i laghi alpini i laghi alpini
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GLI ECOSISTEMI DEL FIUME SCHEDA E4 i laghi alpini A Acque gelide e cristalline, lunghi mesi bui trascorsi nella morsa di una spessa coltre di ghiaccio, una generale mancanza di sali minerali e sostanze nutritive: queste sono le caratteristiche ambientali dei bacini d’alta quota. Incassati sui versanti del Monviso, all’interno del PARCO DEL PO CUNEESE si trovano numerosi laghi alpini: dal Lago Fiorenza (2113 metri s.l.m.), subito sopra il Pian del Re, ai Laghi Superiore e Lausetto (rispettivamente circa 2310 e 2330 m. ), dal lago Chiaretto (2260 m. ) al lago Grande di Viso (circa 2600 m. ) ad altri minori. Questi specchi d’acqua con i loro piccoli immissari ed emissari costituiscono una grande ricchezza ambientale, poiché ospitano ecosistemi singolari e interessanti. Dal punto di vista ecologico, questi sono laghi ‘giovani’. Cosa significa? Generalizzando, possiamo dire che tutti i laghi hanno una vera e propria vita, un ciclo in cui si susseguono diverse fasi e che si conclude con A sinistra: il lago di Fiorenza, sullo sfondo il Viso Mozzo e il Monviso l’interramento del lago ad opera del materiale trasportato dagli immissari: l’ecosistema evolve allora in palude, stagno o torbiera. Questi laghi sono inoltre definiti oligotrofi (dal greco oligos, poco e trophé, cibo), poiché alimentati dalla raccolta di acque giovani che, derivando dalla fusione di ghiaccio e neve presenti nelle zone limitrofe, non hanno ancora avuto il tempo ed il modo di arricchirsi di elementi minerali strappandoli al terreno ed alle rocce incassanti. Tuttavia, anche con condizioni ambientali così avverse, esistono forme di vita estremamente specializzate in grado di sopravvivere e colonizzare questi luoghi. Il numero delle specie è ovviamente ridotto ed anche le catene alimentari presenti sono molto semplici. Le piante acquatiche sono pressoché assenti, penalizzate dalla durata e dal rigore del periodo invernale Sopra: un coleottero ditiscide A sinistra: il lago Grande di Viso Con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo GLI ECOSISTEMI DEL FIUME i laghi alpini SCHEDA E4 SCHEDA N. 1 In alto: un tricottero, un girino di rana temporaria, una trota sanguinerola A destra: un guardiaparco in servizio nei pressi del lago Superiore, e sullo sfondo il lago Fiorenza e il Monviso e dalla carenza di nutrienti, mentre si riscontrano in abbondanza gli organismi vegetali più semplici, dalle ridotte necessità: sulle sponde si rinvengono licheni, muschi ed epatiche mentre i diversi strati d’acqua sono popolati da numerose forme algali. Queste rappresentano il vero e proprio motore biologico del lago poiché, sfruttando le poche risorse presenti, mettono a disposizione sostanza organica facilmente assimilabile dalle altre forme di vita e costituiscono il nutrimento diretto di numerose forme animali planctoniche. Piccoli crostacei, molluschi, anellidi ed insetti, sia allo stadio adulto che con le forme larvali, abitano queste acque: al bordo dei laghi è facile osservare l’agile nuoto di alcuni coleotteri, i Ditiscidi, dotati di una bolla d’aria all’estremità posteriore. Questa bollicina, trattenuta da un’apposita struttura formata da peli e setole, costituisce la riserva d’aria dell’insetto, e svolge la medesima funzione assolta dalle bombole per il subacqueo. Molto diffuse sono anche le larve di altri insetti, come le effimere, le perle, molte specie di mosche e tafani ed alcune libellule. Numerose cimici cacciano sott’acqua o pattinando velocemente sulla superficie del lago. In queste acque all’inizio della bella stagione convergono per la riproduzione le rane rosse (Rana temporaria), dando origine ad un’intensa e frenetica stagione riproduttiva ed abbandonando di lì a poco numerose matasse di piccole uova scure, da cui schiuderanno colonie di vivacissimi girini. Le poche specie di pesci presenti sono la trota fario (Salmo trutta fario), la trota iridea (Oncorhynchus mykiss), la sanguinerola (Phoxinus phoxinus), ed in misura minore lo scazzone (Cottus gobio) ed il salmerino alpino (Salvelinus alpinus). Tutti questi organismi sono stati immessi con ogni probabilità in tempi più o meno recenti dall’uomo, con un’introduzione forzata che, come spesso accade, presenta alcuni risvolti negativi: in primo luogo questi predatori incrinano il delicato equilibrio esistente a scapito di specie fragili e meritorie di particolare protezione; inoltre l’isolamento, le ridotte dimensioni dei bacini e le condizioni ambientali in generale favoriscono l’insorgere di infezioni e micosi tra i pesci stessi (particolarmente colpita pare la popolazione di sanguinerole del Lago Superiore). Ogni estate migliaia di persone costeggiano questi specchi d’acqua lungo gli itinerari che portano a rifugi e cime alpine. L’affascinante spettacolo della vita in queste acque in cui si specchiano pareti rocciose e strapiombi offre spunti di riflessione e motivo di interesse per l’escursionista, l’amante della natura e per chi sa cogliere i piccoli particolari dell’affresco della Natura. Disegni e testo: Stefano Fenoglio, naturalista - Foto: Dario Fusaro - © Parco del Po Cuneese - Sett. 1998