Leggi - ADN Swim Project

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Corriere della Sera Giovedì 14 Marzo 2013
BG
Sport
Ieri a Zingonia allenamento mattutino
per l’Atalanta di Stefano Colantuono,
in vista della gara contro il Napoli in
programma domenica pomeriggio.
Atalanta, Cigarini
non ancora al top
Lionel Scaloni e Gianpaolo Bellini
continuano a lavorare a parte e, al San
Paolo, difficilmente riusciranno a
esserci. Infine il recupero di Carlos
Carmona — che ha scontato la
squalifica — potrebbe costringere
Luca Cigarini, non ancora al top, a
un’ulteriore panchina.
Il personaggio
Fresco vincitore
del Città di
Milano, è uno dei
talenti del nuoto
mondiale. Ha
origini orobiche: i
nonni arrivarono
in Brasile da San
Pellegrino
Olimpiadi
Ai Giochi di Londra
Bruno Fratus sfiorò
il terzo posto, battuto
per soli due
centesimi dal rivale
connazionale Cielo
SEGUE DALLA PRIMA
Nel capoluogo meneghino lo
scorso weekend è arrivato primo nei 50 metri stile libero con
il tempo di 22 secondi e 23 decimi battendo l'italiano Dotto. O
come ha dimostrato alle Olimpiadi di Londra dove ha sfiorato
il podio giungendo quarto a
due centesimi dal terzo posto
occupato dal rivale e connazionale Cesar Cielo. «Guardi comunque che il mio nome c'entra con Bergamo: i miei nonni
erano di San Pellegrino e poi sono emigrati in Brasile. Il mio secondo nome è Giuseppe in onore del nonno».
Ha mai visitato Bergamo?
«Sono venuto una volta sola.
Sono stato anche nei luoghi da
cui provenivano i nonni. Ero
piccolo, avevo cinque anni e ricordo una città deliziosa. Ho in
mente anche l'immagine di un
fiume e delle montagne».
Pochi giorni fa si trovava a
pochi chilometri: ha gareggiato e vinto il Città di Milano.
«Sì, un risultato soddisfacente soprattutto perché non sono
ancora al top. Sono un po' stanco, ma è normale visto che mi
sto preparando alle qualificazioni mondiali».
I Mondiali di
Barcellona che
si svolgeranno a
cavallo tra luglio e agosto.
«Esattamente,
l'obiettivo è solo
uno: la vittoria».
Lo stesso
obiettivo anche
per le Olimpiadi
che si svolgeranno a casa sua,
in Brasile, nel 2016.
«Certamente. Io gareggio
fondamentalmente per due motivi: perché mi diverto e perché
so che posso ambire alla vittoria».
Magari c'è qualche avversario che è più forte di lei...
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Morale e salute
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Tempo libero
Amo la vita d’atleta
E poi ci tengo a non
distruggere il corpo
con alcool e fumo
Dormo un sacco
e amo mangiare,
soprattutto la
mozzarella di bufala
ri, la dieta, gli allenamenti, la disciplina. Tutto questo mi piace.
E fa bene. Ci tengo alla mia salute. E distruggerla per il fumo o
2 birre al bar la sera non mi
va».
Cosa fa nel tempo libero?
«Dormo un sacco. E poi mangio. Ora che sono a Caserta e mi
faccio grandi abbuffate di moz-
sto. Lo trovo sbagliato».
Perché?
«Perché io sono una persona
normalissima. Un ragazzo esattamente come gli altri. Certo,
vado un po' più veloce della media in acqua…».
Uno squalo carioca
Fratus: «In acqua non penso a nulla: lì conta solo l’istinto»
Chi è
Da Rio
Fratus nasce a Macaé in
Brasile il 22 giugno 1989.
È fidanzato con Michelle
Lenhardt (foto), anch’essa
nuotatrice
Carriera
La sua specialità sono i 50
metri stile. Esplode nel
2011 ai Giochi
Panaramericani: due ori
nelle staffette e un
argento individuale. Nel
2012, ai Sudamericani,
vince un oro nella staffetta
e due argenti individuali. A
Londra arriva quarto per
soli due centesimi nei 50
stile libero
«Ho una testa, due gambe e
due braccia come i miei avversari quindi "perché no"? Alla fine tutti partiamo alla pari quindi perché non è possibile vincere?».
A tal proposito, c'è un suo
connazionale, Cesar Cielo, che
a volte si mette di traverso...
Siete rivali o amici?
«Non siamo amici fraterni,
ma c'è grande rispetto. Lui è
molto professionale».
Lo stesso Cielo le ha tolto la
medaglia di bronzo a Londra
per due soli centesimi.
«È stata dura perché ti prepari a lungo e poi vedere sfuggire
la medaglia per un nulla fa male. Ho continuato a pensarci nei
giorni successivi, ma poi ho
scoperto di essere diventato
più forte grazie a quella sconfitta: mi ha insegnato che devo allenarmi più intensamente».
Immaginiamo di essere in
acqua durante una gara. A cosa pensa?
«A nulla. Quando sei in acqua, soprattutto per distanze
così brevi, conta solo l'istinto.
Non vedi niente, quando la testa esce dall'acqua per cercare
ossigeno vedi solo ombre. Tu
dai il massimo per fare una
bracciata in più e arrivare prima dei tuoi avversari».
Nulla, nemmeno quando si
trova a bordo piscina, pochi
istanti prima dello start?
«Nemmeno lì: la mente è
bianca. Pensare troppo fa male.
Ed è giusto che sia così. L'atleta
ha il compito di nuotare e far
funzionare al meglio il corpo. Chi ha il compito
di ragionare è il coach. E un'atleta deve sempre seguire
gli ordini del coach».
Ha un portafor-
tuna? Prima delle gare compie dei rituali?
«Non esistono rituali o scaramanzie. Anche qui governa
l'istinto. Se ho voglia di bere,
bevo. Se preferisco ascoltare
della musica, mi metto le cuffie
e l'ascolto. Ma non c'è nulla
di predefinito. Anzi, i riti
scaramantici fanno perdere tempo e concentrazione».
Torniamo ai suoi
inizi. Quando ha co-
Sorridente
Fratus dopo
la vittoria al Città
di Milano
sabato scorso
Moioli: «Ora non ho più paura di cadere
E l’anno prossimo punto alle Olimpiadi»
Il talento di Michela Moioli, 17enne
astro nascente dello snowboardcross azzurro, era già noto da tempo agli addetti
ai lavori, ma la sua stagione, da debuttante in Coppa del Mondo, ha sorpreso tutti. Anche lei stessa: «Quest'anno volevo
soprattutto fare esperienza e non farmi
male — ammette —, non mi aspettavo
di gareggiare alla pari con le avversarie
più forti». Invece i risultati sono arrivati
subito: il primo podio con il terzo posto
nel team event di Telluride (Usa), in coppia con l'altra azzurra Raffaella Brutto e
poi, il 17 febbraio scorso, la prima vittoria. In un luogo speciale: Sochi, in Russia, sulla pista che l'anno prossimo ospiterà le Olimpiadi. Michela non ha dubbi:
«È stata l'emozione più bella, vincere lì
mi ha dato tantissime sensazioni positive».
Grazie a lei, l'Italia ha trionfato in Cop-
pa del Mondo 13 anni dopo l'ultima (e
unica) volta: «É stato un piacere dimostrare che la squadra è tornata grande».
E ha quasi replicato nella gara dello scorso weekend, sulle nevi svizzere di Arosa,
chiudendo al secondo posto. Ora il podio della classifica generale non è un sogno: a due gare dal termine della stagione, l'azzurra è terza con 2270 punti e vorrebbe consolidare questo piazzamento.
Risultati eccezionali per una ragazza
che compirà 18 anni il prossimo 17 luglio, ma a lei non sembra interessare il
ruolo di «cucciolo» del gruppo azzurro:
«Tutti mi coccolano, sono la più piccola
della squadra, ma ho un carattere vivace
e un grande spirito di competizione, anche con la mia compagna di squadra Raffaella Brutto». Del resto, ha dichiarato
che uno dei suoi idoli sportivi è la sciatrice statunitense Mikaela Shiffrin, cam-
Matteo Magri
@matteomagri
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Gara amichevole
L’intervista La 17enne di Colere è la sorpresa stagionale dello snowboardcross
Acrobatica Michela Moioli
minciato a nuotare?
«Prima del nuoto ho fatto
molti altri sport: judo, pallavolo, basket e calcio. Ma poi, a 10
anni, ho preferito concentrarmi solo sulla piscina».
Il motivo?
«Lì potevo gareggiare per
vincere».
«Gareggiare per vincere»
implica seguire un certo tipo
di vita.
«Mi vuole chiedere se mi pesa la vita d'atleta? No, al contrario mi piace tantissimo. Gli ora-
zarella di bufala. E poi mi dedico alla mia fidanzata. Si chiama
Michelle (Lehnardt, ndr) e anche lei in Brasile è una nuotatrice professionista».
A proposito di Caserta, si è
trasferito da pochi mesi nell’Adn Swim Project.
«Penso di aver fatto la scelta
giusta. Nel club siamo sempre
seguiti da uno staff ottimo. È
molto professionale».
E il cambio da San Paolo alla Campania? Un bel salto.
«Rio è una città caotica che
non permette di staccare con la
testa. In Italia invece è come se
il cervello fosse eternamente in
vacanza. E questo è un bene».
Cosa farà una volta terminata la carriera?
«Pensarci un po' mi spaventa. Di sicuro vorrò rimanere nel
mondo dello sport. Magari allenatore o manager. Certo, è un
peccato non avere tempo per
studiare».
Lei è molto attivo su Twitter e Facebook.
«È un modo per comunicare
con amici e fan. Sono io che li
curo personalmente. Altri atleti
invece hanno uno staff per que-
pionessa mondiale di slalom e sua coetanea. «Quando c'è il talento, l'età non
conta», spiega. E mantiene i piedi per
terra anche quando un po' di inesperienza si fa sentire, come ai Mondiali canadesi di Stoneham: «Sono finita quinta —
racconta — ma avrei potuto andare a
medaglia se non fossi caduta vicino al
traguardo: ero un po' delusa, ma all'inizio dell'anno avrei messo la firma per
un piazzamento del genere».
Lo sport l'ha resa più matura anche
fuori dalla pista: «Non avevo mai viaggiato così tanto, vedere tanti posti nuovi mi ha aperto la mente». Tra poco tornerà alla sua vita di sempre e alla scuola
(è al quarto anno del liceo delle scienze
sociali). Ma ormai Michela ci ha preso
gusto e spera che la prossima stagione
le porti altre vittorie visto che, come dice lei, «le piste di Coppa del Mondo sono larghe, non ho più paura di cadere».
E poi fa capire che il suo sogno più grande sarebbe vincere di nuovo a Sochi,
quando sarà in palio l'oro olimpico. «Ormai il tracciato lo conosco bene...».
Silvia Cimini
Scherma, Bergamo batte Svezia
Sulla pedana della Bergamasca Scherma amichevole
tra i sei ragazzi svedesi in stage di preparazione
per i campionati mondiali e gli atleti del maestro
Zbigniew Demianiuk. Vittoria per i bergamaschi
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