Centonove numero 11

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Centonove numero 11
Mariano Bruno
Il centrosinistra trova l’accordo sull’avvocato Celona
Ma Genovese preme per le consultazioni
Francesco Celona
centonove
Messina, primarie a rischio
Lipari, politica sprecona
Falsi viaggi e spese per le amanti. Ecco i retroscena
dell’inchiesta che scuote il Comune
10
PAG.
ANNO XX N. 11
22 MARZO 2013
EURO 1,50
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
L’INCHIESTA
FATTURE GONFIATE, SERVIZI SCADENTI
E RAGGIRI PER OTTENERE PIU’ FONDI
DALLA REGIONE. ECCO A CHI SERVE
LA RIABILITAZIONE
A MESSINA
Riabilitati
18
PAG.
il punto
22 MARZO 2013
centonove
EDIT
Verso Cipro
Solo andata
PUOʼ SUCCEDERE in Sicilia quello
che si sta verificando a Cipro? In
qualche modo, sì. Cipro è grande
quanto la Sicilia e anche meno
indebitata: la Sicilia ha un Pil di
novanta miliardi lʼanno e, secondo le
ultime stime, il buco di bilancio
potrebbe, più che sfiorare ,“sforare” i
venti miliardi. Cʼè una sola cosa che
rassicura la Sicilia: le famiglie che
hanno un conto corrente con più di
ventimila euro sono sempre meno.
La povertà galoppa. La
disoccupazione giovanile è
endemica. E a resistere alla crisi, è
solo la classe parassitaria della
burocrazia che stratifica tutto
lʼapparato regionale. Sciogliere nove
province per creare undici o più
consorzi di Comuni, serve solo a fare
il solletico. Perché lʼeconomia riparta
in Sicilia bisogna riscrivere i
fondamentali. Al primo posto cʼè la
rottamazione di un apparato
burocratico che va sostituito al 75%
con pratiche di telematizzazione dei
servizi: sparirebbero in un attimo i
ritardi, le vessazioni, i favori barattati
coi diritti. Poi lʼindustria che non cʼè,
dalla petrolchimica in poi, andrebbe
sostituita con una agricoltura
moderma, che non ha bisiogno di
mandare io suoi prodotti al Nord per
“reimportarli” al Sud, con costi
quadruplicati. Il resto dei servizi, in
virtuosa cascata, come la cultura e il
turismo, diventerebbero “primari” per
importanza, alla semplice condizione
che non dovrebbe più occuparsene il
pubblico. Il mercato non è tiranno, se
non viene “drogato” con precari e
“fumus”. Oggi, sullʼorlo del precipizio
come siamo, cʼè bisogno di meno
politica drogata. Meno “mediazione”:
nei sindacati, nelle banche, perfino
nei Tribunali. Posti nei quali i diritti,
non solo di cittadinanza, sono
calpestati più volte al giorno. In Sicilia
più che a Cipro.
Beppe Grillo
Grillo, emotività al potere
Una salutare ribellione guidata da un uomo che non è mai sceso dal palcoscenico.
Ecco come una grande occasione rischia di diventare un altro pericolo per il Paese
DI DOMENICO BARRILÀ
UNA LEGGENDA METROPOLITANA vuole che la semplice
presenza del fisico Wolfgang Pauli nei paraggi di un laboratorio,
condizionasse lʼesito degli esperimenti in corso.
Verrebbe da dire che anche il M5S genera effetti del tutti simili,
determinando modificazioni della realtà politica anche quando non
fa accordi. La sua semplice presenza nelle istituzioni sta già dando
luogo ad una serie di effetti collaterali, che potrebbero diventare
ancora più potenti degli stessi effetti terapeutici. Lʼelezione di
Laura Boldrini e di Piero Grasso alle presidenze delle camere è
solo lʼinizio, dovremo abituarci a cambiamenti radicali, come
dimostra la “rimozione” di Renato Schifani dalla poltrona che
significava seconda carica dello Stato. Era nella logica delle cose
che il senatore palermitano non potesse stare in quella posizione,
lo sarebbe stato anche in passato, se quel centrodestra, che
Beppe Grillo ed altri sacerdoti del tanto peggio tanto meglio
assimilano in modo infantile al centrosinistra, avesse saputo
distinguere tra gli interessi del suo proprietario e quelli del Paese.
Il leader del M5S è una fucina di trovate ad effetto, deve fare colpo
a tutti i costi, così invece di ragionamenti regala battute. A questo si
aggiunga che il medesimo non sembra un campione di equilibrio,
ragione per cui non è agevole fare previsioni sul domani,
tantomeno sulle possibilità che nasca un governo. Un carattere
particolarmente umorale, come quello del comico genovese, non
offre punti di riferimento, dipende da come si sveglia la mattina,
quindi potremmo trovarci di fronte ad una rivoluzione radicale
oppure ad una delle più grandi disillusioni degli ultimi anni.
Potremmo avere un governo che tira a nuovo lʼItalia oppure una
riedizione dei peggiori incubi che la politica nazionale ci regala a
piene mani. Tifiamo per le opzioni più ottimistiche, ma cʼè il limite
costituito dalla testa di Beppe Grillo, un collo di imbuto da cui deve
obbligatoriamente passare lʼintera ricchezza del Movimento,
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
rimanendo impigliata nel reticolo di neuroni del capo, nelle balze
della sua spiccata emotività. Eʼ questa oggi lʼincognita che abbiamo
di fronte, una salutare ribellione al sistema partitico di proporzioni
mai viste, guidata da un uomo che non è ancora sceso dal
palcoscenico e che, come nelle migliori tradizioni, vede fantasmi
dappertutto, sospetta persino del giardiniere, tradendosi con uscite
infelici, sproloquiando di tradimento con coloro che, giustamente,
volevano fermare la riconferma di Renato Schifani alla guida del
Senato. Il termine “tradimento” non è casuale, e racconta piuttosto
bene il fosco paesaggio interiore della guida dei 5S. Lo dico pure
ritenendo comprensibile che il M5S voglia scavare un fossato
intorno a sé e ai suoi giovani eletti, eliminando interferenze e fattori
di confusione, in queste giornate frizzanti e piene di novità inattese.
Risulta però inquietante la misura e lo stile del controllo imposto
dallʼalto, rammenta certi rituali fobico-ossessivi tipici di persone
molto insicure, che perdono metà del loro tempo a controllare se la
lampadina del bagno è rimasta accesa. Le proporzioni del
successo non erano attese e dunque, insieme allʼentusiasmo, ora
dimorano allʼinterno del Movimento ansie di ogni genere, compresa
quella di essere scippati della propria purezza, ma se tale timore di
contaminazione diventasse un chiodo fisso, una risposta
automatica e fine a se stessa, tutto scadrebbe in caricatura. Il
principio di non contaminazione può essere utile se si vuole creare
un senso di identità, se si desidera costruire lʼimmagine epica del
“noi contro tutti”, che aiuta a trovare motivazioni e forza, ma
purtroppo ricorda cose già viste e finite sempre male.
P.S. Qualcuno informi Beppe Grillo e i suoi capigruppo di Camera
e Senato che hanno chiesto a Napolitano lʼincarico per M5S, che
anche le schede bianche e il restante 75 per cento si chiamano
volontà popolare. Purtroppo siamo sempre più vicini ad una
evoluzione psichiatrica della crisi.
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Graziella Lombardo
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Sommario
centonove
22 MARZO 2013
TOP SECRET
PRIMO PIANO
Truffa in riabilitazione
AMMINISTRATIVE A MESSINA
Fatture gonfiate e assenza di controlli
dietro al sistema delle prestazioni
sanitarie a Messina. Ecco come si sono
gonfiate, diventando un business in città
e in provincia
A PAGINA
Beninati “studia”
il passaggio al Megafono
MESSINA. Nino Beninati,
Udc ex Pli, ha avviato riservate trattative per passare alla lista de Il Megafono del presidente Crocetta. Allʼorigine
della decisione, lo scarso
“peso” dellʼUdc nella sua
possibile corsa a sindaco di
Messina che potrebbe essere sostituita con una new entry nel governo regionale.
6/7
POLITICA
Province, futuro incerto
LʼArs le abolisce,
ma consorzi e aree metropolitane
sono solo parole
A PAGINA
Paralisi? Tutte le verità
8
TRIBUTI
Alla Regione si cambiano
i vertici e si innovano
le politiche economiche
Il modello di Rosario Lo Monaco con Monica Bellucci
A PAGINA
Sindaco senza primarie
9
Industriali, professionisti
e sindacati bocciano
le consultazioni del 7 aprile
A PAGINA
C’eravamo tanto amati
10/11
Scintille tra il ragioniere
generale ed il commissario
straordinario
del Comune di Messina
I collezionisti di rimborsi
United colors of musica
Lʼex sindaco di Lipari avrebbe intascato
indebitamente migliaia di euro per viaggi
istituzionali
Eʼ messinese lʼunica Orchestra multietnica
al mondo che suona senza il “classico” spartito
A PAGINA 34
A PAGINA
L’estorsione? Mai Amata
18
Lʼimprenditore che ha denunciato il racket
A PAGINA 19
12
Arriva da Trapani la grande
esposizione sullʼantica arte
A PAGINA
Rosario, u modellu
20/21
Scoperto da Dolce & Gabbana è
protagonista di una campagna internazionale
A PAGINA 23
ECONOMIA
Esportazione double face
Lo studio dellʼIstat sulle esportazioni
delle aziende regionali allʼestero
A PAGINA
PAG.
16
A PAGINA
A SantʼAgata Militello, il senatore avrebbe
incontrato il “nemico” Mario Vicari dellʼUdc.
Obiettivo? Siglare la desistenza
A PAGINA 13
Corrusione fuori dal Comune
25
Raffineria di legalità
4/5
24
24
28
28
28
32
36/37
36
36
36
38/39
38
38
38
38
38
38
Settegiorni
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Nomine
Consumatori
Notizie dai Consulenti del Lavoro
La Classifica/Lacerti di Letture
Weekend
Musica
NuoveVisioni
De Gustibus
Lettere & Commenti
Messina Drastica/Heritage
Ecologia e Ambiente
Eliodoro
150 Parole da Palermo
Antibuddaci
Animal House
26
La Ram firma un protocollo in prefettura
impegnandosi a verificare la condotta
dei propri fornitori
A PAGINA
14
27
Morire di debiti
Intini accompagna il lettore
in cento anni di storia del Paese
A PAGINA
Giampilieri, 15 alla sbarra
15
Arriva a dibattimento lʼinchiesta
sulla tragedia del primo ottobre 2009
A PAGINA
A PAGINA
32
Il piccolo Gesù secondo Matteo
Nicolosi spiega “Il falegname Yussuf
e suo figlio Yeshua”
16/17
MESSINA
Cassa di risparmio
Selezionato acquirente
MESSINA. Dopo la valutazione delle 2 ultime offerte, Unicredit ha dato il via libera alla
cessione dellʼedificio storico
della Cassa di Risparmio di
via Garibaldi a Messina. A rendere difficile lʼoperazione di
vendita il vincolo di pregio
storico-artistico.
UNIVERSITA’
Tasse, la stangata
è in arrivo
Ance, spodestato
Salvatore Arcovito
Avanti, l’Italia fresca di stampa
Il suicidio di un imprenditore
messinese è lʼultimo
di una lunga scia
MESSINA. Dopo il presidente
Benedetta Cannata, lascia il
vice. Giovanni Foti, già sindaco di SantʼAlessio Siculo, ha
rassegnato le dimissioni da
vicepresidente di Riscossione spa. La decisione di Foti,
eletto in quota Mpa, è maturata dopo dopo 2 incontri interlocutori con il presidente Crocetta e lʼassessore allʼeconomia Bianchi.
COSTRUTTORI
Icone, finalmente
Al Museo di Messina la mostra
più importante dopo quella di Antonello
promossa da Pugliatti
A PAGINA 30/31
SICILIA
Riscossione Spa
Si dimette Foti
MESSINA. Il rettore Tomasello ha nominato la commissione che dovrà rivedere
il sistema di tassazione. La
guida Gustavo Barresi, economista. La mission? Aumentare le entrate di almeno
il 10%.
POSTER
La Prefettura di Messina costituisce
un gruppo di lavoro per la prevenzione
negli enti provinciali
A PAGINA
Guerra per la Falce
Il tribunale di Messina sentenzia:
titolarità delle aree allʼAutorità portale
Mancuso e il patto segreto
35
RUBRICHE
A Bordonaro, due formelle raffiguranti
il giornalista ucciso dalla mafia
A PAGINA
Salvatore Cocina
Corallo for ever
Impastato... arte
A PAGINA
PAG.23
A PAGINA
33
pagina 3
Icona che sarà in mostra a Messina PAG.30
MESSINA. Confindustria ha
annullato lʼelezione del nuovo direttivo dellʼAnce presieduto da Salvatore Arcovito. Il
collegio dei probiviri ha accolto il ricorso dellʼimprenditore Pippo Ricciardello, assistito da Maurizio Ballistreri.
Le nuove elezioni entro il 30
aprile.
22 MARZO 2013
7giorni
centonove
SOCIETA’
CHI SALE
Una rotatoria per le “Vittime della mafia”
L Salvatore
Coppolino
MESSINA. La rotatoria di viale Giostra, a Messina, esce dallʼanonimato per diventare simbolo di legalità. Giovedì 21, infatti, è
stata intitolata alle “Vittime e martiri della Mafia”. Il prossimo passaggio sarà la realizzazione di un monumento da scegliere attraverso un concorso di idee. Gli elaborati dovranno essere consegnati entro le ore 17,30 del 30 aprile alla segretaria della presidenza del Consiglio comunale.
BARCELLONA. «Lʼabolizione delle Province? Una stronzata». Ha risposto così il consigliere provinciale durante
una videointervista a palazzo
dei leoni. Non cʼè stato un applauso tra i colleghi che fino
a quel momento avevano risposti cauti, ma si respirava
il clima fantozziano stile “corazzata Potemkin”.
Poste private, sequestrate 72 agenzie
MESSINA. 72 agenzie di poste private in tutta Italia sono state
sequestrate nell'operazione 'Lost pay' della Gdf, coordinata dalla Procura di Palermo. Si trovano nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce,
Reggio Calabria, Modena e L'Aquila. Sequestrati 180 conti correnti. L'indagine parte da denunce di cittadini che si sono visti
sospendere la fornitura di luce, gas e telefono per il mancato pagamento di bollette.
L Renato Accorinti
MESSINA. Il candidato a sindaco di Messina a chi gli ha
rimproverato di aver diffuso
volantini elettorali in cui
campeggia la sua foto con in
mano un megafono, simbolo del movimento di Crocetta, ha sbottato: «Se parlano
ancora li denuncio. Quando
mai questi hanno preso un
megafono in mano”.
L Angelo Attaguile
ROMA. La Lega Nord per riuscire a formare il gruppo alla
Camera, dove accorrono almeno 20 deputati, ha chiesto
aiuto al deputato Mpa di Catania, eletto nella circoscrizione Campania2. Il deputato
Mpa di Raffaele Lombardo,
ruota di scorta, così fa ripartire il Carroccio.
L Mario Centorrino
MESSINA. Il docente di Politica Economica nella Facoltà di Scienze Politiche
dellʼUniversità di Messina, è
“professore emerito”. Il titolo gli è stato conferito dal ministro Profumo. Conseguita
la nomina ad ordinario nel
1975, Centorrino è stato Preside della Facoltà di Scienze
Politiche dellʼUniversità di
Messina dal 1985 al 1991 e
Pro Rettore nella stessa Università dal 2004 al 2007.
L Liliana Maniscalco
PALERMO. Trentotto anni,
impiegata in una società di
servizi, è la nuova responsabile regionale per la Sicilia di Amnesty International.
Maniscalco ha ricoperto diversi incarichi a livello nazionale. In occasione del primo consiglio regionale si
completeranno le nomine
del gruppo dirigente dell'associazione.
Protesta alla prima (foto Giliberto)
Azione disciplinare contro pm Di Matteo
MESSINA. IL VITTORIO EMANUELE SPERA NEL GOVERNATORE
Teatro, waiting for Crocetta
MESSINA. Un commissario in
arrivo, un presidente che
dovrebbe restare, un
soprintendente ancora in sella e
un consiglio di amministrazione
diviso tra chi vuole dimettersi e
chi, invece corre ai ripari
cambiando parte politica. Il Teatro
Vittorio Emanuele di Messina ha
gli occhi puntati sul presidente
della Regione Rosario Crocetta,
lʼunico che potrebbe risolvere le
grane finanziarie, e non solo. Fra
stipendi in arretrato e
decurtazione dei fondi, cʼè infatti
chi spera che il governatore possa
dare vita a una nuova rivoluzione.
Una rivoluzione che passa innanzi
tutto dalla stabilizzazione e
valorizzazione dellʼorchestra,
garantita dal papabile
commissario Laura Pulejo (anche
se altre fonti dicono che la
poltrona sembra destinata a un
funzionario regionale messinese)
durante la campagna elettorale
per le politiche. Allo stato attuale,
in sede di predisposizione del
bilancio, la Regione avrebbe
assegnato allʼEnte solo quattro
milioni di euro, al di sotto del
minimo per garantire le spese di
ordinaria amministrazione. Una
cifra che, secondo il consiglio di
amministrazione, conferma le
previsioni e le paure del maggio
scorso. I consiglieri hanno anche
inviato una lettera al governatore
chiedendo di sbloccare la
situazione. La conclusione di tutta
questa situazione è stato uno
sciopero che ha determinato lo
stop alla prima di “Rigoletto”,
opera lirica che doveva andare in
scena come recupero della
stagione precedente, sospesa a
giugno. Quella del Teatro è
anche, e soprattutto, una battaglia
politica. Recentemente, il
deputato del Pd, Franco Rinaldi,
ha rinnovato la «richiesta di
commissariamento dell'Ente
autonomo regionale per tentare di
arginare quello che ai più appare
come un inevitabile tracollo e per
dare un segnale forte a una città».
Ma cʼè un problema: Crocetta
potrà agire solo ai “danni” dei soli
componenti del consiglio di
amministrazione, perché il
presidente, Luciano Ordile, è in
quota allʼalleato Udc. E anche nel
cda cʼè chi ha cambiato casacca,
come Carmelo Ietto, ora Pd.
PALERMO. Il pg della Cassazione ha promosso l'azione disciplinare nei confronti del pm di Palermo Nino Di Matteo e, per una
violazione minore, del procuratore del capoluogo Francesco
Messineo. A Di Matteo si contesta l'avere ''ammesso l'esistenza delle telefonate tra l'ex ministro dell'Interno Mancino e il capo dello Stato'' in relazione all'inchiesta sulla trattativa Statomafia. Al procuratore, invece, si contesta di non avere segnalato le violazioni commesse da Di Matteo.
Asp, nasce il primo eco-asilo aziendale
PALERMO. Si inaugura il primo asilo nido aziendale all'interno
di una Asp siciliana. Una struttura innovativa, sul modello degli
asili nido svedesi, che ha anche un alto significato simbolico perché nasce nel complesso di via La Loggia, sede in passato dell'ex ospedale psichiatrico di Palermo. L'asilo, creato dalla coop
Solidarietà, nasce anche grazie al co-finanziamento dell'assessorato regionale alla Famiglia.
EX SACELIT
113esima vittima, il ricordo di Nania
MILAZZO. Morto un altro ex dipendente della ex Sacelit di San
Filippo del Mela. Fra i 220 dipendenti della ex società, che produceva eternit a base di amianto, questa è la 113 vittima. Giorgio, 73 anni, ha lavorato come impiegato contabile per quasi
30 anni e, nel 2006 gli era stata riconosciuta la malattia da parte dell'Inail. L'uomo è morto per asbestosi pleurica con placche pleuriche -mesotelioma pleurico. Nania ricorda come il
suo ex collega di lavoro, negli ultimi tempi, "era raccapricciato, deluso, amareggiato nel dovere constatare l'egoismo,
la scarsa sensibilità, la mancanza di solidarietà, di umanità,
di serietà da parte dei responsabili delle Istituzioni e dei politici che dovevano tutelare l'integrità fisica e psicofisica dei lavoratori. "Mi diceva spesso: Salvatore stiamo portando avanti una battaglia contro i mulini a vento".
REGIONE. FONDI “SPARITI”, SCOPPIA IL CASO IN COMMISSIONE BILANCIO ALL’ARS, VIA ALLE VERIFICHE
Formazione, giallo
su Avviso 20
PALERMO. E' giallo sui fondi per l'Avviso 20, il
mega bando da oltre 800 milioni di euro per la
formazione professionale in Sicilia. Il piano è
triennale, ma mancherebbe la copertura
finanziaria per i prossimi due anni, si parla di
almeno 400 mln di euro "spariti". Il caso è
esploso durante i lavori della commissione
Bilancio dell'Ars, tra l'imbarazzo dei deputati.
Incalzata da alcuni parlamentari, il dirigente
del dipartimento formazione, Anna Rosa
Corsello, avrebbe ammesso che c'é un
problema di risorse. Dove sono finiti i soldi?
L'assessore Nelli Scilabra avrebbe spiegato di
avere riscontrato problemi durante la verifica
sulla documentazione relativa all'Avviso 20,
anche se l'intera programmazione riguarda il
governo precedente, quello Lombardo.
Assessore all'epoca era Mario Centorrino. La
commissione ha chiesto al governo di fare
chiarezza. L'ipotesi è che le risorse siano state
pagina 4
stornate su altri programmi dell'assessorato.
Ma su questo i commissari hanno sollecitato il
dipartimento a mettere tutte le carte a
disposizione. C'é chi ha già avanzato la
proposta di una commissione d'indagine e chi
punta all'azione giudiziaria. Probabile che
vanga ascoltato l'ex dirigente del dipartimento,
Ludovico Albert, scaricato dal governatore
Rosario Crocetta nei mesi scorsi. La
commissione ha dato due settimane di tempo
al governo per rispondere agli interrogativi. IDi
mezzo ci sono centinaia di enti di formazione e
oltre 8.000 persone coinvolte.
centonove
7giorni
22 MARZO 2013
PALERMO
Carcere minorile
A scuola di surf
Il sindaco Salvatore Bucolo con il direttore dei giardini vaticani Luciano Cecche
MAZARRA’ S. ANDREA. L’AMMINISTRAZIONE DONERÀ ALBERI DI ULIVO ALLA SANTA SEDE
Un bonsai per Papa Francesco
MAZZARRAʼ SANTʼANDREA.
Anche i bonsai di ulivo saranno
donati alla Santa Sede. Dopo gli
alberi di agrumi, che oggi ornano
i Giardini Vaticani, il sindaco
Salvatore Bucolo nei prossimi
giorni donerà dei bonsai di ulivo
al Santo Padre
per gli uffici del Governatorato. Si
tratta di un ulteriore iniziativa del
sindaco della “Città dei Vivai” che
già nei giorni scorsi aveva
donato alla Santa Sede dodici
piante di agrumi e un albero di
arancio. Questi, infatti,
rientrano tra ultimi doni che Papa
Benedetto XVI ha ricevuto prima
di lasciare il Vaticano. Gli alberi
di agrumi che il primo cittadino
ha consegnato al Segretario del
Governatorato dello Stato
Pontificio, Mons. Giuseppe
Sciacca, di origini catanesi, oggi
ornano il viale che dai Giardini
Vaticani, porta alla sede della
Radio Vaticana, mentre il grande
arancio è stato interrato nel Viale
degli Ulivi, accanto all'ulivo
secolare donato dal premier
israeliano Benjamin Netanyahu
al Papa "in segno di profonda
amicizia". Così facendo Bucolo,
cerca di portare avanti il suo
programma di attività allo scopo
di ridare dignità al un paese che
per troppo tempo è stato al
centro della cronaca con notizie
di mafia e malaffare. Fra le varie
iniziative, il sindaco preannuncia
di «organizzare una gita per gli
anziani nella capitale per
salutare il nuovo Papa
Francesco I, donare i bonsai di
ulivo al Santo Padre e, nel
contempo, visitare i giardini
Vaticani dove i mazzarresi
avranno modo di
vedere la preziosa pianta di
agrume donata dal Comune alla
Santa Sede».
Pamela Arena
PALERMO. Ha preso il via il
progetto sperimentale "Mana
Project", un programma di
inclusione sociale incentrato
sulla "Surf therapy" per cinque
giovani ex detenuti del carcere
Malaspina a Palermo tra i 14 e i
21 anni in situazioni di disagio
sociale quindi a rischio
devianza. L'iniziativa è
promossa dall'associazione
sportiva "Isola Surf" di Danilo
La Mantia, istruttore e
presidente dell'associazione,
dall'architetto Paolo Pavone
che ha redatto il progetto e con
il coordinamento dello
psicologo Martino Lo Cascio. Il
percorso durerà due mesi e
coinvolgerà i ragazzi, in attività
due volte a settimana. Il
progetto è stato varato senza
l'ausilio di finanziamenti
pubblici ma grazie all'impegno
dei volontari che compongono
lo staff di "Isola Surf" e delle
attrezzature (tavole, mute da
surf) che la scuola metterà a
disposizione. Il programma
prevede attività propedeutiche,
presso la struttura carceraria,
che introducono alla disciplina
surf e verrà svolto in otto
incontri nel litorale di Isola delle
Femmine al lido "Miramare".
Previste anche attività di
sensibilizzazione allʼambiente.
PALERMO. LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 22 GIUGNO
ROSA E NERO
Gay Pride, Cucinotta testimonial
E’ morta Antonina Bertino, Serro in lutto
PALERMO. Quarantacinque anni, da tempo più produttrice che attrice,
Maria Grazia Cucinotta (nella foto) ha nuovamente prestato il proprio volto
alla causa omosessuale. La splendida e giunonica attrice messinese sarà
infatti la madrina ufficiale del Palermo Pride 2013, che si terrà il prossimo 22
giugno. Pochi giorni fa al fianco del sindaco di Palermo Leoluca Orlando
nella conferenza stampa della manifestazione, la Cucinotta ha voluto
prendere parola per motivare i perché della sua partecipazione, orgogliosa
e voluta tanto dalle associazioni quanto da lei stessa. "Ho vissuto dieci anni
negli Stati Uniti e i miei migliori amici gay erano papà e mamme fantastiche.
Un figlio lo ami se sei gay o non sei gay, e questo non condiziona nulla".
Parole sincere quelle dell'attrice, sposata dal 1995 con
Giulio Violati, madre di Giulia e nel 2009 produttrice
del film Viola di Mare, diretto da Donatella
Maiorca e basato sul romanzo Minchia di re di
Giacomo Pilati. Una pellicola ambientata
nella Sicilia dell'Ottocento, con protagoniste
Angela e Sara, interpretate da Valeria
Solarino ed Isabella Ragonese, a suo
tempo innamorate e vere e proprie
pietre dello scandalo. Tre anni dopo
aver trasformato in 'cinema'
quell'incredibile storia vera, Maria
Grazia torna così a vestire i panni
di 'madrina' degli omosessuali
nostrani, grazie al Pride più a
sud d'Italia e d'Europa. Tra le
altre testimonial - Titti De
Simone, dell'organizzazione - ci
sono anche la top model
palermitana Eva Riccobono e
l'attrice Isabella Ragonese.
VILLAFRANCA TIRRENA. Un fila di auto lunga due chilometri e la Chiesa della Candelora gremita come non mai.
Serro ha dato cosi l-ultimo saluto a Antonina Bertino, 90 anni, mamma di Placido, Pina, Mimmo, Nino e Graziella La
Rosa. Al marito Giuseppe, ai figli e a tutti nipoti le condoglianze di Enzo Basso, della moglie Daria Bruno e delle figlie Giulia e Paola.
Piraino, si è laureata Caterina Scaffidi
PIRAINO. La nostra collaboratrice Caterina Scaffidi si è laureata con 110 e lode alla Facoltà di Scienze della formazione
in “Comunicazione pubblica impresa istituzionale” (relatrice
la prof. Alessandra Ziino). Caterina ha presentato una tesi dal
titolo: “Punti di svolta donne di ndrangheda e collaborazione
con la giustizia. Il caso di Giuseppina Pesce”. Auguri da tutta la redazione di Centonove.
Tusa, Psi e Crocetta ricordano Battaglia
TUSA. Domenica 24 marzo a Tusa, alle ore 16,30 presso lʼOratorio del Santissimo Sacramento in piazza Giuseppe Mazzini, si terrà una manifestazione regionale in ricordo di Carmelo Battaglia, sindacalista socialista ed assessore comunale tusano, ucciso da Cosa nostra quarantasette
anni fa, ultima vittima della lunga serie di martiri socialisti assassinati dalla mafia. Presiederà lʼiniziativa Antonio Matasso, componente della direzione nazionale del
Psi, con i saluti di apertura del sindaco di Tusa Angelo Tudisca e di Angela Battaglia, figlia del capolega socialista. Parteciperà anche il presidente della Regione Rosario Crocetta.
pagina 5
CHI SCENDE
M Franco Tomasello
MESSINA. Il rettore, reduce
da una condanna per tentata
concussione e abuso dʼufficio, ha convocato il Cda e e il
Senato che presiederà nelle
giornate di venerdì e sabato
22 e 23 marzo. Allʼordine del
giorno la nomina del responsabile della prevenzione della corruzione.
M Filippo Panarello
MESSINA. Passare dalla parte degli “avversari” delle primarie nazionali non porta fortuna al deputato regionale del
Pd. Panarello, infatti, aveva
deciso di votare insieme ai
renziani contro un documento poi approvato dalla direzione: “Vidisti? Mi misi cu tia
una volta sola e mi ha fatto
perdere per la prima volta in
vita mia una votazione!”, ha
detto a un alleato.
M Pippo Capurro
MESSINA. Dimentico del suo
clamoroso passaggio al centrosinistra (rientrato dopo anni), il capogruppo del Pdl al
Comune di Messina prende in
giro i colleghi incoerenti. Riferendosi agli uscenti pronti
a cambiare schieramento, ha
mimato il gesto della cavallina in pieno “transatlantico”,
saltando di qua e di là su una
e sull'altra gamba.
M Raffaele Verso
MESSINA. Risulta vano il suo
tentativo di smettere di fumare con la sigaretta elettronica.
Dopo qualche settimana di
vapore acqueo, il consigliere
del Pd della V circoscrizione
è stato avvistato con la classica “bionda” fra le mani.
Amaro il suo commento
«Mannaia, ho perso i soldi
della sigaretta finta, vaja!».
M Ciro Famulari
MESSINA. Il primario di Chirurgia sotto inchiesta per
aver fatto operare per anni un
medico abusivo ha accettato
lʼincarico di far parte della
commissione che deve riorganizzare lʼazienda universitaria. Con lui Michele Boemi,
Giuseppe Altavilla, Ninni Artemisia e Carmelo Salpietro.
primopiano
22 MARZO 2013
INCHIESTA. Fatture gonfiate ed assenza di controlli
Truffa
in Riabilitazione
Ecco come le prestazioni sanitaria a Messina e provincia
sono diventate un business per Onlus e cooperative
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Dovrebbero avere una durata
di almeno 40 minuti, essere condotte da
un equipe di sanitari (fisioterapisti,
psicologi, logopedisti, assistenti sociali) e
riguardare pazienti recuperabili sotto il
profilo funzionale e sociale: solo a queste
condizioni ognuna di esse può essere
fatturata al Servizio sanitario 60 euro.
Invece, come emerge dalle denunce degli
utenti e dalla testimonianze degli addetti ai
lavori, i trattamenti di riabilitazione spesso
durano molto di meno e, soprattutto,
prescrizioni terapeutiche alla mano,
vengono condotti nel 35% dei casi a favore
di anziani ultrasessantacinquenni senza
possibilità di recupero, da un solo
operatore che agisce in solitudine,
effettuando di fatto prestazioni che
secondo il tariffario dovrebbero essere
remunerate poco più di 20 euro.
Se si vuole capire perchè a Messina e in
tutta la Sicilia la riabilitazione, quella
assicurata dallʼarticolo 26 dalla legge del
1978 che ha istituito il Servizio sanitario
nazionale, è un boccone prelibato su cui
hanno messo le mani cooperative sociali
ed Onlus (e soprattutto chi le gestisce)
convenzionate con le aziende sanitarie,
basta guardare a come le prestazioni
vengono effettuate e rendicontate, in
assenza totale di controlli. E, incrociare il
dato con lo stipendio che spetta ad ogni
operatore: 2mila euro lorde al mese, un
terzo di quanto ciascuno di loro produce
per gli enti, senza fine di lucro, per cui
lavora. “Quello che rimane dove va?”, si
chiede una funzionaria dellʼAsp 5. Non è un
caso, così, se lavorando in questo settore,
che in tutta la provincia distribuisce 6
milioni di euro allʼanno, lʼAias di Milazzo, ha
per stessa ammissione dellʼex presidente
Luigi La Rosa potuto pagare negli anni
milioni di euro di tangenti; mentre la coop
Teseos, presieduta da Grazia Romano, è
divenuta importante azionista di un gruppo
imprenditoriale, riferibile alla stessa
Romano, che a un certo punto è diventato
titolare di case di cura private e centri di
cura. E, infine, non è un caso se per
consentire di accreditare la Dismed di
Filippo Livio, ex presidente del Consiglio
comunale di Messina, lʼArs ha approvato
una leggina ad hoc.
RITORNO AL PASSATO. Manlio
Magistri, nel 2006, da direttore sanitario
dellʼAsp 5, aveva impartito una direttiva per
impedire quello che è un vero saccheggio
delle casse pubbliche: «La riabilitazione ex
articolo 26 (quelle remunerata a 60 euro)
va fatta in equipe, a favore di pazienti che
hanno un margine di recupero. I medici
controllino come i trattamenti
multidisciplinari vengono effettuati».
Destinatario della direttiva Giuseppe
Quattrocchi, direttore del Dipartimento di
Riabilitazione, il responsabile cioè dei
medici che prescrivono i trattamenti
terapeutici e verificano i progressi dei
Manlio Magistri
centonove
pazienti. Sei anni dopo, quando si è
insediato da Commissario, (tra il 2006 e il
2009 è stato comunque direttore sanitario
allʼAsp), ha scoperto che le cose non erano
affatto cambiate. Ha preso carta e penna.
E, tanto per iniziare, ha tagliato dalla
riabilitazione (ex articolo 26) tutti gli over
65, in maniera indiscriminata: in tutto 2mila
dei 6mila utenti. «Questi pazienti sono stati
presi in carico dallʼassistenza domiciliare
integrata nellʼambito della quale fanno
comunque fisioterapia, che costa molto di
meno», sottolinea Magistri. Il manager
martedì 19 marzo ha ricevuto nella sede di
via La Farina la visita di Giuseppe
Quattrocchi. Considerato dallʼex direttore
generale Salvatore Giuffrida “la causa di
tutti i mali della riabilitazione a Messina”, da
2 anni era “in esilio” a Villa delle Ginestre, a
Palermo: «Manlio, torno a Messina», gli ha
annunciato il medico barcellonese,
nuovamente alla guida del dipartimento di
Riabilitazione.
LUNGHE ATTESE. Mentre 2mila anziani
usufruivano, “inappropriatamente”, per
usare le parole del manager, di trattamenti
riabilitativi, 570 pazienti, che invece ne
avrebbero diritto, sono da mesi in lista
dʼattesa. «Eʼ bastato un rapido controllo, a
a partire dal modo generico in cui le
prescrizioni vengono confezionate per
capire che facilmente Onlus e cooperative
possono aggirare la regola della
multidisciplinarietà del trattamento anche
perchè nessun sanitario poi va a casa del
paziente per capire, se, chi e come è stato
effettuato il trattamento», dice Magistri.
«Sono progetti fotocopia che non tengono
conto delle reali necessità dei pazienti»,
attacca Grazia Romano.
TESTIMONIANZE. «Dal 2002 ho
lavoratoro in ambulatorio e a domicilio. Ma
mai ho lavorato in equipe. Mi viene dato un
foglio con il progetto riabilitativo ex articolo
Filippo Livio
IL CASO
Aias, “tangenti ai vertici”
Al palo le indagini del commercialista La Rosa
su Francesco Lo Trovato. L’appello della moglie
Francesco Lo Trovato
MESSINA. Ha ammesso di essere stato costretto a pagare esponenti della mafia. Che sono stati anche per questo condannati in primo grado. Ha anche raccontato di avere dovuto pagare uomini politici di primo piano, compreso lʼallora assessore regionale alla Sanità, Sebastiano Tatà Sanzarello. Che è finito sotto processo. Agli
inquirenti ha pure rivelato il sistema Aias, puntando lʼindice contro il
presidente regionale e nazionale dellʼente di assistenza agli spastici, Francesco Lo Trovato. Luigi La Rosa, lʼex presidente dellʼAias
di Barcellona, 100 dipendenti e un budget di 4 milioni di euro, dopo
essere stato esautorato dai vertici dellʼente di riabilitazione con lʼaccusa di aver sottratto un milione di euro, ha riempito pagine e pagi-
pagina 6
ne di verbali di interrogatorio. Da 35 anni capo dell’Aias regionale,
da 20 della struttura nazionale, l’ingegnere Lo Trovato, 80 anni, candidato non eletto nella Lista “Per Musumeci presidente” nel collegio
di Trapani nelle ultime elezioni regionali, è stato accusato dal commercialista barcellonese di avere intascato tangenti attraverso un
collaudato sistema che tiene sotto scacco le varie sezioni dell’Aias
e i rispettivi presidenti e impone software (delle società di famiglia)
e consulenti inutili pagati migliaia di euro. La sorte di chi non si sottomette? «Ispezioni ad orologeria e commissariamenti che portano
le Aias locali nelle mani del presidentissimo, o di chi lo garantisce sul
territorio, come è accaduto all’Aias di Barcellona nel 2009», ha spiegato La Rosa, alla vigilia dellʼestate del 2010, agli inquirenti, fornendo i dettagli delle accuse. Il 20 marzo del 2012 la moglie, Amalia Scilipoti, con ua pubblica lettera ha accusato: «Mio marito ha messo a
repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari. Le indagini su Lo
Trovato e i colletti bianchi non vanno avanti e lo Stato invece di proteggere mio marito lo vessa condannandolo per evasione contributiva e fiscale». (M.S.)
centonove
primopiano
22 MARZO 2013
IL CASO. Grazia Romano in pole position per acquistare la società mista
Ssr, il sogno segreto
Luigi La Rosa
26, su cui cʼè il nome cognome del
paziente, lʼindirizzo, e la diagnosi. Vado da
a casa del paziente e faccio unicamente la
prestazione di fisioterapia, ciò che so fare»,
racconta una delle fisioterapiste della
Teseos, coop socia di minoranza.
Alfonso Augugliaro, uno dei medici del
Dipartimento di Riabilitazione, ammette:
«Molti pazienti si lamentano che il
personale che va a casa si trattiene molto
meno di quanto dovrebbe. Lo segnaliamo
alle cooperative ma non accade nulla».
MUCCHE DA MUNGERE. Ma perchè il
personale delle coop è sbrigativo? Eʼ una
questione di pigrizia o i motivi dipendono
dal fatto che più prestazioni un operatore
effettua e più porta nelle casse della coop o
dellʼOnlus? Una possibile risposta la si può
rintracciare in una nota perentoria che
Grazia Romano ha inviato ai dipendenti
della Teseos Srl agli inizi del 2008:
«Dovete fare almeno 7 prestazioni al
giorno», ha ordinato. «Fatti due conti,
poichè una prestazione dovrebbe durare
tra i 40 e i 60 minuti; considerato che per le
visite domiciliari cʼè da andare, superando il
traffico cittadino, da una casa ad unʼaltra, e
che per contratto un operatore deve
lavorare 7 ore al giorno per 5 giorni, è
matematicamente e umanamente
impossibile riuscire a rispettare la legge e il
contratto», spiega unʼaltra fisioterapista
sempre della Teseos. Grazia Romano,
precisa: «I nostri terapisti comunque
effettuano 103 prestazioni domiciliari e 123
ambulatoriali al mese, seguendo la stessa
media degli altri enti di riabilitazione». I
conti dellʼavvocato prestato al mondo della
solidarietà però non tornano: Teseos infatti
ha un budget di 105mila prestazioni
allʼanno e 59 fisioterapisti. Il risultato? Per
totalizzare la massima remunerazione
ciascun terapista deve effettuare 160
terapie al mese, 8 al giorno, una in meno di
quanti ne aveva ordinato, come misura
minima, 5 anni fa.
L’Asp 5 costretta a vendere le quote della Spa che ha un budget di 5 milioni. O a liquidarla.
Il manager Magistri: «Senza accreditamento vale poco». La Storia di un ente nato nel 1999
MESSINA. Non è stata mai accreditata
ma ha continuato a svolgere attività
riabilitativa per conto dellʼAsp 5 di
Messina per oltre 5 milioni di euro
allʼanno, mantenuta in vita
artificialmente, come se nulla fosse. Ma
per la Società servizi riabilitativi Spa, la
società mista la cui maggioranza è
detenuta dallʼAsp 5 con il 51% delle
quote e le restanti quote di minoranza
sono divise da tre cooperative di
lavoratori (Teseos, Rigenera ed
Obiettivo Lavoro), è arrivato il momento
cruciale. Secondo la legge di Spending
review varata dal governo Monti entro il
30 giugno 2013 o le quote private
vengono vendute al socio pubblico; o
quelle pubbliche vengono vendute ai
privati oppure la società si scioglie
definitivamente per impossibilità di
perseguire il proprio scopo sociale.
Scartata la prima possibilità perchè è
orientamento affermato evitare di creare
nuovi carrozzoni pubblici, rimangono sul
tavolo le altre due possibilità.
La prima di queste (i soci privati
comprano le quote pubbliche) è vista
con molto favore dalle coop private e
soprattutto da Grazia Romano,
presidente della Teseos, la coop privata
che possiede la più alta quota di
partecipazione, che potrebbe così
diventare in un colpo solo proprietaria di
una società (la Ssr) che ha un terzo di
tutto il budget della provincia di Messina.
E la potrebbe acquistare ad un costo
bassissimo per poi chiederne, sulla
scorta della leggina regionale di cui si
sono avvalsi Dismed e Medical center il
necessario accreditamento. «Senza
accreditamento la società vale poco»,
sostiene Grazia Romano. Dello stesso
avviso il commissario dellʼAsp 5 Manlio
Magistri che si è affidato ai consigli di
due legali, Dario Latella e Arturo Merlo:
«Lʼideale per le casse pubbliche sarebbe
Grazia Romano
ottenere lʼaccreditamento e poi vendere ai
privati». Grazia Romano mette le mani
avanti: «Accreditata o no, qualunque sia il
prezzo, Statuto alla mano, le cooperative
private hanno un diritto di prelazione».
La terza soluzione (scioglimento della
società per impossibilità di svolgere
lʼattività visto che non è accreditata) è
invece vista come fumo negli occhi sia dai
vertici che dai 150 lavoratori delle tre
cooperative. «Le tre cooperative
rimarrebbero in vita ma, sulla scorta della
leggina regionale usata per Dismed, non
potrebbero mai essere accreditate e
dunque dovrebbero chiudere», sostiene
Romano. E i 150 lavoratori? «I bisogni di
assistenza non vengono meno e dunque
questi lavoratori sarebbero assunti dagli
altri enti che prenderebbero il posto
dellʼSsr. Capisco le preoccupazioni del
personale», spiega Manlio Magistri. A cui
un gruppo di deputati grillini dellʼArs hanno
chiesto quanto costa in indennità di carica
e gettoni di presenza lʼSsr Spa. La risposta
arriva da Elio Coletta, ex primario di
Pediatra dellʼospedale di Patti,
amministratore di Ssr, nominato dalllʼex
commissario Francesco Poli: «LʼSsr non
ha un Cda, cʼè un solo amministratore che
sono io ma non percepisco neanche un
euro. Ha 7 dipendenti che costano non più
di 250mila euro allʼanno». Altri erano i
numeri qualche anno fa quando solo i
membri del Cda arrivano ad essere 7.
IL VIZIO ORIGINARIO. La società fu
fondata nel 1999, ai tempo in cui direttore
generale dell'Ausl 5 era Francesco Poli,
per dare lavoro a 100 dipendenti che dopo
lʼinchiesta che aveva travolto lʼAias di
Milazzo, associazione di assistenza agli
spastici, ne erano rimasti senza. Chiari
erano i patti: lʼSsr attraverso il personale
delle cooperative e le strutture dell'Ausl
forniva le prestazioni sanitarie; l'Ausl 5 da
committente pagava lʼequivalente degli
stipendi percepiti dai 100 lavorativi più una
quota minima per le spese generali. Dal
2002, però, quando alla direzione generale
dell'Ausl 5 arriva Giuseppe Stancanelli, le
cose cambiano in maniera radicale: l'Ausl 5
comincia a pagare lʼSsr a prestazioni, sia
pure in misura leggermente ridotta rispetto
al tariffario, come se si trattasse di un
qualunque altro soggetto privato. LʼSsr a
sua volta, con un sistema di
doppia fatturazione, le prestazioni inizia a
pagarle alle singole cooperative. Che
operano come enti privati senza
essere mai passati per unʼautorizzazione
sanitaria o per lʼaccreditamento. Giuseppe
Stancanelli va vai dallʼAsp ma una
settimana prima diventa presidente a 3mila
euro al mese del Cda dellʼSSr. Le tre coop
così realizzano direttamente utili di molto
superiori alla stessa Ssr. Grazie allʼextra
budget, dal 2008 vietato, aumentano
enormenente il fatturato e il personale che
raddoppia arrivando a 190 unità. A fare la
parte del leone è stata la cooperativa
Teseos. A giugno del 2007, lʼallora
assessore regionale alla Sanità, Roberto
Lagalla, in attesa che di definisse
lʼaccreditamento, impose che si tornasse
al solo pagamento dei costi del personale
ma la Ssr ha fatto ricorso, il Tar ha
accolto la sospensiva, e si è tornati alla
situazione precedente. (M.S.)
IL CASO/2
Medical center, il premio
L’ente dell’ex sindaco Briguglio da 2 anni sotto inchiesta
ottiene dall’assessorato il via libera all’attività
SCALETTA ZANCLEA. Per anni ha fatturato prestazioni di riabilitazione a 60 euro lʼuna nonostante avesse lʼautorizzazione sanitaria a svolgere quelle di fisiokinesiterapia (remunerate secondo il tariffario a 10 euro a prestazione). La Medical center di Giovanni Briguglio, per 19 anni sindaco di Scaletta Zanclea, di cui
ora è sindaco in carica il figlio, Mario, uscita sconfitta da tutte le
battaglie giudiziarie deve restituire allʼAsp 5 di Messina 600mila
euro e non ha ottenuto un milione di euro e 200mila euro che reclamava. Tuttavia, lʼassessorato regionale lʼha premiata. Medical
center Srl è stata lʼaccreditata con il Servizio sanitario per effettuare le prestazioni di riabilitazione ex articolo 26, quelle appunto
che fatturava in assenza di autorizzazione sanitaria. A firmare il
provvedimento a metà marzo del 2013 è stato il dirigente generale dellʼassesorato di Lucia Borsellino, Salvatore Sammartano. Medical center per poter iniziare a svolgere le prestazioni riabilitative dovrà ora firmare una convenzione con lʼAsp 5 di Messina. La vicenda, su cui ha acceso i fari la Procura di Messina, è molto complicata per i non addetti ai lavori. La Medical center srl, infatti, nel 1992 aveva avuto lʼautorizzazione sanitaria a svolgere
prestazioni di Fisiokinesiterapia. Ma il 31 dicembre del 2002 lʼallora direttore generale Giuseppe Stancanelli ha firmato con la società di Briguglio una convenzione per prestazioni di riabilitazione
che ha consentito alla società di effettuare per anni le più remunerative prestazioni di riabilitazione. Secondo i funzionari dellʼassessorato che hanno presentato esposto in Procura, in assenza
della necessaria autorizzazione sanitaria, il direttore Stancanelli
non lo poteva fare. Per Giovanni Briguglio, invece, “tutto è stato
fatto regolarmente”. I giudici civili, però, lo hanno smentito. Ci ha
pensato lʼassessorato a diradare la delusione. (M.S.)
pagina 7
Giovanni Briguglio
Politica
Gianpiero D’Alia
22 MARZO 2013
Filippo Panarello
LAVORI IN CORSO. L’Ars le abolisce, ma consorzi e aree metropolitane sono solo parole
Province, futuro incerto
Una nuova legge dovrà dipanare una matassa che comprende anche società miste e debiti
da saldare. A Messina e Catania scoppia la guerra dei “disoccupati” rimasti senza poltrona
MESSINA. La chiamano “Legge Giletti”,
ma del futuro non si riesce a intravedere
un pelo, se non dichiarazioni di intenti.
Già, perché la legge che manda in
soffitta le nove attuali province regionali
si limita solo allʼabolizione, anticipando
ciò che arriverà dopo: i liberi consorzi dei
comuni. Il resto? Dovra essere deciso da
una nuova legge da varare entro il 31
dicembre del 2013.
PAROLE... La misura dellʼincertezza la
dà la risposta del deputato del Pd Filippo
Panarello, che, alla domanda su quali
dovrebbero essere le competenze delle
tre aree metropolitane di Palermo,
Catania e Messina, risponde: «Boh? Di
queste non se ne parla nel disegno di
legge approvato. Tutto è totalmente da
definire. Quanto viene fuori, sono solo
parole, allo stato attuale». Ma cosa
raccontano, le parole? Al posto delle
Province nasceranno 12-13 liberi
consorzi, che non gestiranno spesa ma
saranno enti di programmazione su aree
territoriali da 150 mila abitanti. A
presiederli saranno sindaci indicati dalle
assemblee di amministratori senza
alcuna indennità aggiuntiva; gli enti
accoperanno le funzioni di Ato, distretti
turistici, Srr. Questo è quanto ha
anticipato il presidente della Regione,
Rosario Crocetta, che ha aggiunto: ogni
consorzio avrà un comune capofila
(quello col maggior numero di abitanti);
oltre alle attuali nove aree, secondo il
governatore, si potrebbero aggiungere i
consorzi di Catagirone, Marsala e nelle
aree dei Peloritani e dei Nebrodi.
LA PATERNITAʼ. Nella gara per
attribuirsi il merito della storica decisione,
manca solo Raffaele Lombardo, che, in
effetti, per primo aveva proposto
lʼabolizione degli enti e lʼistituzione dei
Consorzi. Per il resto, a contendersi la
scena sono Crocetta e il movimento
Cinque Stelle: «Sul voto per l'abolizione
delle province a differenza di quanto dice
Crocetta, siamo stati determinanti. Siamo
i primi in Italia - ha detto il capogruppo
Giancarlo Cancelleri - ad abolire questo
inutile carrozzone. Finalmente da ogni
parte del Paese si guarderà alla Sicilia
come un esempio virtuoso e non come
ad una fiera degli sprechi e degli inutili
stipendifici». Per Cancelleri, «lʼabolizione
è merito soprattutto nostro, che abbiamo
riportato il dibattito sulla giusta strada,
centonove
quando il governo sembrava optare per
una riforma differente, che anziché
abolire l'ente lo rinforzava». Ma un poʼ di
merito se lo arroga anche lʼUdc per
bocca del coordinatore regionale,
Gianpiero DʼAlia: «Il taglio delle
Province rappresenta una vittoria politica
del partito, che da sempre ha lavorato
perché si arrivasse a questo obiettivo. Il
dibattito parlamentare dimostra che
quando la maggioranza è coesa e si
hanno le idee chiare sono gli altri a
venirci dietro». E, proprio in tema di
maggioranza, ai grillini non era andata
giù la dichiarazione di Crocetta riguardo
ai numeri per varare la riforma a
prescindere dai Cinque Stelle.
GRANE POLITICHE. Con l'abolizione
degli enti provinciali, il governo Crocetta
calcola un risparmio di circa 50 milioni di
euro. Si tratta, in buona sostanza, delle
spese derivate dal funzionamento degli
organi politici, ma non solo: in ballo ci
sarebbero anche fuoriuscite o liquidazioni
delle società, procedure comunque non
immediate. Da definire, inoltre, il
passaggio degli appalti di cui gli enti erano
committenti e il calcolo, nonché il saldo,
dei debiti verso i creditori a vario titolo. Al
di là di ciò, per le forze politiche, la grana
più immediata riguarda i “disoccupati” che
la chiusura delle Province genererà,
soprattutto in due città, Messina e
Catania, dove si va al voto per le
amministrative. Se infatti Trapani,
Palermo e Ragusa non prevedono
consultazioni al Comune, in riva allo
Stretto e alle falde dellʼEtna ci sono due
piccoli eserciti di persone da ricollocare. A
Messina, ad esempio, senza considerare
le votazioni nei comuni di provenienza,
restano senza poltrona 45 consiglieri e 15
esponenti della giunta (presidente
compreso). Di questi sessanta, una parte
dovrà trovare collocazione nelle liste per i
consigli comunali e circoscrizionali,
puntando eventualemente anche alla
giunta e allʼelezione diretta dei presidenti
ei Quartiere. E, in tal senso, nei partiti
messinesi è già iniziata una guerra
interna, senza esclusione di colpi, che
vede protagonisti anche coloro che
apriravano a uno “scatto di carriera”
candidandosi al consiglio provinciale.
Stesso discorso anche a Catania, che
però, con le dimissioni del presidente
Giuseppe Castiglione (divenuto
deputato), aveva già visto andare a casa i
nove assessori. Nel capoluogo,
comunque, chi sognava di conquistare il
Comune dovrà fare i conti con i
quarantacinque esponenti dʼaula che non
potranno tornare alla Provincia. (D.D.J.)
AMMINISTRATIVE
Doppia preferenza in ballo
In Commissione, una legge a favore delle donne
Giuseppe Picciolo
MESSINA. I tempi tecnici non ci sono, ma in Commissione Affari
Istituzionali si lavora alacremente per modificare in parte anche la
legge che disciplina le elezioni amministrative. In ballo, soprattutto, il disegno di legge per la doppia preferenza di genere: «La rivoluzione deve continuare oltre l'abolizione delle province», spiega il presidente Marco Forzese, deputato del gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia”. Il ddl istituisce la doppia preferenza
di genere nelle elezioni comunali. «Sarà certamente una novità
assoluta questo provvedimento, ma dobbiamo andare avanti con
le riforme e con il recupero dell'etica in politica». Allo stesso gruppo di Forzese appartengono anche i messinesi Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, che nei giorni scorsi hanno annunciato
che rinunceranno al 20% dei loro stipendi e che, nellʼambito del-
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la legge per lʼabolizione delle Province, avevano presentato due
emendamenti: uno per reintrodurre il voto di trascinamento (la preferenza assegnata a una lista del consiglio comunale viene attribuito anche al sindaco collegato) e lʼaltro per abbassare la soglia
di sbarramento per le liste del consiglio comunale dal 5% al 3%.
A favore della doppia preferenza di genere Gianpiero DʼAlia,
coordinatore regionale dellʼUdc: «Penso che le donne siano una
grande risorsa per la politica, ma l'unico modo di garantirlo è quello di fare una legge elettorale, cominciando da quella per gli enti
locali, che stabilisca che cʼè una preferenza doppia di genere: un
uomo e una donna. L'Udc sarà in prima fila in questa battaglia di
civiltà. L'onorevole Gianluca Micciché si è già attivato all'Assemblea Regionale Siciliana e nei prossimi giorni presenterà un
emendamento alla legge elettorale per garantire l'applicazione
della nuova normativa a partire dalle prossime consultazioni amministrative». Tra le proposte di Forzese, invece, anche un disegno di legge che prevede l'abolizione dei permessi retribuiti per
gli eletti «che appesantiscono le finanze dei comuni».
centonove
Politica
22 MARZO 2013
RIVOLUZIONI. Alla Regione si cambiano i vertici e si innovano le politiche economiche
Paralisi? Tutte le verità
Le azioni per punto
Le ultime mosse del governo
È scontro tra sindacati e l’amministrazione Crocetta. I rappresentanti dei lavoratori denunciano
un blocco della buracrazia. Che però da ottobre continua a erogare finanziamenti e si rinnova
DI ARMANDO MONTALTO
PALERMO. Tutto fermo, fermi i cantieri,
assessorati bloccati e attese per le
nomine. La Regione Siciliana descritta dai
sindacati appare una macchina senza
benzina, ferma in attesa di ripartire. Ma i
bandi ci sono, le aziende siciliane ricevono
fondi per internazionalizzarsi, si
continuano a spendere i soldi dei fondi
europei e la giunta di Rosario Crocetta ha
legiferato in molti settori vitali, con
importanti delibere che vanno dai sistemi
fognari alle politiche agricole.
SINDACATI. Tra i primi a lanciare strali
contro lʼamministrazione regionale sono
stati i dirigenti siciliani di Cobas-Codir e
Sadirs, che spiegavano con un
comunicato il 18 marzo che sono «fermi in
Sicilia tutti gli appalti di edilizia residenziale
pubblica, gli appalti per la creazione di
infrastrutture pubbliche, lʼOsservatorio e il
controllo su tutti gli appalti pubblici, lʼattività
degli Urega (le stazioni appaltanti) e la
vigilanza sulle attività del Cas». Dalla Fp
Cgil Sicilia, subito dopo unʼincontro del 19
marzo al dipartimento Funzione Pubblica,
affermavano: «Lʼamministrazione
regionale rischia la paralisi ad oggi molti
dirigenti non hanno ancora firmato il
contratto mentre la rotazione del personale
continua a creare emergenze continue spiega il segretario regionale di Fp Cgil
Enzo Abbinanti - Lʼazione del governo sta
seriamente facendo rischiare la paralisi
allʼamministrazione regionale nel suo
complesso. Ancora oggi le strutture
dirigenziali sono coperte da dirigenti cui
non è ancora stato conferito lʼincarico
attraverso la stipula di un contratto».
EXPORT. La regione però mostra
concrete azioni di governo a favore delle
imprese. Sprint Sicilia - Sportello unico
regionale per lʼinternazionalizzazione con
la delibera 73 del 15 febbraio è stato
riorganizzato. E per le imprese che
vogliono esportare si sono concretizzate
azioni per partecipare ad eventi fieristici.
IL PRESIDENTE. Rosario Crocetta
“Spositalia” e “Milano pret a porter” nella
capitale lombarda, “Eclat de mode” a
Parigi per il settore tessile. Per
lʼagroalimentare: Cibus a Parma e Sial a
Parigi. Altre azioni per il made in Sicily
cofinanziate dalla regione sono il “Boat
Show” in Croazia e lʼExpoForniture in
Ucraina, ma anche azioni di incoming
come quelle di imprenditori indiani di
diversi settori tra il 17 e il 21 febbraio.
FONDI UE E PESCA. Anche sul fronte del
settore primario la regione può vantare
una serie di provvedimenti che
contraddicono la cosidetta paralisi. Ad
esempio a gennaio sono stati liquidati i
contributi relativi ai finanziamenti per la
pesca per circa 320mila euro. Altre azioni
meno decifrabili ma molto importanti per
lʼutilizzo dei fondi europei sono state prese
I PROVVEDIMENTI
con la delibera 63 del 07 febbraio 2013
riguardo la riprogrammazione a seguito
dellʼadesione della Sicilia al Piano di
Azione Coesione (PAC) terza fase. Mentre
la delibera 16 del 17 gennaio predispone il
Piano di Gestione delle risorse ittiche.
Entrambi i documenti sono propedeutici
per la spesa di finanziamenti europei.
LE DELIBERE. Le denunce dei sindacati
hanno come contrʼaltare, anche la
continua azione di governo. Negli ultimi
tempi, ad esempio, la giunta ha dato il via
al primo step per mettere in liquidazione
lʼEnte Fiera di Messina con la delibera 81
del 25 febbraio. Riguardo le norme
comunitarie è da mettere in risalto
lʼaccordo di Programma Quadro
Rafforzato del 24 gennaio 2013 per
lʼattuazione degli interventi sui sistemi
FIERA DI MESSINA. Con la delibera 81 del 25 febbraio la Giunta Regionale da mandato allʼassessore regionale alle attività produttive di procedere allʼindividuazione di un commissario liquidatore per lʼente
DEPURAZIONE. Con la delibera 22
del 24 gennaio la Giunta Regionale
approva lʼAccordo di Programma
Quadro Rafforzato per lʼattuazione
degli interventi sui sistemi fognari e
depurativi idonei al superamento
delle procedure di infrazione comunitaria 2004/2034 e 2009/2034. Il Programma prevede un piano dettagliato per la messa a norma di tutti i sistemi fognari e gli impianti di trattamento siciliani inadeguati in larga
parte agli standard europei.
PESCA. Con la delibera 16 del 17
gennaio la Giunta dà mandato allʼAssessore regionale per le Risorse
Agricole e Alimentari per la predisposizione del Piano di Gestione delle risorse ittiche. Lʼassessore dovrà
così strutturare il prossimo piano
sulle risorse alieutiche da presentare a Bruxelles per rimodulare tutti
ifondi vitali per le marinerie isolane.
FONDI EUROPEI. Con la delibera
63 del 7 febbraio la giunta riprogramma il Piano di Azione Coesione
(PAC) atto necessario per la spesa
dei fondi strutturali.
fognari e depurativi idonei al superamento
delle procedure di infrazione comunitarie.
Atto che consentirà di evitare costosissime
sanzioni da parte di Bruxelles. Insomma, lo
scontro in atto tra sindacati e
amministrazione regionale è legata alle
rotazioni delle figure apicali e dei funzionari
in genere. Ma nella gestione ordinaria non
si notano particolari differenze con il
passato. Certo non si trovano più i bandi di
qualche anno fa per finanziare le varie
“Casa Sicilia” nel mondo, o le memorabili
trasferte in Argentina o New York. I
finanziamenti comunque vengono erogati
e forse questa riorganizzazzione diventa
propedeutica per un nuovo modello della
struttura burocratica regionale più
efficente. I sindacati da parte loro chiedono
una maggiore concertazione.
FORMAZIONE
Assunzioni all’Ecap
Cinque sotto indagine ad Agrigento
AGRIGENTO. Nuova bufera nel mondo della formazione professionale. La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta per truffa sull'ente di formazione professionale Ecap di Agrigento disponendo delle perquisizioni nei confronti di quattro indagati e di tre società. Al centro delle indagini della Guardia di Finanza ci sarebbero
le assunzioni di quattro dipendenti, che secondo l'accusa sarebbero state effettuate in assenza delle autorizzazioni della Regione, e la richiesta di applicazione anche a loro della Cig in deroga. Accertamenti sarebbero
in corso anche sul finanziamento regionale che, sostiene la Procura, sarebbe stato indebitamente percepito
dall'Ente per pagare il personale dipendente nel dicem-
bre 2010, con buste paga sottoscritte dai lavoratori in assenza dell'incasso dello stipendio. Indagini riguarderebbero il settore fiscale, costi di gestione e altri finanziamenti percepiti. Le indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza sono coordinate dalla Procura di Agrigento. Indagati dalla Procura di Agrigento sono
il presidente dell'Ecap, Ignazio Valenza, 49 anni, il maresciallo dei carabinieri Antonino Arnese, 43 anni, comandante del Nil, la cui moglie lavora, dal settembre del
2012, nell'onlus Casa amica, di cui Valenza è presidente. Indagati anche due dipendenti dell'Ecap, Mario Carmina, di 47 anni, e Giuseppe Valenza, di 42, che risultano essere soci accomandatari di un società di servizi
di consulenza. Le perquisizioni sono state disposte dalla Procura di Agrigento all'Ecap, alla Cedac e all'onlus
Casa amica. Nell'ambito dello stesso procedimento è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale Vincenzo Mangiavillano, 58 anni, co-
pagina 9
mandante della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della Procura di Agrigento. Avrebbe parlato delle indagini con il presidente dell'Ecap, Ignazio Valenza, e il
suo collega, Antonino Arnese. Militari della guardia di finanza gli hanno notificato un inviato a comparire davanti la Procura. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di 12 lavoratori dell'Ecap sul mancato pagamento dello stipendio di dicembre 2010, con il loro legale che
ha eccepito la sottoscrizione delle buste paga, firmate
per quietanza dagli stessi dipendenti.
Lʼindagine va a colpire indirettamente il Comune di Agrigento. Ignazio Valenza, infatti, è stato designato assessore dal sindaco Marco Zambuto nel maggio scorso.
Le sue deleghe sono Affari legali, Sviluppo e miglioramento dei servizi amministrativi per i cittadini e Politiche
comunitarie. Avvocato dal 1990, specializzato nel ramo
penale, è anche consigliere dellʼordine forense della
Città dei Templi.
Politica
22 MARZO 2013
NINO
MESSINA
Vorrebbe un sindaco
che faccia del turismo
il volano
dell'economia
cittadina. Sogna
migliaia di crocieristi
che, messo piede a
Messina, attraversino
una Dogana-terminal
e si immettano sulla
“rambla” del viale San
Martino
LILLO
OCEANO
Vorrebbe un sindaco
“regista” dello
sviluppo di alcune
vocazioni cittadine: la
valorizzazione della
posizione strategica
di Messina in Italia e
nel Mediterraneo e la
ripresa economica
attraverso le fonti
rinnovabili e la ricerca
universitaria
SANTI
TROVATO
Il presodente degli
Ingegneri vorrebbe
un sindaco affiancato
da una giunta di
salute pubblica che
non sia espressione
di una sola forza
politica e che riesca
modificare l'intero
“sistema-Messina”
proiettando la città
verso la rinascita
MESSINA. Industriali, professionisti e sindacati bocciano le consultazioni del 7 aprile
Sindaco senza primarie
Il candidato sindaco dovrà essere frutto di una convergenza, super partes e interessato solo
alle sorti della città. Unico fuori dal coro è Amato della Uil, che apprezza le aperture ai sedicenni
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Amare la città. Essere
competente. Disinteressato. E “autonomo”.
Ecco l'identikit del sindaco ideale . Almeno
secondo le associazioni di categoria, i
sindacati e gli ordini professionali. Per
molti, alcuni dei nomi venuti fuori sono
soltanto “fuffa”. Pochi, poi, dichiarano che
tra la miriade di “pretendenti” scesi in
campo ci sia davvero un candidato
“risolutivo”. All'unisono, propendono per
una figura che sia “esterna” ai gruppi
politici, ma, allo stesso tempo, rimarcano
con forza la necessità di un'assunzione di
responsabilità da parte di partiti e
coalizioni. Necessaria da palesare
soprattutto in due termini: un “no” secco
alle primarie nei modi in cui stanno
prendendo forma e l'accantonamento di
tutte quelle strategie che hanno messo
Messina in ginocchio.
TRA CRISI E VECCHIE LOGICHE. Così,
se un po' ovunque serpeggia la percezione
di una crisi generale e di una città allo
sfascio, gli “alti portavoce” dei messinesi,
platealizzando un forse ancora troppo
timido mea culpa, sembrano divisi tra la
necessità di un cambiamento radicale e la
conservazione delle vecchie logiche
regnanti. Chi più, chi meno,
indipendentemente dal decantato in
“piazza”, tesse le trame di questo o quel
candidato, o anche più.
PRECISAZIONI
Sopra, Costantino Amato,
segretario della Uil di Messina
e favorevole alle primarie. Accanto,
Ivo Blandina (Confindustria)
CATEGORIE DI “SISTEMA”. Qualcuno
che ami Messina. Questa la sintesi di Ivo
Blandina e Nino Messina, presidenti di
Confindustria e Confcommercio. Che non
passi per le primarie. Strumento definito da
Blandina una boiata. Quasi dello stesso
avviso Messina, per cui è necessario un
“accordo complessivo superpartes”. Ma i
desideri dei due, poi, “divaricano”. Il primo
vorrebbe un sindaco capace di «accettare i
pregi e i difetti dei messinesi», che riesca a
concentrarsi sulle emergenze e che abbia
chiara una scala di priorità, riuscendo a
trovare una sintesi tra emergenze da
risolvere e prospettive da concretizzare,
senza il «finto entusiasmo» che sta
animando la fase pre-elettorale e che in
realtà nasconde soltanto numerose
contrapposizioni interne. Il presidente di
Confcommercio vorrebbe un primo
cittadino “interessato” solo alla città, che
abbia serie capacità e che riesca a portare
avanti quel poco che c'è (il riferimento in
particolare è al crocierismo, ndr), metterlo a
sistema, senza affossare ulteriormente
l'esistente. «Un sindaco che lo sia per tutti
e non per poche famiglie, perchè la colpa è
di tutto il sistema», conclude Messina.
PINO
FALZEA
Queste le indicazioni
del presidente
dellʼOrdine degli
Architetti di Messina:
«Se si pescherà
nell'ambito politico
allora ok, altrimenti
non si può chiedere a
una figura civica che
non ha un elettorato
di buttarsi nella
mischia»
IN AZIONE
Se Coltraro fa gruppo
Il notaio sbarca sullo Stretto
MESSINA. Si coagula attorno al nome
del deputato-notaio Giambattista Coltraro (nella foto), eletto a Siracusa in
quota Crocetta, messinese di nascita,
una nuova aggregazione politica di
supporto alla lista
Crocetta che intende presentarsi
e “misurarsi” nelle amministrative
in riva allo Stretto.
A spingere per lʼazione di “sfondamento” sarà Michele Ainis, antiquario, già promotore di iniziative
con la Film Commission, da sempre legato allʼex vicepresidente dellʼArs,
Santi Formica (An). Dal fronte Cisl, invece arriva supporto della lista Crocetta, tutto il gruppo De Leo, che si stacca
dalle posizioni di Francantonio genovese. Altro supporter in quota, Lumia,
è il consigliere Raimondo Burrascano.
IL SINDACO DEI SINDACATI. Qualità
necessaria, per i tre maggiori sindacati, è
senza dubbio la capacità di salvaguardare
l'occupazione e creare sviluppo. Per
Tonino Genovese, riconfermato
segretario Cisl, il prossimo sindaco deve
essere: competente, di tutti, deve avere la
capacità di «unire la città». Contro le
primarie, ma per una scelta responsabile
anche al di fuori degli schemi di partito, sui
nomi venuti fuori per la corsa a Palazzo
Zanca, afferma: «Chi ha governato negli
ultimi 30 anni farebbe bene a mettersi da
parte. La frantumazione, la troppa carne al
L’INIZIATIVA
La vera foto di Manfredi Tutti a Roma con il Pdl
SULLʼULTIMO numero di Centonove,
a corredo di un servizio dedicato ai
possibili candidati al Comune di Messina del Movimento 5 Stelle, è stata
sbadatamente pubblicata una foto di
Giuseppe Manfredi tratta dal suo profilo Facebook che non risponde alla
realtà. Si trattava
di unʼimmagine
dello stesso vestito in maschera. Ce ne scusiamo con lʼinteressato.
centonove
Germanà e Mancuso organizzano le truppe
MESSINA. Mentre davanti al tribunale di Milano, lo scorso 11 marzo, i parlamentari del Pdl “disubbidivano” al loro leader per protestare contro la giustizia, su un muro, nemmeno troppo lontano dalla zona presidiata dai “berluscones” compariva una frase che recitava “Silvio, fatti processare, buffone”. A Milano, in quei giorni, l'attenzione di molti era concentrata tutta su quello che da una parte viene chiamato “Rubygate”, dall'altra “una persecuzione dei pm”. Quest'ultimo, un topic, a cui il Pdl sembra proprio tenere, al punto che domani (23 marzo) è atteso un raduno-bis, stavolta non ristretto ai parlamentari. Una sorta di “Justice day”. I vertici si guardano bene dal
restringere il campo della protesta alla sola giustizia, ma in realtà le
locandine partorite per pubblicizzare l'evento raccontano la storia di
una “manifestazione a difesa della sovranità popolare contro la ma-
pagina 10
gistratura politicizzata”. E così anche a Messina è stata organizzata
la partenza di pullman gratuiti che marceranno verso piazza del Popolo. A organizzarla è stata la segreteria brolese del parlamentare
Nino Germanà. A coadiuvare il reclutamento dei manifestanti anche giovani pidiellini messinesi. Direttamente da Brolo, sotto l'egida
del tandem “Mancuso-Germanà” dovrebbero partire circa quattro
pullman da 56 posti, due già pieni, gli altri due contano di essere riempiti nel messinese. Altri due mezzi, anch'essi da “equipaggiare” sullo Stretto, sono stati messi a disposizione dalla segreteria regionale del partito e arriveranno da Catania, assieme agli altri pullman della “legione” etnea. Molti manifestanti messinesi residenti in provincia (da Rometta a Taormina) hanno già prenotato l'adesione alla manifestazione. Tutti i mezzi, sia quelli di Brolo che quelli di Catania, si
raduneranno a piazza Duomo intorno alle 10.30 per poi partire alla
volta di Roma. “Fino ad oggi sono state circa 200 le adesioni, ma
molte arriveranno anche all'ultimo minuto” spiega uno degli organizzatori. I pullman si fermeranno nei pressi di Anagnina e, dopo un
giretto per le vie di Roma, alle 15 tutti pronti a manifestare. (T.C.)
centonove
Politica
22 MARZO 2013
fuoco è sintomo dell'unione di debolezze,
bisogna rilanciare Messina attraverso i
programmi, non soltanto con un sindaco,
ma con una giunta capace di portare avanti
azioni concrete senza essere soltanto
gregge, come già accaduto. Ci vuole una
figura di rottura soprattutto rispetto
all'ultima amministrazione». Idem per Lillo
Oceano, Cgil. In più, il prossimo sindaco
dovrà essere soprattutto “indipendente” e
“autonomo”, ma anche trasparente,
competente e disponibile, possibilmente un
buon amministratore. Anche lui contro
primarie così “affollate”, vorrebbe un
sindaco che non subordinasse gli interessi
di “bottega” a quelli della collettività e
soprattutto in grado di lanciare Messina
verso il futuro, partendo dalla gestione delle
partecipate, dalla valorizzazione delle
vocazioni territoriali, dall'ambiente, dalle
energie rinnovabili e dall'università.
Costantino Amato della Uil confida in una
figura fuori dagli schemi. Vede di buon
occhio che alle primarie votino anche
sedicenni ed extracomunitari, ma è contro il
«consenso pilotato»: «Dobbiamo fare
spazio a giovani e donne”».
UN PRIMO CITTADINO AGLI “ORDINI”.
A fioccare, poi, sono state anche le
candidature “corporative”. Da Santi
Trovato a Enrico Spicuzza, da Vincenzo
Ciraolo a Michele Caudo, passando per
Francesco Celona. E lʼordine dei Medici
ha proposto anche il giornalista Mario
Cavaleri. Altri, come ad esempio Pino
Falzea, secondo “rumors” pur non mirando
direttamente alla poltrona di sindaco, si
dice facciano già da tempo un pensierino
alla vita da amministratore. Così Falzea
vorrebbe un primo cittadino fuori dai partiti
e che sia dinamico. Il suo non è un “no” tout
court alle primarie: «Se si pescherà
nell'ambito politico allora ok, altrimenti non
si può chiedere a una figura civica che non
ha un elettorato di buttarsi nella mischia».
Concorde sulla figura esterna ai partiti è
anche chi nelle ultime ore viene dato per il
99% candidato a sindaco, ovvero Celona.
Che spiega: «Il sindaco dovrebbe essere
un uomo di servizio, capace di far
convergere diverse anime e di rilanciare a
livello economico, etico e culturale la città.
Io potrei accettare l'incarico solo con la
massima convergenza». Trovato,
presidente della Consulta delle professioni
e degli ingegneri prova a mettere ordine sul
pullulare di candidature appartenenti agli
ordini professionali: «In realtà più che un
sindaco ci vorrebbe un'intera giunta di
salute pubblica con un programma ben
chiaro e le competenze per portarlo a
termine. Più di ogni altra cosa, in realtà, è
necessario un sistema diverso».
INDISCREZIONI. L’ex sindaco riunisce i fedelissimi. E punta al vecchio partito
Buzzanca riesuma An
Riunione nella vecchia sede di via sant’Elia che fu di Alleanza Nazionale. Il piano per resuscitarla.
Primo appuntamento le consultazioni di coalizione. E se il Pdl rifiuta? E’ pronto il candidato “interno”
DI ALESSIO CASPANELLO
prossime amministrative, con tanto di
primarie di partito per la scelta del
candidato. Quella delle primarie è una
mossa che Buzzanca stesso, mesi fa,
aveva lanciato per scegliere il candidato
a sindaco del centrodestra, quando
ancora i rapporti tra le aree ex forziste e
di derivazione missina erano idilliaci.
Accanto allʼanalisi personale di quello
che è accaduto con le regionali, le
motivazioni delle dimissioni da sindaco e
le ragioni della mancata candidatura alle
politiche di un mese fa che ha
determinato la rottura col Pdl, Buzzanca
ha rilanciato lʼidea di una proposta
territoriale che parta da Messina per
diventare laboratorio politico nazionale.
Riportare cioè in vita Alleanza Nazionale.
Il simbolo del partito ed il patrimonio
immobiliare (parecchio consistente
perchè ereditato dal Msi, che le sue sedi
era costretto ad acquistarle perchè
nessuno voleva affittargliele) sono in
mano ad una fondazione, la cui
maggioranza e praticamente posseduta
da Maurizio Gasparri e Ignazio La
Russa.
MESSINA. Eʼ stata la
vecchia sede di SantʼElia,
quella che è stata del
vecchio Msi prima e di
Alleanza Nazionale dopo,
venerdi 15 marzo, a
battezzare la “seconda
vita” politica di Giuseppe
Buzzanca, ex sindaco di
Messina dimessosi a
settembre per partecipare
alle regionali, da queste
uscito sconfitto e
successivamente
“esautorato” dalla
Giuseppe Buzzanca
composizione delle liste
per le politiche di fine
Intanto la richiesta di primarie di
febbraio. E il punto di partenza è
coalizione al Pdl per mantenere lʼunità
Alleanza Nazionale. La sua
(dato che Buzzanca a tuttʼoggi è
rifondazione. Buzzanca ha riunito
presidente provinciale del Popolo delle
attorno a sè i suoi “fedelissimi”, da
Orazio Miloro a Gianfranco Scoglio, libertà). Poi, se come è ampiamente
prevedibile il Pdl rifiuterà lʼofferta, la
assessori della giunta che ha guidato
presentazione di una lista autonoma alle
per quattro anni, dal “consigliori”
Marcello Scurria a Pippo Ansaldo,
ex consigliere comunale eletto con
lʼUdc, da vecchi militanti del Msi e di
An che si sono allontanati dalla
politica, agli amici più intimi che, a
differenza di praticamente tutti i
consiglieri comunali che lo hanno
difeso a spada tratta per quattro anni
MESSINA. Qual è il profilo ideale per la scelta del sindaco di Messina? Un sondagper poi accasarsi altrove dopo la
gio presso la popolazione è stato avviato dallʼAssociazione Itaca, coordinata da Cordisfatta alle regionali, sono rimasti al
rado La Rosa, che ha compilato un lungo questionario articolato in 28 punti. Nel quesuo fianco. E a loro ha comunicato le
stionario, formulato con risposte chiuse, i quesiti posti tendono ad indagare lʼidenintenzioni. E cioè ricominciare da un
tikit del sindaco: se deve essere frutto di un accordo tra i partiti, quale età deve avemovimento per arrivare a riproporlo in
re, la città di nascita, aspetto fisico e perfino orientamento sessuale e religioso. Acchiave nazionale, collocandosi in
canto allʼidentikit, sottoposto a elettori che hanno già compito il sedicesimo anno di
quellʼarea di centrodestra che la rietà, cʼè anche una lista di argomenti per il programma ideale. Che investe la sicutrasformazione del Pdl in Forza Italia
rezza del territorio, lavoro, viabilità, qualità della vita. In 25 punti sono identificati gli
ha precluso agli ex di Alleanza
argomenti chiave delle problematiche cittadine: ci si può esprimere sulla volontà di
nazionale che ritengono Fratelli
istituire isole pedonali, mantenere il ticket per lʼattraversamento dello Stretto, recuDʼItalia e La Destra troppo...a destra.
perare le aree militari, privatizzare i servizi comunali, avere parcheggi sotterranei o
“Un partito liberaldemocratico che
dire sì ai grattacieli. I risultati saranno resi noti in una conferenza stampa.
oggi manca”, lo ha definito Gianfranco
Scoglio. I passaggi per arrivarci?
SONDAGGI&IDENTIKIT
L’associazione Itaca fa l’identikit del sindaco ideale
RETROSCENA
Celona sì, Celona no
Il presidente degli avvocati in pole position
Francesco Celona
MESSINA. A primarie convocate per il 7 aprile, con tanto di posizione dei seggi e criteri di votazione, nel centrosinistra messinese
il vero fermento non riguarda le consultazioni, ma il nome di un candidato che le azzeri. Ultimo in ordine di tempo è Francesco Celona, presidente dellʼOrdine degli Avvocati. Il suo nome, secondo
ambienti dellʼUdc, sarebbe quello che potrebbe mettere tutti dʼaccordo, da Crocetta al Pd. Lʼunico problema? Celona ancora non lo
sa, almeno secondo quanto racconta il leader democratico Francantonio Genovese: «Si è parlato di lui come ipotesi, ma ancora
non è stata fatta alcuna proposta», spiega. Il deputato, che per ora
fa la spola tra Roma e lo Stretto, tiene comunque a sottolineare che
«un conto sono le chiacchierate informali tra me e Gianpiero DʼAlia (coordinatore regionale dellʼUdc, ndr), un altro le decisioni del
pagina 11
tavolo. E lʼeventuale candidatura di Celona riguarda la prima tipologia di incontro». Genovese, però, non si ferma, e per rimarcare
il concetto parla anche di Vincenzo Ciraolo, vicepresidente dellʼOrdine forense, che notizie di stampa vedevano come suo possibile candidato: «Beh, certo che lo è! Lo sono tutti coloro che sono miei amici ed esprimono un desiderio in tal senso. Ma, ripeto,
si tratta di conversazioni informali. Pensi che lo stesso Celona, oggi indicato come uomo su cui puntare, perora la causa di Ciraolo».
Ma, al di là delle chiacchiere, che senso ha parlare di candidature
a primarie fissate? «Infatti! Ritengo che le consultazioni si debbano svolgere, visto che la macchina è stata avviata», spiega Genovese. Più netto è invece il segretario cittadino del Pd, Peppe Grioli, che alle consultazioni si è candidato: «Un nome come quello di
Celona va benissimo, ma per me può candidarsi solo passando
dal vaglio delle primarie, che sono imprescindibili». Intanto, il Megafono di Messina sforna il suo nuovo candidato settimanale. Secondo rumors dovrebbe essere Giusi Furnari, coordinatrice del
circolo Libertà e Giustizia. Parteciperà alle primarie? (D.D.J.)
Politica
Ferdinando Coglitore
22 MARZO 2013
Luigi Croce
PALAZZO ZANCA. Scintille tra il ragioniere generale ed il commissario straordinario
C’eravamo tanto amati
Anticipi di cassa contestati sfociano in una diktat: “Tutte le spese passano da me”,
intima Croce. Che a novembre aveva stoppato gli straordinari. E oggi “tornano”
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Il rapporto non era mai stato
idilliaco, ma oggi, tra il commissario
straordinario del comune di Messina Luigi
Croce ed il ragioniere generale
Ferdinando Coglitore, il sangue che
corre non è dei migliori. A sancire la
definiva rottura tra i due una “mossa” di
Coglitore, la reprimenda ufficiale di Croce
e la successiva replica del dirigente. Un
“malanimo” che ha radici profonde.
INCROCIAMO LE ARMI. Il fendente che
mena Luigi Croce è di quelli da k.o. E cioè
aver fatto ricorso ad unʼanticipazione di
Tesoreria da quaranta milioni di euro,
“senza preventiva informativa al
Commissario straordinario”. E Coglitore?
Incassa senza battere ciglio? Nientʼaffatto.
“Lʼanticipazione di tesoreria è di euro
20.329.063,32, a cui vanno aggiunti euro
4.531.318,72, risultanti alla chiusura
dellʼesercizio 2012”, risponde
quasisuccessivamente nega di aver
disatteso una delle prime determine
commissariali di Croce, emanata ad inizio
ottobre, qualche ora dopo il suo arrivo a
Messina, che intimava ai dirigenti di
bloccare qualsiasi pagamento non fosse
assolutamente necessario ed ineludibile,
viste le disastrose condizioni delle casse di
palazzo Zanca. Accusa alla quale
Coglitore risponde spiegando di aver
informato regolarmente Croci di tutti i
pagamenti fino alla fine del 2012, e di aver
proceduto in autonomia solo a partire dal
nuovo anno, col ripristino della possibilità
di anticipazione di cassa. Una “battibecco”
che Croce ha messo su carta ufficiale con
una determina del 14 marzo, in cui
conferma lʼobbligo di comunicargli
qualsiasi pagamento e lo estende anche
agli impegni di spesa. Non è lʼunico
rapporto turbolento, a palazzo Zanca, che
vede protagonisti, loro malgrado, i
dirigenti.
LE RELAZIONI PERICOLOSE. Sulla
graticola sono finiti il dirigente alle Grandi
opere Riccardo Pagano, Natale
Castronovo che dirige il Patrimonio e
Calogero Ferlisi per lʼinterim che ha
recentemente assunto al dipartimento
Sanità. A puntargli il dito contro è stata la
Cgil, che rimprovera ai tre la mancata
consegna delle relazioni sul piano di
miglioramento dei servizi. Circostanza,
Antonino Cama
centonove
questa, che ha fatto si che nello stipendio
dei dipendenti comunali di marzo non sarà
inserita la quota di fondo integrativo
regionale. Ferlisi ha però messo le mani
avanti, spiegando di aver ottemperato alla
relazione che riguarda il dipartimento della
polizia Municipale che dirige da anni, e di
non aver potuto “mettere mano” alla
relazione del settore Santià che gli è stato
assegnato poco tempo fa. Ma cʼè unʼaltra
cosa che ha fatto imbestialire i sindacati.
STRAORDINARIO...STRAORDINARIO.
Il 19 novembre 2012, mentre a palazzo
Zanca aleggiava la prospettiva di dover
dichiarare bancarotta, Croce ha firmato
una determina in cui di fatto vietava lo
straordinario “fatti salvi i casi di estrema
necessità e per ogni comprovata esigenza
di servizio”. Disposizione ribadita due mesi
dopo, il 10 gennaio, in ottica di
contenimento dei costi del palazzo. La
determina proveniva dallʼufficio di
gabinetto: lo stesso ufficio che il 13 marzo,
a firma del dirigente Antonino Cama,
procedeva alla “autoliquidazione” di poco
meno di diecimila euro di straordinario per il
periodo che va da ottobre a dicembre.
Record di stacanovismo per il capo di
Gabinetto Loredana Sciglio, braccio
destro di Croce, che lavorando a stretto
contatto col commissario di ore di
straordinario nei tre mesi ne somma 160,
lasciando praticamente al palo il suo vice,
Antonina Sgrò con 94 ore, Rosaria
Providenti con 78 ore ed Emanuele
Pasquariello con 60 ore. Ma non è solo
lʼufficio di Gabinetto ad aver usufruito dello
straordinario che Croce ha riservato ai casi
di necessità. I quattro agenti del nucleo di
sicurezza del sindaco, e da settembre in
poi del commissario, da agosto a dicembre
hanno accumulato dalle 162 (Antonino
Leone) alle 81 (Nicola Barbera) ore di
straordinario, liquidate con ottomila euro
totali. Ci sono poi i quasi 7500 euro liquidati
per tutto il 2012 agli otto dipendenti che si
occupano del movimento terra per
lʼAutoparco. E poi? Qualche briciola. Come
i 1291 euro per i dipendenti degli uffici morti
e matrimoni da agosto a dicembre, i 1057
da ottobre a dicembre per il personale di
Affari di giunta e consiglio che è “costretto”
a seguire le sedute dʼaula. Un dipartimento,
questo, che rischia di restare senza guida.
MAURO RESTA. O FORSE NO. Il
dvicesegretario vicario Giuseppe Mauro,
infatti, dovrebbe andare in pensione a
partire da aprile. Palazzo Zanca, per una
lunga serie di motivi, non può assumere
altro personale. Per questo Cama,
dirigente al Personale, ha inoltrato una
richiesta di parere al ministero dellʼInterno
per “allontanare” di due anni la quiescenza.
PICCOLI MOVIMENTI CRESCONO
Arriva “Bene Comune”
Giovani da Idv e Fli in direzione centrodestra
MESSINA. Presenteranno ufficialmente il loro movimento, “Bene Comune”, sabato 23 marzo a Palazzo dei Leoni. C'è chi non
ha alle spalle una vera e propria militanza politica e proviene dal
mondo delle libere professioni, del commercio, dell'imprenditoria e dall'associazionismo universitario. Sono capeggiati dall'ex
presidente dei giovani finiani ed ex senatore accademico dei medici specializzandi del policlinico Fabrizio Sottile. Hanno un occhio puntato sulle prossime amministrative, in vista delle quali
hanno stilato un programma di dieci punti che verrà illustrato in
conferenza stampa, presentando anche la “giovane squadra”
che si è raggruppata sotto lo slogan “Bene Comune”.
I punti del programma spaziano dal trasferimento degli approdi
Caronte-Tourist e Cartour a Tremestieri alla riqualificazione del-
pagina 12
l'area fieristica come spazio pubblico dedicato anche ad attività
commerciali, sale convegno e ristoranti, dalla manutenzione stradale con i fondi ecopass al decollo della raccolta differenziata.
L'attenzione è focalizzata anche sulle circoscrizioni con una serie di obiettivi che vanno da un piano di intervento per la pulizia
delle spiagge all'ampliamento della carreggiata di via salita Contino. I componenti del “movimento” sono: Danilo Ficarra, ex vice coordinatore provinciale giovanile di Fli; Gianluca Libro, ex
tesoriere e componente del direttivo provinciale di Idv; il giovane
avvocato Andrea Torre; Federico D'Amico, senatore accademico e presidente dell'associazione studentesca “Crono”; Carmelo Abate, presidente dell'associazione studentesca “Noema”; Roberto Arrigo e Lillo Malgeri, consiglieri alla facoltà di
Medicina dell'Università di Messina. Tutte “nuove leve” che andranno a rinvigorire il comparto giovanile del centro-destra messinese e che, con tutta probabilità, entreranno a far parte della
schiera di candidati che parteciperanno alle prossime elezioni
amministrative messinesi. (T.C.)
centonove
Politica
22 MARZO 2013
S. AGATA MILITELLO. Il senatore avrebbe incontrato il “nemico” Marco Vicari (Udc)
Mancuso e il patto segreto
Siglata la desistenza per il bene del paese. Ma all’opposizione molti gridano al tradimento.
Il sindaco dimissionario, intanto, dovrà scegliere il successore. Questi i papabili
DI
NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA
MILITELLO. Eʼ fissato per
le dieci di domenica
mattina al residence
“Miliunka”, lʼappuntamento
per tutti gli aspiranti
consiglieri che intendono
candidarsi nelle liste in
lizza per le imminenti
elezioni amministrative di
fine maggio, e che
sosterranno il candidato a
sindaco scelto tra i più
fidati sostenitori del
senatore Bruno Mancuso.
Le convocazioni per
comporre la squadra che
guarda al futuro politico
amministrativo sono state
diramate dallo stesso
senatore del Pdl, poco
dopo le dimissioni da primo
cittadino presentate dopo
nove anni di mandato
amministrativo della città,
in concomitanza della
prestigiosa nomina di
parlamentare della
Repubblica a Palazzo
A sinistra il senatore Bruno Mancuso
Madama. Quanti saranno
presenti domenica nella
sala adunanze del residence Miliunka
faranno atto di fede alla coalizione e si
dichiareranno disponibili a scendere in
campo nei diversi ruoli per essere
squadra ancora vincente. Dal poker
dʼassi di aspiranti candidato a sindaco,
per proseguire il solco amministrativo
tracciato dal sindaco uscente, muovono
un passo avanti il vicesindaco Calogero
Pedalà, a cui molti riconoscono tanta
capacità nellʼazione e meno nel parlare
in pubblico, ed il presidente del
consiglio, affabulatore e preparato in
divenire. Gli altre due assi sarebbero
Calogero Pedalà
lʼassessore comunale alla Cultura,
Marco Vicari
Antonio Scurria, ed il consigliere
provinciale Giuseppe Miano (vicino
allʼonorevole Picciolo), che vantano
esperienza politica e competenze
amministrative ma non sembrano
possedere lʼappeal elettorale per far
convergere più voti con la designazione
a sindaco. Il quinto probabile designato,
potrebbe essere lʼassessore alla
Legalità, avvocato Benedetto Caiola, il
quale ha il quid giusto per soddisfare la
continuità richiesta dal sindaco uscente,
ma non presenta un largo credito di voti
per essere stato il primo dei non eletti
della sua lista (Mancuso Sindaco) alle
ultime amministrative. Nel salone del
Miliunka tra gli invitati speciali saranno
presenti, Salvatore Tuccino Sapienza,
esponente provinciale della Destra che
in passato ha gareggiato per il trono
municipale e due donne accreditate di
ampio sostegno familiare, Elisa Gumina
sposata con lʼavvocato Massimiliano
Fabio (abile oratore ed esperto nello
scenario politico locale) e Maia Paola,
figlia della dirigente ospedaliera
Paolina Reitano, e sposata con lʼex
assessore comunale allʼurbanistica
Piero Inferrera. Un clima poco
conciliante e per nulla aggregante si
osserva negli ambienti della coalizione
che dovrebbe stoppare in cammino del
“The day after Mancuso” . Il candidato a
sindaco prescelto, Marco Vicari,
consigliere provinciale dellʼUdc, figlio
dellʼex sindaco Alfredo Vicari, scortato
da un consigliere di maggioranza di
lungo corso giorni, ha fatto visita al
senatore Mancuso a “Casa Costanza”,
probabilmente per sotterrare lʼascia di
lunga belligeranza elettorale.
Probabilmente ne è scaturito un patto di
desistenza. La vicenda uscita dal canale
della riservatezza ha scatenato lʼira del
cartello elettorale Udc - Pd con
lʼavvocato Paolo Starvaggi libero da self
control. Prende sempre quota la
candidatura a sindaco del facoltoso
avvocato Antonio Gullotti, supportato
dal patrimonio elettorale di cui è
accreditato il cognato ingegnere Filippo
Travaglia, assessore ai Lavori Pubblici
della giunta Mancuso, ma in rotta di
collisione da più di un anno, ed oggi
sensibile al richiamo del Megafono del
senatore Beppe Lumia e del
Governatore Rosario Crocetta.
MISTRETTA
Saitta e Fonti divorziano
Ad essere abbanonata la coalizione
di Iano Antoci. Che rimane in minoranza
MISTRETTA. A Mistretta per lʼamministrazione comunale la
vita si sta facendo sempre più dura. Due membri della
maggioranza, Nino Saitta e Sebastiano Fonti, hanno deciso
di abbandonare il gruppo “Uniti per Mistretta” per creare uno
schieramento autonomo e indipendente. La notizia non era
così disattesa dagli ambienti politici amastratini. Il duo SaittaFonti ha preso questa decisione dopo quasi un anno, ovvero
dopo le dimissioni forzate del genero di Nino Saitta, ovvero
lʼex vice-sindaco nonché assessore al bilancio Vincenzo
Tamburello, che dovette rinunciare allʼincarico per
incompatibilità, sulla scorta della legge regionale sulle
parentele in seno ai consigli e alle giunte comunali. Da quel
giorno una serie di tira e molla con il primo cittadino Iano
Antoci, in quando i due consiglieri usciti dalla maggioranza,
hanno sempre aspettato di essere nuovamente
rappresentati in giunta, ma dopo lʼultimo rimpasto, in cui non
figura nessun uomo di fiducia del gruppo Saitta, qualcosa si
è spezzato negli equilibri dellʼex maggioranza. Infatti, il nome
proposto dai due e Vincenzo Tamburello a quanto pare non
è stato ben accetto dal sindaco e da una parte del gruppo
che lo sostiene. “Una scelta sofferta - dice Nino Saitta - una
decisione tutta politica frutto di una serie di eventi che ci
hanno fatto capire come la nostra parte non avesse più una
certa importanza nel gruppo che sostiene il Sindaco e quindi
la soluzione era quella di creare un gruppo autonomo, che
però non farà in nessun modo ostruzionismo allʼoperato della
giunta in questi ultimi 14 mesi di mandato». Enzo Giordano,
capogruppo di “Uniti Per Mistretta” dice: «Sono sereno e
rispetto la decisione dei consiglieri Saitta e Fonti e sono sicuro
pagina 13
che faranno a pieno il loro ruolo di consiglieri in maniera
onesta, e sicuramente non si accoderanno alla minoranza».
Tuttʼaltri toni piovono dai banchi dalla minoranza dove i
consiglieri dicono che lʼabbandono dei due consiglieri è la
dimostrazione tangibile di come lʼultima giunta creata da Iano
Antoci, non sia composta da tecnici come afferma il sindaco,
ma sono tutti uomini che fanno riferimento ad una parte
politica, e per questo motivo Fonti e Saitta hanno deciso di
lasciare lʼex maggioranza.
Lirio Di Salvo, consigliere Idv che ha abbandonato “Uniti Per
Mistretta” per sedersi allʼopposizione afferma che «quando
ho abbandonato il 19 dicembre 2011 avevo già detto che la
maggioranza si stava per sfaldare, e che cʼera qualcosa che
non andava al suo interno, e i fatti mi stanno dando ragione».
Intanto Iano Antoci non si trova più con i numeri a favore,
infatti adesso a sostenerlo totalmente sono 6 consiglieri,
di cui uno, Salvatore Antoci, spesso non può essere
presente in aula per motivi lavorativi. (Giuseppe Cuva)
Politica
22 MARZO 2013
MESSINA. La Prefettura costituisce un gruppo di lavoro per la prevenzione negli enti provinciali
Corruzione fuori dal Comune
A coordinare il tavolo Aldo Tigano, tra i componenti i segretari comunali di San Filippo del Mela
e Giardini Naxos. Le amministrazioni comunali dovranno dotarsi di un piano. I dipendenti infatti...
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. La Prefettura di Messina a
fianco dei Comuni nella lotta alla
corruzione ed allʼillegalità. Il Prefetto,
Stefano Trotta, ha costituito un gruppo
di lavoro per lʼattuazione della legge n.
190/2012. A coordinare questo tavolo
tecnico , sulla prevenzione di fenomeni
di corruzione ed illegalità, è stato
chiamato Aldo Tigano, professore
emerito di diritto amministrativo presso
lʼUniversità degli Studi di Messina.
Del gruppo di lavoro fanno, inoltre, parte
Mariangela Caponetti, segretario
generale presso la Provincia di
Messina, Maria Evelina Riva, Segretario
Generale presso il comune di Giardini
Naxos e Lucio Catania, segretario
generale presso il comune di San
Filippo del Mela. I tre segretari, nelle
settimane precedenti, avevano fatto
pervenire alla Prefettura uno studio
preliminare, valutato positivamente dal
professore Tigano. Tale studio sta
costituendo la base di partenza per
lʼelaborazione di documenti-tipo, da
trasmettere ai Comuni messinesi, ai
quali ciascun ente locale potrà fare
riferimento per gli adempimenti che la
legge 190/2012 impone. LʼAssemblea
Generale dellʼOnu, il 31 ottobre 2003 ha
approvato la convenzione
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
contro la corruzione. Il legislatore
italiano con la legge n. 190 dello scorso
6 novembre ha dato attuazione a tale
normativa dettando le “Disposizioni per
la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica
amministrazione”. Tutte le
amministrazioni pubbliche, compresi
Comuni e Province, debbono dotarsi,
entro il 31 marzo 2013 (inizialmente era
stato previsto il termine del 31 gennaio,
poi prorogato), di un piano per la
prevenzione della corruzione e
dellʼillegalità. La legge cosiddetta
Il prefetto Stefano Trotta
“anticorruzione”, stabilisce che ciascun
Ente individui un proprio responsabile
della prevenzione della corruzione, di
norma il segretario comunale, che
propone allʼorgano di indirizzo politico (il
consiglio comunale) il Piano triennale di
prevenzione della corruzione, che dovrà
poi essere trasmesso al Dipartimento
della Funzione Pubblica. Il responsabile
della prevenzione della corruzione,
individuabile di norma nel segretario
comunale o provinciale, sempre entro il
31 gennaio di ogni anno, è chiamato a
definire le procedure appropriate per
selezionare e formare i dipendenti
destinati ad operare in settori
particolarmente esposti alla corruzione.
Il legislatore ha assegnato alla
Prefettura il compito di offrire un
supporto tecnico ed informativo agli Enti
Locali, anche al fine di assicurare che i
piani siano formulati e
adottati nel rispetto delle
linee guida contenute nel
Piano nazionale approvato
dalla Commissione. I primi
adempimenti che gli enti
locali dovranno predisporre
sono: Lʼindividuazione del
responsabile della
prevenzione della
corruzione; la redazione
del regolamento di
selezione e formazione dei
dipendenti destinati ad
operare in settori
particolarmente esposti
alla corruzione;
lʼapprovazione, con
delibera del Consiglio
Comunale, organo , il
Piano triennale di
prevenzione della
corruzione; la trasmissione
il Piano al Dipartimento
Funzione Pubblica. Il piano
anticorruzione, che deve,
in particolare, prevedere:
individuazione delle attività
ad elevato il rischio di corruzione;
meccanismi di formazione, attuazione e
controllo delle decisioni idonei a
prevenire il rischio di corruzione;
monitoraggio dei rapporti tra
lʼamministrazione e i soggetti che con la
stessa stipulano contratti o che sono
interessati a procedimenti di
autorizzazione, concessione o
erogazione di vantaggi economici di
qualunque genere, anche verificando
eventuali relazioni di parentela o affinità
sussistenti tra i titolari, gli
amministratori, i soci e i dipendenti degli
stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti
dellʼamministrazione; individuazione di
specifici obblighi di trasparenza ulteriori
rispetto a quelli previsti dalla legge;
rotazione degli incarichi negli uffici
preposti allo svolgimento delle attività
ad elevato il rischio di corruzione.
centonove
S. TERESA DI RIVA
Se la riapertura
e imPosta
L’amministrazione vince
la battaglia con la società
S. TERESA DI RIVA. Lʼamministrazione comunale santateresina vince il
duro braccio di ferro con le Poste Italiane e restituisce alla popolosa comunità della frazione Misserio il proprio
ufficio postale. La querelle, con momenti di alta tensione, era nata dopo il
provvedimento dellʼente -che prevedeva in un quadro di riassetto e razionalizzazione delle risorse e della relativa rete di rappresentanza la chiusura
dellʼufficio periferico della frazione
Misserio. Da allora in avanti a nulla sono valse le richieste di udienza portate
avanti la pubblica amministrazione e le
manifestazioni di protesta messe in
opera dai cittadini. Le Poste Italiane
s.p.a. solo a fare orecchie da mercante, nel frattempo montava la protesta
tra i circa cinquecento residenti che
dovevano sobbarcarsi circa 7 km per
giungere nel più vicino ufficio postale
. Fattispecie aggravata dal fatto che la
maggior parte degli abitanti del borgo
collinare sono di età avanzata con il
conseguente disagio collettivo. Il problema interessava anche lʼaltra frazione di S. Teresa, ossia Fautarì ( meno di
cento anime sita ancora più a nord ), e
le borgate di S. Carlo, Rimiti ed Artale
ricadenti nei comuni di Casalvecchio e
Furci Siculo. Il clima, resosi rovente,
veniva contornato da parecchie riunioni tra cittadini ed esecutivo municipale con i toni che in talune occasioni si erano accessi parecchio e la conseguente raccolta di ben 437 firme inviateanche al Prefetto. Ad intralciare i
piani della Spa postale il primo cittadino Cateno De Luca che, notoriamente avvezzo alla protesta, non ha perso
occasione per studiarsi bene le carte e
portare avanti una controffensiva burocratica. Da qui ne è uscita lʼordinanza sindacale di riapertura dellʼufficio
che poteva sembrare un atto di supponenza ma che alla fine ha “consigliato “ le Poste Italiane di riaprire subito lo sportello di Misserio.
Massimo Ferrar
BARCELLONA
Ricomincio da Destra
Una trentina di ex amministratori lavorano
per un nuovo progetto. Da Contiguglia a Nania
Rino Nania
BARCELLONA. Rifondare la destra. Riazzerare gli ultimi 20 anni
e ricominciare da zero, ritrovando i valori del centro destra. Un
gruppo di ex ammijnistratori o esponenti conclamati di area che
si definisce “destra di base” intende avviare una discussione su
come bisogna procedere e deve evolversi il centro-destra
nellʼambito dellʼattuale contesto politico. Una trentina i
sottoscrittori del documento provenienti dai comuni della
provincia di Messina, da Masa Salvo, già deputato della
Repubblica a Saro Contiguglia avvocato e presidente della
Camera penale di Mistretta, vice sindaco di Tortorici, Attilio
Gelsomino, insegnante e sindacalista, e Rino Nania, avvocato
pagina 14
barcellonese. «Con questa presa di posizione - si legge in una
nota - i promotori dellʼiniziativa sollecitano tutti coloro che
ritengono che la politica vada intesa come servizio e qualifichi la
democrazia e le Istituzioni che presiedono lʼazione politica.
Qualora un certo disarmante populismo e la ridotta capacità di
ascolto fa perdere di vista il valore ed il Senso dello Stato si
impone a chi è impegnato in questʼarea politica di avviare una
riflessione pubblica, in grado di ricercare percorsi coerenti
allʼinsegna dei valori di sempre e capace di dare risposte e
soluzioni alle tante emergenze, precarietà e ʻliquiditàʼ di cui è
connotata la nostra contemporaneità». a breve si organizzerà un
incontro a Capo dʼOrlando. «Qualche analista in un suo recente
libro rappresenta che ʻlʼultimo ventennio della Destra al potere sì
è risolto in un fallimento - si legge nel documento - Noi non la
pensiamo così e consapevoli del fatto che in questo scorcio vi
sono stati tanti modi di interpretare il centro-destra in Italia,
certamente non sì è visto operare solo una destra ad personam,
come qualcuno intende strumentalmente sostenere».
Sicilia
centonove
SENZA USCITA. Il suicidio di un imprenditore messinese è l’ultimo di una lunga scia
Morire di debiti
Neanche un mese fa c’era stato un altro tentativo in riva allo Stretto. Un bollettino di guerra
che segue di pari passo la crisi e coinvolge tutta l’Isola. Il picco massimo? Nel 2012
MESSINA. È uscito da casa, ha salutato
moglie e figli, ha inforcato lo scooter e si è
diretto sulla A20, verso quel viadotto Ritiro
da cui ha spiccato un volo di 50 metri,
trovando la morte. Il suicidio di V.A., 45
anni, messinese, titolare di una pizzeria,
riapre la catena delle morti in Sicilia, Una
catena che ha visto nel 2012 il suo annus
horribilis. La pista seguita dagli inquirenti?
Probabilmente debiti. E i debiti, o
attraverso decreti ingiuntivi dei legali dei
creditori o via cartelle esattoriali, sono
spesso alla base delle scomparse di chi
non ce lʼha fatta più in unʼIsola dove,
secondo il Cerved, nel 2012 sono andate
sotto protesto 3.790 imprese (+14,4%).
SENZA SPERANZE. La catena dei
suicidi va di pari passo con la crisi
economica. Il più eclatante, non per
debiti, ma per lʼassenza di qualsiasi
speranza di futuro, era stato quello di
Norman Zarcone (nel 2010), il giovane
dottorando che si era gettato nel vuoto
dal tetto della facoltà di Lettere a
Palermo. Lʼultimo tentativo di farla finita,
invece, è stato proprio a Messina, a
febbraio, con un imprenditore di 55 anni
che era salito sul cornicione di un
palazzo, cospargendosi di benzina e
minacciando di darsi fuoco. Chi invece è
riuscito nel suo intento, nello stesso
mese, è stato il 61 enne operaio edile
Giuseppe Brgarella, che si è tolto la vita
a Guarrato (Agrigento) impiccandosi ad
una trave del sottotetto di un gazebo nel
giardinetto della villetta dove abitava. Era
un ex sindacalista disoccupato. In Sicilia,
la scia di suicidi inizia a gennaio 2011, a
Ragusa, quando i Paolo Cannì, 30 anni,
viene trovato impiccato nella sua casa di
campagna. Accanto al cadavere, un
biglietto indirizzato alla moglie in cui
chiedeva scusa e spiegava i motivi del
suo gesto. Lʼuomo era stato licenziato da
un supermercato di Ragusa dove
lavorava come commesso per avere
incassato alcuni buoni sconto da cinque
euro.
22 MARZO 2013
ECATOMBE 2012. La teoria dei suicidi
inizia subito a gennaio, quando due
imprenditori, oppressi dai debiti, s
i sono
tolgono la vita nel catanese. A farla finita,
nel capoluogo, Roberto Manganaro, 47
anni; a Santa Venerina, invece, Michele
Calì. Manganaro, ritrovato impiccato, era
angosciato dalla prospettiva di chiudere
tre punti vendita e licenziare otto
dipendenti. Calì, invece, era stretto nella
doppia morsa degli strozzini e di un
controllo dei Nas al suo allevamento di
polli. Così, a 58 anni, decide di farla finita
con un colpo alla tempia. Un mese dopo,
a febbraio, un altro suicidio. A Paternò, un
imprenditore viene trovato impiccato in un
caponnone di sua proprietà in contrada
Barca. La sua azienda, con una decina di
dipendenti, produceva machine agricole
ed era assediata dai debiti: doveva
grosse somme di denaro a diverse
società di recupero crediti, alle quali
aveva chiesto ingenti prestiti per sanare i
debiti dellʼazienda. Ad aprile, invece,
viene scongiurato un tentato suicidio.
G.G., di Augusta, lo aveva annunciato su
Facebbok: “grazie al sindaco di Augusta
e assessori, e altri io oggi vado via di casa
senza dir nulla ai miei e non solo quello
che succede a me non nʼè una Pasqua
come tutti gli altri anni spero solo di
seguire mio padre a sto punto bye bye a
tutti e buona pasqua a voi. Mi spiace”.
G.G. era un ambulante che non riesciva a
mettersi in regola. Esattamente un mese
dopo, a Troina, in provincia di Enna, il 47
enne Gaetano Trovato Salinaro si
impicca nel garage della sua villetta.
Sposato e padre di due figlie, era precario
e la ditta aveva ridotto il suo salario.
Sempre a maggio, a Messina, un uomo si
arrampica su un albero. Ha indosso una
giacca nera, il cappuccio in testa e un
cappio. È afflitto dai debiti, ma desiste dal
suo intento suicida. Chi vi riesce è un
idraulico di 54 di San Cataldo, Giovanni
Vancheri, che si dà fuoco nella sua auto
perché rimasto senza lavoro e assediato
da bollette e cartelle esattoriali. Indagano
invece i Carabinieri, le modalità della
morte di Salvatore Prestianni,
albergatore di Bronte, trovato impiccato a
luglio con una ferita alla testa. Lʼanno si
chiude a dicembre con Alfio Di
Gregorio, 62 anni, che prima si incatena
davanti alla sede della prefettura di
Catania e poi minaccia di darsi fuoco.
Schiacciato dai debiti, aveva licenziato i
dipendenti e viveva allʼinterno della
propria autonìmobile. (D.D.J.)
IN SOCCORSO
Una mano ai disperati
Le iniziative per aiutare chi pensa sia finita
MESSINA. «Il suicidio nei giorni scorsi a Messina di un imprenditore di 45 anni che si è gettato da un viadotto perché aveva troppi
debiti ci ha lasciato sgomenti: fatti di questo genere non devono
più accadere offriamo la nostra consulenza gratuita a chi ha problemi con banche o con strozzini», dice il presidente nazionale di
Consumatori Associati, Ernesto Fiorillo, che aggiunge: «In un
contesto socio economico sempre più difficile dove commercianti
e imprenditori non riescono più ad andare avanti le banche, spesso impegnate solo in operazioni finanziarie, continuano a non svolgere più il loro ruolo che è quello di erogare credito a chi ne ha bisogno cioè cittadini e imprese. Tutto questo purtroppo spinge alcune persone nelle mani degli strozzini, uomini senza scrupoli che
non hanno certamente a cuore la sorte di chi gli chiede del dena-
ro. Vogliamo dimostrare la nostra vicinanza a questi imprenditori
e la nostra associazione, come ha fatto tante volte, può cercare di
instaurare per conto loro un dialogo con le banche per tentare di
trovare delle soluzioni o può contestare comportamenti che siano
poco trasparenti. Lʼufficio legale di Consumatori Associati è poi disponibile a denunciare gli strozzini per fare in modo che non possano più nuocere a chi cerca di produrre onestamente in città».
A Palermo, invece, lʼAsp ha avviato un progetto per la prevenzione del suicidio, “Helpline - Telefono giallo”, ed istituito un numero
gratuito - 800 011 110 - al quale ci si può rivolgere per chiedere aiuto. Dal 2000 al 2010 nel solo capoluogo dell'isola si sono verificati 436 suicidi, con una incidenza del 5% su 100.000 abitanti. Il progetto è realizzato con la collaborazione dell'Afipres (Associazione
famiglie italiane prevenzione suicidio. Al numero gratuito, attivo già
dal 1 marzo scorso operatori qualificati e opportunamente formati
e dell'equipe fanno parte anche psicologi, sociologi, psicoterapeuti
e tecnici della riabilitazione psichiatrica. L'attività è svolta in stretta collaborazione con i servizi di salute mentale dell'Asp.
pagina 15
Ernesto Fiorillo
Sicilia
22 MARZO 2013
Giuseppe Buzzanca
Mario Briguglio
centonove
Gaspare SInatra
MESSINA. Arriva a dibattimento l’inchiesta sulla tragedia del primo ottobre 2009
Giampilieri, 15 alla sbarra
Giudizio per l’ex sindaco Buzzanca, l’ex commissario Sinatra, il primo cittadino di Scaletta Briguglio.
Durissimo il decreto del Gup Mastroeni: “Sottovalutazione del rischio, ritardi, mancati finanziamenti”. Ecco quali
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Imperizia, sottovalutazione del
rischio, ritardi in fase di valutazione e
realizzazione, omissioni di obblighi,
mancati o tardivi finanziamenti. Salvatore
Mastroeni, giudice per lʼudienza
preliminare dellʼinchiesta sulla tragedia si
Giampilieri e Scaletta del primo ottobre
2009, ci è andato giù duro. E, accogliendo
quasi in toto la richiesta del pm Adriana
Sciglio, ha rinviato a giudizio, con la
pesantissima accusa di disastro colposo e
omicidio colposo plurimo, 15 tra dirigenti
regionali, funzionari, sindaci e commissari.
ALLA SBARRA. A sfilare davanti al
giudice, il 27 maggio, ci saranno lʼex
sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca,
lʼattuale di Scaletta Mario Briguglio, lʼex
commissario straordinario di Messina
Gaspare Sinatra e lʼex dirigente della
Protezione Civile regionale Salvatore
Cocina. Rinviati a giudizio insieme a loro ci
sono i geologi Antonino Savoca, e
Salvatore Cotone, Francesco Grasso,
Alberto Pistorio e Giuseppe Rago,
tecnici che hanno il Piano di riassetto del
bacino tra Fiumedinisi e Capo Peloro, i
dirigenti dellʼassessorato regionale al
Territorio Giovanni Arnone e Tiziana
Flora Lucchesi, i progettisti Salvatore Di
Blasi, Agatino Giovanni Garufi e
Francesco Triolo, e Giovanni Randazzo,
che ha firmato la relazione geologica per i
lavori di ripristino della funzionalità idraulica
Salvatore Cocina
dei torrenti Racinazzi, Divieto e Saponara.
Cosa contesta a tutti e quindici gli imputati
Salvatore Mastroeni? Di aver sottovalutato
il rischio prima, e di essere maldestramente
intervenuti dopo. E, in mezzo, di aver
tentato di passare la patata bollente.
LE ACCUSE. “Ritardi ed errori in fase di
rilevazione, valutazione e realizzazione
delle opere di salvaguardia” ed “omissioni
per obblighi he ricadono su più soggetti allo
stesso tempo”, scrive Mastroeni nel
decreto di rinvio a giudizio. A chi sono
rivolte le accuse? Il giudice argomenta su
“competenze complementari di sindaci e
rappresentanti della protezione civile”, ma
anche di “responsabilità in concorso di
soggetti preposti e dirigenti e tecnici di
riferimento, progettisti, responsabili e
IL CASO
Università, ferie in dubbio
Alcuni dipendenti hanno chiesto di sapere se le assenze
per l’alluvione del 2011 sono giustificate. Invano
Fausto Gennuso
MESSINA. Residenti in provincia, non avevano potuto raggiungere il posto di lavoro allʼUniversità di Messina perchè le strade
erano invase dai detriti dellʼalluvione del novembre del 2011.
Da allora è passato un anno e mezzo ma i dipendenti impossibilitati a raggiungere Piazza Pugliatti, non sanno ancora se quelle
assenze fossero giustificate o meno e quindi non sanno se è quanti giorni saranno o meno decurtati dalle loro ferie. Eppure, per avere certezza ed organizzarsi in vista delle vacanze estive avevano
chiesto lumi prima allʼex direttore amministrativo, Pino Cardile,
poi al direttore generale Franco De Domenico e comunque al dirigente dellʼufficio personale, Fausto Gennuso. La risposta? Il si-
pagina 16
lenzio. I lavoratori non hanno avuto risposta neppure su come si
dovessero considerare le assenze per lʼallerta meteo e lʼemergenza idrica del 2012.
«Per quanto riguarda l'alluvione del 2011 il sindaco di Barcellona
P.G., per esempio, con propria ordinanza decise la chiusura di
scuole e uffici, lo stesso fece quello di Messina per l'allerta meteo
del 2012, quelle stesse ordinanze, oggi, basterebbero a giustificare le assenze dei dipendenti ponendo fine a questa pirandelliana vicenda», dice una dei lavoratori coinvolti. Gli strali dei lavoratori sono diretti soprattutto sui mille impegni del capo del personale, Fausto Gennuso, che in realtà di Personale si occupa ad
interim, essendo dirigente delle Segreterie. Gennuso ha sostituito Massimo Albegianni vincitore di un concorso, che dopo circa
sei mesi di servizio si è dimesso e se nʼè tornato allʼUniversità di
Palermo, scoraggiato dallʼinchiesta sul concorso della magistratura, nato dalla denuncia di uno dei candidati interni perdenti.
Lʼamministrazione invece di procedere alloscorimento della graduatoria ha affidato la responsabilita a Gennuso. (M.S.)
centonove
Sicilia
22 MARZO 2013
delegati nei procedimenti amministrativi”. In
pratica, chi poteva e doveva fare non ha
fatto. E chi ha fatto? Ha fatto male.
I PROGETTI HANNO FATTO ACQUA.
Perchè Mastroeni parla molto chiaramente
di “errori di sottovalutazione tecnica, anche
in dirigenti che non abbiano svolto
compiutamente quanto di competenza” (“al
di là delle superiori responsabilità in
vigilando”, specifica il giudice per le
udienze preliminari). Non solo: nel
calderone della accuse che il tribunale
dovrà valutare a partire dal 27 maggio,
Mastroeni fa rientrare anche “organismi,
commissioni e professionisti esterni che
non abbiano completato gli incarichi, o per
incarichi svolti in tempi inadeguati e con
valutazioni incongrue”. E poi cʼè la più dura
delle accuse: Il “non aver fatto”. O, peggio,
aver cercato di sbolognare a qualcuno la
patata bollente.
LO SCARICABARILE. La parte più feroce
della suo decreto, Salvatore Mastroeni la
riserva a coloro i quali il giudice di primo
grado riconoscerà la colpa di non aver
agito nonostante ne avesse la facoltà e la
possibilità, spiegando come non si
ritengano valide “alcune semplici
autoesclusioni, o paradossali esclusioni
“da inattività”. Stesso ragionamento e
criterio per lʼinfluenza di segnalazioni
mancanti o errate, non tali da escludere le
responsabilità odierne, viste le verifiche
dirette dovute le competenze autonome,
ma individuanti connesse responsabilità”. Il
rischio, insomma, benchè segnalato, non è
stato ritenuto urgente o meritevole della
dovuta attenzione, quando addirittura non
tentato di gettare sulle spalle di qualcun
altro. “Peraltro va doverosamente
osservato che, per svariati soggetti rinviati
a giudizio - scrive a
proposito il Gup non si nega
lʼesecuzione di
attività, pure
plurime, ma
contestuali
segmenti di
omissioni, ritardi,
interpretazioni
riduttive dei compiti,
nefasto
collegamento di
comportamenti
inadeguati e ritardati
con pari
comportamenti di
altri, omessa
vigilanza e
controllo”. La
prova? In una nota
di uno degli
imputati, Giovanni
Garufi, di un anno
prima della strage.
LA PROFEZIA. In
relazione alla nota,
Mastroeni spiega
che “non raggiunge i
livelli del
ravvedimento e non
scrimina del tutto il
grado di
responsabilità, ma
con evidenza
individua
concorrenti
responsabilità oltre
a liquidare molti
argomenti sulla
prevedibilità”. Di che
si tratta? Di un
sopralluogo
effettuato
dallʼingegnere al
torrente Divieto in cui scriveva nero su
bianco “sarebbe illusorio credere che le
opere di regimentazione previste allo stato
nellʼalveo del torrente possano essere
risolutive del rischio. Occorre quindi che
lʼamministrazione comunale e le altre
amministrazioni si attivino al fine di mettere
in sicurezza sia il costone roccioso che
lʼalveo del torrente”. Perchè? La
conclusione del professionista è
agghiacciante. Parlando del materiale che
si è riversato nel torrente, Garufi spiega
che la frana, “se malauguratamente si
fosse riversata a valle, i danni sarebbero
incalcolabili e probabilmente avrebbe
spazzato via tutto quello che si sarebbe
trovato davanti”. Esattamente ciò che è
accaduto a Giampilieri.
ZOOM. Le zone “in rosso” un mese prima della catastrofe
Qualcuno sapeva
Nella cartografia dei dissesti aggiornata a settembre 2009
le aree alluvionate erano state dichiarate a massimo rischio
MESSINA. Era pronto dal
2009, è stato messa in un
cassetto perchè
dolorosamente
inadeguato alla catastrofe
che ha devastato la zona
sud di Messina, è stato
aggiornato nel 2010, è
stato approvato solo ad
ottobre del 2012. Ma solo
la parte idraulica, quella
geomorfologica deve
essere ancora approvata.
Il Pai, piano dʼassetto
idrogeologico che
monitora il territorio da
capo Peloro a capo
Scaletta, ha sempre
avuto vita travagliata. Nel
frattempo il territorio ha
subito le catastrofi di
Giampileri, Scaletta e
Saponara, e le frane non
cruente ma devastanti di
Gesso e Calamona. Al
comune di Messina, a
porre rimedio alle
montagne che si
sbriciolano ci avevano
pensato. La prima
richiesta dʼaggiornamento
del Pai, infatti, porta la
data del 27 agosto 2008,
con i risultati delle
alluvioni del 2007. Col
risultato che utte le zone
che a vario titolo hanno
subito danni durante la
tempesta degli ultimi
anni, erano già “note” e
censite.
Per Giampilieri, invece, di
movimenti del suolo, tra
grandi e piccoli, le
catastazioni superano
abbondantemente il
centinaio. Tutta lʼarea del
paese, dallʼinnesto con la
statale 113 fino
allʼabitato, costeggiando il
torrente, è mappata. In
corrispondenza delle
zone in cui il primo
ottobre 2009 la montagna
si è sbriciolata,
travolgendo una trentina
di persone, quindi le vie
Vallone e Puntale, la
Giampilieri e Scaletta, in “rosso” già dal 2007
LE IMPUTAZIONI
Opere e omissioni
MESSINA. Lʼaccusa dalla quale si dovranno difendere lʼex commissario straordinario Gaspare Sinatra e lʼex sindaco Giuseppe Buzzanca è quella di aver “omesso di valutare il livello di rischio”
di una nota del 2007 e del piano dʼassetto idrogeologico, “non adottando conseguentemente i piani di allertamento, di sgombero temporaneo degli edifici a rischio e gli ulteriori interventi risolutivi idonei a salvaguardare la popolazione delle aree colpite”. Per Sinatra lʼevento calamitoso è lʼalluvione del 2007, disastrosa ma senza vittime, per Buzzanca invece quella del 2009. Allʼex sindaco è stato imputato anche di aver “omesso di adempiere agli obblighi di gestione dellʼemergenza,
ed in particolare quelli di allertamento ed evacuazione degli abitanti presenti nelle zone a rischio”.
A Mario Briguglio, sindaco di Scaletta, sono contestate la mancata adozione del piano di protezione civile, e lʼomissione di “iniziative necessarie a realizzare interventi di salvaguardia dellʼabitato”. A Salvatore Cocina, allʼepoca numero uno della Protezione civile regionale, il Gup contesta
lʼaver redatto un pisano di ripristino della funzionalità idraulica di torrenti di Scaletta “carente ed
inadeguato” e, per Messina, omesso di prevedere per le zone “calde” di Giampilieri unʼadeguata
protezione, nonostante fossero limitrofe allʼarea interessata dallʼalluvione del 2007. (A.C.)
pagina 17
cartina è segnata in
rosso: R4, rischio “molto
elevato”. Esattamente la
stessa catalogazione che
hanno intere porzioni di
Briga e Scaletta, altre
zone che il primo ottobre
piangeranno i loro morti.
Anche Itala è censita in
“rosso”, tra i rioni
Mannello e Quartarello, e
Pezzolo, e così Altolia e
Molino. Mili san Pietro,
infatti, aveva incassato il
massimo in pericolosità
(P5). E puntuale, Mili san
Pietro è stata spazzata
via da un torrente di fango
nel 2007 e nel 2010, a
marzo. Cambia il santo,
ma la situazione resta
uguale. Anche a Mili San
Marco, pericolosità e
rischio si attestavano sul
massimo, così come
Santo Stefano Briga.
Infilava due “3” la zona di
Galati, e si risaliva al
massimo per Pezzolo ed
Altolia, devastate
dallʼalluvione del primo
ottobre del 2009. Questo
perchè nella zona sud di
Messina, oltre
allʼespansione edilizia
selvaggia, la parte del
leone la fa da sempre la
conformazione
geomorfologica delle
colline, la cui
composizione argillosa
favorisce lo
“scivolamento” delle
placche lʼuna sullʼaltra.
Che provocano le frane. Il
censimento del comune
di Messina rilevava infatti,
allʼepoca, due movimenti
nella zona di Briga
marina: uno di
“scivolamento” a san
Placido ed uno di
“crollo/ribaltamento” a
Ponte schiavo, giusto
qualche metro sopra
lʼautostrada A18. Anche a
Santa Margherita, le
mappe riportano di una
“frana complessa” tra
Piano bagni e santa
Barbara, così come a
Runci è in atto uno
“scorrimento” di materiale
verso valle sopra Puntale
Santa Lucia. In pratica,
che in quelle zone prima
o poi si sarebbe verificata
una tragedia, al comune
di Messina lo si sapeva.
Da almeno un mese
prima che accadesse.
(A.C.)
Sicilia
22 MARZO 2013
centonove
LIPARI. L’ex sindaco Mariano Bruno avrebbe intascato indebitamente migliaia di euro per viaggi istituzionali
I collezionisti di rimborsi
Nel mirino della procura di Barcellona 27 indagati tra vigili, assessori e funzionari. C’è chi si faceva
la vacanza a Panarea, si portava in albergo l’amante, o pagava la cena agli amici. A spese del comune
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
LIPARI. Che il “capitolo” rimborsi fosse
un argomento che “scottava” Marco
Giorgianni, attuale sindaco di Lipari, lʼha
capito subito. Sin dal momento
dellʼinsediamento non solo ha
sensibilmente ridotto le somme da cui
attingere per i viaggi istituzionali sulla
terra ferma, ma ha cominciato una dieta
a base di panini per ridurre il più
possibile le spese a carico dellʼente che
guida. Non potevano passare
inosservate le continue visite delle
fiamme gialle negli uffici comunali alla
ricerca di ricevute e scontrini. E
neanche lʼinterrogazione a firma dellʼex
consigliere di opposizione, oggi
presidente del consiglio, Adolfo
Sabatini. La bomba giudiziaria è
esplosa quasi tre anni dopo la vittoria
elettorale. Ad essere travolto lʼex
sindaco Mariano Bruno, attuale
consigliere comunale, i vigili urbani
Francesco Cataliotti e Aldo Marino, i
funzionari Stefana Salmieri e Francesco
Rando, Domenico Russo (oggi in
pensione). Altri 21 soggetti sono stati
iscritti nel registro degli indagati. Tutti
avrebbero falsificato rimborsi spese per
missioni istituzionali (o contribuito alla
presunta truffa). Il periodo contestato va
dalla data del 1 gennaio 2009 al 3
novembre 2011. Secondo i militari, dopo
i viaggi gli indagati presentavano
documenti non regolari per spese non
rimborsabili, incassando somme non
dovute per oltre 31 mila euro. Con la
compiacenza degli uffici che evitavano
di indagare sulle alterazioni, spesso a
penna, o palesi cancellature, nelle
pezze dʼappoggio. Nella maggior parte
dei casi, secondo il certosino lavoro
della Guardia di finanza mamertina
guidata dal capitano Antonio Ranaudo,
che sullʼargomento mantiene il massimo
riserbo, i documenti allegati risultavano
modificati negli importi, nelle date o
erano privi dei requisiti richiesti dalla
normativa, mentre in altri ancora le
missioni dichiarate erano del tutto
fittizie. I finanzieri hanno rilevato perfino
scontrini e ricevute riferiti all' acquisto di
cd musicali o di regali. Sarebbero state
accertate missioni create ad arte in
coincidenza di eventi folcloristici o di
ricoveri medici in cliniche di altre regioni,
o richieste di rimborso per missioni mai
effettuate, come pure l'alterazione di
documenti fiscali per aumentare di
qualche euro l' importo liquidato. Ad
usufruirne anche presunte amanti. Un
ex assessore in viaggio istituzionale a
Berlino tra il 10 e il 15 marzo 2009 ha
presentato una ricevuta fiscale per un
pernottamento a Catania, in attesa del
volo omettendo di “rappresentare” che
comprendeva anche quello dellʼamante.
La stessa donna che lo ha
accompagnato anche in trasferte a
Patti, Milazzo e Palermo. La fetta più
Il capitano Antonio Ranaudo
Mariano Bruno
consistente di rimborsi incassati, grazie
a ricevute fiscali e fatture taroccate, l'ha
percepita l'ex sindaco e attuale
consigliere comunale Mariano Bruno che
ha raggiunto i 10 mila euro e 649.
Settantasette i rimborsi finiti nel mirino
dellʼautorità giudiziaria. Continui i viaggi
a Roma. Lʼex sindaco, secondo lʼaccusa,
si accontentava di poco: 10 euro del
sevizio Taxi diventavano 16. Alcune
ricevute venivano conservate e poi
modificate non tanto nel costo ma nella
data. Ad esempio una fattura emessa
sempre da un servizio di taxi il 2/2/2008
veniva presentata in occasione di un
altro viaggio con la data 2/12/2008.
Biglietti del treno per due passeggeri
venivano spacciate per il costo di uno
(la cabina era doppia). A seguire nella
classifica dei rimborsi ottenuti grazie alla
falsificazione dei giustificativi di spesa, l'
ispettore di polizia municipale
Francesco Cataliotti, che ha
incassato 5 mila e 913 euro;
l'elenco prosegue con un secondo
ispettore dei vigili Aldo Marino,
che ha ricevuto rimborsi per 3
mila e 445 euro; Domenico
Russo, l' ex dirigente comunale
del IV settore già comandante
della polizia municipale, ha invece
ricevuto 2 mila e 181 euro,
seguito dall' ex assessore
Corrado Giannò con rimborsi per
2 mila e 82 euro. Secondo il
castello accusatorio, in poche
parole, più che le figurine dei
calciatori a Lipari si
collezionavano ricevute, fatture e
biglietti di mezzi di trasporti.
Bastava cambiare una cifra,
utilizzare il bianchetto per
modificare la data, ed ecco
mettere da parte qualche euro di
rimborso, nel migliore dei casi si
pagavano le ferie a Panarea.
Come viene contestato ai vigili
Francesco Cataliotti e Aldo
Marino accusati di avere
presentato decine di fatture
rilasciate da un ristorante e da
unʼaffittacamere di Panarea in
occasione di visite private e
spacciate per viaggi di servizio. In
alcuni casi Marino avrebbe richiesto
rimborsi senza essere fisicamete
presente a Panarea. Allʼassessore
Domenica Sparacino, invece, anchʼessa
indagata assieme allʼattuale
componente della giunta Giacomo
Biviano, viene contestata di avere
richiesto rimborsi per lʼaffitto di
unʼautovettura a Benevento e un viaggio
tra Lipari e Napoli con ricevute
imputabili ad altre persone.
ZOOM
Ecco l’elenco degli scontrini ‘pazzi’
Le modifiche alle ricevute avvenivano a penna
o con grossolane cancellature. L’elenco
LIPARI. Lo zero diventava sei. Il sei veniva trasformato in otto. Il
due in quattro. Nelle ricevute e nei biglietti di mezzi pubblici presentate al comune di Lipari i numeri avevano doppie e triple personalità. Bastava un colpo di penna. L' ex sindaco e attuale consigliere comunale Mariano Bruno ha raggiunto i 10 mila euro e
649. A seguire nella classifica dei rimborsi ottenuti grazie alla falsificazione dei giustificativi (secondo la procura), l'ispettore di polizia municipale Francesco Cataliotti, che ha incassato 5 mila e
913 euro; il collega Aldo Marino 3 mila e 445 euro; Domenico Russo, l' ex dirigente comunale del IV settore, 2 mila e 181 euro; l' ex
assessore Corrado Giannò con rimborsi per 2 mila e 82 euro. Non
pagina 18
era da meno l'ex assessore Domenica Sparacino, con 1.926 euro; Giuseppe Longo, ex presidente del consiglio comunale con
1.107 euro; l' ex consigliere e assessore Giacomo Biviano, 786
euro di rimborsi; Anna Maria Paola Spinella, nella qualità di assessore pro tempore rimborsi per 650 euro; Giuseppe Finocchiaro, assessore ha avuto come rimborso la cifra di 522 euro; Lucio
D' Ambra, dipendente, 330 euro; Francesco Subba, dirigente, 275
euro; Giosuele Fonti, consigliere pro tempore 269 euro; Natale
Famà, assessore pro tempore 208 euro; Antonino Fiore, dipendente 106 euro; Ivan Ferlazzo, ex assessore, 104 euro; Antonino Cincotta, dipendente, 95 euro; Felice Mirabito, consigliere pro
tempore 68 euro; Francesco Guerrera, dipendente dell'ente,
61 euro; Caterina Bonsignore, dipendente 50 euro; Giuseppe
Majuri, dipendente, 40 euro; Rita Mandarano e Francesco
Rando, entrami dipendenti comunali, 37 euro a testa. Massimo D' Auria, assessore del tempo, 35 euro; Maria Rosaria Avino e Ivana Bonfante, dipendenti comunali, 22 euro a testa di
rimborso.
centonove
Sicilia
22 MARZO 2013
LA STORIA. L’imprenditore di Sant’Agata Militello ha denunciato il racket in numerosi cantieri
L’estorsione? Mai Amata
Grazie alle sue denunce disposti arresti nel palermitano, sui Nebrodi e in Calabria.
«La mafia da me non otterrà neanche un caffè». Tutto comincio con l’incendio di una Fiat 127
DI NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA MILITELLO. «Le
cosche del pizzo ed i loro
ambasciatori non riusciranno ad
estorcermi nemmeno un caffè».
Antonio Amata Nocifora, 36 anni
imprenditore di SantʼAgata di
Militello, è un uomo che non
conosce mezze misure. Nella vita e
nel lavoro. Ne sanno qualcosa
coloro che negli ultimi anni hanno
tentato di ottenere denaro in cambio
di protezione nei cantieri edili messi
su dallʼimpresa di Amata. Come gli
esponenti della ʼndrangheta
cosentina al primo giorno
dellʼapertura di un cantiere di
lavoro. Cosa hanno ricevuto in
cambio? Un paio di manette.
Nonostante lʼetà, infatti, grazie alle
sue denunce sono 15 gli estorsori
finiti in galera. Dal palermitano alla
Calabria, passando per i Nebrodi.
«Chi non denuncia i suoi estorsori
ha accettato di pagare il pizzo»,
taglia corto Amata che ha avuto il
coraggio di opporsi alle intimidazioni Antonio Amata Nocifora, 36 anni
in un territorio come quello
presto in Sicilia, il lavoro in terra calabrese
calabrese costipato dalla morsa
presenta molti rischi. La morsa del racket
dellʼomertà, facendo mettere in manette
stringe. «Puoi consegnare i soldi anche a
lʼesattore del racket, Simone Ferrise,
Messina». Oltre alla sua azienda
tempestivo e sbrigativo nel chiedere un
nellʼappalto per lavori di sistemazione delle
primo “fiorellino” di 6 mila euro. Lʼappalto
acque reflue sono coinvolte lʼimpresa
da un milione 428 mila euro per lavori di
messinese di Gioiosa Marea, “Malfitano” e
sistemazione di acque reflue nel territorio
la subappaltatrice cosentina “Idrogeno”
comunale di San Benedetto Ullano
(San Marco Argentano). Antonio Amata,
(Cosenza) faceva gola alle ʻndrine e
così, non ci pensa due volte e racconta
lʼemissario Simone Ferrise entra nel
tutto al capitano Luigi Miele della
cantiere appena aperto della ditta “Amata
compagnia carabiniere di Rende,
Costruzione” (srl di contrada Pirato –
innescando lʼazione dʼintelligence dei
SantʼAgata di Militello), intima al geometra
detective in divisa nera del Norm e che
presente nel box-uffici di seguirlo nella
intrappola lʼambasciatore della ʻdrina.
sua casa per un convincente sopralluogo
Amata al Cine teatro Aurora, nella sua città,
ambientale. Ritornato in cantiere il
ha ricevuto il premio di testimone della
geometra incontra gli operai ed insieme
Legalità. Ad Amantea, in Calabria, durante
informano lʼimprenditore Antonio Amata
la manifestazione organizzata dalla Fai
della loro intenzione di rientrare al più
(Federazione delle associazioni antiracket
ed antiusura italiana) il giovane
imprenditore siciliano sarà ospite dʼonore,
pietra angolare nella lotta a boss e picciotti
del pizzo. Antonio Amata, una gavetta
iniziata a sette anni con il padre Vincenzo,
non vuole passare per un eroe solitario,
non cerca le medaglie assegnate postume
a Libero Grasso, ma reclama per chi ha il
coraggio di denunciare tutti i volti delle
mafie e delle ʻndranghete, sgravi fiscali e
tutela legale per le imprese autonome e
solidarietà dalle istituzioni. Sa di avere
puntate addosso oltre 15 pistole con
pallottole in canna, tante quanto sono gli
uomini del pizzo che ha denunciato in più
vicende, non mettendo nel conto i
malviventi associati finiti in manette per
effetto domino. «Oggi lo Stato soffoca le
imprese di tasse, soldi in cassa le imprese
non ne hanno più, il pizzo non può essere
onorato, e gli imprenditori chiamati dagli
estorsori - carne da macello- cominciano a
ribellarsi», punta lʼosservatorio sul
fenomeno in evoluzione del rapporto tra le
cosche malavitose , le loro vittime e la
presenza dei rappresentanti legali dello
Stato. Da tre anni, vicepresidente dellʼAcis
(associazione antiracket di SantʼAgata),
Antonio Amata assistito dalla fidanzata
avvocato Stefania, con il suo esempio non
arretra di un passo con nella lotta di
resistenza civile e difesa della legalità per
sconfiggere chi impone ordini minacciando
la sicurezza di ogni cittadino. Riservato
nel fare beneficienza a chi soffre per
lʼindigenza o è dignitoso nella povertà,
lʼimprenditore santagatese non vuole
apparire come Robin Hood della legalità
perché le sue convinzioni nel rapporto con
il mondo del lavoro ed il rispetto delle
istituzioni nascono da quando ancora
bambino ignoti incendiari bruciano la
macchina di famiglia, la 127 Fiat
parcheggiata sottocasa, in contrada
Salaraona. Per essere meglio sorvegliata
dai carabinieri la famiglia del costruttore
Vincenzo Amata Nocifora (ha realizzato
lʼospedale, il palazzetto sport Auxlium, ed
altre importanti opere pubbliche della città)
uno dei primi a denunciare i malaffare di
tangentopoli, è costretta a risiedere in città,
in pieno centro storico in via Campidoglio,
ed il piccolo Antonio con il fratello Calogero
e la mamma Maria hanno dovuto lasciare
la casetta di campagna per andare ad
abitare presso parenti a Pordenone. A 12
anni lʼintraprendente Antonio rientrato in
Sicilia costituisce la società insieme al
fratello, ed a 14 anni mette in assetto
lʼimpresa individuale “Amata Costruzioni
srl”. Il primo grosso lavoro, con appalto di
5 miliardi di lire nella laguna di Venezia,
dove conosce la delinquenza slovena che
lo danneggia in attrezzature di cantiere.
Poi conosce il volto della mafia locale. Ad
Alcara Li Fusi non accetta i subappalti da
ritorsione. A Rocca Caprileone reagisce
alla intimidazione dei un grosso Caterpillar
bruciato e costruisce il ponte sul torrente
della città comprando altri automezzi
nuovi. A Licata rifiuta di pagare 70 mila
euro di fatture gonfiate presentate da ditte
e fornitori della mafia. A Termine Imerese,
come in uno spettacolare film dʼazione
poliziesco, nelle strade della zona
industriale, partecipa allʼoperazione con i
carabinieri mimetizzatisi ed il successivo
soccorso dellʼelicottero dei “rambo”,
contribuendo alla cattura dellʼestorsore
che a chiusura del cantiere di lavoro aveva
chiesto il pizzo di 50 mila euro.
ZOOM
Acis, tutti pazzi per Antonio
A manifestare solidarietà al collega
l’associazione dei commercianti
SANTʼAGATA MILITELLO. Nella sede dellʼAcis (Associazione commercianti imprenditori santagatesi) in
via Giotto, tutti i componenti del coordinamento provinciale Fai (Federazione delle associazioni antiracket ed
antiusura italiana) insieme al presidente nazionale Giuseppe Scandurra hanno voluto manifestare la solidarietà e la testimonianza al giovane imprenditore Antonio
Amata, ribellatosi agli estorsori in Calabria. Insieme al
coordinatore provinciale provinciale Biagio Indriolo erano presenti Nino Raimondi, Sergio Sidoti, Giuseppe Fo-
pagina 19
ti, Giuseppe Notaristefano, Francesco Arcadi, Sofia Capizzi, Felice Di Natale,Salvatore Barresi,Enzo Mammana, Carmelo Ioppolo, Giuseppe Foti, presidente dellʼAcis ha elogiato lʼoperato del vice presidente Antonio
Amata, esprimendogli la completa vicinanza dellʼassociazione antiracket santagatese: “Saremo tutti al suo
fianco in qualunque momento e con ogni mezzo di cui
disponiamo perché il sue esempio deve servire da sprone e dʼesempio per tutti quegli imprenditori, che ancora
oggi vedono fiaccata e svilita la propria dignità di lavoratori e di cittadini onesti». Già nel 1993, poco dopo la
nascita dellʼAcis, Biagio Amata, padre dellʼimprenditore, aveva intrapreso la strada della legalità denunciando le richieste di pizzo subite e decidendo quindi di non
arrendersi alla malavita. Il figlio, avendo preso la guida
della ditta edile di famiglia, ha continuato sulla strada
tracciata dal padre si è sempre ribellato agli episodi
estorsivi di cui è stato vittima. (N.D)
Sicilia
22 MARZO 2013
centonove
Accanto,
le due formelle
che verranno
collocate
nella via dedicata
a Peppino Impastato
nel rione Case
Gialle, ora intitolato
a Santo Annibale
di Francia,
il prossimo 23
marzo.
Una terza
formella troverà
invece posto
a Forte Petrazza
con una cerimonia,
fissata
per il 12 aprile
MESSINA. A Bordonaro, due formelle raffiguranti il giornalista ucciso dalla mafia
Impastato ad... arte
Realizzate dall’artista Gaetano Mammano, saranno collocate il 23 marzo nella via dedicata
all’eroe dei “Cento passi”. Chiudendo le celebrazioni del “Giorno della memoria”
MESSINA. Non solo lʼappuntamento
canonico organizzato da “Libera” per la
“Giornata della Memoria e dellʼimpegno
in ricordo delle vittime innocenti delle
mafie”, ma anche un simbolo della lotta
alla criminalità organizzata che si traduce
in unʼopera dʼarte offerta alla città. A
Messina, infatti, archiviato
lʼappuntamento di giovedì 21 di fronte al
Tribunale, dove, nellʼambito dellʼiniziativa
“Semi di giustizia, fiori di responsabilità”,
sono stati scanditi i nomi delle oltre
ottocento vittime innocenti delle mafie ed
è stato letto un brano in ricordo del
sindacalista Placido Rizzotto, il 23 sarà
la volta dellʼiniziativa portata avanti
dallʼassociazione "Cantiere Sociale", che
ha deciso di ricordare la figura di
Peppino Impastato affidandosi a
Gaetano Mammano, un artista con un
rapporto passionale con la scultura che
ha deciso di impreziosire un quartiere
periferico della città realizzando due
formelle con il volto del giornalista di
Cinisi ucciso dalla mafia. Si tratta di due
opere in terracotta smaltata, per la cui
esecuzione lo scultore e orafo si è
pagina 20
affidato anche agli artisti Nino Bruneo e
Pippo Martino. La presentazione dei
bassorilievi alla stampa messinese si era
già svolta nella galleria Orientale Sicula,
in via Mario Giurba 27. “Committente” dei
due bassorilievi è il quotidiano online
messinese “Nuovo Soldo”. Diversi dei
suoi redattori, infatti, erano stati tra i
promotori dellʼintitolazione di una via del
centonove
Sicilia
22 MARZO 2013
A sinistra,
un disegno
preparatorio
per le formelle
dedicate
a Peppino Impastato.
Accanto,
Gaetano Mammano
a lavoro sulle formelle.
Artista a tutto tondo,
scultore di rara forza
espressiva
e di consumata perizia.
Un orafo di vulcanica
inventiva e raffinata
esecuzione,
Mammano, in cui
si sommano
e si combinano
la memoria storica
degli antichi artefici
e le provocazioni
dellʼarte
contemporanea,
in un insieme
che dopo essere stato
amalgamato
e reinterpretato
viene restituito in una
creazione originale,
mai riproposizione
piatta di antiche
realizzazioni
quartiere “Case gialle” di Bordonaro
proprio a Peppino Impastato. Il drappo
delle due lapidi, dedicate al “martire della
mafia e onore della Sicilia”, fu tirato giù
dal presidente della Commissione
parlamentare antimafia il 26 maggio di
qualche anno fa. Erano presenti il
sindaco, il prefetto, il questore, alti
ufficiali dei carabinieri e della Guardia di
finanza, il parroco e i suoi coadiutori
rogazionisti. In quella stessa occasione
partì la petizione per intitolare lʼintero
quartiere a SantʼAnnibale Maria di
Francia, che successivamente è stata
portata a compimento. Ma, nelle lapidi,
lʼeffigie di Peppino Impastato era rimasta
provvisoria. Il 23, finalmente, saranno
collocate le due formelle e la redazione
del quotidiano online, in stretta
collaborazione con il presidio messinese
di Libera, ha organizzato la cerimonia,
punto finale di un percorso partecipato di
consapevolezza, di legalità e di impegno
antimafia. Lʼitinerario condiviso vedrà
coinvolte diverse realtà del quartiere,
scuole, parrocchie e i Centri di
Aggregazione Giovanile del Comune.
pagina 21
Una terza formella, donata sempre
dallʼartista, sarà collocata il 12 aprile al
Parco di Forte Petrazza, nei locali che
ospitano diverse realtà che operano da
anni nel sociale come Fondazione di
Comunità, Ecosmed, Consorzio Sole e,
fino a qualche tempo fa, Radio Street.
CHI È MAMMANO. Alla nobile tradizione
dei maestri orafi messinesi, che erano
spesso anche pittori, incisori, scultori,
cesellatori e qualche volta anche
architetti, si inscrive sicuramente
Mammano, artista a tutto tondo, scultore
di rara forza espressiva e di consumata
perizia. “Un orafo di vulcanica inventiva e
raffinata esecuzione, in cui si sommano e
si combinano la memoria storica degli
antichi artefici e le provocazioni dellʼarte
contemporanea, in un insieme che dopo
essere stato amalgamato e reinterpretato
ci viene restituito in una creazione
originale, mai riproposizione piatta di
antiche realizzazioni e mai stanca
ripetizione di lavori precedenti da lui
stesso eseguiti. Lʼattrazione per i miti
mediterranei e le tradizioni storiche,
mescolata in una geniale intuizione
artistica, rendono le realizzazioni di
Mammano opere ricche di un fascino
senza tempo che sfidano
temerariamente le produzioni
standardizzate di molta produzione orafa
contemporanea. E nella scultura
affondano le tracce più profonde della
sua creatività che si concretizzano
nellʼuso dellʼantica tecnica della cera
persa sia quando egli si cimenta con
materiali come la terracotta o il bronzo
sia quando, più frequentemente, modella
le cere per la realizzazione dei suoi
gioielli”. (da G. Martino, “Le mani, la
mente, il cuore. Mammano”).
Sicilia
22 MARZO 2013
pagina 22
centonove
centonove
Sicilia
22 MARZO 2013
LETOJANNI. Scoperto per caso da Dolce & Gabbana è protagonista di una campagna internazionale
Rosario, u modellu
Il volto dello studente universitario appare nei cartelloni pubblicitari di tutto il mondo
con top model come Monica Bellucci e Bianca Balti. Ma non è l’unico siciliano
DI ENRICO SCANDURRA
LETOJANNI. Da allenatore di
giovani leve calcistiche di
Taormina a modello per una
griffe internazionale. La storia di
Rosario Lo Monaco, classe
1990, è proprio questa. Nel giro
di pochi mesi è diventato uno dei
ragazzi più invidiati dʼItalia.
Letojannese purosangue è come
se non fosse accaduto nulla da
quando, nel giugno del 2012,
fece il primo provino proprio
come modello per una sfilata
indetta da Dolce&Gabbana,
niente poʼ poʼ di meno che a
Milano. Ma nonostante questa
nuova avventura sia già
cominciata da poco, da quel
momento non è cambiato nulla
nella vita di Rosario, Saro per gli
amici. Proprio questi ultimi lo
vedono ormai come un
“modello”…e che modello. Si,
perché nella sua assoluta
semplicità riesce, attraverso
quegli scatti fotografici, oramai
presenti assiduamente sulle
testate giornalistiche più
importanti dʼItalia, ad essere
amato da tutti, anche da chi non
è un appassionato di moda. Ma
comʼè iniziata la storia di Saro, e
soprattutto, chi è stato lʼartefice?
«Fu una mia parente, mia
madrina – confessa Rosario, 22
anni, studente universitario –
che agli inizi di giugno dello
scorso anno mi annunciò la lieta
notizia. Mi propose di
partecipare ad un evento di
Dolce&Gabbana. Si chiamava
“Mans Summer Fashion Show”,
che si sarebbe tenuto a Milano il
24 giugno». Dunque dopo le
prime selezioni allʼHotel Timeo di
Taormina, Rosario fu indicato e
Rosario Lo Monaco con Bianca Balti. In alto con Monica belllucci. Sotto con Dolce
promosso, assieme ad altri due
letojannesi, Marco Lo Monaco
famiglia normale, come tutte le altre. La
(suo cugino) ed Enzo Capizzi. I tre
madre, Cettina, è unʼinsegnante di
volarono a Milano assieme ad altri
Educazione fisica; il padre, Enzo,
conterranei, e, guarda caso, scelti nel
gestisce una palestra, proprio al centro di
“bacino taorminese”. «Arrivati a Milano,
dopo aver fatto conoscenza con Dolce, ci Letojanni. «I miei genitori mi hanno fatto
crescere a contatto con lo sport presentarono Gabbana – spiega ancora
sottolinea - È la mia vita. Tra lʼaltro mia
Rosario – Al Metropol, il loro locale,
madre giocò nella serie A di pallavolo,
soffiava unʼaria particolare. Davvero
nella stagione 1972-1973, proprio nella
stellare. Tutto era curato con la dovuta
squadra di Letojanni. Ma questa è
meticolosità. DʼAltronde eravamo a
unʼaltra storia».
Milano, la capitale italiana della moda».
Dopo la tre giorni a Milano, Rosario
Racconta Rosario, e parlando della sua
ritornò a Letojanni, tra gli occhi indiscreti
prima esperienza alla corte degli stilisti
della gente del posto che nel frattempo
più intrepidi e innovativi dʼItalia, ha un
aveva appreso dai giornali della sfilata
pensiero anche per loro. «Sono
milanese. «Le domande più frequenti dei
formidabili. Unici nel loro genere –
miei amici, ma anche degli adulti,
afferma – E poi sono molto alla mano.
riguardavano soprattutto le modelle –
Dai loro gesti si intravede la semplicità di
continua scherzando – Mi chiedevano se
chi si è fatto da sé, senza lʼaiuto di
fossero così belle come apparivano sulle
nessuno. Loro vengono dalla gavetta.
riviste. Io rispondevo sempre dicendo
Proprio come me». E infatti la sua è una
pagina 23
che per me era stata una bellissima
esperienza, ma tutto sarebbe finito lì.
Non credevo che mi avrebbero
richiamato. E invece…». E invece a
ottobre ecco che lo studente -modello
venne chiamato per la seconda volta per
una campagna pubblicitaria, sempre
organizzata da Dolce&Gabbana per la
Primavera-Estate 2013. «Furono altri tre
giorni estenuanti, ma nello stesso tempo
indimenticabili – dice entusiasta – Le foto
scattate in quegli istanti sono adesso sui
cartelloni pubblicitari di tutto il mondo ci
sono le mie foto assieme ad altre
modelle ed attrici di livello internazionale,
come Monica Bellucci, Bianca Balti,
Bianca Brandolini e Kate King. È davvero
fantastico». Per la cronaca gli scatti
furono eseguiti nella location della baia di
Mazzarò, proprio in terra sicula. Dopo
circa tre mesi ci furono nuovi contatti,
sempre intensificati dalle continue
chiamate che arrivavano periodicamente
a casa Lo Monaco. Tra il gennaio e il
febbraio dellʼanno appena iniziato, Saro
venne riconfermato assieme ad Enzo
Capizzi. Nello stesso periodo i due
partirono per Milano con unʼaltra new
entry letojannese, Gabriele Cannavò, per
la campagna pubblicitaria invernale.
Esperienze, queste, che avrebbero
potuto far maturare in Rosario la
consapevolezza di voler sfondare nel
mondo dello spettacolo. E invece è
proprio lui a smentire categoricamente
ogni cosa, e a mettere un poʼ dʼordine.
«Le mie priorità? Prima di tutto la
famiglia, poi lo studio, gli amici e
successivamente il mondo dello
spettacolo, sempre se ci sarà spazio
anche per quello – conclude – Bisogna
stare con i piedi per terra, e lavorare
assiduamente giorno dopo giorno per
costruirsi il proprio futuro. Intanto mi
godo questi momenti che rimarranno per
sempre nella mia mente». Ha le idee
chiare Rosario, anzi chiarissime, in un
periodo come questo in cui le certezze
mancano quasi a tutti.
Qui Scuola
22 MARZO 2013
POESIA. I PROGETTI CULTURALI DEL MECENATE ANTONIO PRESTI IN UNA SFIDA CHE COINVOLGE CENTINAIA DI STUDENTI
L’offerta di Fiumara d’arte
MESSINA. Si chiamano "L'offerta
della Parola – La Grande Madre/
A ʻRanni Matri" e “La Bellezza
della Costituzione” i due progetti
culturali della Fondazione
Fiumara d'Arte anche questʼanno
donati ai comuni siciliani e che
coinvolgono bambini delle
elementari e ragazzi delle scuole
medie e dei licei. La sfida è
coinvolgere in un percorso di
crescita etica e civile i giovani
attraverso il linguaggio della
Poesia unica parola pura che nel
mondo contemporaneo si è
sottratta alla mercificazione e alla
sua speculazione. La Poesia è
pilastro portante anche del Rito
della Luce di Motta dʼAffermo dal
21 al 23 giugno, che torna
quest'anno alla sua quarta
edizione, nei giorni delle porte
solstiziali ai piedi della "Piramide
38° Parallelo" di Mauro Staccioli. I
ragazzi, insieme con i grandi
poeti, saranno protagonisti del
Rito della luce
Rito, metafora di un percorso di
rinascita, ponte lanciato verso il
sul tema de “La Grande Madre/A ʻRanni
futuro delle nuove generazioni. “Mai come
Matri”e su quello de “La Bellezza della
in questo momento- dice Antonio PrestiCostituzione”. Particolare rilievo si è inteso
credo che il mondo abbia bisogno di una
dare anche questʼanno alla produzione
luce rigeneratrice. Se penso poi che ogni
poetica in dialetto e allʼapprofondimento
nascita, viene definita come venire alla
della storia del dialetto siciliano in un
luce, spero che chi verrà alla Piramide
momento storico in cui è diventata legge
possa attingere la forza per una rinascita
regionale lʼinserimento della materia nelle
interiore”. Nei progetti sono coinvolti alcuni
scuole di ogni ordine e grado. “Antonio
dei più importanti nomi della poesia
Presti con i suoi progetti disegna
contemporanea, nazionale ed
unʼimmagine di territorio ridando dignità,
internazionale: Antonella Anedda, Franco
Arminio, Maria Attanasio, Angela Bonanno, identità e prospettiva di crescita culturale,
sociale ed economica ad una collettività
Mariangela Gualtieri, Biagio Guerrera,
smarrita” dichiara il Sindaco di Motta
Jaroslaw Mikolajewski, che incontreranno
dʼAffermo, Nunzio Marinaro“ il
gli studenti nelle scuole alternandosi nei
coinvolgimento dei giovani è un altro
mesi di marzo e aprile. La Fondazione
“dono” , unʼintuizione altamente meritoria
Fiumara d'Arte di Antonio Presti da mesi
perché attraverso lʼeducazione si prepara
lavora nel Parco delle Madonie e i comuni
lʼuomo di domani.” Il percorso didattico
del Parco di Fiumara d'Arte (Castel di
sarà riproposto ogni anno per segnare una
Lucio, Castel di Tusa, Mistretta, Motta
generazione "altra" e per questo le scuole,
d'Affermo , Pettineo, Santo Stefano di
riconoscendone lʼeccezionale valore,
Camastra, Reitano, Tusa). Gli studenti,
hanno già creato una rete a sostegno del
preparati dai docenti all'incontro con i poeti
progetto che unisce idealmente, sotto una
attraverso lo studio e l'approfondimento
stessa “bandiera” di impegno etico e civile,
delle opere e della loro storia, sono stati
i due territori del Parco dei Nebrodi e del
invitati anche a comporre versi in dialetto
I POETI
NELLE SCUOLE
G 22 MARZO - Ore 9
Biagio Guerrera
allʼIstituto
comprensivo di Tusa
Angela Bonanno alla
scuola elementare S.
Stefano di Camastra
e Mariangela Gualtieri
allʼITT e ITA Caronia
a S. Stefano di
Camastra
G Ore 11 - Angela
Bonanno alla scuola
elementare e media di
Castel di Tusa; Biagio
Guerrera allʼIstituto
Artigianelli- Engim
Cefalù
G Ore 15 Cefalù Guerrera incontra i
docenti delle scuole
presso il Liceo
Artistico di Cefalù
G 23 MARZO
Ore 9 Cefalù Gualtieri al Liceo
“Mandralisca”;
Biagio Guerrera
allʼITCG “Jacopo Del
Duca”; Bonanno
allʼIstituto “Botta”
G Ore 11 Mariangela
Gualtieri al Liceo
artistico “Bianca
Amato” e Biagio
Guerrera allʼIPSOA
centonove
Parco delle Madonie. Antonio Presti,
presidente della Fondazione Fiumara
dʼArte dice : “Questo è il più grande dono
fatto al territorio e soprattutto ai giovani che
dovranno esserne custodi e strenui
difensori, dare loro lʼopportunità di fare
cultura attiva , attraverso il confronto diretto
con i più grandi poeti contemporanei “ e
aggiunge “donare alle scuole occasioni di
didattica di eccellenza con progetti che si
calano e arricchiscono i programmi
didattici, avvicinare la poesia e la figura
del poeta alla vita e alla sensibilità dei
giovani che saranno la società del domani,
significa creare una generazione nuova e
libera di cittadini illuminati... il mondo di oggi
e ancor di più quello di domani ha bisogno
di nutrirsi di Poesia”. Il mese di marzo
vedrà il via del Grand Tour della Poesia. Gli
incontri con i poeti proseguiranno ad aprile
e si concluderanno in giugno con il Rito
della Luce della Piramide 38° Parallello a
Motta DʼAffermo. La presenza dei grandi
poeti nelle scuole sarà anche occasione di
crescita della comunità civile. Biagio
Guerrera, direttore artistico del progetto:
“Penso alla poesia come pratica etica e
conoscitiva, come pane che ci nutre, come
modo di guardare al mondo, di aprirsi alla
vita per lasciarsi sorprendere e
attraversare. Eʼ "questa intelligenza del
cuore" che vogliamo trasmettere ai giovani
delle scuole che incontreremo nel territorio
e nelle letture pubbliche a Pettineo e
Cefalù”.
APPUNTAMENTI
Reading a Pettineo e Cefalù
I POETI SARANNO protagonisti di Reading pomeridiani, in luoghi particolarmente
suggestivi del territorio, aperti alla cittadinanza, alle associazioni e a tutti coloro
vi vorranno partecipare. Si comincia con Pettineo che venerdì 22 marzo presso il
Centro Servizi, Area artigianale, ospiterà il primo dei due Reading previsti e si proseguirà sabato 23 marzo a Cefalù. Nel centro arabo-normanno arriveranno importanti poeti nazionali e internazionali che incontreranno i ragazzi nelle scuole,
nel pomeriggio i docenti e in serata la cittadinanza. Poeti nazionali, poeti locali e
ragazzi che hanno scritto poesia si ritroveranno presso uno dei luoghi più suggestivi del centro storico di Cefalù, la Chiesa di Santo Stefano , e daranno vita ad
un intenso momento di ascolto e rigenerazione attraverso il verso e la musica.
“Se il racconto è memoria viva, lo è ancor di più la poesia - dice il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina - che affonda le sue radici nellʼanima, dandone una lettura sacralizzata nel tempo e nello spazio”. Il progetto questʼanno vede gli studenti impegnati anche nella realizzazione di bandiere-quadro ispirate sia al tema de
“La Grande Madre” che a quello de “La Bellezza della Costituzione” che verranno donate durante due grandi manifestazioni a maggio, allʼOspedale San Raffaele-Giglio di Cefalù a sostegno della lotta contro la chiusura del Punto nascite,
e allʼOspedale Ss Salvatore e al Tribunale di Mistretta contro la chiusura di questi due importanti presidi dello Stato sul territorio.
ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith
Scatti d’anzianità e mobilità
DOPO LUNGA ATTESA, nella giornata del 13 marzo
sono maturati due eventi significativi e importanti per il
personale della scuola: la sottoscrizione dellʼintesa che
riconosce a tutto il personale lʼanno 2011 ai fini
dellʼanzianità, con il pagamento dello scatto a coloro
che hanno maturato lʼanzianità di servizio - compresi
gli arretrati - e la pubblicazione dellʼordinanza
ministeriale della mobilità per lʼa.s. 2013-2014.
Lʼintesa degli scatti di servizio,
sottoscritta dalla Cisl, Uil, Snals e Gilda e non anche
dalla Cgil, chiude una vertenza iniziata ai primi di
dicembre del 2011 e che, dopo proteste, stati di
agitazione e scioperi, ha portato alla firma allʼAran
dellʼipotesi dʼaccordo il 12 dicembre 2012. Il
pagamento degli scatti dʼanzianità
dovrebbe avvenire con lo stipendio di
aprile.
I fondi necessari sono stati reperiti con
risparmi operati sul fondo per il
miglioramento dellʼofferta formativa (Mof),
soluzione non condivisa dalla Flc Cgil perché ritiene
iniquo lo scambio fra Mof e scatti d'anzianità.
La diffusione delle disposizioni sulla mobilità è arrivata
con un ritardo record che traspare con evidenza dalle
scadenze fissate per la presentazione delle domande:
il personale docente ed educativo ha tempo fino al 9
aprile, mentre il personale Ata ha a disposizione il
periodo dal 13 maggio al – termine ultimo – 11 giugno
2013. Può presentare la domanda: il personale
docente, educativo e Ata neo immesso in ruolo per
ottenere la sede definitiva; il personale interessato alla
mobilità volontaria, per ottenere una scuola di titolarità
pagina 24
diversa, nello stesso comune, in comune diverso della
stessa o di altra provincia; coloro che hanno perso la
sede di titolarità a seguito di accettazione di incarichi a
tempo determinato per più di tre anni, per ottenere una
nuova scuola si titolarità; gli interessati alla mobilità
professionale per il passaggio da una classe di
concorso ad unʼaltra, anche di diverso ruolo, oppure da
uno ad altro profilo per il personale Ata.
Eʼ inoltre interessato alla procedura di mobilità il
personale individuato soprannumerario nella scuola di
titolarità, per riduzione dellʼorganico. Le domande di
mobilità territoriale e professionale del personale
docente e Ata vanno presentate esclusivamente con la
procedura on line, preceduta, per chi non lʼavesse già
fatto, dalla registrazione. Solamente per il personale
educativo e per i docenti di religione cattolica, per i
quali sarà pubblicata apposita ordinanza, rimane la
tradizionale procedura cartacea.
Economia
22 MARZO 2013
centonove
STATISTICHE. Lo studio dell’Istat sulle esportazioni delle aziende regionali all’estero
Esportazioni double face
Oltre il 70% delle merci vendute provengono dai petrolchimici. Gli analisti raccontano una Sicilia
poco internazionalizzata e schiava dell’Oro Nero. Le ombre sul settore dell’agroalimentare
MR SVIMEZ. Adriano Giannola
DI ARMANDO MONTALTO
PALERMO. Enogastronomia, cultura,
green economy e terziario avanzato. In
Sicilia il dibattito politico-culturale, da più di
un decennio, è centrato su nuovi modelli di
sviluppo. Ma la realtà fotografata dallʼIstat,
invece, mostra unʼeconomia regionale
trascinata dalle ciminiere. Nel 2012 la
regione ha segnato un aumento nellʼexport
del 21,2%. E il macrosettore dei prodotti
raffinati nellʼisola ha segnato un aumento
del 26,1%. Lʼultimo report dellʼIstat sulle
esportazioni, inoltre, spiega che «tra le
province con il più elevato contributo alla
crescita dellʼexport nazionale, la più
dinamica sui mercati internazionali è stata
Siracusa». Sede dei più importanti
stabilimenti petrolchimici italiani, che
segna per il 2012 un aumento del 23,3%.
Insomma, lʼexport siciliano ha una forte
dipendenza dallʼoro nero che in termini
assoluti, secondo i dati elaborati dallʼIce,
vale quasi 17miliardi di euro. Contro i
341milioni dei Prodotti di colture
permanenti, o i 260milioni di Prodotti di
colture agricole non permanenti.
Agroalimentare. I valori delle tipicità
dellʼenogastronomia, mostrano valori
differenti, alcuni settori sono in
espansione, mentre altri segnano una
profonda crisi. E così i dati Istat raccontano
una crisi delle esportazioni per frutta e
ortaggi lavorati, che valgono nel 2012
quasi 18milioni di euro. Segnando una
contrazione del 22,6%. Lʼexport del vino
segna, invece, un aumento del 2,6% pari a
99milioni di euro e il settore oleario esporta
per 36milioni di euro,con un aumento del
23,4% sul 2011. Restano comunque dati
infinitesimali paragonati ai miliardi di euro
del settore petrolifero. Lʼagroalimentare,
così mostra livelli dʼinternazionalizzazione
per le imprese siciliane ancora molto
bassi, che incidono in maniera minima
sulla bilancia commerciale isolana.
Dove? Nellʼimmaginario collettivo i prodotti
siciliani sono molto apprezzati in tutto il
mondo, si pensa spesso alle comunità
isolane sparpagliate nei quattro angoli del
pianeta avide di pasta, vino e torroni. I dati
elaborati dallʼIce, invece, raccontano
unʼaltra realtà. La Turchia, seguita dagli
Stati Uniti e dalla Francia sono, in termini
assoluti, i primi mercati di destinazione dei
prodotti made in Sicily. Se ci limitiamo però
ai prodotti della tavola le cose cambiano e
troviamo così ai primi posti la Germania
dove arrivano 288milioni di euro di prodotti
alimentari seguita dalla Francia 278, Stati
Uniti 120, Regno Unito 89 e la Svizzera 74.
Il comparto, così, in termini assoluti vale
poco più di un miliardo e mezzo di euro.
Olio nero di Sicilia. Le cifre diventano,
invece, iperboliche se si analizzano i dati
dellʼinterscambio dei prodotti petroliferi.
Così in Turchia si è esportato nel 2012 per
2miliardi e 305milioni di euro, in Slovenia si
è superato il miliardo di export, come negli
Stati Uniti (1.708milioni) e in Libia (1.165).
Allarme Svimez. Insomma le esportazioni
siciliane hanno un unico grande settore
trainante che per volumi rappresenta il
70% dellʼexport. Su questi temi è
intervenuto il presidente della Svimez
Adriano Giannola. «Siamo ormai nella
paranoia delle riforme strutturali, che si
invocano per perpetuare un modello fallito
- interveniva a margine di un convegno
qualche giorno fa il presidente Svimez».
Aggiungendo ancora che : «il rischio di
desertificazione industriale è figlio della
crisi delle attuali politiche di austerità e ha
le sue ragioni lontane nelle scelte fatte
negli anni 70, quando ci si è concentrati
esclusivamente sul modello dei distretti,
modello importante ma che da solo non
può sostenere sui mercati mondiali un
paese di 60milioni di abitanti. Mentre,
continua Giannola, occorre diversificare.
Le riforme italiane degli anni 50 e 60 erano
effettivamente strumenti, nel senso che
hanno avuto capacità di intervenire
nellʼeconomia come fanno anche oggi
Gran Bretagna e Francia con risorse
pubbliche. Da noi oggi è da segnalare con
favore questa esigenza di interventi
APPROFONDIMENTI
Previsioni di Res
Leggero aumento dell’export per il 2013
PALERMO. Unʼattenta analisi della congiuntura economica siciliana è offerta dal Res, fondazione promossa e sostenuta da
UnicreditGroup e dalla Fondazione Sicilia. Nellʼultimo report sulla congiuntura economica siciliana, riguardo i flussi economici
con lʼestero, lʼIstituto spiega che: «A fronte di una più moderata
crescita dellʼimport, dovuta anche alla debolezza della domanda interna, le esportazioni si confermano ancora in crescita nel
comparto manifatturiero, con ritmi più dinamici rispetto agli anni
precedenti». Aggiunge la nota del centro di ricerca che: «le
esportazioni dirette della Sicilia registrano in complesso una crescita del 16,8%, che ha riguardato in particolare lʼindustria manifatturiera; fanno eccezione i prodotti dellʼagricoltura e le esportazioni del settore estrattivo, che mostrano un ridimensiona-
mento rispetto ai trimestri precedenti. Le esportazioni non oil risultano complessivamente in crescita (+6,8%), passando da
2.226 milioni a 2.377 milioni di euro, mentre i flussi di import registrano un calo del 9,7%, imputabile al riduzione delle importazioni agricole e di molti comparti industriali». Lʼanalisi aggiunge,
inoltre, che: «a fronte di una diminuzione dei prodotti agricoli in
uscita (-12,4%), i prodotti della trasformazione alimentare hanno registrato una sostanziale tenuta (+1,4%); tra gli altri prodotti della trasformazione industriale va evidenziata la positiva
performance dellʼelettronica, di apparecchi elettrici, elettromeccanica e meccanica. In ripresa rispetto al semestre precedente
il comparto farmaceutico (+71,6%), mentre una leggera flessione interessa i prodotti della chimica (-9%). La raffinazione petrolifera, che rappresenta oltre il 70% dellʼexport regionale, ha
mostrato in valore una crescita del 20%». E conclude che «le
previsioni per il 2013 scontano una sostanziale conferma delle
positive tendenze in atto, con una stabilizzazione dei flussi e una
nuova crescita nel biennio successivo».
pagina 25
strategici di politica industriale proprio da
parte di Confindustria, giustamente
preoccupata per le prospettive di
desertificazione industriale».
Internazionalizzazione. Il IV Rapporto
della Fondazione Res (Istituto di Ricerca
su Economia e Società in Sicilia)
sullʼinternazionalizzazione, presentato a
dicembre 2012, metteva già in luce la
dipendenza dal settore petrolchimico. «Il
contesto generale restituisce un livello
assai modesto di internazionalizzazione: in
effetti, se si guarda alle tendenze di lungo
periodo, emerge una persistente
debolezza delle esportazioni siciliane sul
totale nazionale: la quota delle
esportazioni siciliane sul totale nazionale è
bassa e statica. Questa debolezza risulta
ancora più marcata se si considera la forte
e crescente prevalenza della componente
rappresentata dai prodotti petroliferi che
attualmente incide per oltre il 70% delle
esportazioni siciliane. Inoltre, è altrettanto
modesto il grado di apertura
internazionale, con poche imprese che
esportano e ancor meno imprese che
possono vantare rapporti produttivi con
lʼestero. Se si guarda, in particolare, alla
percentuale delle imprese esportatrici sul
totale delle imprese attive, la Sicilia si
colloca nettamente nella retroguardia delle
graduatorie nazionali con solo lʼ1,6% di
imprese esportatrici, rispetto al 2,7 del
Mezzogiorno e al 6,9 del Centro-Nord.
Altrettanto concentrati sono i mercati di
sbocco delle esportazioni siciliane che
vedono una chiara prevalenza dellʼUnione
Europea che nel 2011 ha assorbito circa il
75% delle esportazioni non oil, mentre lievi
progressi si registrano esclusivamente per
alcuni mercati della sponda sud del
Mediterraneo e per la Cina». Dalle parole
di Giannola e dallo stusdio dal Res si
evince, insomma, una difficoltà per lo
sviluppo economico se lʼexport resterà
basato su unʼunico settore. E così
lʼindustria siciliana, ampiamente legata
allʼoro nero, appare un modello da
rinnovare se si vuole uscire dalla crisi.
Economia
22 MARZO 2013
MESSINA. Il tribunale sentenzia: titolarità delle aree all’Autorità portuale
Guerra per la Falce
Sconfessato il Cga, che nel 2010 le aveva assegnate all’Ente porto. Pronto il ricorso,
ma all’Ars due deputati del Pd preparano il “de profundis” per il punto franco. Ecco come
DI ALESSIO
CASPANELLO
MESSINA. La sentenza è stata accolta
come “epocale”: tutte le aree della zona
falcata di Messina rientrano sotto la
giurisdizione dellʼAutorità portuale
perchè demanio marittimo. A stabilirlo è
una sentenza del tribunale civile di
Messina, che ribalta di nuovo quello che
il Consiglio di giustizia amministrativa,
supremo organo amministrativo della
regione Sicilia, aveva deciso nel 2011.
E cioè che le aree fossero di pertinenza
dellʼEnte porto. la controversia, nel
giudizio civile, ha visto schierati da un
lato lʼAuthority ed il ministero delle
Finanze, contro Ente Porto e Regione
Siciliana, in merito ad un procedimento
avviato anni orsono dal comune di
Messina sullʼoccupazione di aree
demaniali. Partita chiusa, quindi?
Nientʼaffatto.
IL SECONDO TEMPO. Tra i soggetti
che potrebbero proporre appello
avverso alla sentenza di primo grado cʼè
intanto lʼEnte Porto (attualmente
commissariato con a capo il dirigente
della Protezione civile regionale Bruno
Manfrè, dopo una lunghissima
presidenza di Rosario Madaudo), che
non avendo più alcuna giurisdizione
sulle aree della falce sarebbe
impossibilitato a portare a termine, con
tutta la calma del caso, il compito per il
quale fu costituito nel lontanissimo
1954: la gestione del Punto Franco. Poi
ci sarebbe anche la Regione Siciliana,
in virtù di quanto prescrive lʼarticolo 32
dello Statuto: e cioè che “i beni del
Filippo Panarello
centonove
demanio dello Stato, comprese le acque
pubbliche esistenti nella Regione, sono
assegnate alla stessa, eccetto quelli
che interessino la difesa dello Stato o i
servizi di carattere nazionale”. Anche
perchè Il Governo Nazionale, con il
Decreto legislativo n. 179 del
01/12/2009, ha incluso la legge istitutiva
del Punto Franco di Messina tra le
norme, la cui permanenza in vigore è
ritenuta indispensabile, e subito dopo è
arrivato il decreto del 2011 col quale il
presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha inserito la legge istitutiva
dei punti franchi tra quelle “non
abrogabili”. Chi non sembra essere
dello stesso avviso, invece, è il
governatore della Regione Rosario
Crocetta.
QUEL PUNTO NON SʼHA DA FARE.
Subito dopo la sentenza è arrivata la
mozione presentata allʼArs dai deputati
messinesi del Pd Filippo Panarello e
Pippo Laccoto, e Marcello Greco
(Democratici Riformisti per la Sicilia),
col supporto del presidente della
Commissione attività produttive Bruno
Marziano, democratico anchʼegli, con la
quale si chiede la “soppressione
immediata dellʼEnte autonomo regionale
portuale”. Lʼoccasione che Crocetta
attendeva da tempo: il presidente della
regione, infatti, sembra più che
propenso a mettere la parola fine alla
lunga ed inconcludente avventura
dellʼente porto. Dello stesso avviso è
anche lʼassessore provinciale alla
Pianificazione territoriale Michele
Bisignano, che proprio a Crocetta ha
scritto, sollecitandolo a firmare il
decreto che metterebbe la pietra
tombale sullʼorganismo regionale.
Sullʼargomento è intervenuto anche il
Movimento Cristiano Lavoratori di
Messina, per bocca del presidente
Giuseppe Bottaro. “Da tempo il nostro
Movimento chiede la riqualificazione e il
riutilizzo delle aree non utilizzate, in
primis della Zona falcata. Siamo
convinti - continua - che rivendicarne la
restituzione sia un atto di responsabilità
che vogliamo assumerci davanti ai
cittadini e alle forze politiche. Il
necessario rilancio socio - economico di
Messina non può che essere collegato a
un nuovo modello di sviluppo basato su
investimenti privati che mettano
assieme il rispetto dellʼambiente e la
vivibilità della città”. Come?
“Sconfiggendo le lungaggini
burocratiche, le polemiche politiche, la
sovrapposizione di competenze”,
conclude la nota.
ZOOM
Il futuro? nelle mani dell’Authority
Si sblocca l’iter per il piano regolatore dell’area. All’esame della Regione
MESSINA. “Ancora non è arrivata alcuna impugnazione della sentenza, e non abbiamo sentore di eventuali richieste di appello. Ci incontreremo con il presidente Crocetta dopo Pasqua, e speriamo di trovare una soluzione definitiva”. Francesco Di Sarcina, segretario generale dellʼAutorità portuale, sul futuro non si sbilancia, ma sulla conclusione favorevole alle ragione dellʼente di cui è anche direttore tecnico è ottimista. E sul ventilato “conflitto di competenze” tra la sentenza del Cga e quella del tribunale civile risponde sicuro. “Il consiglio di
giustizia si è pronunciato sulla legittimità amministrativa di alcuni atti, mentre il tribunale civile sulla titolarità delle aree. Ed ha stabilito che appartengono all?Autorità portuale”. E adesso? Si attende che si sblocchino le procedure per il piano regolatore portuale. Nello specifico, si rimetteranno in moto le procedure per la Vas, la valutazione ambientale, oggi in capo
allʼassessorato regionale al territorio e non più di competenza ministeriale. E poi? “Poi speriamo che Crocetta firmi il decreto, e che si metta la parola fine”, conclude Di Sarcina. (A.C.)
pagina 26
centonove
Economia
22 MARZO 2013
MILAZZO. La Ram firma un protocollo in prefettura impegnandosi a verificare la condotta dei propri fornitori
Raffineria di legalità
La joint venture Eni - Kuwait nel 2012 ha speso 370 milioni di euro per servizi,
manutenzione e tutela ambientale. Oltre 700 le aziende che orbitano attorno all’azienda
Da sinistra Ivo Blandina, vice presidente di Confindustria Sicilia, il prefetto Stefano Trotta, l’Ad di Ram, Alessandro Gilotti
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Tolleranza zero contro
estorsioni e aziende in odor di mafia. La
Raffineria di Milazzo, raccogliendo
lʼinvito di Confindustria Sicilia, ha deciso
di dare un segnale forte in tema di
legalità firmando un protocollo dʼintesa
davanti al prefetto di Messina Stefano
Trotta con il quale si impegna a
rescindere il contratto con aziende
aggiudicatrici di appalti la cui informativa
antimafia, rilasciata dalla prefettura, non
dovesse risultare positiva, o con le
imprese che non dovessero denunciare
eventuali richieste estorsive.
Il colosso petrolifero, società paritetica
ra Eni e Kuwait, è una stazione
appaltante tra le più ricche. Settecento i
fornitori che hanno avuto rapporti con
lʼazienda negli ultimi anni. Nel 2012 sono
stati affidati 270 milioni di euro di lavori e
servizi (in particolare manutenzione
ordinaria e straordinaria degli impianti).
A cui si devono aggiungere 100 milioni di
euro di investimenti. Cifre che
dovrebbero essere riconfermate anche
questʼanno.
Il documento è stato sottoscritto alla
Prefettura peloritana dal prefetto
Stefano Trotta, dal vice presidente
regionale di Confindustria Ivo Blandina e
dall'Amministratore delegato di Ram
Alessandro Gilotti. Un'iniziativa
promossa dal Presidente di
Confindustria Sicilia, Antonello
Montante, che nel 2012 ha sottoscritto
con il Ministro dell'Interno, Annamaria
Cancellieri, un protocollo di Legalità il cui
ZOOM
Rubavano benzina, nel mirino 10 operai
MILAZZO. Tolleranza zero non sono negli appalti, ma anche nella dirittura morale
dei dipendenti. Su denuncia dei vertici della Raffineria di Milazzo la procura di Barcellona ha notificato lʼavviso di conclusione indagine a dieci dipendenti della Ram
coinvolti nell'indagine sul furto di benzina dagli impianti. Il sostituto procuratore di
Barcellona, Fabio Sozio, ha concluso le indagini preliminari, delegate alla Guardia
di finanza mamertina. Il pm ipotizza il reato di furto, con le diverse ipotesi aggravanti, di prodotti petroliferi già raffinati e per i quali tra l' altro non sono state pagate le accise alle casse dello Stato. Si trattava quasi sempre di furti di piccoli quantitativi per volta, taniche di benzina da 10 litri prelevati da singoli dipendenti della
Ram. Tanta benzina quanto bastava per rabboccare il serbatoio della propria auto
e di quella dei propri familiari. L' inchiesta sui furti di carburante era stata avviata
dalla Procura di Barcellona a seguito di una denuncia circostanziata presentata dalla direzione aziendale della Raffineria.
scopo è quello di rafforzare le condizioni
di sicurezza e di legalità delle attività
economiche e contrastare le infiltrazioni
criminali. «Il Protocollo - spiega
Montante - è il frutto di una intensa
collaborazione tra il Ministero
dell'Interno e Confindustria e si indirizza
a tutte le aziende italiane che vogliono
aderire a principi di condotta rigorosi e
collaborare sul territorio con le autorità
pubbliche al fine di migliorare i controlli
sulle attività economiche e rendere le
imprese più competitive nel libero
mercato». Con la firma la Raffineria di
Milazzo si impegna a contrastare tutte le
forme di illegalità e a rescindere il
contratto con aziende aggiudicatrici di
appalti la cui informativa antimafia,
rilasciata dalla prefettura, dovesse
risultare positiva. La rescissione del
contratto è prevista anche nel caso in cui
le imprese non denuncino eventuali
richieste di estorsione. «Abbiamo aderito
con entusiasmo anche perchè gli
impegni che lo stesso protocollo
prevede - ha detto il presidente della
Ram Alessandro Gilotti - sono già inclusi
nel codice etico che la nostra società ha
scelto di darsi e sono presidiati da un
sistema codificato di valori e da un
insieme di policies che sotto forma di
procedure aziendali assicurano che tali
impegni vengano rispettati da tutti i
dipendenti della Ram, senza distinzione
alcuna. Mi riferisco in particolare alla
procedura di qualifica che Ram applica
ai fornitori sia di lavori che di beni e
servizi. Siamo inoltre fiduciosi che la
nostra scelta di oggi possa costituire
motivo di orgoglio per tutti gli abitanti del
territorio in cui operiamo».
LEGALMENT E
TRIBUNALE DI MESSINA
G.D. Dr. Ugo Scavuzzo
Rif. RF 14/08
INVITO AD OFFRIRE - INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA
MESSINA – Via Noviziato Casazza 99/a – Condominio “Pal. Cosenza” – LOTTO
1: Locale cantinato, facente parte di un maggior locale indiviso, scala B, p. S3, sup.
mq 45. Prezzo base Euro 18.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 2: Locale cantinato, facente parte di un maggior locale indiviso, scala B, p. S3, sup. mq
25. Prezzo base Euro 9.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 3: Locale cantinato con annesso wc, scala B, p. S3, sup. mq 104. Prezzo base Euro 40.000,00.
Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 4: Locale cantinato indiviso, facente parte di
un maggior locale indiviso, p. S3, sup. mq 104. Prezzo base Euro 32.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 5: Parcheggio esterno della sup. di mq 80, p.terra/quota strada, attiguo alla scala B. Prezzo base Euro 36.000,00. Rilancio minimo
Euro 500,00. Via San Cosimo angolo via Baglio - Condominio “LʼAquilone” - LOTTO 6: Spezzone di terreno, adibito a viabilità interna comune carrabile/parcheggio
esterno. Prezzo base Euro 21.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. LOTTO 7: Spezzone di terreno, adibito a parcheggio esterno/verde comune. Prezzo base Euro
10.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 7.06.2013 ore 12.15
presso il Tribunale. Offerte d'acquisto da depositare in Cancelleria entro le ore 12.00
del giorno antecedente la vendita, con assegno circolare N.T. intestato a "Trib. di
Messina - Curatela Fall. 14/08 R.G.F.", di importo pari al 10% del prezzo proposto.
Eventuale incanto 7.06.2013 ore 12.25. Curatore Dr. Dario Rossi tel. 090/47536.
Info sui siti www.asteannunci.it e www.tribunale.messina.it.
TRIBUNALE DI MESSINA
G.D. Dr. Ugo Scavuzzo
Rif. RF 31/09
INVITO AD OFFRIRE - INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA
MESSINA – Vill. Faro Superiore – Via Lecce 16 - LOTTO 1: Immobile p.terra adibito ad attività di parrucchiere, composto da 4 vani ed accessori, sup. tot. mq 72; doppio ingresso dalla via Lecce ed altro accesso dalla retrostante via Raimondi. Non è
compresa la quota del lastrico solare con locale di sgombero. Prezzo base Euro
48.000,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 17.05.2013 ore
12.20 presso il Tribunale. Offerte di acquisto da depositare in Cancelleria entro le ore
12 del giorno antecedente la vendita, con assegno circolare N.T. intestato a " Tribunale di Messina - Curatela fall. n. 31/2009 R.G.F." di importo pari al 10% del prezzo
proposto. Eventuale incanto 17.05.2013 ore 12.50. Curatore Avv. Fabio Petrantoni
tel. 090/714442. Info sui siti www.asteannunci.it e www.tribunale.messina.it.
pagina 27
Economia
22 MARZO 2013
PROTESTE SINDACI. Le richieste di Anci e Ance per uscire dalla crisi
«Un decreto per sboccare 9 miliardi»
SBLOCCO IMMEDIATO, con un
decreto di urgenza, di 9 miliardi
di euro di risorse dei Comuni già
disponibili ma bloccati dal patto di
stabilità interno (a cui si
dovrebbero aggiungere altri due
miliardi stimati dalle Province). E'
la richiesta principale che Anci
(Associazione Nazionale dei
Comini Italiani) e l'Ance
(Associazione Nazionale dei
Costruttori Edili) hanno
presentato all'opinione pubblica e
ai presidenti delle Camere
attraverso una manifestazione di
protesta che si è svolta a Roma.
La protesta degli amministratori
non è nuova, ma ha ripreso quota
con l'aggravarsi della crisi. I
Comuni, infatti, in seguito a
vincoli imposti dall'Europa, non
possono spendere soldi per gli
investimenti anche per risorse
che hanno già in cassa. L'Istat ha
rilevato che tra il 2007 e il 2011 si
conta una riduzione del 23 per
cento delle spese per
investimenti dei comuni.
Secondo l'Ance, l'associazione di
categoria dei costruttori,
ammontano a 13 miliardi di euro i
soldi accumulati nelle casse degli
enti locali e che non possono
essere spesi.
Anci e Ance chiedono poi il
centonove
NOMINE
CISL RAGUSA-SIRACUSA
Sanzaro segretario territoriale
RAGUSA. L' unificazione delle due province di
Siracusa e Ragusa da parte della Cisl si è completata con l' elezione di Paolo Sanzaro, primo
segretario territoriale. Sanzaro sarà affiancato
nel direttivo da Antonio Bruno, Giovanni Fracanzino, già segretario della Faidi Ragusa e Cettina Raniolo componente della segreteria del
Pubblico impiego di Ragusa.
PRESIDENZA AIGO
Eletta Silvia Margherita
SIRACUSA. La siracusana Silvia Margherita è
stata eletta nella presidenza regionale dell' Aigo, l'Associazione dei gestori per l' ospitalità
diffusa. L'organismo della Confesercenti è
stato rinnovato a Palermo.
PICCOLA INFUSTRIA
D’Agostino guida a Palermo
passaggio immediato dall'avanzo al
pareggio di bilancio, "adottando la
regola stabile - della 'goldenrule' che comporti l'equilibrio di parte
corrente e limite all'indebitamento, in
modo da consentire una equilibrata
politica di investimenti". L'immediata
disponibilità dei nove miliardi sostengono - impone di "adottare il
provvedimento senza attendere la
definitiva conclusione della trattativa
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Redditometro e privacy
A SEGUITO DEL RESTYLING del redditometro, dal vecchio strumento del 1992 a
quello previsto dal DL 78/2010, i Consulenti del Lavoro si sono impegnati nel fornire ai contribuenti onesti una guida pratica per una eventuale difesa dal suddetto strumento, cui si rimanda, ma in questa sede ci interessano gli aspetti legati alla privacy.
Il nuovo sistema di accertamento calcola il reddito del contribuente sulla base di tutti i dati in possesso dellʼAT (Anagrafe Tributaria), dati che oltre a quelli “classici” quali: spese sanitarie e di istruzione portate in detrazione, patrimonio immobiliare e mobiliare,possesso di utenze elettriche, pagamenti per assicurazioni e contributi , ecc…
Ricomprendono, a seguito del Dl 78/2012 e del
DM 24.12.12, anche lʼacquisizione dei movimenti finanziari e delle spese rilevanti (non inferiori a
€3.600) per via del c.d. spesometro, e soprattutto la “stima” della spesa corrente sulla base delle
statistiche Istat.
Proprio la determinazione della spesa corrente riveste la principale criticità del nuovo sistema, non
si riesce a ipotizzare come il contribuente possa
dimostrare di non aver speso quanto calcolato statisticamente dal fisco; come insegnano gli economisti per un consumatore (contribuente) le differenti scelte nel consumo si attestano su curve chiamate di indifferenza la cui altezza dipende dal reddito disponibile
(imponibile), in termini più comprensibili fermo restando il limite di reddito conseguito ciascuno può spendere )e in effetti spende) il proprio reddito a secondo delle
proprie scelte insindacabili di vita e di valori. Pretendere di “uniformare” il comportamento dei singoli ad uno standard sarebbe unʼindebita ingerenza del fisco nella
vita privata dei liberi cittadini ed quindi,una violazione dei loro diritti costituzionali .
Partendo da tali considerazioni il Tribunale di Napoli (sez. Pozzuoli 21/02/13) ha ritenuto il redditometro contrario alla disciplina in materia di trattamento dei dati personali (Privacy) ed ordinato allʼAgenzia Entrate di non iniziare, e se iniziata di cessare, la raccolta dati su un pensionato napoletano che aveva presentato apposito
ricorso, ordinando, altresì, la distruzione dei dati raccolti. LʼAgenzia Entrate ha annunciato ricorso in appello, ma cʼè da augurarsi che il nuovo redditometro venga
modificato al fine di garantire unʼefficace lotta allʼevasione senza sacrificare i diritti
costituzionali dei cittadini.
in sede Ue. Si tratta di un intervento
straordinario - aggiungono ancora che consentirà per un solo anno il
riassorbimento di situazioni pregresse
senza compromettere il duro percorso
di risanamento che i Comuni in questi
anni hanno messo in atto. Tale misura
- concludono - comporterebbe il
peggioramento del deficit per un solo
anno, senza effetti negativi stabili
sulla finanza pubblica".
EDILIZIA
Cassa di Palermo
Tremila operai in meno
PALERMO. Quasi tremila operai
hanno perso il lavoro nel giro di un
anno. I numeri della Cassa edile di
Palermo fotografano la situazione
drammatica di crisi in cui versa il
comparto dell'edilizia. A novembre
del 2011, gli operai iscritti
ammontavano a 9.209, le imprese a
1.955, le ore lavorate a 1.124.871.
Un anno dopo, a novembre 2012,
gli ultimi dati aggiornati della
Cepima, gli operai si fermavano a
6.290. In calo anche il dato delle
imprese attive iscritte alla cassa
edile: 1.646, cioé 300 in meno
rispetto a dodici mesi prima. Anche
le ore lavorate, di conseguenza,
hanno subito un crollo, scendendo
sotto il muro delle 800.000 mensili,
un calo che si avvicina al 30% in un
anno. "Da un anno, mentre l'edilizia
muore lentamente in un clima di
generale indifferenza, la Sicilia è
impantanata in una campagna
elettorale perenne, e non si
riescono a ottenere risposte per un
comparto alla deriva - commenta il
presidente della Cassa edile di
Palermo Fabio Sanfratello -.
Intanto, le notizie di crolli di
palazzine o infrastrutture, come
strade e ponti, si susseguono da
ogni parte della Sicilia, mentre le
cronache politiche raccontano di
fondi europei rimasti inutilizzati".
pagina 28
PALERMO. Marco D'Agostino, 44 anni, sposato, padre di due figli, titolare delle imprese
Edimed ed Edibook, è il nuovo presidente della Piccola Industria di Confindustria Palermo.
FISCASCAT
Calabrò riconfermata segretaria
PALERMO. Mimma Calabrò è stata confermata segretaria regionale della Fisascat Cisl al
termine del congresso regionale che si è svolto a Palermo. E' stata rieletta all'unanimità.
CONSUMATORI
Incroci pericolosi
IN AGRICOLTURA lʼuomo ha da sempre
operato una selezione artificiale incrociando piante
della stessa specie e selezionando tra i discendenti
quelli che avevano i caratteri più interessanti . Tutto
ciò , rispetto alla natura, era già una forzatura ,
soprattutto quando si è deciso di selezionare gli
organismi non tanto per adattarli allʼambiente di
coltivazione o allevamento, ma solo per
aumentarne la produttività e le conseguenze
negative sono sempre state considerate un mero
inconveniente cui ovviare ricorrendo ad
antiparassitari o a diserbanti. Quando si è di fronte
a casi di manipolazioni bisogna valutare
attentamente i rischi e benefici a livello sanitario,
ambientale, sociale ed economico . Nel campo
alimentare la ricerca ha ottenuto risultati che hanno
aperto la strada alla produzione di piante
transgeniche con caratteristiche nutrizionali
modificate, oppure resistenti ai virus, ad insetti, ad
erbicidi e a differenti condizioni climatiche . Data la
complessità dei sistemi biologici, introducendo
nellʼambiente organismi con caratteri genetici che
provengono da altre specie e che non sono state
verificati i meccanismi della selezione naturale, non
si è ancora del tutto in grado , oggi, di prevedere
quali conseguenze potranno verificarsi. Ad
esempio, in ogni momento è possibile che una
pianta modificata si incroci per caso con piante
coltivate o spontanee dello stesso tipo e diffonda
un carattere che potrebbe avere gravi
conseguenze per la biodiversità, sia naturale che
agricola, che rappresenta la vera ricchezza
ambientale.
Francesco Sabatino
Adoc Uil Messina
centonove
MESSINA, ICONE
FINALMENTE
Arrivano le opere per la mostra-evento
al museo regionale
PAGINA 30
poster
22 MARZO 2013
UNITED COLORS
OF MUSICA
LʼOrchestra multietnica di Messina
che suona senza il “classico” spartito
PAGINA 34
MURALES DI UMANITA VARIA
MESSINA. Scomparso a 86 anni l’architetto fondatore del Mac
Indelicato, addio numero uno
Nella sua attività, tentò di portare avanti una sintesi tra le arti
che si legge nelle realizzazioni. Fu espressione di una vitalità scomparsa
DI LUCIANO MARABELLO*
MESSINA. Inaugurando con il numero
Uno lʼAlbo degli Architetti di Messina, Aldo
Indelicato ha iniziato simbolicamente la
storia dellʼIstituzione degli architetti nella
città dello Stretto. Progettista e intellettuale
è scomparso allʼetà di 86 anni
attraversando la cultura architettonica,
artistica e civile della città, con significative
connessioni con il dibattito nazionale.
Indelicato nasce a Messina nel 1927, dopo
gli studi presso lʼUniversità di Venezia si
laurea a Napoli nel 1953. Torna quindi a
Messina, città ancora in ricostruzione
postbellica e in fermento intellettuale, in cui
gli investimenti economici e la cultura
costruttiva consentono agli architetti di
misurare le personali sensibilità e le
specifiche ricerche poetiche con la
concretezza degli interventi. Il lavoro di
architetto-intellettuale svolto da Indelicato è
un lavoro sfaccettato nel quale
sʼintrecciano progetti, disegni, costruzioni,
scritti e dipinti. È docente e direttore
dellʼIstituto dʼarte di Messina e polemista
sui giornali, è organizzatore di eventi
culturali e artistici, gallerista con la
cooperativa il Grifone; è presenza civile nel
dibattito cittadino e osservatore del declino
urbano e formale della città, da saggista e
narratore indaga il mondo attraverso la
scrittura. Il suo lavoro è dunque da
osservare nelle varie facce che lo
compongono attraverso la lente della
Molteplicità individuata da Italo Calvino
nelle sue Lezioni Americane, “(…)Oggi non
è più pensabile una totalità che non sia
potenziale, congetturale, plurima.” Eppure
Indelicato è anche e soprattutto ricordato
per quel tentativo avviato nellʼesperienza
del M.A.C siciliano dal 1953 al 1958,
movimento artistico, in cui insieme agli
artisti Dino Caruso e Michele Santonocito
si praticava programmaticamente la
“Sintesi tra le arti”, nel solco delle linee
individuate dai fondatori del Movimento
Arte Concreta nazionale: Gillo Dorfles e
Bruno Munari. Indelicato e Caruso
perseguono la sintesi delle discipline
artistiche, affermano unʼarte concreta che
recuperi e rielabori lʼapproccio astratto
delle avanguardie, praticano unʼarte
concreta, in sintonia con la modernità.
Lʼappartenenza osmotica tra pittura
scultura e architettura sarà dimostrata in
alcune opere manifesto e
successivamente declinata a vario titolo nel
lavoro professionale. Gli interni e la hall
dellʼex cinema Metropol, oggi sfigurati,
raccontano nella modellazione plastica del
stilemi,
riconducendoli
infine ai codici
dellʼutilità propri
dellʼarchitettura. La
figura dellʼarchitetto
è immersa
nellʼatmosfera
culturale identificata
nella stagione della
libreria Ospe dove si
sperimentano altre
sintesi tra le
discipline dellʼarte,
della narrativa, della
poesia e della
L’Hotel Paradis, particolare (foto Valerio Vella)
musica; ma è anche
immerso nel
soffitto e degli arredi la geometria astratta,
mestiere dellʼarchitettura come luogo di
accogliendo il sistema concettuale dei
concretezza e astrazione, confronto tra
volumi e delle superfici insieme alle
figura e forma e tra segno e materia. Il
soluzioni grafiche dei pannelli e delle
confronto e le collaborazioni del giovane
decorazioni di Caruso. Lʼesperienza del
Indelicato con le significative figure
M.A.C siciliano si protrae fino alla fine degli
dellʼarchitettura presenti in città, Filippo
anni ʻ50 fornendo una cornice entro cui
Rovigo e Vincenzo Pantano, i contatti
iscrivere il lavoro svolto in quegli anni da
con Giuseppe Samonà nellʼambito della
Indelicato, una ricerca e un tentativo svolto
realizzazione del palazzo Inps, le relazioni
alle diverse scale di progetto in opere che
con il professionismo di qualità
riassorbono la potenza dei segni e degli
rappresentato dai Cutrufelli, Calandra, De
Cola, delineano un personaggio intriso
dellʼatmosfera intellettuale della Città dello
Stretto in uno dei periodi più vivaci. La
successiva direzione dellʼistituto dʼarte
conferma il suo lavoro svolto per creare
relazioni tra sapere architettonico e arti
applicate. Indelicato persegue questo
tentativo di relazione attraverso la
pubblicistica, la didattica, i convegni e le
mostre, ma lo realizza essenzialmente
attraverso il terreno del progetto e della
costruzione. Lʼopera si dispiega dalla fine
degli anni ʻ60 in piccole e grandi
realizzazioni in città e sulla riviera jonica tra
i comuni di Santa Teresa, Furci, Taormina
e SantʼAlessio, di cui fra le varie opere si
segnala in foto lʼElihotel oggi purtroppo
demolito. Ogni interno o edificio, ogni
piazza o volume, ricomprendono attraverso
lʼelemento generativo grafico ed astratto,
una tensione materica che si realizzerà alle
differenti scale, inciderà le superfici in
calcestruzzo, apparirà nei piccoli cambi di
quota delle piazze. La reciprocità fra le arti
informa la ricerca progettuale del
progettista che insegue con generosità la
cura del dettaglio, attribuendo valore anche
alle semplici operazioni immobiliari del
centro urbano realizzate tra gli anni ʻ70 e
ʻ80. Inserti plastici in calcestruzzo,
pannellature stampate, elementi scultorei
in metallo e ceramica descrivono importanti
collaborazioni tra lʼarchitetto e gli altri artisti
messinesi proseguendo in chiave moderna
una tradizione specifica dellʼarte collettiva
di costruire le città. La generosità nei
dettagli, nei trattamenti delle superfici e
degli elementi costruttivi posti in alto e
lontani dalla linea di basamento degli
edifici, è come un segno di attenzione
consegnato a tutti noi nella percezione
distratta della città.
* architetto
RITROVO TOSCA
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Buona Pasqua
SERVIZIO A DOMICILIO
SERVIZIO CERIMONIE
SERVIZIO APERITIVO
GELATERIA DA ASPORTO
GELATERIA MIGNON
SNAK BAR - GELATERIA - PASTICCERIA - VIA GARIBALDI 189 MESSINA (ACCANTO TEATRO VITTORIO EMANUELE) TEL 090 40627
pagina 29
postereventi
22 MARZO 2012
centonove
EVENTI. Al Museo di Messina la mostra più importante dopo quella su Antonello promossa da Pugliatti
Icone, finalmente
Si inaugura il 23 marzo l’attesa esposizione di opere che “tornano” a casa grazie alla collaborazione col museo
bizantino di Atene. Anteprima dell’imponente catalogo con studi che evidenziano la presenza greca nello Stretto
DI FELICE IRRERA
MESSINA. Il poderoso (400 pagine)
catalogo bilingue (italiano e inglese) che
accompagna la grande mostra sulle icone
(che si aprirà il 23 marzo nel Museo
Regionale di Messina), frutto della
collaborazione del Museo Bizantino e
Cristiano di Atene, della Regione Siciliana,
del Museo Regionale “Maria Accascina” di
Messina, della Biblioteca Regionale
Universitaria “Giacomo Longo” di Messina,
dellʼIstituto Siciliano di Studi Bizantini e
Neoellenici “Bruno Lavagnini”, dellʼEnte
Autonomo Regionale Teatro “Vittorio
Emanuele” di Messina e della Fondazione
Federico II, ma curato in particolare, nella
sua redazione, dal “Bruno Lavagnini”,
meriterebbe assai più spazio di quanto è
possibile in questa sede, nato comʼesso è
allo scopo di documentare i contenuti della
Mostra e di chiarirne il senso.
IL PROGETTO. Partiamo da un dato certo:
lʼevento della mostra delle icone (a
Messina prima e a Palermo poi) è, quasi
sicuramente, lʼavvenimento culturale più
importante verificatosi nella città dello
Stretto dai tempi ormai lontani (1953) della
mostra su Antonello promossa da
Salvatore Pugliatti.
Lʼorganizzazione di una mostra sulle icone
proprio nel luogo dal quale esse
provengono costituisce un evento di
grande importanza. Essa ha poi assunto
un carattere ancora più ampio dal
momento che alle icone del Museo
Bizantino e Cristiano che ora sono
presentate in catalogo (42), si accompagna
anche altro interessantissimo materiale:
innanzitutto, una serie di importanti icone
(10) del Museo Regionale di Messina, già
oggetto nel 1997 di uno studio di Franca
Campagna; e poi un buon numero di
manoscritti (16) dello Scriptorium del
monastero del S. Salvatore, provenienti da
Icona bifronte XIV secolo. Lato B
Preparazione del trono. Museo Atene
A sinistra, Madonna
che allatta il Bambino,
XIV Secolo
proveniente da Chiesa
di Montevergine Museo Messina.
Sopra Michaìl
Damaskinòs,
Cristo Pantocratore,
XVI sec. Museo
di Atene e
Menologio XI secolo
da Costantinopoli
Biblioteca Regionale
Messina
un vasto bacino culturale (Costantinopoli,
Cipro, Calabria Ionica) e databili tra il X e il
XVII secolo, oggi alla Biblioteca Regionale
di Messina, che mettono anchʼessi in luce
lʼinflusso di Bisanzio, come sottolinea il
Direttore della stessa Biblioteca Rocco
Scimone quando afferma che “il fondo che
va in mostra è di enorme importanza
per lo studio e la conoscenza della
cultura bizantina in generale ed italogreca in particolare”.
Ed ecco il catalogo, caratterizzato,
oltre che da splendide immagini delle
icone e dei manoscritti, da studi di
alto livello, anticipati in sintesi
nellʼintroduzione da Renata
Lavagnini, che illustra anche la
nascita, lo sviluppo e lo scopo del
progetto di cui il catalogo è prova: si
può dire senzʼaltro che i contributi
degli studiosi permettono una
ricostruzione dellʼ “anima greca” di
Messina e intendono certo fornire la
possibilità di riannodare un filo
spezzatosi con la catastrofe del
1908, recuperando una parte
significativa e importante del passato
dellʼisola.
GRAZIE ARDIZZONE. Dopo la
prefazione di Giovanni Ardizzone,
che ha fortemente voluto lʼevento,
superando innumerevoli difficoltà,
Anastasia Lazaridou, direttrice del Museo
Cristiano e Bizantino di Atene, sottolinea
nel suo contributo la benevolenza della
sorte, che ha consentito, pur nellʼimmane
tragedia del terremoto, di mettere in salvo
delle chiese greche della città importanti
cimeli, “testimonianza della secolare storia
della comunità ellenica di Messina”,
conservati a partire dal 1915 presso il
Museo Bizantino e Cristiano di Atene,
mentre i più importanti di essi fanno parte
dellʼesposizione permanente dello stesso
LA SCHEDA
Tutto su “Immagine e Scrittura”
MESSINA. La mostra “Immagine e Scrittura” sarà inaugurata il 23 marzo alle
18,00 presso il Museo Regionale interdisciplinare “Accascina” di Messina. In
esposizione, quarantadue icone di legno, immagini sacre che dopo unʼattesa
lunga 105 anni tornano in città. Le tavole bizantine, che salparono dalla Sicilia
dopo il terremoto del 1908, riallacciano quel filo conduttore che per troppo tempo è stato spezzato, tra la grecità e la città siciliana dello Stretto. In mostra, anche 16 manoscritti pervenuti dalla biblioteca del Monastero di San Salvatore “de
lingua phari”, una delle più importanti biblioteche monastiche della cultura greca in Italia, preservati nella Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”. Nel giorno dʼinaugurazione il Museo Regionale resterà aperto fino alla mezzanotte e lʼingresso sarà libero. Lʼevento è promosso, tra gli altri, dalla Presidenza dellʼArs in collaborazione con la Fondazione Federico II, il Museo Bizantino di Atene e lʼassessorato regionale ai Beni culturali e allʼidentità siciliana.
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centonove
Museo sin dal 1924, sicché i visitatori
possono rendersi conto della presenza
dellʼEllenismo nella città siciliana.
Dal canto suo, il presidente dellʼIstituto
“Lavagnini”, Vincenzo Rotolo, sottolinea
nel suo scritto un dato poco presente nella
coscienza storica dei giovani siciliani, che
invece il catalogo mette in evidenza: “Si
tratta di valorizzare, accanto alle ben note
antiche radici elleniche, i successivi
insediamenti bizantini e postbizantini, con
la conseguente costante presenza di
compatti nuclei greci in Sicilia. In
particolare a Messina la comunità greca si
e distinta per la sua dinamica operosità e
per il suo vivo senso di appartenenza
etnica e di attaccamento alla tradizionale
professione religiosa”. E a questo
proposito, non si può mancare di notare
come da diversi anni sia attiva a Messina la
“Comunità Ellenica dello Stretto”, che,
come rileva Carmelo Micalizzi (che ne è il
presidente), organizza eventi culturali di
spessore.
LE OPERE. Ma torniamo alle icone. A
quelle presenti nel territorio messinese e
rappresentate nella mostra, e al loro culto
si rivolgono gli studi di Kalliopi-Phaidra
Kalafati, di Franca Campagna Cicala e di
Michele Bacci, che evidenziano la
molteplicità e lʼintensità dei rapporti
esistenti fin dallʼepoca normanna tra la
produzione artistica locale e quella di area
bizantina, consentendo di cogliere la
continuità di un fenomeno che da
meramente artistico diviene
progressivamente e prevalentemente
devozionale e di culto. Emerge, così, il
ruolo di Messina come centro toccato dalla
diffusione della pittura bizantina nella sua
ultima fase, la Scuola Cretese di quei pittori
che, spentosi, con la caduta di
Costantinopoli del 1453, il ruolo propulsore
della capitale bizantina, trovarono nella
Creta veneziana un ambiente favorevole a
nuovi sviluppi: fra le opere della Scuola
postereventi
scienziato messinese Francesco
Maurolico, di probabile origine greca,
posteriore di una generazione.
Ma lo studio e la conoscenza del greco
sarebbero rimasti privilegio solo delle classi
colte, se non fossero intervenute, a partire
dal XVI secolo, nuove ondate migratorie di
profughi provenienti dapprima dal
Peloponneso (ormai sotto la dominazione
ottomana), che, come scrive Jannis
Korinthios nel suo saggio, sʼinserirono
proprio in quelle zone dove già esisteva
unʼendemica presenza demografica greca
e, quindi, nellʼItalia meridionale e in Sicilia.
Di tali ondate migratorie facevano parte
Greci e anche Albanesi: questi ultimi
diedero vita in Italia a diverse colonie
tuttora esistenti; mentre, in generale, al
nuovo afflusso si deve anche lʼorigine
moderna delle comunità greche di Napoli,
Barletta e Messina.
COMUNITAʼ GRECA. La mappa di una
comunità greca messinese rinvigorita dai
nuovi apporti, viene ricostruita, dal punto di
vista economico-sociale e da quello
dellʼidentificazione attraverso le fonti scritte
dei luoghi di culto ad essa pertinenti, nei
due studi di Cinzia Cigni presenti in
catalogo, che si giovano di documenti in
gran parte inediti o frammentari.
Ma la vita della comunità greca fu segnata,
dalla meta del XVIII secolo in poi, dalla
controversia religiosa che oppose i fedeli di
rito greco “unito” agli ortodossi (considerati
“scismatici” dal punto di vista della Chiesa
di Roma). Ed ecco che Jannis Korinthios
esamina il rapporto della universitas
graecorum di Messina con lʼautorità
religiosa romana e con quella civile del
regno borbonico, che ne tutelava
lʼautonomia, anche nellʼambito dei rapporti
di politica internazionale tenuti di volta in
volta con lʼImpero ottomano e con la
Russia, che si ergeva ormai nel
Mediterraneo a tutela delle popolazioni
ortodosse. Lo studioso evidenzia la
modifica profonda che la comunità subì
con la più recente immigrazione di fine
Settecento, legata allʼespansione della
nuova classe mercantile greca: ai fermenti
che questa portava (una nuova ricerca di
identità, lʼaspirazione al riconoscimento
della nazionalità, premessa ai moti
risorgimentali), si aggiunse anche lo
“scisma”che travolse la comunità e che può
essere considerato ora come un evento
traumatico e di divisione, una rottura della
coesione iniziale della comunità, ora, al
contrario, come la rivendicazione legittima
di una nuova e più forte appartenenza.
Cretese presenti a Messina ci sono ben tre
icone di uno dei suoi grandi maestri,
Michail Damaskinos (secolo XVI), ma
anche altre di autori di età posteriore,
successivi alla conquista turca di Creta nel
1669, e fino a tutto il XVIII secolo.
Se cerchiamo riscontro alle dimensioni e
allʼampiezza della cultura greca in Sicilia
durante lʼepoca normanna (allʼinterno della
quale si inserisce anche la ricezione della
cultura artistica bizantina), possiamo
leggere lʼapprofondito studio di Maria
Teresa Rodriquez, che mette in risalto il
ruolo del Monastero del S. Salvatore, di
fondazione normanna, come centro di
produzione e diffusione della cultura greca
nellʼItalia meridionale, ruolo che è possibile
seguire dal momento di maggiore forza
economico-culturale a quello del
progressivo indebolimento e della
sopravvivenza.
Il ruolo del clero secolare responsabile
della cura pastorale delle popolazioni
grecofone e titolare di particolari
prerogative, è poi esplorato nel
saggio di Giovan Giuseppe Mellusi,
che contribuisce a tracciare, assieme
agli studi precedenti, il quadro
composito di una grecità dapprima
fiorente sul piano culturale e religioso
e poi, a partire dal secolo XIV,
lentamente in declino, in
concomitanza con la diminuzione
della popolazione di lingua greca.
LA SVOLTA. Con la fine di Bisanzio,
cʼè, verso occidente, un flusso di
profughi, soprattutto di intellettuali
capaci di assumere un ruolo decisivo
nel risveglio degli studi umanistici: a
Messina giunge, ad insegnare greco,
Costantino Lascaris; e proprio a lui,
presente a Messina negli anni 14661501, è dedicato un breve profilo
curato da Daniele Macris; mentre, in
Icona bifronte. XIV sec. Lato A
un altro saggio, Rosario Moscheo
Madonna Odigitria Museo Atene
traccia la figura dellʼumanista e
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22 MARZO 2012
LA FINE COL TERREMOTO. Su una
realtà così complessa, i contributi presenti
nel Catalogo offrono, comʼè giusto, una
prospettiva non univoca, restituendo una
molteplicità di punti di vista attraverso cui le
vicende ricche di contrasti della
popolazione greca di Messina possono
essere considerate. È indubbio,
comunque, che la componente greca
contribuì a delineare nel XIX secolo
lʼimmagine “cosmopolita” della città, la cui
dimensione internazionale traspare nel
saggio di Andrea Noto. Di questa
dimensione è prova anche lʼintensità dei
rapporti tra patrioti italiani e greci durante la
stagione politica del Risorgimento, e il
filellenismo dellʼopinione pubblica
messinese in più modi documentato. Tutto
sembra finire con il terremoto del 28
dicembre 1908, quando la comunità greca,
privata delle sue storiche sedi di
riferimento, le chiese di S. Maria del
Graffeo e di S. Nicolò, andate distrutte e
mai più ricostruite, e colpita sia nei beni che
nelle persone, non si riprese più e fu
addirittura cancellata dal tessuto storico,
urbano e sociale cittadino.
La rassegna, da parte di Daniele Macris,
dei giornali greci che, nei giorni successivi
al terremoto, diedero notizia dellʼevento e
seguirono poi, giorno per giorno, lʼopera dei
soccorritori, tra cui quelli greci giunti sul
posto con le due navi della Marina militare
“Sfakteria” e “Kriti”, evidenzia la risonanza
che la tragedia ebbe in Grecia e
lʼattenzione dellʼopinione pubblica locale
non solo per la città di Messina, ma per
quel nucleo di grecità costituito dalla
comunità ellenica che vi viveva agli inizi del
secolo: tale attenzione è giustificata non
solo dal tragico evento di cronaca, ma dal
fatto che ad essere colpita era una città
avvertita ancora come “greca”. I marinai
greci scavarono tra le rovine del Consolato
greco di Messina per recuperarne lʼArchivio
e tra quelle della chiesa di S. Nicolò, dove
ritrovarono le 65 icone: esse, per volontà
delle autorità messinesi, furono prese in
consegna dal capitano della “Sfaktiria” per
essere recapitate al Santo Sinodo della
Chiesa di Grecia; ma giunte ad Atene,
furono conservate a lungo presso
lʼArsenale militare dellʼisola di Salamina,
poco distante dalla capitale. Tale soggiorno
durò cinque anni, fino a quando fu istituito,
nel 1914, ad Atene quello che è oggi uno
dei suoi più importanti musei, il Museo
Bizantino e Cristiano: come scrive Eugenia
Chalkia, fu infatti il primo direttore del
Museo, lʼarcheologo Adamantios
Adamantiou, ad adoperarsi per ottenerne
la consegna, che avvenne nel maggio del
1916, data dunque dalla quale le icone
messinesi fanno parte delle raccolte di quel
Museo. Conclude Renata Lavagnini: “Il
trasferimento delle icone poté al
momento costituire la salvezza per beni
cosi preziosi appartenenti a una comunità
che aveva perso la sua sede con la
distruzione della chiesa di S. Nicolò; ma è
ragionevole pensare che fu piuttosto,
oltre che un gesto dettato
dallʼemergenza, il segno tangibile della
riconoscenza per il soccorso cosi
prontamente prestato, alla fine il pegno
che confermava lʼantica amicizia della
città per quella “nazione” che aveva fatto
fin dai tempi antichi parte della sua storia,
e che ora si riconferma come paese
amico, chiamato a collaborare per
unʼimpresa comune, come è la
preparazione di questa Mostra e del suo
Catalogo”.
posterlibri
22 MARZO 2012
centonove
NOVITA’. Intini accompagna il lettore in cento anni di storia del Paese
Avanti, l’Italia fresca di stampa
In 700 pagine, il socialista racconta un’epoca in cui il Psi e il suo giornale
sono stati parte fondamentale. Dall’alleanza col Pci alla contrapposizione totale
DI ANTONIO MATASSO*
MESSINA. Le vicende dello storico
quotidiano socialista “Avanti!”, fondato da
Leonida Bissolati nel 1896 e pubblicato fino
al 1993, sono state caratterizzate dalle luci
e dalle ombre che derivano dalla storia di
questo Paese, del suo movimento operaio,
del Partito Socialista Italiano e della
sinistra. Ugo Intini, prestigioso esponente
del Psi, con il suo bello e documentato
volume dal titolo “Avanti! Un giornale,
unʼepoca”, è riuscito a raccontare un
secolo attraverso gli articoli, i giornalisti ed i
direttori del primo giornale dei lavoratori. In
oltre settecento pagine, Intini accompagna
il lettore in cento anni di storia del Paese, di
cui il Psi ed il suo quotidiano sono stati
parte fondamentale.
Il succo di questa fatica editoriale è che non
vi è stato un solo “Avanti!”: ne è esistito uno
ad un tempo riformista e massimalista, da
Claudio Treves a Giacinto Menotti Serrati,
che diede voce alla generosa e talora
autolesionista battaglia politica tra le
contrapposte tendenze del socialismo
italiano. Vi è stato un “Avanti!” cavalcato da
Benito Mussolini, sulle cui
pagine il fondatore del
fascismo consumò il suo
voltafaccia rispetto alle
origini rivoluzionarie.
Negli anni Venti, ancora
unʼaltra incarnazione del
quotidiano, con Nenni
caporedattore che, con un
colpo di stato
redazionale, riuscì
a difendere
lʼautonomia del
Psi dal tentativo
di annessione
al bolscevismo,
dopo che il
Ugo Intini
direttore Serrati
A CURA DI CARMELO CELONA
si era invece convinto e rassegnato a
confluire nel Partito Comunista dʼItalia. Una
linea scissionista promossa da Gramsci e
Togliatti, che tentò con tutti i mezzi di
conquistare lʼorgano ufficiale dei socialisti
italiani. Lo stesso Nenni, negli anni
Quaranta e Cinquanta ispirò un “Avanti!”
che tentò di far digerire ai compagni
dellʼepoca, meno filo-frontisti di quanto si
possa immaginare, lʼalleanza (o meglio, la
subalternità) ad un Pci che nelle prime
elezioni libere del 1946 aveva ancora
meno voti del Psi. Quella strategia di Nenni
e Morandi, accettata a malincuore dalla
maggioranza del partito, consegnò ai
comunisti Togliatti, Longo, Secchia ed ai
loro epigoni lʼegemonia della sinistra
italiana per il successivo cinquantennio.
Ma il riscatto socialista avvenne nel 1956,
dopo che lʼimperialismo sovietico represse
nel sangue la rivoluzione ungherese, e la
rottura con il Pci fu vissuta dai giovani
giornalisti del quotidiano di partito alla
stregua di una liberazione. Dopo il
rovesciamento del governo di Imre Nagy e
la fine del suo tentativo di riportare
lʼUngheria verso un socialismo
democratico, vi fu un “Avanti!” che, sempre
con Nenni, di fronte al XX Congresso del
Pcus ed al momentaneo trionfo della
tirannide di oltrecortina, seppe
riconquistare la piena autonomia del Psi.
Da quel momento la contrapposizione a
Togliatti ed al suo partito fu totale. Il leader
del Pci non fu solo lʼavvocato del
bolscevismo e della Terza Internazionale.
Checché ne pensi chi continua a
definirlo “il Migliore”,
Togliatti fu il difensore
degli assassini
dellʼantifascista ed
intellettuale marxista
spagnolo Andrés
Nin, dellʼanarchico
Camillo Berneri, e
del trotskista Pietro
LACERTI DI LETTURE
Come un veleno
Eʼ SEMPRE QUESTIONE di punti di vista e delle loro
dimensioni, dei loro rapporti di grandezza. Cʼè il punto di
vista del singolo e il punto di vista della natura.
“La vita non ha il ben che minimo senso, è meglio
esistere poco, pochissimo, evitare di avere medaglie e
un nome che si ricordi. Se ogni foglia avesse un nome,
in autunno passeremmo il tempo a piangere.”
Spesso i rimedi sono peggiori del male, soprattutto quando
chi li prescrive ricopre quel ruolo al di sopra della sue
capacità e della sua conoscenza. A volte la soluzione di
gravi problemi è posta nelle mani di rare incompetenze.
“”Adesso mangiamo» taglia corto Claudio, che non ha
voglia di scegliere. «Le principali cause dei problemi
sono le soluzioni»” La difficoltà è bellezza. Il sacrificio per
raggiungerla il suo piacere. “Qui sento la voce di
Tresso, attivo nella Resistenza francese.
Per non parlare, a parte il suo ruolo nella
condanna a morte di Nagy, del suo
coinvolgimento nello sterminio del gruppo
dirigente del partito comunista polacco
prima della Seconda guerra mondiale, o
nella liquidazione fisica dei comunisti
italiani in Urss consegnati alla Nkvd dalla
“squadretta” del Pci di DʼOnofrio, Roasio,
Robotti (questʼultimo cognato dello stesso
Togliatti e fedelissimo esecutore degli
ordini del futuro Kgb, da cui era stato
peraltro torturato). Circostanze quasi tutte
riportate nel libro di Renato Mieli, ex
dirigente del Pci uscito dal partito
polemicamente nonché padre del
giornalista Paolo, dal titolo “Togliatti 1937”,
che il solerte apparato comunista riuscì a
far sparire dagli scaffali delle librerie
italiane. Quando Intini riportò alla luce
queste vicende, sempre sulle pagine del
quotidiano socialista, durante gli anni di
Craxi, fu duramente irriso dai dirigenti
comunisti, che mantenevano una condotta
ispirata al continuismo autoassolutorio.
Esistette un “Avanti!”, poi, che, con
LA CLASSIFICA
Giovanni Pieraccini, elaborò e difese le
ragioni del centro-sinistra più riformatore.
Vi fu una breve stagione del giornale, sotto
la direzione di Riccardo Lombardi, in cui su
quelle pagine fu condotta una battaglia
politica contro molti avversari dei governi
guidati da Fanfani e Moro: i dorotei
democristiani che tentavano di abbassare il
tasso di radicalità riformatrice del centrosinistra, così come i “carristi” della
minoranza filosovietica del Psi che diedero
vita al Psiup, senza dimenticare il gelido
Togliatti. Vi fu un “Avanti!” dì Franco
Gerardi, che difese il Psi in condizioni
difficilissime e, da ultimo, quello di Intini,
che difese le ragioni culturali e politiche di
Bettino Craxi. Tutte queste stagioni sono
riccamente documentate, con lʼaggiunta di
gustosi aneddoti. Come ha avuto modo di
dire più volte lo stesso Ugo Intini, essere
socialista oggi è una categoria dello spirito,
più che una questione ideologica. Ne
dovevano essere consapevoli il riformista
ante litteram Bissolati ed il collega di
giornale Edmondo De Amicis, che
modellarono il quotidiano su unʼidea di
umanesimo socialista, con lo scopo
dichiarato di fare della plebe un popolo, per
dirla con Sandro Pertini, assai spesso
citato a vanvera dai non socialisti. Un
quotidiano dunque, che ebbe un ruolo di
primo piano nel fare entrare le masse nella
storia dʼItalia, incoraggiando il loro
progresso culturale. Un “Avanti!” che, nei
cento anni della sua storia, come sottolinea
lʼautore, è stato davvero un fattore di
avanzamento per il popolo lavoratore e per
tutta la sinistra democratica italiana.
* Fondazione Nuovo Mezzogiorno
[email protected]
di Felice Irrera
Matteo Luigi Napolitano,
The Vatican files, San Paolo 2012, pp. 423 € 17,00
Unʼinfinità di libri sul Vaticano hanno visto ultimamente la luce e quasi sempre per evidenziare come nelle segrete stanze di un potere da sempre misterioso si aggirino personaggi
che di religioso sembrano avere ben poco. Questo libro di un docente di relazioni internazionali allʼUniversità “Marconi” di Roma, vicino agli ambienti ecclesiastici, cerca di ribaltare
una realtà assai triste venuta fuori dalle recenti pubblicazioni, formulando, tra le righe, un
giudizio storiografico che vorrebbe essere obiettivo, attraverso unʼanalisi storica che va dal
Fascismo a Wikileaks.
Smith - Vendetta di sangue - LonSusanna Tamaro - Ogni angelo è treganesi
mendo - Bompiani
1Wilbur
4
Gramellini - Fai bei sogni Alicia Giménez Bartlett - Gli onori di
Longanesi
casa - Sellerio Editore Palermo
2Massimo
5
Kiko Argüello- Il kerigma. Nelle baCarlotto, Carofiglio, De Cataldo -Co- Einaudi
3racche con i poveri - San Paolo 6caina
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
unʼanima che è destinata a soffrire più delle altre. Non ti
abbattere. Lo so, sembra una bestemmia, ma cerca di
proteggere il tuo dolore, in cambio un giorno avrai gioie
rare. Abbi coraggio, continua a scrivere e vai fino in
fondo, sarà un viaggio difficile e bellissimo.” La
moderazione non produce alcuna emozione e lʼindifferenza
è segno di una mancanza di attenzione e di rispetto verso il
prossimo. Lʼalterigia, sufficienza e presunzione. “Era
entusiasta e indignato, indifferente mai.”
I figli degli eroi soffrono il mito paterno e avrebbero preferito
essere figli di un anonimo, placido e presente ragioniere del
Catasto. Essere figli di qualcuno censura per sempre il
bisogno esistenziale di essere se stessi. “ Quando è nata io
non cʼero stavo a Berlino in una casa occupata a finire il
mio primo romanzo, trecento pagine di viscere e
pensieri.” Sui pochi errori dei grandi si accanisce
inesorabile il giudizio implacabile ed unanime della
mediocrità. “Al funerale i miei parenti mi guardavano con
pagina 32
riprovazione, avevano lʼespressione di chi finalmente ha
un motivo inappuntabile per disprezzare e sentirsi
migliore di qualcun altro.. ”. A volte non si può che
invidiare coloro che vivono senza essere mai sfiorati da un
perché, placidi e indifferenti come gatti al sole.
“Lui aveva sempre invidiato le persone del suo palazzo,
coppie comuni che facevano figli e sacrifici e non
leggevano nulla, che amavano la vita per quella che era,
senza volerla diversa... ”. Demotivare gli insegnati è un
crimine contro lʼumanità. “Sono passati gli anni. Roberta
ha continuato svogliatamente a insegnare, ripetendo le
lezioni come un disco impolverato. Non voleva imparare
neanche più i nomi degli alunni, li chiamava coso o
bellina, metteva sei a tutti senza ascoltarli. Lʼamarezza le
era entrata dentro come un veleno che non poteva
sputare”
Lacerti tratti da: “I professori e altri professori ” - 2003
Marco Lodoli
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22 MARZO 2012
NOVITA’. Nicolosi spiega “Il falegname Yussuf e suo figlo Yeshua”
Il piccolo Gesùsecondo Matteo
Conoscenze storiche supportate dai vangeli apocrifi per conoscere gli anni
di Cristo che precedono la predicazione. Quando nella bottega del papà falegname...
DI
LUIGI FERLAZZO NATOLI
MESSINA. Conosco Matteo Nicolosi sin da quando
ancora piccolo veniva a Messina per trovare il suo
nonno paterno, poi lo vidi sempre di meno negli anni
della sua adolescenza e ora appena trentenne lo
ritrovo autore di un romanzo su Gesù e segnatamente
sugli anni che hanno preceduto la sua predicazione,
intitolato “Il falegname Yussuf e suo figlio Yeshua”
(Eurilink, pp.199, euro 14). Dalla breve biografia
riportata in terza di copertina si apprende che Matteo
Nicolosi è appassionato di storia sia antica che
contemporanea; inoltre, come sembra evidente e
come del resto conferma nella Prefazione Anna Maria
Cossiga, lʼautore conosce in particolare il
mondo ebraico antico, nonché i Vangeli
canonici e quelli apocrifi, e infine quelli
islamici che parlano di Gesù. La copertina
del romanzo riproduce lʼopera di Gerrit van
Honthorst (detto Gherardo delle notti,sec.
XVII) Il bambino Gesù nella bottega di San
Giuseppe ( la cui didascalia purtroppo non
è stata riportata nella seconda di
copertina), e suggestivamente ne stimola
la lettura. Orbene, sin dalle prime pagine
appare evidente la dote innata di narratore
di Matteo Nicolosi, il quale ben riesce a
utilizzare le sue conoscenze storiche,
supportate soprattutto dai testi dei vangeli
apocrifi, in modo che la narrazione degli eventi della
infanzia e adolescenza di Yeshua, ad opera del padre
putativo Yussuf il falegname, si snodi sempre
avvincente ed interessante, pur inframmezzata da
talune discrepanze nelle date: forse, a parer mio,
volute addirittura dallʼautore per rendere più personale
la narrazione. Insomma, il romanzo sulla vita di
Yeshua prima nel ristretto ambito familiare tra la
mamma Marhyam e il vecchio padre Yussuf (75enne
allʼinizio della storia), poi nella famiglia allargata a
fratelli e cognate, infine nellʼambito pubblico con i
sacerdoti del tempio e con la gente di Betlehm,
Nazareth e Gerusalemme, si legge tutto dʼun fiato
senza cadute di ritmo o di stile. Lʼutilizzo dei termini
ebraici, deliberatamente non tradotti in italiano, finisce
– come osserva anche Anna Maria Cossiga – col
conferire alla narrazione una atmosfera autentica,
calando il lettore nel mondo biblico. Insomma, grazie
alla maestria dellʼautore emerge il fascino della
narrazione biblica con tipiche similitudini
immaginifiche dal linguaggio semplice, che si avvale
altresì delle nozioni di vita ebraica ben assimilate
dallʼautore, di quelle relative ai cibi e agli usi della vita
dei campi nelle varie stagioni. Chi come me conosce
meglio i Vangeli sinottici, nonché quello di Giovanni, e
meno quelli apocrifi, vede certamente rimescolati in
luoghi ed epoche diverse più o meno i medesimi fatti,
restando però sorpreso delle cose straordinarie o
addirittura miracolose compiuti dal piccolo Yeshua o
nellʼetà adolescenziale, o adulta, ben sapendo che
secondo la tradizione cristiana i primi miracoli
risalgono allʼepoca della predicazione. Ma
qui sta forse il fascino del romanzo di
Nicolosi che non è mera ricostruzione
storica dei fatti narrati, ma libera e creativa
ri-creazione degli stessi. Per concludere
vorrei aggiungere che paradossalmente il
personaggio che regge il proscenio,
dallʼinizio alla fine del racconto, non è il
figlio Yeshua, ma il falegname Yussuf, che
diviene grazie alla penna dellʼautore il vero
protagonista, assumendo a tutti gli effetti il
ruolo di padre putativo del Messia. Ho letto
tanti romanzi su San Giuseppe: credo che
il personaggio tracciato da Matteo
Nicolosi, e tra lʼaltro poco presente nei
Vangeli canonici, si possa ascrivere tra i più riusciti.
Naturalmente la mamma Marhiam è trattata con la
finezza che merita la madre del Messia,
perfettamente consapevole grazie allʼannunciazione
dellʼarcangelo Gabriele del suo ruolo fondamentale
negli anni soprattutto della nascita e crescita del
proprio figliolo. A proposito dellʼarcangelo che
comunica a Yussuf il volere di Dio di prendere in
matrimonio Marhiam, la nascita di Yeshua nella stalla
di Betlehem, la fuga in Egitto, desta meraviglia che
venga identificato in Mikhael, cioè lʼarcangelo
Michele, voce di Yahw, quando da tutti ci si aspetta
che si tratti sempre di Gabriele, ma la distinzione
dellʼautore tra lʼangelo dellʼannunciazione a Maria e
quello che parla con Giuseppe appare a ben pensare
certamente originale.
NOVITA’
Preti di frontiera, arriva la buona novella
ARRIVA IN LIBRERIA “La buona novella - Storie di preti di frontiera” di Ilaria
Urbani (ed. Guida, 2013), prefazione di Roberto Saviano.
Il libro, dedicato a don Peppino Diana, esce nel giorno dellʼanniversario della
sua tragica morte. Tredici capitoli, tredici testimonianze di sacerdoti che
dedicano interamente la propria esistenza agli ultimi. Una Chiesa in prima
linea, vicina alle persone e lontana dagli intrighi di palazzo.
Il racconto della “frontiera” di Napoli, tra il centro, le periferie e il litorale
domizio, è affidato al dialogo che lʼautrice intesse con i messaggeri della
“buona novella”: dal cappellano del carcere di Poggioreale don Franco
Esposito a don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia; da don Gaetano
Romano, che opera nella periferia orientale sin dal caos post terremoto a don
Antonio Loffredo, che ha scommesso sullʼimpresa solidale per salvare il rione
Sanità da abbandono e camorra. Particolarmente coinvolgente i dialoghi con
padre Domenico Pizzuti ed il suo impegno per la convivenza con i rom e
padre Alex Zanotelli, dallʼAfrica a Napoli per la rivoluzione dal basso.
pagina 33
DIZIONARI
Le parole per dire Bioetica
DI AUGUSTO CAVADI
SEMPRE PIUʼ SPESSO
parole come “accanimento
terapeutico”, “screening
genetico” “ogm”, “Fivet”…
circolano nei discorsi pubblici
e nelle conversazioni private.
A forza di sentirle ripetere ci
illudiamo di conoscerne il
significato e raramente ci
preoccupiamo di verificare la
corrispondenza fra ciò che
abbiamo in mente e ciò che
intendono gli altri. Una volta
mia madre, più che
ottantenne, mi ha fatto ridere
di cuore proclamando tutto il
suo sconcerto per la
moltiplicazione di tanti
“uomosessuali” nella società
contemporanea; ma, qualche
tempo dopo, anche un prete,
più colto della media dei suoi
colleghi, mi spiegava di
sentirsi solidale verso le
persone omosessuali e
lesbiche: capii, dal seguito
della chiacchierata, che aveva
aggiunto “lesbiche” perché
anche per lui - molto più
istruito di mia madre - “omo”
stava per ”uomini” e non per
“simile”. Senza contare
fraintendimenti meno
divertenti come
lʼidentificazione semantica di
“eutanasia” e “sterminio dei
malati”. Con questo livello di
preparazione, tremo ogni
volta che i politici si
avventurano in dibattiti
bioetica. Da oggi, però,
nessuna ignoranza è più
giustificabile perché con solo
38 euro (e molto meno se, al
posto della edizione cartacea,
si sceglie la versione in pdf) la
pionieristia casa editrice
“Villaggio Maori” di Catania ha
messo a disposizione di un
vasto pubblico il “Dizionario di
bioetica” a cura di Gaetano
Vittone (coadiuvato, nella
stesura di circa trecento voci
per un totale di 470 pagine, da
trenta studiosi di estrazione
disciplinare e di orientamento
culturale differenti). Da
unʼopera di questa mole non
si può pretendere nessuna
omogeneità di stile: così il
lettore coglie senza fatica la
matrice scientifica di autori
responsabili di voci mediche
(come anencefalia) e la
matrice umanistica di autori
che hanno redatto, invece,
voci filosofiche (come
angoscia o solitudine). Il
pluralismo non si limita alla
diversità delle prospettive di
studio, ma si evince anche dal
registro linguistico delle voci:
alcune delle quali hanno un
carattere più asciutto e
asettico (come ad esempio
consenso informato), altre un
timbro meno tecnico e più
discorsivo (come nel caso di
corpo/corporeità). Nel
complesso si può riconoscere
che il prezioso sussidio abbia
raggiunto lʼobiettivo ribadito
nella Prefazione dal curatore:
offrire le strumentazioni di
base per chiunque voglia
accostarsi ai temi della
bioetica. Come avverte lo
stesso Vittone, un dizionario
del genere non può che
restare aperto, come e più di
ogni dizionario,
allʼaggiornamento e
allʼintegrazione, se vuole
essere e mantenersi
“specchio fedele dei
mutamenti significativi che
avverranno nel corso degli
anni”. Personalmente vedrei
con particolare urgenza
lʼaggiunta di voci che ho
cercato invano come
“adulterio”, “pedofilia”,
“poliandria”, “poligamia”,
“prostituzione”, se necessario
al posto di altre voci,
attualmente presenti, come
“fuga” o “umiltà”, che riterrei
meno necessarie in unʼopera
dedicata alla bioetica.
www.augustocavadi.com
postermusica
22 MARZO 2012
Ritmo Live
STORIE. È messinese l’unica Orchestra multietnica al mondo che suona senza il “classico” spartito
United colors of musica
Ritmo Live ha esordito alla Notte della Cultura.Ora è cuore pulsante dello Stretto.
Presto il debutto alla prossima stagione del programma tv “Alle Falde del Kilimangiaro”
DI ISABELLA MOLONIA
MESSINA. “Basta crederci e tutto può
accadere”. Sembra di essere immersi in
un universo di armonie diverse
attraverso cui i musicisti riescono a
trasmettere il battito della loro anima. Non
siamo dentro un teatro, in cui la solita
Orchestra trasferisce in musica gli spartiti
convenzionali che, pur nella loro
maestosità, restano ancorati ad una
classicità impolverata dal tempo. Siamo
in unʼatmosfera in cui il ritmo degli
strumenti si fonde con le vibrazioni della
voce e del corpo per diventare un
tuttʼuno. Stiamo parlando dellʼOrchestra
multietnica “Ritmo Live”, una realtà
musicale messinese controcorrente, che
rompe gli argini della tradizione per
diventare unica nel suo genere. La
grande novità dellʼOrchestra è di
avvalersi di un sistema, ideato
interamente dalla direttrice dellʼOrchestra
il M° Maria Grazia Armaleo, fondato sulla
“nuova didattica del ritmo-body
percussion” che si basa sul ritmo e sulla
notazione di sillabe e simboli. Nessuno
spartito musicale, bensì solo un sistema
di lettura sillabica tanta passione e la
voglia di condividere lʼamore per la
musica. Ritmo Live, unica Orchestra al
mondo a non “leggere” il classico spartito,
mette in atto un “metodo” di fare musica
nuovo e coinvolgente accessibile a
chiunque con estrema facilità.
Sulla scia di un linguaggio musicale
innovativo nel 2011 comincia lʼavventura
di Ritmo Live. Tutto nasce nel 2010 da
un progetto promosso dal Rotary
Foundation, teso a favorire lʼintegrazione
tra giovani italiani e stranieri. LʼOrchestra,
con un numero variabile che va da un
minimo di 16 ad un massimo di 22
elementi, ha la capacità di mettere
insieme non solo persone con età,
estrazione sociale ed etnie diverse ma
soprattutto musicisti non professionisti,
che interpretano lʼinedito sistema di
scrittura. Qual è la grande novità insita
nel progetto Ritmo Live? Fare del ritmo la
base di ogni input musicale. Perché il
ritmo accompagna ogni aspetto della vita
quotidiana, diventando cuore pulsante di
vitalità. Ogni componente del gruppo lo
sente e lo vive in maniera diversa
attraverso le emozioni che la body
percussion è in grado di suscitare. La
vitalità del ritmo viene vissuta attraverso il
corpo utilizzato come strumento
musicale, fino ad arrivare agli strumenti a
percussione per riprodurre sonorità
primordiali in chiave inedita che vanno dal
tribale allʼetnico. Ritmo Live non mette in
atto solo una nuovo modo di “sentire” la
musica, ma unisce la nuova didattica
allʼoriginalità compositiva.
Come racconta Maria Grazia Armaleo:
«Ritmo Live mette in atto un metodo
semplice e immediato, con lo scopo
principale di divertirsi insieme attraverso
lʼesperienza di gruppo. Il bello di ogni
esibizione- continua la Armaleo- è
riuscire a rivivere le emozioni della prima
volta».
Il gruppo, composto da membri con età
compresa tra gli 11 e i 50 anni, tra cui
molti provenienti da differenti paesi del
mondo come Senegal, Stri Lanka,
Bosnia, Filippine, Norvegia e tanto altro, è
una perfetta fusione di armonie che mette
insieme talenti diversi in un ambiente
dʼamicizia e di condivisione, senza
meccanismi di prevaricazione da “primo
della classe” che spesso possono
interessare gli ambienti professionali. Qui
ognuno mette a disposizione il proprio
talento che attraverso il dialogo tra culture
diverse diventa una formula vincente.
LʼOrchestra multietnica esordisce al
pubblico nel 2011 durante la Notte della
cultura. Il successo ha dato vita ad una
reazione a catena di concerti e spettacoli.
Numerose le esibizioni in prestigiose
associazioni, in luoghi istituzionali, nelle
scuole e in luoghi di culto.Dalla
Filamornica Laudamo allʼUnione Giuristi
Cattolici, dal Palacultura di Messina per
pagina 34
centonove
arrivare al Teatro stabile di Verona ma
anche allʼUniversità di Messina, al
Giardino Corallo con gli “Almamegretta”,
ecc… Tanti gli appuntamenti in cui
lʼemozione dei musicisti si confonde con
lʼentusiasmo del pubblico, che sembra
essere rapito dallʼenergia contagiosa di
Ritmo Live.
Nel 2012 un importante traguardo per
lʼOrchestra, riconosciuta tra le 19
ensemble multietniche presenti in Italia,
nellʼambito di una ricerca svolta per conto
del MEI (Meeting etichette indipendenti) e
curata da F. Fiore, membro della Med
Free Orkestra ed inserita nel 2013 nella
pubblicazione “Orchestre e bande
multietniche in Italia” edita da Zona. Nel
testo viene dedicato tanto spazio alla
formazione musicale conferendole
unʼimportanza di portata nazionale.
Motivo per cui Ritmo Live sarà invitata
alla prossima stagione del famoso
programma tv “Alle Falde del
Kilimangiaro”. Solo uno dei tanti impegni
che vedrà occupata la formazione nei
prossimi mesi. LʼOrchestra, il 21 marzo è
stata ospite alla trasmissione radiofonica
RAI Radio 2 “Caterpillar Am” in occasione
della giornata mondiale contro il
razzismo, come esempio tangibile che la
fusione tra culture diverse può essere
solo un punto di forza. Non si ferma
lʼimpegno dellʼoriginale Orchestra sempre
aperta allʼinserimento di nuovi
componenti pronti a vincere la sfida di un
progetto promettente. In fase di
pubblicazione il primo lavoro discografico
“Sammamàg” che in senegalese significa
fratello, per sancire ancora una volta lo
spirito di fratellanza che anima il gruppo.
Il cd, non ancora sul mercato in attesa del
finanziamento di un produttore, è una
travolgente raccolta di brani inediti
interamente registrati dal vivo dal quale si
scaturisce la passione senza limiti che
accomuna gli esecutori.
Continua infatti la messa in opera di
laboratori di strumenti a percussione che
la docente Armaleo tiene per bambini ed
adulti presso la sede della scuola di
musica Ars Nova. I corsi, gratuiti per gli
stranieri, sono rivolti a tutti favorendo
lʼapertura verso lʼaltro attraverso la
musica e la comunicazione. La nuova
didattica del ritmo - body percussion
permette ai “meno esperti” di mettersi
alla prova, perché tutti possono diventare
musicisti, basta solo volerlo. Con la
possibilità, perché no, di entrare a far
parte della “grande famiglia” Ritmo Live
che sembra coinvolgere proprio tutti.
postermostre
centonove
CATANIA. Arriva da Trapani la grande esposizione sull’antica arte
Corallo for ever
Oltre 115 capolavori a Palazzo Valle frutto della sapienza di maestri e orafi
del XVII e XVIII secolo. In un racconto che indaga il rapporto fra l’uomo e il mare
DI MARIA TRIPOLI
CATANIA. I più straordinari capolavori
dellʼantica arte del corallo rosso in Sicilia,
riuniti per la prima volta in unʼunica grande
esposizione, sono i protagonisti assoluti a
Catania dal 3 marzo al 5 maggio 2013. La
mostra dei coralli di Trapani del XVII e
XVIII secolo, proposta a Palazzo Valle
dalla Fondazione Puglisi Cosentino con il
contributo della Fondazione Roma
Mediterraneo, inaugura una proficua
sinergia per una cultura in movimento e
allʼavanguardia in una Catania sempre più
viva ed attiva. Entrare al Palazzo Valle che
è uno degli esempi più importanti del
barocco siciliano, ad opera del
settecentesco architetto Giambattista
Vaccarini, è rimanere abbagliati dalla
perfetta osmosi dellʼantico con i cardini
della storia dellʼarte moderna. Il restauro di
questo palazzo, completato nel 2008, si è
via via amalgamato col tessuto catanese
attento allʼarte moderna, ospitando
importanti mostre. Eccoci allʼingresso del
palazzo con installazioni di Jannis
Kounellis, Anselmo e le grandi opere di
Carla Accardi che ci danno il senso della
potenza evocatrice dellʼarte che con le
idee di una contemporaneità sʼinnestano a
meraviglia in una tradizione che è la trama
della nostra storia. Saliamo al secondo
piano e rimaniamo affascinati dai
capolavori dellʼantica arte del corallo in
Sicilia, luogo dove la realizzazione di
questi meravigliosi manufatti raggiunse
lʼapice della bellezza e della maestria
artistico artigianale.
Oltre 115 le opere esposte, frutto della
sapienza di maestri e orafi trapanesi del
XVII e XVIII secolo, in un racconto
interdisciplinare che indaga il rapporto fra
uomo e mare. Articolata in sei sezioni e
due aree laboratorio, la mostra con
ingresso gratuito, ci conduce alla scoperta
della storia del corallo secondo un criterio
tematico, tra suggestioni sensoriali
particolari in cui anche la penombra
sembra rievocare il buio degli abissi
marini, con i lampi improvvisi del corallo,
tra immagini di un video girato durante
unʼimmersione subacquea in cui il respiro
dei pescatori di corallo dà il ritmo a questo
entusiasmante viaggio alla scoperta di
tesori inestimabili, amuleti e talismani in
cui ognuno enfatizza il proprio rapporto tra
ritualità e religiosità. A testimoniare la
grande maestria di orafi, incisori, scultori e
semplici artigiani attivi in Sicilia tra il XVII e
il XVIII secolo, in particolare a Trapani
dove, sul finire del ʻ600, erano censite oltre
40 botteghe, saranno i nuclei principali di
alcune storiche collezioni: da quella della
Banca Popolare di Novara, a quella della
Fondazione Whitaker (proveniente da Villa
Malfitano a Palermo), del Museo
Diocesano di Monreale e di altre raccolte
pubbliche insieme a pezzi singoli, inediti o
Accanto monetiere in legno
ebanizzato, bronzo dorato,
rame, corallo, smalti della
Collezione Banca Popolare
di Novara.
Sopra un altro pezzo
esposto a Palazzo Valle
in prestito alla Fondazione da collezionisti
privati, italiani e stranieri.
In mostra a Palazzo Valle, a cura di Valeria
Li Vigni, preziosi manufatti di inestimabile
valore selezionati con grande attenzione
dalle collezioni citate: gioielli e arredi sacri
(calici, ostensori, crocifissi, reliquiari, rosari
e presepi) e ancora calamai, saliere e
raffinatissimi elementi dʼarredo come
specchiere, cornici, tavoli da gioco, scrigni
e monumentali stipi destinati a case
principesche e regge. Splendide opere,
cesellate a mano, che conservano il
mistero di un materiale celebrato e
decantato, su cui le leggende si sprecano.
A influire, poi, sulla
sempre più ricercata e
manieristica produzione
in corallo rosso degli
artigiani di Trapani
sembrerebbe essere
stato il culto della
Madonna dellʼAnnunziata
che ogni anno chiamava
a raccolta migliaia di
pellegrini aumentando la
domanda di rosari, i cui
grani erano realizzati con
il rosso “ornamento del
mare”. Questa, infatti,
lʼetimologia della parola
corallo: dal greco korallìon, dove koreo
significa “adorno” e alòs “mare”.
Il corallo è da sempre simbolo della
bellezza e perfezione del Creato. Attorno
alla sua natura, essere vivente e talismano
dalle presunte virtù terapeutiche e
apotropaiche, spiega la curatrice della
mostra, sono fiorite sin dallʼantichità
leggende e credenze che hanno
contribuito a diffonderne lʼuso non solo fra i
vari ceti sociali ma anche fra popoli (come
Mongoli, Indiani, Uzbeki, Yemeniti,
Giapponesi) distanti dal Mediterraneo,
nelle cui profondità marine proliferano da
sempre le colonie di corallo rosso. Un
MESSINA
Spadaro, Camuri e Currò
L’arte è solidale
MESSINA. Si è chiusa lunedì sera a Santa Maria
Alemanna la Mostra di arte e solidalietà "Admo",
che esponeva i quadri di due artisti, Gianmarco
Spadaro, 18 anni (nella foto accando due delle
sue opere) e Giacomo Camuri, 54 anni. Accanto ai
quadri le sculture di Iria Currò, apprezzata artsita
messinese. La mostra nata per motivi di
solidarierà. ha riscontrato l'apprezzamento del
pubblico. Alla fine della manifestazione domenica
è stato sorteggiato un quadro di Giacomo Camuri,
donato all'associazione Admo. Positiva
l'impressione di Giammarco Spadaro, che ha
stupito per tonalità dei colori e mano delicata.
pagina 35
22 MARZO 2012
evento destinato a far parlare
di sé per lʼemozionante
bellezza dellʼoro rosso e una
nuova pagina, quella della
Fondazione Puglisi
Cosentino, che dopo una
serie di mostre dedicate
allʼarte moderna e
contemporanea guarda al
classico e, gratuitamente,
apre i suoi straordinari spazi
espositivi alla città e ai
visitatori, turisti e scolaresche
di tutta Italia, della prossima
primavera. Intorno al rosso
prodotto della secrezione di
carbonato di calcio di un
polipaio composto
dallʼassembramento di esseri
viventi che si sviluppano sul
fondo del mare, sono fiorite e
si sono attecchite infinite credenze, dovute
alla doppia natura del corallo quale specie
vivente e oggetto prezioso carico di
valenze apotropaiche. Questa confluenza
di interessi ha contribuito alla vera e
propria “corsa al corallo” che ha rischiato di
far scomparire le colonie più raggiungibili,
oggi attentamente regolamentate e
salvaguardate nelle aree marine protette e
talvolta coltivate in appositi vivai
subacquei. Secondo la mitologia i coralli si
formarono quando il sangue che sgorgava
dalla testa recisa della Medusa venne a
contatto con lʼaria e si solidificò. La loro
forma ha suggerito il simbolismo
dellʼAlbero, inteso come origine e asse del
mondo e collegamento tra i diversi mondi,
unione dei tre generi della natura,
lʼanimale, il minerale e il vegetale, e della
vita, simboleggiata dal rosso sangue. A
colpire lʼimmaginario erano il colore, la
forma e la misteriosa capacità di indurirsi
al contatto con lʼaria. In medicina, tritato,
veniva considerato una panacea per le
emorragie e le anomalie del ciclo
mestruale e un coagulante per ferite,
ulcere e cicatrici. Ma soprattutto sapeva
preservare i neonati dai pericoli del fulmine
e dalla morte improvvisa. I suoi rametti
posti a forma di croce ne facevano una
barriera contro Satana e gli influssi
malvagi. Anche per questo lo si regalava ai
Battesimi La sua polvere favoriva la
dentizione, allontanava ogni malessere e
persino le crisi epilettiche. E, negli adulti,
aiutava vitalità e potenza generatrice.
Insomma la panacea per ogni male ed
amuleto da portare addosso per
preservare da sventure.
posterweekend
22 MARZO 2013
come... dove... quando...
venerdi' 22 marzo
MESSINA. Biografia
della peste con
Francesco D'Amore e
Luciana Maniaci.
Sala Laudamo - ore 21
MESSINA. Che notte,
quella notte! con Enrico
Guarneri e Patrizia
Pellegrino, Espressione
Teatro 2013.
Teatro Annibale Maria di
Francia - ore 21
MUSICA
centonove
sabato 23 marzo
MESSINA. Ora vi
cuntamu di quando la
Sicilia fu invasa dagli
orsi. Dal racconto di dino
Buzzati, regia di
Gianfranco Quero. Al
Teatro Savio - ore 10.30
MESSINA. Acqua tinta
di e con Giorgio
Bongiovanni. Teatro
Savio - ore 21
CAPO DʼORLANDO.
Gli innamorati con Isa
Barzizza, Selvaggia
Quattrini, e Stefano
Artissunch. Cineteatro
Comunale Rosso di San
Secondo - ore 21
MESSINA. Barbara
Casini in concerto con
Mirabella, chitarra e
Toscano, contrabbasso.
Maremare club - Teatro
Sans Souci - Mortelle -
ore 21.15
MESSINA. All night rock
- live rock dei Silver
Bullets. Jimmis music
club - Galati Marina
ore 22.30
MESSINA. H Tasto Trio
Alessia Fontana (voce),
Dario Lisitano (piano) e
Nino Belmonte (batteria)
Scala Maggiore Jazz.
Club ore 22
MESSINA. Biografia
della peste con
Francesco D'Amore e
Luciana Maniaci.
Sala Laudamo - ore 21
MESSINA. Che notte,
quella notte! con Enrico
Guarneri e Patrizia
Pellegrino, Espressione
Teatro 2013.
Teatro Annibale Maria di
Francia - ore 21
MESSINA. Hansel e
Gretel dei Fratelli
Grimm, a cura di
Accademia
SarabandaTeatro
Vittorio Emanuele - Sala
Sinopoli
ore 16.30
CAPO DʼORLANDO. I
turbolenti. Cineteatro
Comunale Rosso di San
Secondo ore 21
MESSINA. Archangelo il
bolognese. Fabrizio
Longo (violino), Enrico
Parizzi (violino), Milo
Longo, (tastiera). Santa
Maria all'Arcivescovado
ore 19
MESSINA. Mozart e
Salieri. Requiem a cura
delle associazioni
Accademia Filarmonica
e Vincenzo Bellini
di Cesare Natoli
Dalla in jazz
CONTINUANO LE CELEBRAZIONI del primo anniversario della scomparsa di Lucio Dalla. Dopo il concerto in
Piazza Grande, che è stato anche un grande successo
in termini di ascolti televisivi, esce “Dalla in Jazz”: un disco che intende celebrare lʼartista italiano scomparso con un genere a lui molto affine. Dalla, infatti, esordì come sassofonista e clarinettista jazz; passione che non abbandonò mai, nemmeno quando divenne famoso
nella musica leggera. Lʼincisione, pubblicata da Sony Music, contiene quattordici brani del cantautore bolognese interpretati alcune stelle del jazz italiano. Tra i titoli: Vinicio Capossela – Itaca; Luca Aquino
(feat. Lucio Dalla) – La mer ; Roberto Gatto (feat. Max Gazzè) – Il cielo; Maria Pia De Vito – Comʼè profondo il mare; Nick The Nightfly – Vita; Gegè Telesforo – Stronzo; Aldo Romano – Piazza grande; Enrico
Pieranunzi (feat. Simona Severini) – Futura; Xavier Girotto & Peppe
Servillo – Felicità; Solo strumentale; Paolo Fresu – Caruso; Stefano
di Battista – Attenti al lupo; Flavio Boltro – Washington; Fabrizo Bosso – Balla Balla ballerino; Giovanni Mirabassi – Quale allegria.
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
La rivincita del cinema
NON Eʼ VERO che il cinema sia ormai da congedare,
sostituito dal mito di Internet. In una realtà, come quella italiana, priva di legislazioni adeguate e che ha provocato la morte dellʼindustria, la rinascita del grande schermo passa necessariamente attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni e un rapporto intelligente con i nuovi strumenti tecnologici.
Questo 2013 si è aperto inoltre con due note incoraggianti: il bel thriller di Giuseppe Tornatore, “La migliore offerta”, e un miracolo di
originalità e capacità di cogliere lo spirito del tempo incarnati dal film
“Viva la libertà” di Roberto Andò. Sul piano internazionale lʼOscar ad
“Argo”, diretto e interpretato da Ben Affleck, rinnovando il conflitto
tra Iran e Usa, ha dimostrato che il cinema può sempre illuminare in
una chiave inedita le vicende del passato, senza dimenticare ironia
e senso beffardo del vivere. Il cast è efficace, da John Goodman ad
Alan Arki, il tono scanzonato e la scrittura di Chris Terrio coinvolge
abilmente lo spettatore.
mostre
PALERMO. Al Biondo Stabile fino al 7 aprile
Ulysses secondo Collovà
PALERMO. Quella di Claudio Collovà per Joyce
è una storia dʼ amore, una storia dʼamore vera e
importante, struggente, ed è anche una sfida: la
sfida di rendere teatro la tormentata labirinticità
del romanzo del grande irlandese. Perché un
amore e perché una sfida? Perché non ci si
avvicina a un romanzo, e men che meno
allʼUlysses, di Joyce con superficialità e Collovà ha
voluto dedicare a questo romanzo non solo una
trilogia ma una febbrile e densissima riflessione
poetica ed estetica che dura da almeno quattro
anni. Ed in questo va dato merito al Teatro Biondo
Stabile di Palermo che ha prodotto una trilogia che
ha visto andare in scena nel 2010 “Uomini al buio,
cinema
Artigianato tipico a Spadafora
SPADAFORA. Sarà
una domenica delle
Palme vivacizzata
dallʼartigianato tipico
quella del centro
tirrenico messinese. Le
associazioni “Antares”
di Spadafora e “Fucina
del Sud”, con il
patrocinio del Comune
di Spadafora, infatti,
organizzano la "Festa
della Primavera",
ovvero un mercatino
artigianale artistico che
attirerà lʼattenzione dei
visitatori per lʼintero
arco della giornata.
L'evento avrà luogo
nella Piazza antistante
il Castello di Spadafora,
Un momento dello spettacolo. A destra Collovà
domenica 24 marzo,
dalle ore 9 alle ore 21.
Saranno presenti
numerosi espositori
che in questo modo
avranno lʼopportunità di
proporre direttamente
al consumatore le loro
creazioni e nel
contempo intendono
promuovere, nella
prima domenica della
stagione primaverile,
pure l'artigianato di
qualità artistica
appartenente ai vari
settori produttivi con
accessori, articoli da
regalo e complementi,
gioielli, oggettistica,
arte su tegola.
convegni
Ciack per Rocky in Sicilia
CATANIA. Musica, canti
e danze in stile
Bollywood hanno
animato piazza Duomo e
il centro storico di
Catania per le riprese del
film 'Rocky' di Suijt
Mondal, prodotto da
Shree Venkatesh Films
di Calcutta con il
supporto della società
Occhi di Ulisse di Ivano
Fucci. Tra gli attori, le star
indiane Mithun
Chakraborty, il figlio
Mahakshay Chakraborty
e la bella Pooja Bose
(nella foto). Centinaia gli
immigrati mauriziani,
indiani e cingalesi che si
sono riversati sui luoghi
del set, tra piazza
Duomo, Pescheria,
piazza Vincenzo Bellini e
Castello Ursino, per
seguire da vicino il lavoro
della troupe e rubare
autografi e foto ai loro
beniamini. In città, il
regista-coreografo
Mudassar Mazharkhan e
il direttore della
fotografia Jaan Ahmed
hanno girato, con la
collaborazione della
Catania Film
Commission del
Comune, le
scene di due
video
musicali
'romantici'
che faranno parte
integrante del film. Oltre
che il capoluogo etneo, le
riprese dei video hanno
interessato anche
Trapani, Palermo,
Taormina e Cefalù, in sei
giornate complessive di
lavorazione. Il resto della
pellicola è girato in India.
Attori e cast,
ventiquattro
persone in tutto,
hanno accolto
con
entusiasmo la
visita del
sindaco
Raffaele
Stancanelli
sul set, in
prossimità
della
pagina 36
fontana dell'Amenano:
"Siamo orgogliosi di
ospitare a Catania - ha
detto il primo cittadino - i
rappresentanti di una
delle industrie
cinematografiche più
importanti al mondo, con
attori e cast molto amati
che veicoleranno a oltre
un miliardo di persone la
bellezza della nostra
città, promuovendola in
un modo che si è
dimostrato essere di
grande efficacia,
soprattutto in India". "La
produzione - ha aggiunto
Stancanelli - è rimasta
colpita dalla nostra
disponibilità e dai servizi
offerti dalla Film
Commission comunale".
Piraino, i segreti delle mummie
PIRAINO. I "segreti" delle
mummie di Piraino
saranno oggetto
dell'incontro che il Cesas,
con il patrocinio della
Regione Siciliana ha
programmato a Brolo per
domenica prossima. Un
incontro che partendo da
questo "tesoro nascosto"
rappresentato appunto
dalle "mummie di Piraino"
- tornate alla ribalta anche
per un ampio spazio
televisivo riservato loro
dalla trasmissione
"Misteri" - è teso a far
conoscere e promuovere
il patrimonio, l'identità e la
storia dei piccoli comuni.
Nella scaletta dei lavori,
coordinata da Massimo
Scaffidi anche gli
interventi, dopo il saluto
del sindaco brolese,
Salvo Messina, quello di
Tiziana Granata, dell'Ass.
Cesas Onlus, di Sergio
Todesco antropologo, di
Roberto Princiotta
ricercatore e autore del
libro “La terra di Piraino”,
di Gianni Giuffrè esperto
cultura del Comune di
SantʼAngelo di Brolo, di
Salvatore Granata
(Legambiente), e Nino
Bartuccio, fotografo.
È prevista la presenza di
Antonio Zichichi,
assessore regionale ai
Beni Culturali.
posterweekend
centonove
domenica 24
Palacultura
Antonello ore 18
MESSINA. Neu
Fest al Centro
Multiculturale
Officina
(Via Croce Rossa
67 - 69) ore 23.00
DJ Set di Enzo
Russo,
Andrea Scarfì e
Giorgio G.
MESSINA. Biografia della
peste con Francesco
D'Amore e Luciana
Maniaci.
Sala Laudamo - ore 17.30
MESSINA. Che notte,
quella notte! con Enrico
Guarneri e Patrizia
Pellegrino, Espressione
Teatro 2013.
Teatro Annibale Maria di
Francia - ore 21
MESSINA. Pompeo Oliva
e Angelo Campolo
presentano il libro “Senza
nome” di Giovanni
Merenda. Feltrinelli Point
ore 19
MESSINA. Mutamenti
della materia
Monte di Pietà
ore 18 - 20
mostra personale di Stello
Quartarone
Ade” e, nel 2011, “Artista da Giovane”. Oggi, e
continuativamente fino al 7 aprile, alla Sala
Strheler del Biondo, è la volta di “Telemachia,
Ulyssage #3”, scene e costumi di Enzo Venezia, in
scena Sergio Basile, Domenico Bravo, Luigi
Mezzanotte. «Questo mio nuovo spettacolo –
spiega il regista -, andando oltre ciò che viene
narrato nel libro, racconta dellʼallontanamento di
Stephen da
Mulligan, della
sua estraneità al
lavoro di
insegnante in una
scuola diretta da
un preside gretto
e razzista,
dellʼinfedeltà di
Molly che
costringe Bloom a
vagare tutto il
giorno con il peso
del tradimento nel
cuore, del
sentimento diffuso
contro gli Ebrei,
dellʼincontro tra Bloom e Stephen, del loro ritorno a
casa di Bloom e della loro separazione. Materiale
sufficiente per una nuova odissea, la maggior parte
della quale, accade dentro la mente. Al centro di
tutto infatti sopravvivono qui le meditazioni di
Dedalus e Bloom condotte in gran parte nei loro
momenti più intimi e solitari, entrambi in forte
relazione con lʼacqua, quella anti-eroica
dellʼHammam per Bloom, e quella lirica della
spiaggia di Sandycove per Dedalus. Punto di
partenza è lʼAmleto, forse parallelismo più forte
dellʼOdissea, o almeno per me, più significativo. E
di Shakespeare si discute a lungo nella tesi di
Dedalus che il poeta inglese in realtà sia il padre
consustanziale del principe e che questi sia quindi
Hamnet, il vero figlio del poeta morto a undici anni.
E Dedalus, il dublinese malinconico, in ribellione
contro il suo ambiente, alla ricerca di un padre,
vestito di nero per lutto, somiglia ad Amleto, se non
altro perché lʼuno e lʼaltro errano come ombre,
monologando su argomenti esistenziali, alla ricerca
della loro vita desiderata ma perduta».
musica
Nabucco apre le celebrazioni verdiane
PALERMO. Venerdì 23 alle
20.30 al Teatro Massimo di
Palermo, prendono il via le
celebrazioni per il bicentenario
della nascita di Giuseppe Verdi.
Si comincia con il "Nabucco",
terza opera del compositore di
Busseto, presentata dal
soprintendente Fabio
Carapezza, dal direttore Renato
Palumbo e dall'interprete
principale George Gagnidze.
Carapezza ha illustrato tutte le
attività che vedranno luce in
questo periodo, al Nabucco
seguiranno Aida e Rigoletto, la
mostra "Verdi al Massimo"
espone nella sala pompeiana
bozzetti, costumi e figurini
provenienti dall'archivio del
Teatro ed è curata dal critico
martedi' 26
lunedì 25
d'arte Sergio Troisi. E, ancora, i
concerti verdiani di maggio e
"Bianco, rosso e Verdi", un
itinerario per i ragazzi delle
scuole che impareranno a
conoscere il meglio dei
capolavori verdiani. Il
soprintendente ha definito le
iniziative "trame verdiane",
sottolineando il rapporto speciale
che Palermo ha con il
compositore, le cui opere hanno
scandito tutti gli appuntamenti
più importanti del Massimo fin
dal suo nascere. Particolare
spazio si è dato alle tavole in
stoffa realizzate dall'architetto
Filli Cusenza, un artista che da
anni lavora con la "fiber art", e
che illustrano con maestria le
principali opere verdiane.
MESSINA. Il jazz e le
canzoni. Con Luciano
Troja al piano - Aula
Magna Maurolico ore 17.
MESSINA. Immagine
e scrittura. Mostra
dedicata alle icone
bizantine realizzate a
Messina
Museo Regionale
ore 9 - 19
22 MARZO 2013
mercoledi' 27 marzo
MESSINA. Artist in
progress - Gradiva
Arte ore 10 - 20
mostra personale
dell'artista Lanza
MESSINA.
Mutamenti della
materia
Monte di Pietà
ore 18 - 20
mostra personale di
Stello Quartarone
TORREGROTTA
C'è Vento 2.0.
concerto a cura di
Settentrionale
Sicula, con
22Quartiere,
Chameleon Duo,
Funny Boys.
Rockerilla Pub
ore 20.15
MESSINA.
Immagine e
MESSINA
giovedi' 28 marzo
scrittura. Mostra
dedicata alle icone
bizantine realizzate
a Messina
Museo Regionale
ore 9 - 19
MESSINA.
Mutamenti della
materia - Monte di
Pietà ore 18 - 20
personale di Stello
Quartarone
MESSINA.
Immagine e
scrittura. Mostra
dedicata alle
icone bizantine
realizzate a
Messina
Museo
Regionale
ore 9 - 19
MESSINA. Artist
in progress -
Gradiva Arte ore
10 - 20
mostra personale
dell'artista Lanza
MESSINA.
Mutamenti della
materia
Monte di Pietà
ore 18 - 20
mostra personale
di Stello
Quartarone
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Chianti da non perdere
Romeo e Giulietta
“Ricerca” d’amore
Un nuovo viaggio nelle arti
e nei mestieri del teatro
MESSINA. La storia dʼamore più popolare di ogni tempo e luogo sarà oggetto del bando di prossima pubblicazione per partecipare al nuovo laboratorio di ricerca teatrale della compagnia Daf – Teatro dellʼEsatta Fantasia, presieduta da Giuseppe Ministeri. A
partire da maggio prenderà il via la prima parte del progetto “Romeo, Giulietta e la Città”. Saranno tre i percorsi artistici, e riguarderanno la recitazione, la scenografia e la scrittura. “Si tratta di una sfida, ovvero di
attraversare la vicenda dei due giovani amanti per indagare unʼaltra grande protagonista del testo, la città
- raccontano Annibale Pavone e Angelo Campolo,
ideatori del progetto - Verona infatti è il luogo cardine
dellʼazione del dramma di Shakespeare, per le lotte
sociali che la attraversano e lʼincapacità di trovare pace e accordo tra i cittadini, un tema dallʼevidente e assai attuale richiamo. Poi ancora per la sua particolare
geografia scenica che fa cambiare vorticosamente
ambientazione alla storia, come fosse un film, tra strade, stanze di corte, saloni, balconi, sgabuzzini, chiese
e cortili. Una città che, in ultimo, si fa protagonista quando Romeo viene esiliato. Ed infatti lʼallontanamento da
Verona sarà la causa ultima della fine tragica dei due
amanti. La costruzione di questa città sotto tre punti di
vista (attoriale, scenico e drammaturgico) sarà oggetto del nostro laboratorio”.
Una sfida dunque che si aprirà alla scenografia, attraverso un gruppo guidato da Francesca Cannavò, che
seguirà contestualmente il lavoro degli attori, con incursioni nello studio della fonica e dellʼilluminotecnica
a cura dei responsabili di Artesicilia: Gaetano Leonardi e Lorenzo Tropea. Ed infine la scrittura che si avvarrà della collaborazione di Tino Caspanello che nel
mese di maggio terrà un incontro preparatorio alla
creazione di un gruppo di lavoro che prenderà avvio a
settembre. La compagnia è reduce dai tre anni di laboratorio teatrale “Il Gioco più Serio”, durante i quali,
utilizzando a pretesto lʼopera di Shakespeare, sono
state coinvolte più di cinquanta persone oltre ad attori professionisti e maestri della scena come Abbondanza, Scaldati e Vetrano/Randisi. Un confronto aperto e costruttivo con la fantasia e lʼemozione dellʼesperienza teatrale che ha portato alla messa in scena di
due spettacoli: Orchestra Shakespeare nel 2011 e
Tempesta nel 2012.
pagina 37
SONO TANTI I CHIANTI Classico che mi hanno colpito durante durante la Chianti Classico Collection alla Stazione
Leopolda a Firenze eccone un altro gruppo che vi consiglio
di andare a cercare in enoteca. Chianti Classico 2010 Castello di Radda, etereo, fine, si presenta con aromi dolci, speziati e di frutta matura mentre allʼassaggio è inteso e persistente. Chianti Classico 2010 Fattoria Nittardi un bel naso
che esalta lʼeleganza di questo vino, ampio e sfaccettato al
naso in bocca ha frutto dolce e succoso e un bel finale lungo e persistente. Chianti Classico 2010 Fontodi un altro fuoriclasse ricco al naso dove si inseguono spezie, note agrumate e minerali e frutta come ribes e more in bocca è ampio
e ben giocato tra fresca acidità, una bella architettura tannica e tanto frutto. Chianti Classico 2010 Le Cinciole frutta rossa su un fondo di erbe mediterranee e fiori di campo, tanto
equilibrio e tannini fitti e nervosi al bicchiere.
Chianti Classico 2010 Querciabella chinotto, erbe e piccola
frutta a bacca nera, ampio, ricco di tannini nobili e finale lunghissimo, uno dei migliori vini biodinamici dʼItalia. Chianti
Classico 2010 Villa di Geggiano di piacevolissima beva questo vino ben tenuto su al palato da tannini ed acidità ricco di
frutto, spezie orientali e fiori al naso. Chianti Classico 2009
Castellʼin Villa grande classico questo vino con le sue note
di macchia mediterranea, humus, frutta a bacca scura matura, morbido, elegante e dal bel finale sapido allʼassaggio.
Chianti Classico 2009 Le Ellere, Castello di Albola, complesso, fine, in equilibrio tra struttura e tannini ancora indomiti, naso fruttato, floreale arricchito da una bella vena minerale. Chianti Classico 2009 MythicuM, Castello di Cacchiano ampio, strutturato in perfetto equilibrio tra corpo pieno e vibrante e tannini ancora in progressione, fitto e persistente al naso.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Ciauna
ANTICO DOLCE PASQUALE che costituisce un patrimonio tradizionale dellʼarea tirrenica messinese.
Ingredienti: per la pasta:1 kg di farina, 300 g di zucchero,
100 g di burro, 15 g di bicarbonato, 4 uova, 2 cucchiai di vermouth, 1 cucchiaio di strutto, 1 bustina di lievito per dolci.
Per realizzare il ripieno: 1 kg di ricotta, 300 g di zucchero, 10
g di cannella in polvere, 2 tuorli d'uovo, 1 limone, 1 cucchiaio
di miele
Versare la farina sul piano da lavoro, disporla a fontana e
nella fossetta al centro rompere le uova intere sbattendole
leggermente con una forchetta. Aggiungere lo zucchero, lo
strutto, il burro, il bicarbonato, la bustina di lievito e il vermouth. Versare anche il latte e lavorare fino a ottenere un
impasto abbastanza consistente. Stendere e ritagliare dei
dischetti circondandoli con un rotolino di pasta come bordo.
Per il ripieno mescolare la ricotta con lo zucchero, i tuorli
dʼuova, la scorza di limone, la vanillina, la cannella e il miele. Riempire i dischetti con la ricotta e
cuocere in forno. Infine spolverizzare
con la cannella.
Disio Hostaria
C.da Romeo (Parco degli Ulivi)-98049 Villafranca Tirrena (Me)
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posterlettere&...
22 MARZO 2013
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
Proprietà privata
MESSINA. Dicesi "Proprietà privata" un luogo
privato, dove non si può
accedere senza il consenso del proprietario. A
Messina questo status
appartiene ai luoghi, cosiddetti "Demaniali", cioè quei luoghi che hanno il
mare, la spiaggia, gli ombrelloni e
quant'altro. Più precisamente quel
tratto di strada che va dalla Risacca dei
due Mari, al Calasole, e quindi sulla
strada di Torre Faro. Questo vuol dire,
che se tu, anonimo cittadino, vuoi farti un bagno, o semplicemente scendere in spiaggia, non lo puoi fare, a meno che, tu non conosca qualche proprietario di queste proprietà privata,
che invitandoti a casa sua, ti consente
di farti il bagno.
E se sei un turista? Oppure semplicemente non conosci nessuno, oppure
vuoi stare in spiaggia da solo? Non è
possibile! Vai in un altro mare! Qui, tutto è recintato, giardini abusivi, posto barca che con il tempo si sono trasformati
in ville con giardino, muri di contenimento che con il tempo diventano piscine, sedie a sdraio che per miracolo si
trasformano in Lidi balneari, addirittura
posti auto con tanto di passi carrabili! Allucinante. E tutto sul Demanio, o sugli
accessi al mare. Quindi se voglio farmi
un bagno, o prendere il sole sulla spiaggia, oppure farmi una semplice passeggiata devo comprarmi un pezzo di spiaggia, recintarlo piantare due piantine di
pomodori e zucchine e così mi faccio il
bagno?!?
Ma prendiamo dei carrarmati e distruggiamo tutto oppure facciamo fare, dal
Comune, un'isola pedonale unica, per
questa zona, dividendo chiaramente i
residenti, in quelli di fascia A e quelli di
fascia B a secondo se hanno l'accesso
al mare oppure no. Ma la parola Demanio a Messina cos'è un "Optional"? Ed il
mare a Faro è un bene privato? E la
spiaggia? E quindi il Far , con il tempo
cosa diventerà? Un paese privato? Boh!
Chi può faccia qualcosa! Questa estate
voglio farmi il bagno, e con me altre centinaia e centinaia di bagnanti!
DISCUTIAMONE
HERITAGE di Sergio Bertolami
Nonno libero contro
la sanità «azienda»
L’altro Francesco
della Compagnia
MESSINA. Qualche sera fa, facendo zapping, ho sentito qualche battuta della
serie “nonno Libero”. Una trasmissione semplice, forse banale ma pulita, senza
violenze, sangue, kamasutra in tutte le salse etc. Ebbene il non più giovane
dott. Martini è alle prese con la nuova proprietà della clinica ed è scontro. La
figlia viene licenziata perché la sua specialità “Neuropsichiatria Infantile”rende
poco. Lo so bene, per esperienza personale, la disabilità non rende. Il padre è
costretto a dismettere il camice bianco ed ad indossare un improbabile camice
violetta, come tutti gli altri medici. Si propongono esami inutili e costosissimi “ a
pacchetto”, “paghi due, prendi tre”. I medici sono costretti a visitare di nascosto
i pazienti che non possono pagare. Quelli che pagano non sono pazienti ma
clienti, a cui va venduto “il prodotto” che non è un detersivo ma la salute. Un
panorama eccessivo? Forse. Non troppo lontano da certe realtà. Ora molti
cominciano a capire che la visione economica esasperata, produce solo guasti.
Agli inizi dellʼera “sanità azienda” è stato un lavaggio del cervello: fiumi di
budget, governance, ottimizzazione, efficienza, efficacia, economia, utentecliente, concorrenza tra pari, etc, etc. In nome dellʼeconomia tagli verticali e
sprechi aumentati. I risultati si leggono ogni giorno sulla stampa. Del paziente
non parla quasi più nessuno. Lo sventurato che si trova improvvisamente
catapultato nel pianeta malattia, non vuol sapere quanto costa al giorno, se il
suo DRG è conveniente o è un peso per il budget, vuole solo essere curato, se
possibile, guarito e tornare alla sua vita normale. In tutta questa danza panica
in nome del risparmio non sono diminuiti scandali, ruberie,
corruzione, è diminuita, almeno alle nostre latitudini,
la reale offerta di sanità. Come si spiegherebbe
diversamente lʼaumento della spesa per mobilità
passiva? Dal Sud verso il Nord, ovviamente.
Certo non mancano le eccellenze neanche al
Sud, ma qualcosa non va nellʼingranaggio.
Molti ospedali e non solo quelli utili come
emblema del politico locale e basta, sono stati
chiusi. Il personale è stressato, i giovani restano
precari a vita, (quando riescono a diventare
precari,) chi può fugge verso la
pensione, il rapporto di fiducia
medico-paziente è ormai affidato
al consenso informato, agli
avvocati, ai Tribunali. La crisi
economica mondiale ha fatto
il resto. Assunzioni bloccate,
risorse tagliate, unità
operative accorpate e
quantʼaltro. Nessuno ha la
bacchetta magica tanto
meno i nostri non più ben
amati politici ma il malato
non è né ricco né povero, nè
colto né ignorante, è un
uomo che ha il diritto di essere
curato nel migliore dei modi.
ECOLOGIA E AMBIENTE
Pasquale Russo
centonove
Lino Banfi protagonista di Nonno Libero
MESSINA. Nella la stravagante gara dei primati, Francesco I è sicuramente il primo pontefice non europeo, il
primo proveniente dal continente americano, il primo gesuita, il primo
ispirato a chiamarsi come il poverello di
Assisi, «lʼuomo – a dire del santo padre –
che ama e custodisce il Creato». Tale decisione ha suscitato ammirazione e stupore. Ammirazione, per il riferimento ad
una povertà testimoniata, ad una apertura al dialogo con popolazioni dalle condizioni miserrime o con differenti religioni.
Stupore, perché questa scelta si deve a un
gesuita. Il richiamo ad un altro santo, qual
è Francesco Saverio, fa invece parte dellʼintimità profonda del papa, come di ogni
chierico regolare dellʼordine. S. Francesco Saverio è infatti, con S. Ignazio di
Loyola, tra i fondatori della Compagnia di
Gesù, nata il 15 agosto 1534 nella chiesa
di Saint Pierre di Montmartre a Parigi. Ai
voti di obbedienza, povertà, castità, hanno associato lʼimpegno di apostolato itinerante. A proposito dellʼattività educativa e missionaria, è utile ricordare che i gesuiti giunsero a Messina tredici anni dopo
la fondazione, su richiesta del Senato cittadino e incitamento del viceré Jean De
Vega. Tra il1547 e il 1767 la città si troverà
a contare ben sei distinti complessi architettonici della “Societas Iesu”. Nel 1634
Pietro Balsamo e la moglie Francesca
Aragona destinarono beni per la costruzione della Casa di Terza Probazione, intitolata proprio a S. Francesco Saverio. La
costruzione sorgerà in prossimità delle
mura, tra Mosella e San Raineri. Servirà a
far completare le prove degli scolastici,
che dopo almeno dieci anni nella Compagnia potranno acquisire il titolo definitivo
di professi. Il collegio non durerà a lungo:
sparirà nel settembre del 1684, tra le demolizioni «per farsi Piazza dʼarmi» sul piano di Terranova. In memoria il nome di S.
Francesco sarà dato a uno dei bastioni
della imperiosa Real Cittadella. È un piccolo frammento di storia messinese che ci
lega allʼopera dei padri gesuiti e al nuovo
pontefice.
[email protected]
di Anna Giordano
Prg Messina e follie collettive
PER CASO HO RILETTO le linee guida per il nuovo Piano
Regolatore generale del comune di Messina, che –
contraddizioni a parte e ponte a parte – sembrerebbe
quasi essere frutto di illuminati ambientalisti dellʼera
moderna. Peccato che la realtà sia diversa e che
nellʼattesa di un futuro PRG, le ruspe continuino a
sbancare senza remore pezzi di colline occupando nuovo
suolo e radendo al suolo vegetazione importante anche se
agli occhi dei più sembra erbaccia, anche ai presunti
esperti a vario titolo che hanno nel tempo avallato scempi
su scempi. Peccato che nel frattempo si presentino piani
quadro, piani esecutivi, PIAU, PUM e altre sigle scognite
che di contenuto hanno però nuove aberranti occupazioni
di suolo e di mare. Peccato però che i cittadini, non tutti ma
gran parte, siano indifferenti alle sorti della città quasi
quanto e più di chi lʼha amministrata in
questi anni e che se anche siano decisi a
far valere un minimo la loro parola o la
loro indignazione, sbattano con muri di
gomma, silenzi assordanti, mancanza di
informazioni. Già, che dire del comune di
Messina che ancora oggi si ostina a non
mettere on line le Valutazioni di Incidenza, quasi tutte non
rispettose delle norme vigenti e quasi tutte approvate, con
poche eccezioni? che dire della mancata visione
complessiva del territorio che vede da un lato gridare
allʼerosione costiera, dallʼaltro promuovere il porticciolo di
Grotte, quello di Mortelle poi quello di Orto Liuzzo ed infine
il porto canale di Via Santa Cecilia che, ci rassicura il
geologo, non pone barriere a mare, visto che si
scaverebbe semplicemente in città, rimanendo sulla linea
di costa? Non ci sentiamo affatto rassicurati, per nulla,
visto che siamo ormai alla follia collettiva che vede il
pagina 38
perseverare del pensiero che il territorio, qualunque cosa
noi si faccia, si debba adeguare senza reagire. Come se le
acque del mare siano esenti dagli effetti delle nuove
strutture, come se il materiale di scavo (centinaia di
migliaia? milioni di mc? quanti? ) fosse un secchiello da
svuotare e non centinaia, migliaia, decine di migliaia di
viaggi camion da e per la discarica, a proposito, dove?
Come se il pensiero che si applica ad un progetto debba
essere sempre settoriale, privo della visione di insieme che
fa invece di questi progetti un problema gigantesco
assicurato per tutti, nessuno escluso. Peccato poi che a
pagare i danni sia sempre la collettività, che siano i camion
che portano pezzi di città da svuotare chissà dove per fare
il porto canale o che sia il fantasmagorico porto di Grotte e
poi lʼerosione si mangia tutto. Sono stufa di fare
lʼambientalista, ma siccome mi indigno ancora e ho,
nonostante tutto e molti ancora speranza, continuo, con
buona pace di chi vorrebbe che smettessi.
poster...commenti
centonove
LETTERA APERTA di Giovanni Frazzica*
ELIODORO
Pd, cari segretari vi scrivo
Lettera aperta al Segretario
provinciale e comunale del Pd di
Messina
CARO BARTOLOTTA, Caro
Grioli,
a seguito dellʼultima riunione di
Direzione, conclusasi come a voi
noto senza lʼapprovazione di alcun
documento per la verificata
mancanza di numero legale, ho
letto su alcune agenzie di stampa
che si sarebbe invece deliberato di
dare il voto alle primarie ai
sedicenni ed agli extra-comunitari.
Ferma restando la inesattezza
della notizia, vorrei ribadire e
meglio specificare alcune
perplessità che ho esposto nel
corso del mio intervento. La
immissione nei ruoli dei votanti alle
primarie di soggetti che non fanno
parte del corpo elettorale che ha la
titolarità legale per eleggere il
sindaco crea di fatto una
alterazione di quella che sarebbe
la condizione conforme alla legge
(18 anni di età e cittadinanza e
residenza) se non venisse
introdotta questa artificiale
modifica. Se in corso dʼopera, ad
elezioni avvenute con
lʼintroduzione di questa norma, un
candidato dovesse prevalere sul
suo diretto avversario proprio in
virtù della acquisizione di un
elettorato che nelle elezioni reali
risulterebbe ininfluente, il
soccombente si sentirebbe
fortemente beffato e mortificato,
con conseguenze che non
potrebbero essere riassorbite in
poco tempo. Ma volendo
esaminare la questione
dellʼallargamento della base del
consenso, che è un aspetto
sempre utile e positivo da tenere in
considerazione da parte di un
partito popolare e democratico,
considerato che alle ultime elezioni
regionali il 53% degli aventi diritto
al voto, ultra diciottenni e cittadini
regolarmente iscritti nelle liste
esigenze che
emergevano.
Neanche i soldi
mancavano, come
appare chiaro dai
casi Lusi, Lega, er
Batman etc. Eʼ
questa la grande
colpa di chi ha
guidato la politica,
che oggi ci porta alla
impossibilità di fare
un Governo ed alla
continua difficoltà di
trovare allʼinterno
dei partiti persone
adeguate per
ricoprire incarichi
istituzionali, tantʼè
Totò nel film di Sergio Corbucci “Gli onorevoli”
che giunti al
momento clou, cʼè
sempre lʼesigenza di ricorrere a
elettorali, ha disertato le urne,
tecnici o ad anime belle del mondo
perché il Pd non fa uno sforzo per
della cultura e dello spettacolo. Dire
recuperare quegli elettori? Perché
oggi che si è espressione di un
non si attrezza per diventare
partito politico, anche del blasonato
momento di formazione per i
Pd, in alcuni ambienti e diventato
giovani, facendoli diventare
cittadini consapevoli, piuttosto che disdicevole. In un ambito circoscritto,
quale è la Città di Messina, in cui cʼè
mandarli allo sbaraglio a votare, a
in gioco ancora la nostra presenza e
sedici anni, per questo o per quel
la nostra responsabilità, dovrebbe
candidato? Che senso ha tutto
essere fatto uno sforzo per rimettere
questo? Siamo al votʼAndonio di
in piedi un soggetto politico credibile,
Antonio La Trippa o vogliamo
in grado di dare risposte alla gente e
diventare punto di riferimento per
di riattivare attraverso unʼopera di
la comunità messinese? Sono in
intensa attività politica sul territorio il
gran parte dʼaccordo con il prof.
dialogo con lʼelettorato perduto, ma
Marco Revelli che nel suo saggio
anche con nuove fasce di cittadini,
“Finale di partito” analizza la
come appunto anche i sedicenni o gli
mutazione della struttura partitica
rispetto alla realtà sociale, per cui è extra-comunitari. Per fare ciò
occorre partire problemi reali e
chiaro che non possiamo più
immaginare un Partito “organizzato studiare un insieme di soluzioni da
come unʼimpresa fordista”. Tuttavia sottoporre alla gente come proposte
sulle quali offrire un impegno corale
cʼè un dato che a Revelli, come
del Partito. Facciamolo ed io sarò
asettico studioso poco importa,
insieme a voi, se invece si cercano
mentre a chi avverte il senso ed il
facili scorciatoie ed effetti speciali,
peso della militanza e la passione
incomincerò a prendere in
per la politica interessa: i partiti
considerazione lʼidea di impiegare
hanno avuto tutti i mezzi e tutti gli
diversamente il mio tempo.
strumenti per monitorare la
trasformazione della società ed
* Direzione provinciale Pd
adattare le loro funzioni in
Messina
corrispondenza delle nuove
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Cani, sos per l’ex macello
MESSINA. Il rifugio dell'ex macello di Via Don Blasco è
al momento la casa di una novantina di cani che, se non
fossero accuditi dai ragazzi che si alternano durante la
settimana, non avrebbero nessuno a prendersi cura di
loro. I volontari fanno fronte ai problemi degli ospiti al
meglio delle risorse a propria disposizione ormai da
anni, ma le ultime settimane sono state particolarmente
delicate, visto che, dopo i risultati delle analisi effettuate
dall'ASL sugli esemplari assistiti, era forte il rischio che
la struttura venisse sgomberata in tempi brevi. Non era
escluso che i soggetti risultati sani venissero liberati sul
territorio nonostante i rischio del ritorno in strada.
L'allarme pare essere adesso rientrato, dal momento
che per procedere alla reimmissione in libertà di un
cane non basta dichiararne la sana e robusta
22 MARZO 2013
costituzione: secondo la legge regionale
n. 15 del 3 luglio 2000 gli altri requisiti
sono indole docile, piccola o media taglia,
provenienza da zona accertata, non
appartenenza a razze potenzialmente
pericolose, adattabilità al randagismo e
per i quattrozampe dichiarati in buono stato non è stato
possibile garantire la presenza di tutte le caratteristiche
richieste. Bloccata quindi qualsiasi prospettiva di
sequestro del plesso ed immediato trasloco degli attuali
“inquilini”. A Messina, tuttavia, la questione
dell'assistenza ai cani di strada rimane problematica,
data la saturazione del canile Millemusi di Castanea e la
mancanza di un'adeguata struttura comunale. Solo
trovare un posto migliore garantirebbe ai cani di vivere
senza il pericolo di subire decisioni e soluzioni
avventate. Chiunque possa aiutare contatti
[email protected].
pagina 39
La piazza al cioccolato. Amaro
CATANIA. Squilli di tromba
e rulli di tamburo. Tutta la
città, dai ragazzi in cerca di
nuovi spazi d'aggregazione
agli ambientalisti d'assalto,
si sono riversati in massa
per partecipare ed essere
protagonisti
dlell'inaugurazione della
nuova piazza Abramo
Lincoln, da sempre terra di
nessuno, abbandonata e
trascurata, chissà perchè,
nonostante la sua centralità.
lavori eseguiti, grazie ad un
accordo con il Comune, da
un imprenditore privato,
titolare di un' affolatissima
cioccolateria. Dopo il taglio
del nastro, benedizione e
buffet, sorrisi per la stampa e
frasi di circostanza, le
immancabili polemiche,
anche giustificate. Lavori
eseguiti forse troppo in fretta
e forse seguiti da un
capocantiere distratto. La
piazza, bella a vedersi da
lontana, ma buia, è una sorta
di percorso di guerra, piena
di rischi e trappole per
bambini e anziani. Dal giorno
dopo è già transennata.
Lavori, ancora, in corso.
150 PAROLE DA PALERMO
Mezzocielo, scrittura al femminile
IL TITOLO TRAE origine dal fatto che lʼuniverso femminile è
lʼaltra metà del cielo: “Mezzocielo” è appunto il nome della rivista bimestrale che offre unʼanalisi della società siciliana e
nazionale mediante una pluralità di voci “rosa”. La rivista è
stata fondata a Palermo nel 1991, da un gruppo di donne, Carla Aleo Nero, Letizia Battaglia, Silvia Ferraris, Simona Mafai,
Rosanna Pirajno. In questi anni, le sue pagine hanno ospitato voci di denunzia contro la mafia, contro la corruzione, i privilegi, le disuguaglianze. Voci laiche e pluraliste che hanno
offerto e continuano a offrire un confronto pubblico sui grandi temi del nostro tempo, alla ricerca di unʼetica, laica e femminista, condivisa ovviamente anche dallʼuniverso maschile. Dobbiamo anche a “Mezzocielo” la difesa dei principi di libertà della donna e dei più deboli, nella continua ricerca di
una sempre maggiore attuazione, per tutti i cittadini, dei diritti civili e di una effettiva uguaglianza.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Messina come bene comune
MESSINA. “Messina, forma di vita in comune” è un documento
scritto (si trova su facebook) da un gruppo di intellettuali
messinesi (Gianfranco Ferraro, Luciano Marabello, Emilio
Raimondi, Gino Sturniolo) per porre la questione dei “beni
comuni” al centro delle prossime elezioni amministrative. Il
documento propone “lʼistituzione di un Assessorato ai Beni
Comune e un percorso articolato per decidere i modi di
coinvolgimento dei cittadini, attraverso lʼadozione di un
regolamento comunale di uso in comune dei beni e dei luoghi
comuni della nostra città: così come già fatto del resto, e
istituzionalizzato, in alcune città del nostro Paese”. Gli autori del
testo scrivono inoltre: “chi ha chiesto ai messinesi il permesso
di chiudere lʼaccesso al porto e di sottrarre di fatto alla città il
suo rapporto con il mare? E quando è stato chiesto a messinesi
di rendere progressivamente privato lʼattraversamento dello
Stretto? Chi li ha interpellati sul destino del Teatro in Fiera e chi
ha chiesto loro di poter decidere, direttamente, il destino della
cittadella fieristica? Chi ha chiesto il loro parere sulla vocazione
e sulle ipotesi di trasformazioni speculative del quartiere storico
del Tirone? Chi ha chiesto ai messinesi, in una parola, di poter
decidere che città volevano?” Per poi concludere: “come
reagire alla sistematica espropriazione di luoghi di democrazia,
di scelta, come reagire cioè allʼespropriazione che Messina
vive ormai da decenni? E come rendere quindi possibili,
praticabili delle “scelte” consapevoli e partecipate sulla forma
della città da parte dei messinesi? Domande veramente cruciali
che speriamo trovino uno spazio adeguato di riflessione anche
in campagna elettorale.
[email protected]