ma che alla fine ha “consigliato “ le Poste Italiane di riaprire subito lo sportello di Misserio. Massimo Ferrar BARCELLONA Ricomincio da Destra Una trentina di ex amministratori lavorano per un nuovo progetto. Da Contiguglia a Nania Rino Nania BARCELLONA. Rifondare la destra. Riazzerare gli ultimi 20 anni e ricominciare da zero, ritrovando i valori del centro destra. Un gruppo di ex ammijnistratori o esponenti conclamati di area che si definisce “destra di base” intende avviare una discussione su come bisogna procedere e deve evolversi il centro-destra nellʼambito dellʼattuale contesto politico. Una trentina i sottoscrittori del documento provenienti dai comuni della provincia di Messina, da Masa Salvo, già deputato della Repubblica a Saro Contiguglia avvocato e presidente della Camera penale di Mistretta, vice sindaco di Tortorici, Attilio Gelsomino, insegnante e sindacalista, e Rino Nania, avvocato pagina 14 barcellonese. «Con questa presa di posizione - si legge in una nota - i promotori dellʼiniziativa sollecitano tutti coloro che ritengono che la politica vada intesa come servizio e qualifichi la democrazia e le Istituzioni che presiedono lʼazione politica. Qualora un certo disarmante populismo e la ridotta capacità di ascolto fa perdere di vista il valore ed il Senso dello Stato si impone a chi è impegnato in questʼarea politica di avviare una riflessione pubblica, in grado di ricercare percorsi coerenti allʼinsegna dei valori di sempre e capace di dare risposte e soluzioni alle tante emergenze, precarietà e ʻliquiditàʼ di cui è connotata la nostra contemporaneità». a breve si organizzerà un incontro a Capo dʼOrlando. «Qualche analista in un suo recente libro rappresenta che ʻlʼultimo ventennio della Destra al potere sì è risolto in un fallimento - si legge nel documento - Noi non la pensiamo così e consapevoli del fatto che in questo scorcio vi sono stati tanti modi di interpretare il centro-destra in Italia, certamente non sì è visto operare solo una destra ad personam, come qualcuno intende strumentalmente sostenere». Sicilia centonove SENZA USCITA. Il suicidio di un imprenditore messinese è l’ultimo di una lunga scia Morire di debiti Neanche un mese fa c’era stato un altro tentativo in riva allo Stretto. Un bollettino di guerra che segue di pari passo la crisi e coinvolge tutta l’Isola. Il picco massimo? Nel 2012 MESSINA. È uscito da casa, ha salutato moglie e figli, ha inforcato lo scooter e si è diretto sulla A20, verso quel viadotto Ritiro da cui ha spiccato un volo di 50 metri, trovando la morte. Il suicidio di V.A., 45 anni, messinese, titolare di una pizzeria, riapre la catena delle morti in Sicilia, Una catena che ha visto nel 2012 il suo annus horribilis. La pista seguita dagli inquirenti? Probabilmente debiti. E i debiti, o attraverso decreti ingiuntivi dei legali dei creditori o via cartelle esattoriali, sono spesso alla base delle scomparse di chi non ce lʼha fatta più in unʼIsola dove, secondo il Cerved, nel 2012 sono andate sotto protesto 3.790 imprese (+14,4%). SENZA SPERANZE. La catena dei suicidi va di pari passo con la crisi economica. Il più eclatante, non per debiti, ma per lʼassenza di qualsiasi speranza di futuro, era stato quello di Norman Zarcone (nel 2010), il giovane dottorando che si era gettato nel vuoto dal tetto della facoltà di Lettere a Palermo. Lʼultimo tentativo di farla finita, invece, è stato proprio a Messina, a febbraio, con un imprenditore di 55 anni che era salito sul cornicione di un palazzo, cospargendosi di benzina e minacciando di darsi fuoco. Chi invece è riuscito nel suo intento, nello stesso mese, è stato il 61 enne operaio edile Giuseppe Brgarella, che si è tolto la vita a Guarrato (Agrigento) impiccandosi ad una trave del sottotetto di un gazebo nel giardinetto della villetta dove abitava. Era un ex sindacalista disoccupato. In Sicilia, la scia di suicidi inizia a gennaio 2011, a Ragusa, quando i Paolo Cannì, 30 anni, viene trovato impiccato nella sua casa di campagna. Accanto al cadavere, un biglietto indirizzato alla moglie in cui chiedeva scusa e spiegava i motivi del suo gesto. Lʼuomo era stato licenziato da un supermercato di Ragusa dove lavorava come commesso per avere incassato alcuni buoni sconto da cinque euro. 22 MARZO 2013 ECATOMBE 2012. La teoria dei suicidi inizia subito a gennaio, quando due imprenditori, oppressi dai debiti, s i sono tolgono la vita nel catanese. A farla finita, nel capoluogo, Roberto Manganaro, 47 anni; a Santa Venerina, invece, Michele Calì. Manganaro, ritrovato impiccato, era angosciato dalla prospettiva di chiudere tre punti vendita e licenziare otto dipendenti. Calì, invece, era stretto nella doppia morsa degli strozzini e di un controllo dei Nas al suo allevamento di polli. Così, a 58 anni, decide di farla finita con un colpo alla tempia. Un mese dopo, a febbraio, un altro suicidio. A Paternò, un imprenditore viene trovato impiccato in un caponnone di sua proprietà in contrada Barca. La sua azienda, con una decina di dipendenti, produceva machine agricole ed era assediata dai debiti: doveva grosse somme di denaro a diverse società di recupero crediti, alle quali aveva chiesto ingenti prestiti per sanare i debiti dellʼazienda. Ad aprile, invece, viene scongiurato un tentato suicidio. G.G., di Augusta, lo aveva annunciato su Facebbok: “grazie al sindaco di Augusta e assessori, e altri io oggi vado via di casa senza dir nulla ai miei e non solo quello che succede a me non nʼè una Pasqua come tutti gli altri anni spero solo di seguire mio padre a sto punto bye bye a tutti e buona pasqua a voi. Mi spiace”. G.G. era un ambulante che non riesciva a mettersi in regola. Esattamente un mese dopo, a Troina, in provincia di Enna, il 47 enne Gaetano Trovato Salinaro si impicca nel garage della sua villetta. Sposato e padre di due figlie, era precario e la ditta aveva ridotto il suo salario. Sempre a maggio, a Messina, un uomo si arrampica su un albero. Ha indosso una giacca nera, il cappuccio in testa e un cappio. È afflitto dai debiti, ma desiste dal suo intento suicida. Chi vi riesce è un idraulico di 54 di San Cataldo, Giovanni Vancheri, che si dà fuoco nella sua auto perché rimasto senza lavoro e assediato da bollette e cartelle esattoriali. Indagano invece i Carabinieri, le modalità della morte di Salvatore Prestianni, albergatore di Bronte, trovato impiccato a luglio con una ferita alla testa. Lʼanno si chiude a dicembre con Alfio Di Gregorio, 62 anni, che prima si incatena davanti alla sede della prefettura di Catania e poi minaccia di darsi fuoco. Schiacciato dai debiti, aveva licenziato i dipendenti e viveva allʼinterno della propria autonìmobile. (D.D.J.) IN SOCCORSO Una mano ai disperati Le iniziative per aiutare chi pensa sia finita MESSINA. «Il suicidio nei giorni scorsi a Messina di un imprenditore di 45 anni che si è gettato da un viadotto perché aveva troppi debiti ci ha lasciato sgomenti: fatti di questo genere non devono più accadere offriamo la nostra consulenza gratuita a chi ha problemi con banche o con strozzini», dice il presidente nazionale di Consumatori Associati, Ernesto Fiorillo, che aggiunge: «In un contesto socio economico sempre più difficile dove commercianti e imprenditori non riescono più ad andare avanti le banche, spesso impegnate solo in operazioni finanziarie, continuano a non svolgere più il loro ruolo che è quello di erogare credito a chi ne ha bisogno cioè cittadini e imprese. Tutto questo purtroppo spinge alcune persone nelle mani degli strozzini, uomini senza scrupoli che non hanno certamente a cuore la sorte di chi gli chiede del dena- ro. Vogliamo dimostrare la nostra vicinanza a questi imprenditori e la nostra associazione, come ha fatto tante volte, può cercare di instaurare per conto loro un dialogo con le banche per tentare di trovare delle soluzioni o può contestare comportamenti che siano poco trasparenti. Lʼufficio legale di Consumatori Associati è poi disponibile a denunciare gli strozzini per fare in modo che non possano più nuocere a chi cerca di produrre onestamente in città». A Palermo, invece, lʼAsp ha avviato un progetto per la prevenzione del suicidio, “Helpline - Telefono giallo”, ed istituito un numero gratuito - 800 011 110 - al quale ci si può rivolgere per chiedere aiuto. Dal 2000 al 2010 nel solo capoluogo dell'isola si sono verificati 436 suicidi, con una incidenza del 5% su 100.000 abitanti. Il progetto è realizzato con la collaborazione dell'Afipres (Associazione famiglie italiane prevenzione suicidio. Al numero gratuito, attivo già dal 1 marzo scorso operatori qualificati e opportunamente formati e dell'equipe fanno parte anche psicologi, sociologi, psicoterapeuti e tecnici della riabilitazione psichiatrica. L'attività è svolta in stretta collaborazione con i servizi di salute mentale dell'Asp. pagina 15 Ernesto Fiorillo Sicilia 22 MARZO 2013 Giuseppe Buzzanca Mario Briguglio centonove Gaspare SInatra MESSINA. Arriva a dibattimento l’inchiesta sulla tragedia del primo ottobre 2009 Giampilieri, 15 alla sbarra Giudizio per l’ex sindaco Buzzanca, l’ex commissario Sinatra, il primo cittadino di Scaletta Briguglio. Durissimo il decreto del Gup Mastroeni: “Sottovalutazione del rischio, ritardi, mancati finanziamenti”. Ecco quali DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Imperizia, sottovalutazione del rischio, ritardi in fase di valutazione e realizzazione, omissioni di obblighi, mancati o tardivi finanziamenti. Salvatore Mastroeni, giudice per lʼudienza preliminare dellʼinchiesta sulla tragedia si Giampilieri e Scaletta del primo ottobre 2009, ci è andato giù duro. E, accogliendo quasi in toto la richiesta del pm Adriana Sciglio, ha rinviato a giudizio, con la pesantissima accusa di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, 15 tra dirigenti regionali, funzionari, sindaci e commissari. ALLA SBARRA. A sfilare davanti al giudice, il 27 maggio, ci saranno lʼex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, lʼattuale di Scaletta Mario Briguglio, lʼex commissario straordinario di Messina Gaspare Sinatra e lʼex dirigente della Protezione Civile regionale Salvatore Cocina. Rinviati a giudizio insieme a loro ci sono i geologi Antonino Savoca, e Salvatore Cotone, Francesco Grasso, Alberto Pistorio e Giuseppe Rago, tecnici che hanno il Piano di riassetto del bacino tra Fiumedinisi e Capo Peloro, i dirigenti dellʼassessorato regionale al Territorio Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, i progettisti Salvatore Di Blasi, Agatino Giovanni Garufi e Francesco Triolo, e Giovanni Randazzo, che ha firmato la relazione geologica per i lavori di ripristino della funzionalità idraulica Salvatore Cocina dei torrenti Racinazzi, Divieto e Saponara. Cosa contesta a tutti e quindici gli imputati Salvatore Mastroeni? Di aver sottovalutato il rischio prima, e di essere maldestramente intervenuti dopo. E, in mezzo, di aver tentato di passare la patata bollente. LE ACCUSE. “Ritardi ed errori in fase di rilevazione, valutazione e realizzazione delle opere di salvaguardia” ed “omissioni per obblighi he ricadono su più soggetti allo stesso tempo”, scrive Mastroeni nel decreto di rinvio a giudizio. A chi sono rivolte le accuse? Il giudice argomenta su “competenze complementari di sindaci e rappresentanti della protezione civile”, ma anche di “responsabilità in concorso di soggetti preposti e dirigenti e tecnici di riferimento, progettisti, responsabili e IL CASO Università, ferie in dubbio Alcuni dipendenti hanno chiesto di sapere se le assenze per l’alluvione del 2011 sono giustificate. Invano Fausto Gennuso MESSINA. Residenti in provincia, non avevano potuto raggiungere il posto di lavoro allʼUniversità di Messina perchè le strade erano invase dai detriti dellʼalluvione del novembre del 2011. Da allora è passato un anno e mezzo ma i dipendenti impossibilitati a raggiungere Piazza Pugliatti, non sanno ancora se quelle assenze fossero giustificate o meno e quindi non sanno se è quanti giorni saranno o meno decurtati dalle loro ferie. Eppure, per avere certezza ed organizzarsi in vista delle vacanze estive avevano chiesto lumi prima allʼex direttore amministrativo, Pino Cardile, poi al direttore generale Franco De Domenico e comunque al dirigente dellʼufficio personale, Fausto Gennuso. La risposta? Il si- pagina 16 lenzio. I lavoratori non hanno avuto risposta neppure su come si dovessero considerare le assenze per lʼallerta meteo e lʼemergenza idrica del 2012. «Per quanto riguarda l'alluvione del 2011 il sindaco di Barcellona P.G., per esempio, con propria ordinanza decise la chiusura di scuole e uffici, lo stesso fece quello di Messina per l'allerta meteo del 2012, quelle stesse ordinanze, oggi, basterebbero a giustificare le assenze dei dipendenti ponendo fine a questa pirandelliana vicenda», dice una dei lavoratori coinvolti. Gli strali dei lavoratori sono diretti soprattutto sui mille impegni del capo del personale, Fausto Gennuso, che in realtà di Personale si occupa ad interim, essendo dirigente delle Segreterie. Gennuso ha sostituito Massimo Albegianni vincitore di un concorso, che dopo circa sei mesi di servizio si è dimesso e se nʼè tornato allʼUniversità di Palermo, scoraggiato dallʼinchiesta sul concorso della magistratura, nato dalla denuncia di uno dei candidati interni perdenti. Lʼamministrazione invece di procedere alloscorimento della graduatoria ha affidato la responsabilita a Gennuso. (M.S.) centonove Sicilia 22 MARZO 2013 delegati nei procedimenti amministrativi”. In pratica, chi poteva e doveva fare non ha fatto. E chi ha fatto? Ha fatto male. I PROGETTI HANNO FATTO ACQUA. Perchè Mastroeni parla molto chiaramente di “errori di sottovalutazione tecnica, anche in dirigenti che non abbiano svolto compiutamente quanto di competenza” (“al di là delle superiori responsabilità in vigilando”, specifica il giudice per le udienze preliminari). Non solo: nel calderone della accuse che il tribunale dovrà valutare a partire dal 27 maggio, Mastroeni fa rientrare anche “organismi, commissioni e professionisti esterni che non abbiano completato gli incarichi, o per incarichi svolti in tempi inadeguati e con valutazioni incongrue”. E poi cʼè la più dura delle accuse: Il “non aver fatto”. O, peggio, aver cercato di sbolognare a qualcuno la patata bollente. LO SCARICABARILE. La parte più feroce della suo decreto, Salvatore Mastroeni la riserva a coloro i quali il giudice di primo grado riconoscerà la colpa di non aver agito nonostante ne avesse la facoltà e la possibilità, spiegando come non si ritengano valide “alcune semplici autoesclusioni, o paradossali esclusioni “da inattività”. Stesso ragionamento e criterio per lʼinfluenza di segnalazioni mancanti o errate, non tali da escludere le responsabilità odierne, viste le verifiche dirette dovute le competenze autonome, ma individuanti connesse responsabilità”. Il rischio, insomma, benchè segnalato, non è stato ritenuto urgente o meritevole della dovuta attenzione, quando addirittura non tentato di gettare sulle spalle di qualcun altro. “Peraltro va doverosamente osservato che, per svariati soggetti rinviati a giudizio - scrive a proposito il Gup non si nega lʼesecuzione di attività, pure plurime, ma contestuali segmenti di omissioni, ritardi, interpretazioni riduttive dei compiti, nefasto collegamento di comportamenti inadeguati e ritardati con pari comportamenti di altri, omessa vigilanza e controllo”. La prova? In una nota di uno degli imputati, Giovanni Garufi, di un anno prima della strage. LA PROFEZIA. In relazione alla nota, Mastroeni spiega che “non raggiunge i livelli del ravvedimento e non scrimina del tutto il grado di responsabilità, ma con evidenza individua concorrenti responsabilità oltre a liquidare molti argomenti sulla prevedibilità”. Di che si tratta? Di un sopralluogo effettuato dallʼingegnere al torrente Divieto in cui scriveva nero su bianco “sarebbe illusorio credere che le opere di regimentazione previste allo stato nellʼalveo del torrente possano essere risolutive del rischio. Occorre quindi che lʼamministrazione comunale e le altre amministrazioni si attivino al fine di mettere in sicurezza sia il costone roccioso che lʼalveo del torrente”. Perchè? La conclusione del professionista è agghiacciante. Parlando del materiale che si è riversato nel torrente, Garufi spiega che la frana, “se malauguratamente si fosse riversata a valle, i danni sarebbero incalcolabili e probabilmente avrebbe spazzato via tutto quello che si sarebbe trovato davanti”. Esattamente ciò che è accaduto a Giampilieri. ZOOM. Le zone “in rosso” un mese prima della catastrofe Qualcuno sapeva Nella cartografia dei dissesti aggiornata a settembre 2009 le aree alluvionate erano state dichiarate a massimo rischio MESSINA. Era pronto dal 2009, è stato messa in un cassetto perchè dolorosamente inadeguato alla catastrofe che ha devastato la zona sud di Messina, è stato aggiornato nel 2010, è stato approvato solo ad ottobre del 2012. Ma solo la parte idraulica, quella geomorfologica deve essere ancora approvata. Il Pai, piano dʼassetto idrogeologico che monitora il territorio da capo Peloro a capo Scaletta, ha sempre avuto vita travagliata. Nel frattempo il territorio ha subito le catastrofi di Giampileri, Scaletta e Saponara, e le frane non cruente ma devastanti di Gesso e Calamona. Al comune di Messina, a porre rimedio alle montagne che si sbriciolano ci avevano pensato. La prima richiesta dʼaggiornamento del Pai, infatti, porta la data del 27 agosto 2008, con i risultati delle alluvioni del 2007. Col risultato che utte le zone che a vario titolo hanno subito danni durante la tempesta degli ultimi anni, erano già “note” e censite. Per Giampilieri, invece, di movimenti del suolo, tra grandi e piccoli, le catastazioni superano abbondantemente il centinaio. Tutta lʼarea del paese, dallʼinnesto con la statale 113 fino allʼabitato, costeggiando il torrente, è mappata. In corrispondenza delle zone in cui il primo ottobre 2009 la montagna si è sbriciolata, travolgendo una trentina di persone, quindi le vie Vallone e Puntale, la Giampilieri e Scaletta, in “rosso” già dal 2007 LE IMPUTAZIONI Opere e omissioni MESSINA. Lʼaccusa dalla quale si dovranno difendere lʼex commissario straordinario Gaspare Sinatra e lʼex sindaco Giuseppe Buzzanca è quella di aver “omesso di valutare il livello di rischio” di una nota del 2007 e del piano dʼassetto idrogeologico, “non adottando conseguentemente i piani di allertamento, di sgombero temporaneo degli edifici a rischio e gli ulteriori interventi risolutivi idonei a salvaguardare la popolazione delle aree colpite”. Per Sinatra lʼevento calamitoso è lʼalluvione del 2007, disastrosa ma senza vittime, per Buzzanca invece quella del 2009. Allʼex sindaco è stato imputato anche di aver “omesso di adempiere agli obblighi di gestione dellʼemergenza, ed in particolare quelli di allertamento ed evacuazione degli abitanti presenti nelle zone a rischio”. A Mario Briguglio, sindaco di Scaletta, sono contestate la mancata adozione del piano di protezione civile, e lʼomissione di “iniziative necessarie a realizzare interventi di salvaguardia dellʼabitato”. A Salvatore Cocina, allʼepoca numero uno della Protezione civile regionale, il Gup contesta lʼaver redatto un pisano di ripristino della funzionalità idraulica di torrenti di Scaletta “carente ed inadeguato” e, per Messina, omesso di prevedere per le zone “calde” di Giampilieri unʼadeguata protezione, nonostante fossero limitrofe allʼarea interessata dallʼalluvione del 2007. (A.C.) pagina 17 cartina è segnata in rosso: R4, rischio “molto elevato”. Esattamente la stessa catalogazione che hanno intere porzioni di Briga e Scaletta, altre zone che il primo ottobre piangeranno i loro morti. Anche Itala è censita in “rosso”, tra i rioni Mannello e Quartarello, e Pezzolo, e così Altolia e Molino. Mili san Pietro, infatti, aveva incassato il massimo in pericolosità (P5). E puntuale, Mili san Pietro è stata spazzata via da un torrente di fango nel 2007 e nel 2010, a marzo. Cambia il santo, ma la situazione resta uguale. Anche a Mili San Marco, pericolosità e rischio si attestavano sul massimo, così come Santo Stefano Briga. Infilava due “3” la zona di Galati, e si risaliva al massimo per Pezzolo ed Altolia, devastate dallʼalluvione del primo ottobre del 2009. Questo perchè nella zona sud di Messina, oltre allʼespansione edilizia selvaggia, la parte del leone la fa da sempre la conformazione geomorfologica delle colline, la cui composizione argillosa favorisce lo “scivolamento” delle placche lʼuna sullʼaltra. Che provocano le frane. Il censimento del comune di Messina rilevava infatti, allʼepoca, due movimenti nella zona di Briga marina: uno di “scivolamento” a san Placido ed uno di “crollo/ribaltamento” a Ponte schiavo, giusto qualche metro sopra lʼautostrada A18. Anche a Santa Margherita, le mappe riportano di una “frana complessa” tra Piano bagni e santa Barbara, così come a Runci è in atto uno “scorrimento” di materiale verso valle sopra Puntale Santa Lucia. In pratica, che in quelle zone prima o poi si sarebbe verificata una tragedia, al comune di Messina lo si sapeva. Da almeno un mese prima che accadesse. (A.C.) Sicilia 22 MARZO 2013 centonove LIPARI. L’ex sindaco Mariano Bruno avrebbe intascato indebitamente migliaia di euro per viaggi istituzionali I collezionisti di rimborsi Nel mirino della procura di Barcellona 27 indagati tra vigili, assessori e funzionari. C’è chi si faceva la vacanza a Panarea, si portava in albergo l’amante, o pagava la cena agli amici. A spese del comune DI GIANFRANCO CUSUMANO LIPARI. Che il “capitolo” rimborsi fosse un argomento che “scottava” Marco Giorgianni, attuale sindaco di Lipari, lʼha capito subito. Sin dal momento dellʼinsediamento non solo ha sensibilmente ridotto le somme da cui attingere per i viaggi istituzionali sulla terra ferma, ma ha cominciato una dieta a base di panini per ridurre il più possibile le spese a carico dellʼente che guida. Non potevano passare inosservate le continue visite delle fiamme gialle negli uffici comunali alla ricerca di ricevute e scontrini. E neanche lʼinterrogazione a firma dellʼex consigliere di opposizione, oggi presidente del consiglio, Adolfo Sabatini. La bomba giudiziaria è esplosa quasi tre anni dopo la vittoria elettorale. Ad essere travolto lʼex sindaco Mariano Bruno, attuale consigliere comunale, i vigili urbani Francesco Cataliotti e Aldo Marino, i funzionari Stefana Salmieri e Francesco Rando, Domenico Russo (oggi in pensione). Altri 21 soggetti sono stati iscritti nel registro degli indagati. Tutti avrebbero falsificato rimborsi spese per missioni istituzionali (o contribuito alla presunta truffa). Il periodo contestato va dalla data del 1 gennaio 2009 al 3 novembre 2011. Secondo i militari, dopo i viaggi gli indagati presentavano documenti non regolari per spese non rimborsabili, incassando somme non dovute per oltre 31 mila euro. Con la compiacenza degli uffici che evitavano di indagare sulle alterazioni, spesso a penna, o palesi cancellature, nelle pezze dʼappoggio. Nella maggior parte dei casi, secondo il certosino lavoro della Guardia di finanza mamertina guidata dal capitano Antonio Ranaudo, che sullʼargomento mantiene il massimo riserbo, i documenti allegati risultavano modificati negli importi, nelle date o erano privi dei requisiti richiesti dalla normativa, mentre in altri ancora le missioni dichiarate erano del tutto fittizie. I finanzieri hanno rilevato perfino scontrini e ricevute riferiti all' acquisto di cd musicali o di regali. Sarebbero state accertate missioni create ad arte in coincidenza di eventi folcloristici o di ricoveri medici in cliniche di altre regioni, o richieste di rimborso per missioni mai effettuate, come pure l'alterazione di documenti fiscali per aumentare di qualche euro l' importo liquidato. Ad usufruirne anche presunte amanti. Un ex assessore in viaggio istituzionale a Berlino tra il 10 e il 15 marzo 2009 ha presentato una ricevuta fiscale per un pernottamento a Catania, in attesa del volo omettendo di “rappresentare” che comprendeva anche quello dellʼamante. La stessa donna che lo ha accompagnato anche in trasferte a Patti, Milazzo e Palermo. La fetta più Il capitano Antonio Ranaudo Mariano Bruno consistente di rimborsi incassati, grazie a ricevute fiscali e fatture taroccate, l'ha percepita l'ex sindaco e attuale consigliere comunale Mariano Bruno che ha raggiunto i 10 mila euro e 649. Settantasette i rimborsi finiti nel mirino dellʼautorità giudiziaria. Continui i viaggi a Roma. Lʼex sindaco, secondo lʼaccusa, si accontentava di poco: 10 euro del sevizio Taxi diventavano 16. Alcune ricevute venivano conservate e poi modificate non tanto nel costo ma nella data. Ad esempio una fattura emessa sempre da un servizio di taxi il 2/2/2008 veniva presentata in occasione di un altro viaggio con la data 2/12/2008. Biglietti del treno per due passeggeri venivano spacciate per il costo di uno (la cabina era doppia). A seguire nella classifica dei rimborsi ottenuti grazie alla falsificazione dei giustificativi di spesa, l' ispettore di polizia municipale Francesco Cataliotti, che ha incassato 5 mila e 913 euro; l'elenco prosegue con un secondo ispettore dei vigili Aldo Marino, che ha ricevuto rimborsi per 3 mila e 445 euro; Domenico Russo, l' ex dirigente comunale del IV settore già comandante della polizia municipale, ha invece ricevuto 2 mila e 181 euro, seguito dall' ex assessore Corrado Giannò con rimborsi per 2 mila e 82 euro. Secondo il castello accusatorio, in poche parole, più che le figurine dei calciatori a Lipari si collezionavano ricevute, fatture e biglietti di mezzi di trasporti. Bastava cambiare una cifra, utilizzare il bianchetto per modificare la data, ed ecco mettere da parte qualche euro di rimborso, nel migliore dei casi si pagavano le ferie a Panarea. Come viene contestato ai vigili Francesco Cataliotti e Aldo Marino accusati di avere presentato decine di fatture rilasciate da un ristorante e da unʼaffittacamere di Panarea in occasione di visite private e spacciate per viaggi di servizio. In alcuni casi Marino avrebbe richiesto rimborsi senza essere fisicamete presente a Panarea. Allʼassessore Domenica Sparacino, invece, anchʼessa indagata assieme allʼattuale componente della giunta Giacomo Biviano, viene contestata di avere richiesto rimborsi per lʼaffitto di unʼautovettura a Benevento e un viaggio tra Lipari e Napoli con ricevute imputabili ad altre persone. ZOOM Ecco l’elenco degli scontrini ‘pazzi’ Le modifiche alle ricevute avvenivano a penna o con grossolane cancellature. L’elenco LIPARI. Lo zero diventava sei. Il sei veniva trasformato in otto. Il due in quattro. Nelle ricevute e nei biglietti di mezzi pubblici presentate al comune di Lipari i numeri avevano doppie e triple personalità. Bastava un colpo di penna. L' ex sindaco e attuale consigliere comunale Mariano Bruno ha raggiunto i 10 mila euro e 649. A seguire nella classifica dei rimborsi ottenuti grazie alla falsificazione dei giustificativi (secondo la procura), l'ispettore di polizia municipale Francesco Cataliotti, che ha incassato 5 mila e 913 euro; il collega Aldo Marino 3 mila e 445 euro; Domenico Russo, l' ex dirigente comunale del IV settore, 2 mila e 181 euro; l' ex assessore Corrado Giannò con rimborsi per 2 mila e 82 euro. Non pagina 18 era da meno l'ex assessore Domenica Sparacino, con 1.926 euro; Giuseppe Longo, ex presidente del consiglio comunale con 1.107 euro; l' ex consigliere e assessore Giacomo Biviano, 786 euro di rimborsi; Anna Maria Paola Spinella, nella qualità di assessore pro tempore rimborsi per 650 euro; Giuseppe Finocchiaro, assessore ha avuto come rimborso la cifra di 522 euro; Lucio D' Ambra, dipendente, 330 euro; Francesco Subba, dirigente, 275 euro; Giosuele Fonti, consigliere pro tempore 269 euro; Natale Famà, assessore pro tempore 208 euro; Antonino Fiore, dipendente 106 euro; Ivan Ferlazzo, ex assessore, 104 euro; Antonino Cincotta, dipendente, 95 euro; Felice Mirabito, consigliere pro tempore 68 euro; Francesco Guerrera, dipendente dell'ente, 61 euro; Caterina Bonsignore, dipendente 50 euro; Giuseppe Majuri, dipendente, 40 euro; Rita Mandarano e Francesco Rando, entrami dipendenti comunali, 37 euro a testa. Massimo D' Auria, assessore del tempo, 35 euro; Maria Rosaria Avino e Ivana Bonfante, dipendenti comunali, 22 euro a testa di rimborso. centonove Sicilia 22 MARZO 2013 LA STORIA. L’imprenditore di Sant’Agata Militello ha denunciato il racket in numerosi cantieri L’estorsione? Mai Amata Grazie alle sue denunce disposti arresti nel palermitano, sui Nebrodi e in Calabria. «La mafia da me non otterrà neanche un caffè». Tutto comincio con l’incendio di una Fiat 127 DI NINO DRAGOTTO SANTʼAGATA MILITELLO. «Le cosche del pizzo ed i loro ambasciatori non riusciranno ad estorcermi nemmeno un caffè». Antonio Amata Nocifora, 36 anni imprenditore di SantʼAgata di Militello, è un uomo che non conosce mezze misure. Nella vita e nel lavoro. Ne sanno qualcosa coloro che negli ultimi anni hanno tentato di ottenere denaro in cambio di protezione nei cantieri edili messi su dallʼimpresa di Amata. Come gli esponenti della ʼndrangheta cosentina al primo giorno dellʼapertura di un cantiere di lavoro. Cosa hanno ricevuto in cambio? Un paio di manette. Nonostante lʼetà, infatti, grazie alle sue denunce sono 15 gli estorsori finiti in galera. Dal palermitano alla Calabria, passando per i Nebrodi. «Chi non denuncia i suoi estorsori ha accettato di pagare il pizzo», taglia corto Amata che ha avuto il coraggio di opporsi alle intimidazioni Antonio Amata Nocifora, 36 anni in un territorio come quello presto in Sicilia, il lavoro in terra calabrese calabrese costipato dalla morsa presenta molti rischi. La morsa del racket dellʼomertà, facendo mettere in manette stringe. «Puoi consegnare i soldi anche a lʼesattore del racket, Simone Ferrise, Messina». Oltre alla sua azienda tempestivo e sbrigativo nel chiedere un nellʼappalto per lavori di sistemazione delle primo “fiorellino” di 6 mila euro. Lʼappalto acque reflue sono coinvolte lʼimpresa da un milione 428 mila euro per lavori di messinese di Gioiosa Marea, “Malfitano” e sistemazione di acque reflue nel territorio la subappaltatrice cosentina “Idrogeno” comunale di San Benedetto Ullano (San Marco Argentano). Antonio Amata, (Cosenza) faceva gola alle ʻndrine e così, non ci pensa due volte e racconta lʼemissario Simone Ferrise entra nel tutto al capitano Luigi Miele della cantiere appena aperto della ditta “Amata compagnia carabiniere di Rende, Costruzione” (srl di contrada Pirato – innescando lʼazione dʼintelligence dei SantʼAgata di Militello), intima al geometra detective in divisa nera del Norm e che presente nel box-uffici di seguirlo nella intrappola lʼambasciatore della ʻdrina. sua casa per un convincente sopralluogo Amata al Cine teatro Aurora, nella sua città, ambientale. Ritornato in cantiere il ha ricevuto il premio di testimone della geometra incontra gli operai ed insieme Legalità. Ad Amantea, in Calabria, durante informano lʼimprenditore Antonio Amata la manifestazione organizzata dalla Fai della loro intenzione di rientrare al più (Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiana) il giovane imprenditore siciliano sarà ospite dʼonore, pietra angolare nella lotta a boss e picciotti del pizzo. Antonio Amata, una gavetta iniziata a sette anni con il padre Vincenzo, non vuole passare per un eroe solitario, non cerca le medaglie assegnate postume a Libero Grasso, ma reclama per chi ha il coraggio di denunciare tutti i volti delle mafie e delle ʻndranghete, sgravi fiscali e tutela legale per le imprese autonome e solidarietà dalle istituzioni. Sa di avere puntate addosso oltre 15 pistole con pallottole in canna, tante quanto sono gli uomini del pizzo che ha denunciato in più vicende, non mettendo nel conto i malviventi associati finiti in manette per effetto domino. «Oggi lo Stato soffoca le imprese di tasse, soldi in cassa le imprese non ne hanno più, il pizzo non può essere onorato, e gli imprenditori chiamati dagli estorsori - carne da macello- cominciano a ribellarsi», punta lʼosservatorio sul fenomeno in evoluzione del rapporto tra le cosche malavitose , le loro vittime e la presenza dei rappresentanti legali dello Stato. Da tre anni, vicepresidente dellʼAcis (associazione antiracket di SantʼAgata), Antonio Amata assistito dalla fidanzata avvocato Stefania, con il suo esempio non arretra di un passo con nella lotta di resistenza civile e difesa della legalità per sconfiggere chi impone ordini minacciando la sicurezza di ogni cittadino. Riservato nel fare beneficienza a chi soffre per lʼindigenza o è dignitoso nella povertà, lʼimprenditore santagatese non vuole apparire come Robin Hood della legalità perché le sue convinzioni nel rapporto con il mondo del lavoro ed il rispetto delle istituzioni nascono da quando ancora bambino ignoti incendiari bruciano la macchina di famiglia, la 127 Fiat parcheggiata sottocasa, in contrada Salaraona. Per essere meglio sorvegliata dai carabinieri la famiglia del costruttore Vincenzo Amata Nocifora (ha realizzato lʼospedale, il palazzetto sport Auxlium, ed altre importanti opere pubbliche della città) uno dei primi a denunciare i malaffare di tangentopoli, è costretta a risiedere in città, in pieno centro storico in via Campidoglio, ed il piccolo Antonio con il fratello Calogero e la mamma Maria hanno dovuto lasciare la casetta di campagna per andare ad abitare presso parenti a Pordenone. A 12 anni lʼintraprendente Antonio rientrato in Sicilia costituisce la società insieme al fratello, ed a 14 anni mette in assetto lʼimpresa individuale “Amata Costruzioni srl”. Il primo grosso lavoro, con appalto di 5 miliardi di lire nella laguna di Venezia, dove conosce la delinquenza slovena che lo danneggia in attrezzature di cantiere. Poi conosce il volto della mafia locale. Ad Alcara Li Fusi non accetta i subappalti da ritorsione. A Rocca Caprileone reagisce alla intimidazione dei un grosso Caterpillar bruciato e costruisce il ponte sul torrente della città comprando altri automezzi nuovi. A Licata rifiuta di pagare 70 mila euro di fatture gonfiate presentate da ditte e fornitori della mafia. A Termine Imerese, come in uno spettacolare film dʼazione poliziesco, nelle strade della zona industriale, partecipa allʼoperazione con i carabinieri mimetizzatisi ed il successivo soccorso dellʼelicottero dei “rambo”, contribuendo alla cattura dellʼestorsore che a chiusura del cantiere di lavoro aveva chiesto il pizzo di 50 mila euro. ZOOM Acis, tutti pazzi per Antonio A manifestare solidarietà al collega l’associazione dei commercianti SANTʼAGATA MILITELLO. Nella sede dellʼAcis (Associazione commercianti imprenditori santagatesi) in via Giotto, tutti i componenti del coordinamento provinciale Fai (Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiana) insieme al presidente nazionale Giuseppe Scandurra hanno voluto manifestare la solidarietà e la testimonianza al giovane imprenditore Antonio Amata, ribellatosi agli estorsori in Calabria. Insieme al coordinatore provinciale provinciale Biagio Indriolo erano presenti Nino Raimondi, Sergio Sidoti, Giuseppe Fo- pagina 19 ti, Giuseppe Notaristefano, Francesco Arcadi, Sofia Capizzi, Felice Di Natale,Salvatore Barresi,Enzo Mammana, Carmelo Ioppolo, Giuseppe Foti, presidente dellʼAcis ha elogiato lʼoperato del vice presidente Antonio Amata, esprimendogli la completa vicinanza dellʼassociazione antiracket santagatese: “Saremo tutti al suo fianco in qualunque momento e con ogni mezzo di cui disponiamo perché il sue esempio deve servire da sprone e dʼesempio per tutti quegli imprenditori, che ancora oggi vedono fiaccata e svilita la propria dignità di lavoratori e di cittadini onesti». Già nel 1993, poco dopo la nascita dellʼAcis, Biagio Amata, padre dellʼimprenditore, aveva intrapreso la strada della legalità denunciando le richieste di pizzo subite e decidendo quindi di non arrendersi alla malavita. Il figlio, avendo preso la guida della ditta edile di famiglia, ha continuato sulla strada tracciata dal padre si è sempre ribellato agli episodi estorsivi di cui è stato vittima. (N.D) Sicilia 22 MARZO 2013 centonove Accanto, le due formelle che verranno collocate nella via dedicata a Peppino Impastato nel rione Case Gialle, ora intitolato a Santo Annibale di Francia, il prossimo 23 marzo. Una terza formella troverà invece posto a Forte Petrazza con una cerimonia, fissata per il 12 aprile MESSINA. A Bordonaro, due formelle raffiguranti il giornalista ucciso dalla mafia Impastato ad... arte Realizzate dall’artista Gaetano Mammano, saranno collocate il 23 marzo nella via dedicata all’eroe dei “Cento passi”. Chiudendo le celebrazioni del “Giorno della memoria” MESSINA. Non solo lʼappuntamento canonico organizzato da “Libera” per la “Giornata della Memoria e dellʼimpegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, ma anche un simbolo della lotta alla criminalità organizzata che si traduce in unʼopera dʼarte offerta alla città. A Messina, infatti, archiviato lʼappuntamento di giovedì 21 di fronte al Tribunale, dove, nellʼambito dellʼiniziativa “Semi di giustizia, fiori di responsabilità”, sono stati scanditi i nomi delle oltre ottocento vittime innocenti delle mafie ed è stato letto un brano in ricordo del sindacalista Placido Rizzotto, il 23 sarà la volta dellʼiniziativa portata avanti dallʼassociazione "Cantiere Sociale", che ha deciso di ricordare la figura di Peppino Impastato affidandosi a Gaetano Mammano, un artista con un rapporto passionale con la scultura che ha deciso di impreziosire un quartiere periferico della città realizzando due formelle con il volto del giornalista di Cinisi ucciso dalla mafia. Si tratta di due opere in terracotta smaltata, per la cui esecuzione lo scultore e orafo si è pagina 20 affidato anche agli artisti Nino Bruneo e Pippo Martino. La presentazione dei bassorilievi alla stampa messinese si era già svolta nella galleria Orientale Sicula, in via Mario Giurba 27. “Committente” dei due bassorilievi è il quotidiano online messinese “Nuovo Soldo”. Diversi dei suoi redattori, infatti, erano stati tra i promotori dellʼintitolazione di una via del centonove Sicilia 22 MARZO 2013 A sinistra, un disegno preparatorio per le formelle dedicate a Peppino Impastato. Accanto, Gaetano Mammano a lavoro sulle formelle. Artista a tutto tondo, scultore di rara forza espressiva e di consumata perizia. Un orafo di vulcanica inventiva e raffinata esecuzione, Mammano, in cui si sommano e si combinano la memoria storica degli antichi artefici e le provocazioni dellʼarte contemporanea, in un insieme che dopo essere stato amalgamato e reinterpretato viene restituito in una creazione originale, mai riproposizione piatta di antiche realizzazioni quartiere “Case gialle” di Bordonaro proprio a Peppino Impastato. Il drappo delle due lapidi, dedicate al “martire della mafia e onore della Sicilia”, fu tirato giù dal presidente della Commissione parlamentare antimafia il 26 maggio di qualche anno fa. Erano presenti il sindaco, il prefetto, il questore, alti ufficiali dei carabinieri e della Guardia di finanza, il parroco e i suoi coadiutori rogazionisti. In quella stessa occasione partì la petizione per intitolare lʼintero quartiere a SantʼAnnibale Maria di Francia, che successivamente è stata portata a compimento. Ma, nelle lapidi, lʼeffigie di Peppino Impastato era rimasta provvisoria. Il 23, finalmente, saranno collocate le due formelle e la redazione del quotidiano online, in stretta collaborazione con il presidio messinese di Libera, ha organizzato la cerimonia, punto finale di un percorso partecipato di consapevolezza, di legalità e di impegno antimafia. Lʼitinerario condiviso vedrà coinvolte diverse realtà del quartiere, scuole, parrocchie e i Centri di Aggregazione Giovanile del Comune. pagina 21 Una terza formella, donata sempre dallʼartista, sarà collocata il 12 aprile al Parco di Forte Petrazza, nei locali che ospitano diverse realtà che operano da anni nel sociale come Fondazione di Comunità, Ecosmed, Consorzio Sole e, fino a qualche tempo fa, Radio Street. CHI È MAMMANO. Alla nobile tradizione dei maestri orafi messinesi, che erano spesso anche pittori, incisori, scultori, cesellatori e qualche volta anche architetti, si inscrive sicuramente Mammano, artista a tutto tondo, scultore di rara forza espressiva e di consumata perizia. “Un orafo di vulcanica inventiva e raffinata esecuzione, in cui si sommano e si combinano la memoria storica degli antichi artefici e le provocazioni dellʼarte contemporanea, in un insieme che dopo essere stato amalgamato e reinterpretato ci viene restituito in una creazione originale, mai riproposizione piatta di antiche realizzazioni e mai stanca ripetizione di lavori precedenti da lui stesso eseguiti. Lʼattrazione per i miti mediterranei e le tradizioni storiche, mescolata in una geniale intuizione artistica, rendono le realizzazioni di Mammano opere ricche di un fascino senza tempo che sfidano temerariamente le produzioni standardizzate di molta produzione orafa contemporanea. E nella scultura affondano le tracce più profonde della sua creatività che si concretizzano nellʼuso dellʼantica tecnica della cera persa sia quando egli si cimenta con materiali come la terracotta o il bronzo sia quando, più frequentemente, modella le cere per la realizzazione dei suoi gioielli”. (da G. Martino, “Le mani, la mente, il cuore. Mammano”). Sicilia 22 MARZO 2013 pagina 22 centonove centonove Sicilia 22 MARZO 2013 LETOJANNI. Scoperto per caso da Dolce & Gabbana è protagonista di una campagna internazionale Rosario, u modellu Il volto dello studente universitario appare nei cartelloni pubblicitari di tutto il mondo con top model come Monica Bellucci e Bianca Balti. Ma non è l’unico siciliano DI ENRICO SCANDURRA LETOJANNI. Da allenatore di giovani leve calcistiche di Taormina a modello per una griffe internazionale. La storia di Rosario Lo Monaco, classe 1990, è proprio questa. Nel giro di pochi mesi è diventato uno dei ragazzi più invidiati dʼItalia. Letojannese purosangue è come se non fosse accaduto nulla da quando, nel giugno del 2012, fece il primo provino proprio come modello per una sfilata indetta da Dolce&Gabbana, niente poʼ poʼ di meno che a Milano. Ma nonostante questa nuova avventura sia già cominciata da poco, da quel momento non è cambiato nulla nella vita di Rosario, Saro per gli amici. Proprio questi ultimi lo vedono ormai come un “modello”…e che modello. Si, perché nella sua assoluta semplicità riesce, attraverso quegli scatti fotografici, oramai presenti assiduamente sulle testate giornalistiche più importanti dʼItalia, ad essere amato da tutti, anche da chi non è un appassionato di moda. Ma comʼè iniziata la storia di Saro, e soprattutto, chi è stato lʼartefice? «Fu una mia parente, mia madrina – confessa Rosario, 22 anni, studente universitario – che agli inizi di giugno dello scorso anno mi annunciò la lieta notizia. Mi propose di partecipare ad un evento di Dolce&Gabbana. Si chiamava “Mans Summer Fashion Show”, che si sarebbe tenuto a Milano il 24 giugno». Dunque dopo le prime selezioni allʼHotel Timeo di Taormina, Rosario fu indicato e Rosario Lo Monaco con Bianca Balti. In alto con Monica belllucci. Sotto con Dolce promosso, assieme ad altri due letojannesi, Marco Lo Monaco famiglia normale, come tutte le altre. La (suo cugino) ed Enzo Capizzi. I tre madre, Cettina, è unʼinsegnante di volarono a Milano assieme ad altri Educazione fisica; il padre, Enzo, conterranei, e, guarda caso, scelti nel gestisce una palestra, proprio al centro di “bacino taorminese”. «Arrivati a Milano, dopo aver fatto conoscenza con Dolce, ci Letojanni. «I miei genitori mi hanno fatto crescere a contatto con lo sport presentarono Gabbana – spiega ancora sottolinea - È la mia vita. Tra lʼaltro mia Rosario – Al Metropol, il loro locale, madre giocò nella serie A di pallavolo, soffiava unʼaria particolare. Davvero nella stagione 1972-1973, proprio nella stellare. Tutto era curato con la dovuta squadra di Letojanni. Ma questa è meticolosità. DʼAltronde eravamo a unʼaltra storia». Milano, la capitale italiana della moda». Dopo la tre giorni a Milano, Rosario Racconta Rosario, e parlando della sua ritornò a Letojanni, tra gli occhi indiscreti prima esperienza alla corte degli stilisti della gente del posto che nel frattempo più intrepidi e innovativi dʼItalia, ha un aveva appreso dai giornali della sfilata pensiero anche per loro. «Sono milanese. «Le domande più frequenti dei formidabili. Unici nel loro genere – miei amici, ma anche degli adulti, afferma – E poi sono molto alla mano. riguardavano soprattutto le modelle – Dai loro gesti si intravede la semplicità di continua scherzando – Mi chiedevano se chi si è fatto da sé, senza lʼaiuto di fossero così belle come apparivano sulle nessuno. Loro vengono dalla gavetta. riviste. Io rispondevo sempre dicendo Proprio come me». E infatti la sua è una pagina 23 che per me era stata una bellissima esperienza, ma tutto sarebbe finito lì. Non credevo che mi avrebbero richiamato. E invece…». E invece a ottobre ecco che lo studente -modello venne chiamato per la seconda volta per una campagna pubblicitaria, sempre organizzata da Dolce&Gabbana per la Primavera-Estate 2013. «Furono altri tre giorni estenuanti, ma nello stesso tempo indimenticabili – dice entusiasta – Le foto scattate in quegli istanti sono adesso sui cartelloni pubblicitari di tutto il mondo ci sono le mie foto assieme ad altre modelle ed attrici di livello internazionale, come Monica Bellucci, Bianca Balti, Bianca Brandolini e Kate King. È davvero fantastico». Per la cronaca gli scatti furono eseguiti nella location della baia di Mazzarò, proprio in terra sicula. Dopo circa tre mesi ci furono nuovi contatti, sempre intensificati dalle continue chiamate che arrivavano periodicamente a casa Lo Monaco. Tra il gennaio e il febbraio dellʼanno appena iniziato, Saro venne riconfermato assieme ad Enzo Capizzi. Nello stesso periodo i due partirono per Milano con unʼaltra new entry letojannese, Gabriele Cannavò, per la campagna pubblicitaria invernale. Esperienze, queste, che avrebbero potuto far maturare in Rosario la consapevolezza di voler sfondare nel mondo dello spettacolo. E invece è proprio lui a smentire categoricamente ogni cosa, e a mettere un poʼ dʼordine. «Le mie priorità? Prima di tutto la famiglia, poi lo studio, gli amici e successivamente il mondo dello spettacolo, sempre se ci sarà spazio anche per quello – conclude – Bisogna stare con i piedi per terra, e lavorare assiduamente giorno dopo giorno per costruirsi il proprio futuro. Intanto mi godo questi momenti che rimarranno per sempre nella mia mente». Ha le idee chiare Rosario, anzi chiarissime, in un periodo come questo in cui le certezze mancano quasi a tutti. Qui Scuola 22 MARZO 2013 POESIA. I PROGETTI CULTURALI DEL MECENATE ANTONIO PRESTI IN UNA SFIDA CHE COINVOLGE CENTINAIA DI STUDENTI L’offerta di Fiumara d’arte MESSINA. Si chiamano "L'offerta della Parola – La Grande Madre/ A ʻRanni Matri" e “La Bellezza della Costituzione” i due progetti culturali della Fondazione Fiumara d'Arte anche questʼanno donati ai comuni siciliani e che coinvolgono bambini delle elementari e ragazzi delle scuole medie e dei licei. La sfida è coinvolgere in un percorso di crescita etica e civile i giovani attraverso il linguaggio della Poesia unica parola pura che nel mondo contemporaneo si è sottratta alla mercificazione e alla sua speculazione. La Poesia è pilastro portante anche del Rito della Luce di Motta dʼAffermo dal 21 al 23 giugno, che torna quest'anno alla sua quarta edizione, nei giorni delle porte solstiziali ai piedi della "Piramide 38° Parallelo" di Mauro Staccioli. I ragazzi, insieme con i grandi poeti, saranno protagonisti del Rito della luce Rito, metafora di un percorso di rinascita, ponte lanciato verso il sul tema de “La Grande Madre/A ʻRanni futuro delle nuove generazioni. “Mai come Matri”e su quello de “La Bellezza della in questo momento- dice Antonio PrestiCostituzione”. Particolare rilievo si è inteso credo che il mondo abbia bisogno di una dare anche questʼanno alla produzione luce rigeneratrice. Se penso poi che ogni poetica in dialetto e allʼapprofondimento nascita, viene definita come venire alla della storia del dialetto siciliano in un luce, spero che chi verrà alla Piramide momento storico in cui è diventata legge possa attingere la forza per una rinascita regionale lʼinserimento della materia nelle interiore”. Nei progetti sono coinvolti alcuni scuole di ogni ordine e grado. “Antonio dei più importanti nomi della poesia Presti con i suoi progetti disegna contemporanea, nazionale ed unʼimmagine di territorio ridando dignità, internazionale: Antonella Anedda, Franco Arminio, Maria Attanasio, Angela Bonanno, identità e prospettiva di crescita culturale, sociale ed economica ad una collettività Mariangela Gualtieri, Biagio Guerrera, smarrita” dichiara il Sindaco di Motta Jaroslaw Mikolajewski, che incontreranno dʼAffermo, Nunzio Marinaro“ il gli studenti nelle scuole alternandosi nei coinvolgimento dei giovani è un altro mesi di marzo e aprile. La Fondazione “dono” , unʼintuizione altamente meritoria Fiumara d'Arte di Antonio Presti da mesi perché attraverso lʼeducazione si prepara lavora nel Parco delle Madonie e i comuni lʼuomo di domani.” Il percorso didattico del Parco di Fiumara d'Arte (Castel di sarà riproposto ogni anno per segnare una Lucio, Castel di Tusa, Mistretta, Motta generazione "altra" e per questo le scuole, d'Affermo , Pettineo, Santo Stefano di riconoscendone lʼeccezionale valore, Camastra, Reitano, Tusa). Gli studenti, hanno già creato una rete a sostegno del preparati dai docenti all'incontro con i poeti progetto che unisce idealmente, sotto una attraverso lo studio e l'approfondimento stessa “bandiera” di impegno etico e civile, delle opere e della loro storia, sono stati i due territori del Parco dei Nebrodi e del invitati anche a comporre versi in dialetto I POETI NELLE SCUOLE G 22 MARZO - Ore 9 Biagio Guerrera allʼIstituto comprensivo di Tusa Angela Bonanno alla scuola elementare S. Stefano di Camastra e Mariangela Gualtieri allʼITT e ITA Caronia a S. Stefano di Camastra G Ore 11 - Angela Bonanno alla scuola elementare e media di Castel di Tusa; Biagio Guerrera allʼIstituto Artigianelli- Engim Cefalù G Ore 15 Cefalù Guerrera incontra i docenti delle scuole presso il Liceo Artistico di Cefalù G 23 MARZO Ore 9 Cefalù Gualtieri al Liceo “Mandralisca”; Biagio Guerrera allʼITCG “Jacopo Del Duca”; Bonanno allʼIstituto “Botta” G Ore 11 Mariangela Gualtieri al Liceo artistico “Bianca Amato” e Biagio Guerrera allʼIPSOA centonove Parco delle Madonie. Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara dʼArte dice : “Questo è il più grande dono fatto al territorio e soprattutto ai giovani che dovranno esserne custodi e strenui difensori, dare loro lʼopportunità di fare cultura attiva , attraverso il confronto diretto con i più grandi poeti contemporanei “ e aggiunge “donare alle scuole occasioni di didattica di eccellenza con progetti che si calano e arricchiscono i programmi didattici, avvicinare la poesia e la figura del poeta alla vita e alla sensibilità dei giovani che saranno la società del domani, significa creare una generazione nuova e libera di cittadini illuminati... il mondo di oggi e ancor di più quello di domani ha bisogno di nutrirsi di Poesia”. Il mese di marzo vedrà il via del Grand Tour della Poesia. Gli incontri con i poeti proseguiranno ad aprile e si concluderanno in giugno con il Rito della Luce della Piramide 38° Parallello a Motta DʼAffermo. La presenza dei grandi poeti nelle scuole sarà anche occasione di crescita della comunità civile. Biagio Guerrera, direttore artistico del progetto: “Penso alla poesia come pratica etica e conoscitiva, come pane che ci nutre, come modo di guardare al mondo, di aprirsi alla vita per lasciarsi sorprendere e attraversare. Eʼ "questa intelligenza del cuore" che vogliamo trasmettere ai giovani delle scuole che incontreremo nel territorio e nelle letture pubbliche a Pettineo e Cefalù”. APPUNTAMENTI Reading a Pettineo e Cefalù I POETI SARANNO protagonisti di Reading pomeridiani, in luoghi particolarmente suggestivi del territorio, aperti alla cittadinanza, alle associazioni e a tutti coloro vi vorranno partecipare. Si comincia con Pettineo che venerdì 22 marzo presso il Centro Servizi, Area artigianale, ospiterà il primo dei due Reading previsti e si proseguirà sabato 23 marzo a Cefalù. Nel centro arabo-normanno arriveranno importanti poeti nazionali e internazionali che incontreranno i ragazzi nelle scuole, nel pomeriggio i docenti e in serata la cittadinanza. Poeti nazionali, poeti locali e ragazzi che hanno scritto poesia si ritroveranno presso uno dei luoghi più suggestivi del centro storico di Cefalù, la Chiesa di Santo Stefano , e daranno vita ad un intenso momento di ascolto e rigenerazione attraverso il verso e la musica. “Se il racconto è memoria viva, lo è ancor di più la poesia - dice il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina - che affonda le sue radici nellʼanima, dandone una lettura sacralizzata nel tempo e nello spazio”. Il progetto questʼanno vede gli studenti impegnati anche nella realizzazione di bandiere-quadro ispirate sia al tema de “La Grande Madre” che a quello de “La Bellezza della Costituzione” che verranno donate durante due grandi manifestazioni a maggio, allʼOspedale San Raffaele-Giglio di Cefalù a sostegno della lotta contro la chiusura del Punto nascite, e allʼOspedale Ss Salvatore e al Tribunale di Mistretta contro la chiusura di questi due importanti presidi dello Stato sul territorio. ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith Scatti d’anzianità e mobilità DOPO LUNGA ATTESA, nella giornata del 13 marzo sono maturati due eventi significativi e importanti per il personale della scuola: la sottoscrizione dellʼintesa che riconosce a tutto il personale lʼanno 2011 ai fini dellʼanzianità, con il pagamento dello scatto a coloro che hanno maturato lʼanzianità di servizio - compresi gli arretrati - e la pubblicazione dellʼordinanza ministeriale della mobilità per lʼa.s. 2013-2014. Lʼintesa degli scatti di servizio, sottoscritta dalla Cisl, Uil, Snals e Gilda e non anche dalla Cgil, chiude una vertenza iniziata ai primi di dicembre del 2011 e che, dopo proteste, stati di agitazione e scioperi, ha portato alla firma allʼAran dellʼipotesi dʼaccordo il 12 dicembre 2012. Il pagamento degli scatti dʼanzianità dovrebbe avvenire con lo stipendio di aprile. I fondi necessari sono stati reperiti con risparmi operati sul fondo per il miglioramento dellʼofferta formativa (Mof), soluzione non condivisa dalla Flc Cgil perché ritiene iniquo lo scambio fra Mof e scatti d'anzianità. La diffusione delle disposizioni sulla mobilità è arrivata con un ritardo record che traspare con evidenza dalle scadenze fissate per la presentazione delle domande: il personale docente ed educativo ha tempo fino al 9 aprile, mentre il personale Ata ha a disposizione il periodo dal 13 maggio al – termine ultimo – 11 giugno 2013. Può presentare la domanda: il personale docente, educativo e Ata neo immesso in ruolo per ottenere la sede definitiva; il personale interessato alla mobilità volontaria, per ottenere una scuola di titolarità pagina 24 diversa, nello stesso comune, in comune diverso della stessa o di altra provincia; coloro che hanno perso la sede di titolarità a seguito di accettazione di incarichi a tempo determinato per più di tre anni, per ottenere una nuova scuola si titolarità; gli interessati alla mobilità professionale per il passaggio da una classe di concorso ad unʼaltra, anche di diverso ruolo, oppure da uno ad altro profilo per il personale Ata. Eʼ inoltre interessato alla procedura di mobilità il personale individuato soprannumerario nella scuola di titolarità, per riduzione dellʼorganico. Le domande di mobilità territoriale e professionale del personale docente e Ata vanno presentate esclusivamente con la procedura on line, preceduta, per chi non lʼavesse già fatto, dalla registrazione. Solamente per il personale educativo e per i docenti di religione cattolica, per i quali sarà pubblicata apposita ordinanza, rimane la tradizionale procedura cartacea. Economia 22 MARZO 2013 centonove STATISTICHE. Lo studio dell’Istat sulle esportazioni delle aziende regionali all’estero Esportazioni double face Oltre il 70% delle merci vendute provengono dai petrolchimici. Gli analisti raccontano una Sicilia poco internazionalizzata e schiava dell’Oro Nero. Le ombre sul settore dell’agroalimentare MR SVIMEZ. Adriano Giannola DI ARMANDO MONTALTO PALERMO. Enogastronomia, cultura, green economy e terziario avanzato. In Sicilia il dibattito politico-culturale, da più di un decennio, è centrato su nuovi modelli di sviluppo. Ma la realtà fotografata dallʼIstat, invece, mostra unʼeconomia regionale trascinata dalle ciminiere. Nel 2012 la regione ha segnato un aumento nellʼexport del 21,2%. E il macrosettore dei prodotti raffinati nellʼisola ha segnato un aumento del 26,1%. Lʼultimo report dellʼIstat sulle esportazioni, inoltre, spiega che «tra le province con il più elevato contributo alla crescita dellʼexport nazionale, la più dinamica sui mercati internazionali è stata Siracusa». Sede dei più importanti stabilimenti petrolchimici italiani, che segna per il 2012 un aumento del 23,3%. Insomma, lʼexport siciliano ha una forte dipendenza dallʼoro nero che in termini assoluti, secondo i dati elaborati dallʼIce, vale quasi 17miliardi di euro. Contro i 341milioni dei Prodotti di colture permanenti, o i 260milioni di Prodotti di colture agricole non permanenti. Agroalimentare. I valori delle tipicità dellʼenogastronomia, mostrano valori differenti, alcuni settori sono in espansione, mentre altri segnano una profonda crisi. E così i dati Istat raccontano una crisi delle esportazioni per frutta e ortaggi lavorati, che valgono nel 2012 quasi 18milioni di euro. Segnando una contrazione del 22,6%. Lʼexport del vino segna, invece, un aumento del 2,6% pari a 99milioni di euro e il settore oleario esporta per 36milioni di euro,con un aumento del 23,4% sul 2011. Restano comunque dati infinitesimali paragonati ai miliardi di euro del settore petrolifero. Lʼagroalimentare, così mostra livelli dʼinternazionalizzazione per le imprese siciliane ancora molto bassi, che incidono in maniera minima sulla bilancia commerciale isolana. Dove? Nellʼimmaginario collettivo i prodotti siciliani sono molto apprezzati in tutto il mondo, si pensa spesso alle comunità isolane sparpagliate nei quattro angoli del pianeta avide di pasta, vino e torroni. I dati elaborati dallʼIce, invece, raccontano unʼaltra realtà. La Turchia, seguita dagli Stati Uniti e dalla Francia sono, in termini assoluti, i primi mercati di destinazione dei prodotti made in Sicily. Se ci limitiamo però ai prodotti della tavola le cose cambiano e troviamo così ai primi posti la Germania dove arrivano 288milioni di euro di prodotti alimentari seguita dalla Francia 278, Stati Uniti 120, Regno Unito 89 e la Svizzera 74. Il comparto, così, in termini assoluti vale poco più di un miliardo e mezzo di euro. Olio nero di Sicilia. Le cifre diventano, invece, iperboliche se si analizzano i dati dellʼinterscambio dei prodotti petroliferi. Così in Turchia si è esportato nel 2012 per 2miliardi e 305milioni di euro, in Slovenia si è superato il miliardo di export, come negli Stati Uniti (1.708milioni) e in Libia (1.165). Allarme Svimez. Insomma le esportazioni siciliane hanno un unico grande settore trainante che per volumi rappresenta il 70% dellʼexport. Su questi temi è intervenuto il presidente della Svimez Adriano Giannola. «Siamo ormai nella paranoia delle riforme strutturali, che si invocano per perpetuare un modello fallito - interveniva a margine di un convegno qualche giorno fa il presidente Svimez». Aggiungendo ancora che : «il rischio di desertificazione industriale è figlio della crisi delle attuali politiche di austerità e ha le sue ragioni lontane nelle scelte fatte negli anni 70, quando ci si è concentrati esclusivamente sul modello dei distretti, modello importante ma che da solo non può sostenere sui mercati mondiali un paese di 60milioni di abitanti. Mentre, continua Giannola, occorre diversificare. Le riforme italiane degli anni 50 e 60 erano effettivamente strumenti, nel senso che hanno avuto capacità di intervenire nellʼeconomia come fanno anche oggi Gran Bretagna e Francia con risorse pubbliche. Da noi oggi è da segnalare con favore questa esigenza di interventi APPROFONDIMENTI Previsioni di Res Leggero aumento dell’export per il 2013 PALERMO. Unʼattenta analisi della congiuntura economica siciliana è offerta dal Res, fondazione promossa e sostenuta da UnicreditGroup e dalla Fondazione Sicilia. Nellʼultimo report sulla congiuntura economica siciliana, riguardo i flussi economici con lʼestero, lʼIstituto spiega che: «A fronte di una più moderata crescita dellʼimport, dovuta anche alla debolezza della domanda interna, le esportazioni si confermano ancora in crescita nel comparto manifatturiero, con ritmi più dinamici rispetto agli anni precedenti». Aggiunge la nota del centro di ricerca che: «le esportazioni dirette della Sicilia registrano in complesso una crescita del 16,8%, che ha riguardato in particolare lʼindustria manifatturiera; fanno eccezione i prodotti dellʼagricoltura e le esportazioni del settore estrattivo, che mostrano un ridimensiona- mento rispetto ai trimestri precedenti. Le esportazioni non oil risultano complessivamente in crescita (+6,8%), passando da 2.226 milioni a 2.377 milioni di euro, mentre i flussi di import registrano un calo del 9,7%, imputabile al riduzione delle importazioni agricole e di molti comparti industriali». Lʼanalisi aggiunge, inoltre, che: «a fronte di una diminuzione dei prodotti agricoli in uscita (-12,4%), i prodotti della trasformazione alimentare hanno registrato una sostanziale tenuta (+1,4%); tra gli altri prodotti della trasformazione industriale va evidenziata la positiva performance dellʼelettronica, di apparecchi elettrici, elettromeccanica e meccanica. In ripresa rispetto al semestre precedente il comparto farmaceutico (+71,6%), mentre una leggera flessione interessa i prodotti della chimica (-9%). La raffinazione petrolifera, che rappresenta oltre il 70% dellʼexport regionale, ha mostrato in valore una crescita del 20%». E conclude che «le previsioni per il 2013 scontano una sostanziale conferma delle positive tendenze in atto, con una stabilizzazione dei flussi e una nuova crescita nel biennio successivo». pagina 25 strategici di politica industriale proprio da parte di Confindustria, giustamente preoccupata per le prospettive di desertificazione industriale». Internazionalizzazione. Il IV Rapporto della Fondazione Res (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia) sullʼinternazionalizzazione, presentato a dicembre 2012, metteva già in luce la dipendenza dal settore petrolchimico. «Il contesto generale restituisce un livello assai modesto di internazionalizzazione: in effetti, se si guarda alle tendenze di lungo periodo, emerge una persistente debolezza delle esportazioni siciliane sul totale nazionale: la quota delle esportazioni siciliane sul totale nazionale è bassa e statica. Questa debolezza risulta ancora più marcata se si considera la forte e crescente prevalenza della componente rappresentata dai prodotti petroliferi che attualmente incide per oltre il 70% delle esportazioni siciliane. Inoltre, è altrettanto modesto il grado di apertura internazionale, con poche imprese che esportano e ancor meno imprese che possono vantare rapporti produttivi con lʼestero. Se si guarda, in particolare, alla percentuale delle imprese esportatrici sul totale delle imprese attive, la Sicilia si colloca nettamente nella retroguardia delle graduatorie nazionali con solo lʼ1,6% di imprese esportatrici, rispetto al 2,7 del Mezzogiorno e al 6,9 del Centro-Nord. Altrettanto concentrati sono i mercati di sbocco delle esportazioni siciliane che vedono una chiara prevalenza dellʼUnione Europea che nel 2011 ha assorbito circa il 75% delle esportazioni non oil, mentre lievi progressi si registrano esclusivamente per alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo e per la Cina». Dalle parole di Giannola e dallo stusdio dal Res si evince, insomma, una difficoltà per lo sviluppo economico se lʼexport resterà basato su unʼunico settore. E così lʼindustria siciliana, ampiamente legata allʼoro nero, appare un modello da rinnovare se si vuole uscire dalla crisi. Economia 22 MARZO 2013 MESSINA. Il tribunale sentenzia: titolarità delle aree all’Autorità portuale Guerra per la Falce Sconfessato il Cga, che nel 2010 le aveva assegnate all’Ente porto. Pronto il ricorso, ma all’Ars due deputati del Pd preparano il “de profundis” per il punto franco. Ecco come DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La sentenza è stata accolta come “epocale”: tutte le aree della zona falcata di Messina rientrano sotto la giurisdizione dellʼAutorità portuale perchè demanio marittimo. A stabilirlo è una sentenza del tribunale civile di Messina, che ribalta di nuovo quello che il Consiglio di giustizia amministrativa, supremo organo amministrativo della regione Sicilia, aveva deciso nel 2011. E cioè che le aree fossero di pertinenza dellʼEnte porto. la controversia, nel giudizio civile, ha visto schierati da un lato lʼAuthority ed il ministero delle Finanze, contro Ente Porto e Regione Siciliana, in merito ad un procedimento avviato anni orsono dal comune di Messina sullʼoccupazione di aree demaniali. Partita chiusa, quindi? Nientʼaffatto. IL SECONDO TEMPO. Tra i soggetti che potrebbero proporre appello avverso alla sentenza di primo grado cʼè intanto lʼEnte Porto (attualmente commissariato con a capo il dirigente della Protezione civile regionale Bruno Manfrè, dopo una lunghissima presidenza di Rosario Madaudo), che non avendo più alcuna giurisdizione sulle aree della falce sarebbe impossibilitato a portare a termine, con tutta la calma del caso, il compito per il quale fu costituito nel lontanissimo 1954: la gestione del Punto Franco. Poi ci sarebbe anche la Regione Siciliana, in virtù di quanto prescrive lʼarticolo 32 dello Statuto: e cioè che “i beni del Filippo Panarello centonove demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella Regione, sono assegnate alla stessa, eccetto quelli che interessino la difesa dello Stato o i servizi di carattere nazionale”. Anche perchè Il Governo Nazionale, con il Decreto legislativo n. 179 del 01/12/2009, ha incluso la legge istitutiva del Punto Franco di Messina tra le norme, la cui permanenza in vigore è ritenuta indispensabile, e subito dopo è arrivato il decreto del 2011 col quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inserito la legge istitutiva dei punti franchi tra quelle “non abrogabili”. Chi non sembra essere dello stesso avviso, invece, è il governatore della Regione Rosario Crocetta. QUEL PUNTO NON SʼHA DA FARE. Subito dopo la sentenza è arrivata la mozione presentata allʼArs dai deputati messinesi del Pd Filippo Panarello e Pippo Laccoto, e Marcello Greco (Democratici Riformisti per la Sicilia), col supporto del presidente della Commissione attività produttive Bruno Marziano, democratico anchʼegli, con la quale si chiede la “soppressione immediata dellʼEnte autonomo regionale portuale”. Lʼoccasione che Crocetta attendeva da tempo: il presidente della regione, infatti, sembra più che propenso a mettere la parola fine alla lunga ed inconcludente avventura dellʼente porto. Dello stesso avviso è anche lʼassessore provinciale alla Pianificazione territoriale Michele Bisignano, che proprio a Crocetta ha scritto, sollecitandolo a firmare il decreto che metterebbe la pietra tombale sullʼorganismo regionale. Sullʼargomento è intervenuto anche il Movimento Cristiano Lavoratori di Messina, per bocca del presidente Giuseppe Bottaro. “Da tempo il nostro Movimento chiede la riqualificazione e il riutilizzo delle aree non utilizzate, in primis della Zona falcata. Siamo convinti - continua - che rivendicarne la restituzione sia un atto di responsabilità che vogliamo assumerci davanti ai cittadini e alle forze politiche. Il necessario rilancio socio - economico di Messina non può che essere collegato a un nuovo modello di sviluppo basato su investimenti privati che mettano assieme il rispetto dellʼambiente e la vivibilità della città”. Come? “Sconfiggendo le lungaggini burocratiche, le polemiche politiche, la sovrapposizione di competenze”, conclude la nota. ZOOM Il futuro? nelle mani dell’Authority Si sblocca l’iter per il piano regolatore dell’area. All’esame della Regione MESSINA. “Ancora non è arrivata alcuna impugnazione della sentenza, e non abbiamo sentore di eventuali richieste di appello. Ci incontreremo con il presidente Crocetta dopo Pasqua, e speriamo di trovare una soluzione definitiva”. Francesco Di Sarcina, segretario generale dellʼAutorità portuale, sul futuro non si sbilancia, ma sulla conclusione favorevole alle ragione dellʼente di cui è anche direttore tecnico è ottimista. E sul ventilato “conflitto di competenze” tra la sentenza del Cga e quella del tribunale civile risponde sicuro. “Il consiglio di giustizia si è pronunciato sulla legittimità amministrativa di alcuni atti, mentre il tribunale civile sulla titolarità delle aree. Ed ha stabilito che appartengono all?Autorità portuale”. E adesso? Si attende che si sblocchino le procedure per il piano regolatore portuale. Nello specifico, si rimetteranno in moto le procedure per la Vas, la valutazione ambientale, oggi in capo allʼassessorato regionale al territorio e non più di competenza ministeriale. E poi? “Poi speriamo che Crocetta firmi il decreto, e che si metta la parola fine”, conclude Di Sarcina. (A.C.) pagina 26 centonove Economia 22 MARZO 2013 MILAZZO. La Ram firma un protocollo in prefettura impegnandosi a verificare la condotta dei propri fornitori Raffineria di legalità La joint venture Eni - Kuwait nel 2012 ha speso 370 milioni di euro per servizi, manutenzione e tutela ambientale. Oltre 700 le aziende che orbitano attorno all’azienda Da sinistra Ivo Blandina, vice presidente di Confindustria Sicilia, il prefetto Stefano Trotta, l’Ad di Ram, Alessandro Gilotti DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Tolleranza zero contro estorsioni e aziende in odor di mafia. La Raffineria di Milazzo, raccogliendo lʼinvito di Confindustria Sicilia, ha deciso di dare un segnale forte in tema di legalità firmando un protocollo dʼintesa davanti al prefetto di Messina Stefano Trotta con il quale si impegna a rescindere il contratto con aziende aggiudicatrici di appalti la cui informativa antimafia, rilasciata dalla prefettura, non dovesse risultare positiva, o con le imprese che non dovessero denunciare eventuali richieste estorsive. Il colosso petrolifero, società paritetica ra Eni e Kuwait, è una stazione appaltante tra le più ricche. Settecento i fornitori che hanno avuto rapporti con lʼazienda negli ultimi anni. Nel 2012 sono stati affidati 270 milioni di euro di lavori e servizi (in particolare manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti). A cui si devono aggiungere 100 milioni di euro di investimenti. Cifre che dovrebbero essere riconfermate anche questʼanno. Il documento è stato sottoscritto alla Prefettura peloritana dal prefetto Stefano Trotta, dal vice presidente regionale di Confindustria Ivo Blandina e dall'Amministratore delegato di Ram Alessandro Gilotti. Un'iniziativa promossa dal Presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che nel 2012 ha sottoscritto con il Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, un protocollo di Legalità il cui ZOOM Rubavano benzina, nel mirino 10 operai MILAZZO. Tolleranza zero non sono negli appalti, ma anche nella dirittura morale dei dipendenti. Su denuncia dei vertici della Raffineria di Milazzo la procura di Barcellona ha notificato lʼavviso di conclusione indagine a dieci dipendenti della Ram coinvolti nell'indagine sul furto di benzina dagli impianti. Il sostituto procuratore di Barcellona, Fabio Sozio, ha concluso le indagini preliminari, delegate alla Guardia di finanza mamertina. Il pm ipotizza il reato di furto, con le diverse ipotesi aggravanti, di prodotti petroliferi già raffinati e per i quali tra l' altro non sono state pagate le accise alle casse dello Stato. Si trattava quasi sempre di furti di piccoli quantitativi per volta, taniche di benzina da 10 litri prelevati da singoli dipendenti della Ram. Tanta benzina quanto bastava per rabboccare il serbatoio della propria auto e di quella dei propri familiari. L' inchiesta sui furti di carburante era stata avviata dalla Procura di Barcellona a seguito di una denuncia circostanziata presentata dalla direzione aziendale della Raffineria. scopo è quello di rafforzare le condizioni di sicurezza e di legalità delle attività economiche e contrastare le infiltrazioni criminali. «Il Protocollo - spiega Montante - è il frutto di una intensa collaborazione tra il Ministero dell'Interno e Confindustria e si indirizza a tutte le aziende italiane che vogliono aderire a principi di condotta rigorosi e collaborare sul territorio con le autorità pubbliche al fine di migliorare i controlli sulle attività economiche e rendere le imprese più competitive nel libero mercato». Con la firma la Raffineria di Milazzo si impegna a contrastare tutte le forme di illegalità e a rescindere il contratto con aziende aggiudicatrici di appalti la cui informativa antimafia, rilasciata dalla prefettura, dovesse risultare positiva. La rescissione del contratto è prevista anche nel caso in cui le imprese non denuncino eventuali richieste di estorsione. «Abbiamo aderito con entusiasmo anche perchè gli impegni che lo stesso protocollo prevede - ha detto il presidente della Ram Alessandro Gilotti - sono già inclusi nel codice etico che la nostra società ha scelto di darsi e sono presidiati da un sistema codificato di valori e da un insieme di policies che sotto forma di procedure aziendali assicurano che tali impegni vengano rispettati da tutti i dipendenti della Ram, senza distinzione alcuna. Mi riferisco in particolare alla procedura di qualifica che Ram applica ai fornitori sia di lavori che di beni e servizi. Siamo inoltre fiduciosi che la nostra scelta di oggi possa costituire motivo di orgoglio per tutti gli abitanti del territorio in cui operiamo». LEGALMENT E TRIBUNALE DI MESSINA G.D. Dr. Ugo Scavuzzo Rif. RF 14/08 INVITO AD OFFRIRE - INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA MESSINA – Via Noviziato Casazza 99/a – Condominio “Pal. Cosenza” – LOTTO 1: Locale cantinato, facente parte di un maggior locale indiviso, scala B, p. S3, sup. mq 45. Prezzo base Euro 18.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 2: Locale cantinato, facente parte di un maggior locale indiviso, scala B, p. S3, sup. mq 25. Prezzo base Euro 9.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 3: Locale cantinato con annesso wc, scala B, p. S3, sup. mq 104. Prezzo base Euro 40.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 4: Locale cantinato indiviso, facente parte di un maggior locale indiviso, p. S3, sup. mq 104. Prezzo base Euro 32.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 5: Parcheggio esterno della sup. di mq 80, p.terra/quota strada, attiguo alla scala B. Prezzo base Euro 36.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Via San Cosimo angolo via Baglio - Condominio “LʼAquilone” - LOTTO 6: Spezzone di terreno, adibito a viabilità interna comune carrabile/parcheggio esterno. Prezzo base Euro 21.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 7: Spezzone di terreno, adibito a parcheggio esterno/verde comune. Prezzo base Euro 10.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 7.06.2013 ore 12.15 presso il Tribunale. Offerte d'acquisto da depositare in Cancelleria entro le ore 12.00 del giorno antecedente la vendita, con assegno circolare N.T. intestato a "Trib. di Messina - Curatela Fall. 14/08 R.G.F.", di importo pari al 10% del prezzo proposto. Eventuale incanto 7.06.2013 ore 12.25. Curatore Dr. Dario Rossi tel. 090/47536. Info sui siti www.asteannunci.it e www.tribunale.messina.it. TRIBUNALE DI MESSINA G.D. Dr. Ugo Scavuzzo Rif. RF 31/09 INVITO AD OFFRIRE - INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA MESSINA – Vill. Faro Superiore – Via Lecce 16 - LOTTO 1: Immobile p.terra adibito ad attività di parrucchiere, composto da 4 vani ed accessori, sup. tot. mq 72; doppio ingresso dalla via Lecce ed altro accesso dalla retrostante via Raimondi. Non è compresa la quota del lastrico solare con locale di sgombero. Prezzo base Euro 48.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 17.05.2013 ore 12.20 presso il Tribunale. Offerte di acquisto da depositare in Cancelleria entro le ore 12 del giorno antecedente la vendita, con assegno circolare N.T. intestato a " Tribunale di Messina - Curatela fall. n. 31/2009 R.G.F." di importo pari al 10% del prezzo proposto. Eventuale incanto 17.05.2013 ore 12.50. Curatore Avv. Fabio Petrantoni tel. 090/714442. Info sui siti www.asteannunci.it e www.tribunale.messina.it. pagina 27 Economia 22 MARZO 2013 PROTESTE SINDACI. Le richieste di Anci e Ance per uscire dalla crisi «Un decreto per sboccare 9 miliardi» SBLOCCO IMMEDIATO, con un decreto di urgenza, di 9 miliardi di euro di risorse dei Comuni già disponibili ma bloccati dal patto di stabilità interno (a cui si dovrebbero aggiungere altri due miliardi stimati dalle Province). E' la richiesta principale che Anci (Associazione Nazionale dei Comini Italiani) e l'Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili) hanno presentato all'opinione pubblica e ai presidenti delle Camere attraverso una manifestazione di protesta che si è svolta a Roma. La protesta degli amministratori non è nuova, ma ha ripreso quota con l'aggravarsi della crisi. I Comuni, infatti, in seguito a vincoli imposti dall'Europa, non possono spendere soldi per gli investimenti anche per risorse che hanno già in cassa. L'Istat ha rilevato che tra il 2007 e il 2011 si conta una riduzione del 23 per cento delle spese per investimenti dei comuni. Secondo l'Ance, l'associazione di categoria dei costruttori, ammontano a 13 miliardi di euro i soldi accumulati nelle casse degli enti locali e che non possono essere spesi. Anci e Ance chiedono poi il centonove NOMINE CISL RAGUSA-SIRACUSA Sanzaro segretario territoriale RAGUSA. L' unificazione delle due province di Siracusa e Ragusa da parte della Cisl si è completata con l' elezione di Paolo Sanzaro, primo segretario territoriale. Sanzaro sarà affiancato nel direttivo da Antonio Bruno, Giovanni Fracanzino, già segretario della Faidi Ragusa e Cettina Raniolo componente della segreteria del Pubblico impiego di Ragusa. PRESIDENZA AIGO Eletta Silvia Margherita SIRACUSA. La siracusana Silvia Margherita è stata eletta nella presidenza regionale dell' Aigo, l'Associazione dei gestori per l' ospitalità diffusa. L'organismo della Confesercenti è stato rinnovato a Palermo. PICCOLA INFUSTRIA D’Agostino guida a Palermo passaggio immediato dall'avanzo al pareggio di bilancio, "adottando la regola stabile - della 'goldenrule' che comporti l'equilibrio di parte corrente e limite all'indebitamento, in modo da consentire una equilibrata politica di investimenti". L'immediata disponibilità dei nove miliardi sostengono - impone di "adottare il provvedimento senza attendere la definitiva conclusione della trattativa NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Redditometro e privacy A SEGUITO DEL RESTYLING del redditometro, dal vecchio strumento del 1992 a quello previsto dal DL 78/2010, i Consulenti del Lavoro si sono impegnati nel fornire ai contribuenti onesti una guida pratica per una eventuale difesa dal suddetto strumento, cui si rimanda, ma in questa sede ci interessano gli aspetti legati alla privacy. Il nuovo sistema di accertamento calcola il reddito del contribuente sulla base di tutti i dati in possesso dellʼAT (Anagrafe Tributaria), dati che oltre a quelli “classici” quali: spese sanitarie e di istruzione portate in detrazione, patrimonio immobiliare e mobiliare,possesso di utenze elettriche, pagamenti per assicurazioni e contributi , ecc… Ricomprendono, a seguito del Dl 78/2012 e del DM 24.12.12, anche lʼacquisizione dei movimenti finanziari e delle spese rilevanti (non inferiori a €3.600) per via del c.d. spesometro, e soprattutto la “stima” della spesa corrente sulla base delle statistiche Istat. Proprio la determinazione della spesa corrente riveste la principale criticità del nuovo sistema, non si riesce a ipotizzare come il contribuente possa dimostrare di non aver speso quanto calcolato statisticamente dal fisco; come insegnano gli economisti per un consumatore (contribuente) le differenti scelte nel consumo si attestano su curve chiamate di indifferenza la cui altezza dipende dal reddito disponibile (imponibile), in termini più comprensibili fermo restando il limite di reddito conseguito ciascuno può spendere )e in effetti spende) il proprio reddito a secondo delle proprie scelte insindacabili di vita e di valori. Pretendere di “uniformare” il comportamento dei singoli ad uno standard sarebbe unʼindebita ingerenza del fisco nella vita privata dei liberi cittadini ed quindi,una violazione dei loro diritti costituzionali . Partendo da tali considerazioni il Tribunale di Napoli (sez. Pozzuoli 21/02/13) ha ritenuto il redditometro contrario alla disciplina in materia di trattamento dei dati personali (Privacy) ed ordinato allʼAgenzia Entrate di non iniziare, e se iniziata di cessare, la raccolta dati su un pensionato napoletano che aveva presentato apposito ricorso, ordinando, altresì, la distruzione dei dati raccolti. LʼAgenzia Entrate ha annunciato ricorso in appello, ma cʼè da augurarsi che il nuovo redditometro venga modificato al fine di garantire unʼefficace lotta allʼevasione senza sacrificare i diritti costituzionali dei cittadini. in sede Ue. Si tratta di un intervento straordinario - aggiungono ancora che consentirà per un solo anno il riassorbimento di situazioni pregresse senza compromettere il duro percorso di risanamento che i Comuni in questi anni hanno messo in atto. Tale misura - concludono - comporterebbe il peggioramento del deficit per un solo anno, senza effetti negativi stabili sulla finanza pubblica". EDILIZIA Cassa di Palermo Tremila operai in meno PALERMO. Quasi tremila operai hanno perso il lavoro nel giro di un anno. I numeri della Cassa edile di Palermo fotografano la situazione drammatica di crisi in cui versa il comparto dell'edilizia. A novembre del 2011, gli operai iscritti ammontavano a 9.209, le imprese a 1.955, le ore lavorate a 1.124.871. Un anno dopo, a novembre 2012, gli ultimi dati aggiornati della Cepima, gli operai si fermavano a 6.290. In calo anche il dato delle imprese attive iscritte alla cassa edile: 1.646, cioé 300 in meno rispetto a dodici mesi prima. Anche le ore lavorate, di conseguenza, hanno subito un crollo, scendendo sotto il muro delle 800.000 mensili, un calo che si avvicina al 30% in un anno. "Da un anno, mentre l'edilizia muore lentamente in un clima di generale indifferenza, la Sicilia è impantanata in una campagna elettorale perenne, e non si riescono a ottenere risposte per un comparto alla deriva - commenta il presidente della Cassa edile di Palermo Fabio Sanfratello -. Intanto, le notizie di crolli di palazzine o infrastrutture, come strade e ponti, si susseguono da ogni parte della Sicilia, mentre le cronache politiche raccontano di fondi europei rimasti inutilizzati". pagina 28 PALERMO. Marco D'Agostino, 44 anni, sposato, padre di due figli, titolare delle imprese Edimed ed Edibook, è il nuovo presidente della Piccola Industria di Confindustria Palermo. FISCASCAT Calabrò riconfermata segretaria PALERMO. Mimma Calabrò è stata confermata segretaria regionale della Fisascat Cisl al termine del congresso regionale che si è svolto a Palermo. E' stata rieletta all'unanimità. CONSUMATORI Incroci pericolosi IN AGRICOLTURA lʼuomo ha da sempre operato una selezione artificiale incrociando piante della stessa specie e selezionando tra i discendenti quelli che avevano i caratteri più interessanti . Tutto ciò , rispetto alla natura, era già una forzatura , soprattutto quando si è deciso di selezionare gli organismi non tanto per adattarli allʼambiente di coltivazione o allevamento, ma solo per aumentarne la produttività e le conseguenze negative sono sempre state considerate un mero inconveniente cui ovviare ricorrendo ad antiparassitari o a diserbanti. Quando si è di fronte a casi di manipolazioni bisogna valutare attentamente i rischi e benefici a livello sanitario, ambientale, sociale ed economico . Nel campo alimentare la ricerca ha ottenuto risultati che hanno aperto la strada alla produzione di piante transgeniche con caratteristiche nutrizionali modificate, oppure resistenti ai virus, ad insetti, ad erbicidi e a differenti condizioni climatiche . Data la complessità dei sistemi biologici, introducendo nellʼambiente organismi con caratteri genetici che provengono da altre specie e che non sono state verificati i meccanismi della selezione naturale, non si è ancora del tutto in grado , oggi, di prevedere quali conseguenze potranno verificarsi. Ad esempio, in ogni momento è possibile che una pianta modificata si incroci per caso con piante coltivate o spontanee dello stesso tipo e diffonda un carattere che potrebbe avere gravi conseguenze per la biodiversità, sia naturale che agricola, che rappresenta la vera ricchezza ambientale. Francesco Sabatino Adoc Uil Messina centonove MESSINA, ICONE FINALMENTE Arrivano le opere per la mostra-evento al museo regionale PAGINA 30 poster 22 MARZO 2013 UNITED COLORS OF MUSICA LʼOrchestra multietnica di Messina che suona senza il “classico” spartito PAGINA 34 MURALES DI UMANITA VARIA MESSINA. Scomparso a 86 anni l’architetto fondatore del Mac Indelicato, addio numero uno Nella sua attività, tentò di portare avanti una sintesi tra le arti che si legge nelle realizzazioni. Fu espressione di una vitalità scomparsa DI LUCIANO MARABELLO* MESSINA. Inaugurando con il numero Uno lʼAlbo degli Architetti di Messina, Aldo Indelicato ha iniziato simbolicamente la storia dellʼIstituzione degli architetti nella città dello Stretto. Progettista e intellettuale è scomparso allʼetà di 86 anni attraversando la cultura architettonica, artistica e civile della città, con significative connessioni con il dibattito nazionale. Indelicato nasce a Messina nel 1927, dopo gli studi presso lʼUniversità di Venezia si laurea a Napoli nel 1953. Torna quindi a Messina, città ancora in ricostruzione postbellica e in fermento intellettuale, in cui gli investimenti economici e la cultura costruttiva consentono agli architetti di misurare le personali sensibilità e le specifiche ricerche poetiche con la concretezza degli interventi. Il lavoro di architetto-intellettuale svolto da Indelicato è un lavoro sfaccettato nel quale sʼintrecciano progetti, disegni, costruzioni, scritti e dipinti. È docente e direttore dellʼIstituto dʼarte di Messina e polemista sui giornali, è organizzatore di eventi culturali e artistici, gallerista con la cooperativa il Grifone; è presenza civile nel dibattito cittadino e osservatore del declino urbano e formale della città, da saggista e narratore indaga il mondo attraverso la scrittura. Il suo lavoro è dunque da osservare nelle varie facce che lo compongono attraverso la lente della Molteplicità individuata da Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane, “(…)Oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale, plurima.” Eppure Indelicato è anche e soprattutto ricordato per quel tentativo avviato nellʼesperienza del M.A.C siciliano dal 1953 al 1958, movimento artistico, in cui insieme agli artisti Dino Caruso e Michele Santonocito si praticava programmaticamente la “Sintesi tra le arti”, nel solco delle linee individuate dai fondatori del Movimento Arte Concreta nazionale: Gillo Dorfles e Bruno Munari. Indelicato e Caruso perseguono la sintesi delle discipline artistiche, affermano unʼarte concreta che recuperi e rielabori lʼapproccio astratto delle avanguardie, praticano unʼarte concreta, in sintonia con la modernità. Lʼappartenenza osmotica tra pittura scultura e architettura sarà dimostrata in alcune opere manifesto e successivamente declinata a vario titolo nel lavoro professionale. Gli interni e la hall dellʼex cinema Metropol, oggi sfigurati, raccontano nella modellazione plastica del stilemi, riconducendoli infine ai codici dellʼutilità propri dellʼarchitettura. La figura dellʼarchitetto è immersa nellʼatmosfera culturale identificata nella stagione della libreria Ospe dove si sperimentano altre sintesi tra le discipline dellʼarte, della narrativa, della poesia e della L’Hotel Paradis, particolare (foto Valerio Vella) musica; ma è anche immerso nel soffitto e degli arredi la geometria astratta, mestiere dellʼarchitettura come luogo di accogliendo il sistema concettuale dei concretezza e astrazione, confronto tra volumi e delle superfici insieme alle figura e forma e tra segno e materia. Il soluzioni grafiche dei pannelli e delle confronto e le collaborazioni del giovane decorazioni di Caruso. Lʼesperienza del Indelicato con le significative figure M.A.C siciliano si protrae fino alla fine degli dellʼarchitettura presenti in città, Filippo anni ʻ50 fornendo una cornice entro cui Rovigo e Vincenzo Pantano, i contatti iscrivere il lavoro svolto in quegli anni da con Giuseppe Samonà nellʼambito della Indelicato, una ricerca e un tentativo svolto realizzazione del palazzo Inps, le relazioni alle diverse scale di progetto in opere che con il professionismo di qualità riassorbono la potenza dei segni e degli rappresentato dai Cutrufelli, Calandra, De Cola, delineano un personaggio intriso dellʼatmosfera intellettuale della Città dello Stretto in uno dei periodi più vivaci. La successiva direzione dellʼistituto dʼarte conferma il suo lavoro svolto per creare relazioni tra sapere architettonico e arti applicate. Indelicato persegue questo tentativo di relazione attraverso la pubblicistica, la didattica, i convegni e le mostre, ma lo realizza essenzialmente attraverso il terreno del progetto e della costruzione. Lʼopera si dispiega dalla fine degli anni ʻ60 in piccole e grandi realizzazioni in città e sulla riviera jonica tra i comuni di Santa Teresa, Furci, Taormina e SantʼAlessio, di cui fra le varie opere si segnala in foto lʼElihotel oggi purtroppo demolito. Ogni interno o edificio, ogni piazza o volume, ricomprendono attraverso lʼelemento generativo grafico ed astratto, una tensione materica che si realizzerà alle differenti scale, inciderà le superfici in calcestruzzo, apparirà nei piccoli cambi di quota delle piazze. La reciprocità fra le arti informa la ricerca progettuale del progettista che insegue con generosità la cura del dettaglio, attribuendo valore anche alle semplici operazioni immobiliari del centro urbano realizzate tra gli anni ʻ70 e ʻ80. Inserti plastici in calcestruzzo, pannellature stampate, elementi scultorei in metallo e ceramica descrivono importanti collaborazioni tra lʼarchitetto e gli altri artisti messinesi proseguendo in chiave moderna una tradizione specifica dellʼarte collettiva di costruire le città. La generosità nei dettagli, nei trattamenti delle superfici e degli elementi costruttivi posti in alto e lontani dalla linea di basamento degli edifici, è come un segno di attenzione consegnato a tutti noi nella percezione distratta della città. * architetto RITROVO TOSCA augura Buona Pasqua SERVIZIO A DOMICILIO SERVIZIO CERIMONIE SERVIZIO APERITIVO GELATERIA DA ASPORTO GELATERIA MIGNON SNAK BAR - GELATERIA - PASTICCERIA - VIA GARIBALDI 189 MESSINA (ACCANTO TEATRO VITTORIO EMANUELE) TEL 090 40627 pagina 29 postereventi 22 MARZO 2012 centonove EVENTI. Al Museo di Messina la mostra più importante dopo quella su Antonello promossa da Pugliatti Icone, finalmente Si inaugura il 23 marzo l’attesa esposizione di opere che “tornano” a casa grazie alla collaborazione col museo bizantino di Atene. Anteprima dell’imponente catalogo con studi che evidenziano la presenza greca nello Stretto DI FELICE IRRERA MESSINA. Il poderoso (400 pagine) catalogo bilingue (italiano e inglese) che accompagna la grande mostra sulle icone (che si aprirà il 23 marzo nel Museo Regionale di Messina), frutto della collaborazione del Museo Bizantino e Cristiano di Atene, della Regione Siciliana, del Museo Regionale “Maria Accascina” di Messina, della Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, dellʼIstituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini”, dellʼEnte Autonomo Regionale Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina e della Fondazione Federico II, ma curato in particolare, nella sua redazione, dal “Bruno Lavagnini”, meriterebbe assai più spazio di quanto è possibile in questa sede, nato comʼesso è allo scopo di documentare i contenuti della Mostra e di chiarirne il senso. IL PROGETTO. Partiamo da un dato certo: lʼevento della mostra delle icone (a Messina prima e a Palermo poi) è, quasi sicuramente, lʼavvenimento culturale più importante verificatosi nella città dello Stretto dai tempi ormai lontani (1953) della mostra su Antonello promossa da Salvatore Pugliatti. Lʼorganizzazione di una mostra sulle icone proprio nel luogo dal quale esse provengono costituisce un evento di grande importanza. Essa ha poi assunto un carattere ancora più ampio dal momento che alle icone del Museo Bizantino e Cristiano che ora sono presentate in catalogo (42), si accompagna anche altro interessantissimo materiale: innanzitutto, una serie di importanti icone (10) del Museo Regionale di Messina, già oggetto nel 1997 di uno studio di Franca Campagna; e poi un buon numero di manoscritti (16) dello Scriptorium del monastero del S. Salvatore, provenienti da Icona bifronte XIV secolo. Lato B Preparazione del trono. Museo Atene A sinistra, Madonna che allatta il Bambino, XIV Secolo proveniente da Chiesa di Montevergine Museo Messina. Sopra Michaìl Damaskinòs, Cristo Pantocratore, XVI sec. Museo di Atene e Menologio XI secolo da Costantinopoli Biblioteca Regionale Messina un vasto bacino culturale (Costantinopoli, Cipro, Calabria Ionica) e databili tra il X e il XVII secolo, oggi alla Biblioteca Regionale di Messina, che mettono anchʼessi in luce lʼinflusso di Bisanzio, come sottolinea il Direttore della stessa Biblioteca Rocco Scimone quando afferma che “il fondo che va in mostra è di enorme importanza per lo studio e la conoscenza della cultura bizantina in generale ed italogreca in particolare”. Ed ecco il catalogo, caratterizzato, oltre che da splendide immagini delle icone e dei manoscritti, da studi di alto livello, anticipati in sintesi nellʼintroduzione da Renata Lavagnini, che illustra anche la nascita, lo sviluppo e lo scopo del progetto di cui il catalogo è prova: si può dire senzʼaltro che i contributi degli studiosi permettono una ricostruzione dellʼ “anima greca” di Messina e intendono certo fornire la possibilità di riannodare un filo spezzatosi con la catastrofe del 1908, recuperando una parte significativa e importante del passato dellʼisola. GRAZIE ARDIZZONE. Dopo la prefazione di Giovanni Ardizzone, che ha fortemente voluto lʼevento, superando innumerevoli difficoltà, Anastasia Lazaridou, direttrice del Museo Cristiano e Bizantino di Atene, sottolinea nel suo contributo la benevolenza della sorte, che ha consentito, pur nellʼimmane tragedia del terremoto, di mettere in salvo delle chiese greche della città importanti cimeli, “testimonianza della secolare storia della comunità ellenica di Messina”, conservati a partire dal 1915 presso il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, mentre i più importanti di essi fanno parte dellʼesposizione permanente dello stesso LA SCHEDA Tutto su “Immagine e Scrittura” MESSINA. La mostra “Immagine e Scrittura” sarà inaugurata il 23 marzo alle 18,00 presso il Museo Regionale interdisciplinare “Accascina” di Messina. In esposizione, quarantadue icone di legno, immagini sacre che dopo unʼattesa lunga 105 anni tornano in città. Le tavole bizantine, che salparono dalla Sicilia dopo il terremoto del 1908, riallacciano quel filo conduttore che per troppo tempo è stato spezzato, tra la grecità e la città siciliana dello Stretto. In mostra, anche 16 manoscritti pervenuti dalla biblioteca del Monastero di San Salvatore “de lingua phari”, una delle più importanti biblioteche monastiche della cultura greca in Italia, preservati nella Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”. Nel giorno dʼinaugurazione il Museo Regionale resterà aperto fino alla mezzanotte e lʼingresso sarà libero. Lʼevento è promosso, tra gli altri, dalla Presidenza dellʼArs in collaborazione con la Fondazione Federico II, il Museo Bizantino di Atene e lʼassessorato regionale ai Beni culturali e allʼidentità siciliana. pagina 30 centonove Museo sin dal 1924, sicché i visitatori possono rendersi conto della presenza dellʼEllenismo nella città siciliana. Dal canto suo, il presidente dellʼIstituto “Lavagnini”, Vincenzo Rotolo, sottolinea nel suo scritto un dato poco presente nella coscienza storica dei giovani siciliani, che invece il catalogo mette in evidenza: “Si tratta di valorizzare, accanto alle ben note antiche radici elleniche, i successivi insediamenti bizantini e postbizantini, con la conseguente costante presenza di compatti nuclei greci in Sicilia. In particolare a Messina la comunità greca si e distinta per la sua dinamica operosità e per il suo vivo senso di appartenenza etnica e di attaccamento alla tradizionale professione religiosa”. E a questo proposito, non si può mancare di notare come da diversi anni sia attiva a Messina la “Comunità Ellenica dello Stretto”, che, come rileva Carmelo Micalizzi (che ne è il presidente), organizza eventi culturali di spessore. LE OPERE. Ma torniamo alle icone. A quelle presenti nel territorio messinese e rappresentate nella mostra, e al loro culto si rivolgono gli studi di Kalliopi-Phaidra Kalafati, di Franca Campagna Cicala e di Michele Bacci, che evidenziano la molteplicità e lʼintensità dei rapporti esistenti fin dallʼepoca normanna tra la produzione artistica locale e quella di area bizantina, consentendo di cogliere la continuità di un fenomeno che da meramente artistico diviene progressivamente e prevalentemente devozionale e di culto. Emerge, così, il ruolo di Messina come centro toccato dalla diffusione della pittura bizantina nella sua ultima fase, la Scuola Cretese di quei pittori che, spentosi, con la caduta di Costantinopoli del 1453, il ruolo propulsore della capitale bizantina, trovarono nella Creta veneziana un ambiente favorevole a nuovi sviluppi: fra le opere della Scuola postereventi scienziato messinese Francesco Maurolico, di probabile origine greca, posteriore di una generazione. Ma lo studio e la conoscenza del greco sarebbero rimasti privilegio solo delle classi colte, se non fossero intervenute, a partire dal XVI secolo, nuove ondate migratorie di profughi provenienti dapprima dal Peloponneso (ormai sotto la dominazione ottomana), che, come scrive Jannis Korinthios nel suo saggio, sʼinserirono proprio in quelle zone dove già esisteva unʼendemica presenza demografica greca e, quindi, nellʼItalia meridionale e in Sicilia. Di tali ondate migratorie facevano parte Greci e anche Albanesi: questi ultimi diedero vita in Italia a diverse colonie tuttora esistenti; mentre, in generale, al nuovo afflusso si deve anche lʼorigine moderna delle comunità greche di Napoli, Barletta e Messina. COMUNITAʼ GRECA. La mappa di una comunità greca messinese rinvigorita dai nuovi apporti, viene ricostruita, dal punto di vista economico-sociale e da quello dellʼidentificazione attraverso le fonti scritte dei luoghi di culto ad essa pertinenti, nei due studi di Cinzia Cigni presenti in catalogo, che si giovano di documenti in gran parte inediti o frammentari. Ma la vita della comunità greca fu segnata, dalla meta del XVIII secolo in poi, dalla controversia religiosa che oppose i fedeli di rito greco “unito” agli ortodossi (considerati “scismatici” dal punto di vista della Chiesa di Roma). Ed ecco che Jannis Korinthios esamina il rapporto della universitas graecorum di Messina con lʼautorità religiosa romana e con quella civile del regno borbonico, che ne tutelava lʼautonomia, anche nellʼambito dei rapporti di politica internazionale tenuti di volta in volta con lʼImpero ottomano e con la Russia, che si ergeva ormai nel Mediterraneo a tutela delle popolazioni ortodosse. Lo studioso evidenzia la modifica profonda che la comunità subì con la più recente immigrazione di fine Settecento, legata allʼespansione della nuova classe mercantile greca: ai fermenti che questa portava (una nuova ricerca di identità, lʼaspirazione al riconoscimento della nazionalità, premessa ai moti risorgimentali), si aggiunse anche lo “scisma”che travolse la comunità e che può essere considerato ora come un evento traumatico e di divisione, una rottura della coesione iniziale della comunità, ora, al contrario, come la rivendicazione legittima di una nuova e più forte appartenenza. Cretese presenti a Messina ci sono ben tre icone di uno dei suoi grandi maestri, Michail Damaskinos (secolo XVI), ma anche altre di autori di età posteriore, successivi alla conquista turca di Creta nel 1669, e fino a tutto il XVIII secolo. Se cerchiamo riscontro alle dimensioni e allʼampiezza della cultura greca in Sicilia durante lʼepoca normanna (allʼinterno della quale si inserisce anche la ricezione della cultura artistica bizantina), possiamo leggere lʼapprofondito studio di Maria Teresa Rodriquez, che mette in risalto il ruolo del Monastero del S. Salvatore, di fondazione normanna, come centro di produzione e diffusione della cultura greca nellʼItalia meridionale, ruolo che è possibile seguire dal momento di maggiore forza economico-culturale a quello del progressivo indebolimento e della sopravvivenza. Il ruolo del clero secolare responsabile della cura pastorale delle popolazioni grecofone e titolare di particolari prerogative, è poi esplorato nel saggio di Giovan Giuseppe Mellusi, che contribuisce a tracciare, assieme agli studi precedenti, il quadro composito di una grecità dapprima fiorente sul piano culturale e religioso e poi, a partire dal secolo XIV, lentamente in declino, in concomitanza con la diminuzione della popolazione di lingua greca. LA SVOLTA. Con la fine di Bisanzio, cʼè, verso occidente, un flusso di profughi, soprattutto di intellettuali capaci di assumere un ruolo decisivo nel risveglio degli studi umanistici: a Messina giunge, ad insegnare greco, Costantino Lascaris; e proprio a lui, presente a Messina negli anni 14661501, è dedicato un breve profilo curato da Daniele Macris; mentre, in Icona bifronte. XIV sec. Lato A un altro saggio, Rosario Moscheo Madonna Odigitria Museo Atene traccia la figura dellʼumanista e pagina 31 22 MARZO 2012 LA FINE COL TERREMOTO. Su una realtà così complessa, i contributi presenti nel Catalogo offrono, comʼè giusto, una prospettiva non univoca, restituendo una molteplicità di punti di vista attraverso cui le vicende ricche di contrasti della popolazione greca di Messina possono essere considerate. È indubbio, comunque, che la componente greca contribuì a delineare nel XIX secolo lʼimmagine “cosmopolita” della città, la cui dimensione internazionale traspare nel saggio di Andrea Noto. Di questa dimensione è prova anche lʼintensità dei rapporti tra patrioti italiani e greci durante la stagione politica del Risorgimento, e il filellenismo dellʼopinione pubblica messinese in più modi documentato. Tutto sembra finire con il terremoto del 28 dicembre 1908, quando la comunità greca, privata delle sue storiche sedi di riferimento, le chiese di S. Maria del Graffeo e di S. Nicolò, andate distrutte e mai più ricostruite, e colpita sia nei beni che nelle persone, non si riprese più e fu addirittura cancellata dal tessuto storico, urbano e sociale cittadino. La rassegna, da parte di Daniele Macris, dei giornali greci che, nei giorni successivi al terremoto, diedero notizia dellʼevento e seguirono poi, giorno per giorno, lʼopera dei soccorritori, tra cui quelli greci giunti sul posto con le due navi della Marina militare “Sfakteria” e “Kriti”, evidenzia la risonanza che la tragedia ebbe in Grecia e lʼattenzione dellʼopinione pubblica locale non solo per la città di Messina, ma per quel nucleo di grecità costituito dalla comunità ellenica che vi viveva agli inizi del secolo: tale attenzione è giustificata non solo dal tragico evento di cronaca, ma dal fatto che ad essere colpita era una città avvertita ancora come “greca”. I marinai greci scavarono tra le rovine del Consolato greco di Messina per recuperarne lʼArchivio e tra quelle della chiesa di S. Nicolò, dove ritrovarono le 65 icone: esse, per volontà delle autorità messinesi, furono prese in consegna dal capitano della “Sfaktiria” per essere recapitate al Santo Sinodo della Chiesa di Grecia; ma giunte ad Atene, furono conservate a lungo presso lʼArsenale militare dellʼisola di Salamina, poco distante dalla capitale. Tale soggiorno durò cinque anni, fino a quando fu istituito, nel 1914, ad Atene quello che è oggi uno dei suoi più importanti musei, il Museo Bizantino e Cristiano: come scrive Eugenia Chalkia, fu infatti il primo direttore del Museo, lʼarcheologo Adamantios Adamantiou, ad adoperarsi per ottenerne la consegna, che avvenne nel maggio del 1916, data dunque dalla quale le icone messinesi fanno parte delle raccolte di quel Museo. Conclude Renata Lavagnini: “Il trasferimento delle icone poté al momento costituire la salvezza per beni cosi preziosi appartenenti a una comunità che aveva perso la sua sede con la distruzione della chiesa di S. Nicolò; ma è ragionevole pensare che fu piuttosto, oltre che un gesto dettato dallʼemergenza, il segno tangibile della riconoscenza per il soccorso cosi prontamente prestato, alla fine il pegno che confermava lʼantica amicizia della città per quella “nazione” che aveva fatto fin dai tempi antichi parte della sua storia, e che ora si riconferma come paese amico, chiamato a collaborare per unʼimpresa comune, come è la preparazione di questa Mostra e del suo Catalogo”. posterlibri 22 MARZO 2012 centonove NOVITA’. Intini accompagna il lettore in cento anni di storia del Paese Avanti, l’Italia fresca di stampa In 700 pagine, il socialista racconta un’epoca in cui il Psi e il suo giornale sono stati parte fondamentale. Dall’alleanza col Pci alla contrapposizione totale DI ANTONIO MATASSO* MESSINA. Le vicende dello storico quotidiano socialista “Avanti!”, fondato da Leonida Bissolati nel 1896 e pubblicato fino al 1993, sono state caratterizzate dalle luci e dalle ombre che derivano dalla storia di questo Paese, del suo movimento operaio, del Partito Socialista Italiano e della sinistra. Ugo Intini, prestigioso esponente del Psi, con il suo bello e documentato volume dal titolo “Avanti! Un giornale, unʼepoca”, è riuscito a raccontare un secolo attraverso gli articoli, i giornalisti ed i direttori del primo giornale dei lavoratori. In oltre settecento pagine, Intini accompagna il lettore in cento anni di storia del Paese, di cui il Psi ed il suo quotidiano sono stati parte fondamentale. Il succo di questa fatica editoriale è che non vi è stato un solo “Avanti!”: ne è esistito uno ad un tempo riformista e massimalista, da Claudio Treves a Giacinto Menotti Serrati, che diede voce alla generosa e talora autolesionista battaglia politica tra le contrapposte tendenze del socialismo italiano. Vi è stato un “Avanti!” cavalcato da Benito Mussolini, sulle cui pagine il fondatore del fascismo consumò il suo voltafaccia rispetto alle origini rivoluzionarie. Negli anni Venti, ancora unʼaltra incarnazione del quotidiano, con Nenni caporedattore che, con un colpo di stato redazionale, riuscì a difendere lʼautonomia del Psi dal tentativo di annessione al bolscevismo, dopo che il Ugo Intini direttore Serrati A CURA DI CARMELO CELONA si era invece convinto e rassegnato a confluire nel Partito Comunista dʼItalia. Una linea scissionista promossa da Gramsci e Togliatti, che tentò con tutti i mezzi di conquistare lʼorgano ufficiale dei socialisti italiani. Lo stesso Nenni, negli anni Quaranta e Cinquanta ispirò un “Avanti!” che tentò di far digerire ai compagni dellʼepoca, meno filo-frontisti di quanto si possa immaginare, lʼalleanza (o meglio, la subalternità) ad un Pci che nelle prime elezioni libere del 1946 aveva ancora meno voti del Psi. Quella strategia di Nenni e Morandi, accettata a malincuore dalla maggioranza del partito, consegnò ai comunisti Togliatti, Longo, Secchia ed ai loro epigoni lʼegemonia della sinistra italiana per il successivo cinquantennio. Ma il riscatto socialista avvenne nel 1956, dopo che lʼimperialismo sovietico represse nel sangue la rivoluzione ungherese, e la rottura con il Pci fu vissuta dai giovani giornalisti del quotidiano di partito alla stregua di una liberazione. Dopo il rovesciamento del governo di Imre Nagy e la fine del suo tentativo di riportare lʼUngheria verso un socialismo democratico, vi fu un “Avanti!” che, sempre con Nenni, di fronte al XX Congresso del Pcus ed al momentaneo trionfo della tirannide di oltrecortina, seppe riconquistare la piena autonomia del Psi. Da quel momento la contrapposizione a Togliatti ed al suo partito fu totale. Il leader del Pci non fu solo lʼavvocato del bolscevismo e della Terza Internazionale. Checché ne pensi chi continua a definirlo “il Migliore”, Togliatti fu il difensore degli assassini dellʼantifascista ed intellettuale marxista spagnolo Andrés Nin, dellʼanarchico Camillo Berneri, e del trotskista Pietro LACERTI DI LETTURE Come un veleno Eʼ SEMPRE QUESTIONE di punti di vista e delle loro dimensioni, dei loro rapporti di grandezza. Cʼè il punto di vista del singolo e il punto di vista della natura. “La vita non ha il ben che minimo senso, è meglio esistere poco, pochissimo, evitare di avere medaglie e un nome che si ricordi. Se ogni foglia avesse un nome, in autunno passeremmo il tempo a piangere.” Spesso i rimedi sono peggiori del male, soprattutto quando chi li prescrive ricopre quel ruolo al di sopra della sue capacità e della sua conoscenza. A volte la soluzione di gravi problemi è posta nelle mani di rare incompetenze. “”Adesso mangiamo» taglia corto Claudio, che non ha voglia di scegliere. «Le principali cause dei problemi sono le soluzioni»” La difficoltà è bellezza. Il sacrificio per raggiungerla il suo piacere. “Qui sento la voce di Tresso, attivo nella Resistenza francese. Per non parlare, a parte il suo ruolo nella condanna a morte di Nagy, del suo coinvolgimento nello sterminio del gruppo dirigente del partito comunista polacco prima della Seconda guerra mondiale, o nella liquidazione fisica dei comunisti italiani in Urss consegnati alla Nkvd dalla “squadretta” del Pci di DʼOnofrio, Roasio, Robotti (questʼultimo cognato dello stesso Togliatti e fedelissimo esecutore degli ordini del futuro Kgb, da cui era stato peraltro torturato). Circostanze quasi tutte riportate nel libro di Renato Mieli, ex dirigente del Pci uscito dal partito polemicamente nonché padre del giornalista Paolo, dal titolo “Togliatti 1937”, che il solerte apparato comunista riuscì a far sparire dagli scaffali delle librerie italiane. Quando Intini riportò alla luce queste vicende, sempre sulle pagine del quotidiano socialista, durante gli anni di Craxi, fu duramente irriso dai dirigenti comunisti, che mantenevano una condotta ispirata al continuismo autoassolutorio. Esistette un “Avanti!”, poi, che, con LA CLASSIFICA Giovanni Pieraccini, elaborò e difese le ragioni del centro-sinistra più riformatore. Vi fu una breve stagione del giornale, sotto la direzione di Riccardo Lombardi, in cui su quelle pagine fu condotta una battaglia politica contro molti avversari dei governi guidati da Fanfani e Moro: i dorotei democristiani che tentavano di abbassare il tasso di radicalità riformatrice del centrosinistra, così come i “carristi” della minoranza filosovietica del Psi che diedero vita al Psiup, senza dimenticare il gelido Togliatti. Vi fu un “Avanti!” dì Franco Gerardi, che difese il Psi in condizioni difficilissime e, da ultimo, quello di Intini, che difese le ragioni culturali e politiche di Bettino Craxi. Tutte queste stagioni sono riccamente documentate, con lʼaggiunta di gustosi aneddoti. Come ha avuto modo di dire più volte lo stesso Ugo Intini, essere socialista oggi è una categoria dello spirito, più che una questione ideologica. Ne dovevano essere consapevoli il riformista ante litteram Bissolati ed il collega di giornale Edmondo De Amicis, che modellarono il quotidiano su unʼidea di umanesimo socialista, con lo scopo dichiarato di fare della plebe un popolo, per dirla con Sandro Pertini, assai spesso citato a vanvera dai non socialisti. Un quotidiano dunque, che ebbe un ruolo di primo piano nel fare entrare le masse nella storia dʼItalia, incoraggiando il loro progresso culturale. Un “Avanti!” che, nei cento anni della sua storia, come sottolinea lʼautore, è stato davvero un fattore di avanzamento per il popolo lavoratore e per tutta la sinistra democratica italiana. * Fondazione Nuovo Mezzogiorno [email protected] di Felice Irrera Matteo Luigi Napolitano, The Vatican files, San Paolo 2012, pp. 423 € 17,00 Unʼinfinità di libri sul Vaticano hanno visto ultimamente la luce e quasi sempre per evidenziare come nelle segrete stanze di un potere da sempre misterioso si aggirino personaggi che di religioso sembrano avere ben poco. Questo libro di un docente di relazioni internazionali allʼUniversità “Marconi” di Roma, vicino agli ambienti ecclesiastici, cerca di ribaltare una realtà assai triste venuta fuori dalle recenti pubblicazioni, formulando, tra le righe, un giudizio storiografico che vorrebbe essere obiettivo, attraverso unʼanalisi storica che va dal Fascismo a Wikileaks. Smith - Vendetta di sangue - LonSusanna Tamaro - Ogni angelo è treganesi mendo - Bompiani 1Wilbur 4 Gramellini - Fai bei sogni Alicia Giménez Bartlett - Gli onori di Longanesi casa - Sellerio Editore Palermo 2Massimo 5 Kiko Argüello- Il kerigma. Nelle baCarlotto, Carofiglio, De Cataldo -Co- Einaudi 3racche con i poveri - San Paolo 6caina wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore unʼanima che è destinata a soffrire più delle altre. Non ti abbattere. Lo so, sembra una bestemmia, ma cerca di proteggere il tuo dolore, in cambio un giorno avrai gioie rare. Abbi coraggio, continua a scrivere e vai fino in fondo, sarà un viaggio difficile e bellissimo.” La moderazione non produce alcuna emozione e lʼindifferenza è segno di una mancanza di attenzione e di rispetto verso il prossimo. Lʼalterigia, sufficienza e presunzione. “Era entusiasta e indignato, indifferente mai.” I figli degli eroi soffrono il mito paterno e avrebbero preferito essere figli di un anonimo, placido e presente ragioniere del Catasto. Essere figli di qualcuno censura per sempre il bisogno esistenziale di essere se stessi. “ Quando è nata io non cʼero stavo a Berlino in una casa occupata a finire il mio primo romanzo, trecento pagine di viscere e pensieri.” Sui pochi errori dei grandi si accanisce inesorabile il giudizio implacabile ed unanime della mediocrità. “Al funerale i miei parenti mi guardavano con pagina 32 riprovazione, avevano lʼespressione di chi finalmente ha un motivo inappuntabile per disprezzare e sentirsi migliore di qualcun altro.. ”. A volte non si può che invidiare coloro che vivono senza essere mai sfiorati da un perché, placidi e indifferenti come gatti al sole. “Lui aveva sempre invidiato le persone del suo palazzo, coppie comuni che facevano figli e sacrifici e non leggevano nulla, che amavano la vita per quella che era, senza volerla diversa... ”. Demotivare gli insegnati è un crimine contro lʼumanità. “Sono passati gli anni. Roberta ha continuato svogliatamente a insegnare, ripetendo le lezioni come un disco impolverato. Non voleva imparare neanche più i nomi degli alunni, li chiamava coso o bellina, metteva sei a tutti senza ascoltarli. Lʼamarezza le era entrata dentro come un veleno che non poteva sputare” Lacerti tratti da: “I professori e altri professori ” - 2003 Marco Lodoli posterlibri centonove 22 MARZO 2012 NOVITA’. Nicolosi spiega “Il falegname Yussuf e suo figlo Yeshua” Il piccolo Gesùsecondo Matteo Conoscenze storiche supportate dai vangeli apocrifi per conoscere gli anni di Cristo che precedono la predicazione. Quando nella bottega del papà falegname... DI LUIGI FERLAZZO NATOLI MESSINA. Conosco Matteo Nicolosi sin da quando ancora piccolo veniva a Messina per trovare il suo nonno paterno, poi lo vidi sempre di meno negli anni della sua adolescenza e ora appena trentenne lo ritrovo autore di un romanzo su Gesù e segnatamente sugli anni che hanno preceduto la sua predicazione, intitolato “Il falegname Yussuf e suo figlio Yeshua” (Eurilink, pp.199, euro 14). Dalla breve biografia riportata in terza di copertina si apprende che Matteo Nicolosi è appassionato di storia sia antica che contemporanea; inoltre, come sembra evidente e come del resto conferma nella Prefazione Anna Maria Cossiga, lʼautore conosce in particolare il mondo ebraico antico, nonché i Vangeli canonici e quelli apocrifi, e infine quelli islamici che parlano di Gesù. La copertina del romanzo riproduce lʼopera di Gerrit van Honthorst (detto Gherardo delle notti,sec. XVII) Il bambino Gesù nella bottega di San Giuseppe ( la cui didascalia purtroppo non è stata riportata nella seconda di copertina), e suggestivamente ne stimola la lettura. Orbene, sin dalle prime pagine appare evidente la dote innata di narratore di Matteo Nicolosi, il quale ben riesce a utilizzare le sue conoscenze storiche, supportate soprattutto dai testi dei vangeli apocrifi, in modo che la narrazione degli eventi della infanzia e adolescenza di Yeshua, ad opera del padre putativo Yussuf il falegname, si snodi sempre avvincente ed interessante, pur inframmezzata da talune discrepanze nelle date: forse, a parer mio, volute addirittura dallʼautore per rendere più personale la narrazione. Insomma, il romanzo sulla vita di Yeshua prima nel ristretto ambito familiare tra la mamma Marhyam e il vecchio padre Yussuf (75enne allʼinizio della storia), poi nella famiglia allargata a fratelli e cognate, infine nellʼambito pubblico con i sacerdoti del tempio e con la gente di Betlehm, Nazareth e Gerusalemme, si legge tutto dʼun fiato senza cadute di ritmo o di stile. Lʼutilizzo dei termini ebraici, deliberatamente non tradotti in italiano, finisce – come osserva anche Anna Maria Cossiga – col conferire alla narrazione una atmosfera autentica, calando il lettore nel mondo biblico. Insomma, grazie alla maestria dellʼautore emerge il fascino della narrazione biblica con tipiche similitudini immaginifiche dal linguaggio semplice, che si avvale altresì delle nozioni di vita ebraica ben assimilate dallʼautore, di quelle relative ai cibi e agli usi della vita dei campi nelle varie stagioni. Chi come me conosce meglio i Vangeli sinottici, nonché quello di Giovanni, e meno quelli apocrifi, vede certamente rimescolati in luoghi ed epoche diverse più o meno i medesimi fatti, restando però sorpreso delle cose straordinarie o addirittura miracolose compiuti dal piccolo Yeshua o nellʼetà adolescenziale, o adulta, ben sapendo che secondo la tradizione cristiana i primi miracoli risalgono allʼepoca della predicazione. Ma qui sta forse il fascino del romanzo di Nicolosi che non è mera ricostruzione storica dei fatti narrati, ma libera e creativa ri-creazione degli stessi. Per concludere vorrei aggiungere che paradossalmente il personaggio che regge il proscenio, dallʼinizio alla fine del racconto, non è il figlio Yeshua, ma il falegname Yussuf, che diviene grazie alla penna dellʼautore il vero protagonista, assumendo a tutti gli effetti il ruolo di padre putativo del Messia. Ho letto tanti romanzi su San Giuseppe: credo che il personaggio tracciato da Matteo Nicolosi, e tra lʼaltro poco presente nei Vangeli canonici, si possa ascrivere tra i più riusciti. Naturalmente la mamma Marhiam è trattata con la finezza che merita la madre del Messia, perfettamente consapevole grazie allʼannunciazione dellʼarcangelo Gabriele del suo ruolo fondamentale negli anni soprattutto della nascita e crescita del proprio figliolo. A proposito dellʼarcangelo che comunica a Yussuf il volere di Dio di prendere in matrimonio Marhiam, la nascita di Yeshua nella stalla di Betlehem, la fuga in Egitto, desta meraviglia che venga identificato in Mikhael, cioè lʼarcangelo Michele, voce di Yahw, quando da tutti ci si aspetta che si tratti sempre di Gabriele, ma la distinzione dellʼautore tra lʼangelo dellʼannunciazione a Maria e quello che parla con Giuseppe appare a ben pensare certamente originale. NOVITA’ Preti di frontiera, arriva la buona novella ARRIVA IN LIBRERIA “La buona novella - Storie di preti di frontiera” di Ilaria Urbani (ed. Guida, 2013), prefazione di Roberto Saviano. Il libro, dedicato a don Peppino Diana, esce nel giorno dellʼanniversario della sua tragica morte. Tredici capitoli, tredici testimonianze di sacerdoti che dedicano interamente la propria esistenza agli ultimi. Una Chiesa in prima linea, vicina alle persone e lontana dagli intrighi di palazzo. Il racconto della “frontiera” di Napoli, tra il centro, le periferie e il litorale domizio, è affidato al dialogo che lʼautrice intesse con i messaggeri della “buona novella”: dal cappellano del carcere di Poggioreale don Franco Esposito a don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia; da don Gaetano Romano, che opera nella periferia orientale sin dal caos post terremoto a don Antonio Loffredo, che ha scommesso sullʼimpresa solidale per salvare il rione Sanità da abbandono e camorra. Particolarmente coinvolgente i dialoghi con padre Domenico Pizzuti ed il suo impegno per la convivenza con i rom e padre Alex Zanotelli, dallʼAfrica a Napoli per la rivoluzione dal basso. pagina 33 DIZIONARI Le parole per dire Bioetica DI AUGUSTO CAVADI SEMPRE PIUʼ SPESSO parole come “accanimento terapeutico”, “screening genetico” “ogm”, “Fivet”… circolano nei discorsi pubblici e nelle conversazioni private. A forza di sentirle ripetere ci illudiamo di conoscerne il significato e raramente ci preoccupiamo di verificare la corrispondenza fra ciò che abbiamo in mente e ciò che intendono gli altri. Una volta mia madre, più che ottantenne, mi ha fatto ridere di cuore proclamando tutto il suo sconcerto per la moltiplicazione di tanti “uomosessuali” nella società contemporanea; ma, qualche tempo dopo, anche un prete, più colto della media dei suoi colleghi, mi spiegava di sentirsi solidale verso le persone omosessuali e lesbiche: capii, dal seguito della chiacchierata, che aveva aggiunto “lesbiche” perché anche per lui - molto più istruito di mia madre - “omo” stava per ”uomini” e non per “simile”. Senza contare fraintendimenti meno divertenti come lʼidentificazione semantica di “eutanasia” e “sterminio dei malati”. Con questo livello di preparazione, tremo ogni volta che i politici si avventurano in dibattiti bioetica. Da oggi, però, nessuna ignoranza è più giustificabile perché con solo 38 euro (e molto meno se, al posto della edizione cartacea, si sceglie la versione in pdf) la pionieristia casa editrice “Villaggio Maori” di Catania ha messo a disposizione di un vasto pubblico il “Dizionario di bioetica” a cura di Gaetano Vittone (coadiuvato, nella stesura di circa trecento voci per un totale di 470 pagine, da trenta studiosi di estrazione disciplinare e di orientamento culturale differenti). Da unʼopera di questa mole non si può pretendere nessuna omogeneità di stile: così il lettore coglie senza fatica la matrice scientifica di autori responsabili di voci mediche (come anencefalia) e la matrice umanistica di autori che hanno redatto, invece, voci filosofiche (come angoscia o solitudine). Il pluralismo non si limita alla diversità delle prospettive di studio, ma si evince anche dal registro linguistico delle voci: alcune delle quali hanno un carattere più asciutto e asettico (come ad esempio consenso informato), altre un timbro meno tecnico e più discorsivo (come nel caso di corpo/corporeità). Nel complesso si può riconoscere che il prezioso sussidio abbia raggiunto lʼobiettivo ribadito nella Prefazione dal curatore: offrire le strumentazioni di base per chiunque voglia accostarsi ai temi della bioetica. Come avverte lo stesso Vittone, un dizionario del genere non può che restare aperto, come e più di ogni dizionario, allʼaggiornamento e allʼintegrazione, se vuole essere e mantenersi “specchio fedele dei mutamenti significativi che avverranno nel corso degli anni”. Personalmente vedrei con particolare urgenza lʼaggiunta di voci che ho cercato invano come “adulterio”, “pedofilia”, “poliandria”, “poligamia”, “prostituzione”, se necessario al posto di altre voci, attualmente presenti, come “fuga” o “umiltà”, che riterrei meno necessarie in unʼopera dedicata alla bioetica. www.augustocavadi.com postermusica 22 MARZO 2012 Ritmo Live STORIE. È messinese l’unica Orchestra multietnica al mondo che suona senza il “classico” spartito United colors of musica Ritmo Live ha esordito alla Notte della Cultura.Ora è cuore pulsante dello Stretto. Presto il debutto alla prossima stagione del programma tv “Alle Falde del Kilimangiaro” DI ISABELLA MOLONIA MESSINA. “Basta crederci e tutto può accadere”. Sembra di essere immersi in un universo di armonie diverse attraverso cui i musicisti riescono a trasmettere il battito della loro anima. Non siamo dentro un teatro, in cui la solita Orchestra trasferisce in musica gli spartiti convenzionali che, pur nella loro maestosità, restano ancorati ad una classicità impolverata dal tempo. Siamo in unʼatmosfera in cui il ritmo degli strumenti si fonde con le vibrazioni della voce e del corpo per diventare un tuttʼuno. Stiamo parlando dellʼOrchestra multietnica “Ritmo Live”, una realtà musicale messinese controcorrente, che rompe gli argini della tradizione per diventare unica nel suo genere. La grande novità dellʼOrchestra è di avvalersi di un sistema, ideato interamente dalla direttrice dellʼOrchestra il M° Maria Grazia Armaleo, fondato sulla “nuova didattica del ritmo-body percussion” che si basa sul ritmo e sulla notazione di sillabe e simboli. Nessuno spartito musicale, bensì solo un sistema di lettura sillabica tanta passione e la voglia di condividere lʼamore per la musica. Ritmo Live, unica Orchestra al mondo a non “leggere” il classico spartito, mette in atto un “metodo” di fare musica nuovo e coinvolgente accessibile a chiunque con estrema facilità. Sulla scia di un linguaggio musicale innovativo nel 2011 comincia lʼavventura di Ritmo Live. Tutto nasce nel 2010 da un progetto promosso dal Rotary Foundation, teso a favorire lʼintegrazione tra giovani italiani e stranieri. LʼOrchestra, con un numero variabile che va da un minimo di 16 ad un massimo di 22 elementi, ha la capacità di mettere insieme non solo persone con età, estrazione sociale ed etnie diverse ma soprattutto musicisti non professionisti, che interpretano lʼinedito sistema di scrittura. Qual è la grande novità insita nel progetto Ritmo Live? Fare del ritmo la base di ogni input musicale. Perché il ritmo accompagna ogni aspetto della vita quotidiana, diventando cuore pulsante di vitalità. Ogni componente del gruppo lo sente e lo vive in maniera diversa attraverso le emozioni che la body percussion è in grado di suscitare. La vitalità del ritmo viene vissuta attraverso il corpo utilizzato come strumento musicale, fino ad arrivare agli strumenti a percussione per riprodurre sonorità primordiali in chiave inedita che vanno dal tribale allʼetnico. Ritmo Live non mette in atto solo una nuovo modo di “sentire” la musica, ma unisce la nuova didattica allʼoriginalità compositiva. Come racconta Maria Grazia Armaleo: «Ritmo Live mette in atto un metodo semplice e immediato, con lo scopo principale di divertirsi insieme attraverso lʼesperienza di gruppo. Il bello di ogni esibizione- continua la Armaleo- è riuscire a rivivere le emozioni della prima volta». Il gruppo, composto da membri con età compresa tra gli 11 e i 50 anni, tra cui molti provenienti da differenti paesi del mondo come Senegal, Stri Lanka, Bosnia, Filippine, Norvegia e tanto altro, è una perfetta fusione di armonie che mette insieme talenti diversi in un ambiente dʼamicizia e di condivisione, senza meccanismi di prevaricazione da “primo della classe” che spesso possono interessare gli ambienti professionali. Qui ognuno mette a disposizione il proprio talento che attraverso il dialogo tra culture diverse diventa una formula vincente. LʼOrchestra multietnica esordisce al pubblico nel 2011 durante la Notte della cultura. Il successo ha dato vita ad una reazione a catena di concerti e spettacoli. Numerose le esibizioni in prestigiose associazioni, in luoghi istituzionali, nelle scuole e in luoghi di culto.Dalla Filamornica Laudamo allʼUnione Giuristi Cattolici, dal Palacultura di Messina per pagina 34 centonove arrivare al Teatro stabile di Verona ma anche allʼUniversità di Messina, al Giardino Corallo con gli “Almamegretta”, ecc… Tanti gli appuntamenti in cui lʼemozione dei musicisti si confonde con lʼentusiasmo del pubblico, che sembra essere rapito dallʼenergia contagiosa di Ritmo Live. Nel 2012 un importante traguardo per lʼOrchestra, riconosciuta tra le 19 ensemble multietniche presenti in Italia, nellʼambito di una ricerca svolta per conto del MEI (Meeting etichette indipendenti) e curata da F. Fiore, membro della Med Free Orkestra ed inserita nel 2013 nella pubblicazione “Orchestre e bande multietniche in Italia” edita da Zona. Nel testo viene dedicato tanto spazio alla formazione musicale conferendole unʼimportanza di portata nazionale. Motivo per cui Ritmo Live sarà invitata alla prossima stagione del famoso programma tv “Alle Falde del Kilimangiaro”. Solo uno dei tanti impegni che vedrà occupata la formazione nei prossimi mesi. LʼOrchestra, il 21 marzo è stata ospite alla trasmissione radiofonica RAI Radio 2 “Caterpillar Am” in occasione della giornata mondiale contro il razzismo, come esempio tangibile che la fusione tra culture diverse può essere solo un punto di forza. Non si ferma lʼimpegno dellʼoriginale Orchestra sempre aperta allʼinserimento di nuovi componenti pronti a vincere la sfida di un progetto promettente. In fase di pubblicazione il primo lavoro discografico “Sammamàg” che in senegalese significa fratello, per sancire ancora una volta lo spirito di fratellanza che anima il gruppo. Il cd, non ancora sul mercato in attesa del finanziamento di un produttore, è una travolgente raccolta di brani inediti interamente registrati dal vivo dal quale si scaturisce la passione senza limiti che accomuna gli esecutori. Continua infatti la messa in opera di laboratori di strumenti a percussione che la docente Armaleo tiene per bambini ed adulti presso la sede della scuola di musica Ars Nova. I corsi, gratuiti per gli stranieri, sono rivolti a tutti favorendo lʼapertura verso lʼaltro attraverso la musica e la comunicazione. La nuova didattica del ritmo - body percussion permette ai “meno esperti” di mettersi alla prova, perché tutti possono diventare musicisti, basta solo volerlo. Con la possibilità, perché no, di entrare a far parte della “grande famiglia” Ritmo Live che sembra coinvolgere proprio tutti. postermostre centonove CATANIA. Arriva da Trapani la grande esposizione sull’antica arte Corallo for ever Oltre 115 capolavori a Palazzo Valle frutto della sapienza di maestri e orafi del XVII e XVIII secolo. In un racconto che indaga il rapporto fra l’uomo e il mare DI MARIA TRIPOLI CATANIA. I più straordinari capolavori dellʼantica arte del corallo rosso in Sicilia, riuniti per la prima volta in unʼunica grande esposizione, sono i protagonisti assoluti a Catania dal 3 marzo al 5 maggio 2013. La mostra dei coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo, proposta a Palazzo Valle dalla Fondazione Puglisi Cosentino con il contributo della Fondazione Roma Mediterraneo, inaugura una proficua sinergia per una cultura in movimento e allʼavanguardia in una Catania sempre più viva ed attiva. Entrare al Palazzo Valle che è uno degli esempi più importanti del barocco siciliano, ad opera del settecentesco architetto Giambattista Vaccarini, è rimanere abbagliati dalla perfetta osmosi dellʼantico con i cardini della storia dellʼarte moderna. Il restauro di questo palazzo, completato nel 2008, si è via via amalgamato col tessuto catanese attento allʼarte moderna, ospitando importanti mostre. Eccoci allʼingresso del palazzo con installazioni di Jannis Kounellis, Anselmo e le grandi opere di Carla Accardi che ci danno il senso della potenza evocatrice dellʼarte che con le idee di una contemporaneità sʼinnestano a meraviglia in una tradizione che è la trama della nostra storia. Saliamo al secondo piano e rimaniamo affascinati dai capolavori dellʼantica arte del corallo in Sicilia, luogo dove la realizzazione di questi meravigliosi manufatti raggiunse lʼapice della bellezza e della maestria artistico artigianale. Oltre 115 le opere esposte, frutto della sapienza di maestri e orafi trapanesi del XVII e XVIII secolo, in un racconto interdisciplinare che indaga il rapporto fra uomo e mare. Articolata in sei sezioni e due aree laboratorio, la mostra con ingresso gratuito, ci conduce alla scoperta della storia del corallo secondo un criterio tematico, tra suggestioni sensoriali particolari in cui anche la penombra sembra rievocare il buio degli abissi marini, con i lampi improvvisi del corallo, tra immagini di un video girato durante unʼimmersione subacquea in cui il respiro dei pescatori di corallo dà il ritmo a questo entusiasmante viaggio alla scoperta di tesori inestimabili, amuleti e talismani in cui ognuno enfatizza il proprio rapporto tra ritualità e religiosità. A testimoniare la grande maestria di orafi, incisori, scultori e semplici artigiani attivi in Sicilia tra il XVII e il XVIII secolo, in particolare a Trapani dove, sul finire del ʻ600, erano censite oltre 40 botteghe, saranno i nuclei principali di alcune storiche collezioni: da quella della Banca Popolare di Novara, a quella della Fondazione Whitaker (proveniente da Villa Malfitano a Palermo), del Museo Diocesano di Monreale e di altre raccolte pubbliche insieme a pezzi singoli, inediti o Accanto monetiere in legno ebanizzato, bronzo dorato, rame, corallo, smalti della Collezione Banca Popolare di Novara. Sopra un altro pezzo esposto a Palazzo Valle in prestito alla Fondazione da collezionisti privati, italiani e stranieri. In mostra a Palazzo Valle, a cura di Valeria Li Vigni, preziosi manufatti di inestimabile valore selezionati con grande attenzione dalle collezioni citate: gioielli e arredi sacri (calici, ostensori, crocifissi, reliquiari, rosari e presepi) e ancora calamai, saliere e raffinatissimi elementi dʼarredo come specchiere, cornici, tavoli da gioco, scrigni e monumentali stipi destinati a case principesche e regge. Splendide opere, cesellate a mano, che conservano il mistero di un materiale celebrato e decantato, su cui le leggende si sprecano. A influire, poi, sulla sempre più ricercata e manieristica produzione in corallo rosso degli artigiani di Trapani sembrerebbe essere stato il culto della Madonna dellʼAnnunziata che ogni anno chiamava a raccolta migliaia di pellegrini aumentando la domanda di rosari, i cui grani erano realizzati con il rosso “ornamento del mare”. Questa, infatti, lʼetimologia della parola corallo: dal greco korallìon, dove koreo significa “adorno” e alòs “mare”. Il corallo è da sempre simbolo della bellezza e perfezione del Creato. Attorno alla sua natura, essere vivente e talismano dalle presunte virtù terapeutiche e apotropaiche, spiega la curatrice della mostra, sono fiorite sin dallʼantichità leggende e credenze che hanno contribuito a diffonderne lʼuso non solo fra i vari ceti sociali ma anche fra popoli (come Mongoli, Indiani, Uzbeki, Yemeniti, Giapponesi) distanti dal Mediterraneo, nelle cui profondità marine proliferano da sempre le colonie di corallo rosso. Un MESSINA Spadaro, Camuri e Currò L’arte è solidale MESSINA. Si è chiusa lunedì sera a Santa Maria Alemanna la Mostra di arte e solidalietà "Admo", che esponeva i quadri di due artisti, Gianmarco Spadaro, 18 anni (nella foto accando due delle sue opere) e Giacomo Camuri, 54 anni. Accanto ai quadri le sculture di Iria Currò, apprezzata artsita messinese. La mostra nata per motivi di solidarierà. ha riscontrato l'apprezzamento del pubblico. Alla fine della manifestazione domenica è stato sorteggiato un quadro di Giacomo Camuri, donato all'associazione Admo. Positiva l'impressione di Giammarco Spadaro, che ha stupito per tonalità dei colori e mano delicata. pagina 35 22 MARZO 2012 evento destinato a far parlare di sé per lʼemozionante bellezza dellʼoro rosso e una nuova pagina, quella della Fondazione Puglisi Cosentino, che dopo una serie di mostre dedicate allʼarte moderna e contemporanea guarda al classico e, gratuitamente, apre i suoi straordinari spazi espositivi alla città e ai visitatori, turisti e scolaresche di tutta Italia, della prossima primavera. Intorno al rosso prodotto della secrezione di carbonato di calcio di un polipaio composto dallʼassembramento di esseri viventi che si sviluppano sul fondo del mare, sono fiorite e si sono attecchite infinite credenze, dovute alla doppia natura del corallo quale specie vivente e oggetto prezioso carico di valenze apotropaiche. Questa confluenza di interessi ha contribuito alla vera e propria “corsa al corallo” che ha rischiato di far scomparire le colonie più raggiungibili, oggi attentamente regolamentate e salvaguardate nelle aree marine protette e talvolta coltivate in appositi vivai subacquei. Secondo la mitologia i coralli si formarono quando il sangue che sgorgava dalla testa recisa della Medusa venne a contatto con lʼaria e si solidificò. La loro forma ha suggerito il simbolismo dellʼAlbero, inteso come origine e asse del mondo e collegamento tra i diversi mondi, unione dei tre generi della natura, lʼanimale, il minerale e il vegetale, e della vita, simboleggiata dal rosso sangue. A colpire lʼimmaginario erano il colore, la forma e la misteriosa capacità di indurirsi al contatto con lʼaria. In medicina, tritato, veniva considerato una panacea per le emorragie e le anomalie del ciclo mestruale e un coagulante per ferite, ulcere e cicatrici. Ma soprattutto sapeva preservare i neonati dai pericoli del fulmine e dalla morte improvvisa. I suoi rametti posti a forma di croce ne facevano una barriera contro Satana e gli influssi malvagi. Anche per questo lo si regalava ai Battesimi La sua polvere favoriva la dentizione, allontanava ogni malessere e persino le crisi epilettiche. E, negli adulti, aiutava vitalità e potenza generatrice. Insomma la panacea per ogni male ed amuleto da portare addosso per preservare da sventure. posterweekend 22 MARZO 2013 come... dove... quando... venerdi' 22 marzo MESSINA. Biografia della peste con Francesco D'Amore e Luciana Maniaci. Sala Laudamo - ore 21 MESSINA. Che notte, quella notte! con Enrico Guarneri e Patrizia Pellegrino, Espressione Teatro 2013. Teatro Annibale Maria di Francia - ore 21 MUSICA centonove sabato 23 marzo MESSINA. Ora vi cuntamu di quando la Sicilia fu invasa dagli orsi. Dal racconto di dino Buzzati, regia di Gianfranco Quero. Al Teatro Savio - ore 10.30 MESSINA. Acqua tinta di e con Giorgio Bongiovanni. Teatro Savio - ore 21 CAPO DʼORLANDO. Gli innamorati con Isa Barzizza, Selvaggia Quattrini, e Stefano Artissunch. Cineteatro Comunale Rosso di San Secondo - ore 21 MESSINA. Barbara Casini in concerto con Mirabella, chitarra e Toscano, contrabbasso. Maremare club - Teatro Sans Souci - Mortelle - ore 21.15 MESSINA. All night rock - live rock dei Silver Bullets. Jimmis music club - Galati Marina ore 22.30 MESSINA. H Tasto Trio Alessia Fontana (voce), Dario Lisitano (piano) e Nino Belmonte (batteria) Scala Maggiore Jazz. Club ore 22 MESSINA. Biografia della peste con Francesco D'Amore e Luciana Maniaci. Sala Laudamo - ore 21 MESSINA. Che notte, quella notte! con Enrico Guarneri e Patrizia Pellegrino, Espressione Teatro 2013. Teatro Annibale Maria di Francia - ore 21 MESSINA. Hansel e Gretel dei Fratelli Grimm, a cura di Accademia SarabandaTeatro Vittorio Emanuele - Sala Sinopoli ore 16.30 CAPO DʼORLANDO. I turbolenti. Cineteatro Comunale Rosso di San Secondo ore 21 MESSINA. Archangelo il bolognese. Fabrizio Longo (violino), Enrico Parizzi (violino), Milo Longo, (tastiera). Santa Maria all'Arcivescovado ore 19 MESSINA. Mozart e Salieri. Requiem a cura delle associazioni Accademia Filarmonica e Vincenzo Bellini di Cesare Natoli Dalla in jazz CONTINUANO LE CELEBRAZIONI del primo anniversario della scomparsa di Lucio Dalla. Dopo il concerto in Piazza Grande, che è stato anche un grande successo in termini di ascolti televisivi, esce “Dalla in Jazz”: un disco che intende celebrare lʼartista italiano scomparso con un genere a lui molto affine. Dalla, infatti, esordì come sassofonista e clarinettista jazz; passione che non abbandonò mai, nemmeno quando divenne famoso nella musica leggera. Lʼincisione, pubblicata da Sony Music, contiene quattordici brani del cantautore bolognese interpretati alcune stelle del jazz italiano. Tra i titoli: Vinicio Capossela – Itaca; Luca Aquino (feat. Lucio Dalla) – La mer ; Roberto Gatto (feat. Max Gazzè) – Il cielo; Maria Pia De Vito – Comʼè profondo il mare; Nick The Nightfly – Vita; Gegè Telesforo – Stronzo; Aldo Romano – Piazza grande; Enrico Pieranunzi (feat. Simona Severini) – Futura; Xavier Girotto & Peppe Servillo – Felicità; Solo strumentale; Paolo Fresu – Caruso; Stefano di Battista – Attenti al lupo; Flavio Boltro – Washington; Fabrizo Bosso – Balla Balla ballerino; Giovanni Mirabassi – Quale allegria. NUOVEVISIONI di Marco Olivieri La rivincita del cinema NON Eʼ VERO che il cinema sia ormai da congedare, sostituito dal mito di Internet. In una realtà, come quella italiana, priva di legislazioni adeguate e che ha provocato la morte dellʼindustria, la rinascita del grande schermo passa necessariamente attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni e un rapporto intelligente con i nuovi strumenti tecnologici. Questo 2013 si è aperto inoltre con due note incoraggianti: il bel thriller di Giuseppe Tornatore, “La migliore offerta”, e un miracolo di originalità e capacità di cogliere lo spirito del tempo incarnati dal film “Viva la libertà” di Roberto Andò. Sul piano internazionale lʼOscar ad “Argo”, diretto e interpretato da Ben Affleck, rinnovando il conflitto tra Iran e Usa, ha dimostrato che il cinema può sempre illuminare in una chiave inedita le vicende del passato, senza dimenticare ironia e senso beffardo del vivere. Il cast è efficace, da John Goodman ad Alan Arki, il tono scanzonato e la scrittura di Chris Terrio coinvolge abilmente lo spettatore. mostre PALERMO. Al Biondo Stabile fino al 7 aprile Ulysses secondo Collovà PALERMO. Quella di Claudio Collovà per Joyce è una storia dʼ amore, una storia dʼamore vera e importante, struggente, ed è anche una sfida: la sfida di rendere teatro la tormentata labirinticità del romanzo del grande irlandese. Perché un amore e perché una sfida? Perché non ci si avvicina a un romanzo, e men che meno allʼUlysses, di Joyce con superficialità e Collovà ha voluto dedicare a questo romanzo non solo una trilogia ma una febbrile e densissima riflessione poetica ed estetica che dura da almeno quattro anni. Ed in questo va dato merito al Teatro Biondo Stabile di Palermo che ha prodotto una trilogia che ha visto andare in scena nel 2010 “Uomini al buio, cinema Artigianato tipico a Spadafora SPADAFORA. Sarà una domenica delle Palme vivacizzata dallʼartigianato tipico quella del centro tirrenico messinese. Le associazioni “Antares” di Spadafora e “Fucina del Sud”, con il patrocinio del Comune di Spadafora, infatti, organizzano la "Festa della Primavera", ovvero un mercatino artigianale artistico che attirerà lʼattenzione dei visitatori per lʼintero arco della giornata. L'evento avrà luogo nella Piazza antistante il Castello di Spadafora, Un momento dello spettacolo. A destra Collovà domenica 24 marzo, dalle ore 9 alle ore 21. Saranno presenti numerosi espositori che in questo modo avranno lʼopportunità di proporre direttamente al consumatore le loro creazioni e nel contempo intendono promuovere, nella prima domenica della stagione primaverile, pure l'artigianato di qualità artistica appartenente ai vari settori produttivi con accessori, articoli da regalo e complementi, gioielli, oggettistica, arte su tegola. convegni Ciack per Rocky in Sicilia CATANIA. Musica, canti e danze in stile Bollywood hanno animato piazza Duomo e il centro storico di Catania per le riprese del film 'Rocky' di Suijt Mondal, prodotto da Shree Venkatesh Films di Calcutta con il supporto della società Occhi di Ulisse di Ivano Fucci. Tra gli attori, le star indiane Mithun Chakraborty, il figlio Mahakshay Chakraborty e la bella Pooja Bose (nella foto). Centinaia gli immigrati mauriziani, indiani e cingalesi che si sono riversati sui luoghi del set, tra piazza Duomo, Pescheria, piazza Vincenzo Bellini e Castello Ursino, per seguire da vicino il lavoro della troupe e rubare autografi e foto ai loro beniamini. In città, il regista-coreografo Mudassar Mazharkhan e il direttore della fotografia Jaan Ahmed hanno girato, con la collaborazione della Catania Film Commission del Comune, le scene di due video musicali 'romantici' che faranno parte integrante del film. Oltre che il capoluogo etneo, le riprese dei video hanno interessato anche Trapani, Palermo, Taormina e Cefalù, in sei giornate complessive di lavorazione. Il resto della pellicola è girato in India. Attori e cast, ventiquattro persone in tutto, hanno accolto con entusiasmo la visita del sindaco Raffaele Stancanelli sul set, in prossimità della pagina 36 fontana dell'Amenano: "Siamo orgogliosi di ospitare a Catania - ha detto il primo cittadino - i rappresentanti di una delle industrie cinematografiche più importanti al mondo, con attori e cast molto amati che veicoleranno a oltre un miliardo di persone la bellezza della nostra città, promuovendola in un modo che si è dimostrato essere di grande efficacia, soprattutto in India". "La produzione - ha aggiunto Stancanelli - è rimasta colpita dalla nostra disponibilità e dai servizi offerti dalla Film Commission comunale". Piraino, i segreti delle mummie PIRAINO. I "segreti" delle mummie di Piraino saranno oggetto dell'incontro che il Cesas, con il patrocinio della Regione Siciliana ha programmato a Brolo per domenica prossima. Un incontro che partendo da questo "tesoro nascosto" rappresentato appunto dalle "mummie di Piraino" - tornate alla ribalta anche per un ampio spazio televisivo riservato loro dalla trasmissione "Misteri" - è teso a far conoscere e promuovere il patrimonio, l'identità e la storia dei piccoli comuni. Nella scaletta dei lavori, coordinata da Massimo Scaffidi anche gli interventi, dopo il saluto del sindaco brolese, Salvo Messina, quello di Tiziana Granata, dell'Ass. Cesas Onlus, di Sergio Todesco antropologo, di Roberto Princiotta ricercatore e autore del libro “La terra di Piraino”, di Gianni Giuffrè esperto cultura del Comune di SantʼAngelo di Brolo, di Salvatore Granata (Legambiente), e Nino Bartuccio, fotografo. È prevista la presenza di Antonio Zichichi, assessore regionale ai Beni Culturali. posterweekend centonove domenica 24 Palacultura Antonello ore 18 MESSINA. Neu Fest al Centro Multiculturale Officina (Via Croce Rossa 67 - 69) ore 23.00 DJ Set di Enzo Russo, Andrea Scarfì e Giorgio G. MESSINA. Biografia della peste con Francesco D'Amore e Luciana Maniaci. Sala Laudamo - ore 17.30 MESSINA. Che notte, quella notte! con Enrico Guarneri e Patrizia Pellegrino, Espressione Teatro 2013. Teatro Annibale Maria di Francia - ore 21 MESSINA. Pompeo Oliva e Angelo Campolo presentano il libro “Senza nome” di Giovanni Merenda. Feltrinelli Point ore 19 MESSINA. Mutamenti della materia Monte di Pietà ore 18 - 20 mostra personale di Stello Quartarone Ade” e, nel 2011, “Artista da Giovane”. Oggi, e continuativamente fino al 7 aprile, alla Sala Strheler del Biondo, è la volta di “Telemachia, Ulyssage #3”, scene e costumi di Enzo Venezia, in scena Sergio Basile, Domenico Bravo, Luigi Mezzanotte. «Questo mio nuovo spettacolo – spiega il regista -, andando oltre ciò che viene narrato nel libro, racconta dellʼallontanamento di Stephen da Mulligan, della sua estraneità al lavoro di insegnante in una scuola diretta da un preside gretto e razzista, dellʼinfedeltà di Molly che costringe Bloom a vagare tutto il giorno con il peso del tradimento nel cuore, del sentimento diffuso contro gli Ebrei, dellʼincontro tra Bloom e Stephen, del loro ritorno a casa di Bloom e della loro separazione. Materiale sufficiente per una nuova odissea, la maggior parte della quale, accade dentro la mente. Al centro di tutto infatti sopravvivono qui le meditazioni di Dedalus e Bloom condotte in gran parte nei loro momenti più intimi e solitari, entrambi in forte relazione con lʼacqua, quella anti-eroica dellʼHammam per Bloom, e quella lirica della spiaggia di Sandycove per Dedalus. Punto di partenza è lʼAmleto, forse parallelismo più forte dellʼOdissea, o almeno per me, più significativo. E di Shakespeare si discute a lungo nella tesi di Dedalus che il poeta inglese in realtà sia il padre consustanziale del principe e che questi sia quindi Hamnet, il vero figlio del poeta morto a undici anni. E Dedalus, il dublinese malinconico, in ribellione contro il suo ambiente, alla ricerca di un padre, vestito di nero per lutto, somiglia ad Amleto, se non altro perché lʼuno e lʼaltro errano come ombre, monologando su argomenti esistenziali, alla ricerca della loro vita desiderata ma perduta». musica Nabucco apre le celebrazioni verdiane PALERMO. Venerdì 23 alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo, prendono il via le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. Si comincia con il "Nabucco", terza opera del compositore di Busseto, presentata dal soprintendente Fabio Carapezza, dal direttore Renato Palumbo e dall'interprete principale George Gagnidze. Carapezza ha illustrato tutte le attività che vedranno luce in questo periodo, al Nabucco seguiranno Aida e Rigoletto, la mostra "Verdi al Massimo" espone nella sala pompeiana bozzetti, costumi e figurini provenienti dall'archivio del Teatro ed è curata dal critico martedi' 26 lunedì 25 d'arte Sergio Troisi. E, ancora, i concerti verdiani di maggio e "Bianco, rosso e Verdi", un itinerario per i ragazzi delle scuole che impareranno a conoscere il meglio dei capolavori verdiani. Il soprintendente ha definito le iniziative "trame verdiane", sottolineando il rapporto speciale che Palermo ha con il compositore, le cui opere hanno scandito tutti gli appuntamenti più importanti del Massimo fin dal suo nascere. Particolare spazio si è dato alle tavole in stoffa realizzate dall'architetto Filli Cusenza, un artista che da anni lavora con la "fiber art", e che illustrano con maestria le principali opere verdiane. MESSINA. Il jazz e le canzoni. Con Luciano Troja al piano - Aula Magna Maurolico ore 17. MESSINA. Immagine e scrittura. Mostra dedicata alle icone bizantine realizzate a Messina Museo Regionale ore 9 - 19 22 MARZO 2013 mercoledi' 27 marzo MESSINA. Artist in progress - Gradiva Arte ore 10 - 20 mostra personale dell'artista Lanza MESSINA. Mutamenti della materia Monte di Pietà ore 18 - 20 mostra personale di Stello Quartarone TORREGROTTA C'è Vento 2.0. concerto a cura di Settentrionale Sicula, con 22Quartiere, Chameleon Duo, Funny Boys. Rockerilla Pub ore 20.15 MESSINA. Immagine e MESSINA giovedi' 28 marzo scrittura. Mostra dedicata alle icone bizantine realizzate a Messina Museo Regionale ore 9 - 19 MESSINA. Mutamenti della materia - Monte di Pietà ore 18 - 20 personale di Stello Quartarone MESSINA. Immagine e scrittura. Mostra dedicata alle icone bizantine realizzate a Messina Museo Regionale ore 9 - 19 MESSINA. Artist in progress - Gradiva Arte ore 10 - 20 mostra personale dell'artista Lanza MESSINA. Mutamenti della materia Monte di Pietà ore 18 - 20 mostra personale di Stello Quartarone DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Chianti da non perdere Romeo e Giulietta “Ricerca” d’amore Un nuovo viaggio nelle arti e nei mestieri del teatro MESSINA. La storia dʼamore più popolare di ogni tempo e luogo sarà oggetto del bando di prossima pubblicazione per partecipare al nuovo laboratorio di ricerca teatrale della compagnia Daf – Teatro dellʼEsatta Fantasia, presieduta da Giuseppe Ministeri. A partire da maggio prenderà il via la prima parte del progetto “Romeo, Giulietta e la Città”. Saranno tre i percorsi artistici, e riguarderanno la recitazione, la scenografia e la scrittura. “Si tratta di una sfida, ovvero di attraversare la vicenda dei due giovani amanti per indagare unʼaltra grande protagonista del testo, la città - raccontano Annibale Pavone e Angelo Campolo, ideatori del progetto - Verona infatti è il luogo cardine dellʼazione del dramma di Shakespeare, per le lotte sociali che la attraversano e lʼincapacità di trovare pace e accordo tra i cittadini, un tema dallʼevidente e assai attuale richiamo. Poi ancora per la sua particolare geografia scenica che fa cambiare vorticosamente ambientazione alla storia, come fosse un film, tra strade, stanze di corte, saloni, balconi, sgabuzzini, chiese e cortili. Una città che, in ultimo, si fa protagonista quando Romeo viene esiliato. Ed infatti lʼallontanamento da Verona sarà la causa ultima della fine tragica dei due amanti. La costruzione di questa città sotto tre punti di vista (attoriale, scenico e drammaturgico) sarà oggetto del nostro laboratorio”. Una sfida dunque che si aprirà alla scenografia, attraverso un gruppo guidato da Francesca Cannavò, che seguirà contestualmente il lavoro degli attori, con incursioni nello studio della fonica e dellʼilluminotecnica a cura dei responsabili di Artesicilia: Gaetano Leonardi e Lorenzo Tropea. Ed infine la scrittura che si avvarrà della collaborazione di Tino Caspanello che nel mese di maggio terrà un incontro preparatorio alla creazione di un gruppo di lavoro che prenderà avvio a settembre. La compagnia è reduce dai tre anni di laboratorio teatrale “Il Gioco più Serio”, durante i quali, utilizzando a pretesto lʼopera di Shakespeare, sono state coinvolte più di cinquanta persone oltre ad attori professionisti e maestri della scena come Abbondanza, Scaldati e Vetrano/Randisi. Un confronto aperto e costruttivo con la fantasia e lʼemozione dellʼesperienza teatrale che ha portato alla messa in scena di due spettacoli: Orchestra Shakespeare nel 2011 e Tempesta nel 2012. pagina 37 SONO TANTI I CHIANTI Classico che mi hanno colpito durante durante la Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda a Firenze eccone un altro gruppo che vi consiglio di andare a cercare in enoteca. Chianti Classico 2010 Castello di Radda, etereo, fine, si presenta con aromi dolci, speziati e di frutta matura mentre allʼassaggio è inteso e persistente. Chianti Classico 2010 Fattoria Nittardi un bel naso che esalta lʼeleganza di questo vino, ampio e sfaccettato al naso in bocca ha frutto dolce e succoso e un bel finale lungo e persistente. Chianti Classico 2010 Fontodi un altro fuoriclasse ricco al naso dove si inseguono spezie, note agrumate e minerali e frutta come ribes e more in bocca è ampio e ben giocato tra fresca acidità, una bella architettura tannica e tanto frutto. Chianti Classico 2010 Le Cinciole frutta rossa su un fondo di erbe mediterranee e fiori di campo, tanto equilibrio e tannini fitti e nervosi al bicchiere. Chianti Classico 2010 Querciabella chinotto, erbe e piccola frutta a bacca nera, ampio, ricco di tannini nobili e finale lunghissimo, uno dei migliori vini biodinamici dʼItalia. Chianti Classico 2010 Villa di Geggiano di piacevolissima beva questo vino ben tenuto su al palato da tannini ed acidità ricco di frutto, spezie orientali e fiori al naso. Chianti Classico 2009 Castellʼin Villa grande classico questo vino con le sue note di macchia mediterranea, humus, frutta a bacca scura matura, morbido, elegante e dal bel finale sapido allʼassaggio. Chianti Classico 2009 Le Ellere, Castello di Albola, complesso, fine, in equilibrio tra struttura e tannini ancora indomiti, naso fruttato, floreale arricchito da una bella vena minerale. Chianti Classico 2009 MythicuM, Castello di Cacchiano ampio, strutturato in perfetto equilibrio tra corpo pieno e vibrante e tannini ancora in progressione, fitto e persistente al naso. SICILIA DA ASSAGGIARE! Ciauna ANTICO DOLCE PASQUALE che costituisce un patrimonio tradizionale dellʼarea tirrenica messinese. Ingredienti: per la pasta:1 kg di farina, 300 g di zucchero, 100 g di burro, 15 g di bicarbonato, 4 uova, 2 cucchiai di vermouth, 1 cucchiaio di strutto, 1 bustina di lievito per dolci. Per realizzare il ripieno: 1 kg di ricotta, 300 g di zucchero, 10 g di cannella in polvere, 2 tuorli d'uovo, 1 limone, 1 cucchiaio di miele Versare la farina sul piano da lavoro, disporla a fontana e nella fossetta al centro rompere le uova intere sbattendole leggermente con una forchetta. Aggiungere lo zucchero, lo strutto, il burro, il bicarbonato, la bustina di lievito e il vermouth. Versare anche il latte e lavorare fino a ottenere un impasto abbastanza consistente. Stendere e ritagliare dei dischetti circondandoli con un rotolino di pasta come bordo. Per il ripieno mescolare la ricotta con lo zucchero, i tuorli dʼuova, la scorza di limone, la vanillina, la cannella e il miele. Riempire i dischetti con la ricotta e cuocere in forno. Infine spolverizzare con la cannella. Disio Hostaria C.da Romeo (Parco degli Ulivi)-98049 Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. posterlettere&... 22 MARZO 2013 MESSINADRASTICA di Fabio Amato Proprietà privata MESSINA. Dicesi "Proprietà privata" un luogo privato, dove non si può accedere senza il consenso del proprietario. A Messina questo status appartiene ai luoghi, cosiddetti "Demaniali", cioè quei luoghi che hanno il mare, la spiaggia, gli ombrelloni e quant'altro. Più precisamente quel tratto di strada che va dalla Risacca dei due Mari, al Calasole, e quindi sulla strada di Torre Faro. Questo vuol dire, che se tu, anonimo cittadino, vuoi farti un bagno, o semplicemente scendere in spiaggia, non lo puoi fare, a meno che, tu non conosca qualche proprietario di queste proprietà privata, che invitandoti a casa sua, ti consente di farti il bagno. E se sei un turista? Oppure semplicemente non conosci nessuno, oppure vuoi stare in spiaggia da solo? Non è possibile! Vai in un altro mare! Qui, tutto è recintato, giardini abusivi, posto barca che con il tempo si sono trasformati in ville con giardino, muri di contenimento che con il tempo diventano piscine, sedie a sdraio che per miracolo si trasformano in Lidi balneari, addirittura posti auto con tanto di passi carrabili! Allucinante. E tutto sul Demanio, o sugli accessi al mare. Quindi se voglio farmi un bagno, o prendere il sole sulla spiaggia, oppure farmi una semplice passeggiata devo comprarmi un pezzo di spiaggia, recintarlo piantare due piantine di pomodori e zucchine e così mi faccio il bagno?!? Ma prendiamo dei carrarmati e distruggiamo tutto oppure facciamo fare, dal Comune, un'isola pedonale unica, per questa zona, dividendo chiaramente i residenti, in quelli di fascia A e quelli di fascia B a secondo se hanno l'accesso al mare oppure no. Ma la parola Demanio a Messina cos'è un "Optional"? Ed il mare a Faro è un bene privato? E la spiaggia? E quindi il Far , con il tempo cosa diventerà? Un paese privato? Boh! Chi può faccia qualcosa! Questa estate voglio farmi il bagno, e con me altre centinaia e centinaia di bagnanti! DISCUTIAMONE HERITAGE di Sergio Bertolami Nonno libero contro la sanità «azienda» L’altro Francesco della Compagnia MESSINA. Qualche sera fa, facendo zapping, ho sentito qualche battuta della serie “nonno Libero”. Una trasmissione semplice, forse banale ma pulita, senza violenze, sangue, kamasutra in tutte le salse etc. Ebbene il non più giovane dott. Martini è alle prese con la nuova proprietà della clinica ed è scontro. La figlia viene licenziata perché la sua specialità “Neuropsichiatria Infantile”rende poco. Lo so bene, per esperienza personale, la disabilità non rende. Il padre è costretto a dismettere il camice bianco ed ad indossare un improbabile camice violetta, come tutti gli altri medici. Si propongono esami inutili e costosissimi “ a pacchetto”, “paghi due, prendi tre”. I medici sono costretti a visitare di nascosto i pazienti che non possono pagare. Quelli che pagano non sono pazienti ma clienti, a cui va venduto “il prodotto” che non è un detersivo ma la salute. Un panorama eccessivo? Forse. Non troppo lontano da certe realtà. Ora molti cominciano a capire che la visione economica esasperata, produce solo guasti. Agli inizi dellʼera “sanità azienda” è stato un lavaggio del cervello: fiumi di budget, governance, ottimizzazione, efficienza, efficacia, economia, utentecliente, concorrenza tra pari, etc, etc. In nome dellʼeconomia tagli verticali e sprechi aumentati. I risultati si leggono ogni giorno sulla stampa. Del paziente non parla quasi più nessuno. Lo sventurato che si trova improvvisamente catapultato nel pianeta malattia, non vuol sapere quanto costa al giorno, se il suo DRG è conveniente o è un peso per il budget, vuole solo essere curato, se possibile, guarito e tornare alla sua vita normale. In tutta questa danza panica in nome del risparmio non sono diminuiti scandali, ruberie, corruzione, è diminuita, almeno alle nostre latitudini, la reale offerta di sanità. Come si spiegherebbe diversamente lʼaumento della spesa per mobilità passiva? Dal Sud verso il Nord, ovviamente. Certo non mancano le eccellenze neanche al Sud, ma qualcosa non va nellʼingranaggio. Molti ospedali e non solo quelli utili come emblema del politico locale e basta, sono stati chiusi. Il personale è stressato, i giovani restano precari a vita, (quando riescono a diventare precari,) chi può fugge verso la pensione, il rapporto di fiducia medico-paziente è ormai affidato al consenso informato, agli avvocati, ai Tribunali. La crisi economica mondiale ha fatto il resto. Assunzioni bloccate, risorse tagliate, unità operative accorpate e quantʼaltro. Nessuno ha la bacchetta magica tanto meno i nostri non più ben amati politici ma il malato non è né ricco né povero, nè colto né ignorante, è un uomo che ha il diritto di essere curato nel migliore dei modi. ECOLOGIA E AMBIENTE Pasquale Russo centonove Lino Banfi protagonista di Nonno Libero MESSINA. Nella la stravagante gara dei primati, Francesco I è sicuramente il primo pontefice non europeo, il primo proveniente dal continente americano, il primo gesuita, il primo ispirato a chiamarsi come il poverello di Assisi, «lʼuomo – a dire del santo padre – che ama e custodisce il Creato». Tale decisione ha suscitato ammirazione e stupore. Ammirazione, per il riferimento ad una povertà testimoniata, ad una apertura al dialogo con popolazioni dalle condizioni miserrime o con differenti religioni. Stupore, perché questa scelta si deve a un gesuita. Il richiamo ad un altro santo, qual è Francesco Saverio, fa invece parte dellʼintimità profonda del papa, come di ogni chierico regolare dellʼordine. S. Francesco Saverio è infatti, con S. Ignazio di Loyola, tra i fondatori della Compagnia di Gesù, nata il 15 agosto 1534 nella chiesa di Saint Pierre di Montmartre a Parigi. Ai voti di obbedienza, povertà, castità, hanno associato lʼimpegno di apostolato itinerante. A proposito dellʼattività educativa e missionaria, è utile ricordare che i gesuiti giunsero a Messina tredici anni dopo la fondazione, su richiesta del Senato cittadino e incitamento del viceré Jean De Vega. Tra il1547 e il 1767 la città si troverà a contare ben sei distinti complessi architettonici della “Societas Iesu”. Nel 1634 Pietro Balsamo e la moglie Francesca Aragona destinarono beni per la costruzione della Casa di Terza Probazione, intitolata proprio a S. Francesco Saverio. La costruzione sorgerà in prossimità delle mura, tra Mosella e San Raineri. Servirà a far completare le prove degli scolastici, che dopo almeno dieci anni nella Compagnia potranno acquisire il titolo definitivo di professi. Il collegio non durerà a lungo: sparirà nel settembre del 1684, tra le demolizioni «per farsi Piazza dʼarmi» sul piano di Terranova. In memoria il nome di S. Francesco sarà dato a uno dei bastioni della imperiosa Real Cittadella. È un piccolo frammento di storia messinese che ci lega allʼopera dei padri gesuiti e al nuovo pontefice. [email protected] di Anna Giordano Prg Messina e follie collettive PER CASO HO RILETTO le linee guida per il nuovo Piano Regolatore generale del comune di Messina, che – contraddizioni a parte e ponte a parte – sembrerebbe quasi essere frutto di illuminati ambientalisti dellʼera moderna. Peccato che la realtà sia diversa e che nellʼattesa di un futuro PRG, le ruspe continuino a sbancare senza remore pezzi di colline occupando nuovo suolo e radendo al suolo vegetazione importante anche se agli occhi dei più sembra erbaccia, anche ai presunti esperti a vario titolo che hanno nel tempo avallato scempi su scempi. Peccato che nel frattempo si presentino piani quadro, piani esecutivi, PIAU, PUM e altre sigle scognite che di contenuto hanno però nuove aberranti occupazioni di suolo e di mare. Peccato però che i cittadini, non tutti ma gran parte, siano indifferenti alle sorti della città quasi quanto e più di chi lʼha amministrata in questi anni e che se anche siano decisi a far valere un minimo la loro parola o la loro indignazione, sbattano con muri di gomma, silenzi assordanti, mancanza di informazioni. Già, che dire del comune di Messina che ancora oggi si ostina a non mettere on line le Valutazioni di Incidenza, quasi tutte non rispettose delle norme vigenti e quasi tutte approvate, con poche eccezioni? che dire della mancata visione complessiva del territorio che vede da un lato gridare allʼerosione costiera, dallʼaltro promuovere il porticciolo di Grotte, quello di Mortelle poi quello di Orto Liuzzo ed infine il porto canale di Via Santa Cecilia che, ci rassicura il geologo, non pone barriere a mare, visto che si scaverebbe semplicemente in città, rimanendo sulla linea di costa? Non ci sentiamo affatto rassicurati, per nulla, visto che siamo ormai alla follia collettiva che vede il pagina 38 perseverare del pensiero che il territorio, qualunque cosa noi si faccia, si debba adeguare senza reagire. Come se le acque del mare siano esenti dagli effetti delle nuove strutture, come se il materiale di scavo (centinaia di migliaia? milioni di mc? quanti? ) fosse un secchiello da svuotare e non centinaia, migliaia, decine di migliaia di viaggi camion da e per la discarica, a proposito, dove? Come se il pensiero che si applica ad un progetto debba essere sempre settoriale, privo della visione di insieme che fa invece di questi progetti un problema gigantesco assicurato per tutti, nessuno escluso. Peccato poi che a pagare i danni sia sempre la collettività, che siano i camion che portano pezzi di città da svuotare chissà dove per fare il porto canale o che sia il fantasmagorico porto di Grotte e poi lʼerosione si mangia tutto. Sono stufa di fare lʼambientalista, ma siccome mi indigno ancora e ho, nonostante tutto e molti ancora speranza, continuo, con buona pace di chi vorrebbe che smettessi. poster...commenti centonove LETTERA APERTA di Giovanni Frazzica* ELIODORO Pd, cari segretari vi scrivo Lettera aperta al Segretario provinciale e comunale del Pd di Messina CARO BARTOLOTTA, Caro Grioli, a seguito dellʼultima riunione di Direzione, conclusasi come a voi noto senza lʼapprovazione di alcun documento per la verificata mancanza di numero legale, ho letto su alcune agenzie di stampa che si sarebbe invece deliberato di dare il voto alle primarie ai sedicenni ed agli extra-comunitari. Ferma restando la inesattezza della notizia, vorrei ribadire e meglio specificare alcune perplessità che ho esposto nel corso del mio intervento. La immissione nei ruoli dei votanti alle primarie di soggetti che non fanno parte del corpo elettorale che ha la titolarità legale per eleggere il sindaco crea di fatto una alterazione di quella che sarebbe la condizione conforme alla legge (18 anni di età e cittadinanza e residenza) se non venisse introdotta questa artificiale modifica. Se in corso dʼopera, ad elezioni avvenute con lʼintroduzione di questa norma, un candidato dovesse prevalere sul suo diretto avversario proprio in virtù della acquisizione di un elettorato che nelle elezioni reali risulterebbe ininfluente, il soccombente si sentirebbe fortemente beffato e mortificato, con conseguenze che non potrebbero essere riassorbite in poco tempo. Ma volendo esaminare la questione dellʼallargamento della base del consenso, che è un aspetto sempre utile e positivo da tenere in considerazione da parte di un partito popolare e democratico, considerato che alle ultime elezioni regionali il 53% degli aventi diritto al voto, ultra diciottenni e cittadini regolarmente iscritti nelle liste esigenze che emergevano. Neanche i soldi mancavano, come appare chiaro dai casi Lusi, Lega, er Batman etc. Eʼ questa la grande colpa di chi ha guidato la politica, che oggi ci porta alla impossibilità di fare un Governo ed alla continua difficoltà di trovare allʼinterno dei partiti persone adeguate per ricoprire incarichi istituzionali, tantʼè Totò nel film di Sergio Corbucci “Gli onorevoli” che giunti al momento clou, cʼè sempre lʼesigenza di ricorrere a elettorali, ha disertato le urne, tecnici o ad anime belle del mondo perché il Pd non fa uno sforzo per della cultura e dello spettacolo. Dire recuperare quegli elettori? Perché oggi che si è espressione di un non si attrezza per diventare partito politico, anche del blasonato momento di formazione per i Pd, in alcuni ambienti e diventato giovani, facendoli diventare cittadini consapevoli, piuttosto che disdicevole. In un ambito circoscritto, quale è la Città di Messina, in cui cʼè mandarli allo sbaraglio a votare, a in gioco ancora la nostra presenza e sedici anni, per questo o per quel la nostra responsabilità, dovrebbe candidato? Che senso ha tutto essere fatto uno sforzo per rimettere questo? Siamo al votʼAndonio di in piedi un soggetto politico credibile, Antonio La Trippa o vogliamo in grado di dare risposte alla gente e diventare punto di riferimento per di riattivare attraverso unʼopera di la comunità messinese? Sono in intensa attività politica sul territorio il gran parte dʼaccordo con il prof. dialogo con lʼelettorato perduto, ma Marco Revelli che nel suo saggio anche con nuove fasce di cittadini, “Finale di partito” analizza la come appunto anche i sedicenni o gli mutazione della struttura partitica rispetto alla realtà sociale, per cui è extra-comunitari. Per fare ciò occorre partire problemi reali e chiaro che non possiamo più immaginare un Partito “organizzato studiare un insieme di soluzioni da come unʼimpresa fordista”. Tuttavia sottoporre alla gente come proposte sulle quali offrire un impegno corale cʼè un dato che a Revelli, come del Partito. Facciamolo ed io sarò asettico studioso poco importa, insieme a voi, se invece si cercano mentre a chi avverte il senso ed il facili scorciatoie ed effetti speciali, peso della militanza e la passione incomincerò a prendere in per la politica interessa: i partiti considerazione lʼidea di impiegare hanno avuto tutti i mezzi e tutti gli diversamente il mio tempo. strumenti per monitorare la trasformazione della società ed * Direzione provinciale Pd adattare le loro funzioni in Messina corrispondenza delle nuove ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Cani, sos per l’ex macello MESSINA. Il rifugio dell'ex macello di Via Don Blasco è al momento la casa di una novantina di cani che, se non fossero accuditi dai ragazzi che si alternano durante la settimana, non avrebbero nessuno a prendersi cura di loro. I volontari fanno fronte ai problemi degli ospiti al meglio delle risorse a propria disposizione ormai da anni, ma le ultime settimane sono state particolarmente delicate, visto che, dopo i risultati delle analisi effettuate dall'ASL sugli esemplari assistiti, era forte il rischio che la struttura venisse sgomberata in tempi brevi. Non era escluso che i soggetti risultati sani venissero liberati sul territorio nonostante i rischio del ritorno in strada. L'allarme pare essere adesso rientrato, dal momento che per procedere alla reimmissione in libertà di un cane non basta dichiararne la sana e robusta 22 MARZO 2013 costituzione: secondo la legge regionale n. 15 del 3 luglio 2000 gli altri requisiti sono indole docile, piccola o media taglia, provenienza da zona accertata, non appartenenza a razze potenzialmente pericolose, adattabilità al randagismo e per i quattrozampe dichiarati in buono stato non è stato possibile garantire la presenza di tutte le caratteristiche richieste. Bloccata quindi qualsiasi prospettiva di sequestro del plesso ed immediato trasloco degli attuali “inquilini”. A Messina, tuttavia, la questione dell'assistenza ai cani di strada rimane problematica, data la saturazione del canile Millemusi di Castanea e la mancanza di un'adeguata struttura comunale. Solo trovare un posto migliore garantirebbe ai cani di vivere senza il pericolo di subire decisioni e soluzioni avventate. Chiunque possa aiutare contatti [email protected]. pagina 39 La piazza al cioccolato. Amaro CATANIA. Squilli di tromba e rulli di tamburo. Tutta la città, dai ragazzi in cerca di nuovi spazi d'aggregazione agli ambientalisti d'assalto, si sono riversati in massa per partecipare ed essere protagonisti dlell'inaugurazione della nuova piazza Abramo Lincoln, da sempre terra di nessuno, abbandonata e trascurata, chissà perchè, nonostante la sua centralità. lavori eseguiti, grazie ad un accordo con il Comune, da un imprenditore privato, titolare di un' affolatissima cioccolateria. Dopo il taglio del nastro, benedizione e buffet, sorrisi per la stampa e frasi di circostanza, le immancabili polemiche, anche giustificate. Lavori eseguiti forse troppo in fretta e forse seguiti da un capocantiere distratto. La piazza, bella a vedersi da lontana, ma buia, è una sorta di percorso di guerra, piena di rischi e trappole per bambini e anziani. Dal giorno dopo è già transennata. Lavori, ancora, in corso. 150 PAROLE DA PALERMO Mezzocielo, scrittura al femminile IL TITOLO TRAE origine dal fatto che lʼuniverso femminile è lʼaltra metà del cielo: “Mezzocielo” è appunto il nome della rivista bimestrale che offre unʼanalisi della società siciliana e nazionale mediante una pluralità di voci “rosa”. La rivista è stata fondata a Palermo nel 1991, da un gruppo di donne, Carla Aleo Nero, Letizia Battaglia, Silvia Ferraris, Simona Mafai, Rosanna Pirajno. In questi anni, le sue pagine hanno ospitato voci di denunzia contro la mafia, contro la corruzione, i privilegi, le disuguaglianze. Voci laiche e pluraliste che hanno offerto e continuano a offrire un confronto pubblico sui grandi temi del nostro tempo, alla ricerca di unʼetica, laica e femminista, condivisa ovviamente anche dallʼuniverso maschile. Dobbiamo anche a “Mezzocielo” la difesa dei principi di libertà della donna e dei più deboli, nella continua ricerca di una sempre maggiore attuazione, per tutti i cittadini, dei diritti civili e di una effettiva uguaglianza. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Messina come bene comune MESSINA. “Messina, forma di vita in comune” è un documento scritto (si trova su facebook) da un gruppo di intellettuali messinesi (Gianfranco Ferraro, Luciano Marabello, Emilio Raimondi, Gino Sturniolo) per porre la questione dei “beni comuni” al centro delle prossime elezioni amministrative. Il documento propone “lʼistituzione di un Assessorato ai Beni Comune e un percorso articolato per decidere i modi di coinvolgimento dei cittadini, attraverso lʼadozione di un regolamento comunale di uso in comune dei beni e dei luoghi comuni della nostra città: così come già fatto del resto, e istituzionalizzato, in alcune città del nostro Paese”. Gli autori del testo scrivono inoltre: “chi ha chiesto ai messinesi il permesso di chiudere lʼaccesso al porto e di sottrarre di fatto alla città il suo rapporto con il mare? E quando è stato chiesto a messinesi di rendere progressivamente privato lʼattraversamento dello Stretto? Chi li ha interpellati sul destino del Teatro in Fiera e chi ha chiesto loro di poter decidere, direttamente, il destino della cittadella fieristica? Chi ha chiesto il loro parere sulla vocazione e sulle ipotesi di trasformazioni speculative del quartiere storico del Tirone? Chi ha chiesto ai messinesi, in una parola, di poter decidere che città volevano?” Per poi concludere: “come reagire alla sistematica espropriazione di luoghi di democrazia, di scelta, come reagire cioè allʼespropriazione che Messina vive ormai da decenni? E come rendere quindi possibili, praticabili delle “scelte” consapevoli e partecipate sulla forma della città da parte dei messinesi? Domande veramente cruciali che speriamo trovino uno spazio adeguato di riflessione anche in campagna elettorale. [email protected]