… per un regalo speciale - Festival Pianistico Internazionale di

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… per un regalo speciale - Festival Pianistico Internazionale di
Brescia, Teatro Grande
Venerdì 22 maggio 2015, ore 20.45
Bcc a g r o B r e s c i a n o
la musica ha una
raineri design.
n u o va F o r z a .
e
Federico Colli
pianista
Johann Sebastian Bach
(1685-1750)
Concerto italiano in fa maggiore
BWV 971
Allegro
Andante
Presto
César Franck
(1822-1890)
Preludio, Corale e Fuga
R
Bach/Busoni
Johannes Brahms
(1833-1897)
Bach/Hess
Robert Schumann
(1810-1856)
Preludio corale “Ich ruf zu dir, Herr
Jesu Christ” BWV 639
“Jesu, Joy of Man’s Desiring”
BWV 147
Bach/Busoni
Preludio corale “Nun freut euch,
lieben Christen” BWV 734
Tema e Variazioni op. 18b
Federico Colli
pianista
Carnevale di Vienna op. 26
Allegro. Vivace assai
Romanza. Piuttosto lento
Scherzino
Intermezzo. Con la più grande energia
Finale. Il più vivace possibile
Con la collaborazione di:
Cartoleria
Federico colli
Tipolitografia
Forniture ad enti locali
in concerto venerdì
… per un regalo speciale
25121 Brescia - Portici X Giornate, 29
INSTITUTIONAL PARTNER OF
SOSTIENE IL TERRITORIO.
22
maggio
2015
Brescia, Teatro Grande
Venerdì 22 maggio 2015, ore 20.45
Federico Colli
Dopo il primo premio al Concorso Mozart
di Salisburgo del 2011 e la vittoria con
medaglia d’oro al Concorso di Leeds
del 2012, Federico Colli ha intrapreso
una serie di prestigiosi concerti in gran
parte del mondo, ottenendo un grande
successo di pubblico e di critica. “Con
Federico Colli, dopo molto tempo, l’Italia
ha ora un giovane pianista che ha tutte le
possibilità di ricongiungersi alla grande
tradizione di Arturo Benedetti Michelangeli
e Maurizio Pollini. La sua profonda
coerenza interpretativa e la sua attenzione
ai chiaroscuri non si esauriscono in una
esibizione virtuosistica, ma servono alla
comprensione strutturale dell’opera” (W.
Haussner, Ruhr Revierpassagen).
La sua interpretazione del Terzo
Concerto di Rachmaninov con l’Orchestra
Filarmonica di San Pietroburgo diretta da
Yuri Temirkanov è stata particolarmente
apprezzata al Teatro degli Arcimboldi
di Milano e all’Auditorium del Lingotto
di Torino per il Festival Internazionale
MiTo 2013. “Con suono netto e squillante,
Federico Colli non solo conquista la
meta – mostrando una tecnica di estremo
virtuosismo – ma riesce anche ad ottenere
una sua personale lettura del demoniaco
Rach 3, rivelando la natura liberty,
decorativa ed insinuante del concerto”
(Carla Moreni, Il Sole 24 Ore).
Assai acclamate sono state le esibizioni in
Germania con la Klassische Philharmonie
Bonn diretta da H. Beissel (Konzerthaus
di Berlino, Beethovensaal di Stoccarda
e Beethovenhalle di Bonn, Herkulessaal
di Monaco e Laeiszhalle di Amburgo), al
Musikverein di Vienna e al Teatro ITAIM
di San Paolo del Brasile, alla Nikkei Hall e
alla Musashino Cultural Hall di Tokyo, alla
Sala Nezahualcóyotl di Città del Messico
con l’Orchestra Filarmonica de la UNAM
diretta da Pier Carlo Orizio, al Gewandhaus
di Lipsia e alla Amphi-Saal di Dortmund,
allo Sheldonian Theatre di Oxford con la
Oxford Symphony Orchestra diretta da M.
Papadopoulos, al Teatro Mariinsky di San
Pietroburgo con la Mariinsky Symphony
Orchestra diretta da D. Botinis, alla
Filarmonica di Varsavia con la Orchestra
Sinfonica Nazionale della Radio Polacca
diretta da J. Kaspszyk, in una emozionante
serata con Martha Argerich e Nelson Freire.
Nato a Brescia nel 1988, ha studiato al
Conservatorio di Milano, all’Accademia S.
Cecilia di Bergamo, all’Accademia Pianistica
di Imola ed al Mozarteum di Salisburgo,
sotto la guida di S. Marengoni, K. Bogino, B.
Petrushansky e P. Gililov.
Più recentemente, ha suonato alla
Konzerthaus di Vienna con l’Orchestra
da Camera di Vienna diretta da J. Hattori,
alla Philharmonic Hall di Liverpool con la
Royal Liverpool Philharmonic Orchestra
diretta da V. Petrenko, alla Salle Cortot
di Parigi, al Teatro Manzoni di Bologna
e al Muziekgebouw di Eindhoven. In
sostituzione di Boris Berezovsky, ha suonato
al Teatro Grande di Brescia e al Teatro
Donizetti di Bergamo con la Filarmonica del
Festival diretta da Pier Carlo Orizio. Con
il suo debutto alla Queen Elizabeth Hall di
Londra, è stato presentato un CD solistico
prodotto da Champs Hill Records con opere
di Beethoven, Skrjabin e Musorgskij.
È apparso sulle copertine della rivista
Suonare news e della rivista inglese Pianist
ed è stato inserito dalla rivista britannica
International Piano tra i trenta pianisti
under 30 emergenti a livello mondiale. Nella
Stagione 2014-2015, spiccano i concerti a
Kiev con la Filarmonica Nazionale Ucraina
diretta da R. Kofman, alla Jerwood Hall
di Londra nella Stagione della London
Symphony Orchestra / BBC Radio3, a
Roma per I Concerti del Quirinale, a
Milano per la Società dei Concerti, a Leeds
con l’Orchestra of Opera North diretta
da K. Bakels, a Firenze con l’Orchestra
della Toscana diretta da S. Kochanovsky, a
Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale
della RAI diretta da F. M. Bressan e al
Concertgebouw di Amsterdam con la South
Netherlands Philharmonic diretta da E.
Spanjaard.
Il Concerto BWV 971 “nach italienischem Gusto”, un’indicazione che non ha ovviamente
bisogno di traduzione, risale al 1735 e cioè alla seconda parte del Clavier-Übung di
Johann Sebastian Bach che contiene oltre a questo celebre brano anche l’Ouverture “in
stile francese” BWV 831. Il riferimento all’Italia non deve stupire perché Bach aveva
una grande familiarità con la produzione di autori come Vivaldi e Albinoni, Marcello
e Corelli. L’indicazione bachiana che anzitutto colpisce nel Concerto italiano è che il
pezzo sia espressamente destinato a un clavicembalo con due manuali e cioè con due
tastiere e questo perché sicuramente Bach intendeva ricreare attraverso uno strumento
di questo tipo l’effetto dell’insieme strumentale tipico del Concerto. Ed è proprio nel
gioco dei contrasti che si rivela la particolare bravura richiesta all’interprete che nella
versione pianistica deve riuscire a contrapporre la luminosità degli episodi “solistici”
alla robustezza del “tutti”. Naturalmente la rivisitazione è tutta bachiana, ma si avverte
chiaramente appunto il “gusto italiano” e in particolare quel modello vivaldiano che Bach
aveva ben presente nel comporre questo celebre brano che inizia con un movimento
dal carattere vivo ma per il quale l’autore non ha lasciato alcuna indicazione di tempo;
il secondo movimento è un Andante pieno di lirismo e di nostalgia, il finale è un Presto
che si ricollega con il tempo iniziale. In conclusione la luminosità tipica dello stile italiano
e così amata in tutta Europa si sposa qui con l’impianto polifonico rigoroso tipico della
scrittura bachiana.
Nei secoli successivi tanti sarebbero stati i compositori affascinati dall’assoluta bellezza
della musica di Johann Sebastian Bach e uno di questi è sicuramente Ferruccio Busoni,
che per la tastiera ha “tradotto” capolavori come la Ciaccona per violino solo. In questa
serata due sono i Preludi che ci vengono presentati in versione pianistica: la struggente e
raccolta melodia di “Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” BWV 639 che contrasta con quella
di “Nun freut euch, lieben Christen” BWV 734 nel quale il tema tipico dei Corali di Bach
si staglia su una rapidissima figurazione. L’omaggio pianistico al genio di Eisenach si
completa con quello della grande Myra Hess, cui si deve la versione per tastiera di uno dei
temi più famosi e amati di Bach, quello del Corale “Jesus bleibet meine Freude” tratto dalla
Cantata BWV 147.
Il richiamo a Bach è palese già nel titolo della composizione di César Franck presentata
questa sera, il Preludio, Corale e Fuga che risale al 1884 e che costituisce senza dubbio
il primo lavoro pianisticamente importante del compositore francese. Se l’omaggio a
Bach è evidente, meno scontata è la scelta della scansione dei tre momenti del pezzo:
Franck infatti inserisce, nel veloce Preludio, una sorta di episodio di contrasto nel quale
appare un accenno al tema della Fuga. Ma è l’ampia pagina centrale, quella del Corale, a
sorprendere per la sua intensa poesia prima di arrivare al finale della Fuga vera e propria
attraverso il Poco Allegro. E la Fuga è costruita in modo rigoroso ma riporta anche un
elemento di novità: nella sua parte finale infatti riappaiono, quasi come in una Cadenza, i
temi precedenti e cioè quello del Preludio e del Corale in una sorta di richiamo ciclico che
Franck utilizza anche in altre sue composizioni.
Il Tema e Variazioni op. 18b di Johannes Brahms è tratto dal Sestetto n. 1 per archi del
compositore di Amburgo, una prova di maestria nel concentrare l’ampio discorso della
formazione cameristica nella versione per tastiera, e il Carnevale di Vienna op. 26 di
Robert Schumann era tra l’altro una delle composizioni del Romanticismo preferite da
Arturo Benedetti Michelangeli. Sono cinque brani che, è lo stesso Schumann a scriverlo,
sono concepiti come una “grande Sonata romantica” e nei quali emerge una moltitudine di
idee musicali nelle quali risalta continuamente il contrasto fra Florestano ed Eusebio, fra
vigore e poesia.
Luigi Fertonani