Title of the document

Transcript

Title of the document
Si conclude la 91ª Conferenza dell’ILO. Al centro dei dibattiti :
lotta alla povertà attraverso il lavoro e misure di sicurezza
per i marittimi
Si sono conclusi giovedì i lavori della 91ª Conferenza dell’ILO dopo dibattiti particolarmente interessanti sullo
sradicamento della povertà tramite il lavoro. La Conferenza ha altresì adottato una nuova convenzione sui
documenti d’identità dei marittimi e segnato progressi nell’adottare altre misure su diverse questioni
concernenti il mondo del lavoro.
GINEVRA (Notizie dell’ILO) — Si sono conclusi giovedì i lavori della 91ª Conferenza dell’Organizzazione
internazionale del Lavoro (ILO) dopo dibattiti particolarmente interessanti sullo sradicamento della povertà
tramite il lavoro. La Conferenza ha altresì adottato una nuova convenzione sui documenti d’identità dei
marittimi e segnato progressi nell’adottare altre misure su diverse questioni concernenti il mondo del lavoro.
« Sia di fronte a minacce immediate quali la sicurezza sul lavoro, sia per quanto riguarda sfide di lungo
termine come la povertà nel mondo, l’ILO ha dimostrato di essere idonea, efficace e radicata nella sua
conoscenza in profondità del funzionamento del mondo », è quanto ha detto Juan Somavia, direttore
generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro, a conclusione della Conferenza.
Secondo Juan Somavia, l’adozione della nuova convenzione internazionale sui marittimi con 392 voti
favorevoli, 20 astensioni e nessuno no segna « un lavoro pionieristico in un’area sensibile » per garantire «
l’equilibrio tra i diritti degli 1,2 milioni di marittimi, gli interessi commerciali e le preoccupazioni di sicurezza ».
I 176 paesi membri dell’Organizzazione hanno compiuto progressi su alcune questioni legate all’ambiente di
lavoro, in particolare con l’adozione di una strategia globale per combattere gli incidenti sul lavoro e le
malattie professionali responsabili di quasi 2 milioni di decessi ogni anno. Essi hanno gettato le basi per una
nuova raccomandazione sulle relazioni di lavoro fittizie e adottato il programma ed il bilancio per il biennio
2004-2005 per un ammontare di 529,6 milioni di dollari statunitensi (stima in base ad un tasso di cambio di
1,34 franchi svizzeri per 1 dollaro).
A presiedere la Conferenza è stato il Sig. Michael Christopher Wamalwa, vicepresidente e ministro del
Lavoro del Kenya, assistito da tre vicepresidenti, i Sigg. Bryan Noakes (imprenditori) dell’Australia, Tomasz
Wojcik (lavoratori) della Polonia, e Muzahem Al Muhaisin (governi), ministro del Lavoro della Giordania.
Due ospiti d’onore hanno partecipato alla Conferenza : il Presidente del Sudafrica Thabo Mbeki ha fatto
richiamo alla coscienza morale della comunità internazionale pronunciandosi per un’azione mondiale
urgente contro la povertà ; il Re Abdullah II di Giordania ha insistito sulla necessità di vincere la « guerra del
bisogno » per « superare le divisioni e la disperazione che alimentano la violenza nel mondo ».
Affrancarsi dalla povertà
Uno dei punti salienti della riunione è stata la discussione appassionata su ciò che viene chiamata da
Somavia, in un rapporto intitolato Working out of poverty (Affrancarsi dalla povertà con il lavoro), « il legame
mancante nella lotta mondiale contro la povertà ». 300 delegati all’incirca sono intervenuti sulla questione,
impegnandosi a proseguire la lotta contro la povertà al livello nazionale ed internazionale, soprattutto a
favore dei 3 miliardi di esseri umani più svantaggiati che vivono con meno di 2 dollari al giorno.
« Trovo molto incoraggiante questo riconoscimento del lavoro dignitoso sia quale fine a se stante che come
mezzo per raggiungere obiettivi importanti, specie quello dello sradicamento della povertà. Da tutto ciò
risulta la particolare rilevanza dell’azione dell’ILO per le sfide politiche con le quali un gran numero di paesi
deve oggi fare i conti », ha detto ancora Somavia.
Fra gli strumenti analitici, politici e operativi proposti dagli intervenenti per porre fine alla povertà vanno
elencati la creazione di fondi per sviluppare la formazione, la promozione del lavoro dignitoso nel contesto di
uno sforzo globale per ridurre la povertà, la promozione di dibattiti al livello nazionale e locale per assicurare
la continuità dell’azione a favore di politiche conforme all’equazione « per i poveri = per l’occupazione », il
miglioramento degli strumenti di ricerca, di promozione e di servizio tuttora disponibili per combattere la
povertà nonché il proseguimento della « riflessione sul quadro strategico dell’ILO, sul suo lavoro in materia
di comunicazione e sui suoi meccanismi di attuazione dei programmi e d’integrazione delle politiche, in
modo da tenere sempre presente nell’azione quotidiana dell’ILO le idee su come affrancarsi dalla povertà
tramite il lavoro ».
Marittimi
La nuova convenzione sui documenti d’identità dei marittimi sostituisce la convenzione (n. 108) dell’ILO
adottata nel 1958. La nuova convenzione stabilisce un sistema di identificazione più rigoroso allo scopo di
proteggere meglio i marittimi contro il terrorismo, di garantire agli 1,2 milioni di marittimi nel mondo la libertà
di movimento necessaria al loro benessere e alla loro attività professionale, e, più generalmente, di facilitare
il commercio internazionale.
Nella convenzione vengono fissati i parametri di base mentre i dettagli — come la forma precisa del
documento d’identità — vengono precisati negli allegati perché siano facilmente adattabili agli ultimi sviluppi
della tecnologia. Una delle principali caratteristiche del nuovo documento d’identità, per il quale si è
raggiunto un accordo totale, risiede nel modello biometrico basato sull’impronta digitale. Una risoluzione,
allegata alla convenzione, richiede dal Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro l’adozione
rapida di provvedimenti per l’elaborazione di « una norma sulla biometria, utilizzabile al livello mondiale, in
particolare con la collaborazione dell’Organizzazione internazionale dell’Aeronautica civile (ICAO International Civil Aviation Organization) ». Diverse disposizioni sono state adottate per facilitare i congedi a
terra (esenzione da visti), e il transito e il trasferimento dei marittimi.
Allo scopo di evitare che venga rilasciato un documento d’identità ad una persona sbagliata, la convenzione
richiede dagli Stati membri che la ratificano di predisporre una banca dati accessibile, al livello
internazionale, da pubblici dipendenti debitamente autorizzati, e di osservare procedure rigorose per il
rilascio dei documenti d’identità. Queste procedure, relative non solo all’aspetto della sicurezza ma anche
alla tutela dei diritti individuali, fra cui la protezione dei dati personali, dovranno conformarsi a regole
trasparenti compatibili con un controllo internazionale.
Di fronte alle maggiori preoccupazioni per la sicurezza nei porti conseguenti agli attentati dell’11 settembre,
la nuova identificazione dei marittimi dovrebbe contribuire a rafforzare la sicurezza internazionale. Infatti,
verrà garantita la possibilità di stabilire in modo inconfutabile l’identità dei marittimi nei porti, gli aeroporti e a
bordo delle navi, con i mezzi più moderni.
Lavoratori palestinesi
La Conferenza ha dedicato una seduta speciale al dibattito sulla situazione dei lavoratori nei territori arabi
occupati. Nel dibattito, molto ricco, è emerso un ampio spettro di punti di vista da parte dei costituenti
tripartiti internazionali dell’ILO. Mentre hanno riconsciuto gli sforzi compiuti dall’ILO per rafforzare le
potenzialità in Palestina, i diversi oratori hanno insistito sulla necessità di ampliare l’assistenza dell’ILO in
materia di cooperazione tecnica per stimolare l’occupazione, lottare contro la povertà e rafforzare l’attività
delle parti sociali e del Ministero del Lavoro dell’Autorità palestinese. I costituenti hanno inoltre espresso la
speranza che la « road map » proposta dal quartetto composto da Nazioni Unite, Unione Europea, Stati Uniti
e Russia dia un certo slancio agli sforzi politici per riportare la pace in questa regione.
Il dibattito ha messo in rilievo il ruolo svolto dall’ILO a favore di un dialogo atto a riportare la fiducia tra tutte
le parti nella regione. Numerosi sono stati gli intervenenti a confermare il loro sostegno all’iniziativa
dell’Organizzazione di creare un « Fondo palestinese per l’occupazione e la protezione sociale ». È stato
chiesto all’ILO e alla comunità internazionale dei donatori di rendere questo fondo pienamente operativo.
Salute e sicurezza sul lavoro
È stato raggiunto dai delegati un accordo senza precedenti su una strategia globale in materia di salute e
sicurezza sul lavoro, con il richiamo ad una azione mondiale « coerente e mirata » per ridurre il numero dei
morti, dei feriti e dei malati nel mondo del lavoro. Secondo l’ILO sono 2 milioni ogni anno le persone che
muoiono da cause legate al lavoro ; si stimano invece in 354 000 gli incidenti mortali. Vengono inoltre stimati
ogni anno in 270 milioni gli incidenti sul lavoro e 160 milioni i casi di malattie professionali.
La strategia globale approvata da governi, imprenditori e lavoratori verrà attuata con un piano d’azione
appoggiato su due pilastri fondamentali : il primo prevede l’introduzione di una « cultura preventiva di
sicurezza e di salute » richiamando a garantire il diritto ad un ambiente di lavoro salubre e sicuro tramite un
accordo tra le parti sociali dell’ILO per determinare i diritti, le responsabilità e i doveri rispettivi e dare la
priorità assoluta alla prevenzione.
Il secondo pilastro consiste nello sviluppare una serie di strumenti integrati (« tool box ») sulla sicurezza e la
salute sul lavoro per aiutare i membri tripartiti dell’Organizzazione ad attuare questa strategia. Sono previste
in particolare l’elaborazione di uno strumento promozionale per collocare la sicurezza e la salute fra le prime
preoccupazioni degli Stati membri, nonché il ricorso all’assistenza tecnica e alla cooperazione centrata
sull’attuazione da parte dei governi — in stretta collaborazione con imprenditori e lavoratori — di programmi
nazionali per la sicurezza e la salute sul lavoro. Se lo deciderà il Consiglio di amministrazione, l’elaborazione
di questa serie di strumenti potrebbe iniziare nel corso della Conferenza del 2005.
Relazioni di lavoro
È stata raggiunta dalla Commissione delle relazioni di lavoro una serie di conclusioni, richiedendo in
particolare dall’ILO l’elaborazione di una nuova raccomandazione sulle relazioni di lavoro. Il testo adottato
richiede flessibilità « per tener conto della diversità delle tradizioni e dei sistemi di relazioni economiche,
sociali, giuridiche e professionali » e sottolinea il carattere dinamico della relazione di lavoro chiamata a
cambiare e ad adattarsi alle nuove sfide del mercato del lavoro.
Nelle loro conclusioni, lavoratori, imprenditori e governi chiedono che questa raccomandazione dedichi una
particolare attenzione alla relazione di lavoro « fittizia » (quando, intenzionalmente, il dipendente non viene
trattato come tale) e ai meccanismi atti a garantire alle persone implicate in una relazione di lavoro la
protezione che spetta loro di diritto al livello nazionale.
Il consenso raggiunto sottolinea che la futura raccomandazione « non dovrà interferire con le relazioni
contrattuali autenticamente indipendenti e commerciali ». Spetterà al Consiglio di amministrazione
dell’Ufficio internazionale del Lavoro iscrivere questa questione all’ordine del giorno di una prossima
Conferenza.
Applicazione delle norme
Nei suoi sforzi per porre fine al lavoro forzato in Myanmar la Commissione dell’applicazione delle norme ha
ottenuto una seduta speciale in seguito alle misure adottate nel quadro dell’articolo 33 della Costituzione
dell’Organizzazione. Sono stati evocati gli eventi intercorsi dal 2002, ivi compreso la nomina di un
funzionario incaricato di raccogliere eventuali denunce in materia di lavoro forzato nonché il recente accordo
su un piano d’azione per abolire queste forme di lavoro siglato con il governo di Yangon.
Nel suo intervento alla plenaria della Conferenza il 9 giugno, il Direttore generale dell’Ufficio internazionale
del Lavoro ha fatto appello alle autorità del Myanmar ad adottare misure immediate per la liberazione di
Aung Sun Kyi e dei suoi seguaci, garantendo la loro libertà, nonché a proseguire la collaborazione del
governo con l’ILO per porre fine al lavoro forzato nel loro paese.
La Commissione ha analizzato diversi casi in 25 paesi e ha richiamato particolarmente l’attenzione della
Conferenza su due paesi, il Belarus e il Myanmar, per la mancata osservazione della convenzione (n. 87)
sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, 1948, e il loro « rifiuto permanente da diversi anni
» di applicarla. Per quanto riguarda il Belarus, la commissione ha richiesto con insistenza dal governo
l’adozione « in un prossimo futuro, di tutte le misure necessarie » per cessare « la sua ingerenza negli affari
interni ai sindacati ».
La commissione ha inoltre insistito presso il governo del Camerun per l’adozione delle misure immediate
necessari a porre fine alla situazione d’insicurezza, perché le organizzazioni di lavoratori e di imprenditori
possano esercitare pienamente i loro diritti come previsto dalla convenzione tramite il ripristino del rispetto
dei diritti umani fondamentali, in particolare il diritto alla vita e alla sicurezza.
Nel suo rapporto, la commissione ha altresì espresso la sua preoccupazione per la situazione in Camerun,
Libia, Mauritania e Zimbabwe. La commissione ha esortato il governo della Libia ad « adottare misure
specifiche e concrete per garantire la piena conformità della legislazione con la convenzione (n. 118) sulla
parità di trattamento (sicurezza sociale), 1962 » e a « garantire pertanto il pieno rispetto dei principi di parità
di trattamento in questa materia ».
Per quanto riguarda l’applicazione in Mauritania della convenzione (n. 29) sul lavoro forzato, 1930, la
commissione ha espresso « la sua forte preoccupazione relativa alla persistenza di situazioni che traducono
gravi violazioni del divieto del lavoro forzato ».
Nel caso del Camerun, la commissione ha richiesto dal governo » la modifica urgente della legislazione
perché venga garantita ai lavoratori, sia nel settore privato che pubblico, la possibilità di costituire e
amministrare liberamente le loro organizzazioni senza ingerenza dell’autorità pubblica ».
Infine la commissione ha rimarcato le « violazioni continue » della convenzione (n. 98) sul diritto di
organizzazione e di contrattazione collettiva, 1949, avvenute in Zimbabwe, chiedendo al governo di
accettare l’invio di una missione dell’ILO per esaminare la situazione sul posto e informare la commissione
sugli sviluppi legislativi e sui problemi pendenti.
È stata segnalata dalla commissione la persistenza di situazioni caratterizzate dal versamento differito degli
stipendi, da diverse pratiche abusive in materia di retribuzione, e dall’erosione graduale della protezione dei
dipendenti che sollecitano il pagamento di stipendi arretrati in diversi paesi coinvolti in procedure di
bancarotta. La discussione su un’eventuale rapporto generale sul problema da parte della Commissione di
esperti ha confermato il carattere pienamente adatto delle norme ad hoc dell’ILO (convenzione n. 95 e
raccomandazione n. 85) e la necessità di promuovere gli altri strumenti correlati quali la convenzione n. 173.
Risorse umane
Durante la Conferenza, si è aperto una prima discussione su una nuova norma internazionale del lavoro in
materia di sviluppo delle risorse umane. Questo nuovo strumento dovrà sostituire la raccomandazione (n.
150) dell’ILO sullo sviluppo delle risorse umane, 1975. Nelle sue conclusioni inerenti il contenuto della futura
raccomandazione, la Commissione per le risorse umane ritiene che tale sviluppo rappresenta un elemento di
risposta essenziale da fornire al fine di favorire la formazione permanente e l’impiego, e richiede a tutti gli
partners, governi e settore privato, che venga rinnovato il loro impegno a favore dell’educazione, della
formazione e del perfezionamento delle conoscenze lungo tutta la vita lavorativa.
Discriminazione, previdenza sociale, lavoro minorile
Nel corso di una seduta speciale si è tenuto un lungo dibattito tra i delegati in merito alle forme di lotta contro
la discriminazione sul luogo di lavoro. Questo dibattito ha preso spunto dal rapporto dell’Ufficio
internazionale del Lavoro intitolato Time for equality at work (« L’ora dell’uguaglianza sul lavoro »), in linea
con la Dichiarazione sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro. Numerosi delegati hanno fatto notare
quanto siano legate discriminazione e povertà, affermando che la discriminazione distrugge l’auto-stima,
provocando frustrazione e debolezza.
La discussione ha messo in luce quanto è importante fornire una base giuridica per la lotta contro la
discriminazione, e quanto è importante il concetto di uguaglianza sul posto di lavoro nei diversi settori.
Malgrado gli sforzi compiuti per decenni, è stato fatto notare, le donne e le minoranze razziali o etniche
devono fare ancora molta strada per godere dell’uguaglianza in materia di opportunità di lavoro e di
trattamento. La discussione ha permesso anche di evidenziare che la discriminazione rappresenta una
causa maggiore di povertà e che assumere nuove forme, in funzione dell’età, dell’orientamento sessuale,
dell’AIDS e di diverse disabilità. È stata annunciata il 18 giugno il lancio da parte dell’Ufficio internazionale
del Lavoro di una campagna per incoraggiare i paesi ad estendere la sicurezza sociale al maggior numero
dei loro cittadini. Notando che nel mondo solo una persona ogni cinque gode di una copertura sociale
adeguata, si è precisato che la « Campagna mondiale per la sicurezza sociale e la copertura per tutti » è
frutto di un consenso globale dei governi e delle organizzazioni di imprenditori e di lavoratori per estendere
la copertura sociale nel mondo del lavoro, in particolare nell’economia informale, e sensibilizzare l’opinione
pubblica mondiale sul ruolo della sicurezza sociale nello sviluppo economico e sociale. Uno dei compiti della
campagna sarà la creazione di un ampio partenariato tra organizzazioni internazionali, paesi donatori,
istituzioni di sicurezza sociale e componenti della società civile.
Per quanto riguarda il lavoro minorile, è stata celebrata il 12 giugno dalla Conferenza la « Giornata mondiale
contro il lavoro minorile », con la partecipazione della Regina Rania di Giordania che ha lanciato al mondo
un appello « a darsi la mano » per combattere il traffico dei bambini. La regina hascemita ha sottolineato in
particolare che questo traffico rappresenta un giro di miliardi di dollari nel quale vengono sottoposti ad una
forma moderna di schiavitù milioni di bambini nel mondo. Secondo le stime dell’ILO sono quasi 1,2 milioni i
bambini vittime del traffico ogni anno.