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SCRITTURA & NATURA... IN IA! ILENIA ANGELONI Signore e Signori, io sono il bulbo del giacinto della classe 1^A. Gli alunni di questa classe sono davvero divertenti e molto agitati. Durante le lezioni c’e’ sempre un bambino di ECCOMI QUI!!! nome Thomas, che mangia di nascosto e la professoressa quando lo vede, gli chiede sempre di dargli quello che mangia. All’ultima fila c’e’ invece un bambino che penso si chiami Alberto che ogni tanto, mi guarda da lontano e una bellissima bambina di nome Alice dai grandi occhi azzurri come il cielo che mi guarda e un giorno mi ha anche fatto una foto. C’e’ un bambino che quando si avvicina mi fa tremare di paura perché in testa ha degli aculei terribili: assomiglia molto al mio amico cactus e alle mie amiche rose. C’e’ anche un bambino di nome Emilio che, mamma mia, è abbastanza ‘distrattuccio’ e, a questo proposito, non dimentichiamo Ismail, che ha un vocione davvero molto forte e che ad ogni domanda che gli si fa risponde sempre: “Bo!” Poi passiamo ad Andrea, che vuole sempre rispondere a tutte le domande che vengono fatte e Giacomo che continua a stare seduto male sulla sedia, tutti i professori glielo dicono ma lui …Insomma, avete capito no? La classe 1^A e’ davvero una classe da... io direi proprio: cartone animato!!!. KIRISHAN CHELVANAYAGAM Il primo giorno in cui sono andato a vivere in IA, prima che iniziassero le lezioni, avevo paura. Alle 8:00 suonò la prima campanella io sentii le urla dei bambini. Quando tutti quegli esseri strani furono entrati nell’aula iniziarono a guardarmi in modo strano. Poi mi hanno cambiato l’acqua ogni volta che era sporca e io ho imparato i nomi degli alunni e degli insegnanti. L’alunno che mi fa ridere tanto è Thomas Gallo. La prof. lo rimprovera sempre. Giacomo, invece, apre la finestra e la prof sgrida sempre anche lui perché sta seduto solo su due gambe della sedia. Alberto è altissimo ed è bravissimo, Emilio è come un pagliaccio con il naso rosso. Tutti i bambini sono buoni e gentili. ALICE VACCARI Ragazze e ragazzi, io sono Ughetto, il bulbo di giacinto della prima A. Sono un po’ preoccupato da questi ragazzi scalmanati che mi hanno posizionato qui, sopra l’armadio, a volte lasciandomi senza acqua, e non so se arriverò a sbocciare, però, in fondo, non me la passo poi così male: da qua sopra riesco a vedere tutto e non mi annoio mai. Sono le otto e cinque e dai corridoi si sentono le grida dei ragazzi; il primo ad entrare è la ‘sequoia’, un ragazzo molto alto, poi il ‘cactus’, un ragazzo con dei capelli appuntiti e poi tre ragazze, una delle quali mi dà da bere ma una volta mi ha scioccato con una luce abbagliante che si chiama ‘fotografia’. Sono entrati tutti tranne quel ragazzo che mangia durante la lezione e quell’ altro che viene in ritardo quando ci sono le verifiche. É arrivata anche la professoressa di lettere, la prof. Fricano: la prima volta che l’ho vista mi è sembrata severa, invece è dolce come una fragolina di bosco e guarda...c’è la verifica di grammatica e Mister Ritardo non c’è ma arriverà, ne sono sicuro. Ecco, è arrivato il furbetto che mangia sempre, quindi si inizia la verifica che per alcuni è facile e per altri difficile, bè, l’ora passa così e Mister Ritardo non si è fatto vivo. Adesso è arrivata la professoressa Faiola, le piccole pesti faranno matematica e, detto fatto, l’ora passa tra numeri e problemi. I ragazzi non sono molto entusiasti ma sanno che la prossima ora è migliore: scienze, per me la materia più interessante che ci sia. Oggi parlano dell’aria e dell’atmosfera e una ragazza è interrogata... io le suggerisco ma evidentemente non mi sente...per fortuna ha preso un bel voto. Poi arriva la ricreazione e io sono rimasto in classe, finita la ricreazione è arrivata la professoressa pazzerella, parla una lingua incomprensibile e i ragazzi sono ipnotizzati perché anche loro parlano così e io cerco di capire e imparare ma non ci riesco. La mattinata è quasi terminata adesso deve arrivare l’ ultimo professore: Abramo, il professore di tecnologia, i ragazzi sono un po’ stanchi ma chiacchierano come al solito, in fondo non mi dispiace sentirli ridacchiare. Alla fine questa musica di sottofondo mi aiuta a crescere, speriamo si accorgano di quando sboccerò! EMILIO IAVAZZO Ciao, io sono un bulbo di giacinto e vivo nella scuola “Virgilio” di Castel Goffredo, nella classe 1ª A. Sono piccolo come un mignolo ma sono sicuro che quando sarò grande diventerò uno dei più bei fiori dell’intero universo, però, per adesso, dovrò aspettare, come un bruco aspetta di diventare una farfalla. I ragazzi della mia classe si prendono cura di me in modo onesto e giusto: mi hanno messo in una bottiglia d’acqua e subito dopo l’hanno riempita, dopo un po’ di giorni la cambiano. Alcuni ragazzi son svegli, alcuni sono tra le nuvole come quello dell’ultimo banco. I ragazzi mi trattano sempre benissimo, e, soprattutto, non pensano mai male di me e del mio aspetto. Io sono stato consegnato dal Preside della scuola, perché loro si prendano cura di me , affinché io cresca sano e forte con tutte le mie radici. I professori dei ragazzi sono molto gentili rispetto agli altri. C’è un ragazzo vicino a me che mangia di nascosto un cibo chiamato “ Croccantelle” ma la professoressa lo becca sempre. Questo ragazzo, di nome Thomas Gallo, arriva sempre in ritardo però c’è da dire che lui partecipa a tutte le lezioni, anche se certe volte non è attento. C’è un ragazzo, poi, che per vedermi deve alzarsi dalla sedia perché è molto lontano da me. Una volta ho visto persino una scarpa allora ho pensato “ma chi può aver perso una scarpa?” e dopo un po’ abbiamo scoperto il proprietario e ci siamo messi tutti a ridere! Insomma questa è la mia classe! SILVIA SARTORI Ciao ragazzi, mi chiamo Gigino e sono un bulbo di giacinto. Vivo in una classe, la 1ªA, i cui studenti sono degli animaletti, infatti un essere strano li chiama‘’ bestioline feroci”. Come ogni mattina, anche oggi, sento gridare i ragazzi nel corridoio e, suonata la campanella, li vedo che si siedono su dei cavalli bianchi e azzurri. Dopo un po’ vedo arrivare una signora che insegna ai ragazzi. A volte, lei rimprovera un istrice e certe volte un gallo. Mi chiedo dunque se questa sia una scuola che insegna ad esseri umani o a strani animali. Negli ultimi posti ci sono: una leonessa, una giraffa e un koala. Sinceramente, questa classe è proprio stramba anzi strambissima. Stamattina, subito dopo che la signora è andata via, l’istrice ha sparato gli aculei al gallo e la leonessa gli ha dato delle zampate. Insomma, è un inseguimento tra cane e gatto (si fa per dire). Nella classe poi è entrato, non una signora, ma uno strano uomo: magrolino come mio cugino rametto e simpaticone con i ragazzi. Tutti lo chiamano Iavazzo… NO! Milazzo. Iavazzo è il nome con cui le bestioline chiamano ‘scimmia urlatrice’, che con la sua voce, sveglia, insieme al gallo, tutti gli animali (e anche me!). Adesso pian piano vanno via, lasciandomi da solo… Ma non mi preoccupo, domani è un altro giorno e gli strani animaletti ritorneranno. ALBERTO CORENGIA Buongiorno! Sono Ettore, il bulbo di giacinto affidato alla I A della scuola media di Castel Goffredo. Sono le 08.00 e dal mio contenitore di plastica posso sentire le urla selvagge dei ‘miei ragazzi’, che, correndo, spingendosi e chiacchierando, entrano in classe pronti per una nuova, super-elettrizzante giornata scolastica. Essere il bulbo di questa scolaresca è un ottimo antidoto contro la noia. La vita di noi vegetali è infatti piuttosto monotona: sempre nel solito vaso, stessa linfa grezza, medesima fotosintesi clorofilliana. Io invece assisto ogni giorno allo spettacolo più straordinario della vita: quello della mente umana che si apre alla conoscenza. Ho imparato ad apprezzare ogni membro di questa classe e insieme a loro condivido gioie, sofferenze e delusioni proprio come se facessi parte di una grande famiglia. Ops…. vedo che il ragazzo ricciolino ha già iniziato a mangiare la merenda nonostante la lezione sia iniziata da poco. Chissà se verrà scoperto!!! La ragazzina con gli occhiali è stata aspramente rimproverata per i suoi interventi non pertinenti alla lezione. A me però piacciono molto perché li trovo fantasiosi e perché mi fanno ridere a crepapelle. Il ragazzone con la cresta nerastra invece continua a borbottare con la sua vicina di banco. Mi chiedo quali segreti avranno da raccontarsi. Ma che succede? Interrogazione a sorpresa! C’è tensione tra i banchi, i ragazzi sono agitati come un branco di gazzelle che hanno fiutato la presenza di un felino affamato. I prescelti, con la faccia sconsolata, si trascinano verso la maledettissima lavagna che li attende immobile e minacciosa come un assassino nascosto nell’ombra della notte. Io intreccio le mie radici fascicolate: spero sapranno cavarsela. Arriva rapidamente il momento dell’intervallo. Per i ragazzi la ricreazione è importante come l’ossigeno perché possono liberarsi dalle tensioni accumulate durante le ore di lezione. Io, invece, divento triste perché resto solo nell’aula vuota; posso soltanto immaginare che cosa accade fuori nel corridoio. Senza i miei ‘flower-sitter’ mi annoio moltissimo. Quando ricomincia la lezione l’atmosfera è decisamente diversa. I ragazzi hanno placato la loro fame e hanno avuto modo di scherzare tra di loro. Sono più sereni e ricominciano a lavorare speditamente. Il suono della campanella che annuncia la fine della giornata è accompagnato dal rumore di sedie che si spostano, risolini e tanta confusione. Uscire prima degli altri diventa il loro unico scopo. Io resto di nuovo solo, in un’aula troppo grande, pieno di malinconia. Ripenserò ai momenti più esilaranti della giornata e mi riposerò in attesa di domani. Un nuovo giorno, un nuovo inizio!! GIACOMO GAULI Ciao, io sono il bulbo della I A. Questa mattina speravo che fosse presto per poter stare un po’ in pace prima dell’ arrivo degli studenti che urlano come bestie feroci fino a rompere il mio delicatissimo timpano. ”Tum-Tum-Tum-Tum”, eccoli che arrivano! Stanno arrivando, ecco che si apre la porta della mia casona. Adesso c’è la ricreazione che per i ragazzi è molto bella e anche per me però oggi è il compleanno di un ragazzo e ha portato moltissime patatine e per tutta la ricreazione i ragazzi urlatori rimangono in classe quindi per me è un disastro! Devo riuscire a resistere fino alla fine della quinta ora, quando tutti andranno a casa e io starò benissimo. Durante la lezione, la professoressa continua ad arrabbiarsi perché un ragazzo vicino alla finestra continua a stare seduto in bilico sulla sediaccia. La lezione va avanti fino alla fine della terza ora. SHATEES NATARAJAN La mattina gli alunni della classe prima A entrano in classe. Un alunno, che si chiama Alberto Corengia, mi cura tutti i giorni. Quando la prof fa lezione un altro alunno, che si chiama Thomas, mangia sempre. I ragazzi mi cambiano l’ acqua ogni mattina. Un giorno gli alunni stavano giocando e Giacomo ha spinto Thomas contro l’armadio e mi ha fatto cadere. In più, Thomas si è anche bagnato.... La professoressa ha fatto qualche foto con me e gli alunni. Uno mi ha detto: “ sei simile ad una rosa”. Un altro mi ha detto: “io ti odio”. E io vorrei rispondere ma non ho la bocca!! FEDERICA EOLI Ciao a tutti, mi presento: sono Baby Tree, un bulbo di giacinto. Vivo in una classe di pazzi scatenati, la 1ªA della scuola media ‘Virgilio’ di Castel Goffredo. Sono sistemato su uno scaffale; alla mia destra vedo un sacchetto pubblicitario di “Rugiada”, alla mia sinistra e dietro di me c’è un muro verde, davanti a me ci sono quegli esserini dannatamente agitati Ogni giorno è un’avventura, una splendida e divertente avventura: Osmani arriva alle 8:30 mezzo addormentato e se gli chiedi qualcosa risponde automaticamente “boo”. Manuel arriva in classe con un porcospino sulla testa, Nassim sempre con la bocca aperta non per intervenire alla lezione ma per sbadigliare, Daniele che si diverte a intossicare i compagni e a creare la nebbia, Satisan lascia le scarpe in giro per la classe, Lisa misura i terremoti con la scala “Richard” e poi che dire di Andrea il permalosetto? E di Alberto sempre a guardarmi? Sembrerà difficile da credere ma la cosa che più di tutto mi mette i brividi sono gli acuti della prof. Fricano. Queste bestioline mi fanno compagnia e sento terribilmente la loro mancanza quando mi lasciano da solo per andare nell’aula di musica, arte o di motoria. Vorrei tanto seguirli anch’io, la musica mi piace moltissimo anche se è difficilissima, ma niente da fare, non mi portano, mi lasciano tutto solo e nemmeno mi salutano quando escono. Però, quando le bestioline sono in classe con me, sono felice come una pasqua! ANDREA FRER Appena suona la prima campanella sento il rumore dei pesanti passi degli alunni avvicinarsi: sembrano una mandria di bufali. Ovviamente, come ogni mattina, nessuno mi presta attenzione, a parte due o tre ragazzi che mi danno solo un’occhiata. C’è una ragazzina che mi guarda e mi si avvicina per osservarmi e un ragazzo che mi osserva solo da lontano durante la lezione. La professoressa non è ancora arrivata in aula, quei furbastri di alunni urlano, parlano, corrono, escono dalla porta, sembrano quasi delle scimmie impazzite. Alcune volte ci sono due rappresentanti che segnano alla lavagna i nomi dei bambini che disturbano, ma a volte cancellano i nomi scritti un po’ prima dell’ arrivo della professoressa. Quando l’insegnante entra in classe, tutti si alzano in piedi per rispetto poi si siedono al suo segnale. Quando l’insegnante spiega, pochi alunni prestano attenzione, altri invece non ascoltano e disturbano, come, ad esempio, quel giorno in cui mi hanno portato in questa aula, non si interessavano alla spiegazione della vicepreside. Questo giorno è di una noia mortale perché non è capitato niente di interessante, anche se ci sono stati giorni peggiori. Per fortuna suona la campanella della ricreazione e per dieci minuti non sento le urla assordanti degli alunni. Finita la ricreazione tutti rientrano e purtroppo tutto torna come prima. Per fortuna la mattinata è quasi finita e la campanella sta per suonare, per il resto della giornata io, povero bulbo, potrò riposare senza le urla assordanti di quei ragazzini chiacchieroni. FRANCESCA PEVERADA Signore e signori, io sono Giulio, il bulbo di giacinto della I A. Sono sempre sui tetti altissimi, cioè sugli armadietti ed osservo tutti gli alunni che stanno attenti e quelli che, invece, si distraggono. Da quassù vedo un ragazzo di nome Thomas che ha i capelli ricci, marroni e che mangia sempre durante la lezione, mentre il professo- Mentre la professoressa interroga re spiega. Poi osservo Manuel, un ragazzo Thomas, Osmani borbotta con la con una crestona che assomiglia a un riccio. sua compagna di banco. Il profes- Guardo Osmani che borbotta in continuazione sore lo vede, e lo butta fuori. Sta con la sua compagna di banco. Infine, vedo per finire la giornata e qualcuno Lisa che viene sgridata dalla professoressa di nascosto prepara lo zaino ma il perché non è attenta. Oggi c'è l' interrogazione di scienze e i ragazzi hanno una grande paura di essere interrogati. Vengono chiamati Osmani e Lisa che sono incapaci di rispondere. Tornano al posto con professore lo scopre e lo rimprovera. Ora è suonata la campanella, i ragazzi escono allegramente ed io finalmente posso riposare in tranquillità senza essere disturbato da quella massa di esseri indi- un votaccio. sciplinati e dispettosi come … Durante la ricreazione i ragazzi escono in cor- scimmie del Madagascar. ridoio ed io ne approfitto per dormire in pace. Dopo l' intervallo ricominciano le lezioni. Le ultime due ore sono quelle più pesanti perché i ragazzi sono stanchi. Adesso hanno storia e ci sarà un'altra interrogazione. Indovina chi viene scelto? Thomas, che fa scena muta e che torna al posto con un brutto voto. FABIANA SORIA Mi chiamo Giulio e sono il bulbo della classe I A. Stamattina, quando è suonata la 1ª campanella, per i corridoi sentivo i ragazzi che urlavano e correvano, come tutte le mattine. Ogni ora suona la campana per il cambio d ora e io, al cambio dell’ insegnante sento tantissimi ragazzi che parlano. Alla III ora tutti escono dalla classe per fare merenda, poi dopo 10 minuti entrano di nuovo. A volte vedo dei ragazzi che mi osservano da lontano, poi ci sono quelli che si prendono cura di me aggiungendomi l’acqua. Io sono un giacinto bello come la rosa, e se non mi aggiungono l’acqua non posso crescere. In classe ci sono ragazzi simpaticissimi come dei pagliacci, poi ci sono altri che sono furboni e, infine, anche qualche golosone che non fa altro che mangiare. I ragazzi di 1 A mi piacciono tantissimo. DANIELE DISMA Era l’ultimo giorno di scuola e io, come al solito, ero lì sull’armadietto a vedere i ragazzi della classe 1ªA. Mi ignoravano, come sempre, tranne uno che mi guardava da lontano, ma che poi a ricreazione mi ignorava come tutti gli altri. È un po’ noiosa questa vita perche tutti gli altri mi ignorano e pensano che non ho né occhi, né bocca o naso. Sono appoggiato ad una bottiglia di plastica, appena bagnato dall’acqua che non mi hanno mai cambiata. A ricreazione c’ è un caos, ma un caos talmente forte che se avessi le mani mi tapperei le orecchie. L’ anno prossimo spero di essere cresciuto e di esser un bellissimo giacinto profumato e ben curato, il più felice del mondo, benvoluto e ricoperto di attenzioni. Ciao, mi chiamo Giacinto e sono il bulbo della 1ª A . Di pomeriggio e di notte sono da solo ma alla mattina suona una fortissima campanella e all’improvviso si apre una grossa porta e un po’ alla volta entrano dei bambini tutti agitati . Dopo un po’ suona un'altra campanella e arriva una professoressa e tutti si alzano in piedi, poi si siedono e la professoressa inizia la lezione. Io vedo che un bambino di nascosto mangia ,un altro sonnecchia ,e un altro ancora gioca, ma, tutto sommato, sono simpatici e qualche volta vengono a vedere se le mie radici sono cresciute o mi cambiano l’acqua e così io per due giorni sto bene. Grazie a loro diventerò un bellissimo giacinto, sano, robusto e profumato. Antonietta Capuano N O N S E N S E Un giacinto è nato Non mi sembra fortunato Vedendo Gallo si è incantato E poi anche addormentato. Dalla bottiglia è uscito Un fiore simile a un dito. Shathees Natarajan Il nostro bulbo Era davanti a me ma poi ha bevuto un thè Che era amaro E dopo è diventato raro. È voluto andare sul davanzale Per prepararsi al Carnevale E se poi non mi vorrà Una brutta fine farà. Il mio alberello Lo voglio far diventare bello: Gli metto il profumo Anche se fa fumo, Gli metto il deodorante Così dopo diventerà un cantante E son pronto per la festa ma speriamo che non si monti troppo la testa. Andrea Frer Ad un albero fiero Di esser stato sincero Apparve un gambero vero Convinto di esser vero. Il giacinto dipinto nel recinto Da un pittore convinto di essere in un labirinto Se ne sta seduto distinto Perché crede di aver vinto. Ilenia Angeloni Bulbo, Io sono Ugo il o: er niente furb p a m o lv u f o n So o, ngiato un frutt a m r e v a o p o d Un giorno, tto, Ho fatto un ru E poi un tuffo to il ciuffo. E mi son rovina brutto urto È stato questo e corto! A farmi restar Alice Vaccari Io sono un giacinto bello ma non finto, Sto sempre diritto come in un dipinto, Mi diverto, canto e ballo E sono proprio da sballo. Sembro tinto invece sono Giacinto Il Bulbo che non vive nel labirinto. Sono un albero nel bosco di Acero Vicino a me c’è un tubero un po’ burbero. Sono alto come un tappo di sughero E avrei bisogno di un sonnifero Per dormire nel frigorifero. Alice Vaccari È nato il giacinto Di blu dipinto: È tanto bello così tinto Che sembra quasi finto. Jessica Rossi Il giacinto è dipinto All’interno di un labirinto. Suo cugino è un fagiolino Che sorride al suo vicino. albero Il mio amico al cappero le a u g u o f f iu Ha il c ro. e con il pape Ed è parent Annalisa Mura Il bulbo è diventato scialbo Quando l’ho inserito in un albo Di color giallo. Dentro l’albero c’è un siero Di color nero; Poi ho visto un pero Che era grande come un impero. Emilio Iavazzo giacinto, n u o t in p s a Mi h dipinto, Convinto e o, Vinto e fint labirinto. Visto in un L’albero è n ero, Ho visto un gatto nero , Ero fiero Di vedere un gatto since ro. Daniele Disma Fa una corsa il giacinto Ci mette il suo istinto E alla fine ha vinto Mentre dipinge un dipinto E scopre che è tutto finto. Mohammed Zayed Imtiaz TO IACIN G L E D ORTE M A C TRAGI iacinto g n u o t o: Ho vis io prat m l . e n ace o stato n o u b Che gi n non è i e t n e m Sicura Giacomo Gauli Io in classe ho un bulbo Incinto di un giacinto; Il prof. di arte ci ha fatto fare un dipinto Ed ho preso distinto: Io in classe sembro un santo ma, quando canto, chiamo ‘pulce’ Anto. Qui davanti a me c’è un bulbo Che è calvo Con Gallo in classe non può esser salvo Si è messo sul davanzale E Gallo per eliminarlo l’ha ricoperto di sale E lui si è fatto male. Thomas Gallo Un furbo bulbo Appare curvo, Sul vulcano attivo Si sente cattivo; Dal bulbo al fiore È tutto un bagliore! Nel gr C’è un l In app ande r abirin ecinto to arenz a stre gato In rea ltà co lorato Semb ra un dipint o Il mag nifico giacin to. Federica Eoli Il bulbo del ghepardo Non è affatto gagliardo Fa il bullo al ballo Il giacinto dipinto Nel vaso di zinco Mentre il calvo Gioca a bigliardo. Non profuma affatto E mi fa diventare matto! Francesca Peverada acinto In classe abbiamo un gi o. Che è dentro un recint Un giorno ha vinto Un labirinto Con dentro un invito Che, però, era finto, Quindi diventò convinto pinto. Di essere dentro un di Il mio amico alberello Va sempre in giro con il suo ombrello. Abita in un castello Pieno di caramello; Spesso va in giro con il suo mantello Per riprendersi il suo cappello. Antonietta Capuano Albero bello e dispettoso, Allegro e pure ombroso, L’albero sta sbattendo le sue alette E già è arrivato il duemilaesette. L’albero ha l’aspetto di un alberino Dallo sguardo furbettino ma pian piano crescerà E tanto grande diventerà. Fabiana Soria L’albero Parla con un papero Al gusto di acero. ...Il bulbo è furbo ma curvo... Manuel Calandrino Il povero giacinto È stato molto afflitto. Per essere contento Deve stare libero E non costretto. Nassim Fnad Un giorno il bulbo di giacinto Si perse in un labirinto Mentre dipingeva un dipinto Ma quando uscì si ritrovò incinto. L’albero del mio giardino È un acero piccolino Ritto e altero È convinto di essere un pero. Alberto Corengia All’aperto c’è Alberto, Il grande albero. Suo cugino è un pero Di nome Severo. I due si divertono sul sentiero a non far nulla Da quando una betulla Che da loro si è trasferita Le sue radici apre come fossero dita. Silvia Sartori ...FINE!