Sfoglia gli articoli del 3 Ottobre 2012

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Sfoglia gli articoli del 3 Ottobre 2012
Rassegna del 03/10/2012
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 03/10/2012
UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Nazione Firenze
03/10/12 P. 11
Cinquecento a caccia di un posto «Ma nessuno vuole sacrificarsi»
Elettra Gullè
1
Corriere Fiorentino
03/10/12 P. 6
La generazione a caccia di stage
Gaetano Cervone
3
MONDO UNIVERSITARIO
Tirreno
03/10/12 P. 8
Erasmus rischia il crac La Ue ha finito i soldi
Lorenzo Robustelli
4
Tirreno Pisa
03/10/12 P. I
L'internet del futuro si progetta al Sant'Anna
Gianluca Campanella
5
Avvenire
03/10/12 P. 2
È palestra della ragione l'università che apre al mondo
Roberto Colombo
7
Mf
03/10/12 P. 11
Un rottamatore dall'università di Chicago
Michele Arnese,
Fabrizia Argano
8
Repubblica
03/10/12 P. 1
Così gli scienziati truccano le ricerche
Elena Dusi
9
Sole 24 Ore
03/10/12 P. 11
«Investire sui giovani favorisce le imprese»
Claudio Tucci
Sole 24 Ore
03/10/12 P. 31
Dall'Università di Cambridge bond da 350 milioni di sterline
Sole 24 Ore
03/10/12 P. 44
Alleanza Italia-Canada
Marzio Bartoloni
13
Stampa - Tutto Scienze
03/10/12 P. IV
"Ora c'è la retina artificiale"
Marco Pivato
14
Stampa - Tutto Scienze
03/10/12 P. V
«Vi spiego la rivoluzione»
Stampa - Tutto Scienze
03/10/12 P. V
Test iperveloci e terapie mirate con le particelle magnetiche
Qn
03/10/12 P. 23
Erasmus e fondi sociali Ue, buco di 10 miliardi «Non c' e più un euro per pagare le fatture»
03/10/12 P. 18
Pisa 2014, l'anno della rivoluzione nei computer
11
12
16
Fabio Di Todaro
17
18
SEGNALAZIONI
Tirreno
Indice Rassegna Stampa
Gianluca Campanella
19
Pagina I
PA LAZZO VECCHIO, LE AZIENDE INCONTRANO 1 GIOVANI
Cinquecento a caccia di un
posto
e f%*
«Ma nessuno vuole sacrificarsi»
TAILLEUR per lei. Giacca e cravatta per lui. Per un colloquio di lavoro un bell'aspetto non guasta.
Così, la stragrande maggioranza
dei giovani che ieri hanno affollato
Palazzo Vecchio s'è presentata vestita di tutto punto al CareerDay,
iniziativa dell'Ateneo fiorentino
nata per far incontrare domanda e
offerta di lavoro.
ragazzo capace ha buone probabilità di ottenere poi un contratto?
Purtroppo non è sempre così. «Lo
era in passato. Adesso è più difficile», si stringono nelle spalle da
Giunti Os. Anche Arval per il momento offre solo stage retribuiti.
600 euro al mese per sei mesi. Poi
si vedrà. Qualche opportunità inve-
L'evento, organizzato per il secondo anno consecutivo, stavolta ha
avuto come palcoscenico privilegiato il Salone dei Cinquecento,
che ha ospitato altrettanti neolaureati che hanno potuto farsi conoscere da un centinaio di aziende.
«Questo Salone è sempre stato il
luogo delle sfide. Vi auguro di poter realizzare qui i vostri sogni più
belli», le parole che il sindaco Matteo Renzi ha rivolto ai giovani. Sulla stessa scia il rettore Alberto Tesi: «Un modo per dare una risposta
concreta ai nostri laureati, che s'affacciano adesso nel non facile mondo del lavoro». Presi d'assalto, e
non poteva essere diversamente, i
ce da Abercrombie & Fitch, dove
si cercano «neolaureati interessati
a posizioni manageriali». Alleanza
Toro è invece alla caccia di venditori e consulenti. Ben rappresentati
gli studi professionali. E qui arriva
una sorpresa. «Non riusciamo a trovare un giovane disposto al sacrificio - si sfoga l'avvocato Annalisa
Parenti -. Non ci si può presentare in uno studio legale con una
mentalità da impiegato. La libera
professione non conosce orari. E
invece troppi ragazzi mettono dei
paletti in questo senso dimostrando poca inclinazione al sacrificio».
E partono così subito col piede sbagliato.
Elettra Gullè
`big' come Menarini, Gucci, Ferragamo ed Apple. Lunghe code per
cercare di lasciare almeno il curriculum. E incrociare le dita. Per un
impiego nell'azienda di Cupertino
Roberto, 29 anni, farebbe le valigie
all'istante. «Per la Apple andrei
ovunque. Di sicuro non fallirà
9
mai», sorride il giovane, laureato
in Informatica umanistica. Anche CRISI Le aziende offrono soprattutto stage e tirocini
Francesco, neo-dottore in Farmacia, si dice pronto, se necessario, ad
abbandonare l'Italia. Un'idea che
accomuna la maggior parte dei giovani con cui ieri abbiamo parlato.
SFIDUCIA nel Bel Paese? «Eh,
qui siamo nella fase del `Cercasi apprendista con esperienza' - sospi-
rano Silvia, laureata in Architettura, e Giovanna, dottoressa in Scienze biologiche -. Nessuno pare disposto ad investire sulla nostra formazione. Una visione miope che ci
costringe ad allargare gli orizzonti». Da parte loro, le imprese offrono soprattutto stage e `tirocini di
qualità'. Ma che significa? Che un
Università di Firenze
SF
P-A Una «candidata» durante un colloquio di selezïone
Pagina 1
1
SI
'
A destra il rettore
dell'Ateneo
Alberto Tesi.
Nelle altre foto
il Salone dei
Cinquecento
con i 500 giovani
neolaureati
impegnati nei
colloqui con il
personale delle
aziende. Fra i
grandi nomi erano
presenti Apple,
Ferragamo
e Menarinì
Università di Firenze
Pagina 2
L a generazione a caccia
d-le i
stage
S. en .' e aziende si incontrano. Lavoro? «IVoi s eri° mo, ma nel tirocinio»
Più che «disperata», preferi scono essere definiti «generazione della speranza ». Dispo sti a cominciare con stage e tirocini la propria esperienza lavorativa. Anche se è ormai di ventato già il passaggio succes sivo. Prima c'è da conquistarsi
un colloquio. E così i neolaure ati non si sono fatti scappare
l'occasione e in cinquecento
hanno partecipato alla seconda edizione del «Career Day»
organizzato dall'Università di
Firenze, che ieri nel salone dei
Cinquecento di Palazzo Vecchio ha permesso ai ragazzi di
incontrare un centinaio di
aziende, alla presenza del retto re Alberto Tesi e del sindaco
Matteo Renzi .
Tutte aziende scelte in base
a criteri rigidi (e di qualità):
posizioni aperte e tirocini retri buiti. Perché ormai il percorso
che porta ad un lavoro è segna
to: «Lo stage è il modo in cui i
neolaureati entrano in Pireüi,
in genere di durata semestra
le» conferma la responsabile
delle risorse umane del grup po, Emanuela Banfi. Chi si è
presentato con curriculum alamano, questo lo sa bene. An
zï se lo augura: «Ormai ottene re anche un incontro conosciti vo è diventato un'impresa : al
l'invio di curriculum poche
volte si ottiene risposta» con
fessa Elisa C., 3o anni, laureata
in Farmacia. Attende il suo turno in fila al tavolo dell 'azienda
Menarini : «Non si sai mai, occorre sfruttare ogni occasione .
Chiaro che subentra spesso lo
scoramento , ma non abbiamo
alternative: continuiamo a sperare». Nessuno si sogni però
Università di Firenze
di mettere in dub bio l'utilità del per corso universita rio: «Ti offre delle
basi solide che da
solo non puoi certamente costruirti» rìflette Veronica V.,
24 anni, laureata da
due mesi in Chimi ca. Anche lei più che
alla ricerca di un lavo ro, è a caccia di stage:
«Credo che il principio sia giusto, perché permette alle azien de di testare le capacità senza
spese eccessive . II punto, pe
rò , è che poche aziende oggi
hanno indicato quali specifi che figure ricercano».
In effetti ci saranno anche
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«Dinamico , flessibile,
disposto a trasferirsi
e piuttosto creativo»
spiegano dalla Arval
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Ieri nel Salone dei Cinquecento, circa 500 laureati
hanno potuto avere un primo colloquio coni responsabili
di un centinaio di aziende: è il «Career Day» organizzato
per il secondo anno dall'Università di Firenze.
In alto il sindaco mentre fotografa il Salone pieno di ragazzi
e accanto la fotografia scattata da lui
-
cento aziende, ma c'è un candidato perfetto per tutte : «Dinamico, flessibile, disposto atrasferirsi e piuttosto creativo»
spiegano dalla Arval Service
Lease Italia, azienda impegnata nel noleggio auto . Per fortuna l'esperienza - almeno uffi
cialmente -non sembra esse
re il requisito chiave, trattandosi di colloqui con neolaurea
ti non oltre i due anni. E importante , però, essere motivati e fiduciosi. In questo periodo forse più difficile dell'esperienza? «Non sono d'accordo
con il pessimismo cosmico
che ha coinvolto la nostra generazione - ribatte Elena, 27
anni, laurea in Lingue e Letterature straniere - Sono invece convinta che per le persone
capaci e brillanti ci sia sempre
un posto di lavoro , a prescindere dal momento che viviamo». A casa Orazi, nel frattem
po, il lavoro l'hanno offerto al
fratello minore di Riccardo, 24
anni e laureato in Ingegneria
civile: « i mette un po' in alTarme il fatto che lui - appe
na diplomato nel settore elettrotecnico - abbia ricevuto
più proposte di me». E in allar
me sono anche gli studi legali
le cui postazioni sono andate
deserte: «L a pro fess i one legale
ha ormai perso il suo appeal, ft
suo fascino è venuto meno evidenzia l'avvocato MassimiIiano Annetta - Urge ripensare alla figura di un avvocato
adeguata ai temp i». Lasciando
però la retribuzione iniziale.
Che è l'unica richiesta della
«generazione rimborso spesa».
Gaetano Cervone
C RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 3
A SECCO ANCHE LA RICERCA
Erasmus r ischia il crac
La Ue ha finito i soldi
di Lorenzo Robustelli
1 BRUXELLES
Dall'Unione europea niente
più soldi per la ricerca, per
l'istruzione all'estero o per la
formazione permanente. Per
quest'anno sono finiti, e chi deve essere pagato aspetterà. La
denuncia viene da Alain Lamassoure, presidente della commissione Bilancio del Parlamento europeo, che ieri ha
chiamato un po' di giornalisti
per lanciare il suo allarme. «Il
fondo sociale europeo non ha
più un euro - ha spiegato il
francese del Ppe - dunque il
programma per gli studenti
Erasmus finirà i soldi dalla
prossima settimana, i fondi Ricerca e Innovazione resteranno senza risorse a fine ottobre».
Alla stessa data si bloccheranno anche i pagamenti per la formazione permanente, uno dei
pochi "ammortizzatori " comunitari per chi resta senza lavoro.
La questione è drammatica,
tra qualche giorno le fatture
non saranno onorate e qualche
ricercatore che aveva avuto un
finanziamento non se lo vedrà
erogare, qualche studente che
ha già le valigie fatte non potrà
partire. Per chi poi è in lista
d'attesa si tratta di uno stop,
chissà fino a quando. «Non si
può più firmare nessun contratto - spiega Ron Korver, portavoce del Parlamento per il Bilancio - semplicemente perché
non ci sono più soldi». Erano 10
miliardi, che sono finiti, dicono
in Parlamento, «per colpa del
studenti dei programma Erasmus
comportamento scriteriato dei
governi» . Le colpe delle Capitali sono due: una è quella che
ogni progetto è cofinanziato
dall'Ue, dunque vuol dire che
anche gli Stati non versano più
soldi, l'altra è che i governi non
hanno voluto aumentare i finanziamenti al bilancio dell'
Unione, come chiedono Commissione e Parlamento. Lamas-
soure usa dunque questo caso
come carico in un braccio di
ferro che va avanti da tempo e
che giovedì si concluderà in Aula con il voto sul bilancio 2013
dell'Unione. La Commissione,
e il Parlamento concorda, ha
chiesto un aumento di spesa
del 6,8%, i governi non ne vogliono nemmeno parlare. Inoltre il Parlamento, dice qualcuno, potrebbe proporre un aumento rispetto alla proposta
della Commissione, tanto per
complicare la vita vai governi,
come vendetta per il fatto che
gli Stati lo hanno tagliato fuori
dalla gestione di Schengen. E'
una lotta dura, ed a fame le spese, per ora, sono quelli sui quali
tutti dicono si debba investire:
giovani e ricercatori.
CR I PROD LIZI ONE RISERVATA
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A Milan -alnri e can.c
Mondo Universitario
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Pagina 4
L'internet del futuro
si progetta al Sant'
Nasce un nuovo laboratorio per sfidare Intel e i colossi dell'informatica
E intanto domani parte il festival, quattro giorni con oltre cento appuntamenti
di Gianluca Campanella
1 PISA
Domani parte l'Internet festival e al già ricco curriculum
che la città vanta in campo informatico, proprio ieri si è aggiunto l'ultimo successo (in ordine di tempo): l'istituto Tecip
della Scuola Superiore Sant'Anna ha presentato il nuovo laboratorio in costruzione a San Cataldo, che svilupperà e realizzare la fotonica integrata, la tecnologia del futuro. All'interno
dell'area del Cnr, infatti, sono
in allestimento padiglioni per
una superficie complessiva di
800 metri quadri, che non hanno eguali in Italia: con la loro ricerca si propongono di diventare un polo nazionale che attiri aziende di telecomunicazioni, capitali e forze lavoro capaci di far crescere una tecnologia che consentirà di creare
computer e reti di trasmissione dati più veloci della attuali,
meno dispendiose da un punto di vista energetico e più
compatte nelle dimensioni.
L'investimento è di oltre 8 milioni, coperti quasi per la metà
dalla Regione. Tutto questo in
collaborazione con il Cnit, consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni:
il connubio Cnit e Sant'Anna
qualche mese fa ha prodotto il
record di velocità nelle comunicazioni con il supercanale da
un Terabit al secondo (1.024
Gigabit).
Adesso si occuperanno
dall'altro lato della medaglia la consumer electronics - per
fonderli in un'unica concezione della tecnologia. In pratica,
finora la trasmissione dei segnali si stava sviluppando grazie alle fibre ottiche, ma computer e telefonini sono quasi
arrivati al limite delle loro pre-
Mondo Universitario
Da sinistra, Marco Romagnoli e Giancarlo Prati
stazioni. Al Tecip si sono detti:
e se facessimo passare i fotoni
luminosi anche dentro gli oggetti elettronici di uso comune? L questa la fotonica integrata: e a svilupparla ci penserà Il Silicon Photonics Design
Center, il laboratorio presentato ieri, che sarà diretto da Marco Romagnoli, ricercatore rientrato dal Mit di Boston per seguire questa avventura. Il direttore del Tecip, Giancarlo Prati,
non nasconde di puntare in alto: «Faremo un servizio per le
aziende, perché saremo in grado in un paio d'anni di realizzare circuiti di interesse industriale»; i più efficaci sul mercato e quindi appetibili per le società interessate. Già c'è una
partnership con Ericsson che
ha prodotto 130 brevetti:
l'obiettivo è fare una rete che
scalfisca il monopolio mondiale di Intel. Domani, a una tavola rotonda prevista all'interno
dell'internet festival, Prati descriverà il progetto Spd Center.
Il festival comincia domani e
dura quattro giorni. Sono previsti 104 eventi, 200 relatori, 4
concerti e ben 12 location sparse in tutta la città. Nel programma del primo giorno c'è, per
esempio, Piergiorgio Odifreddi
che per "Le Interviste impossibili" porrà domande ad Alessandro Benvenuti, nei panni di
"Googleo" Galilei, uno dei
quattro personaggi mascotte
del festival.
ALTRI SERVIZI A PAGINA 18
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ORIPROOLZIONE RISERVATA
Pagina 5
ILA
Le icro i mprese
crescono sul web
Le micro - imprese ricavano grandi
benefici dalla loro presenza su
internet. È quanto emerge dalla
ricerca dell ' istituto Prisma sulle
impresedala9addetti
commissionata dal Registro.it in
occasione dei 25 anni dalla sua
nascita a Pisa. Registro.it è
l'anagrafe dei domini italiani che
opera all ' interno dell ' istituto di
informatica e telematica del Cnr.
Gran parte delle ditte interpellate
hanno detto di aver aumentato la
visibilità e anche il fatturato.
Mondo Universitario
Pagina 6
L'INIZIO DELLE LEZIONI DELL'ANNO ACCADEMICO IN MOLTI ATENEI
.
l'
palestra della ragione
'versità che apre mondo
ROBERTO COLOMBO
n diversi atenei
italiani questa
settimana segna
l'inizio delle lezioni del
nuovo anno
accademico. Al di là dei
problemi strutturali,
finanziari,
amministrativi, organizzativi e valutativi
che gravano sulla ricerca, la didattica e i
rapporti con la società dei nostri atenei,
impegnati nell'attuazione della riforma
prevista dalla legge 240, la ripresa dei corsi
di studio è un'occasione per tutti professori, ricercatori e studenti - di
riflettere sul significato e sul valore
dell'università. E un luogo comune della
retorica politica sull'università affermare
che il suo compito sia quello di preparare i
giovani a un lavoro qualificato, spalancare
delle nuove opportunità professionali e far
crescere la competitività culturale,
scientifica, tecnologica, economica e
commerciale del nostro Paese. Con uno
slogan usurato: più università, più lavoro e
maggior benessere. Ma è proprio così? Il
sistema universitario e i suoi strumenti
attrezzano gli allievi e i loro docenti ad
affrontare il nuovo e l'imprevisto con cui le
persone, le imprese e le istituzioni si
dovranno confrontare in questo momento
della nostra storia nazionale e mondiale,
tanto arduo quanto decisivo per il futuro
di tutti?
Nel 1996, quasi anticipando l'attuale crisi
finanziaria, culturale e sociale, il Rettore di
una delle più prestigiose università
americane, quella di Harvard, scriveva in
una lettera aperta agli studenti: «Se
pensate di venire in questa università ad
acquisire specializzazioni in cambio di un
futuro migliore state perdendo il vostro
tempo. Noi non siamo capaci di
prepararvi per quel lavoro che quasi
certamente non esisterà più intorno a voi.
Ormai il lavoro, a causa dei cambiamenti
strutturali, organizzativi e tecnologici è
soggetto a variazioni rapide e radicali. Noi
possiamo solo insegnarvi a diventare
capaci di imparare, perché dovrete
reimparare continuamente». La sfida non
è più solo e tanto quella di innestare su
una solida formazione di base, che
connota la tradizione accademica italiana
e la fa apprezzare all'estero, percorsi
didattici e di ricerca innovativi e
diversificati, capaci di introdurre i laureati
Mondo Universitario
e gli specializzati ai mutati e molteplici
contesti lavorativi. Si tratta, piuttosto, di
recuperare e approfondire la ricca
tradizione di educazione critica, di
accompagnamento in un percorso
personalizzato di trasmissione, ricezione e
appropriazione dei "fondamentali" del
metodo della conoscenza della realtà, in
ogni regione del sapere, del saper dire e
del poter fare. Un metodo che parte dalla
coltivazione negli studenti di una
domanda curiosa, aperta, libera su tutto
ciò che è oggetto del loro studio, e nei
docenti di una capacità di provocazione e
di ascolto di questa domanda, in un
confronto pubblico, a tutto campo, con
ogni fattore costitutivo della realtà.
Nel "villaggio globale" dei saperi e della
loro comunicazione, dove tutti possono
vendere e acquisire nozioni su tutto, se
l'università ha ancora un senso e un valore
insostituibile, è quello di una palestra
della ragione, che allenala mente ad
affrontare le questioni che la vita
inesorabilmente pone e le competizioni
che il lavoro non risparmia, in modo
particolare ai giovani. Appaiono più che
mai attuali le osservazioni di Romano
Guardini: «Il sapere che l'università
trasmette dovrebbe poggiare su quella
forza dell'interrogarsi e su quella serietà
della responsabilità culturale che
distingue la scienza dal dilettantismo. (...)
Si tratta perciò di creare un tutto che si
possa dominare con lo sguardo e da cui
sia possibile ricavarne poi un lavoro
pratico. Colui che studia in vista della
professione deve conservare in se stesso
almeno una piccola scintilla della volontà
di ricerca, altrimenti egli diventa,
intellettualmente parlando, un manovale».
Raccogliendo questa sfida, studenti e
docenti ricondurranno l'università
nuovamente a quel luogo originalissimo
della società in cui l'esercizio della
razionalità umana gode di tutta
l'ampiezza e il respiro di cui ha bisogno
per compiere scelte che non si fermano a
rammendare gli squarci prodotti dalla crisi
dell'economia e del lavoro, ma vanno alla
sua radice per sanarla e dare tenace
consistenza alla ripresa. Un compito e una
responsabilità grande cui solo una
università aperta alla realtà totale e
appassionata educatrice della ragione può
preparare la libertà dei giovani.
© RPRODIV_I.^.NE RISERVATA
Pagina 7
Un rotta atore all'università diChicago
Potremmo definirlo il rottamatore del potere economico. Luigi
Zingales, docente all'università
di Chicago, gira in lungo e in largo il
Paese d'origine per presentare il suo
nuovo libro, Manifesto capitalista
(Rizzoli, 2012) e la sua ricetta liberista per ripartire. Concedendo interviste a giornali e quotidiani online, e
stoccate ai colpevoli, secondo lui, dei
mali dell'Italia. «Tutta l'oligarchia
del capitalismo, vecchia, inadeguata
e incapace di riformarsi va rottamata,
insieme al clientelismo da essa generato». In pratica quasi tutto l'azionariato di Rcs, che gli pubblica il libro,
direbbe qualche malalingua. L'economista non ha paura e fa nomi e cognomi.
La scorsa settimana in un seminario organizzato dalla Banca d'Italia ha osato
addirittura criticare esplicitamente il patriarca dei banchieri italiani, Giovanni
Bazoli («Professore, lei ha detto che la
banca deve perseguire interessi generali
piuttosto che massimizzare il profitto.
Mondo Universitario
DI MICHELE ARNESE
E FABRIZIA ARGANO*
Può citare un caso in cui Intesa Sanpaolo ha seguito questa linea?». E visto
che il presidente di Intesa ha glissato,
ha detto: «L'esempio lo faccio io: nella
vicendaAlitalia, Intesa Sanpaolo è stata
consulente del governo per il salvataggio, compratore dell'Alitalia e creditore di Air One, che Alitalia, salvata da
Intesa, ha comprato»). Nella lista dei
cattivi, Zingales inette anche i Benetton. Presentando il libro a Padova, li
accusa di essere l'«esempio peggiore»
di come il capitalismo veneto dovrebbe
comportarsi perché spostati verso business dove contano i contatti politici,
anche se quella dei Benetton è la storia
di un grande successo prima nel settore
dell'abbigliamento e poi negli aeroporti, autostrade e ristorazione nei luoghi
di mobilità. Ora, nella sua battaglia per
un liberismo meritocratico ed etico, bi-
sogna ricordare che Zingales è il promotore, insieme con altri intellettuali
ed economisti, del progetto Fermare
il Declino e quindi ha come naturali
alleati quegli esponenti del sistema che
tanto avversa. Qualche nome?
Di sicuro Luca Cordero di Montezemolo: la sua Italia Futura è in simbiosi politica con Fermare il Declino. Di
certo Montezemolo, per le sue capacità
e per il suo passato, può essere considerato un autorevole perno del capitalismo di relazione italiano. Certo, ha
anche fondato Ntv (Nuovo Trasporto
Viaggiatori) che fa concorrenza alle
Fs grazie a quel socio tanto criticato
da Zingales. Intesa infatti, attraverso
Banca Imi, è azionista di Ntv. Ma anche Corrado Passera, già consigliere
delegato di Intesa, e ora ministro dello
Sviluppo Economico, potrebbe presto
essere un alleato di assoluto rilievo del
rassemblement cui sta lavorando Zingales. Ma Zingales lo sa?
* da wwwformiche.net
Pagina 8
Così gli scienziati
truccano le ricerche
ELENADUSI
Nbianco
ON sempre camice
è sinonimo di
mani pulite . Un censimento delle pubblicazioni
scientifiche in medicina e biologia ha rivelato l'aumento di
esperimenti macchiati da frode, falsificazione dei dati, visite apazientiimmaginari, ritocco delle immagini di laboratorio.Ilfenomeno ènelcomplesso modesto.
SEGUE
A PAG I NA 45
Mondo Universitario
Pagina 9
Un censimento delle pubblicazioni mostra una crescita allarmante di frodi, truffe e piraterie nelle ricerche
Quasi cento su un milione vengono ritrattate. La concorrenza impone di arrivare sempre primi. E c'è chi bara
(segue dalla prima pagina)
ELENA DUSI
ei 25 milioni di articoli pubblicati
su riviste mediche
dal 1940 al maggio
2012, quelli ritrattati (cioè ritirati per errori gravi
o frodi) sono 2.047. In percentuale però il numero di studi
depennati è quasi decuplicato
tra 1976 e 2007.Alloralo stigma
della ritrattazione colpiva 10
articoli su un milione. Oggi si è
arrivati a 96. E quel che è più
grave, secondo il censimento
di Proceedings of the National
Academy ofSciences, è che solo
uno studio su tre viene ritirato
per uno sbaglio commesso in
buonafede. In due terzi dei casi è con l'intento di ingannare
che i dati scientifici vengono
manipolati. L'obiettivo, come
nello sport, è arrivareprimiper
aggiudicarsi credito in un
mondo della scienza sempre
più competitivo e a corto di
fondi.
Le note pubblicate dalle riviste per annunciare una ritrattazione sono spesso generiche, scritte in modo confuso
per non far trasparire l'inganno. Cosìitrericercatori dell'AlbertEinstein diNewYorke dell'Università di Washington autori del censimento hanno deciso di scavare a fondo in ogni
singolo caso. E si sono trovati
di fronte a molta meno buona
fede di quanto si aspettassero.
Nel 67,4% di ritrattazioni dovute a cattiva condotta, il
43,4% è stato causato da frode
La scienza con il trucco
così i test di laboratorio
si ritoccanoal photoshop
vera e propria (casi concentrati in superpotenze della scienza come Usa, Giappone, Germania). Il 14,2% è un articolo
che riproduce dati prodotti
dalla stessa équipe, ma già
pubblicati su un'altra rivista. Il
9,8% è un copia e incolla di risultati di altri scienziati (soprattutto in paesi emergenti
come India e Cina).
Tra i colpevoli, molti sono i
truffatori seriali. L'anestesista
giapponese YoshitakaFujii si è
visto ritrattare la cifra record di
193 studi su 23 riviste diverse.
L'ultima moda è il ritocco delle immagini al microscopio.
Ma non mancano le tecniche
più sofisticate, come quella del
sudcoreano Hyung-In Moon.
Poiché ogni articolo scientifico, prima di essere pubblicato,
deve essere sottoposto al giudizio di un pan el di altri esperti, Moon è riuscito a "piratare"
gli indirizzi mail dei suoi revisori, inviando allarivistagiudizi lusinghieri. Scoperto il trucco, 35 suoi articoli sono stati
depennati dall'archivio mondiale della scienza. In quella
poi che il direttore della rivista
The Lancet nel 2006 definì "la
più grande truffa condotta da
un singolo scienziato", l'oncologo norvegese Jon Sudbo inventò i dati di ben 900 pazienti.
Anche se la maggior parte
delle truffe riguarda casi isolati e settori specialistici, non
mancano le frodi che causano
danni graviaipazientio allareputazione della scienza. Il
"mago" delle staminali Hwang
Woo-suk, autore nel 2004 dell'annuncio shock della clorazione di un uomo, fu cacciato
dall'università di Seul nel 2006
per aver falsificato i risultati.
Un metodo rivoluzionario
messo apunto dallaDuke University sempre nel 2006 per
scegliere la cura contro il tumore al polmone fu usato 4 anni negli Usa, prima di scoprire
che era basato su dati falsi.
I Paesi
Stati Uniti, Germania,
Giappone e Cina
sono responsabili di
3 quarti
delle ritrattazioni
I giornali con più articoli
ritrattati dal 1975 al 2007
Science
70
69
Pnas
The Journal
of Biological
Chemistry
Nature
mesi
54
44
Quanto tempo
passa tra
la pubblicazione
e la scoperta
dell'errore
Gli articoli scientifici falsi
per milione di articoli pubblicati:
...................................................................................................
10
96
Nel 1976
Nel 2007
. . ..Le
. .. . . .. . .cause
.. . .. . . .. . . .. . .. . . della
.. . . .. . . .. . .. . . ..ritrattazione
. . .. . .. . . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . . .. . .
Errore in
Colpa
buona
fede
o dolo tra cui: frode
...............................
.........................................
43%
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Mondo Universitario
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INTERVISTA
Antonella Mansi
«Investire sui giovani
favorisce le imprese»
Claudio Tucci
ROMA
Nt ?: Cinquanta giovani laureati.
Che saranno selezionati a livello
nazionale e avranno l'opportunità di svolgere uno stage retribuito di sei mesi. Ma anche di formarsi attraverso lezioni d'aula e
in modalità e-learning (con la
possibilità pure di frequentare
un master in «Gestione e strategia d'impresa»). Entro laprossimasettimanausciràilbando della terza edizione del progetto
«Confindustria per i giovani»,
che ha l'obiettivo «di accompagnare in un percorso di crescita
«A giorni ff bando
.per la terza edizione
del progetto Confindustria
aperto a 50 Laureati»
........................................................................
la classe dirigente del futuro»,
ha sottolineato Antonella Mansi, vice presidente per l'Organizzazione di Confindustria. «La
crisi ha colpito duramente i ragazzi. Ma investire su di loro, e
sulle persone di talento, oggi
può rappresentare più che mai
la chiave delvantaggio competitivo delle imprese nel mediolungoperiodo».
Dottoressa, come nasce questo progetto?
È una prosecuzione dell'iniziativa «ioo giovani per ioo anni» lanciato da Confindustria in
occasione delle celebrazioni
per il centenario. Sono stati investiti, complessivamente, 3 milioni di euro provenienti
dall'avanzo digestione delbilancio 2009. Un segno concreto
dell'attenzione del mondo delle
imprese a facilitare il passaggio
dei giovani dall'università al
mondo del lavoro e accrescere
così il capitale umano. Tutti temi su cui è impegnato il Governo e su cui insiste il Capo dello
Stato, Giorgio Napolitano.
Quali sono le caratteristiche dell'iniziativa?
Il progetto parte da un'accurata analisi dei fabbisogni a livel-
Mondo Universitario
lo nazionale sui profili dainserire nelle nostre Associazioni e
aziende associate. Oltre allo stage, che non necessariamente si
deve svolgere presso la stessa
Associazione, chi passerà la selezione riceverà anche 9 giornate di formazione d'aula e la possibilità di frequentare un master. Abbiamo deciso, assieme a
Unimpiego, Luiss, Liuc e Sistemi formativi Confindustria, di
puntare molto sull'azione formativa "on the job" a favore
dell'innovazione e della cultura
di impresa tra i giovani come un
utile strumento per la selezione
di risorse da formare ed eventualmente inserire.
Eche risultatihanno ottenuto le passate edizioni del progetto?
Alla prima edizione «ioo giovani per ioo anni», inaugurata
nel2oio alla presenza di Giorgio
Napolitano, abbiamo ricevuto
6.8oo candidature a fronte di
ioo stage offerti e con il coinvolgimento di 78 Associazioni e numerose imprese; 84 di questi giovani lavorano ancora con noi.
L'edizione 2ou del progetto
«Confindustria per i giovani»
ha visto selezionare 5o giovani
su oltre 4.400 candidature pervenute (sono state èoinvolte 68
Associazioni).t stato confermato oltre il 50% di stagisti, ma qui
il tirocinio è durato sei mesi (al
posto dei 12 mesi originariamente previsti) per ragioni normativeintrodottenel corso del 2011.
Qual è il candidato ideale
per questa selezione?
Il concorso è aperto a tutti i
laureati e gli stage partiranno a
febbraio 2013. Si guarderà anche
all'età (l'età media nelle passate
edizioni oscilla tra i 22 e i 26 anni) e al curriculum scolastico.
Ma anche alla motivazione e alle
esperienze divita fatte dai candidati. Confindustria crede molto
nei giovani, e li invita a mettersi
in gioco e a mantenere sempre
viva la voglia di fare. Perché è
dai giovani che deve partire la
sfida per il cambiamento.
Antonella Mansi , vice presidente per l'Organizzazione di Confindustria
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
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È la prima emissione nella storia del prestigioso ateneo
Dall'Università di Cambridge
bond da 350 milioni di sterline
MILANO
Quanto vale il rating di
un'università come Cambridge? Ovviamente tripla A.
Nell'euforia generale delle
emissioni corporate, scende in
campo uno degli ateneipiùprestigiosi al mondo, in procinto
di incontrare nei pros simi giorni non gli studenti, ma gli investitori interessati a collocare la
prima obbligazione in 8oo anni dalla fondazione. Sarà un
bond ovviamente in sterline
per un ammontare di 350 milioni, fondi che l'istituzione intende utilizzare per finanziare le
strutture dedicate alla ricerca
e gli alloggi per gli studenti. Il
primo report dedicato agli investitori è stato redatto da Moody's che ha evidenziato «laposizione straordinaria di cui gode l'università» dove hanno
Mondo Universitario
studiato Isaac Newton e Charles Darwin non solo dal punto
di vista didattico, ma anche finanziario.
La scelta di intraprendere la
strada del mercato del debito
non è usuale per le università
europee a differenza di quanto
succede più di frequente
dall'altra parte dell'Atlantico
dove nomi di prestigio come
Stanford e Columbia utilizzano regolarmente le emissioni
obbligazionarie come fonte aggiuntiva di finanziamento a
quelle istituzionali. In Europa,
quest'anno soltanto un altro
college britannico ha emesso
bond, De Montfort University
di Leicester, secondo quanto riportato da Bloomberg. Di normale università del Regno Unito benché prestigiose, hanno a
disposizione meno fondi degli
atenei americani, potendo contare sulle risorse raccolte dalle
iscrizioni, dai fondi governativi e privati, dalle pubblicazioni. Per gli analisti questo è un
buonmomento perché gli investitori sono alla ricerca di bond
corporate con rating elevato e
in grado di offrire un premio rispetto ai bond governativi. Il
Regno Unito ha un ratingAAA
ma con un outlook negativo,
un avvertimento di Moody's
che non esclude di abbassarlo.
Al contrario, Cambridge ha un
outlook stabile. A collocare il
prestigioso bond sono state
chiamate Hsbc, Morgan Stanley e Royal Bank of Scotland
chehanno organizzatoil5ottobre il road showper incontrare
gli investitori.
Ma.Mo.
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Iniw Iniziativa dell 'Ambasciata italiana a Ottawa
Alleanza Italia-Canada
Marzio Bartoloni
Ioni. Il Canada è diventato neC'è una nuova rotta che gli ultimi anni una delle zone
può unire Italia e Canada: è più calde dell'innovazione,
quella dell'innovazione dove grazie all'apertura internaziofar navigare alleanze scientifi- nale ai capitali di rischio e a
che e far fiorire tante start up. una vera e propria politica di
Lo ha capito l'ambasciata ita- caccia ai talenti internazionaliana in Canada che ieri ha or- li. Un fronte, questo, su cui il
ganizzato a Ottawa insieme Governo canadese sta scomall'università di Carleton un in- mettendo molto anche grazie
contro per accendere i rifletto- a un programma («Visá Start
ri su quanto sta facendo il no- up») che concede visti speciastro Paese - a partire dal pac- li agli stranieri che immigrachetto di incentivi per le start no nel Paese per creare attiviup e l'agenda digitale che sarà
varato a giorni dal Governo
con il decreto sviluppo-bis- e LA CLLA O AZIONI
favorire l'avvio di nuove part- L'obiettivo è favorire l'avvio
nership scientifiche.
di nuove partnership
All'incontro erano presenti
scientifiche:
focus
i rappresentanti del Governo
e delle istituzioni scientifiche su pacchetto incentivi per
canadesi e italiane e un parter- [e start up e agenda digitale
re fatto di investitori e ventu- .........................................................................
re capitai. Oltre a Unicredit
che ha presentato il suo pro- tà imprenditoriali innovative.
getto «II talento delle idee». Da qui l'iniziativa dell'amba«E stata un'occasione impor- sciata italiana che già da due
tante per dare visibilità al no- anni organizza incontri temastro Paese qui in Canada dove tici sull'innovazione (nel 2010
c'è forte attenzione per la no- sull'aerospazio e l'anno scorstra capacità innovativa e le so sullo scambio tra universinostre Pini che vengono viste tà) per incentivare alleanze e
come un modello», ha spiega- partnership. Come dimostrato l'ambasciatore Andrea Me- no un accordo sull'automoti-
Mondo Universitario
ve tra il nostro Cnr e l'agenzia
che fmanzia la ricerca canadese e quello tra il Politecnico di
Torino e l'Università di Toronto sulla ricerca e la formazione nell'ingegneria.
A Ottawa era presente anche UniCredit che ha messo in
vetrina una delle start up selezionate dal progetto «Il talento delle idee», organizzato insieme ai Giovani imprenditori
di Confindustria: si tratta della
«D-Orbit» che ha brevettato
un dispositivo da installare sui
satelliti prima di mandarli in
orbita per ripulire lo spazio
dai "rottami spaziali". «Siamo
molto orgogliosi di essere
l'unica banca italiana selezionata per partecipare a questa
importante iniziativa canadese, è la conferma - ha spiegato
Alessandro La Porta, responsabile territorial relations di
UniCredit - che h nostro progetto sta diventando un esempio virtuoso per le imprese e
per gli investitori che credono
nel made in italy». Nei giorni
scorsi Unicredit ha lanciato
anche una linea di servizi per
favorire l'internazionalizzazione delle nostre imprese.
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"Ora c'è la retina artificiale"
Creata all'IIT di Genova con polimeri e neuroni: "Servirà anche per i robot"
MARCO PIVATO
ono passati 10 anni
dallo
«scandalo
Schön», l'ex fisico
tedesco assurto alla gloria dopo aver
collezionato un'imponente
letteratura, in tema di nanotecnologie, sulle riviste scientifiche più famose. Un ascesa, però, sulla quale è inciampato, dopo che i colleghi scoprirono che aveva sistematicamente falsificato i dati dei
suoi esperimenti. Ma un decennio dopo si fa sul serio, fa
intendere Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'
Istituto italiano di tecnologia
di Genova. Con 30 brevetti,
coautore di 700 articoli su riviste internazionali, ha lanciato tre aziende spin-off che
stanno dando lustro al Paese, sempre più autorevole
concorrente, a livello mondiale, nel campo delle nanotecnologie. Una delle «nanomeraviglie» appena uscita dalla sua
fucina, sviluppata in 18 mesi, e
presentata all'ultima «Conferenza sul futuro della scienza»
di Venezia, è una retina artificiale, costruita su un supporto
nanoingegnerizzato.
Professore, da dove si parte
per costruire una retina artificiale?
«Dapprima è stato realizzato
un dispositivo per via nanotecnologica, rendendolo sensibile
alla luce. Si parte da un bagno
composto da monomeri polimerizzati, vale a dire plastica,
e nanosfere sensibili alla luce,
della grandezza di qualche
centinaio di atomi. Alla fine
del processo le nanosfere rimangono intrappolate nelle fibre costituite dai polimeri. Così otteniamo un supporto plastico che si comporta come
una cella fotovoltaica. Questi
dispositivi sono trasparenti,
Mondo Universitario
flessibili e di spessore infiniteno in neuroni della retina grasimale».
zie a segnali biochimici. La
scelta dipende anche dalla senCome fa un essere umano a
sibilità che si intende ottenere
vedere con questo sistema?
«Sul dispositivo fotosensibile
e anche dai costi».
abbiamo depositato un film di
La retina artificiale è già staneuroni umani vivi. Quando la
ta impiantata nell'uomo?
cella è colpita dalla luce, come
«Saremo in grado di farlo, in
in tutti i sistemi fotovoltaici,
futuro, ma per ora è stata aptrasforma l'impulso luminoso
plicata all'occhio di un ratto».
in un impulso di corrente e
Che tempi prevede affinché
questo impulso,
la clinica si approcome un impulpri di questa tecso di natura nernologia?
vosa, attiva i neu« Il materiale usato «È necessario
roni a fare il loro
è totalmente essere cauti sulmestiere...».
le previsioni. Il
biocompatibile» brevetto, firmaQuindi si tratto dal dipartita di neuroni
mento di neuroscienze in colladel sistema visivo?
«Si possono utilizzare neuroni
borazione con il nostro centro
del sistema visivo, dunque già
di nanoscienze al Politecnico
"educati" a svolgere la funziodi Milano, è giovane ed è una
ne di tradurre la luce in immanovità assoluta. Ma che procegini per il cervello. Ma si posde molto velocemente. Abbiasono usare anche neuroni allo
mo ottenuto informazioni molstadio staminale, o comunque
to positive dall'esperienza sulcellule primarie deputate alla
le cavie: con l'esperimento ci
visione, che poi si differenziasiamo sincerati che la retina
funziona anche dal punto di vista biologico, oltre che tecnologico».
Una retina artificiale risolve
il problema della reperibilità
dai donatori , ma questo supporto è ben tollerato dall'organismo oppure potrebbe
dare luogo a fenomeni di rigetto?
«Questo problema non si è presentato nelle cavie. Non servono immunosopressori. Il materiale, infatti, è completamente
biocompatibile».
A proposito di biocompatibilità, come può essere tollerabile dall'organismo un dispositivo nanostrutturato?
«E' tollerabile, perché molto
spesso le nanotecnologie utilizzano, come materiale di partenza da essere funzionalizzato, una serie di molecole biologiche. Per esempio frammenti
di geni oppure di amminoacidi. A differenza dei sistemi di
visione basati sul silicio, l'utilizzo di materiali molecolari
che hanno struttura a base di
carbonio permette una maggiore biocompatibilità, proprio perché la stragrande
maggioranza delle molecole
biologiche sono lunghe catene
di carbonio ramificate».
La retina artificiale può essere utilizzata anche su robot
o su automi destinati alla
produzione di microchip o a
compiti di microchirurgia?
«Di certo è una scommessa
più semplice che non lavorare su un occhio umano, dove
integrare retina e fasci nervosi richiede un approccio molto complicato, ma è comunque una scommessa non meno ambiziosa. I nostri sistemi
fotosensibili stanno riscuotendo grande interesse da
parte dell'industria, perché
sono meno costosi e dalla resa energetica maggiore rispetto alle tradizionali celle
fotovoltaiche. Proprio perché
sono di plastica e non di silicio hanno, inoltre, un impatto
estetico decisamente migliore. Sono duttili e possono essere anche esteticamente attraenti. O, ancora, dato che,
singolarmente, le celle occupano poco spazio, potrebbero
essere inserite sul retro di un
cellulare per ricaricarlo velocemente».
Pagina 14
RUOLO : È DIRETTORE SCIENTIFICO
D E LL I IT (L'ISTITUTO ITALIANO
DITECNOLOGIA DI GENOVA)
RICERCHE : NANOTECNOLOGIE
NANOCHIMICA
E MATERIALI INTELLIGENTI
ILSITO:
HTTP://VW WV. I IT. IT/IT/H O M E. HTM L
Mondo Universitario
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Molecole intelligenti che
scovano le cellule malate e le
curano: è la nuova rivoluzione
della diagnosi e della terapia
in medicina. Tutto merito delle
nanotecnologie, che stanno
mettendo a punto nuovi strumenti ultrapiccoli e ultrasensibili. A spiegare le nuove frontiere è stato Fabio Beltram, direttore della Scuola normale
Mondo Universitario
superiore di Pisa, alla recente
conferenza internazionale di
Venezia «The future of science»: «I nanosistemi, composti
da molecole, possono essere
iniettati, inalati o introdotti
nel corpo anche attraverso un
collirio». Un esempio? La lotta
ai tumori con molecole che si
comportano come gli anticorpi contro virus e batteri.
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Test iperveloci e terapie mirate
con le particelle magnetiche
Le meraviglie dell'elettronica stanno per sbarcare in laboratorio e in ospedale
FABIO DI TODARO
agnetismo e nanotecnologie a disposizione
della biologia e della
medicina. Al centro della scena ci sono chip variabili nelle
dimensioni, da pochi nanometri (alcuni milionesimi di millimetro) fino a qualche micron
(vale a dire millesimi di millimetro), messi a punto dai fisici
per diversi impieghi sanitari:
mezzi di contrasto in tecniche
di «imaging» (come la risonanza magnetica), attacco alle cellule tumorali riscaldate con
campi magnetici alternati
(l'ipertermia), marcatori molecolari da utilizzare in laboratori miniaturizzati e anche vettori per il trasporto di entità biologiche guidate da un campo
magnetico.
Sono queste le ultime scoperte del magnetismo e alcune
tra le applicazioni biomediche.
Alcune sono vicine alla validazione clinica, cioè l'ok definitivo, mentre altre sono in fase di
sperimentazione. Ma il percorso è tracciato. «C'è grande attenzione nei confronti delle
possibilità che la fisica offre alla medicina - spiega Riccardo
Bertacco, coordinatore del
gruppo di ricerca sulla spintronica del centro «Lness» del Politecnico di Milano -. Diagnosi
e terapia: ci si muove in entrambe le direzioni. E' anche
così che si potrà ridurre anche
la spesa sanitaria».
Gli studi presentati a Parma durante il «Joint European
Magnetic Symposia» - l'annuale convegno sbarcato per la
prima volta in Italia - hanno
avuto come cardine proprio
gli aspetti applicativi del magnetismo. Ciò che è già realtà
nell'elettronica - l'uso di tra-
Mondo Universitario
sduttori per leggere le informazioni immagazzinate negli
hard disk dei computer - potrebbe presto rappresentare
una soluzione anche per la medicina. In termini di diagnostica, innanzitutto. I biosensori
spintronici
«lab-on-a-chip»,
per esempio, sono stati testati
con successo per rilevare e trasportare anticorpi, cellule e sequenze di Dna. Il tutto legato a
nanoparticelle
magnetiche.
Sono dispositivi grandi quanto uno smartphone che, in
futuro, potrebbero sostituire le classiche
indagini di laboratorio. In
gergo si parla
di medicina
«point-of-care»: analisi e
assistenza a
portata del paziente.
Ma ci sono anche altre applicazioni emergenti. La possibilità di guidare cellule e proteine marcate con nanoparticelle lungo specifici «binari magnetici». Così i micro-dispositivi «etichettano» la molecolabersaglio e l'interazione viene
utilizzata per separare, muovere o anche soltanto rilevare
la presenza di enzimi, virus,
marcatori tumorali, allergeni
e cellule staminali. «Ora occorre sviluppare i protocolli biolo-
RUOLO : È PROFESSORE DI FISICA
AL POLITECNICO DI MILANO
ECOORDINATORE DELGRUPPO
DI RICERCA SULLA SPINTRONICA
ILSITO : HTTP://LNESS.COMO.POLIMI.IT/
INDEX.PHP
gici e ottimizzare le tecniche
con cui analizzare direttamente campioni di sangue, saliva o
lacrime, dopodiché indagini
che oggi richiedono tempi lunghi e costi sostenuti saranno
all'ordine del giorno - sottolinea Marco Donolato, ricercatore al centro "Nanogune" di
San Sebastian, nei Paesi Baschi -. Crescerà anche la precisione, al punto da poter rilevare, nel liquido biologico in esame, semplici tracce di una molecola di interesse».
Ma gli scenari sono molteplici. Migrazione cellulare, arresto dello sviluppo di masse
cancerose e ricostruzione di
tessuti sono stati altri argomenti di discussione. Su questo ultimo aspetto si è concentrata Claire Wilhelm, alla guida del gruppo di ricerca del
dipartimento di materiali e sistemi complessi dell'università «Diderot» di Parigi: «Cellule marcate con nanoparticelle di ossido di
ferro - ha
spiegato - possono essere
guidate verso
un'unica sede
per ricucire la
lesione di un
tessuto».
Esperimenti
in questa direzione sono stati condotti su cuore e fegato di
ratto, al punto da mostrare
una perfetta efficacia rigenerativa, anche se - aggiunge «non è ancora chiara la risposta delle cellule staminali».
E nuovi orizzonti si aprono
per le neuroscienze. Una serie
di studi ha evidenziato la possibilità di rilevare l'attività dei
neuroni attraverso la variazione di un campo magnetico. Finora ci si è concentrati sui topolini. Ma presto toccherà al
cervello umano.
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LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO LAMASSOURE
Erasmus e fondi sociali Ue, buco di 10 miliardi
«Non c' e più un euro per pagare le fatture»
CULTURA
Androulla
Vassiliou,
commissaria
Ue (Afp)
Mondo Universitario
BRUXELLES
È SENZA giri di parole la denuncia
dal presidente della Commissione bilancio del Parlamento europeo, Alain
Iamassoure: il fondo sociale europeo
«non ha più un euro», il programma
Erasmus finirà i soldi «dalla prossima
settimana» e i fondi Ue per ricerca e
innovazione resteranno senza risorse
«a fine ottobre». Non solo: le fatture
presentate per i progetti già eseguiti resteranno insolute perché «solo per il
2012 c'è un buco di 10 miliardi» a causa del «comportamento assurdo» dei
overni. Tra oggi e domani la Com-
missione bilancio dovrà votare il progetto di budget Ue 2013, per il quale il
Consiglio (fornato dai governi) ha deciso, per il terzo anno consecutivo, di
tagliare di oltre la metà la richiesta della Commissione europea di aumentare del 6,58% i fondi per i pagamenti
delle fatture già emesse dai destinatari
dei finanziamenti europei. Se sussiste
il sospetto sulla regolarità delle cifre
che vengono richieste dalle singole capitali, spiega Lamassoure, l'unica soluzione è rendere pubbliche le cifre e
chiedere alla Commissione Ue di pagare solo le fatture certificate.
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Pisa L014,1
v
della rivoluzione
nei computer
La tecnica a fotonica integrata cambierà tutto
Nascerà al S. Anna grazie al prof. Romagnoli
di Glanluca Campanella
1 PISA
Prendete il computer o il telefonino con cui avete mandato
l'ultimo messaggio email e buttateli: non subito, ma dal 2014
non serviranno più a niente.
«Bella forza!», direte: la tecnologia nasce già con l'obsolescenza programmata - cioè
con la "scadenza" volutamente incorporata - e dopo un po'
di tempo è superata. Ma quella
che sta sviluppando (unica in
Italia) la Scuola Superiore
Sant'Anna di Pisa, in collaborazione con un cervello rientrato
dopo una fuga al Mit di Boston, è qualcosa in più di una
rivoluzione: è la fotonica integrata, una delle tecnologie
identificate dall'Unione Europea come strategica per la nascita e l'affermazione dell'internet del futuro.
Per capire di cosa parliamo,
basta un esempio. Ë pochissima la differenza tra il computer o il telefonino citati e il
Commodore 64, su cui un'intera generazione ha masticato i
primi bocconi di informatica:
quest'ultimo era "solo" più lento e con meno memori a, ma alla fine il suo cuore era un ammasso di silicio e pochi altri
materiali, proprio come i moderni processori, all'interno
dei quali passa la corrente elettrica della presa di casa. Nei
processori a fotonica integrata, il silicio resta (perché viene
dalla sabbia, comune ed economica), ma dentro i suoi circuiti passa la luce. I vantaggi?
Vanno più veloci, consumano
di meno e occupano meno spazio. Sembra banale, ma ci stanno lavorando in Giappone da
dieci anni, dove hanno stanziato centinaia di milioni di dollari. E nella città della Torre l'istituto Tecip della Scuola
Sant'Anna ha un suo laboratorio da un anno e mezzo: un pa-
Segnalazioni
diglione all'interno della cittadella del Cnr, in cui si stanno
mettendo a punto delle sofisticate "cleanrooms" (alla lettera:
camere pulite), ambienti quasi
privi di polvere in cui è possibile costruire questo tipo di circuiti integrati che si lasciano attraversare dalla luce.
Però mancava qualcosa: è
un po' come aver inventato la
ferrovia, ma non avere a disposizione le locomotive. E qui entra in gioco Marco Romagnoli,
considerato uno dei migliori ricercatori a livello mondiale nel
campo della fotonica, che da
poco più di due anni lavorava
al prestigioso Massachusetts
Institute of Technology, il Mit
di Boston: questi, per far proseguire una ricerca commissionata dalla Difesa americana,
ha dovuto inventare il laser al
germanio. Ai non esperti basti
sapere che il germanio è un seiniconduttore intrinseco, come il silicio; quello che ci interessa è che il laser al germanio
è proprio la "locomotiva" che il
Sant'Anna stava cercando: la
sorgente di luce da sparare nei
circuiti a fotonica integrata.
La comunità è piccola, «solo
12mila studiosi al mondo»,
quantifica Giancarlo Prati, direttore del Tecip: pertanto è
stato facile incontrarsi e combinare un matrimonio di interesse. In realtà è vero amore,
perché Romagnoli ha brevettato il laser al germanio «senza fini di lucro»: in pratica, per non
farlo brevettare e sfruttare da
altri. Così, accanto alla cleanroom pisana sorgerà un altro
padiglione, gestito con il Cnit
consorzio nazionale interuniversitario telecomunicazioni)
e diretto da Romagnoli: detto
in modo un po' rude, il primo
produce e il secondo progetta.
A stupire sono i numeri: in 800
metriquadri e con soli 8 milioni di euro (3,6 dalla Regione,
parte dei macchinari donati da
Pirelli, il resto fondi di ricerca
Tecip e Sant'Anna) si "rischia"
di essere i primi al mondo a realizzare computer a fotonica
integrata, che potrebbero essere pronti nel 2014.
Due sono gli ostacoli verso
questo traguardo. In primo
luogo il recente accordo tra Telecom Italia e Fastweb: le società hanno deciso di portare in
tutta la Penisola la fibra ottica
per la banda ultra larga di internet, ma usano la tecnologia FttCab, che dalla cabina telefonica alle case affida il viaggio del
segnale al vecchio cavo di rame. Per restare alla metafora
ferroviaria, è come se il computer del futuro e la rete nazionale fossero due modernissimi
Freccia Rossa, nia per portare i
passeggeri da un convoglio
all'altro ci fosse bisogno della
littorina a carbone.
Altro problema: Cnit e
Sant'Anna non avranno mai la
forza di Intel, il primo produttore al mondo di processori;
ma su questo versante si stanno tessendo alleanze con tutte
le aziende di telecomunicazioni interessate.
CORI PRODI IZIONE RISERVATA.
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Computer e telefonini , già nel 2014 i modelli attuair pudo eò i : >> essere superati dai modeiii az t>> t>>;rca integrata
li rendering del padiglione dove nascerà il computer a fotonica integrata . A destra l 'istituto del Sant'Anna
Segnalazioni
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D
L'uomo che inventò il laser al germanio
Marco Romagnoli , romano, classe 1957, ha dato la sua vita
alla Pirelli che fino al 2000 è stata anche un'azienda d i
telecomunicazioni e in seguito solo "proprietaria" di
Telecom Italia. il ricercatore lavorava a Milano fin quando
il gruppo ha privilegiato il business degli pneumatici e ha
ceduto la divisione fotonica al l'americana
Cy Optics. Questa ha chiuso nel 2009 e «ci
siamo trovati tutti senza lavoro: per
fortuna sono stato chiamato dal Mit di
Boston a sviluppare un progetto militare,
la cui applicazione è segreta . Volevano
realizzare il processore più veloce del
mondo, un 1.024-core». Ha un'idea un po'
"eretica" della ricerca: «Di solito
l'università genera cultura, nel senso che
prima scopre una cosa e poi si chiede a cosa
serve. Mi criticano , perché non mi interessa
solo la ricerca speculativa, ma anche
mettere in pratica i miei studi)). Quindi
capovolge il punto di vista : «La ricerca serve a risolvere i
problemi)). Proprio così è nato il suo laser al germanio: «Mi
sono posto una domanda)). Romagnoli torna in Italia per
«passione», visto che negli Usa guadagnava di più. Ma
crede che lo stimolo più efficace siano gli incentivi fiscali
alle aziende. Inoltre, far rientrare un giovane crea un posto
di lavoro, far rientrare «una persona che ha una visione)),
come il laboratorio che dirigerà a Pisa , ne generi tanti.
Segnalazioni
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