Giornale 2.compressed - Liceo Classico "Mario Cutelli"
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Giornale 2.compressed - Liceo Classico "Mario Cutelli"
La voce degli studenti del Cutelli Marzo 2015 L'EDITORIALE Anno XIII Numero 2 AGUZZA QUI, LETTOR, BEN LI OCCHI AL VERO Salve a tutti! Siamo felici di presentare alla vostra attenzione il secondo numero di Aletheia. un piccolo Questa edizione risulterà forse grande Dante in essere la più importante fra una grande quelle che elaboreremo durante piccola scuola il corso di quest'anno scolastico. Dopo aver preso la Claudio Cusumano decisione di ritornare ad una Pagina 11 parziale distribuzione cartacea nelle classi, ci siamo detti (con spirito dialetticamente hegeliano): "Perché non -CUTELLIANI DI TUTTE LE CLASSI, UNITEVI! prendere il buono delle scelte che abbiamo adottato in passato?". E' dunque da una di Enrico Conte Pagina 1 5 sintesi fra edizioni passate e Pagina 1 2 trapassate che siamo lieti di "O legislatori, o giudici, punite: ma talvolta aggiratevi ne' offrirvi il giornale del presente e tugurj della plebe e nei sobborghi di tutte le città capitali, e del futuro, in copia cartacea e vedrete ogni giorno un quarto della popolazione che svegliandosi su la paglia non sa come placare le supreme formato digitale. Buona lettura! di SEZIONE FOTO necessità della vita" Ultime lettere di Jacopo Ortis, Ugo Foscolo RUBRICHE L'Italia siamo noi 2 Finestra sul Mondo 3 Il Caffé 5 Angolo Musica 6 Spazio Sport 8 Spazio Scuola 11 Dediche e Canzoni 1 6 di Alessandro de Cristofaro di Sergio Barone Un cinema da Oscar Pagina 5 Pillole di Sport: Il barista che diede una speranza a Philadelphia Pagina 1 0 Marzo 2015 LItalia siamo noi Anno XIII Numero 2 NON PROVATE A TOCCARE DI MATTEO Antonino Di Matteo (detto Nino) nasce a Palermo il 26 Aprile 1 961 . Nel 1 991 entra in magistratura presso la DDA di Caltanissetta. Divenuto Pubblico Ministero (PM), nel 1 999 inizia ad indagare sulle stragi di mafia in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino insieme alla loro scorta. Nel corso della sua carriera si è occupato più volte dei rapporti tra criminalità ed esponenti delle istituzioni, e, ancora, della trattativa “Stato-mafia”. Nel Dicembre 201 3, l’allora ministro dell’interno Angelino Alfano ha elevato il grado di protezione del magistrato al massimo livello, poiché qualche mese prima era stata 2 intercettata una conversazione di Totò Riina con Alberto Lorusso (boss della Sacra Corona Unita) in cui lo stesso Riina recitava testuali parole, riferite al PM: “A questo ci faccio fare la stessa fine degli altri”. Il ministro Alfano, inoltre, fece installare nelle auto del magistrato il dispositivo “Bomb Jammer” (ovvero disturbatore di frequenze: questo dispositivo serve a troncare qualsiasi segnale nell’arco di 1 0 kilometri, in modo tale da evitare attentati tramite telecomandi), e diede a Di Matteo un mezzo blindato “Volvo Lince” (miglior blindato in commercio). Il PM, però, rifiutò l’assegnazione di questo blindato perché considerato da lui un vero e proprio “carro armato”, ritenendo impossibile il movimento in zone urbane. Il 1 9 Luglio 201 4, durante la commemorazione della strage di Via D’Amelio (nella quale persero la vita il giudice Borsellino e parte della sua scorta), Di Matteo ha espresso considerazioni assai critiche nei confronti di Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, le quali hanno provocato immediate reazioni da parte di esponenti politici di Forza Italia, Nuovo Centrodestra (NCD) e Scelta Civica. Christian La Russia Marzo 2015 Finestra sul Mondo Anno XIII Numero 2 UNA SEMPLICE PEDINA E IL COMMERCIO DELLA DROGA La testimonianza di un giovane ritrovatosi a vivere in carcere a causa della droga Zero prospettive per il futuro e disoccupazione spingono i ragazzi portoghesi,come tanti altri, ad entrare nel pericoloso tunnel della droga: molti infatti decidono di farsi reclutare da narcotrafficanti per commerciarla. La ricompensa è altissima, ma il rischio di finire dietro le sbarre non è da meno. Jonas è un ragazzo portoghese. All’età di quindici anni aveva iniziato a lavorare facendo l’aiutante pasticcere, dovendo mantenere il padre ex tossico dipendente. Con il suo misero stipendio riusciva a malapena a pagare l’affitto e le spese domestiche. Poi c’erano il cibo, le medicine. All’età di ventidue anni decise di intraprendere un viaggio che avrebbe cambiato la sua vita. Consegnato il suo documento all’algerino narcotrafficante, ha ricevuto un biglietto aereo, il piano del viaggio, un telefonino e mille euro per le spese. Jonas avrebbe riportato indietro dal Brasile un chilo di cocaina in piccole dosi distribuite tra il bagaglio a mano e il portadocumenti. Doveva inventare una storia, essere sicuro di sé e seguire le istruzioni scritte in codice o ricevute da voci a lui sconosciute. “Non sappiamo mai per chi lavoriamo, l’importante è avere fiducia.” Spiega Flavio, reclutatore algerino. Anche lui ha trasportato droga, è stato in Marocco, Spagna,Turchia. “In genere i reclutatori hanno fatto i corrieri in passato, ma non hanno il coraggio di ricominciare.” Flavio racconta di uno stile di vita difficile da abbandonare. Jonas è solo all’inizio. E’partito da Lisbona su un treno diretto a Bilbao, Spagna, per poi dirigersi a Natal, Brasile. La partenza da Bilbao serve solo a confondere le idee agli investigatori che indagano sul traffico di droga in Portogallo. “Oggi ci sono più reclutatori, ma soprattutto persone disposte a fare i corrieri” spiega Rui Sosa, ispettore capo dell’ Unità nazionale di combattimento per il traffico di stupefacenti. “Spesso è gente che non sa cosa fare nella vita, sono persone sposate con figli, madri disoccupate con figli malati. Oppure persone senza prospettive come me” spiega Jonas. In Brasile è stato accolto da alcuni colombiani che gli hanno consegnato la droga in un grande appartamento nella periferia di Malaus. “Mi hanno portato a vedere la città, siamo usciti la sera come dei turisti” racconta. Il decimo giorno i Colombiani gli hanno preparato lo zaino: doveva ripartire. Al momento della partenza ha pensato di ingerire la droga, ma, resosi conto del rischio, ha preferito non farlo. All’aereoporto di Portela, Portogallo, gli hanno mostrato la valigia già aperta. Ha immediatamente confessato. Era la mattina del tre dicembre e Jonas ha subito pensato a suo fratello, al corrente di tutto. “Non andare, ti beccano di sicuro” gli aveva detto la sera prima della partenza. Appena arrivato in Brasile, Jonas aveva incontrato un colombiano. A Bilbao, al ritorno, avrebbe dovuto incontrare un altro intermediario. Se la polizia lo avesse seguito in Spagna, lo avrebbero scoperto. “Nessuno mi ha seguito, cosi non sapranno mai chi sono i proprietari della droga, non lo so nemmeno io” dice Jonas. A Lisbona, la polizia ha recuperato solo i cellulari senza schede, che Jonas aveva ingoiato in bagno per non lasciare tracce e non far pensare ad un narcotrafficante che li avrebbe denunciati. In carcere dal tre dicembre 201 3, Jonas ha tempo di pensare all’accaduto. “Arrestano l’anello debole che siamo noi” afferma convinto che la polizia arresti solo i corrieri, Continua nella pagina seguente 3 Marzo 2015 Finestra sul Mondo Anno XIII Numero 2 volo di ritorno era all’una di notte, mi sono svegliato alle ventitré e ho pensato: <<non ci vado>>, ho pensato di andare all’ambasciata e chiedere protezione ma alla fine ho rischiato” racconta Jonas. Nessuna giustificazione per il reato commesso dal ragazzo. Secondo i giudici, le esigenze della sicurezza impongono la decisone di non sospendere la pena. Jonas è giovane, non ha precedenti penali ma, nonostante ciò, la giustizia ha trionfato. “Se entri in carcere sei segnato per tutta la vita, nessuno ti darà più un lavoro. Potrei diventare un reclutatore, ma il mio uomo potrebbe finire a sua volta in galera e non me lo perdonerei” afferma Jonas. E’ convinto di trovarsi nel peggior carcere d’Europa. La prigione in cui è rinchiuso è la stessa dove da piccolo andava a visitare il padre arrestato, mentre rubava l’eroina. Oggi è il padre, malato di cancro, a visitare il figlio, sperando di sopravvivere fino al giorno in cui Jonas tornerà a casa. senza individuare i narcotrafficanti. Le condanne per droga vanno dai quattro ai dodici anni di sotto copertura. “E’ molto probabile che le informazioni arrivino da una soffiata” aggiunge. I portoghesi che scontano pene per lo stesso reato commesso da Jonas “Hanno tra i ventitré e i ventiquattro anni” spiega Guinamaraes Neto . “I giovani emarginati senza prospettive carcere e non ci sono distinzioni tra i ruoli di chi produce, fabbrica, vende, distribuisce o fa transitare gli stupefacenti. In prigione, Jonas continua a rivivere i momenti del viaggio. E’ convinto di essere stato denunciato dagli stessi narcotrafficanti: volevano tenere occupati gli agenti di sicurezza dell’aereoporto in modo che i carichi più consistenti transitassero senza problemi. “La polizia è stata informata” afferma l’avvocato di Jonas. Le informazioni si ottengono in due modi diversi: grazie ad una soffiata o da un agente sono più numerosi, hanno la testa piena di avventure”. Jonas voleva solo vivere con la sua ragazza, voleva vivere una vita diversa dalla sua e diventare ciò che non era. A maggio del 201 4 è stato condannato a quattro anni e nove mesi di prigione. La sua ragazza ha promesso che lo Carla Marino aspetterà. Ogni volta che lo va a trovare, le sembra sempre più magro. Jonas ha capito che non avrebbe ottenuto la sospensione della pena e in carcere continua a pensare allo sguardo dei poliziotti mentre passava con la sua valigia piena di droga negli aereoporti del Brasile. “Il Continua dalla pagina precedente 4 Marzo 2015 Il Caffè Anno XIII Numero 2 UN CINEMA DA OSCAR Botteghini da record e giù i cappelli, Signore e Signori Per uno studente solito recarsi sotto al grande schermo più o meno una volta a settimana, deve essere tragico, penserete, veder chiudere il proprio cinema (own, davvero own); tutt’al più è un giovane batterista bramante di diventare il migliore di tutti; nel secondo, Riggan è un attore dalla carriera in decadenza che non accetta la realtà e che tenta un forzato successo soluzione. Il giovane Andrew, invasato dalle Muse più folli del ventunesimo secolo, dopo essersi accontentato d’aver distrutto qualche rullante qua e là, oltre che il cuore della povera fidanzatina, non ci se quelle ore dedite alla visione vengono rimpiazzate dalla versione (latino o greco che sia, sono di maturità, sic!). Ebbene, nella grande tempesta di studio che è costretto a sopportare (Paola e Francesco erano solo due, noi per fortuna siamo venticinque), capitano volte in cui si senta moralmente costretto a “tradire” il vecchio amico Ariston per non lasciarsi scappare il capolavoro di turno; ed è così che si ritrova a vedere, nell’arco di una settimana, i due film del momento, blasonati e apprezzati da tutti, Whiplash e Birdman. Ambientati entrambi in America, entrambi raccontano una storia di scalata alla carriera, assumendo tuttavia punti di vista differenti: nel primo il protagonista, Andrew, sperando nell’apprezzamento del pubblico al suo spettacolo teatrale, un genere molto lontano da quello che lo aveva portato in auge nelle vesti del supereroe Birdman. Non è difficile notare anche un certo chiasmo rispetto ai due antagonisti: il direttore e professore Terence “Terrible” Fletcher, uomo d’esperienza e ambizione, e il giovane attore Mike Shiner, il quale non solo rischia d’attirare tutta l’attenzione del pubblico su di sé a discapito della fama del povero Reggan, ma si fa anche sua figlia (il fascino degli attoriR Provano a filosofeggiare -male- anche con le labbra di una donna appoggiate sulle proprie). Così come il carattere dei personaggi, anche le trame risultano molto più che piene di analogie: speranza, crisi, concede neanche di sapere s’è riuscito a raggiungere il proprio ambizioso obiettivo (Fletcher, tanto, davvero tanto più malato del giovane, pare aver apprezzato); allo stesso modo il caro Reggan, seppur sereno e tranquillo anche dopo essersi sparato un colpo di pistola sul naso, lascia un senso di vuoto nei cuori degli spettatori e sotto i propri piedi. Ma è davvero questo il meglio in cui il giovane studente solito recarsi sotto al grande schermo più o meno una volta a settimana può sperare? Un ragazzo che ti suona in faccia la stessa canzone per due ore di film, Continua nella pagina seguente 5 Marzo 2015 Continua dalla pagina precedente che trasforma il piacere per la musica in una ossessione elitaristica, e un anzianotto che continua forzatamente un lavoro ai suoi occhi già fallito, solo per la presunzione di Il Caffè poter dire “Io ci sono ancora”? E allora diciamocelo chiaramente, abbiamo già dimenticato la patetica vita di Novecento (“La leggenda del pianista sull’oceano”, Giuseppe Tornatore 1 998, tratto da Novecento, Alessandro Baricco), chiara espressione di sincerità artistica, così come abbiamo Anno XIII Numero 2 dimenticato la fisionomia di un vero film comico-drammatico (“Forrest Gump”, Robert Zemeckis, 1 994). Oppure abbiamo solo bisogno di prenderci una pausa. Alessandro de Cristofaro Angolo Musica LA MUSICA NON E' UNA COSA SERIA Tempo fa, mentre sfogliavamo il dizionario italiano in cerca di un sinonimo adatto al tema che stavamo scrivendo, trovammo la definizione della parola “musica” e ciò che leggemmo non ci piacque per niente. E crediamo non piaccia neanche a voi. “L'arte di combinare insieme i suoni, secondo determinate regole”. Una frase che ha fatto rabbrividire ogni centimetro cubico della nostra pelle. Come si può descrivere qualcosa di tanto grande in 6 parole così asettiche e impersonali? Quasi indignate, avremmo voluto telefonare alla Zanichelli ma, probabilmente, ci avrebbero dato poco ascolto. Così abbiamo voluto capire cosa significasse e cosa fosse la musica per ognuno di noi, al di fuori di una fredda definizione stampata su un foglio. E probabilmente ciò che scriveremo sarà sempre poco rispetto a ciò che è davvero, ma noi ci proviamo ugualmente. La musica accompagna ogni momento della nostra vita. Chi non ha sognato un amore come quello che si canta nelle canzoni? O chi non ha dedicato un testo al proprio moroso? Chi non ha pianto con le cuffiette alle orecchie con la mente intrisa di ricordi? O chi non ha mai reso un po’ meno noioso il tragitto fino a scuola a ritmo delle proprie canzoni preferite? Continua nella pagina seguente Marzo 2015 Continua dalla pagina precedente La musica è una valvola di sfogo, un grande tasto “MUTO” sul mondo. Una macchina di emozioni incessanti, uno strumento universale che ci permette di comunicare con il resto del mondo abolendo ogni tipo di barriere. Ha il potere di raccontare attimi, avvenimenti della nostra vita o di descriverla interamente: davvero straordinario quanto riesce a influenzare e a rendere migliore la nostra esistenza. “Un modo tramite il quale si può evadere dalla realtà, trovare riparo dalle avversità di tutti i giorni”, “La musica ti da qualcosa in più”, “La musica ha la forza di farti cambiare umore da un momento all’altro”: sono questi i pensieri di alcuni Cutelliani che abbiamo intervistato in questi giorni. Ancora più completa è stata la risposta da parte di chi suona uno strumento, il cui legame con la musica è significativamente più stretto: “ Suono uno strumento fin da bambina e vedo la musica nel mio futuro anche lavorativo: mi dà una certa stabilità e mi spinge a migliorare”, “Ho imparato ad apprezzare ogni singola sfumatura, ogni nota prodotta dal mio strumento, come se suonare completasse la mia anima”, “<<Pensavo, è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare Angolo Musica una chitarra>>: questa frase, tratta dalla canzone Amico fragile di Fabrizio De Andrè, esprime appieno lo spirito del musicista, il quale, ogni volta che può, si mette al servizio del proprio strumento. Supera anche la semplice passione”, “La musica può avere un ruolo anche non sentimentale e più pratico; può essere molto utile per prendere confidenza con le lingue straniere”. Cos’altro svolge la musica? Da alcuni anni i medici la utilizzano anche come mezzo terapeutico attraverso cui il paziente dà voce alle emozioni che lo accompagnano durante il periodo di malattia, poiché fornisce un sostegno psicologico utile per affrontare la patologia al meglio. Gli individui nei quali è stato riscontrato un maggior numero di benefici sono affetti da autismo e tendono a chiudersi in se stessi: grazie a essa hanno iniziato un processo di apertura verso il mondo che li circonda. I Anno XIII Numero 2 principi base della musicoterapia sono cinque: • il paziente è parte attiva della terapia; • la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente; • l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta; • scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta; • stabilimento di un legame tra il musicoterapeuta e il paziente grazie al suono. In sintesi la musica è come uno specchio: riflette noi stessi, i nostri stati d’animo e tutto ciò che non riusciremo mai a esprimere con semplici parole; in fondo, dove queste non arrivano, lei c’è. E’ la linfa vitale del mondo. E per voi, cari lettori, cos’è la musica? Erika Giacira Maria Paola Bellomio 7 Marzo 2015 Spazio Sport IBRACADABRA Anno XIII Numero 2 Chi, come me, è appassionato di calcio, non potrà non conoscere Zlatan Ibrahimovic, uno dei più grandi attaccanti che il calcio mondiale abbia mai potuto ammirare , arcinoto in Italia e nel mondo per il suo carattere difficile e, soprattutto, per i gol; perché, in fondo, un attaccante è quello che deve fare, metterla in rete! Zlatan sempre fatto la differenza in ogni squadra per cui ha giocato, diventando sia capocannoniere della squadra (e del campionato) che assist-man. Zlatan Ibrahimovic è un concentrato di potenza fisica, intelligenza tattica e tecnica sopraffina. Spesso i giocatori della sua stazza -si parla di 1 95 cm di altezza per 95 kg di peso- in carriera ne ha fatti davvero molti, alcuni dei quali leggendari, gesti tecnici che rimarranno immortali nella storia del gioco del calcio, che mi piacerebbe raccontare ai miei nipoti . Di certo non è un calciatore particolarmente attaccato alla maglia della squadra per cui gioca: basti pensare che è il giocatore per cui, grazie ai trasferimenti, è stata spostata la maggiore quantità di denaro (con il trasferimento al PSG è arrivato a 1 63 milioni di euro) percependo comunque ingaggi faraonici; ai tempi dell’Inter è stato il calciatore più pagato al mondo. Ha risultano impacciati e goffi, capaci solo di usare il fisico, ma non è il caso dell’attaccante svedese , che in carriera ha dimostrato di avere una tecnica individuale fuori dal comune, abituandoci a dribbling e gol fuori dal comune. Come se non bastasse, è cintura nera di tae-kwandoo, il che gli permette di compiere, grazie alle lunghe gambe, gesti tecnici e acrobatici ai limiti dell’umano. Nessun allenamento può essere mai equiparato alla dote naturale, col talento ci si nasce, e sin Continua nella pagina da piccolo Zlatan ha seguente dimostrato di averne da 8 vendere. Nasce a Malmo, in Svezia, da padre bosniaco e madre croata. Vive un’ infanzia difficile e senza l’amore dei genitori, a causa dell’alcolismo del padre, della sorella drogata, della madre in carcere, della discriminazione raziale ricevuta dai coetanei che lo hanno sempre classificato come “bastardo”, della misera condizione economica e delle continue bravate, ma il piccolo Zlatan aveva il calcio nella sua vita, il calcio lo ha salvato. Questa dura situazione lo porta a reagire: da bambino magrolino di un sobborgo svedese a leggenda vivente del calcio, con tutto il suo egocentrismo; ecco perché, prima di criticare, bisognerebbe aver prima indagato sulla sofferenza di una persona. Il calcio è la sua vita, l’unica cosa in cui è bravo, tanto che,all'età di dieci anni, gioca nella squadra del Balkan, nella categoria dei ragazzi due anni più grandi di lui. In una partita contro la squadra del Vellinge, parte dalla panchina. Alla fine del primo tempo, il Balkan perde 4-0 e Zlatan entra in campo nella ripresa: è lui a segnare gli 8 goal del risultato finale: 8-5. Il Vellinge protesta, sollevando l'accusa che Zlatan sia più vecchio del limite di 1 2 anni: Marzo 2015 Spazio Sport Anno XIII Numero 2 Continua dalla pagina precedente è stato necessario mostrare il certificato di nascita per convincere gli avversari e addirittura stupirli, provando loro che il ragazzo era addirittura due anni più giovane. A 1 3 anni si trasferisce al Malmo, dove si presenta ai compagni con un” Salve a tutti, io sono Zlatan ibrahimovic e voi chi c**** siete?” (campione da sempre egocentrico e scontroso: basti pensare ai litigi con Pep guardiola o ai diverbi coi giornalisti ). Dal Malmo, dopo qualche stagione ad altissimo livello, desta le attenzioni di alcuni grandi club europei come Arsenal o Roma, ma alla fine deciderà di trasferirsi all’Ajax , squadra in cui troverà la consacrazione nel palcoscenico ad alto livello, permettendogli di raggiungere la convocazione in nazionale, trovando già all’esordio la via del gol. Nel 2004, dopo aver contribuito all’ eliminazione dell’Italia di Trapattoni nell’europeo in Portogallo, si trasferisce alla Juventus, in cui, come afferma lo stesso Ibrahimovic, è cresciuto davvero; nonostante lo scandalo “Calciopoli”, afferma tutt’oggi che quella squadra non aveva bisogno di nessuna azione illecita, perché già composta da “uomini di acciaio”. Ibra è passato poi all'Inter, con la cui società ha firmato un contratto quadriennale e vinto lo scudetto dei record 2006/2007 (siglando molti gol importanti). In questa fase la compagna Helen Seger ha dato alla luce Maximilian (22 settembre 2006) e Vincent (6 marzo 2008), rispettivamente primogenito e secondogenito del campione. Il 2008 è per lo svedese un anno di soddisfazioni: l'Inter conquista all'ultima giornata il suo 1 6° scudetto e gran parte del merito va attribuita a questo grande campione che ha segnato molti gol, gli ultimi due proprio nella partita che assegna all'undici milanese il meritato titolo. Anche l'anno successivo è tra i protagonisti del 1 7° scudetto della squadra milanese. Alla fine del mese di luglio 2009, dopo qualche settimana di trattativa, viene ceduto al Barcellona. Numeri strepitosi nella Liga ,come compagno di reparto niente meno che Messi, ma a causa di un brutto rapporto con Guardiola e della mancata integrazione con le dinamiche di gioco, per il campionato 201 0/2011 torna in Italia, vestendo la maglia rossonera del Milan. Viene successivamente girato al PSG(dove gioca ancora oggi ) con un contratto faraonico, grazie anche al suo agente e amico Mino Raiola. Numeri strepitosi in ogni squadra , top scorer per la nazionale svedese, leggenda vivente. Dietro l’aria da duro e arrogante si nasconde una persona dal cuore grande, attivissimo nella beneficenza e padre esemplare. Con la sua ultima trovata ha letteralmente conquistato il cuore dei tifosi: l'attaccante svedese, infatti, ha spiegato di aver offerto il proprio corpo per la lotta contro la fame nel mondo portata avanti tramite il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP). "Ovunque vada, la gente mi riconosce, mi chiama per nome, fanno il tifo per me. Ma ci sono dei nomi che nessuno si prende cura di ricordare, dei nomi per cui nessuno fa il tifo: sono quelli degli 805 milioni di persone che, oggi, soffrono la fame nel mondo". Oltre che grandissimo calciatore, grande uomo; chissà quante altre magie potrà ancora regalarci Ibrahimovic, o meglio IBRACADABRA. Giampaolo Placidi 9 Marzo 2015 Spazio Sport Anno XIII Numero 2 IL BARISTA CHE DIEDE UNA SPERANZA A PHILADELPHIA Pennsylvania, metà anni ’70. Philadelphia è la città più dura degli Stati Uniti, gli scioperi sono all’ordine del giorno e le persone combattono per sopravvivere. Vincent Papale è un uomo che, come tanti, ha perso la strada e annaspa tra i fumi grigi delle numerose fabbriche in città; nulla di nuovo per un contesto del genere. Eppure il ragazzo si era distinto, nella High School di Glenolden, la sua città natale, in diversi sport, tra cui football e atletica, senza però riuscire a guadagnare una borsa di studio per un college in grado di mettergli a disposizione un programma di studi di primo piano. Nonostante tutto Vincent si diploma alla St Joseph in Marketing e Management, pronto ad aprire un nuovo capitolo della sua vita. Tuttavia qualcosa va storto, il ragazzo non emerge ed è costretto a fare il supplente alla sua vecchia scuola, cercando di arrotondare servendo birra in un locale notturno e affogando i dispiaceri della vita insieme agli altri avventori, in sostanza dei falliti come lui. Tra le (poche) attrazioni della settimana per i ragazzi del bar c’è l’amatissima squadra della città, i Philadelphia Eagles, che però attraversano un momento 10 piuttosto buio della loro gloriosa storia e non riescono a tornare ai fasti di un tempo. A questo punto facciamo un piccolo salto in avanti nel racconto. E’ il 1 977, e Dick Vermail, leggendario coach degli Eagles, pubblicizza un tryout (un provino, ndr) aperto a chiunque avesse voglia di mettersi in gioco per combattere a fianco dei propri beniamini. Vincent, che aveva giocato esclusivamente per una squadra di dilettanti e cominciava a sentire il peso degli anni (30, ndr) è tra i numerosi speranzosi alla ricerca di un obiettivo nella vita. Gli allenamenti sono massacranti, ma il barista mette in mostra carattere e determinazione propri soltanto a chi ha disperato bisogno di credere in un sogno, quello di giocare per rappresentare una città e una generazione in crisi di identità. Vincent viene messosotto contratto e servirà Vermail giocando per tre anni con la casacca numero 83 (divenuta un’istituzione), contribuendo a far risorgere la squadra della sua città, mettendo corpo e anima in ogni tackle, forzando ogni corsa grazie all’incitamento di chi, grazie a lui, adesso si sente rappresentato e libero dalla propria etichetta di fallito. Vincent Papale ha incarnato il sogno americano degli anni ’70 e ancora oggi è un esempio di abnegazione e coraggio; nei primi anni 2000 gli è stato infatti diagnosticato un tumore al colon, ma nonostante questo grave impedimento ha continuato a combattere ed ha superato la malattia, grazie anche al sostegno dei tifosi che ha ispirato partita dopo partita. Vincent è tutt’ora un’icona del movimento sportivo americano, tanto che la Disney ha realizzato un lungometraggio (Invincible, ndr), aggiungendo maggior lustro ad uno dei maggiori personaggi di sport dell’intera storia americana. Sergio Barone Spazio Scuola Marzo 2015 Anno XIII Numero 2 AGUZZA QUI, LETTOR, BEN LI OCCHI AL VERO "Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per un Cutelli oscuro, che la diritta via Firenze era smarrita.." Chi non conosce questi celebri versi del poeta più odiato e amato dagli studenti del classico? La Divina Commedia, insomma, e con lei, in particolare, l’Inferno, cantica per eccellenza, impegnano e hanno impegnato ore e ore del nostro studio, richiedendoci tempo e fatica. Ma cosa ci insegnano? Che magari Dante faceva un uso spropositato di stupefacenti? Che la vita non sta tutta qui , in questo mondo di abusi e soprusi? Dante è stato molto più profondo e ci regala un vero e proprio quadro della società medievale, ancora attuale, ancora moderno, da paragonare alla "lex" della nostra polis: il Cutelli. Dunque, in veste di critico e studente, voglio tracciare una mia piccola cantica, che sia ironia, monito, specchio di quello che siamo. Mi affido al Sommo, e decido di partire dall'alto, da quel limbo in cui abbiamo tutti paura di finire. Luogo triste, per alcuni peggiore dei gironi di pena, dove stanno coloro che non si sono mai decisi, come quelli che stanno davanti alla macchinetta del caffè e non sanno se prendere cioccolata o the, creando fila. Gli indecisi, insomma, che non sanno se scioperare o andare a scuola, e che alla fine stanno a casa. I piccoli pesci che non danno niente alla loro polis, votando scheda bianca alle elezioni d’ istituto . Di seguito vi sono coloro che peccano senza usare il raziocinio, delle vere e proprie capre. Gli avari, che non pagano il contributo volontario; i golosi, sempre in fila per la tavola calda del celebre Enzo (più mistico di Caronte), gli iracondi -sempre a scatenar polemica su Facebook per poi star zitti a scuola-; i violenti, verso se stessi, verso gli altri, ma di loro non farò nomeR " non ti curar di loro, guarda, e passa". Tra i peggiori i fraudolenti, veri e propri masochisti, coloro che peccano usando la propria ragione ( di cui la sanità è opinabile): come è opinabile chi sceglie di difendere l'istruzione occupandone e distruggendone il Tempio. E poi ancora ruffiani e seduttori, sempre lì con leggins e scarpe nuove, prese nel negozio " Altro" più vicino; gli ipocriti, fin troppi; i ladri, di soldi, durante un'ora buca, di bracciali, di felpe in assemblee improvvisate, ma anche di voti, strappati, rubati con malvagità; e infine i traditori della patria, del " mos " collettivo che dovrebbe coinvolgerci. E in mezzo Minosse, il nostro Consalvo, giudice infernale, giudice di chi merita di entrare alle 9:1 5 e chi no, per poi arrivare a Cerbero, cane mostruoso a tre teste (assegno alla vostra fantasia la possibilità di scegliere chi meglio lo raffiguri," altro dirvi non vo'"). "Vuolsi così cola dove si puote", cari Cutelliani , trovate la vostra figura in questo immenso puzzle e magari insieme finalmente "usci(re)mmo a guardar le stelle " in un mondo rovesciato come il Lucifero del trentaquattresimo canto, che non può cambiare direzione se non partendo dalla scuola. Claudio Cusumano 11 Marzo 2015 DE STRUCTURA TURPISSIME STATI Nell'85 d.C. a Roma c'era un edificio dal quale passavano centinaia di persone ogni giorno. Ognuna di esse entrava lì per lavorare, discutere e, ad ora di pranzo, smontare e tornare alle proprie famiglie. Queste persone venivano dai ranghi sociali più disparati: c'erano membri dell'aristocrazia senatoria, del ceto equestre e persino della comune plebe! Il loro lavoro non era molto chiaro, tant'è che l'Imperatore spesso e volentieri (odiava quell'edificio) mandava sotto copertura dei funzionari imperiali per cogliere qualche informazione. I lavoratori erano spaventati e quindi ogni anno si riunivano più volte in un piccolo Senato per discutere sul da farsi. Ogni anno si eleggevano degli elementi che avrebbero gestito il Senato ed ogni anno tra i lavoratori capitavano fatti disdicevoli d'ogni genere che persino gli storici hanno preferito non riferire! In quell'anno vi erano cinque fazioni: i componenti vicini alla plebe si erano riuniti nell'"Aula Senatoria", coloro i quali erano membri dell'aristocrazia senatoria si erano uniti nella "Laude Senatoria", i membri del ceto equestre nel "Novo Senato" e poi vi erano due fazioni più piccole che furono ben poco calcolate, composte principalmente da disertori 12 Spazio Scuola delle fazioni dei vari ceti sociali: queste due ultime erano "Morale" e "Iustitia". Elementi di spicco di queste fazioni erano Caio Musso Grana di "Aula Senatoria", Marco Paolo Dicefalo di "Laude Senatoria", Aulo Lucio detto "Cangiabandiera" di "Novo Senato" e infine delle due piccole fazioni avevamo Anneo Tullio Iusto e Marco Gneo Pomponio. Nel periodo antecendente all'elezione dei gestori senatoriali le fazioni si davano lotta feroce all'interno dell'edificio e il crudele Imperatore cominciò ad aizzarle l'una contro l'altra per continuare a regnare sovrano dall'esterno e non avere seccature. Caio Musso Grana perse tempo e non riuscì a lavorare come voleva a causa di distrazioni sacre: egli era stato preso di mira dalla dea Venere e nulla potè fermare la sua ira. Così Marco Paolo Dicefalo prese il sopravvento e insieme all'inseparabile Terzio Sempronio Scrofa riuscì ad accattivarsi l'intera comunità. Anneo Tullio Iusto e Marco Gneo Pomponio dovettero ritirarsi in quanto non avevano alcuna possibilità di vittoria. I potenti aristocratici di "Laude Senatoria" avevano il controllo economico e sociale e usavano la massa come meglio gli conveniva. Dietro elementi quali Terzio Sempronio Scrofa si celavano Anno XIII Numero 2 personaggi ambigui che lottavano in ben altri luoghi, nel bel mezzo del Foro, non con il gladio ma con parole a vuoto. Il giorno delle elezioni "Morale" e "Iustitia" scomparvero e i loro membri più importanti si nascosero tra la massa, con la paura di essere inseriti in qualche lista di proscrizione da parte dei nuovi governanti. "Laude Senatoria" ottenne sette seggi e "Novo Senato" ne ottenne tre. Lo stradominio sul Senato della fazione aristocratica si fece ancor più grande nel momento in cui Aulo Lucio Cangiabandiera si rivelò un perfetto incompetente (egli per errore, a detta sua, inserì in una lista di proscrizione i suoi più fidati colleghi, i quali vennero prontamente soppressi). "Laude Senatoria" varò poi un'ampia riforma nella quale trasformava il Senato in un elemento inutile e sottomesso all'autorità dei dieci gestori i quali divennero ben presto fedeli despoti servitori dell'Imperatore. Anneo Tullio Iusto però dopo qualche mese ritornò sulla scena, dopo che un tentativo di colpo di mano per tornare alle origini fallì, e scrisse questo testo noto come "De Structura Senato turpissime" Continua nella pagina seguente Marzo 2015 Spazio Scuola a scrivere passò in ingiustizie la loro Senato tutto. L'unico loro difetto è stata l'esasperazione delle proprie virtù. Il testo si interrompe bruscamente ed immoralità nei confronti della politica, unico e solo faro, insieme all'amore, nella vita. Egli denuncia pubblicamente come figure quali Terzio Sempronio Scrofa siano le uniche degne d'essere iscritte alle liste di proscrizione della vergogna e della superficialità e come Marco Paolo Dicefalo abbia trafitto il cuore dello Stato soggiogando il Senato ai suoi piaceri e voleri e sottomettendosi all'Imperatore. Inoltre l'autore sottolinea come Caio Musso Grana e Marco Gneo Pomponio meritino i seggi dei gestori, in quanto uomini virtuosi e perchè sarebbero stati fieri oppositori dell'Imperatore e fieri condottieri dei lavoratori e del una mano diversa scrive:<<Anneo Tullio Iusto fu ucciso nell'89 d.C. a Catina per mano di sicari inviati dai potenti di "Laude Senatoria" mentre iscriveva le ingiustizie della politica: egli è stato il primo ad avere il coraggio di dire come stavano le cose nella Roma di quegli anni ed il suo gesto si è dimostrato una reazione ad un forte senso di inadeguatezza personale in un mondo dove mai giustizia e virtù vengono premiate>>. riuscì a fuggire e Continua dalla pagina quest'opera. Egli rassegna tutte le precedente dei gestori e che oggi vi sto proponendo dopo averlo miracolosamente e fortunosamente trovato nella biblioteca della nostra scuola, mentre il bibliotecario mi prendeva un dizionario. Ma non è finito qui! Nonostante una notevole lacuna nella parte centrale dell'opera sono riuscito a leggere le ultime pagine del manoscritto e la vicenda andò così. Dopo l'uccisione di Marco Gneo Pomponio da parte dei gestori (che nel frattempo si erano ridotti a quattro) la fazione nota come "Morale" venne messa al bando per sempre e tutti i suoi componenti andarono in esilio nella lontana Corsica e in Sicilia. E proprio qui che invece Anneo Tullio Iusto Anno XIII Numero 2 Simone Rizzo 13 Marzo 2015 Spazio Scuola Anno XIII Numero 2 -CUTELLIANI DI TUTTE LE CLASSI, UNITEVI! Io sono uno studente di ultimo anno, prossimo ai tanto temuti esami di maturità, e in piena crisi esistenziale, dettata dall'imminenza della scelta di un persorso post-scolastico, mio caso) delle scuole medie, a quella decisamente più ampia, variegata, libera di un istituto superiore. Ero tutto occhi e orecchie, non volevo perdermi neanche una parola a parlare di politica, di attualità, o anche semplicemente di argomenti scolastici o di qualche film/libro che avano visto/letto, io non ci capivo niente. E che, benché certamente non mi proibisca di dormire la notte, mi porta a riflettere a lungo sul mio percorso accademico e di vita. Sono uno studente di ultimo anno e posso dire, fieramente, di essere sopravvissuto a quasi tredici anni di scuola rigorosamente pubblica, cinque dei quali trascorsi all'interno del nostro amato istituto, ed è solo in virtù di ciò che mi permetto di buttarmi nell'inglorioso tentativo di tirare le somme, provando a stilare un resoconto quanto più imparziale possibile della mia esperienza al Cutelli. Ricordo benissimo i miei anni da ginnasiale, e, ripensandoci, non posso fare a meno di notare come fossi guidato principalmente da due elementi. In primo luogo l'entusiasmo, sfrenato, di un ragazzino che passa dalla dimensione piuttosto ristretta, quasi familiare(almeno nel di quello che dicevano i nuovi professori, figure quasi mitologiche, depositarie di un sapere elitario che era mio compito assimilare alla perfezione, perchè solo se avessi studiato con il massimo impegno, tanto da rasentare la totale abnegazione, sarei riuscito ad andare avanti in un posto del genere, dove, si sa, la competizione è spietata, la conoscenza è tutto. In secondo luogo ciò che mi animava era il mio sentirmi non all'altezza della situazione, la voglia di migliorarmi come persona per arrivare a eguagliare quelli che erano i ragazzi degli ultimi anni, che ammiravo profondamente e non perchè andavano a sfasciarsi in discoteca fino alle quattro del mattino o perchè protagonisti del pettegolezzo di turno, ma perchè quando alle riunioni di lista o a ricreazione iniziavano pensavo che mettermi nella condizione di poter partecipare attivamente a queste discussioni fosse il principale motivo della mia permanenza in un liceo classico. E non ero l'unico a pensarla così! Tra i miei coetanei c'era quella voglia di crescere velocemente, voglia di responsabilizzarsi, almeno un minimo, e di essere parte attiva della vita scolastica. Crescendo, questa atmosfera di vivacità intellettuale è andata lentamente, ma inesorabilmente, scemando. Fino ad oggi, che si organizzano occupazioni in nome di ideali presunti, di cui i primi e più eclatanti traditori sono gli stessi loro predicatori, e che poi, in privato, si riducono ad un desolante "onesto mbare? 14 Continua nella pagina seguente Spazio Scuola Marzo 2015 Continua dalla pagina solo, e poi non devo lamentarmi se dirigenza e precedente professori mi trattano come Voglio farmela questa se fossi un bambino, perchè è esperienza, alla fine ci questo che dimostro di un bambino divertiamo". Siamo diventati essere, estremamente superficiali, e capriccioso. Abbiamo perso se la critica che muovo alle l'interesse, l'ambizione, la vecchie generazioni è quella capacità di discernimento, di prendersi fin troppo sul fondamentale nell'epoca della e delle serio, sembra evidente che massificazione noi, invece, siamo spersonalizzazione, e l'amor esattamente l'opposto, non proprio, perchè se ci riusciamo a prenderci sul volessimo un minimo di bene, serio, perchè "alla fine forse le cose andrebbero in abbiamo 1 8 anni, ci sta che modo diverso. Detto questo, facciamo 'ste cose". Invece mi auguro che riusciremo ad no, non ci sta, perchè la mia essere d'esempio per i nuovi età anagrafica non può arrivati di questa scuola, essere una giustificazione per spero davvero che dalla fare l'idiota, perchè così situazione attuale riescano a facendo mi delegittimo da tirare fuori il meglio di loro, Anno XIII Numero 2 perchè come diceva De André in una bellissima canzone, che consiglio vivamente a chi non la conoscesse, "dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior", perchè ognuno di noi può fare la differenza a partire dalla cose relativamente insignificanti, come venire alle assemblee d'istituto(ammetto di essere mancato anche io in molte occasioni e accetto il Crucifige), o trovare il tempo per un progetto scolastico pomeridiano ridando linfa vitale ad una scuola culturalmente in crisi. SEZIONE FOTO Monastero dei Benedettini Alice Mazzocca Monastero dei Benedettini Alice Mazzocca 15 Marzo 2015 Anno XIII Numero 2 DEDICHE E CANZONI RAGAZZO MIO, LUIGI TENCO Ragazzo mio, un giorno ti diranno che tuo padre aveva per la testa grandi idee, ma in fondo, poi.... non ha concluso niente non devi credere, no, vogliono far di te un uomo piccolo, una barca senza vela Ma tu non credere,no, che appena s'alza il mare gli uomini senza idee, per primi vanno a fondo Ragazzo mio...un giorno i tuoi amici ti diranno che basterà trovare un grande amore e poi voltar le spalle a tutto il mondo no, no, non credere,no, non metterti a sognare PEZZI DI VETRO, FRANCESCO DE GREGORI L'uomo che cammina sui pezzi di vetro dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla, sotto l'angolo retto di una stella. Niente a che vedere col circo, nè acrobata nè mangiatore di fuoco, piuttosto un santo a piedi nudi, quando vedi che non si taglia, già lo sai. Ti potresti innamorare di lui, forse sei già innamorata di lui, cosa importa se ha vent'anni e nelle pieghe della mano, una linea che gira e lui risponde serio "è mia"; sottindente la vita. E la fine del discorso la conosci già, era acqua corrente un pò di tempo fà e ora si è fermata qua. Non conosce paura l'uomo che salta e vince sui vetri e spezza 16 lontane isole che non esistono non devi credere,ma se vuoi amare l'amore tu,...non gli chiedere quello che non può dare Ragazzo mio, un giorno sentirai dir dalla gente che al mondo stanno bene solo quelli che passano la vita a non far niente no,no,non credere no, non essere anche tu un acchiappanuvole che sogna di arrivare non devi credere, no, no, no non invidiare chi vive lottando invano col mondo di domani Segnalata da Paolo Andò bottiglie e ride e sorride, perchè ferirsi non è impossibile, morire meno che mai e poi mai. Insieme visitate è la notte che dicono è due anime e un letto e un tetto di capanna utile e dolce come ombrello teso tra la terra e il cielo. Lui ti offre la sua ultima carta, il suo ultimo prezioso tentativo di stupire, quando dice "È quattro giorni che ti amo, ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito". E non hai capito ancora come mai, mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai. Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai. Segnalata da Alessandro de Cristofaro Marzo 2015 Anno XIII Numero 2 DEDICHE E CANZONI THE MAN IN ME, BOB DYLAN The man in me will do nearly any task, And as for compensation, there's little he would ask. Take a woman like you To get through to the man in me. Storm clouds are raging all around my door, I think to myself I might not take it any more. Take a woman like your kind To find the man in me. But, oh, what a wonderful feeling Just to know that you are near, Sets my a heart a-reeling From my toes up to my ears. The man in me will hide sometimes to keep from bein' seen, But that's just because he doesn't want to turn into some machine. Took a woman like you To get through to the man in me. non prendere gli ascensori, in questi periodi neri, spettacolari. E per scaldarci non ci basteranno le nostre mani, C'eravamo abbastanza amati, con gli occhi azzurri sempre poi siamo volati su dei campi più chiari; di grano rettangolari almeno alla fine c'erano dei non pensarmi non pensarmi bellissimi cieli mi dicevi mentre atterravi autunnali. tra i tuoi capelli dei fiori di camomilla Quanto ti ho dato tre fazzoletti dei fiori diventavano rossi di carta per pulirti la bocca i tuoi 23 anni i miei 26 anni. quando l'ultima volta ti ho Alla radio hanno detto che i chiamata, non ti sei nostri corpi hanno neanche girata, eri così seria. causato solo alcuni Eri già volata via, eri nella rallentamenti stratosfera. i tuoi 23 anni i miei 26 anni. Era per amore o per un'emorragia interna. Mi hai detto solo così solo con queste esplosioni Mi dicevi pensa quando sulla possiamo creare quei soli superficie terrestre che si vedono di notte in nord resteranno soltanto dei Europa sacchetti di plastica ma non c'ho mai capito un svolazzanti, dei libri cazzo dei tuoi discorsi. fotografici. Un anno prima sul litorale con Se solo anche tu fossi stata di le stelle bianche e plastica o di un il bar chiusi perchè non altro materiale stabile, non lasciavano dormire degradabile. il ritmico piovere e noi due attaccati a una Guarda com'è lunga questa parete per ripararci. eclissi. Chiamami anche sul Con questo tempo è meglio C'ERAVAMO ABBASTANZA AMATI, LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA Segnalata da Sergio Barone tardi. Con questo tempo è meglio non tenersi troppo lontani, in questi periodi neri, spettacolari. C'eravamo abbastanza amati poi siamo volati su dei campi di grano rettangolari non pensarmi non pensarmi mi dicevi mentre atterravi tra i tuoi capelli dei fiori di camomilla dei fiori diventavano rossi i tuoi 23 anni i miei 26 anni. Alla radio hanno detto che i nostri corpi hanno causato solo alcuni rallentamenti i tuoi 23 anni i miei 26 anni. Mi hai detto solo così solo con queste esplosioni possiamo creare quei soli che si vedono di notte in nord Europa ma non c'ho mai capito un cazzo dei tuoi discorsi. 17 Anno XII Numero 1 Marzo 2014 LA REDAZIONE RESPONSABILE REDAZIONE Alessandro de Cristofaro RESPONSABILI RUBRICHE DOCENTE REFERENTE Prof.ssa Francesca Bonaccorsi - L' ITALIA SIAMO NOI Christian La Russia I B - FINESTRA SUL MONDO Carla Marino I A - IL CAFFE' Alessandro de Cristofaro III E - ANGOLO MUSICA IL GIORNALE VIENE REALIZZATO E DISTRIBUITO ALL'INTERNO DELLA SCUOLA DAGLI STUDENTI DEL LICEO CLASSICO "M. CUTELLI" DI CATANIA Erica Giacira & Maria Paola Bellomio I E - SPAZIO SPORT Sergio Barone II E Giampaolo Placidi III A - SPAZIO SCUOLA Claudio Cusumano III D Enrico Conte III H Aletheia è disponibile, in formato PDF, all'interno del sito web ufficiale della nostra scuola, all'indirizzo: www.liceocutelli.it Simone Rizzo III C Hanno contribuito alla realizzazione del numero anche: Alice Mazzocca II C Seguiteci anche su Facebook! "Aletheia, la voce degli studenti del Cutelli"