Giornale 2.compressed - Liceo Classico "Mario Cutelli"

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Giornale 2.compressed - Liceo Classico "Mario Cutelli"
La voce degli studenti del Cutelli
Marzo 2015
L'EDITORIALE
Anno XIII
Numero 2
AGUZZA QUI,
LETTOR, BEN
LI OCCHI AL
VERO
Salve a tutti!
Siamo felici di presentare alla
vostra attenzione il secondo
numero di Aletheia.
un piccolo
Questa edizione risulterà forse grande Dante in
essere la più importante fra una grande
quelle che elaboreremo durante piccola scuola
il
corso
di
quest'anno
scolastico. Dopo aver preso la Claudio Cusumano
decisione di ritornare ad una Pagina 11
parziale distribuzione cartacea
nelle classi, ci siamo detti (con
spirito
dialetticamente
hegeliano):
"Perché
non -CUTELLIANI DI TUTTE LE
CLASSI, UNITEVI!
prendere il buono delle scelte
che abbiamo adottato in
passato?". E' dunque da una di Enrico Conte
Pagina 1 5
sintesi fra edizioni passate e Pagina 1 2
trapassate che siamo lieti di
"O legislatori, o giudici, punite: ma talvolta aggiratevi ne'
offrirvi il giornale del presente e tugurj della plebe e nei sobborghi di tutte le città capitali, e
del futuro, in copia cartacea e vedrete ogni giorno un quarto della popolazione che
svegliandosi su la paglia non sa come placare le supreme
formato digitale. Buona lettura!
di
SEZIONE
FOTO
necessità della vita" Ultime lettere di Jacopo Ortis, Ugo Foscolo
RUBRICHE
L'Italia siamo noi
2
Finestra sul Mondo
3
Il Caffé
5
Angolo Musica
6
Spazio Sport
8
Spazio Scuola
11
Dediche e Canzoni
1 6 di Alessandro de Cristofaro di Sergio Barone
Un cinema da Oscar
Pagina 5
Pillole di Sport: Il
barista che diede una
speranza a Philadelphia
Pagina 1 0
Marzo 2015
LItalia siamo noi
Anno XIII Numero 2
NON PROVATE A TOCCARE
DI MATTEO
Antonino Di Matteo (detto
Nino) nasce a Palermo il 26
Aprile 1 961 . Nel 1 991 entra
in magistratura presso la
DDA di Caltanissetta.
Divenuto
Pubblico
Ministero (PM), nel 1 999
inizia ad indagare sulle
stragi di mafia in cui
persero la vita i giudici
Falcone
e
Borsellino
insieme alla loro scorta. Nel
corso della sua carriera si è
occupato più volte dei
rapporti tra criminalità ed
esponenti delle istituzioni,
e, ancora, della trattativa
“Stato-mafia”.
Nel
Dicembre 201 3, l’allora
ministro
dell’interno
Angelino Alfano ha elevato
il grado di protezione del
magistrato al massimo
livello, poiché qualche
mese prima era stata
2
intercettata
una
conversazione di Totò Riina
con Alberto Lorusso (boss
della Sacra Corona Unita)
in cui lo stesso Riina
recitava testuali parole,
riferite al PM: “A questo ci
faccio fare la stessa fine
degli altri”. Il ministro
Alfano,
inoltre,
fece
installare nelle auto del
magistrato il dispositivo
“Bomb Jammer” (ovvero
disturbatore di frequenze:
questo dispositivo serve a
troncare qualsiasi segnale
nell’arco di 1 0 kilometri, in
modo tale da evitare
attentati
tramite
telecomandi), e diede a Di
Matteo un mezzo blindato
“Volvo Lince” (miglior
blindato in commercio). Il
PM,
però,
rifiutò
l’assegnazione di questo
blindato perché considerato
da lui un vero e proprio
“carro armato”, ritenendo
impossibile il movimento in
zone urbane. Il 1 9 Luglio
201 4,
durante
la
commemorazione
della
strage di Via D’Amelio
(nella quale persero la vita
il giudice Borsellino e parte
della sua scorta), Di Matteo
ha espresso considerazioni
assai critiche nei confronti
di Giorgio Napolitano, Silvio
Berlusconi e Matteo Renzi,
le quali hanno provocato
immediate reazioni da parte
di esponenti politici di Forza
Italia, Nuovo Centrodestra
(NCD) e Scelta Civica.
Christian La Russia
Marzo 2015
Finestra sul Mondo
Anno XIII Numero 2
UNA SEMPLICE PEDINA E IL
COMMERCIO DELLA DROGA
La testimonianza di un giovane ritrovatosi a vivere in carcere a causa della droga
Zero prospettive per il futuro e
disoccupazione spingono i
ragazzi portoghesi,come tanti
altri, ad entrare nel pericoloso
tunnel della droga: molti infatti
decidono di farsi reclutare da
narcotrafficanti
per
commerciarla. La ricompensa
è altissima, ma il rischio di
finire dietro le sbarre non è da
meno. Jonas è un ragazzo
portoghese. All’età di quindici
anni aveva iniziato a lavorare
facendo l’aiutante pasticcere,
dovendo mantenere il padre
ex tossico dipendente. Con il
suo misero stipendio riusciva
a malapena a pagare l’affitto
e le spese domestiche. Poi
c’erano il cibo, le medicine.
All’età di ventidue anni decise
di intraprendere un viaggio
che avrebbe cambiato la sua
vita.
Consegnato il suo documento
all’algerino narcotrafficante,
ha ricevuto un biglietto aereo,
il piano del viaggio, un
telefonino e mille euro per le
spese.
Jonas
avrebbe
riportato indietro dal Brasile
un chilo di cocaina in piccole
dosi distribuite tra il bagaglio
a mano e il portadocumenti.
Doveva inventare una storia,
essere sicuro di sé e seguire
le istruzioni scritte in codice o
ricevute da voci a lui
sconosciute. “Non sappiamo
mai per chi lavoriamo,
l’importante è avere fiducia.”
Spiega Flavio, reclutatore
algerino. Anche lui ha
trasportato droga, è stato in
Marocco, Spagna,Turchia. “In
genere i reclutatori hanno
fatto i corrieri in passato, ma
non hanno il coraggio di
ricominciare.” Flavio racconta
di uno stile di vita difficile da
abbandonare.
Jonas è solo all’inizio.
E’partito da Lisbona su un
treno diretto a Bilbao,
Spagna, per poi dirigersi a
Natal, Brasile. La partenza da
Bilbao serve solo a
confondere le idee agli
investigatori che indagano sul
traffico di droga in Portogallo.
“Oggi ci sono più reclutatori,
ma soprattutto persone
disposte a fare i corrieri”
spiega Rui Sosa, ispettore
capo dell’ Unità nazionale di
combattimento per il traffico di
stupefacenti. “Spesso è gente
che non sa cosa fare nella
vita, sono persone sposate
con figli, madri disoccupate
con figli malati. Oppure
persone senza prospettive
come me” spiega Jonas. In
Brasile è stato accolto da
alcuni colombiani che gli
hanno consegnato la droga in
un grande appartamento nella
periferia di Malaus. “Mi hanno
portato a vedere la città,
siamo usciti la sera come dei
turisti” racconta. Il decimo
giorno i Colombiani gli hanno
preparato lo zaino: doveva
ripartire. Al momento della
partenza ha pensato di
ingerire la droga, ma, resosi
conto del rischio, ha preferito
non farlo. All’aereoporto di
Portela, Portogallo, gli hanno
mostrato la valigia già aperta.
Ha
immediatamente
confessato.
Era la mattina del tre
dicembre e Jonas ha subito
pensato a suo fratello, al
corrente di tutto. “Non andare,
ti beccano di sicuro” gli aveva
detto la sera prima della
partenza. Appena arrivato in
Brasile,
Jonas
aveva
incontrato un colombiano. A
Bilbao, al ritorno, avrebbe
dovuto incontrare un altro
intermediario. Se la polizia lo
avesse seguito in Spagna, lo
avrebbero
scoperto.
“Nessuno mi ha seguito, cosi
non sapranno mai chi sono i
proprietari della droga, non lo
so nemmeno io” dice Jonas. A
Lisbona, la polizia ha
recuperato solo i cellulari
senza schede, che Jonas
aveva ingoiato in bagno per
non lasciare tracce e non far
pensare
ad
un
narcotrafficante che li avrebbe
denunciati. In carcere dal tre
dicembre 201 3, Jonas ha
tempo
di
pensare
all’accaduto.
“Arrestano
l’anello debole che siamo noi”
afferma convinto che la
polizia arresti solo i corrieri,
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Marzo 2015
Finestra sul Mondo
Anno XIII Numero 2
volo di ritorno era all’una di
notte, mi sono svegliato alle
ventitré e ho pensato: <<non
ci vado>>, ho pensato di
andare all’ambasciata e
chiedere protezione ma alla
fine ho rischiato” racconta
Jonas.
Nessuna
giustificazione per il reato
commesso dal ragazzo.
Secondo i giudici, le esigenze
della sicurezza impongono la
decisone di non sospendere
la pena. Jonas è giovane, non
ha precedenti penali ma,
nonostante ciò, la giustizia ha
trionfato. “Se entri in carcere
sei segnato per tutta la vita,
nessuno ti darà più un lavoro.
Potrei
diventare
un
reclutatore, ma il mio uomo
potrebbe finire a sua volta in
galera e non me lo
perdonerei” afferma Jonas. E’
convinto di trovarsi nel
peggior carcere d’Europa. La
prigione in cui è rinchiuso è la
stessa dove da piccolo
andava a visitare il padre
arrestato, mentre rubava
l’eroina. Oggi è il padre,
malato di cancro, a visitare il
figlio,
sperando
di
sopravvivere fino al giorno in
cui Jonas tornerà a casa.
senza individuare i
narcotrafficanti.
Le condanne per droga vanno
dai quattro ai dodici anni di
sotto copertura. “E’ molto
probabile che le informazioni
arrivino da una soffiata”
aggiunge. I portoghesi che
scontano pene per lo stesso
reato commesso da Jonas
“Hanno tra i ventitré e i
ventiquattro anni” spiega
Guinamaraes Neto . “I giovani
emarginati senza prospettive
carcere e non ci sono
distinzioni tra i ruoli di chi
produce, fabbrica, vende,
distribuisce o fa transitare gli
stupefacenti. In prigione,
Jonas continua a rivivere i
momenti del viaggio. E’
convinto di essere stato
denunciato
dagli
stessi
narcotrafficanti:
volevano
tenere occupati gli agenti di
sicurezza dell’aereoporto in
modo che i carichi più
consistenti
transitassero
senza problemi. “La polizia è
stata informata” afferma
l’avvocato di Jonas. Le
informazioni si ottengono in
due modi diversi: grazie ad
una soffiata o da un agente
sono più numerosi, hanno la
testa piena di avventure”.
Jonas voleva solo vivere con
la sua ragazza, voleva vivere
una vita diversa dalla sua e
diventare ciò che non era. A
maggio del 201 4 è stato
condannato a quattro anni e
nove mesi di prigione. La sua
ragazza ha promesso che lo Carla Marino
aspetterà. Ogni volta che lo
va a trovare, le sembra
sempre più magro. Jonas ha
capito che non avrebbe
ottenuto la sospensione della
pena e in carcere continua a
pensare allo sguardo dei
poliziotti mentre passava con
la sua valigia piena di droga
negli aereoporti del Brasile. “Il
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Il Caffè
Anno XIII Numero 2
UN CINEMA DA OSCAR
Botteghini da record e giù i cappelli, Signore e Signori
Per uno studente solito
recarsi sotto al grande
schermo più o meno una volta
a settimana, deve essere
tragico, penserete, veder
chiudere il proprio cinema
(own, davvero own); tutt’al più
è un giovane batterista
bramante di diventare il
migliore di tutti; nel secondo,
Riggan è un attore dalla
carriera in decadenza che
non accetta la realtà e che
tenta un forzato successo
soluzione. Il giovane Andrew,
invasato dalle Muse più folli
del ventunesimo secolo, dopo
essersi accontentato d’aver
distrutto qualche rullante qua
e là, oltre che il cuore della
povera fidanzatina, non ci
se quelle ore dedite alla
visione vengono rimpiazzate
dalla versione (latino o greco
che sia, sono di maturità,
sic!). Ebbene, nella grande
tempesta di studio che è
costretto a sopportare (Paola
e Francesco erano solo due,
noi per fortuna siamo
venticinque), capitano volte in
cui si senta moralmente
costretto a “tradire” il vecchio
amico Ariston per non
lasciarsi
scappare
il
capolavoro di turno; ed è così
che si ritrova a vedere,
nell’arco di una settimana, i
due film del momento,
blasonati e apprezzati da tutti,
Whiplash
e
Birdman.
Ambientati
entrambi
in
America, entrambi raccontano
una storia di scalata alla
carriera, assumendo tuttavia
punti di vista differenti: nel
primo il protagonista, Andrew,
sperando nell’apprezzamento
del pubblico al suo spettacolo
teatrale, un genere molto
lontano da quello che lo
aveva portato in auge nelle
vesti del supereroe Birdman.
Non è difficile notare anche
un certo chiasmo rispetto ai
due antagonisti: il direttore e
professore Terence “Terrible”
Fletcher, uomo d’esperienza e
ambizione, e il giovane attore
Mike Shiner, il quale non solo
rischia
d’attirare
tutta
l’attenzione del pubblico su di
sé a discapito della fama del
povero Reggan, ma si fa
anche sua figlia (il fascino
degli attoriR Provano a
filosofeggiare -male- anche
con le labbra di una donna
appoggiate sulle proprie).
Così come il carattere dei
personaggi, anche le trame
risultano molto più che piene
di analogie: speranza, crisi,
concede neanche di sapere
s’è riuscito a raggiungere il
proprio ambizioso obiettivo
(Fletcher, tanto, davvero tanto
più malato del giovane, pare
aver apprezzato); allo stesso
modo il caro Reggan, seppur
sereno e tranquillo anche
dopo essersi sparato un colpo
di pistola sul naso, lascia un
senso di vuoto nei cuori degli
spettatori e sotto i propri
piedi. Ma è davvero questo il
meglio in cui il giovane
studente solito recarsi sotto al
grande schermo più o meno
una volta a settimana può
sperare? Un ragazzo che ti
suona in faccia la stessa
canzone per due ore di film,
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seguente
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Marzo 2015
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precedente
che trasforma il piacere per la
musica in una ossessione
elitaristica, e un anzianotto
che continua forzatamente un
lavoro ai suoi occhi già fallito,
solo per la presunzione di
Il Caffè
poter dire “Io ci sono ancora”?
E
allora
diciamocelo
chiaramente, abbiamo già
dimenticato la patetica vita di
Novecento (“La leggenda del
pianista
sull’oceano”,
Giuseppe Tornatore 1 998,
tratto
da
Novecento,
Alessandro Baricco), chiara
espressione di sincerità
artistica, così come abbiamo
Anno XIII Numero 2
dimenticato la fisionomia di un
vero film comico-drammatico
(“Forrest Gump”, Robert
Zemeckis, 1 994). Oppure
abbiamo solo bisogno di
prenderci una pausa.
Alessandro de Cristofaro
Angolo Musica
LA MUSICA NON E' UNA COSA SERIA
Tempo fa, mentre sfogliavamo
il dizionario italiano in cerca di
un sinonimo adatto al tema
che stavamo scrivendo,
trovammo la definizione della
parola “musica” e ciò che
leggemmo non ci piacque per
niente. E crediamo non
piaccia neanche a voi.
“L'arte di combinare insieme i
suoni, secondo determinate
regole”. Una frase che ha
fatto
rabbrividire
ogni
centimetro cubico della nostra
pelle. Come si può descrivere
qualcosa di tanto grande in
6
parole così asettiche e
impersonali? Quasi indignate,
avremmo voluto telefonare
alla
Zanichelli
ma,
probabilmente, ci avrebbero
dato poco ascolto. Così
abbiamo voluto capire cosa
significasse e cosa fosse la
musica per ognuno di noi, al
di fuori di una fredda
definizione stampata su un
foglio. E probabilmente ciò
che scriveremo sarà sempre
poco rispetto a ciò che è
davvero, ma noi ci proviamo
ugualmente.
La musica accompagna ogni
momento della nostra vita.
Chi non ha sognato un amore
come quello che si canta nelle
canzoni? O chi non ha
dedicato un testo al proprio
moroso? Chi non ha pianto
con le cuffiette alle orecchie
con la mente intrisa di ricordi?
O chi non ha mai reso un po’
meno noioso il tragitto fino a
scuola a ritmo delle proprie
canzoni preferite?
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Marzo 2015
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La musica è una valvola di
sfogo, un grande tasto
“MUTO” sul mondo. Una
macchina
di
emozioni
incessanti, uno strumento
universale che ci permette di
comunicare con il resto del
mondo abolendo ogni tipo di
barriere. Ha il potere di
raccontare attimi, avvenimenti
della nostra vita o di
descriverla
interamente:
davvero straordinario quanto
riesce a influenzare e a
rendere migliore la nostra
esistenza. “Un modo tramite il
quale si può evadere dalla
realtà, trovare riparo dalle
avversità di tutti i giorni”, “La
musica ti da qualcosa in più”,
“La musica ha la forza di farti
cambiare umore da un
momento all’altro”: sono
questi i pensieri di alcuni
Cutelliani
che
abbiamo
intervistato in questi giorni.
Ancora più completa è stata
la risposta da parte di chi
suona uno strumento, il cui
legame con la musica è
significativamente più stretto:
“ Suono uno strumento fin da
bambina e vedo la musica nel
mio futuro anche lavorativo:
mi dà una certa stabilità e mi
spinge a migliorare”, “Ho
imparato ad apprezzare ogni
singola sfumatura, ogni nota
prodotta dal mio strumento,
come
se
suonare
completasse la mia anima”,
“<<Pensavo, è bello che dove
finiscono le mie dita debba in
qualche modo incominciare
Angolo Musica
una chitarra>>: questa frase,
tratta dalla canzone Amico
fragile di Fabrizio De Andrè,
esprime appieno lo spirito del
musicista, il quale, ogni volta
che può, si mette al servizio
del proprio strumento. Supera
anche la semplice passione”,
“La musica può avere un
ruolo anche non sentimentale
e più pratico; può essere
molto utile per prendere
confidenza con le lingue
straniere”.
Cos’altro svolge la musica?
Da alcuni anni i medici la
utilizzano anche come mezzo
terapeutico attraverso cui il
paziente dà voce alle
emozioni
che
lo
accompagnano durante il
periodo di malattia, poiché
fornisce
un
sostegno
psicologico utile per affrontare
la patologia al meglio. Gli
individui nei quali è stato
riscontrato
un
maggior
numero di benefici sono affetti
da autismo e tendono a
chiudersi in se stessi: grazie a
essa hanno iniziato un
processo di apertura verso il
mondo che li circonda. I
Anno XIII Numero 2
principi
base
della
musicoterapia sono cinque:
•
il paziente è parte
attiva della terapia;
•
la
centralità
del
rapporto di fiducia e
l'accettazione incondizionata
rispetto al paziente;
•
l'adattamento e la
personalizzazione
della
tecnica volta per volta;
•
scambio reciproco di
proposte tra paziente e
musicoterapeuta;
•
stabilimento di un
legame tra il musicoterapeuta
e il paziente grazie al suono.
In sintesi la musica è come
uno specchio: riflette noi
stessi, i nostri stati d’animo e
tutto ciò che non riusciremo
mai a esprimere con semplici
parole; in fondo, dove queste
non arrivano, lei c’è. E’ la linfa
vitale del mondo. E per voi,
cari lettori, cos’è la musica?
Erika Giacira
Maria Paola Bellomio
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Marzo 2015
Spazio Sport
IBRACADABRA
Anno XIII Numero 2
Chi,
come
me,
è
appassionato di calcio, non
potrà non conoscere Zlatan
Ibrahimovic, uno dei più
grandi attaccanti che il calcio
mondiale abbia mai potuto
ammirare , arcinoto in Italia e
nel mondo per il suo carattere
difficile e, soprattutto, per i
gol; perché, in fondo, un
attaccante è quello che deve
fare, metterla in rete! Zlatan
sempre fatto la differenza in
ogni squadra per cui ha
giocato, diventando sia
capocannoniere
della
squadra (e del campionato)
che
assist-man.
Zlatan
Ibrahimovic è un concentrato
di potenza fisica, intelligenza
tattica e tecnica sopraffina.
Spesso i giocatori della sua
stazza -si parla di 1 95 cm di
altezza per 95 kg di peso-
in carriera ne ha fatti davvero
molti, alcuni dei quali
leggendari, gesti tecnici che
rimarranno immortali nella
storia del gioco del calcio,
che mi piacerebbe raccontare
ai miei nipoti . Di certo non è
un calciatore particolarmente
attaccato alla maglia della
squadra per cui gioca: basti
pensare che è il giocatore per
cui, grazie ai trasferimenti, è
stata spostata la maggiore
quantità di denaro (con il
trasferimento al PSG è
arrivato a 1 63 milioni di euro)
percependo
comunque
ingaggi faraonici; ai tempi
dell’Inter è stato il calciatore
più pagato al mondo. Ha
risultano impacciati e goffi,
capaci solo di usare il fisico,
ma non è il caso
dell’attaccante svedese , che
in carriera ha dimostrato di
avere una tecnica individuale
fuori dal comune, abituandoci
a dribbling e gol fuori dal
comune. Come se non
bastasse, è cintura nera di
tae-kwandoo, il che gli
permette di compiere, grazie
alle lunghe gambe, gesti
tecnici e acrobatici ai limiti
dell’umano.
Nessun
allenamento può essere mai
equiparato alla dote naturale,
col talento ci si nasce, e sin
Continua nella pagina
da piccolo Zlatan ha seguente
dimostrato di averne da
8
vendere. Nasce a Malmo, in
Svezia, da padre bosniaco e
madre croata. Vive un’
infanzia difficile e senza
l’amore dei genitori, a causa
dell’alcolismo del padre, della
sorella drogata, della madre
in
carcere,
della
discriminazione
raziale
ricevuta dai coetanei che lo
hanno sempre classificato
come “bastardo”, della misera
condizione economica e delle
continue bravate, ma il
piccolo Zlatan aveva il calcio
nella sua vita, il calcio lo ha
salvato.
Questa
dura
situazione lo porta a reagire:
da bambino magrolino di un
sobborgo
svedese
a
leggenda vivente del calcio,
con tutto il suo egocentrismo;
ecco perché, prima di
criticare, bisognerebbe aver
prima
indagato
sulla
sofferenza di una persona. Il
calcio è la sua vita, l’unica
cosa in cui è bravo, tanto
che,all'età di dieci anni, gioca
nella squadra del Balkan,
nella categoria dei ragazzi
due anni più grandi di lui. In
una partita contro la squadra
del Vellinge, parte dalla
panchina. Alla fine del primo
tempo, il Balkan perde 4-0 e
Zlatan entra in campo nella
ripresa: è lui a segnare gli 8
goal del risultato finale: 8-5. Il
Vellinge protesta, sollevando
l'accusa che Zlatan sia più
vecchio del limite di 1 2 anni:
Marzo 2015
Spazio Sport
Anno XIII Numero 2
Continua dalla pagina
precedente
è stato necessario mostrare il
certificato di nascita per
convincere gli avversari e
addirittura stupirli, provando
loro che il ragazzo era
addirittura due anni più
giovane. A 1 3 anni si
trasferisce al Malmo, dove si
presenta ai compagni con un”
Salve a tutti, io sono Zlatan
ibrahimovic e voi chi c****
siete?” (campione da sempre
egocentrico e scontroso: basti
pensare ai litigi con Pep
guardiola o ai diverbi coi
giornalisti ). Dal Malmo, dopo
qualche stagione ad altissimo
livello, desta le attenzioni di
alcuni grandi club europei
come Arsenal o Roma, ma
alla fine deciderà di trasferirsi
all’Ajax , squadra in cui
troverà la consacrazione nel
palcoscenico ad alto livello,
permettendogli di raggiungere
la convocazione in nazionale,
trovando già all’esordio la via
del gol. Nel 2004, dopo aver
contribuito all’ eliminazione
dell’Italia
di
Trapattoni
nell’europeo in Portogallo, si
trasferisce alla Juventus, in
cui, come afferma lo stesso
Ibrahimovic, è cresciuto
davvero;
nonostante
lo
scandalo “Calciopoli”, afferma
tutt’oggi che quella squadra
non aveva bisogno di
nessuna azione illecita,
perché già composta da
“uomini di acciaio”. Ibra è
passato poi all'Inter, con la cui
società ha firmato un
contratto quadriennale e vinto
lo scudetto dei record
2006/2007 (siglando molti gol
importanti). In questa fase la
compagna Helen Seger ha
dato alla luce Maximilian (22
settembre 2006) e Vincent (6
marzo 2008), rispettivamente
primogenito e secondogenito
del campione. Il 2008 è per lo
svedese un anno di
soddisfazioni: l'Inter conquista
all'ultima giornata il suo 1 6°
scudetto e gran parte del
merito va attribuita a questo
grande campione che ha
segnato molti gol, gli ultimi
due proprio nella partita che
assegna all'undici milanese il
meritato titolo. Anche l'anno
successivo è tra i protagonisti
del 1 7° scudetto della
squadra milanese. Alla fine
del mese di luglio 2009, dopo
qualche
settimana
di
trattativa, viene ceduto al
Barcellona. Numeri strepitosi
nella Liga ,come compagno di
reparto niente meno che
Messi, ma a causa di un
brutto rapporto con Guardiola
e della mancata integrazione
con le dinamiche di gioco, per
il campionato 201 0/2011 torna
in Italia, vestendo la maglia
rossonera del Milan. Viene
successivamente girato al
PSG(dove gioca ancora oggi )
con un contratto faraonico,
grazie anche al suo agente e
amico Mino Raiola. Numeri
strepitosi in ogni squadra , top
scorer per la nazionale
svedese, leggenda vivente.
Dietro l’aria da duro e
arrogante si nasconde una
persona dal cuore grande,
attivissimo nella beneficenza
e padre esemplare. Con la
sua ultima trovata ha
letteralmente conquistato il
cuore dei tifosi: l'attaccante
svedese, infatti, ha spiegato
di aver offerto il proprio corpo
per la lotta contro la fame nel
mondo portata avanti tramite
il Programma Alimentare
Mondiale delle Nazioni Unite
(WFP). "Ovunque vada, la
gente mi riconosce, mi
chiama per nome, fanno il tifo
per me. Ma ci sono dei nomi
che nessuno si prende cura di
ricordare, dei nomi per cui
nessuno fa il tifo: sono quelli
degli 805 milioni di persone
che, oggi, soffrono la fame nel
mondo".
Oltre
che
grandissimo
calciatore,
grande uomo; chissà quante
altre magie potrà ancora
regalarci Ibrahimovic, o
meglio IBRACADABRA.
Giampaolo Placidi
9
Marzo 2015
Spazio Sport
Anno XIII Numero 2
IL BARISTA CHE DIEDE UNA
SPERANZA A PHILADELPHIA
Pennsylvania, metà anni ’70.
Philadelphia è la città più
dura degli Stati Uniti, gli
scioperi sono all’ordine del
giorno e le persone
combattono per sopravvivere.
Vincent Papale è un uomo
che, come tanti, ha perso la
strada e annaspa tra i fumi
grigi
delle
numerose
fabbriche in città; nulla di
nuovo per un contesto del
genere. Eppure il ragazzo si
era distinto, nella High School
di Glenolden, la sua città
natale, in diversi sport, tra cui
football e atletica, senza però
riuscire a guadagnare una
borsa di studio per un college
in grado di mettergli a
disposizione un programma
di studi di primo piano.
Nonostante tutto Vincent si
diploma alla St Joseph in
Marketing e Management,
pronto ad aprire un nuovo
capitolo della sua vita.
Tuttavia qualcosa va storto, il
ragazzo non emerge ed è
costretto a fare il supplente
alla sua vecchia scuola,
cercando di arrotondare
servendo birra in un locale
notturno e affogando i
dispiaceri della vita insieme
agli altri avventori, in
sostanza dei falliti come lui.
Tra le (poche) attrazioni della
settimana per i ragazzi del
bar c’è l’amatissima squadra
della città, i Philadelphia
Eagles,
che
però
attraversano un momento
10
piuttosto buio della loro
gloriosa storia e non riescono
a tornare ai fasti di un tempo.
A questo punto facciamo un
piccolo salto in avanti nel
racconto. E’ il 1 977, e Dick
Vermail, leggendario coach
degli Eagles, pubblicizza un
tryout (un provino, ndr) aperto
a chiunque avesse voglia di
mettersi in gioco per
combattere a fianco dei propri
beniamini. Vincent, che aveva
giocato esclusivamente per
una squadra di dilettanti e
cominciava a sentire il peso
degli anni (30, ndr) è tra i
numerosi speranzosi alla
ricerca di un obiettivo nella
vita.
Gli
allenamenti
sono
massacranti, ma il barista
mette in mostra carattere e
determinazione
propri
soltanto a chi ha disperato
bisogno di credere in un
sogno, quello di giocare per
rappresentare una città e una
generazione in crisi di
identità.
Vincent
viene
messosotto contratto e
servirà Vermail giocando per
tre anni con la casacca
numero
83
(divenuta
un’istituzione), contribuendo a
far risorgere la squadra della
sua città, mettendo corpo e
anima in ogni tackle, forzando
ogni
corsa
grazie
all’incitamento di chi, grazie a
lui, adesso si sente
rappresentato e libero dalla
propria etichetta di fallito.
Vincent Papale ha incarnato il
sogno americano degli anni
’70 e ancora oggi è un
esempio di abnegazione e
coraggio; nei primi anni 2000
gli è stato infatti diagnosticato
un tumore al colon, ma
nonostante questo grave
impedimento ha continuato a
combattere ed ha superato la
malattia, grazie anche al
sostegno dei tifosi che ha
ispirato partita dopo partita.
Vincent è tutt’ora un’icona del
movimento
sportivo
americano, tanto che la
Disney ha realizzato un
lungometraggio (Invincible,
ndr), aggiungendo maggior
lustro ad uno dei maggiori
personaggi di sport dell’intera
storia americana.
Sergio Barone
Spazio Scuola
Marzo 2015
Anno XIII Numero 2
AGUZZA QUI, LETTOR, BEN LI
OCCHI AL VERO
"Nel mezzo del cammin di
nostra vita, mi ritrovai per un
Cutelli oscuro, che la diritta
via Firenze era smarrita.." Chi
non conosce questi celebri
versi del poeta più odiato e
amato dagli studenti del
classico?
La Divina
Commedia, insomma, e con
lei, in particolare, l’Inferno,
cantica per eccellenza,
impegnano
e
hanno
impegnato ore e ore del
nostro studio, richiedendoci
tempo e fatica. Ma cosa ci
insegnano? Che magari
Dante faceva un uso
spropositato di stupefacenti?
Che la vita non sta tutta qui ,
in questo mondo di abusi e
soprusi? Dante è stato molto
più profondo e ci regala un
vero e proprio quadro della
società medievale, ancora
attuale, ancora moderno, da
paragonare alla "lex" della
nostra polis: il Cutelli.
Dunque, in veste di critico e
studente, voglio tracciare una
mia piccola cantica, che sia
ironia, monito, specchio di
quello che siamo. Mi affido al
Sommo, e decido di partire
dall'alto, da quel limbo in cui
abbiamo tutti paura di finire.
Luogo triste, per alcuni
peggiore dei gironi di pena,
dove stanno coloro che non si
sono mai decisi, come quelli
che stanno davanti alla
macchinetta del caffè e non
sanno se prendere cioccolata
o the, creando fila. Gli
indecisi, insomma, che non
sanno se scioperare o andare
a scuola, e che alla fine
stanno a casa. I piccoli pesci
che non danno niente alla
loro polis, votando scheda
bianca alle elezioni d’ istituto .
Di seguito vi sono coloro che
peccano senza usare il
raziocinio, delle vere e proprie
capre. Gli avari, che non
pagano
il
contributo
volontario; i golosi, sempre in
fila per la tavola calda del
celebre Enzo (più mistico di
Caronte), gli iracondi -sempre
a scatenar polemica su
Facebook per poi star zitti a
scuola-; i violenti, verso se
stessi, verso gli altri, ma di
loro non farò nomeR " non ti
curar di loro, guarda, e
passa". Tra i peggiori i
fraudolenti, veri e propri
masochisti,
coloro
che
peccano usando la propria
ragione ( di cui la sanità è
opinabile): come è opinabile
chi sceglie di difendere
l'istruzione occupandone e
distruggendone il Tempio. E
poi ancora ruffiani e seduttori,
sempre lì con leggins e
scarpe nuove, prese nel
negozio " Altro" più vicino; gli
ipocriti, fin troppi; i ladri, di
soldi, durante un'ora buca, di
bracciali, di felpe in
assemblee improvvisate, ma
anche di voti, strappati, rubati
con malvagità; e infine i
traditori della patria, del " mos
" collettivo che dovrebbe
coinvolgerci. E in mezzo
Minosse, il nostro Consalvo,
giudice infernale, giudice di
chi merita di entrare alle 9:1 5
e chi no, per poi arrivare a
Cerbero, cane mostruoso a
tre teste (assegno alla vostra
fantasia la possibilità di
scegliere chi meglio lo
raffiguri," altro dirvi non vo'").
"Vuolsi così cola dove si
puote", cari Cutelliani , trovate
la vostra figura in questo
immenso puzzle e magari
insieme
finalmente
"usci(re)mmo a guardar le
stelle " in un mondo
rovesciato come il Lucifero
del trentaquattresimo canto,
che non può cambiare
direzione se non partendo
dalla scuola.
Claudio Cusumano
11
Marzo 2015
DE STRUCTURA
TURPISSIME STATI
Nell'85 d.C. a Roma c'era un
edificio dal quale passavano
centinaia di persone ogni
giorno. Ognuna di esse
entrava lì per lavorare,
discutere e, ad ora di pranzo,
smontare e tornare alle
proprie famiglie. Queste
persone venivano dai ranghi
sociali più disparati: c'erano
membri
dell'aristocrazia
senatoria, del ceto equestre e
persino della comune plebe! Il
loro lavoro non era molto
chiaro, tant'è che l'Imperatore
spesso e volentieri (odiava
quell'edificio) mandava sotto
copertura dei funzionari
imperiali per cogliere qualche
informazione. I lavoratori
erano spaventati e quindi ogni
anno si riunivano più volte in
un piccolo Senato per
discutere sul da farsi. Ogni
anno si eleggevano degli
elementi che avrebbero
gestito il Senato ed ogni anno
tra i lavoratori capitavano fatti
disdicevoli d'ogni genere che
persino gli storici hanno
preferito non riferire! In
quell'anno vi erano cinque
fazioni: i componenti vicini
alla plebe si erano riuniti
nell'"Aula Senatoria", coloro i
quali
erano
membri
dell'aristocrazia senatoria si
erano uniti nella "Laude
Senatoria", i membri del ceto
equestre nel "Novo Senato" e
poi vi erano due fazioni più
piccole che furono ben poco
calcolate,
composte
principalmente da disertori
12
Spazio Scuola
delle fazioni dei vari ceti
sociali: queste due ultime
erano "Morale" e "Iustitia".
Elementi di spicco di queste
fazioni erano Caio Musso
Grana di "Aula Senatoria",
Marco Paolo Dicefalo di
"Laude Senatoria", Aulo Lucio
detto "Cangiabandiera" di
"Novo Senato" e infine delle
due piccole fazioni avevamo
Anneo Tullio Iusto e Marco
Gneo Pomponio. Nel periodo
antecendente all'elezione dei
gestori senatoriali le fazioni si
davano lotta feroce all'interno
dell'edificio e il crudele
Imperatore cominciò ad
aizzarle l'una contro l'altra per
continuare a regnare sovrano
dall'esterno e non avere
seccature. Caio Musso Grana
perse tempo e non riuscì a
lavorare come voleva a causa
di distrazioni sacre: egli era
stato preso di mira dalla dea
Venere e nulla potè fermare la
sua ira. Così Marco Paolo
Dicefalo prese il sopravvento
e insieme all'inseparabile
Terzio Sempronio Scrofa
riuscì ad accattivarsi l'intera
comunità. Anneo Tullio Iusto e
Marco Gneo Pomponio
dovettero ritirarsi in quanto
non
avevano
alcuna
possibilità di vittoria. I potenti
aristocratici
di
"Laude
Senatoria"
avevano
il
controllo economico e sociale
e usavano la massa come
meglio gli conveniva. Dietro
elementi
quali
Terzio
Sempronio Scrofa si celavano
Anno XIII Numero 2
personaggi ambigui che
lottavano in ben altri luoghi,
nel bel mezzo del Foro, non
con il gladio ma con parole a
vuoto. Il giorno delle elezioni
"Morale"
e
"Iustitia"
scomparvero e i loro membri
più importanti si nascosero tra
la massa, con la paura di
essere inseriti in qualche lista
di proscrizione da parte dei
nuovi governanti. "Laude
Senatoria" ottenne sette seggi
e "Novo Senato" ne ottenne
tre. Lo stradominio sul Senato
della fazione aristocratica si
fece ancor più grande nel
momento in cui Aulo Lucio
Cangiabandiera si rivelò un
perfetto incompetente (egli
per errore, a detta sua, inserì
in una lista di proscrizione i
suoi più fidati colleghi, i quali
vennero
prontamente
soppressi). "Laude Senatoria"
varò poi un'ampia riforma
nella quale trasformava il
Senato in un elemento inutile
e sottomesso all'autorità dei
dieci gestori i quali divennero
ben presto fedeli despoti
servitori
dell'Imperatore.
Anneo Tullio Iusto però dopo
qualche mese ritornò sulla
scena, dopo che un tentativo
di colpo di mano per tornare
alle origini fallì, e scrisse
questo testo noto come "De
Structura Senato turpissime"
Continua nella pagina
seguente
Marzo 2015
Spazio Scuola
a scrivere
passò in
ingiustizie
la loro
Senato tutto. L'unico loro
difetto è stata l'esasperazione
delle proprie virtù. Il testo si
interrompe bruscamente ed
immoralità nei confronti della
politica, unico e solo faro,
insieme all'amore, nella vita.
Egli denuncia pubblicamente
come figure quali Terzio
Sempronio Scrofa siano le
uniche degne d'essere iscritte
alle liste di proscrizione della
vergogna e della superficialità
e come Marco Paolo Dicefalo
abbia trafitto il cuore dello
Stato soggiogando il Senato
ai suoi piaceri e voleri e
sottomettendosi
all'Imperatore. Inoltre l'autore
sottolinea come Caio Musso
Grana e Marco Gneo
Pomponio meritino i seggi dei
gestori, in quanto uomini
virtuosi e perchè sarebbero
stati
fieri
oppositori
dell'Imperatore
e
fieri
condottieri dei lavoratori e del
una
mano
diversa
scrive:<<Anneo Tullio Iusto fu
ucciso nell'89 d.C. a Catina
per mano di sicari inviati dai
potenti di "Laude Senatoria"
mentre iscriveva le ingiustizie
della politica: egli è stato il
primo ad avere il coraggio di
dire come stavano le cose
nella Roma di quegli anni ed
il suo gesto si è dimostrato
una reazione ad un forte
senso di inadeguatezza
personale in un mondo dove
mai giustizia e virtù vengono
premiate>>.
riuscì a fuggire e
Continua dalla pagina quest'opera. Egli
rassegna tutte le
precedente
dei gestori e
che oggi vi sto proponendo
dopo averlo miracolosamente
e fortunosamente trovato
nella biblioteca della nostra
scuola, mentre il bibliotecario
mi prendeva un dizionario.
Ma non è finito qui!
Nonostante una notevole
lacuna nella parte centrale
dell'opera sono riuscito a
leggere le ultime pagine del
manoscritto e la vicenda andò
così.
Dopo l'uccisione di Marco
Gneo Pomponio da parte dei
gestori (che nel frattempo si
erano ridotti a quattro) la
fazione nota come "Morale"
venne messa al bando per
sempre e tutti i suoi
componenti andarono in esilio
nella lontana Corsica e in
Sicilia. E proprio qui che
invece Anneo Tullio Iusto
Anno XIII Numero 2
Simone Rizzo
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Marzo 2015
Spazio Scuola
Anno XIII Numero 2
-CUTELLIANI DI TUTTE LE CLASSI,
UNITEVI!
Io sono uno studente di ultimo
anno, prossimo ai tanto temuti
esami di maturità, e in piena
crisi esistenziale, dettata
dall'imminenza della scelta di
un persorso post-scolastico,
mio caso) delle scuole medie,
a quella decisamente più
ampia, variegata, libera di un
istituto superiore. Ero tutto
occhi e orecchie, non volevo
perdermi neanche una parola
a parlare di politica, di
attualità,
o
anche
semplicemente di argomenti
scolastici o di qualche
film/libro che avano visto/letto,
io non ci capivo niente. E
che, benché certamente non
mi proibisca di dormire la
notte, mi porta a riflettere a
lungo sul mio percorso
accademico e di vita. Sono
uno studente di ultimo anno e
posso dire, fieramente, di
essere sopravvissuto a quasi
tredici anni di scuola
rigorosamente
pubblica,
cinque dei quali trascorsi
all'interno del nostro amato
istituto, ed è solo in virtù di ciò
che mi permetto di buttarmi
nell'inglorioso tentativo di
tirare le somme, provando a
stilare un resoconto quanto
più imparziale possibile della
mia esperienza al Cutelli.
Ricordo benissimo i miei anni
da
ginnasiale,
e,
ripensandoci, non posso fare
a meno di notare come fossi
guidato principalmente da due
elementi. In primo luogo
l'entusiasmo, sfrenato, di un
ragazzino che passa dalla
dimensione piuttosto ristretta,
quasi familiare(almeno nel
di quello che dicevano i nuovi
professori,
figure
quasi
mitologiche, depositarie di un
sapere elitario che era mio
compito
assimilare
alla
perfezione, perchè solo se
avessi studiato con il
massimo impegno, tanto da
rasentare
la
totale
abnegazione, sarei riuscito ad
andare avanti in un posto del
genere, dove, si sa, la
competizione è spietata, la
conoscenza è tutto. In
secondo luogo ciò che mi
animava era il mio sentirmi
non
all'altezza
della
situazione, la voglia di
migliorarmi come persona per
arrivare a eguagliare quelli
che erano i ragazzi degli
ultimi anni, che ammiravo
profondamente e non perchè
andavano a sfasciarsi in
discoteca fino alle quattro del
mattino o perchè protagonisti
del pettegolezzo di turno, ma
perchè quando alle riunioni di
lista o a ricreazione iniziavano
pensavo che mettermi nella
condizione
di
poter
partecipare attivamente a
queste discussioni fosse il
principale motivo della mia
permanenza in un liceo
classico. E non ero l'unico a
pensarla così! Tra i miei
coetanei c'era quella voglia di
crescere velocemente, voglia
di responsabilizzarsi, almeno
un minimo, e di essere parte
attiva della vita scolastica.
Crescendo, questa atmosfera
di vivacità intellettuale è
andata lentamente, ma
inesorabilmente, scemando.
Fino ad oggi, che si
organizzano occupazioni in
nome di ideali presunti, di cui i
primi e più eclatanti traditori
sono
gli
stessi
loro
predicatori, e che poi, in
privato, si riducono ad un
desolante "onesto mbare?
14
Continua nella pagina
seguente
Spazio Scuola
Marzo 2015
Continua dalla pagina solo, e poi non devo
lamentarmi se dirigenza e
precedente
professori mi trattano come
Voglio
farmela
questa se fossi un bambino, perchè è
esperienza, alla fine ci questo che dimostro di
un
bambino
divertiamo". Siamo diventati essere,
estremamente superficiali, e capriccioso. Abbiamo perso
se la critica che muovo alle l'interesse, l'ambizione, la
vecchie generazioni è quella capacità di discernimento,
di prendersi fin troppo sul fondamentale nell'epoca della
e
delle
serio, sembra evidente che massificazione
noi,
invece,
siamo spersonalizzazione, e l'amor
esattamente l'opposto, non proprio, perchè se ci
riusciamo a prenderci sul volessimo un minimo di bene,
serio, perchè "alla fine forse le cose andrebbero in
abbiamo 1 8 anni, ci sta che modo diverso. Detto questo,
facciamo 'ste cose". Invece mi auguro che riusciremo ad
no, non ci sta, perchè la mia essere d'esempio per i nuovi
età anagrafica non può arrivati di questa scuola,
essere una giustificazione per spero davvero che dalla
fare l'idiota, perchè così situazione attuale riescano a
facendo mi delegittimo da tirare fuori il meglio di loro,
Anno XIII Numero 2
perchè come diceva De André
in una bellissima canzone,
che consiglio vivamente a chi
non la conoscesse, "dai
diamanti non nasce niente dal
letame nascono i fior", perchè
ognuno di noi può fare la
differenza a partire dalla cose
relativamente insignificanti,
come venire alle assemblee
d'istituto(ammetto di essere
mancato anche io in molte
occasioni e accetto il
Crucifige), o trovare il tempo
per un progetto scolastico
pomeridiano ridando linfa
vitale ad una scuola
culturalmente in crisi.
SEZIONE FOTO
Monastero dei
Benedettini
Alice Mazzocca
Monastero dei
Benedettini
Alice Mazzocca
15
Marzo 2015
Anno XIII Numero 2
DEDICHE E CANZONI
RAGAZZO MIO,
LUIGI TENCO
Ragazzo mio, un giorno ti diranno che tuo
padre
aveva per la testa grandi idee, ma in fondo,
poi....
non ha concluso niente
non devi credere, no, vogliono far di te
un uomo piccolo, una barca senza vela
Ma tu non credere,no, che appena s'alza il
mare
gli uomini senza idee, per primi vanno a fondo
Ragazzo mio...un giorno i tuoi amici ti diranno
che basterà trovare un grande amore
e poi voltar le spalle a tutto il mondo
no, no, non credere,no, non metterti a sognare
PEZZI DI VETRO,
FRANCESCO DE GREGORI
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro
in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle
mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobata nè mangiatore di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni e nelle pieghe
della mano,
una linea che gira
e lui risponde serio "è mia";
sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà
e ora si è fermata qua.
Non conosce paura
l'uomo che salta e vince sui vetri e spezza
16
lontane isole che non esistono
non devi credere,ma se vuoi amare l'amore
tu,...non gli chiedere quello che non può dare
Ragazzo mio, un giorno sentirai dir dalla gente
che al mondo stanno bene solo quelli che
passano la vita a non far niente
no,no,non credere no,
non essere anche tu un acchiappanuvole che
sogna di arrivare
non devi credere, no, no, no non invidiare
chi vive lottando invano col mondo di domani
Segnalata da
Paolo Andò
bottiglie e ride e sorride,
perchè
ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.
Insieme visitate è la notte
che dicono è
due anime e un letto e un tetto di capanna
utile
e dolce come ombrello teso
tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via,
non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai.
Però stai bene
dove stai.
Segnalata da
Alessandro de
Cristofaro
Marzo 2015
Anno XIII Numero 2
DEDICHE E CANZONI
THE MAN IN ME,
BOB DYLAN
The man in me will do nearly any task,
And as for compensation, there's little he
would ask.
Take a woman like you
To get through to the man in me.
Storm clouds are raging all around my door,
I think to myself I might not take it any more.
Take a woman like your kind
To find the man in me.
But, oh, what a wonderful feeling
Just to know that you are near,
Sets my a heart a-reeling
From my toes up to my ears.
The man in me will hide sometimes to keep
from bein' seen,
But that's just because he doesn't want to turn
into some machine.
Took a woman like you
To get through to the man in me.
non prendere gli ascensori,
in questi periodi neri,
spettacolari.
E per scaldarci non ci
basteranno
le nostre mani,
C'eravamo abbastanza amati,
con
gli
occhi
azzurri sempre
poi siamo volati su dei campi
più
chiari;
di grano rettangolari
almeno alla fine c'erano dei
non pensarmi non pensarmi
bellissimi
cieli
mi dicevi mentre atterravi
autunnali.
tra i tuoi capelli dei fiori di
camomilla
Quanto ti ho dato tre fazzoletti
dei fiori diventavano rossi
di
carta per pulirti la bocca
i tuoi 23 anni i miei 26 anni.
quando
l'ultima volta ti ho
Alla radio hanno detto che i
chiamata,
non ti sei
nostri corpi hanno
neanche
girata,
eri così seria.
causato solo alcuni
Eri
già
volata
via,
eri nella
rallentamenti
stratosfera.
i tuoi 23 anni i miei 26 anni.
Era per amore o per
un'emorragia
interna.
Mi hai detto solo così solo con
queste esplosioni
Mi dicevi pensa quando sulla
possiamo creare quei soli
superficie
terrestre
che si vedono di notte in nord
resteranno
soltanto dei
Europa
sacchetti
di
plastica
ma non c'ho mai capito un
svolazzanti,
dei libri
cazzo dei tuoi discorsi.
fotografici.
Un anno prima sul litorale con
Se solo anche tu fossi stata di
le stelle bianche e
plastica
o di un
il bar chiusi perchè non
altro
materiale
stabile, non
lasciavano dormire
degradabile.
il ritmico piovere e noi due
attaccati a una
Guarda com'è lunga questa
parete per ripararci.
eclissi.
Chiamami anche sul
Con questo tempo è meglio
C'ERAVAMO ABBASTANZA
AMATI,
LE LUCI DELLA CENTRALE
ELETTRICA
Segnalata da
Sergio Barone
tardi.
Con questo tempo è meglio
non tenersi troppo
lontani,
in questi periodi neri,
spettacolari.
C'eravamo abbastanza amati
poi siamo volati su dei campi
di grano rettangolari
non pensarmi non pensarmi
mi dicevi mentre atterravi
tra i tuoi capelli dei fiori di
camomilla
dei fiori diventavano rossi
i tuoi 23 anni i miei 26 anni.
Alla radio hanno detto che i
nostri corpi hanno
causato solo alcuni
rallentamenti
i tuoi 23 anni i miei 26 anni.
Mi hai detto solo così solo con
queste esplosioni
possiamo creare quei soli
che si vedono di notte in nord
Europa
ma non c'ho mai capito un
cazzo dei tuoi
discorsi.
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Anno XII Numero 1
Marzo 2014
LA REDAZIONE
RESPONSABILE REDAZIONE
Alessandro de Cristofaro
RESPONSABILI RUBRICHE
DOCENTE REFERENTE
Prof.ssa Francesca Bonaccorsi
- L' ITALIA SIAMO NOI
Christian La Russia I B
- FINESTRA SUL MONDO
Carla Marino I A
- IL CAFFE'
Alessandro de Cristofaro III E
- ANGOLO MUSICA
IL GIORNALE VIENE
REALIZZATO E DISTRIBUITO
ALL'INTERNO DELLA SCUOLA
DAGLI STUDENTI DEL LICEO
CLASSICO "M. CUTELLI" DI
CATANIA
Erica Giacira & Maria Paola Bellomio I E
- SPAZIO SPORT
Sergio Barone II E
Giampaolo Placidi III A
- SPAZIO SCUOLA
Claudio Cusumano III D
Enrico Conte III H
Aletheia è disponibile, in
formato PDF, all'interno del
sito web ufficiale della
nostra scuola, all'indirizzo:
www.liceocutelli.it
Simone Rizzo III C
Hanno contribuito alla realizzazione del
numero anche:
Alice Mazzocca II C
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"Aletheia, la voce degli
studenti del Cutelli"