Indagine sulle zone umide di importanza naturalistica della

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Indagine sulle zone umide di importanza naturalistica della
Indagine sulle zone umide
di importanza naturalistica
della Provincia di Lucca
Schede descrittive sintetiche
Programma cofinanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
Programme cofinancé par le Fonds Européen de Développement Régional
Provincia di Lucca | Indagine sulle zone umide di importanza naturalistica della Provincia di Lucca | Schede descrittive sintetiche
COORDINAMENTO
NEMO Nature and Environment Management Operators Srl
GRUPPO DI LAVORO
Cristina Castelli
Alberto Chiti Batelli
Linda Colligiani
Barbara Lastrucci
Leonardo Lombardi
Paolo Sposimo (NEMO srl)
Per le preziose informazioni fornite, ringraziamo:
Antonio Bartelletti e Emanule Guazzi (Parco Regionale delle Alpi Apuane)
Alessandra Sani
Roberto Pellegrini
Luca Puglisi
Iacopo Simonetta
Barbara Vietina
Stampato in occasione del Convegno ZOUMgest organizzato
dalla Provincia di Lucca in Palazzo Ducale il 15 giugno 2010
INDICE DELLE SCHEDE
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34
36
38
Torbiera di Lamarossa
Laghi di Cella
Lago di Pontecosi
Lago del Bagno
Torbiera del Monte di Roggio
Padule di Fociomboli
Palude di Mosceta
Padule di Puntato
Pian di Lago e Pian di Corte - m. Palodina
Piano di Gorfigliano
Lago di Casoli
Lago di Porta
Zone umide della Versiliana
Il Giardo
Cave di Viareggio
40
42
46
48
50
52
56
58
60
62
64
66
68
70
74
Bonifiche di Bozzano e Montramito
Lago e Padule di Massaciuccoli
Lame della Macchia Lucchese
La Costanza
Prati di Farneta
Lago di Sibolla
Sfagnete del Monte Pisano
Bottacci di Massa Pisana
Prati alle Fontane
Ozzoretto e Boschetti Igrofili
Padule di Verciano
Padule di Massa Macinaia
Alla Spinetta
Padule di Bientina
Bosco dei Comunali
ELENCO DELLE ZONE UMIDE SELEZIONATE
NOME
Torbiera di Lamarossa
SIR
Zona MedWet
§
Area Protetta
Comune
San Romano in Garfagnana
§
Laghi di Cella
Castiglione di Garf.na
Lago di Pontecosi
Castelnuovo Garf..na, Pieve Fosciana
lago del Bagno (o di Prà di Lama)
Pieve Fosciana
Torbiera del Monte di Roggio
§
Padule di Fociomboli
§
Palude di Mosceta
§
Vagli di Sotto
§
Stazzema
§
§
Stazzema
Padule di Puntato
§
§
Stazzema
Pian di Lago e Pian di Corte (M. Palodina)
§
§
Gallicano
Piano di Gorfigliano
§
§
Minucciano
§
Lago di Casoli
Lago di Porta
Bagni di Lucca
§
§
§
Pietrasanta
Zone umide della Versiliana
Pietrasanta
Il Giardo
Camaiore
Cave di Viareggio
Massarosa
ELENCO DELLE ZONE UMIDE SELEZIONATE
NOME
SIR
Zona MedWet
Area Protetta
Bonifiche di Bozzano e Montramito
Comune
Massarosa
Lago e Padule di Massaciuccoli
§
Lame della Macchia Lucchese
La Costanza
§
Massarosa
§
§
Viareggio
§
§
Massarosa , Lucca
§
Prati di Farneta
Lucca
Lago di Sibolla
§
§
Sfagnete del M. Pisano
§
§
Bottacci di Massa Pisana
§
Capannori
Prati alle Fontane
§
Lucca, Capannori
Ozzoretto e boschetti igrofili
§
Lucca, Capannori
Padule di Verciano
§
Lucca, Capannori
Padule di Massa Macinaia
§
Capannori
§
Lucca
Alla Spinetta
Padule di Bientina
Bosco dei Comunali
Altopascio
Capannori
§
§
§
Capannori, Bientina
Montecarlo
ZONE UMIDE PUNTUALI MERITEVOLI DI APPROFONDIMENTO DI INDAGINE
NOME
Specie segnalate
Potenziale interesse
Comune
Lago della Bega (M. Argegna)
Tritone alpestre
Flora igrofila
Minucciano
Sella di Campaiana
Flora igrofila
San Romano in Garfagnana
Passo Sella
Pozze effimere di origine carsica
Vagli di Sotto
Monte Pisano - Rio San Pantaleone
Ontano nero, Osmunda regalis
Capannori
Stillicidi tra Retignano e la Risvolta
Stazioni di Anagallis tenella
Stazzema
Reticolo idrografico Lammari – Marlia
Flora igrofila
Capannori
Le schede
Torbiera di Lamarossa
Comune
San Romano in Garfagnana
Estensione
1,39 ha
Altitudine massima
1.458,4 m
Altitudine minima
1.448,1 m
Rete Natura 2000
SIR (SIC) IT5120003 “Parco dell’Orecchiella – Pania di Corfino – Lamarossa”
(interamente inclusa)
Aree Protette
Riserva Statale “Lamarossa” (intorno di 500 m, parzialmente inclusa)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
La torbiera di Lamarossa, una torbiera di transizione, è la seconda torbiera montana provinciale per estensione. È
caratterizzata dalla presenza di numerose depressioni e di piccoli dossi alternati ad aggallati, costituiti da sfagni o da
apparati radicali di piante quali carici e altre specie. Circondata dal bosco (faggeta), è disposta in leggera pendenza
ed è solcata da rii che confluiscono nel torrente Rimonio, affluente di sinistra del Serchio di Soraggio. Costituisce
un’importante fitocenosi, segnalata nel Repertorio Naturalistico Toscano (“Torbiera delle Sorgenti di Lamarossa”),
ancora di ottima qualità, in cui vegetano numerose rare specie di flora igrofila.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle associazioni Caricetum nigrae e Sphagno-Caricetum nigrae,
e comprendono anche due habitat di interesse comunitario e regionale: 7140 “Torbiere basse di transizione e torbiere
alte ed instabili” e 7240 “Zone umide occupate da torbiere, ricche in basi con formazioni a alti carici (Caricion davallianae)”.
Emergenze floristiche
La ricchezza floristica è notevole e comprende specie di interesse regionale quali Carex davalliana, Carex stellulata,
Eriophorum latifolium, Eriophorum angustifolium, Geum rivale, Pinguicula leptoceras, Swertia perennis, Trichophorum
alpinum e specie rare, di importanza biogeografica, quali Carex otrubae, Crepis paludosa, Viola palustris e cinque
differenti specie del gen. Sphagnum.
Di particolare importanza la stazione di erioforo a foglie strette (Eriophorum angustifolium), presente in Toscana solo
in quattro stazioni montane, tre delle quali presenti in provincia di Lucca, di erioforo a foglie larghe (Eriophorum
latifolium), specie vulnerabile e in forte rarefazione in Toscana, di genzianella stellata (Swertia perennis), genzianacea
vulnerabile in Italia e in Toscana, presente sulle Alpi e in pochissime località dell’Appennino Tosco-Emiliano e di
Trichophorum alpinum, ciperacea cicumboreale che in Italia è diffusa sulle Alpi e, con stazioni isolate e disgiunte,
sull’Appennino Settentrionale.
Emergenze faunistiche
Nell’area sono segnalati il lepidottero di interesse comunitario (prioritario) e regionale Euplagia quadripunctaria,
specie di interesse regionale quali Rana temporaria e il pipistrello di Nathusi (Pipistrellus nathusii), oltre a poche altre
specie meno legate agli ambienti palustri e torbosi tipici di quest’area.
Criticità
L’area è minacciata da cause naturali, quali l’interrimento e l’evoluzione della vegetazione forestale, e da cause
antropiche, quali il prelievo abusivo di sfagno, la raccolta di specie rare e il calpestìo eccessivo del terreno causato dal
turismo escursionistico, in aumento per la presenza di un percorso che attraversa la torbiera e facilitato dalla vicinanza
di una strada sterrata carrabile.
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Laghi di Cella
Comune
Castiglione di Garfagnana
Estensione
0,6 ha
Altitudine massima
1.526,2 m
Altitudine minima
1.465,0 m
Rete Natura 2000
-
Aree Protette
-
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Area umida montana caratterizzata da piccole pozze e da vegetazione igrofila, è situata sul versante meridionale di
Cima La Nuda, a monte della strada statale del Passo delle Radici. Circondata dal bosco (faggeta), è stata recentemente
oggetto di studi vegetazionali, floristici e erpetologici.
Emergenze vegetazionali
È stato appena concluso uno studio vegetazionale nell’area.
Non sono al momento disponibili i risultati di tale studio.
Emergenze floristiche
È stato appena concluso uno studio floristico nell’area.
Non sono al momento disponibili i risultati di tale studio.
Emergenze faunistiche
È stato appena concluso uno studio erpetologico nell’area.
Non sono al momento disponibili i risultati di tale studio.
Criticità
L’area potrebbe subire contrazione d’areale per progressivo interrimento e per l’ingresso di vegetazione arbustiva ed
arborea. Dai risultati degli studi effettuati potranno scaturire ulteriori informazioni in merito alle minacce per l’area.
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11
Lago di Pontecosi
Comune
Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana
Estensione
24,2 ha
Altitudine massima
313,8 m
Altitudine minima
307,3 m
Rete Natura 2000
-
Aree Protette
-
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Bacino artificiale originato fra il 1922 e il 1925 dallo sbarramento, a fini idroelettrici, del fiume Serchio, un chilometro
circa a monte dell’abitato di Castelnuovo Garfagnana. Parte delle sue sponde sono percorribili a piedi. Risulta l’unico
invaso artificiale montano con apprezzabile valore naturalistico, soprattutto per l’avifauna acquatica migratoria e
svernante.
Emergenze vegetazionali
Non sono segnalati habitat o elementi vegetazionali di particolare valore. Nei tratti a monte e a valle del fiume Serchio
è presente l’habitat di interesse comunitario e regionale 3250 “Vegetazione erbacea degli alvei fluviali ciottolosi con
Glaucium flavum”.
Emergenze floristiche
L’area non è stata oggetto di studi floristici.
Emergenze faunistiche
Nei periodi migratori l’area è utilizzata come luogo di sosta di specie acquatiche di interesse comunitario e regionale,
in particolare ardeidi: airone rosso (Ardea purpurea), garzetta (Egretta garzetta), nitticora (Nycticorax nycticorax), sgarza
ciuffetto (Ardeola ralloides), tarabusino (Ixobrychus minutus).
Segnalate anche altre specie di interesse comunitario e regionale, quali il falco di palude (Circus aeruginosus), l’avocetta
(Recurvirostra avosetta) e il martin pescatore (Alcedo atthis). Ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna
acquatica LU0206, censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland
International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro
Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’esistenza del lago è minacciata dal rapido interrimento cui è soggetto; l’inquinamento delle acque, causato da
scarichi civili, impoverisce la naturalità di un ambiente di per sé semi-artificiale.
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13
Lago del Bagno
Comune
Pieve Fosciana
Estensione
1,4 ha
Altitudine massima
369,5 m
Altitudine minima
366,3 m
Rete Natura 2000
-
Aree Protette
-
ID
5
altri nomi: Lago di Pieve Fosciana, Lago di Prà di Lama
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Piccolo lago termale di origine carsica, alimentato da sorgenti di acque calde (37 – 40 °C) clorurato-solfato-sodica.
Le prime notizie relative al lago risalgono al 991 e nel corso dei secoli ha subìto varie trasformazioni, a causa della
sua natura carsica (sprofondamenti, colmamenti, ecc.): nel 1826 il lago, precedentemente scomparso, si è riformato,
subendo successive ulteriori modifiche naturali.
L’area riveste una discreta importanza per la naturalità dei luoghi e per gli aspetti vegetazionali; poco studiata la flora
e, in particolare, la fauna.
Emergenze vegetazionali
Lungo la porzione perimetrale orientale del lago è presente un’ontaneta a ontano nero, riconducibile all’habitat di
interesse comunitario e regionale 91E0 “Boschi palustri a ontano”, habitat prioritario a livello europeo.
Emergenze floristiche
Le specie di flora di maggior interesse sono localizzate nell’ontaneta. Sono segnalate alcune specie di ambienti
palustri o umidi, relativamente comuni a livello regionale, seppur localizzate in ambienti idonei, compresa una specie
di interesse regionale, Galium palustre.
Emergenze faunistiche
L’area è poco studiata dal punto di vista faunistico. Fino al 1971, negli sfagni al fondo di alcune sorgenti, era segnalata la
presenza di un mollusco gasteropode di interesse regionale, Heleobia foxianensis, successivamente non più ritrovato.
Non sono segnalate altre specie animali di interesse regionale.
Ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0209, censita annualmente per il censimento
invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione
dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’area è stata oggetto in passato di sfruttamento delle acque termali, tramite costruzione di piccoli manufatti, in seguito
sprofondati con il mutare della geomorfologia del lago. Analoghi interventi di sfruttamento sono state avanzate nel
recente passato, senza che al momento abbiano avuto concreto sviluppo progettuale. L’instabilità delle dimensioni e
della presenza stessa del lago costituiscono minacce di origine naturale.
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15
Torbiera del Monte di Roggio
Comune: Vagli di Sotto
Estensione: 1,98 ha
Altitudine massima: 991,8 m
Altitudine minima: 970,7 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120013 “M. Tambura - M. Sella” (interamente inclusa)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente inclusa)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
La torbiera del Monte di Roggio, una torbiera bassa, è la più estesa zona umida montana provinciale. Situata sulle Alpi
Apuane, sulle pendici nord-occidentali del M. di Roggio in un’area in leggera pendenza, la sua esistenza è dovuta alla
presenza di acqua freatica e dagli apporti del fosso della Ferraia, affluente di destra del torrente Acqua Bianca, da cui
è attraversata. Ospita un ricco ed importante popolamento di specie di flora igrofila.
Emergenze vegetazionali
L’area non è stata oggetto di studi vegetazionali. Nell’intorno di 500 m è segnalato l’habitat di interesse comunitario e
regionale 9150 “Boschi a dominanza di faggio su substrato basico dell’Europa temperata”.
Emergenze floristiche
Nel sito sono segnalate unidici specie di interesse regionale, tra le quali quali Carex pallescens, Dactylorhiza incarnata,
Eriophorum angustifolium, Epilobium palustre, Epipactis palustris, Eriophorum latifolium, Galium palustre, Menyanthes
trifoliata, Juncus alpino-articulatus, Parnassia palustris.
Di particolare importanza la stazione di orchidea palmata (Dactylorhiza incarnata), presente in Toscana solo in quattro
stazioni (l’altra è il padule di Fociomboli), dell’erioforo a foglie strette (Eriophorum angustifolium), presente in Toscana
in sole quattro stazioni montane, delle quali la torbiera di Monte di Roggio ospita una popolazione di centinaia di
esemplari, e di trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata), specie in forte rarefazione in Toscana, oggi presente in poche
stazioni delle province di Massa, Lucca e Pistoia.
Emergenze faunistiche
Nell’intorno di 500 m è segnalato il lepidottero Coenonympha dorus aquilonia.
Criticità
Non sono segnalate particolari minacce. La vicinanza con una strada carrabile potrebbe favorire una minaccia per una
possibile frequentazione escursionistica, con conseguente calpestìo o raccolta di esemplari di flora.
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17
Padule di Fociomboli
Comune: Stazzema
Estensione: 1,2 ha
Altitudine massima: 1.137,3 m
Altitudine minima: 1.113,0 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120014 “M. Corchia – Le Panie”, SIR (ZPS) IT5120015 “Praterie primarie e secondarie
delle Apuane” (interamente incluso)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Il padule di Fociomboli, una torbiera bassa, costituisce la più estesa zona umida delle Alpi Apuane. Localizzata sui
versanti settentrionali del M.Corchia, è un relitto di un preesistente lago periglaciale e si presenta oggi come un ampio
prato acquitrinoso, con acque stagnanti o debolmente fluenti che convogliano nel Canale delle Fredde, affluente
della Turrite Secca. A qualche decina di metri dallo stesso Padule, in prossimità di Casa La Torretta, è inoltre presente
un ruscello tributario del Canale delle Fredde, in cui sono presenti formazioni erbacee igrofile. Il padule, importante
fitocenosi segnalata nel Repertorio Naturalistico Toscano (“Fitocenosi igrofile del Padule di Fociomboli”), riveste
notevole importanza vegetazionale e floristica.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle classi Molinio-Juncetea, Phragmitetea e ScheuchzerioCaricetea fuscae, e comprendono anche l’habitat di interesse comunitario e regionale 7140 “Torbiere basse di
transizione e torbiere alte ed instabili”.
Emergenze floristiche
Il ricco popolamento floristico, studiato in modo sufficientemente esaustivo, comprende 11 specie di interesse
regionale. Tra le più significative merita citare Dactylorhiza incarnata, Herminium monorchis, Eriophorum latifolium,
Carex stellulata, Epilobium palustre, Epipactis palustris.
Di particolare importanza la stazione di erioforo a foglie larghe (Eriophorum latifolium), specie vulnerabile in Toscana,
qui presente con migliaia di esemplari (segnalato anche per la piccola zona umida presso Casa La Torretta) e di orchidea
palmata (Dactylorhiza incarnata), presente in Toscana solo in quattro stazioni. Di notevole interesse fitogeografico
anche la stazione di orchidea ad un bulbo (Heminium monorchis), unica stazione regionale della specie.
Emergenze faunistiche
Le uniche specie di interesse regionale strettamente legate agli ambienti umidi del padule sono due anfibi, il tritone
alpestre (Triturus alpestris) e la rana appenninica (Rana italica).
Criticità
L’area, nel complesso in discreto stato di conservazione, è attualmente prevalentemente minacciata da cause naturali,
quali l’evoluzione della vegetazione forestale, e da cause antropiche, quali il pascolo, la raccolta di specie rare e il
calpestìo eccessivo del terreno, causati dal turismo escursionistico, in aumento per la presenza di un percorso che
costeggia la torbiera e facilitato dalla presenza di una strada sterrata carrabile, priva di sbarra, seppur ad uso privato.
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19
Palude di Mosceta
Comune: Stazzema
Estensione: 1 ha
Altitudine massima: 1.180,0 m
Altitudine minima: 1.170,0 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120014 “M. Corchia – Le Panie”, SIR (ZPS) IT5120015 “Praterie primarie e secondarie
delle Apuane” (interamente incluso)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Questa piccola area umida, una torbiera bassa in corso di riduzione di estensione, è situata nei pressi della Foce di
Mosceta, a valle del Rifugio “Del Freo”. Si sviluppa lungo il fosso di Mosceta, da cui è alimentata; tale corso d’acqua
confluisce poco più a valle nel Canale delle Verghe, un affluente in destra idrografica della Turrite Secca. Il valore
naturalistico di questa area umida, essenzialmente floristico, si è molto ridotto negli ultimi anni per le mutate
condizioni idrologiche.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle classi Molinio-Juncetea e Phragmitetea, e comprendono
anche l’habitat di interesse comunitario e regionale 7140 “Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed instabili”.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate quattro specie di interesse regionale: Eleocharis palustris, Eriophorum latifolium, Galium
palustre, Parnassia palustris. Segnalata in passato, ma recentemente non più ritrovata l’orchidea Herminium monorchis;
l’erioforo a foglie larghe (Eriophorum latifolium), specie vulnerabile e in forte rarefazione in Toscana, è qui presente con
una stazione di pochissimi esemplari.
Emergenze faunistiche
Nell’area sono segnalati due coleotteri Stafilinidi di interesse regionale: Lathrobium straneoi e Stenus bordonii.
Quest’ultima specie, legata agli ambienti umidi e palustri, fino ad oggi in Toscana è stata ritrovata in sole due stazioni
montane.
Criticità
L’area è fortemente minacciata di scomparsa per naturale interramento, per diminuiti apporti idrici e per la presenza
del vicino Rifugio, che probabilmente influisce sulla qualità delle acque e sulla permanenza delle zone perimetrali per
eccessivo calpestìio, con conseguente progressiva riduzione di areale.
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21
Padule di Puntato
Comune: Stazzema
Estensione: 0,6 ha
Altitudine massima: 1.100,1 m
Altitudine minima: 1090,0 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120014 “M. Corchia – Le Panie”, SIR (ZPS) IT5120015 “Praterie primarie e secondarie
delle Apuane” (interamente incluso)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Piccola zona umida montana, una torbiera bassa, situata lungo i versanti settentrionali del M. Corchia, a est e poco
distante dal Padule di Fociomboli. Alimentata da una sorgente, l’area è in leggera pendenza, situata nella porzione
più a monte dei prati di Puntato.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle classi Molinio-Juncetea e Phragmitetea. Non sono
segnalati habitat di interesse comunitario e/o regionale.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate otto specie di interesse regionale: Carex pallescens, Carex stellulata, Eriophorum latifolium,
Galium palustre, Gentiana asclepiadea, Leucojum vernum, Narcissus poeticus, Valeriana officinalis.
Eccetto la genziana e il narciso, le altre specie sono tipicamente igrofile; interessante in particolare la presenza
dell’erioforo a foglie larghe (Eriophorum latifolium), specie vulnerabile e in forte rarefazione in Toscana, qui presente
con una popolazione discretamente numerosa.
Emergenze faunistiche
L’unica specie di fauna di interesse regionale segnalata per l’area è un coleottero Crisomelide, Plateumaris sericea,
legato agli ambienti palustri.
Criticità
Questa ridotta area umida deve la sua esistenza alla presenza di una sorgente, oggi captata a fini agricoli. Unitamente
al possibile calpestio dovuto al pascolo, questa sembra rappresentare la maggior minaccia per la sopravvivenza
dell’area.
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23
Pian di Lago e Pian di Corte - M.
Palodina
Comune: Gallicano
Estensione: 1,9 ha
Altitudine massima: 946,3 m
Altitudine minima: 799,1 m
Rete Natura 2000: SIR (Sito di Interesse Regionale) IT5120104 “Monte Palodina” (interamente incluso)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
L’area è costituita da quattro distinte porzioni, torbiere basse alimentate da ruscelli, tutte sul versante nord-orientale
del M. Palodina: tre sono situate più a monte (Pian di Corte) e una più a valle (Pian di Lago). Tutte le porzioni sono
intrasilvatiche, all’interno di boschi a dominanza di castagno, localizzate a valle di piccoli circhi glaciali. Il progressivo
interramento cui sono andate soggette queste porzioni umide limita l’importanza naturalistica, attualmente rilevabile
in alcune presenza floristiche.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle classi Molinio-Juncetea e Phragmitetea. Non sono
segnalati habitat di interesse comunitario e/o regionale.
Emergenze floristiche
Nell’area, oggetto di una tesi di laurea negli anni passati (2005), sono segnalate tre specie di interesse regionale:
Epilobium palustre, Galium palustre, Juncus alpinus-articulatus.
Emergenze faunistiche
Non esistono segnalazioni faunistiche per l’area in oggetto.
Criticità
La zona umide di Pian di Lago è in gran parte interrata, forse anche a causa della captazione della sorgente di Bolla
del Ciocco. Un’ulteriore minaccia di origine antropica è rappresentata dalla strada che conduce a Pian del Lago, per
l’affluenza che si registra nei mesi estivi a scopi ricreativi (equitazione, camping libero, pic-nic).
Anche le zone umide di Pian di Corte rischiano un progressivo interramento, soprattutto per l’elevato trasporto solido
derivante dai fenomeni erosivi superficiali, generati dai tagli per il governo del bosco.
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25
Piano di Gorfigliano
Comune: Minucciano
Estensione: 0,1 ha
Altitudine massima: 678,8 m
Altitudine minima: 678,8 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120008 “Valli glaciali di Orto di Donna e Solco di Equi” (interamente inclusa)
Aree Protette: Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (interamente inclusa)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Zona umida relitta di un più ampio ambiente palustre, a sua volta probabilmente originatosi da un piccolo lago di
origine glaciale (da sbarramento morenico). È situata nel fondovalle e in sinistra idrografica del torrente Acqua Bianca,
affluente di destra del Serchio di Gramolazzo, poche centinaia di metri a sud-ovest dell’abitato di Gorfigliano.
Ospita alcune specie di flora igrofila di interesse fitogeografico, ed in particolare una stazione orchidologica di
importanza regionale.
Emergenze vegetazionali
Le formazioni vegetali presenti sono in gran parte attribuibili alle classi Molinio-Juncetea, Phragmitetea e ScheuchzerioCaricetea fuscae. Non sono segnalati habitat di interesse comunitario e/o regionale.
Emergenze floristiche
L’area, oggetto di recenti studi, ospita nove specie di interesse regionale: Carex stellulata, Epipactis palustris, Eriophorum
latifolium, Galium palustre, Glyceria fluitans, Juncus alpinus-articulatus, Leontodon pyrenaicus subsp. helveticus, Oenanthe
fistulosa, Valeriana officinalis. Di particolare importanza la stazione di elleborina di palude (Epipactis palustris), qui
presente con centinaia di esemplari; l’erioforo a foglie larghe (Eriophorum latifolium), specie vulnerabile e in forte
rarefazione in Toscana, è qui presente con una stazione di poche decine di esemplari.
Di notevole interesse fitogeografico inoltre la presenza di due carici a distribuzione molto localizzata in Toscana, Carex
acutiformis e Carex oederi.
Emergenze faunistiche
Non esistono segnalazioni faunistiche per l’area in oggetto.
Criticità
La ridotta estensione dell’area e la sua localizzazione, nei pressi di un piccolo centro urbano e ai margini di una zona
agricola, costituiscono serie minacce alla sopravvivenza dell’area.
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27
Lago di Casoli
Comune: Bagni di Lucca
Estensione: 0,3 ha
Altitudine massima: 559,1 m
Altitudine minima: 559,1 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Piccola bacino lacustre naturale, di probabile origine vulcanica, alimentato da sorgenti sotterranee, è situato alcune
centinaia di metri a monte dell’abitato di Casoli. Come risulta dalle cartografie tecniche e satellitari e da alcuni
documenti di testo, è molto probabile che il Lago in epoca storica fosse più esteso: attualmente si distingue con
chiarezza un perimetro più grande, a forma ellissoidale, prosciugato per gran parte della sua superficie, con l’attuale
porzione lacustre al centro.
L’assenza di studi naturalistici sull’area impediscono di attribuire un valore reale al lago, che mostra comunque
potenzialità meritevoli di studi soprattutto floristici ed erpetologici.
Emergenze vegetazionali
Non esistono segnalazioni vegetazionali per l’area in oggetto. Dalle immagini reperibili (turistiche, satellitari) è
possibile che alcune porzioni delle rive ospitino quantomeno lembi di vegetazione palustre.
Emergenze floristiche
Non esistono segnalazioni floristiche per l’area in oggetto. Dalle immagini reperibili (turistiche, satellitari) è possibile
che alcune porzioni del lago e delle rive ospitino specie di flora acquatica o palustre.
Emergenze faunistiche
Non esistono segnalazioni faunistiche per l’area in oggetto.
Dalle poche fonti documentali disponbili, a carattere non scientifico, e dalle immagini reperibili (turistiche, satellitari)
è possibile che alcune porzioni del lago e delle rive ospitino specie di avifauna acquatica migratoria (ardeidi, anatidi,
ecc.) e di anfibi; la fauna ittica dovrebbe annoverare tinche, carpe, carassi, alborelle.
Criticità
L’area è minacciata da cause naturali, quali l’interrimento e l’evoluzione della vegetazione forestale, e da cause
antropiche, quali il disturbo alla fauna e il calpestìo eccessivo del terreno causato dal turismo escursionistico, facilitato
dalla vicinanza di una pista carrozzabile che sale dal paese di Casoli. Recenti previsioni urbanistiche verso uno
sviluppo turistico-ricettivo dell’area, tramite la realizzazione di nuove aree sportive e di un campeggio nei pressi del
lago, costituiscono ulteriori serie minacce per quest’area.
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Lago di Porta
Comune: Pietrasanta
Estensione: 34,9 ha
Altitudine massima: 8,5 m
Altitudine minima: 1,0 m
Rete Natura 2000: SIR (ZPS) IT5110022 “Lago di Porta” (interamente incluso)
Aree Protette: ANPIL “Lago e Rupi di Porta” (interamente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Situato nell’entroterra versiliese, il Lago rappresenta un relitto di una serie di aree umide retrodunali presenti in epoca
storica; ricade con una parte significativa anche in provincia di Massa Carrara. Riveste oggi una discreta importanza
naturalistica, sia vegetazionale, per la varietà di ambienti acquatici e palustri ancora presenti, seppur in parte di limitata estensione, sia floristica e faunistica, per l’abbondanza e la rarità delle specie segnalate.
Emergenze vegetazionali
Nel lago è possibile rinvenire ben sei habitat di interesse regionale, tre dei quali anche di interesse comunitario: 3150
“Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”, 92A0 “Boschi ripari mediterranei a
dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra”, 91E0 “Boschi palustri a ontano”; quest’ultimo habitat è segnalato
come prioritario a livello europeo. Habitat di interesse regionale sono rappresentati dalle comunità di idrofite radicate
e non, appartenenti all’alleanza Parvopotamion e Nymphaeion albae, e dalle formazioni di piccole elofite dei fiumi a
scorrimento veloce, appartenenti all’alleanza Glycerio-Sparganion.
Emergenze floristiche
L’area annovera ancora un ricco popolamento floristico, che comprende anche 22 specie acquatiche o igrofile di interesse regionale. Tra queste, merita citare Ranunculus lingua, specie vulnerabile in Italia e in Toscana, morso di rana
(Hydrocharis morsus-ranae) e zannichellia (Zannichellia palustris), specie vulnerabili in Toscana, e specie acquatiche o
palustri poco diffuse in Toscana quali Cirsium palustre, Euphorbia pubescens, Nymphaea alba, Orchis palustris, Potamogeton lucens. La popolazione di ninfea (Nymphaea alba), specie vulnerabile in Italia, è oggi assai ridotta e localizzata.
Di notevole importanza fitogeografica la presenza della brasca di Berchtold (Potamogeton berchtoldii), specie acquatica vulnerabile in Italia e segnalata in Toscana solo nella zona umida di Porta. Non sono state recentemente più
ritrovate specie di notevole interesse quali Hottonia palustris, Menyanthes trifoliata, Nymphoides peltata e Sagittaria
sagittifolia.
Emergenze faunistiche
Nell’intero lago sono segnalate presenti ben 19 specie di interesse comunitario 25 specie di interesse regionale, venti
delle quali appartenenti alla classe degli uccelli. Merita citare la presenza di due specie di tritoni, uno dei quali, il tritone crestato (Triturus carnifex), di interesse comunitario e regionale. Tra le altre specie di fauna di interesse comunitario
e regionale, sono presenti ad esempio il lepidottero Lycaena dispar, la testuggine palustre (Emys orbicularis), ardeidi
nidificanti quali tarabusino (Ixobrychus minutus), nitticora (Nycticorax nycticorax), airone rosso (Ardea purpurea) e tarabuso (Botaurus stellaris, recentemente non più rilevato in periodo riproduttivo), rapaci quali falco di palude (Circus
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aeruginosus) e passeriformi di canneto quali forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon).
Di interesse conservazionistico la presenza di un altro passeriforme di canneto, salciaiola (Locustella luscinioides) e di
un pesce, il luccio (Esox lucius), entrambe specie di interesse regionale. Fino a pochi anni fa, i canneti del lago di Porta
hanno rappresentato a settembre un dormitorio di rondini di importanza nazionale (centinaia di migliaia di individui).
L’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica MS0103, censita annualmente per il censimento
invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’isolamento della zona umida, localizzata all’interno di una matrice territoriale fortemente antropizzata, e la mancanza di un piano di gestione della vegetazione e di relativi interventi programmati costituiscono probabilmente la
maggior minaccia per l’area, ed in particolare per la permanenza degli specchi d’acqua e dei prati umidi, minacciati
da cause naturali quali l’interrimento e l’evoluzione della vegetazione.
Altre minacce, di origine antropica, sono l’apertura di canali di scolo, l’arginatura dell’area, la presenza di una specie
alloctona e invasiva (ad es. Myriophyllum aquaticum, gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii), il disturbo
causato dalla presenza umana (escursionismo, pesca dilettantistica, transito abusivo di mezzi motorizzati).
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Zone umide della Versiliana
Comune: Pietrasanta, Forte dei Marmi
Estensione: 11,4 ha
Altitudine massima: 1,7 m
Altitudine minima: 0,9 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Zona umida estesa principalmente in senso longitudinale, a comprendere il corso e le rive del tratto del fosso Fiumetto
interno alla pineta della Versiliana, situato a sud-est di Forte dei Marmi. La vegetazione delle acque e delle rive e
soprattutto quella delle fasce boscate costituiscono testimonianza relitta delle passate formazioni forestali planiziali,
e rivestono ancora oggi di discreta importanza floristica e vegetazionale.
Emergenze vegetazionali
Le porzioni boscate perimetrali ospitano formazioni arboree riconducibili all’habitat di interesse comunitario e
regionale 91E0 “Boschi palustri a ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo. Sulle rive del fosso Fiumetto
sono presenti tratti di canneto attribuibili all’associazione Phragmitetum australis.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate 13 specie di interesse regionale, tra le quali merita segnalare la presenza di alcune specie
acquatiche vulnerabili in Toscana, radicate come Myriophyllum spicatum e M. verticillatum, natanti come Hydrocharis
morsus-ranae e Nymphaea alba, o di specie palustri poco diffuse in Toscana quali Galium palustre e Orchis palustris.
Non è stata più riaccertata la presenza di specie di interesse conservazionistico quali Baldellia ranunculoides, Ludwigia
palustris, Oenanthe lachenalii, Zannichellia palustris.
Emergenze faunistiche
Non esistono ricerche specifiche sul popolamento faunistico dell’area. L’unica specie segnalata di interesse comunitario
e regionale è il martin pescatore (Alcedo atthis). Ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0101,
censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International),
svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico
Toscano (COT).
Criticità
Non sono note minacce specifiche per quest’area. È però presumibile che la quantità e la qualità delle acque siano
elementi di minaccia, quantomeno potenziale. La stessa carenza di informazioni, soprattutto faunistiche, costituisce
una minaccia per la sopravvivenza dell’area, causata dalla difficoltà o dall’impossibilità a valutare lo stato di
conservazione e le dinamiche della zona umida.
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Il Giardo
Comune: Camaiore
Estensione: 6,1 ha
Altitudine massima: 0,5 m
Altitudine minima: -0,2 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Questa piccola area umida situata nell’entroterra di Lido di Camaiore è formata da prati acquitrinosi e da uno specchio
d’acqua, ed è delimitata sui tre lati da fossi (fosso del Giardo e fosso dei Giunchi). Insieme al Lago di Porta e alle zone
umide della Versiliana rappresenta un ambiente umido relitto delle zone umide retrodunali presenti nell’entroterra
versiliese in epoca storica. L’importanza dell’area al momento è quasi esclusivamente floristica, ma è possibile che
l’approfondimento degli studi porti a maggiori conoscenze sul valore vegetazionale e faunistico.
Emergenze vegetazionali
Non sono stati effettuati studi vegetazionali specifici. A seguito di passati lavori di escavazione, dai documenti
disponibili non è possibile desumere con sufficiente certezza gli aspetti fitosociologici e dell’area e tantomeno la
presenza di eventuali habitat di interesse comunitario e/o regionale.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate 10 specie di interesse regionale, tra le quali merita segnalare la presenza alcune specie
acquatiche, radicate come Ceratophyllum demersum, natanti come Hydrocharis morsus-ranae, Nymphaea alba, specie
vulnerabili in Toscana, di specie palustri poco diffuse in Toscana come Eleocharis acicularis, Epipactis palustris, Euphorbia
palustris, Orchis palustris, Sagittaria sagittifolia. Di particolare interesse la stazione di giunchella aghiforme (Eleocharis
acicularis), che dovrebbe rappresentare una delle tre stazioni toscane dove la specie è stata accertata con certezza in
tempi recenti, e di erba saetta (Sagittaria sagittifolia), specie in pericolo in Italia e vulnerabile in Toscana.
Emergenze faunistiche
In quest’area svernano ogni anno alcuni esemplari di due specie di uccelli di interesse comunitario e regionale, airone
bianco maggiore (Casmerodius albus) e garzetta (Egretta garzetta). Tra le specie di interesse regionale segnalate per
questa zona, in passato nei fossi perimetrali era segnalato il luccio (Esox lucius); segnalati in passato anche tre molluschi
gasteropodi, quali Physa fontinalis, Planorbarius corneus e Viviparus contectus.
Ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0103, censita annualmente per il censimento
invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione
dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’area è stata oggetto in passato di interventi di escavazione, anche se è ragionevole ipotizzare che gran parte dei
popolamenti floristici si siano negli ultimi anni riformati. La mancanza di un piano di gestione della vegetazione e di
relativi interventi programmati e la stessa carenza di informazioni, soprattutto vegetazionali e faunistiche, costituiscono
probabilmente le principali minacce per la sopravvivenza dell’area, causata dalla difficoltà o dall’impossibilità a
valutare lo stato di conservazione e le dinamiche della zona umida.
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Cave di Viareggio
Comune: Massarosa
Estensione: 57,5 ha
Altitudine massima: 3,3 m
Altitudine minima: 0,3 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Area estrattiva posta a nord-est di Viareggio e contigua al Padule di Massaciuccoli, dal quale è separata dalla Gora di
Stiava e dalla S.P. Viareggio-Montramito. Costituita da 4 distinte ex-cave di sabbie, successivamente utilizzate come
discarica di inerti (marmettola e altri materiali lapidei) e per attività di frantumazione, macinazione e selezione dei
residui delle attività produttive di marmo e granito. Nei decenni passati l’area è stata oggetto di interventi di recupero
ambientale, relativo alla sistemazione a verde di tutta l’area – compreso l’inserimento di una zona palustre – ancora
non interamente conclusi.
Emergenze vegetazionali
L’area non è stata oggetto di studi vegetazionali. Gli interventi di recupero ambientale di alcune porzioni dell’area
estrattiva e la vicinanza con il Padule di Torre del Lago non possono far escludere la presenza, quantomeno in forme
non tipiche o degradate, di habitat di interesse comunitario o regionale.
Emergenze floristiche
L’area non è stata oggetto di ricerche floristiche. La riconolizzazione da parte della vegetazione erbacea di alcune
porzioni dell’area estrattiva e la vicinanza con il padule di Massaciuccoli non possono far escludere la presenza di
specie di flora di interesse regionale.
Emergenze faunistiche
Per l’area sono disponibili scarse informazioni faunistiche, relative alla presenza di 5 specie di interesse regionale,
quattro delle quali anche di interesse comunitario: testuggine palustre (Emys orbicularis) e alcuni esemplari di tre
specie di uccelli svernanti, quali airone bianco maggiore (Casmerodius albus), garzetta (Egretta garzetta) e falco di
palude (Circus aeruginosus); segnalato anche lo svernamento di svasso piccolo (Podiceps nigricollis), specie di interesse
regionale, oltre ad altre specie acquatiche. L’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0604,
censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International),
svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico
Toscano (COT).
Criticità
L’origine artificiale dell’area e il mancato completamento del recupero ambientale appaiono importanti elementi
di criticità. Una minaccia non secondaria è rappresentata dalla localizzazione in un’area a forte urbanizzazione, con
vicinanza a strade di grande comunicazione; tale minaccia è mitigata dalla vicinanza, a sud-est, con il Padule di Torre
del Lago. Anche l’assenza di studi specifici sulle componenti naturalistiche rappresenta una minaccia per l’area,
causata dalla difficoltà o dall’impossibilità a valutare lo stato di conservazione e le dinamiche della zona umida.
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Bonifiche di Bozzano e Montramito
Comune: Massarosa
Estensione: 880 ha
Altitudine massima: 20,3 m
Altitudine minima: -1,9 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Ampia zona coltivata che separa i rilievi alle spalle di Montramito (a nord-ovest) e Bozzano (a sud-est) dal Padule
e dal Lago di Massaciuccoli. È formata da due distinte zone, separate dal Padule di Massarosa. L’area include il
laghetto naturale di Montramito, alimentato da sorgenti, oggi utilizzato per pesca sportiva. L’area riveste una discreta
importanza faunistica, in particolare avifaunistica.
Emergenze vegetazionali
L’area non è stata oggetto di ricerche vegetazionali. In considerazione dell’uso del suolo, per la quasi totalità agricolo,
le uniche formazioni vegetali naturali possono essere relegate nei fossi di bonifica o in prati umidi relittuali.
Emergenze floristiche
L’area non è stata oggetto di ricerche floristiche. Non sono pertanto disponibili segnalazioni di specie di flora. In
considerazione dell’uso del suolo, per la quasi totalità agricolo, le uniche specie di flora di interesse possono essere
relegate nei fossi di bonifica o in prati umidi relittuali.
Emergenze faunistiche
Nell’area sono segnalate 16 specie di interesse regionale, 11 delle quali anche di interesse comunitario: tra queste
ultime, oltre alla testuggine palustre (Emys orbicularis), merita segnalare alcune specie di avifauna, per le quali l’area
rappresenta importante zona di alimentazione dai vicini luoghi di riproduzione – airone rosso (Ardea purpurea),
falco di palude (Circus aeruginosus), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), forapaglie castagnolo (Acrocephalus
melanopogon) – oppure zona di svernamento – airone bianco maggiore (Casmerodius albus), albanella reale (Circus
cyaneus).
L’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0605, censita annualmente per il censimento
invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione
dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’uso agricolo dei suoli, se permette il permanere di ambienti di svernamento e di alimentazione importanti per alcune
specie di fauna, limita fortemente la diversità dei popolamenti floristici e l’instaurarsi di formazioni vegetali naturali,
che potrebbero ospitare a loro volta una maggior diversità faunistica. Anche la qualità delle acque del sistema dei fossi
e dei canali di bonifica può rappresentare una causa di minaccia, in particolare per gli anfibi e per la flora acquatica.
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Lago e Padule di Massaciuccoli
Comune: Massarosa, Viareggio
Estensione: 1941,2 ha
Altitudine massima: 7,5 m
Altitudine minima: -1,2 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC-ZPS) IT5120017 “Lago e Padule di Massaciuccoli” (parzialmente incluso)
Aree Protette: Parco Regionale Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli (in parte Riserva e in parte Area contigua)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Grande area umida costiera, formata da un vasto specchio d’acqua e da aree palustri distribuite principalmente a nordovest e a nord, costituita da tre distinte e contigue aree: il Lago, il Padule di Torre del Lago e il Padule di Massarosa.
Confina con le zone umide di Bozzano e Montramito a nord e con La Costanza a sud-est. Rappresenta una delle più
importanti zone umide costiere regionali, e riveste anche importanza nazionale e internazionale per alcune specie di
flora e di fauna qui presenti.
Emergenze vegetazionali
L’area riveste una notevole importanza vegetazionale, testimoniata dalla presenza di 8 habitat di interesse regionale,
sette dei quali di interesse comunitario: tra questi, merita segnalare la presenza di due habitat segnalati come prioritari
a livello europeo, 7210 “Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae” e 91E0 “Boschi palustri
a ontano”, oltre ad altri habitat molti rari a livello regionale, quali 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del
Magnopotamion o Hydrocharition”, 6420 “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi” e
7150 “Torbiere intermedie galleggianti su acque oligotrofiche in aree planiziali (Rhynchosporion)”. Ospita un’importante
fitocenosi igrofila segnalata nel Repertorio Naturalistico Toscano (“Aggallati a Drosera del Lago di Massaciuccoli”).
Emergenze floristiche
L’elevato valore floristico dell’area, derivante anche dalla varietà di ambienti acquatici e palustri presenti, è testimoniata
dalla presenza di 32 specie di interesse regionale. Di notevole importanza in particolare le stazioni di rincospora chiara
(Rhynchospora alba), in pericolo di scomparsa in Italia e in Toscana, di mestolaccia minore (Baldellia ranunculoides), in
pericolo di scomparsa in Italia e vulnerabile in Toscana, orchidea delle paludi (Orchis palustris), centonchio palustre
(Anagallis tenella), erba vescica (Utricularia australis), specie in pericolo in Italia e vulnerabili in Toscana, di giunchina
cespugliosa (Eleocharis multicaulis), specie vulnerabile in Italia e in pericolo in Toscana, di ibisco palustre (Hibiscus
palustris), una delle due uniche stazioni toscane della specie, vulnerabile in Italia e in Toscana, di ranuncolo delle canne
(Ranunculus lingua), anch’esso vulnerabile in Italia e in Toscana, di rosolida (Drosera rotundifolia), ritenuta in pericolo
critico in Toscana, di morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae), euforbia palustre (Euphorbia palustris), elleborina di
palude (Epipactis palustris), millefoglio d’acqua (Myriophyllum spicatum, M. verticillatum), finocchio acquatico (Oenanthe
aquatica), specie vulnerabili in Toscana, di Periploca graeca, vulnerabile in Italia e a minor rischio in Toscana.
Non sono state più ritrovate specie di grande interesse quali Hottonia palustris, Isolepis cernua, Juncus inflexus, Ludwigia
palustris, Lythrum portula, Marsilea quadrifolia, Nuphar lutea, Nymphoides peltata, Sagittaria sagittifolia, Schoenoplectus
mucronatus, Sparganium erectum ssp. neglectum.
Emergenze faunistiche
L’elevata biodiversità faunistica presente in quest’area e il suo notevole valore sono testimoniati dalla segnalazione di
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43
75 specie di interesse regionale, 45 delle quali anche di interesse comunitario. Tra le specie di interesse regionale, sono
segnalati quattordici invertebrati, due pesci, un anfibio, tre rettili, cinquantatre uccelli e due mammiferi. L’alto numero
di specie permette di citare solo quelle specie particolarmente rare o minacciate. Tra gli invertebrati, sono presenti il
lepidottero Lycaena dispar e l’odonato Lindenia tetraphylla.
Tra i pesci, la lampreda di mare (Petromyzon marinus); tra gli anfibi e i rettili, il tritone crestato (Triturus cristatus) e la
testuggine palustre (Emys orbicularis). Tutta l’area, di particolare valore avifaunistico, è zona di importanza nazionale
per lo svernamento di garzetta e di importanza regionale per lo svernamento di svasso maggiore, cormorano, airone
cenerino, airone bianco maggiore, garzetta, airone guardabuoi, tarabuso, falco di palude, albanella reale, porciglione,
gabbiano comune. L’area ricade nelle sottozone di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0601, LU0602 e LU0603,
censite annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International),
svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico
Toscano (COT).
Costituisce area riproduttiva di importanza comunitaria per forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon), di
importanza nazionale per tarabuso (Botaurus stellaris) e falco di palude (Circus aeruginosus), e di importanza regionale
per airone rosso (Ardea purpurea), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), salciaiola (Locustella luscinioides) e
basettino (Panurus biarmicus).
Criticità
L’area ha subito nel tempo un progressivo degrado, soprattutto per cause di origine antropica, che ancora minacciano
le emergenze naturalistiche qui presenti. È in atto un processo di salinizzazione delle acque del Lago e dei Paduli,
per ingressione periodica di acqua marina dal Canale Burlamacca, fenomeno aggravato dalla presenza di cave di
sabbia inattive in cui si sono accumulati Sali. L’attività agricola delle zone contermini determina il deterioramento
della qualità delle acque (forte eutrofizzazione) e accelera l’interrimento per apporto di sedimenti.
Quelli citati sono i principali fattori di riduzione e di degrado floristico delle sfagnete. L’avifauna svernante dei Paduli
ricadenti in area contigua del Parco Regionale è inoltre minacciata dall’attività venatoria. Frequenti anche gli incendi
dei canneti. Fattore di disturbo non indifferente in molte porzioni dell’area è la diffusa presenza antropica.
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Lame della Macchia lucchese
Comune: Viareggio
Estensione: 467,4 ha
Altitudine massima: 4,3 m
Altitudine minima: 0,2 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC-ZPS) IT5120016 “Macchia Lucchese” (parzialmente incluso)
Aree Protette: Parco Regionale Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli (in gran parte Riserva e in parte Area
contigua)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Ampia area boscata costiera, costituita da leccete, pinete, formazioni boscate umide planiziali, all’interno di un sistema
di dune e di interdune umide di notevole importanza naturalistica. L’area, complessivamente in buono stato di
conservazione, conserva aspetti non solo relittuali delle passate foreste planiziali; la maturità delle attuali formazioni
boscate e la rarità di alcune specie di flora e di fauna qui presenti accrescono l’importanza naturalistica della zona.
Emergenze vegetazionali
L’area ospita quattro habitat di interesse comunitario e regionale, due di quali segnalati come prioritari a livello
europeo: 7210 “Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae” e 91E0 “Boschi palustri a
ontano”. Importante anche la presenza degli habitat 6420 “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte
erbe e giunchi” e 91F0 “Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale”.
Ospita un’importante fitocenosi igrofila segnalata nel Repertorio Naturalistico Toscano (“Fitocenosi a Cladium mariscus
del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli”).
Emergenze floristiche
L’area ospita oggi 14 specie di interesse regionale. Di notevole importanza in particolare le stazioni di mestolaccia
minore (Baldellia ranunculoides), in pericolo di scomparsa in Italia e vulnerabile in Toscana, di orchidea delle paludi
(Orchis palustris) e di erba vescica (Utricularia australis), specie in pericolo in Italia e vulnerabili in Toscana, di morso di
rana (Hydrocharis morsus-ranae) e di elleborina di palude (Epipactis palustris), specie vulnerabili in Toscana, di Periploca
graeca, vulnerabile in Italia e a minor rischio in Toscana.
L’area ha subito nell’ultimo secolo un progressivo degrado, che ha determinato un progressivo impoverimento della
ricchezza floristica, testimoniato dal mancato ritrovamento di specie di grande interesse quali Euphorbia palustris,
Hottonia palustris, Marsilea quadrifolia, Oenanthe aquatica, Oenanthe lachenalii, Sagittaria sagittifolia.
Emergenze faunistiche
Nell’area sono segnalate presenti 5 specie di interesse regionale, due delle quali anche di interesse comunitario,
tritone crestato (Triturus cristatus) e testuggine palustre (Emys orbicularis). Presenti anche due rari coleotteri ditiscidi di
interesse regionale (Graphoderus austriacus e Hygrotus decoratus) e rospo smeraldino (Pseudipadalea viridis).
Criticità
L’area è minacciata da fenomeni di interramento, dall’evoluzione della vegetazione, dalla a gestione idraulica.
Per superare alcuni di questi problemi, l’Ente Parco ha operato interventi di ricreazione artificiale di superfici
umide nell’ambito del Progetto LIFE05 NAT/IT/000037 “Conservazione degli ecosistemi costieri della Toscana
settentrionale”.
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La Costanza
Comune: Massarosa, Lucca
Estensione: 286,1 ha
Altitudine massima: 9,2 m
Altitudine minima: -2,2 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC-ZPS) IT5120017 “Lago e Padule di Massaciuccoli” (incluso per una minima parte)
Aree Protette: Parco Regionale Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli (parzialmente Riserva e parzialmente Area
contigua)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Porzione lucchese di una più ampia zona di bonifica che si estende anche nel territorio provinciale di Pisa, l’area è
costituita da seminativi, fossi di bonifica e da un piccolo stagno artificiale. La contiguità con il lago di Massaciuccoli e la
posizione costiera attribuiscono all’area una discreta importanza faunistica, ed in particolare avifaunistica, soprattutto
durante i periodi invernali e migratori.
Emergenze vegetazionali
L’area non è stata oggetto di ricerche vegetazionali. In considerazione dell’uso del suolo, per la quasi totalità agricolo,
le uniche formazioni vegetali naturali possono essere relegate nei fossi di bonifica o in prati umidi relittuali.
Emergenze floristiche
L’area non è stata oggetto di ricerche floristiche. Non sono pertanto disponibili segnalazioni di specie di flora. In
considerazione dell’uso del suolo, per la quasi totalità agricolo, le uniche specie di flora di interesse possono essere
relegate nei fossi di bonifica o in prati umidi relittuali.
Emergenze faunistiche
Tra le specie di interesse comunitario o regionale segnalate, sono presenti il lepidottero Lycaena dispar e 8 specie
di uccelli, tra le quali merita citare tarabuso (Botaurus stellaris), airone bianco maggiore (Casmerodius albus), falco di
palude (Circus aeruginosus) e albanella reale (Circus cyaneus). L’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna
acquatica LU0606, censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland
International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro
Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’uso agricolo dei suoli, se permette il permanere di ambienti di svernamento e di alimentazione importanti per alcune
specie di fauna, limita fortemente la diversità dei popolamenti floristici e l’instaurarsi di formazioni vegetali naturali,
che potrebbero ospitare a loro volta una maggior diversità faunistica. Anche la qualità delle acque del sistema dei fossi
e dei canali di bonifica può rappresentare una causa di minaccia, in particolare per gli anfibi e per la flora acquatica.
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49
Prati di Farneta
Comune: Lucca
Estensione: 10,6 ha
Altitudine massima: 20,0 m
Altitudine minima: 15,9 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Piccola area di seminativi situata nell’area pedecollinare a ovest di Lucca, nei pressi di San Macario in Piano; delimitata
a sud dalla S.S. 439 Sarzanese, l’area riveste principalmente importanza faunistica, in particolare avifaunistica,
soprattutto durante i periodi invernali.
Emergenze vegetazionali
L’area non è stata oggetto di ricerche vegetazionali. In considerazione dell’uso agricolo del suolo, le uniche formazioni
vegetali naturali possono essere relegate in un fosso perimetrale al confine orientale dell’area.
Emergenze floristiche
L’area non è stata oggetto di ricerche floristiche. In considerazione dell’uso agricolo del suolo, le uniche specie di flora
di interesse possono essere relegate ai margini interni dell’area, ed in particolare in un fosso perimetrale al confine
orientale dell’area.
Emergenze faunistiche
L’area è luogo di alimentazione e svernamento per alcune specie di ardeidi, probabilmente anche in ragione della
relativa vicinanza (1,5 km circa) con un’ansa del fiume Serchio. Tra questi nell’area sono segnalati alcuni (10-20)
individui svernanti di garzetta (Egretta garzetta), specie di interesse comunitario e regionale, di airone cenerino (Ardea
cinerea) e di airone guardabuoi (Bubulcus ibis), entrambe specie di interesse regionale. L’area ricade nella sottozona di
rilevamento dell’avifauna acquatica LU0602, censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica
promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati
in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’uso agricolo dei suoli, se permette il permanere di ambienti di svernamento e di alimentazione importanti per
alcune specie di avifauna, limita fortemente la diversità dei popolamenti floristici e l’instaurarsi di formazioni vegetali
naturali, che potrebbero ospitare a loro volta una maggior diversità faunistica.
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Lago di Sibolla
Comune: Altopascio
Estensione: 32,9 ha
Altitudine massima: 20 m
Altitudine minima: 15,8 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120018 “Lago di Sibolla” (interamento incluso)
Aree Protette: Riserva Naturale Provinciale “Lago di Sibolla” (interamento incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Area di notevole importanza naturalistica, situata tra Altopascio e Chiesina Uzzanese, a sud dell’autostrada A11, che
ne costituisce il confine e anche causa della sua passata, gravissima, forte riduzione di estensione. Pur avendo subito
un progressivo degrado per le attività antropiche che insistono nell’intorno, rimane tuttora una delle più importanti
zone umide non solo a livello regionale per la rarità delle specie floristiche e per la diversità degli habitat presenti.
Emergenze vegetazionali
L’area riveste una notevole importanza vegetazionale, testimoniata dalla presenza di 7 habitat di interesse regionale,
sei dei quali di interesse comunitario: tra questi, merita segnalare la presenza dell’habitat 91E0 “Boschi palustri a
ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo. Sono qui presenti altri habitat molti rari a livello regionale, quali
3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”, 3160 “Laghi e stagni distrofici
naturali”, 6420 “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi” e 7150 “Torbiere intermedie
galleggianti su acque oligotrofiche in aree planiziali (Rhynchosporion)”; la presenza e lo stato di conservazione di
quest’ultimo habitat sono da confermare mediante indagini appropriate.
Emergenze floristiche
Il Lago di Sibolla costituisce una delle più importanti zone umide, non solo a livello regionale, per la ricchezza e la rarità
della flora acquatica e palustre qui ancora presenti. Nell’area sono segnalate 126 specie di flora acquatica o palustre
confermate in tempi relativamente recenti (fine anni ’90), tra le quali potrebbe ancora presente una delle poche specie
toscane di flora di interesse comunitario, Aldovranda vesiculosa. Tra le altre 30 specie di interesse regionale, molte
di notevole valore conservazionistico o biogeografico, merita citare Anagallis tenella, Drosera intermedia, Drosera
rotundifolia, Eleocharis acicularis, Eleocharis uniglumis, Eleocharis multicaulis, Hottonia palustris, Menyanthes trifoliata,
Rhynchospora alba, Utricularia australis, Utricularia bremii.
La presenza di aldovranda (Aldovranda vesiculosa), centonchio palustre (Anagallis tenella), giunchina aghiforme
(Eleocharis acicularis), drosera (Drosera rotundifolia, Drosera intermedia) e di erba scopina (Hottonia palustris) necessita
però di conferma. Di notevole importanza le stazioni di giunchina (Eleocharis multicaulis), specie vulnerabile in Italia e
in pericolo in Toscana, di trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata), specie in forte rarefazione in Toscana, oggi presente
in poche stazioni delle province di Massa, Lucca e Pistoia, di rincospora chiara (Rhynchospora alba), in pericolo di
scomparsa in Italia e in Toscana, di erba vescica (Utricularia australis), in pericolo in Italia e vulnerabile in Toscana.
Emergenze faunistiche
La fauna, oggetto di studi di sufficiente esaustività, comprende numerose specie di interesse comunitario. Tra gli
invertebrati, sono segnalati i lepidotteri Lycaena dispar e Zerynthia polyxena, oltre a sei coleotteri acquatici di interesse
regionale; tra gli anfibi e i rettili, il tritone crestato (Triturus cristatus) e la tartaruga palustre (Emys orbicularis), oltre ad
altri quattro anfibi e tre rettili di interesse regionale. Tra gli uccelli, sono segnalate 12 specie di interesse comunitario
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e regionale, presenti nei periodi migratori: tra queste, otto sono ardeidi, sei dei quali di interesse comunitario:
tarabusino, sgarza ciuffetto, airone rosso, nitticora, airone bianco maggiore, garzetta. Queste ultime tre specie,
insieme all’airone cenerino e all’airone guardabuoi, nidificano in una importante e grande colonia di centinaia di
esemplari. L’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica LU0801, censita annualmente per il
censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta
organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
La conservazione e la stessa sopravvivenza del lago sono gravemente minacciate da numerosi fattori, riconducibili
nella riduzione degli apporti idrici, nella scarsa o pessima qualità delle acque e dalla presenza di specie di flora e
di fauna alloctona, quali ad es. amorfa (Amorpha fruticosa), robinia (Robinia pseudacacia), nutria (Myocastor coypus),
gambero rosso della Lousiana (Procambarus clarkii), pesce persico sole (Lepomis gibbosus), pesce gatto (Ameiurus
melas). Ciò ha determinato negli ultimi decenni alla progressiva riduzione dello specchio d’acqua principale e alla
scomparsa di alcuni “chiari” secondari, alla scomparsa di alcune specie di flora di elevato valore a livello nazionale
e alla riduzione di molte popolazioni di flora e di fauna di interesse, alla diminuzione degli aggallati a Sphagnum,
all’ingresso di specie arbustive e arboree.
Da alcuni anni sono in corsi interventi di gestione per cercare di arrestare il progressivo degrado e migliorare le
condizioni ecologiche dell’area.
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Sfagnete del Monte Pisano
altri nomi: Sfagnete di San Lorenzo a Vaccoli
Comune: Lucca
Estensione: 19 ha
Altitudine massima: 215,4 m
Altitudine minima: 50,0 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120019 “Monte Pisano” (interamente incluso)
Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
L’area si estende lungo le prime pendici del Monte Pisano, alle spalle dell’abitato di San Lorenzo a Vaccoli, tra il
basso corso del rio Vignale, del rio di Piaggina e del rio della Botte. Comprende due distinte aree, quasi confinanti, in
prossimità delle località Piaggina e Alla Tavola, in gran parte all’interno di un bosco a dominanza di pino marittimo.
L’area è costituita da due torbiere basse, alimentate da sorgenti. Area di notevole importanza floristica e vegetazionale,
collegata idrologicamente con i Bottacci di Massa Pisana, è minacciata di riduzione di superficie e di scomparsa.
Emergenze vegetazionali
Le sfagnete ospitano l’habitat di interesse comunitario e regionale 7150 “Torbiere intermedie galleggianti su acque
oligotrofiche in aree planiziali (Rhynchosporion)”; nei versanti boscati freschi si può rinvenire l’habitat 9340 “Boschi
mesofili a dominanza di Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e /o Acer sp.pl.”; nelle pinete a pino marittimo è presente
l’habitat 9540 “Foreste mediterranee di Pinus pinaster”.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate tredici specie di interesse regionale. La loro presenza merita però conferme, in quanto i dati
provengono da ricerche effettuate 10 anni fa o oltre. Merita comunque citare le segnalazioni di due specie di drosera
(Drosera intermedia e D. rotundifolia), piante carnivore in estrema rarefazione e ritenute in pericolo critico in Toscana,
di erba vescica minore (Utricularia minor), specie in pericolo in Italia e in pericolo critico in Toscana, di giunchella
aghiforme (Eleocharis acicularis), specie in pericolo critico in Toscana, di Gentiana pneumonanthe, specie in pericolo
critico in Toscana, di Juncus bulbosus, specie a minor rischio in Toscana, di Rhynchospora alba, specie in pericolo critico
in Italia e in pericolo in Toscana. Di notevole interesse biogeografico anche la segnalazione di cinque specie di sfagno
(Sphagnum auriculatum, S. nigricans, S. palustre, S. quinquefarium, S. subnitens).
Emergenze faunistiche
L’area non è stata oggetto di studi specifici. Nei dati del report del progetto MedWet è segnalata la presenza di una
specie di interesse comunitario e regionale, il tritone crestato (Triturus carnifex), e di 3 specie di interesse regionale,
tra le quali salamandra pezzata (Salamandra salamandra); merita inoltre citare la presenza del tritone punteggiato
(Lissotriton vulgaris).
Criticità
La ridotta dimensione delle due aree e l’assenza di gestione idraulica a fini naturalistici minaccia la sopravvivenza stessa
della zona, per rischio di interrimento e di successivo ingresso di pini e di altra vegetazione arbustiva e arborea.
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Bottacci di Massa Pisana
Comune: Capannori
Estensione: 53,9 ha
Altitudine massima: 21,7 m
Altitudine minima: 12,2 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120019 “Monte Pisano” (quasi interamente incluso)
Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Situata nella piana di Lucca, tra gli abitati di Pontetetto a nord e di San Lorenzo a Vaccoli a sud, l’area comprende le
antiche casse di espansione del torrente Guappero, da cui è attraversata; le casse ricevono le acque anche del rio di
Vorno e del rio di Coselli, che confluiscono nel rio Guappero e poi nel canale Ozzeri. In questa zona si sono insediati
boschetti igrofili, mentre gran parte della restante superficie è costituita da prati umidi e zone stagionalmente allagate.
Insieme ad altre zone umide di questa porzione di pianura, rappresenta un’importante testimonianza di paesaggi
naturali planiziali altrove scomparsi.
Emergenze vegetazionali
Nell’area sono segnalati 5 habitat di interesse comunitario e regionale. Tre di questi sono habitat forestali: 91E0 “Boschi
palustri a ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo, 91F0“Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e
frassino meridionale”, 92A0“Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra”. Nei prati umidi
e nelle zone allagate si rinviene l’habitat 6420 “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi”; le
formazioni vegetali a megaforbie lungo il torrente Guappero possono essere ricondotte all’habitat 6430 “Consorzi di alte
erbe (megaforbie) di radure e bordi dei boschi da planiziali a subalpini”. Di interesse biogeografico inoltre la fitocenosi
a specie palustri e/o acquatiche dell’alveo del Guappero e delle scoline interne, di notevole ricchezza ed importanza
floristica, che può essere considerata una forma degradata o quantomeno non tipica dell’habitat di interesse comunitario
e regionale 3260 “Acque con vegetazione flottante dominata da idrofite appartenenti a Ranunculus subg. Batrachium”.
Emergenze floristiche
L’area ospita 13 specie di flora di interesse regionale. Tra queste, merita citare la porracchia dei fossi (Ludwigia
palustris), specie ritenuta in pericolo a livello nazionale e regionale, e di altre specie poco comuni e minacciate in
Toscana, quali carice vescicosa (Carex vesicaria), finocchio acquatico tubuloso (Oenanthe fistulosa), ranuncolo a foglie
di ofioglosso (Ranunculus ophioglossifolius) e campanelle maggiori (Leucojum aestivum), insieme ad altre specie di
interesse regionale maggiormente diffuse, seppur in zone umide di sufficiente naturalità.
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi faunistici specifici per l’area. Dalle documentazione prodotta per l’ampliamento del SIR,
risultano presenti 5 specie di interesse comunitario e regionale: tritone crestato italiano (Triturus carnifex), airone
cinerino (Ardea cinerea), airone bianco maggiore (Casmerodius albus), garzetta (Egretta garzetta) e il martin pescatore
(Alcedo atthis), unica specie nidificante tra gli uccelli elencati.
Criticità
La localizzazione all’interno di casse di espansione preserva l’area da possibili sviluppi urbanistici, anche se ne determina
un’intrinseca fragilità, per l’isolamento che ne consegue. La qualità delle acque del torrente Guappero e l’ingresso o la
possibile esistenza di specie alloctone sono minacce che necessitano di conferme e di monitoraggio.
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Prati alle Fontane
Comune: Lucca, Capannori
Estensione: 25,2 ha
Altitudine massima: 12,2 m
Altitudine minima: 11,0 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120020 “Padule di Verciano, Prati alle Fontane e Padule delle Monache” (quasi
interamente incluso)
Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Bosco igrofilo posto nella piana di Lucca, in destra idrografica del canale Ozzoretto, a ovest dell’abitato di Verciano.
Insieme al padule di Verciano costituisce una preziosa testimonianza della passata copertura forestale di gran parte
di questa porzione provinciale di pianura. Lo stato di conservazione è nel complesso buono; il valore naturalistico
dell’area è principalmente vegetazionale, relativo non solo al bosco ma anche al canale Ozzoretto, che presenta in
questo tratto una buona qualità delle acque.
Emergenze vegetazionali
L’area è in gran parte formata da un bosco planiziale a dominanza di farnia, in cui è presente l’habitat di interesse
comunitario e regionale 91F0 “Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale”. Sono
presenti anche porzioni meno estese di altri due habitat forestali, 92A0 “Boschi ripari mediterranei a dominanza di
Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra” e 91E0 “Boschi palustri a ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo.
Nel canale Ozzoretto è segnalato l’habitat 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o
Hydrocharition”.
Emergenze floristiche
In base ai recenti studi (2009) effettuati in questa e nelle limitrofe zone umide della piana lucchese, nell’area sono
presenti sette specie di interesse regionale: carici (Carex elata, Carex stellulata), caglio (Galium palustre), alloro (Laurus
nobilis), campanelle maggiori (Leucojum aestivum), farnia (Quercus robur), millefoglio d’acqua (Myriophyllum spicatum);
quest’ultima specie è presente nel canale Ozzoretto.
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi specifici sulla fauna. Per quest’area non sono pertanto note segnalazioni di specie di
interesse comunitario e regionale, o di particolare altro interesse.
Criticità
La porzione boscata è minacciata da interventi di taglio, con rischio di espansione di specie esotiche (ad es. Robinia
pseudoacacia e Ailanthus altissima) o ruderali, con conseguente riduzione delle specie di flora dei boschi planiziali. La
vegetazione del canale Ozzoretto è minacciata dall’aumento di fattori inquinanti e da interventi sulla sezione idraulica,
con rischio di riduzione delle popolazioni di idrofite.
La localizzazione dell’area, in una matrice ad elevata antropizzazione, costituisce una minaccia per la sopravvivenza
stessa dell’area, a causa dell’isolamento di molte popolazioni animali e vegetali e della possibile futura riduzione di
areale.
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61
Ozzoretto e boschetti igrofili
Comune: Capannori, Lucca
Estensione: 3,9 ha
Altitudine massima: 12,6 m
Altitudine minima: 11,4 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120020 “Padule di Verciano, Prati alle Fontane e Padule delle Monache” (interamente
incluso)
Aree Protette: ID:
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Sistema di tre piccole zone umide separate da seminativi, situate a nord dell’abitato di Verciano in sinistra idrografica
del canale Ozzoretto, tra le zone umide di Prati alle Fontane e il padule di Verciano. La più meridionale è costituita da
un’ontaneta e da una piccola pioppeta artificiale, le altre due zone sono costituite da boschetti igrofili a dominanza
di farnia; nell’area è compreso anche un tratto del canale Ozzoretto. Queste formazioni boscate costituiscono
preziosi relitti della passata copertura forestale di gran parte di questa porzione provinciale di pianura. Il loro stato di
conservazione è nel complesso buono; il valore naturalistico dell’area è principalmente vegetazionale, relativo non
solo ai boschetti ma anche al canale Ozzoretto, che presenta in questo tratto una buona qualità delle acque.
Emergenze vegetazionali
Nelle due porzioni boscate a dominanza di farnia è presente l’habitat di interesse comunitario e regionale 91F0 “Boschi
planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale”. Nelle porzione boscata più occidentale è
presente l’habitat 91E0 “Boschi palustri a ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo. Nel canale Ozzoretto è
segnalato l’habitat 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”; in alcuni tratti
delle sue sponde si riniene l’habitat 3270 “Argini melmosi dei fiumi dei piani basale e submontano con vegetazione
emicriptofitica alo-nitrofila”.
Emergenze floristiche
In base ai recenti studi (2009) effettuati in questa e nelle limitrofe zone umide della piana lucchese, nell’area sono
presenti sei specie di interesse regionale: carice vescicosa (Carex vesicaria), caglio palustre (Galium palustre), alloro
(Laurus nobilis), campanelle maggiori (Leucojum aestivum), farnia (Quercus robur), millefoglio d’acqua (Myriophyllum
spicatum); quest’ultima specie è presente nel canale Ozzoretto.
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi specifici sulla fauna. Per quest’area non sono pertanto note segnalazioni di specie di
interesse comunitario e regionale, o di particolare altro interesse.
Criticità
La porzione boscata è minacciata da interventi di taglio, con rischio di espansione di specie esotiche (ad es. Robinia
pseudoacacia e Ailanthus altissima) o ruderali, con conseguente riduzione delle specie di flora dei boschi planiziali.
La vegetazione del canale Ozzoretto è minacciata dall’aumento di fattori inquinanti e da interventi sulla sezione
idraulica, con rischio di riduzione delle popolazioni di idrofite. La localizzazione dell’area, in una matrice ad elevata
antropizzazione, costituisce una minaccia per la sopravvivenza stessa dell’area, a causa dell’isolamento di molte
popolazioni animali e vegetali e della possibile futura riduzione di areale.
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63
Padule di Verciano
Comune: Capannori, Lucca
Estensione: 30,2 ha
Altitudine massima: 12,8 m
Altitudine minima: 10,9 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120020 “Padule di Verciano, Prati alle Fontane e Padule delle Monache” (interamente
incluso)
Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Area prevalentemente boscata posta a nord-est di Verciano, occupata in gran parte da boschi a dominanza di ontano,
in parte da boschi a dominanza di farnia e, in minor misura, da pioppete artificiali, da prati da sfalcio e da seminativi.
Emergenze vegetazionali
Nelle aree boscate sono rivenibili due habitat di interesse comunitario e regionale: 91E0 “Boschi palustri a ontano”,
segnalato come prioritario a livello europeo e 91F0 “Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino
meridionale”.
Emergenze floristiche
In base ai recenti studi (2009) effettuati in questa e nelle limitrofe zone umide della piana lucchese, nell’area sono
presenti sei specie di interesse regionale: carici (Carex elata, Carex stellulata), caglio (Galium palustre), alloro (Laurus
nobilis), campanelle maggiori (Leucojum aestivum), farnia (Quercus robur).
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi specifici sulla fauna. Per quest’area non sono pertanto note segnalazioni di specie di
interesse comunitario e regionale, o di particolare altro interesse.
Criticità
La porzione boscata è minacciata da interventi di taglio, con rischio di espansione di specie esotiche (ad es. Robinia
pseudoacacia e Ailanthus altissima) o ruderali, con conseguente riduzione delle specie di flora dei boschi planiziali.
La localizzazione dell’area, in una matrice ad elevata antropizzazione, costituisce di per sé una minaccia per la
sopravvivenza dell’area, a causa dell’isolamento di molte popolazioni animali e vegetali e della possibile futura
riduzione di areale.
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65
Padule di Massa Macinaia
Comune: Capannori
Estensione: 102,6
Altitudine massima: 18,5 m
Altitudine minima: 10,7 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120020 “Padule di Verciano, Prati alle Fontane e Padule delle Monache” (interamente
incluso)
Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Ampia zona umida costituita da formazioni boscate igrofile, interessanti per estensione e per composizione specifica, da prati
umidi,dacaratteristicitrattidelcanaleRogioedelfossoRogettoedaampiezonecoltivateaseminativi,attraversatedaunsistema
discolinediinteressefloristico.Lezonedimaggiorvalorenaturalisticosononotecontoponimiumidi,qualiPaduledeiMoscheni,
ai Boschetti, Padulaccia, Padule delle Monache, in Paduletto. L’ampiezza dell’area e la tipologia delle formazioni vegetali
conferiscono un discreto valore naturalistico alla zona, meritevole di conservazione e di interventi di recupero ambientale.
Emergenze vegetazionali
Nelle porzioni boscate a dominanza di farnia sono rinvenibili gli l’habitat di interesse comunitario e regionale 91E0 “Boschi
palustri a ontano”, segnalato come prioritario a livello europeo e 91F0“Boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e
frassinomeridionale”.NelcanaleRogioèsegnalatol’habitat3150“LaghieutroficinaturaliconvegetazionedelMagnopotamion
o Hydrocharition”. Di interesse vegetazionale e floristico anche le fitocenosi a prati umidi a prevalenza di Juncus effesus,
situate nel Paduletto, nella porzione orientale dell’area, e nel Padule dei Moscheni, nella porzione occidentale dell’area.
Emergenze floristiche
Nell’areasonosegnalate9speciediinteresseregionale:traqueste,meritasegnalareeuforbiapalustre(Euphorbiapalustris),specie
vulnerabile in Toscana, oltre a specie palustri localizzate ma meno minacciate quali campanelle maggiori (Leucojum aestivum),
due carici (Carex elata, Carex stellulata), lisca palustre o giunco da corde (Schoenoplectus lacustris), nannufaro (Nuphar lutea).
Emergenze faunistiche
Per l’aerea sono disponibili solo informazioni sugli uccelli, presenti in particolare durante il periodo invernale, e su un
invertebrato. Sono pertanto segnalate cinque specie di interesse comunitario e regionale: il lepidottero Zerynthia polyxena,
due ardeidi, airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e garzetta (Egretta garzetta), e due rapaci diurni, falco di palude (Circus
aeruginosus)ealbanellareale(Circuscyaneus).Granpartedell’arearicadenellasottozonadirilevamentodell’avifaunaacquatica
PI0902, censita annualmente per il censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International),
svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati inToscana dal Centro OrnitologicoToscano (COT).
Criticità
Le porzioni boscate sono minacciate da interventi di taglio, con rischio di espansione di specie esotiche (ad es. Robinia
pseudoacacia e Ailanthus altissima) o ruderali, con conseguente riduzione delle specie di flora dei boschi planiziali. La
vegetazione del canale Rogio è minacciata dall’aumento di fattori inquinanti e da interventi sulla sezione idraulica, con
rischio di riduzione delle popolazioni di idrofite. La conservazione dei prati da sfalcio è dipendente dal mantenimento
dell’attuale uso del suolo, a rischio di trasformazione in seminativi. La flora delle scoline subisce forti alterazioni per
interventi di gestione idraulica e per la presenza di prodotti chimici di uso agricolo. La localizzazione dell’area, in una
matrice ad elevata antropizzazione, costituisce una minaccia per la sopravvivenza stessa dell’area, a causa dell’isolamento
di molte popolazioni animali e vegetali e della possibile futura riduzione di areale.
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67
Alla Spinetta
Comune: Capannori
Estensione: 13,7 ha
Altitudine massima: 19,2 m
Altitudine minima: 11,4 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Piccola zona di seminativi, comprendente anche un lembo di bosco igrofilo, situata nella piana di Lucca a sud
dell’abitato di Carraia, in sinistra idrografica del rio di Massa Macinaia e ad est del vicino omonimo padule. L’area è
meritevole di indagini anche per la porzione boscata in destra del rio di Massa Macinaia; l’assenza di informazioni su
habitat e specie non permette di valutare il suo attuale valore naturalistico.
Emergenze vegetazionali
Non sono disponibili studi né informazioni vegetazionali.
Emergenze floristiche
Non sono disponibili studi né informazioni floristiche.
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi né informazioni faunistiche.
Criticità
La maggiore criticità è probabilmente data dall’assenza di studi e di informazioni specifiche. La ridotta zona boscata
è minacciata da interventi di taglio. Anche la presenza di zone agricole costituisce una potenziale minaccia per per
interventi di gestione idraulica delle scoline e per la possibile presenza di prodotti chimici di uso agricolo nel terreno
e nelle acque di scolo.
Provincia di Lucca | Indagine sulle zone umide di importanza naturalistica della Provincia di Lucca | Schede descrittive sintetiche
69
Padule di Bientina
Comune: Capannori, Porcari, Altopascio
Estensione: 1.999,3 ha
Altitudine massima: 20,0 m
Altitudine minima: 4,8 m
Rete Natura 2000: SIR (SIC) IT5120101 “Ex alveo del Lago di Bientina” (parzialmente incluso)
Aree Protette: ANPIL “Il Bottaccio” (parzialmente incluso)
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Ampia area umida costituita da seminativi, prati allagati, canneti, boschi igrofili e specchi d’acqua, il padule di Bientina
è la seconda area umida interna toscana per estensione. Situata nella porzione provinciale orientale, a confine con
la provincia di Pisa, e attraversata longitudinalmente dal canale Rogio e da una fitta maglia di canali di bonifica,
costituisce un’area di notevole importanza naturalistica, sia dal punto vegetazionale che faunistico e floristico, pur
avendo subito nel secolo scorso una notevole riduzione e degrado di molte aree di eccezionale valore vegetazionale
e floristico.
Emergenze vegetazionali
Nell’area sono segnalati 4 habitat di interesse regionale, tre dei quali anche di interesse comunitario: 91E0 “Boschi
palustri a ontano”; quest’ultimo habitat è segnalato come prioritario a livello europeo, 91F0 “Boschi planiziari
e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del
Magnopotamion o Hydrocharition”. Un habitat di interesse regionale è rappresentato dalle comunità di idrofite
radicate e non, appartenenti all’alleanza Parvopotamion e Nymphaeion albae. Da veridicare la presenza dell’habitat
6420 “Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi”, segnalato nel formulario Natura 2000
del SIR (SIC).
Emergenze floristiche
L’elevato valore floristico dell’area è testimoniato dalla segnalazione di presenza di 34 specie di interesse regionale.
Tra queste, merita citare mestolaccia minore (Baldellia ranunculoides), in pericolo di scomparsa in Italia e vulnerabile
in Toscana, porracchia dei fossi (Ludwigia palustris) e limnantemo (Nymphoides peltata), specie ritenute in pericolo
a livello nazionale e regionale, erba saetta (Sagittaria sagittifolia) e erba vescica (Utricularia australis), specie in
pericolo in Italia e vulnerabili in Toscana, giunchina aghiforme (Eleocharis acicularis), specie vulnerabile in Italia e in
pericolo in Toscana, morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae), millefoglio d’acqua (Myriophyllum verticillatum), brasca
poligonifolia (Potamogeton polygonifolius), specie vulnerabili in Toscana.
Emergenze faunistiche
Anche il popolamento faunistico assume importanza a livello nazionale ed europeo. Sono infatti segnalate presenti
44 specie di interesse regionale, 31 delle quali anche di interesse comunitario. Appartengono a queste ultime 3
insetti, 1 anfibio e 27 uccelli. Tra queste numerose specie, merita citare, tra la fauna non ornitica, il lepidottero licena
delle paludi (Lycaena dispar) e il tritone crestato (Tritrurus carnifex). Tra gli uccelli di interesse comunitario nidificanti
o presenti in periodo riproduttivo, merita citare tarabusino (Ixobrychus minutus), airone rosso (Ardea purpurea),
albanella minore (Circus pygargus), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), succiacapre (Caprimulgus europaeus),
calandrella (Calandrella brachydactyla), averla piccola (Lanius collurio), averla capirossa (Lanius senator); tra le specie
di interesse regionale nidificanti o presenti in periodo riproduttivo, merita citare il gheppio (Falco tinnunculus) e
l’assiolo (Otus scops). Nel padule svernano specie di interesse comunitario quali tarabuso (Botaurus stellaris), garzetta
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(Egretta garzetta), falco di palude (Circus aeruginosus), albanella reale (Circus cyaneus), pellegrino (Falco peregrinus).
L’area è inoltre sito di importanza nazionale per lo svernamento della pavoncella (Vanellus vanellus) e del beccaccino
(Gallinago gallinago).
Gran parte dell’area ricade nella sottozona di rilevamento dell’avifauna acquatica PI0901, censita annualmente per il
censimento invernale dell’avifauna acquatica promosso da WI (Wetland International), svolto in Italia sotto la diretta
organizzazione dell’ISPRA (ex INFS) e coordinati in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano (COT).
Criticità
L’estensione delle aree coltivate rappresenta un’importante minaccia, per il rischio di ulteriore messa a coltura di
ambienti palustri, per l’alterazione della vegetazione dei fossi e delle scoline, per possibile inquinamento delle acque,
per diminuzione di apporti idrici in periodo primaverile-estivo a seguito di prelievi idrici. L’assenza di un piano di
gestione unitario dell’area è di per sé un elemento criticità, che comporta ad es. interventi di gestione idraulica canali
di bonifica a danno della vegetazione ripariale e igrofila.
Cause di minaccia naturali sono rappresentate dalla ridotte dimensioni e dall’isolamento dei nuclei relitti di bosco
igrofilo e dallo sviluppo dei canneti, a danno dei magnocariceti e degli specchi d’acqua. Anche la presenza di numerose
specie di flora e di fauna alloctone, quali ad es. amorfa (Amorpha fruticosa), robinia (Robinia pseudacacia), nutria
(Myocastor coypus), gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), costituisce seria minaccia alla sopravvivenza
di molte specie di flora e di fauna.
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Bosco dei Comunali
Comune: Montecarlo
Estensione: 74,7 ha
Altitudine massima: 154,6 m
Altitudine minima: 70 m
Rete Natura 2000: Aree Protette: -
Descrizione sintetica e valore naturalistico
Zona boscata collinare posta alle spalle di Montecarlo, a sud dell’abitato di Montechiari, e percorsa da due ruscelli, il
rio del Passo a Lucca a ovest e il rio Strigaio a est. Sono presenti formazioni boscate di latifoglie mesofile e formazioni
ripariali lungo i corsi d’acqua. In base alle attuali conoscenze, l’importanza dell’area è soprattutto floristica.
Emergenze vegetazionali
Non sono disponibili studi né informazioni vegetazionali.
Emergenze floristiche
Nell’area sono segnalate presenti 5 specie di interesse regionale: Carex remota, Eleocharis multicaulis, Hypericum
mutilum, Laurus nobilis, Osmunda regalis. Di particolare valore la stazione di giunchina (Eleocharis multicaulis), specie
vulnerabile in Italia e in pericolo in Toscana. Da segnalare inoltre la presenza di (Sphagnum sp. pl.) e di esemplari di
felce florida (Osmunda regalis) di eccezionali dimensioni, superanti i due metri di altezza.
Emergenze faunistiche
Non sono disponibili studi né dati faunistici.
Criticità
L’inclusione dell’area all’interno di un’area verde comunale rappresenta una froma di tutela indiretta da possibili
espansioni urbanistiche. La scarsità delle informazioni disponibili e l’assenza di una gestione dell’area a fini naturalistici
rappresentano però elementi di criticità. Anche gli incendi, verificatosi di già in passato, costituiscono una reale
minaccia per l’area.
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