Sinossi: Il film racconta due storie: una vera e l`altra di invenzione

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Sinossi: Il film racconta due storie: una vera e l`altra di invenzione
Sinossi:
Il film racconta due storie: una vera e l’altra di invenzione ma tratta da vicende reali. La
storia vera è quella del lungo viaggio di Yaguine e Fodè, due adolescenti guineani che nel
1999 hanno scritto a nome di tutti i bambini e i ragazzi africani una lettera indirizzata “Alle
loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa“. Nella lettera i due ragazzi chiedono
aiuto per avere scuole, cibo, cure. Con la lettera in tasca Yaguine e Fodè si nascondono nel
vano del carrello di un aereo diretto a Bruxelles ed inizia così il loro straordinario viaggio
della speranza che si concluderà tragicamente. Le vicende di Yaguine e Fodè si incrociano
con la seconda storia che narra di un altro viaggio, questa volta dall’Europa all’Africa,
avvenuto dieci anni dopo, intrapreso da altri due adolescenti ed un pallone. Thabo e
Rocco, uno africano e l’altro italiano, sono vittime del mercato di bambini calciatori, dal
quale sono fuggiti. Un vero e proprio sfruttamento in cui i bambini spesso vengono levati
dalle famiglie, “usati” e abbandonati quando non servono più. I due ragazzi giocando con
un pallone, loro unico compagno di viaggio, attraversano l’Africa a piedi, percorrendo in
senso opposto uno dei tanti “sentieri delle scarpe” tracciati in anni da migliaia di uomini,
donne, bambini, in fuga dalle carestie e dalle guerre. Il loro viaggio è ricco di insidie e
difficoltà ma anche di incontri ed esperienze straordinarie che li cambieranno per sempre.
Quando l’Airbus A300 della Sabena conclude il suo lungo volo atterrando a Bruxelles, un
tecnico scopre abbracciati i corpi assiderati di Yaguine e Fodè, nelle loro tasche la lettera
indirizzata “ Alle loro Eccellenze…”. Anche il lungo viaggio di Thabo e Rocco si conclude con
l’arrivo a N’Dola il paese natale di Thabo , dove li aspetta in un campo di calcio dedicato a
Yaguine e Fodè un mister un po’ speciale che tutti chiamano “pasta e fagioli”.
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Regia: Paolo Bianchini
Produzione: Alveare Cinema in collaborazione con Rai Cinema
Durata:100’
Sceneggiatura: Paolo Bianchini, Paola Rota, Marco Cavaliere
Direttore della Fotografia :Giovanni Cavallini
Montaggio:Roberto Siciliano
Attori:Angela Finocchiaro, Diego Bianchi, Mohamed Lamine Keita, Mohamed Toumany
Sylia, Gaetano fresa, Fallou Kama, con la partecipazione di Francesco Salvi e con
l’amichevole partecipazione di Giobbe Covatta
Destinatari:Scuole di ogni Ordine e Grado
Approfondimenti:
ANALISI DEL FILM
Una delle caratteristiche fondamentali de “Il sole dentro” che lo rende un importante
strumento didattico e divulgativo è la sua capacità di offrire numerosi spunti di riflessione
su diverse tematiche, veicolare messaggi e valori fondamentali utilizzando un linguaggio
semplice e chiaro ma soprattutto divertendo ed interessando i ragazzi. Grazie, infatti, ad
una proiezione (luglio 2012) effettuata all’interno del Festival di Giffoni –uno dei più
importanti Festival per ragazzi al mondo- con un pubblico di 830 spettatori dai 10 ai 13
anni si è potuto verificare che i ragazzi non si sono mai annoiati, anzi hanno seguito con
attenzione e partecipazione il film dall’inizio alla fine. Al termine della proiezione si è
sviluppato un dibattito in cui i ragazzi hanno affrontato e discusso con interesse le diverse
tematiche ed hanno voluto approfondire alcuni argomenti del film.
Nel film sono intrecciate due storie differenti e soltanto dopo diverso tempo viene rivelato
l’elemento che le congiunge; ciò consente di mantenere l’attenzione sempre attiva
generando una sorta di suspense che induce a seguire il film con attenzione. Entrambe le
vicende sono trattate con delicatezza e sensibilità, senza mai scadere nei luoghi comuni. La
presenza di attori brillanti come Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta, Francesco Salvi e
Diego Bianchi consente al film di scorrere con grande piacevolezza alternando momenti di
riflessione a momenti di puro e sano divertimento. Lo stile registico è asciutto senza inutili
fronzoli e manierismi per lasciare spazio alle storie, ai luoghi dove è stato girato (Puglia –
deserto tunisino – Guinea Conakry) e ai volti degli attori in particolar modo dei quattro
ragazzini protagonisti diretti con sensibilità e maestria del regista Paolo Bianchini che per il
suo impegno verso l’infanzia e i suoi diritti è stato nominato ambasciatore dell’Unicef.
Attraverso le immagini del film si possono scoprire gli ampi spazi del deserto del Sahara ed
entrare nelle case reali di Yaguine e Fodè e conoscere i loro veri genitori. Il finale del film,
nonostante la tragica morte di Yaguine e Fodè, lascia un messaggio di speranza per il
futuro, una sensazione di reale possibilità di poter cambiare le cose e un sentimento di
gioia e serenità che accompagna lo spettatore per lungo tempo.
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LA STORIA DI YAGUINE E FODE'
Conakry – Guinea 1999: Yaguine Coita e Fodè Tounkara sono due ragazzi rispettivamente
di 15 e 14 anni. Vivono a Conakry, la capitale della Guinea, in delle baracche ai margini
della città. Frequentano una scuola affollata e povera, senza corrente elettrica né libri.
Nella classe di Fodè ci sono 107 alunni. La sera per studiare sono costretti a percorrere
decine di km a piedi per raggiungere il parcheggio dell’aeroporto di Conakry unico luogo in
cui ci sia la corrente e l’illuminazione e dove li attendono tanti altri ragazzi. Yaguine e Fodè
sono legati da una profonda amicizia e li accomuna un desiderio: studiare per crescere,
emanciparsi, per aiutare le loro famiglie e gli altri ragazzi guineani e Africani e li unisce
anche la speranza di poter cambiare le cose con lo studio, con il dialogo. La loro speranza,
purezza e anche ingenuità fa nascere in loro un pensiero: scrivere una lettera ai “signori
membri e responsabili dell’Europa”, per raccontare quello che succede in Africa e chiedere
loro aiuto, perché nelle menti candide dei due ragazzi i “Responsabili dell’Europa” non
possono sapere quello che succede in Africa altrimenti non lo permetterebbero. E così ogni
sera si ritrovano nel parcheggio dell’aeroporto dove, armati di carta e penna, iniziano a
scrivere la loro lettera, prima in brutta copia per essere poi trascritta in bella copia. Chissà
quanti sogni, quante speranze saranno passate nelle loro menti, quanto avranno parlato e
discusso sui concetti da esprimere, sulle parole giuste da usare. Finché un giorno,
terminata di scrivere e trascrivere la loro lettera, decidono di consegnarla personalmente
al Parlamento Europeo nella sede di Bruxelles utilizzando uno dei tanti aerei che da
Conakry vanno a Bruxelles. Così preparano le loro poche cose e con coraggio riescono ad
infilarsi nel vano del carrello di atterraggio di un Airbus A300 della compagnia belga
Sabena.
I loro corpi sono stati trovati solo qualche giorno dopo all’aeroporto di Bruxelles;
indossavano diverse paia di pantaloni e maglioni infilati l’uno sopra l’altro, ma ai piedi
calzavano i sandali. Sono morti di freddo, sicuramente: all'altitudine di crociera di un
aereo, la temperatura oscilla tra i -50 e i -55 gradi. Nelle loro tasche hanno trovato questa
lettera:
(Traduzione del testo originale)
Alle Loro Eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa.
Abbiamo l’onore e il piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi del
nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa.
Ma prima di tutto, vi presentiamo i nostri saluti più squisiti rispettosi, a tal fine, siate il
nostro sostegno e il nostro aiuto, siatelo per noi in Africa, voi ai quali bisogna chiedere
soccorso; ve ne supplichiamo per l’amore del vostro bel continente, per il vostro sentimento
verso i vostri popoli , le vostre famiglie e soprattutto per l’amore per i vostri figli che voi
amate come la vita...
Signori membri e responsabili dell’Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza
che noi gridiamo aiuto per l’Africa.
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Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa aiutateci, abbiamo dei problemi e i bambini
non hanno diritti... noi africani, e soprattutto noi bambini e giovani africani, vi chiediamo di
fare una grande organizzazione utile per l’Africa, perché progredisca. Se vedete che ci
sacrifichiamo rischiamo la vita, è perché soffriamo troppo in Africa e abbiamo bisogno di
voi per lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa.
Ciò nonostante noi vogliamo studiare, vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come
voi...
Infine vi supplichiamo di scusarci moltissimo di aver osato scrivervi questa lettera in quanto
voi siete degli adulti a cui noi dobbiamo molto rispetto...
Yaguine e Fodè due bambini guineani.
LA TRATTA DEI BABY CALCIATORI
l calcio nell’immaginario collettivo è visto come un mondo dorato attorno al quale c’è un
giro economico di proporzioni mastodontiche e dove gli atleti sono strapagati ma c’è una
realtà che pochi conoscono che è fatta di dolore e sfruttamento: è la tratta dei baby
calciatori.
Persone senza scrupoli, sedicenti procuratori, che sono stati nominati “scafisti del calcio”
girano il mondo, soprattutto L’Africa, alla ricerca di piccoli talenti. Una volta individuati dei
ragazzi convincono le famiglie a farseli consegnare per portali a giocare ed allenarsi in
qualche club europeo con il sogno e la speranza di diventare i campioni del domani, ma per
fare ciò si fanno pagare lautamente. Le famiglie che sperano di vedere il proprio figlio
diventare un grande calciatore consegnano tutti i loro risparmi o si indebitano. Alcuni
ragazzi vengono portati effettivamente nei club, ma se dopo pochissimo tempo non
rispondono alle caratteristiche richieste vengono abbandonati dove capita oppure sfruttati
come manodopera a basso costo, altri vengono direttamente sfruttati senza neanche
passare per il club. Molti di loro provano a tornare a casa e per fare ciò finiscono nella rete
della malavita, mentre molti altri scompaiono e si perdono completamente le loro tracce.
Questi ragazzi vengono chiamati “nuovi schiavi del calcio”, sono circa 20.000 e provengono
quasi tutti dall’Africa, le meta principale è la Francia, ma si sono verificati numerosi casi
anche in Italia.
La compravendita dei calciatori minorenni è vietata dall’articolo 19 del Regolamento Fifa
sullo Status e sul Trasferimento dei giocatori, che recita: “I trasferimenti internazionali dei
calciatori sono consentiti solo se il calciatore ha superato il 18° anno di età”. Sono previste,
però, delle eccezioni: il trasferimento di un giocatore di 16 anni è consentito all’interno
dell’UE o dell’ AEE, per via della sentenza Bosman (che liberalizza il mercato del calcio
europeo); se i genitori del ragazzo si sono trasferiti nel Paese della nuova società per motivi
indipendenti dal calcio; se è in essere un accordo di collaborazione tra accademie giovanili
dei due club (con adeguato alloggio, mantenimento e istruzione). E su queste eccezioni
s’innestano i sedicenti procuratori che riescono a falsificare i documenti oppure produrre
falsi attestati in cui risulta che i genitori lavorano in Europa e per la Fifa è impossibile
controllare tutto, specie se i ragazzi giocano in squadre amatoriali, e non riconosciute.
FASCE D’ETA’
La semplicità narrativa, la totale assenza di immagini violente o che possano turbare la
sensibilità dei più piccoli legate alla forza e all’universalità degli argomenti trattati e degli
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spunti di riflessione, rendono il film adatto per tutti gli ordini scolastici e tutte le fasce
d’età.
TEMATICHE DEL FILM
La storia vera della lettera di Yaguine e Fodè
La tratta dei baby calciatori e lo sfruttamento dei minorenni
L’amicizia che supera barriere e differenze
Le difficoltà, la carenza affettiva e l’abbandono di molti ragazzi italiani
Il viaggio alla scoperta dell’altro e di sé
L’Africa, le sue difficoltà ma anche la sua bellezza, la sua gioia e i suoi valori
Le ragioni e le difficoltà dell’emigrazione
Il diritto e la possibilità dei bambini e dei giovani di vivere in un “mondo migliore”
Le differenze e le somiglianze fra ragazzi italiani ed africani
Lo studio e l’impegno come strumenti per migliorare il proprio Paese e la propria esistenza
Il calcio e lo sport come momento di aggregazione, di crescita e di aiuto reciproco
L’espressione dell’affettività nella relazione fra le persone messa in difficoltà, nei nostri
giorni, dalla presenza sempre più invadente delle tecnologie
La personalità, la capacità degli italiani all’Estero di interagire con le realtà locali e
l’importanza della cooperazione
Spunti di Riflessione:
1. Il titolo “Il sole dentro” a cosa si riferisce?
2. Cosa ha spinto Yaguinè e Fodè a scrivere la loro lettera al Parlamento Europeo e
qual è la situazione dei ragazzi africani?
3. Dove si trova la Guinea e qual è la sua storia e la sua situazione socio-politica?
4. Nel film sono mostrati i veri genitori di Yaguine e Fodè e le loro case. Quali
riflessioni e spunti nascono guardando i volti dei genitori e le loro umili abitazioni?
Quali differenze con la nostra realtà?
5. Yaguine e Fodè, nella loro lettera, chiedono di poter studiare. Qual è il valore dello
studio e della cultura? Che cosa vuol dire per un Paese essere culturalmente
arretrato?
6. Rocco e Thabo, gli altri due piccoli protagonisti del film, partono da Bari e
raggiungono l’Africa centrale a piedi, attraversando il deserto. Qual è il loro
percorso?
7. Nel deserto, Rocco e Thabo incontrano una serie di persone: lo speaker della radio,
il nomade, i migranti, Padre X. Che cosa rappresentano?
8. La figura di Padre X è enigmatica e misteriosa. Che valore e simbologia hanno,
secondo voi, gli aquiloni che egli fa volare nel cielo?
9. Chiara, interpretata da Angela Finocchiaro, è una donna che ha deciso di
abbandonare le comodità della sua vita per trasferirsi in Africa e allenare una
piccola squadra di calcio. Quali sono le ragioni della sua scelta? L’aver abbandonato
una serie di beni materiali l’ha resa più infelice o più serena?
10. Il console, interpretato da Diego Bianchi, è una figura divertente e allegra. Ma qual è
il suo vero ruolo nel film quando deve diventare una persona seria?
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11. Molti italiani come Chiara, il console, il rappresentante dell’Unicef, sono impegnati
all’Estero in azioni umanitarie o diplomatiche. Qual è il ruolo e l’attività specifica
dell’Unicef?
12. Che cosa ha spinto Thabo e la sua famiglia a farlo partire con un sedicente
procuratore? Quali speranze e sogni avevano per il futuro? Cos’è la tratta dei baby
calciatori? Quali altre forme di sfruttamento esistono nei Paesi più poveri (bambini
soldato, minatori in cunicoli talmente stretti che 3entrano solo piccoli corpi ecc.) ?
13. Rocco, una volta giunto in Africa, è un clandestino come lo sono molti degli africani
che giungono in Italia. Cosa vuol dire essere un clandestino?
14. Nella partita di calcio finale, in un campo povero e polveroso ma costruito con
amore, tutti i ragazzi giocano insieme senza distinzione di provenienza. Qual è il
valore dello sport? E’ ancora possibile oggi sperare in un calcio pulito che
rappresenti un momento di confronto agonistico sano e leale?
15. Come mai centinaia di migliaia di persone ogni anno abbandonano il proprio Paese
lasciando tutti gli affetti e rischiando la vita per raggiungere l’Europa?
16. Sia l’amicizia fra Yaguine e Fodè che fra Rocco e Thabo si rivela un elemento
fondamentale per superare le difficoltà. Qual è il valore dell’amicizia e cosa vuol dire
avere un vero amico?
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