verso la condivisione di una strategia LA CARTA DI SAN ROSSORE

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Le dune costiere: verso la condivisione di una strategia
LA CARTA DI SAN ROSSORE
I partecipanti alla conferenza di San Rossore Le Dune Costiere: esperienze di gestione europee ed
italiane a confronto, tenutasi il 12 dicembre 2008 presso la sede dell'Ente Parco regionale di Migliarino San
Rossore Massaciuccoli a Pisa,
riconoscendo per questi ecosistemi i valori qui di seguito descritti:
1. gli ambienti dunali costieri sono aree di grandissimo valore naturalistico, paesaggistico ed ambientale,
che insistono solitamente su terreni di proprietà pubblica soggetti a forme di tutela paesaggistica,
naturalistica e idrogeologica;
2. le dune sono localizzate in aree, quelle costiere, spesso con un'economia forte che crea grandi pressioni
antropiche dirette ed indirette con conseguente rarefazione e frammentazione di tali ecosistemi;
3. gli estremi climatici caratteristici e la loro diffusione potenziale su vasta scala geografica (in quanto aree
azonali dal punto di vista biogeografico) hanno creato i presupposti per l'evoluzione di una ecodiversità
unica e concentrata su fasce ecologiche di ridotta ampiezza per loro stessa natura;
4. le dune contribuiscono tra l'altro ai seguenti servizi ecologici:
•
costruiscono nuovi terreni partendo da una matrice minerale arricchita dal materiale spiaggiato
attraverso i caratteristici processi geomorfologici e biologici;
•
contribuiscono al ricarico della falda acquifera ed alla separazione della falda dolce da quella salata,
ostacolando così l’intrusione del cuneo salino;
•
intervengono sulle dinamiche del moto ondoso, contrastando l’innalzamento del livello del mare e
l’erosione delle coste sabbiose;
•
sono determinanti nella formazione e nella conservazione delle zone umide costiere, che
costituiscono aree ad elevata produttività biologica e importanti serbatoi di anidride carbonica utile a
mitigare l'effetto serra;
5. forniscono inoltre servizi di tipo paesaggistico, ricreativo, estetico, culturale e spirituale;
6. nonostante il valore e le funzioni svolte, gli ecosistemi dunali soffrono delle seguenti minacce:
•
crescita dell'urbanizzazione con relativi spianamenti dei rilievi dunali, interrimento di zone umide,
costruzione di strade e di barriere al movimento dei sedimenti, ecc.;
•
sovracalpestio per lo sregolato uso ricreativo;
•
forme distruttive di pulizia delle spiagge con asportazione dei materiali naturali (banquettes di
Posidonia oceanica, legna, ecc), spianamenti, uso di mezzi meccanici, ecc.;
•
diffusione di specie esotiche legate all'intensità dell'uso umano (p.e. di specie sinantropiche e
nitrofile) e ad errate politiche di forestazione del passato che hanno alterato sia le funzioni
ecologiche che gli assetti paesaggistici;
•
aumento dell'erosione costiera anche a causa di fenomeni locali che impoveriscono le naturali
strutture di protezione (materiali spiaggiati, vegetazione, rilievi ecc.) e diminuiscono la formazione
del suolo;
•
salinizzazione delle falde delle aree umide dulciacquicole costiere dovuta principalmente
all'arretramento della costa, all'appiattimento e deterioramento dei rilievi dunali e all'uso massivo
delle falde superficiali;
•
inefficacia di molte forme di protezione operanti sul territorio;
•
mancanza di coordinamento su obiettivi di vasta scala nelle scelte di pianificazione, gestione,
restauro ecologico e monitoraggio;
•
mancanza di una politica di gestione integrata della linea di costa che permetta di operare
coerentemente con la strategia europea nota come ICZM (Integrated Coastal Zone Management),
per il mantenimento tra l'altro degli apporti sedimentari fluviali vitali per l'equilibrio degli ecosistemi
dunali;
•
mancanza nella popolazione di un'adeguata conoscenza naturalistica di base e di un suo
coinvolgimento nelle fasi di pianificazione e gestione degli interventi.
Esprimendo la necessità di una visione strategica comune e di una capacità gestionale efficace a
fronteggiare tali minacce attraverso:
7. idee progettuali forti che da un lato propongano concretamente forme alternative di sviluppo e dall'altro
la realizzazione di opere di restauro ecologico a cui siano collegati monitoraggi tecnici e interventi di
manutenzione di lunga scala temporale;
8. la costituzione di un'organizzazione che, partendo dall'analogia delle situazioni ambientali su vasta scala
e dagli interventi finora realizzati in Italia e all’estero, aiuti a superare la difficoltà comune a molte
amministrazioni di portare avanti adeguate attività gestionali con la necessaria continuità.
I partecipanti alla conferenza di San Rossore si impegnano a:
 dare vita ad una rete di soggetti interessati (istituzione territoriali, mondo scientifico, associazionismo
ambientalista, soggetti economici e tutta la cittadinanza), in modo da arrivare a forme istituzionalizzate di
interscambio di informazioni, aggiornamento e proposizione di buone pratiche per la conservazione di
questa eredità naturale.
 Non trascurando, inoltre, la collaborazione e il collegamento con organismi internazionali (EUCC European Union Coastal Conservation, EUDC - European Union for Dune Conservation, European Sand
Dune Inventory, European Dune Network, EUROSITE, ecc.), quanto definito finora si dovrà
concretizzare in stimoli politici per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla Gestione Integrata delle
Zone Costiere (Protocollo della Convenzione di Barcellona sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere
del Mediterraneo - Madrid 2008), e per una sua effettiva ed efficace attuazione anche negli ordinari
strumenti di pianificazione e gestione territoriale.
San Rossore, 12 dicembre 2008